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Notiziario Marketpress di
Venerdì 23 Aprile 2004
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UNION INVESTMENT ALL’ASSEMBLEA GENERALE ANNUALE DEGLI AZIONISTI DI GENERALI |
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Milano, 23 aprile 2004 - Ralf Branda, responsabile per l’Italia di Union Investment, società di gestione fondi delle Volksbanken e Raiffeisenbanken con sede a Francoforte sul Meno che amministra un patrimonio di oltre 110 miliardi di euro (di cui circa 20 miliardi investiti sui mercati azionari europei), commenta la gestione e l’andamento della società Generali nell’ottica della tutela degli interessi dei 4 milioni di investitori Union, dei quali oltre diecimila sono clienti italiani. Union detiene attualmente circa 2,8 milioni di azioni di Generali, per un controvalore superiore ai 60 milioni di euro, presenti, in particolare, all’interno del fondo Unieurostoxx50, fondo correlato all’indice Eurostoxx50. Nel 2003 gli azionisti di Generali hanno tratto beneficio dalla ripresa ciclica delle quotazioni dei loro titoli, registrando un progresso dell’8,6 per cento. Tuttavia questo titolo è rimasto indietro rispetto all’Eurostoxx 50, aumentato di oltre il 18 per cento, e anche rispetto all’Msci Europa per i titoli assicurativi, che ha messo a segno un progresso del 26,3 per cento. Più importante ancora è il raffronto a lungo termine, e anche qui Generali delude. In tre anni, dal 2000 alla fine del 2003, l’azione Generali ha perso il 20 per cento circa del proprio valore, mentre l’Eurostoxx 50 ha ceduto solo il 15 per cento. Come azionista orientato al lungo termine Union non è pertanto soddisfatta della performance a lungo termine e in particolare rileva i seguenti elementi di debolezza. - In primo luogo, i deficit strategici: la vendita tramite intermediari indipendenti, in forte crescita nel settore, è stata trascurata da Generali. Anche sul fronte internazionale finora Generali ha mostrato una strategia ancora troppo poco mirata. La concentrazione sull’Europa occidentale e orientale è plausibile. Tuttavia le attività in America latina non risultano convincenti. Quando Generali liquiderà l’impegno in Messico? - In secondo luogo, l’inadeguato rapporto dei sinistri rispetto ai premi pagati: il combined ratio si attesta attualmente su un insoddisfacente 103 per cento. Il valore target di 100 è previsto tra tre anni, anche se finora non si è riusciti a capire in che modo esso debba essere raggiunto. Quali misure concrete mette in atto il management per conseguire tale obiettivo? - In terzo luogo, il deludente piano di opzioni azionarie: il piano di stock option non soddisfa standard qualitativi elevati. In linea di principio Union accoglie con favore una retribuzione del management in funzione dei successi riportati. In tal modo si collegano gli interessi dei proprietari a quelli del management. Tuttavia il modello scelto da Generali non corrisponde ai requisiti indicati. Le opzioni azionarie portano vantaggi patrimoniali già a fronte di rialzi limitati delle quotazioni dell’azione. In tal modo lo strumento delle stock option si deteriora fino a diventare un ricorso alle tasche degli azionisti. Un altro aspetto risulta insoddisfacente: finora i costi non sono stati contabilizzati nel conto economico. In questo modo i costi risultano occultati. Quando Generali sospenderà il piano in atto o avvierà un più ambizioso piano di stock option? Anche se l’assemblea generale dei soci ha approvato il piano di opzioni, ora per decoro i dirigenti dovrebbero rinunciarvi, perché a fronte delle perdite subite dagli azionisti il sontuoso piano di opzioni non si adatta al panorama attuale. Inoltre come si possono motivare i collaboratori alla sobrietà e a una gestione responsabile del capitale degli azionisti se i dirigenti non danno il buon esempio? Pertanto, visto l’insufficiente piano di stock option, in merito al punto dell’ordine del giorno «Approvazione dell’operato del Consiglio di vigilanza» Union si asterrà dal voto. Union sarà lieta di acquistare ulteriori azioni di Generali per i propri fondi. Tuttavia al fine di poter acquistare più azioni anche per i fondi a gestione attiva Union ha bisogno di informazioni concrete sulla strategia e di informazioni significative sull’andamento di utili e perdite. Ci sono quindi alcune domande a cui vorremmo avere risposta, nell’interesse degli investitori: 1. Perché il capitale non impegnato di 1,7 miliardi di euro non è distribuito agli azionisti? 2. Sospenderete l’attuale piano di stock option? 3. In futuro avvierete un ambizioso piano di opzioni?
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