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Notiziario Marketpress di
Venerdì 23 Aprile 2004
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SECONDO L'INDUSTRIA FARMACEUTICA LA PROROGATA LEGISLAZIONE SUI FARMACI PER I BAMBINI OSTACOLERÀ LA RICERCA |
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Bruxelles, 23 aprile 2004 - L'industria farmaceutica britannica ha contestato la Commissione Europea per il ritardo nelle nuove normative europee sullo sviluppo dei farmaci destinati ai bambini, affermando che questo potrebbe intralciare i progressi nella ricerca nonché la disponibilità dei farmaci stessi. "Il nostro maggiore disappunto è legato all'atteggiamento della Commissione di proporre un periodo transitorio nel momento in cui le discussioni sulla normativa venivano affrontate dal Parlamento e dal Consiglio. Le aziende devono essere sollecitate a sviluppare dati pediatrici il prima possibile e non dover attendere 18 mesi o più a causa del processo parlamentare. Questo potrebbe favorire definitivamente i bambini europei e alleviare parzialmente i risultati dei continui ritardi nell'introduzione della legislazione finale," afferma il Dott. Richard Tiner, Direttore di medicina presso l'Associazione britannica delle industrie farmaceutiche (Abpi). Nel marzo del 2002 la Commissione ha divulgato su Internet un documento tematico per migliorare la disponibilità dei farmaci destinati ai bambini. All'epoca, Erkki Liikanen, Commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione, dichiarò: "Per ottenere in Europa le terapie migliori e sicure per i bambini, la società deve seguire il giusto equilibrio tra gli incentivi e gli impegni regolatori. Dobbiamo procedere verso questa importante problematica per garantire che sia i farmaci in uso che quelli nuovi vengano adattati alle esigenze pediatriche nel modo più efficace per l'intera società." In effetti, la ricerca indica che tra il 50 e il 90 per cento dei farmaci somministrati ai bambini non sono mai stati valutati in modo specifico per essere impiegati in quella fascia di età. Le industrie farmaceutiche sono spesso riluttanti a sviluppare terapie specifiche o modifiche di farmaci esistenti per soddisfare le esigenze dei piccoli in quanto il mercato è piuttosto limitato. Tuttavia, nell'Ue allargata, la popolazione pediatrica (0-19 anni) conterà oltre 100 milioni di persone. "Si tratta di una categoria vulnerabile con differenze evolutive, fisiologiche e psicologiche rispetto agli adulti, che rende l'età e lo sviluppo legato alla ricerca particolarmente importante" afferma la relazione della Commissione. Ad ogni modo, malgrado il lancio del processo di consultazione oltre due anni fa, è improbabile che la Commissione possa finalizzare le proposte per almeno altri 18 mesi. L'abpi, che sostiene la necessità di una nuova legislazione per incoraggiare ulteriormente la ricerca, in una dichiarazione afferma: "Tutto questo porterà a ulteriori ritardi nello sviluppo di interventi pediatrici per i medicinali in Europa. [...] Siamo delusi maggiormente per il fatto che non verrà introdotta un'ulteriore legislazione per promuovere il programma comunitario - Medicines Investigation for the Children of Europe (Mice) - e siamo convinti che questo ritarderà ulteriormente la ricerca dei medicinali più usati impiegati spesso per le terapie infantili, impegno improbabile da essere intrapreso dall'industria.'
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