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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Aprile 2004
 
   
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  LA COMMISSIONE EUROPEA METTE L'INDUSTRIA AL CENTRO DELLA SCENA E RAFFORZA LA CONCORRENZIALITÀ IN UN'EUROPA ALLARGATA  
   
  Bruxelles, 22 aprile 2004. Dopo aver rilanciato il dibattito sul ruolo della politica industriale nel dicembre 2002, la Commissione europea delinea i contorni di una politica industriale per un'Unione europea allargata in una nuova comunicazione. Questa iniziativa risponde alle preoccupazioni sollevate dal Consiglio europeo e ad altri timori riguardanti il rischio di decentramento, nonché le possibilità di prevedere e di trattare le trasformazioni strutturali in corso nell'ambito dell'industria europea. La Commissione auspica un'azione in tre settori: un miglior ambiente regolamentare per le imprese, comprese misure volte ad evitare un eccesso di regolamentazione a livello dell'Unione o degli Stati membri; una più ampia mobilitazione dell'insieme delle politiche dell'Unione al fine di rilanciare la concorrenzialità - in particolare attraverso misure in settori quali la ricerca, la formazione, la regolamentazione della concorrenza e gli aiuti regionali; ed infine la collaborazione con i vari settori per mettere a punto risposte politiche corrispondenti ad esigenze specifiche, elevare la catena del valore, prevedere e accompagnare le trasformazioni strutturali. L'azione in questi settori sarà realizzata nel contesto delle nuove prospettive finanziarie sino al 2013, che pongono l'accento in particolare sulla concorrenzialità. Infine, la comunicazione costituisce un punto di partenza. Le sue analisi e raccomandazioni saranno importanti per l'attuale analisi della strategia di Lisbona e per i lavori del gruppo di alto livello operante nell'ambito della strategia di Lisbona e presieduto da Wim Kok. Un'altra comunicazione sottolinea che una politica della concorrenza dinamica costituisce un elemento essenziale di una politica coerente e integrata per promuovere la concorrenzialità delle industrie europee. Essa definisce i modi in cui la Commissione intende promuovere la sua nuova strategia dinamica in materia di concorrenza alla vigilia dell'allargamento. “Un anno e mezzo fa, abbiamo rilanciato il dibattito sul ruolo dell'industria e sulle modalità dell'aiuto che può apportare l'Unione europea”, ha dichiarato Erkki Liikanen, Commissario europeo incaricato delle imprese e della società dell'informazione. “Oggi definiamo le tappe necessarie per consentire all'industria di realizzare tutto il suo potenziale in un'Unione europea allargata. L'industria deve continuare a generare posti di lavoro, innovazione e crescita. Dobbiamo garantire che l'insieme delle nostre politiche funzionino a sostegno della concorrenzialità e dobbiamo essere più sensibili agli effetti cumulativi di un'eccessiva regolamentazione destinata alle imprese. Consideriamo inoltre le inquietudini sollevate a proposito della deindustrializzazione. Non si tratta ancora di un problema particolarmente grave nell'Unione e le misure che lanciamo oggi dovrebbero garantire che ciò non costituirà un problema in futuro.” “Una politica di concorrenza dinamica significa che la Commissione rivede le sue procedure regolamentari. Abbiamo già facilitato le approvazioni di fusioni paneuropee nell'Europa allargata. Ci dedichiamo ora a ridurre l'onere amministrativo che comporta ancora il controllo degli aiuti di Stato”, ha dichiarato il Commissario alla concorrenza, Signor Mario Monti. Una politica industriale per un'Unione europea allargata L'industria europea alla vigilia dell'allargamento possiede numerosi punti di forza ma continua ad accumulare ritardi in settori essenziali delle spese dedicate alla produttività, all'innovazione e alla ricerca. Anche se non esiste un fenomeno generale di deindustrializzazione e molti settori industriali vedono oggi aumentare la produzione, si assiste a un processo continuo di ristrutturazione in Europa. Ciò comporta una riallocazione delle risorse e dei posti di lavoro verso attività con un elevato contenuto "cognitivo". Questo processo comporta vantaggi ma può rivelarsi doloroso poiché settori o regioni specifiche devono a volte pagarne il prezzo, mentre i vantaggi sono diffusi in modo più ampio. Inoltre, la concorrenza dei paesi terzi, come la Cina o l'India, costituisce un ulteriore fattore di rilievo in questo processo di transizione. Anche l'allargamento è importante in questo contesto. Esso offre all'industria europea occasioni importanti in termini di investimento, competenze e nuovi mercati, ma che potranno essere colte solo se il processo di ristrutturazione non è bloccato da ostacoli artificiali. Inoltre, l'allargamento può aiutare in alcuni casi a mantenere la produzione all'interno dell'Unione europea, mentre in molti casi essa avrebbe potuto essere trasferita in Asia. L'allargamento stimolerà anche la competitività consentendo alle imprese di riorganizzare le loro attività tra i vecchi e i nuovi Stati membri, in modo tale da poter trarre vantaggio dai punti di forza concorrenziali delle varie parti dell'Unione. Anche la nostra politica di buon vicinato può svolgere un ruolo estendendo la portata del mercato interno ai paesi vicini. Tutto ciò porta a sottolineare l'importanza di prevedere tali cambiamenti e di realizzare le politiche necessarie a favorirli. L'azione a livello dell'Unione dovrebbe più in particolare concentrarsi su tre settori: - Migliorare l'ambiente regolamentare. La Commissione progredisce nel suo programma d'azione "Meglio legiferare" esaminando al tempo stesso i modi per migliorare il suo approccio. Si tratta in particolare di prendere meglio in considerazione la dimensione della "concorrenzialità" valutando l'impatto delle sue proposte e di fornire una migliore valutazione dell’impatto cumulato della regolamentazione su industrie specifiche. - Meglio mobilitare le varie politiche comunitarie affinché essa possano interagire sviluppando la concorrenzialità. L'accento dovrebbe essere posto su politiche capaci di rafforzare l'utilizzazione delle conoscenze, gli aumenti di produttività, aiutando le imprese a innovare. Questo sforzo riguarda più in particolare l'innovazione, la ricerca, il mercato interno, il commercio, l'occupazione, la formazione e lo sviluppo regionale. - Garantire l'impatto della politica industriale europea in settori specifici coinvolgendo le parti interessate. In altri termini, si tratta di fare tesoro dei progressi già compiuti nei settori dei prodotti farmaceutici, dell'industria aerospaziale, della costruzione navale, dei servizi destinati alle imprese e del tessile. Questa strategia dovrebbe essere estesa a nuovi settori come il settore dell'automobile o altre parti dell'industria di trasformazione. Una politica di concorrenza dinamica La comunicazione descrive il contributo dato alla concorrenzialità dalla gamma completa di strumenti della politica della concorrenza, vale a dire la lotta contro le intese, il controllo delle fusioni, la liberalizzazione e il controllo degli aiuti di Stato. Si tratta di adottare un approccio dinamico destinato a concretizzarsi in: - un miglioramento del quadro regolamentare della concorrenza che facilita l'attività delle imprese, un'ampia diffusione delle conoscenze e una ristrutturazione efficace dell'economia; - una pratica dell'attuazione della regolamentazione che elimina attivamente gli ostacoli a una concorrenza effettiva che danneggiano gravemente la concorrenza nel mercato interno. Questa comunicazione riassume la recente riforma radicale in corso del diritto comunitario della concorrenza e dimostra come una prassi dinamica di attuazione della regolamentazione contribuisce, con procedure modificate e un approccio più economico, ad eliminare un onere amministrativo che pesa sulle imprese, in particolare le piccole e medie, consentendo alla Commissione di liberare risorse al fine di concentrarsi sui problemi di concorrenza più gravi e più nocivi, in particolare i cartelli, la concorrenza in settori liberalizzati dei servizi pubblici, le professioni liberali e i servizi finanziari. La comunicazione descrive inoltre il contributo specifico alla concorrenzialità della politica in materia di aiuti di Stato. Inoltre la Commissione, realizzando la sua politica in materia di aiuti di Stato, adotta un approccio economico. Dalla fine degli anni '90, la Commissione ha sempre più riorientato questa politica per dedicarsi a casi e questioni che rivestono un significato reale per il mercato interno e per l'industria dell'Unione, vale a dire temi nei quali "la Commissione può realmente ottenere un risultato o un valore aggiunto". D'altro canto, la Commissione ha tentato di non essere inutilmente coinvolta in questioni e casi che non presentano tali prospettive.  
     
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