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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Aprile 2004
 
   
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  E’ POSITIVO IL BILANCIO 2003 DEL CONSORZIO DEL PARMIGIANO-REGGIANO IL VALORE DEI SERVIZI È DI QUASI 20 MILIONI DI EURO, CON UN BOOM DELLE ATTIVITÀ PROMOZIONALI, CHE HANNO ASSORBITO POCO MENO DI 13,5 MILIONI DI EURO  
   
  Reggio Emilia, 26 Aprile 2004 - Con quasi 20 milioni di euro (+19% rispetto all’anno precedente), ottenuti dalla produzione dei servizi offerti ai soci, e un utile in attivo, è decisamente positivo il bilancio 2003 del Consorzio del Parmigiano-reggiano, che attualmente associa 524 caseifici (erano 547 nel 2002) a cui fanno riferimento 5.400 allevatori per una produzione di oltre 2.990.500 forme, quasi 53.000 in più rispetto al 2002, pari ad un aumento dell’1,8%, nonostante le difficoltà produttive che si sono avute nel periodo estivo a causa del grande caldo e della periodo di siccità. Questi dati sono stati presentati nel corso dell’Assemblea dei delegati, eletti nelle Assemblee dei caseifici delle Sezioni provinciali, svoltasi oggi a Reggio Emilia presso la sede del Consorzio. “La contrazione delle strutture produttive, diminuite di circa il 4% rispetto al 2002, – ha dichiarato il presidente, Andrea Bonati – si spiega con il processo di razionalizzazione e concentrazione dei caseifici cooperativi ed artigianali realizzato negli ultimi anni, a cui si contrappone, però, l’apertura di diversi caseifici annessi alle singole aziende agricole. Nell’ambito del comprensorio di produzione del Parmigiano-reggiano, la provincia che conta il maggior numero di caseifici è Parma (nel 2003 erano 210), seguita da Reggio Emilia (148), Modena (118), Mantova (37) e Bologna (11)”. “Per ciò che riguarda il bilancio – ha proseguito Bonati – si è registrato un sostanziale pareggio tra i ricavi e i costi sostenuti per le attività di valorizzazione e di tutela del prodotto. Tra le voci di costo più significative, spiccano le iniziative promozionali, che hanno assorbito quasi 13,5 milioni di euro, in gran parte destinati agli investimenti pubblicitari televisivi”. Nell’ambito di queste attività, che vanno viste come un servizio svolto per conto dei produttori per la promozione del marchio collettivo, nel 2003 il Consorzio e le Sezioni provinciali hanno realizzato numerose iniziative, in Italia ed all’estero, tra le quali la partecipazione a fiere, eventi speciali e manifestazioni di diversa natura. “Oltre agli investimenti destinati alla pubblicità radio-televisiva ed alle principali rassegne nazionali ed internazionali – ha ricordato Bonati – l’attività promozionale del nostro Consorzio ha riguardato anche la realizzazione di progetti comuni con gli enti di tutela di altri pregiati e rinomati prodotti alimentari, come il Prosciutto di Parma e il Chianti Classico. Particolarmente importante, poi, l’impegno con cui il Consorzio del Parmigiano-reggiano ha promosso Origin, la rete mondiale tra le Indicazioni Geografiche, con l’obiettivo di portare il riconoscimento delle Ig fra i temi oggetto di dibattito all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio”. L'attività del Laboratorio di Tecnologia Applicata, arricchito di importanti strumenti analitici, si è accentrata su importanti ricerche, finalizzate a migliorare le conoscenze dei processi microbiologici e della trasformazione al fine di salvaguardare la tipicità del Parmigiano-reggiano, seguite da incontri formativi per la divulgazione dei risultati. Fortemente qualificante per il Consorzio è stata anche l'attività dei Servizi istituzionali, tra i quali la Vigilanza sulla produzione, sul commercio e presso le società confezionatrici, in particolare per verificare la corretta applicazione, a tutti i livelli della filiera, del Regolamento di marchiatura operativo dal 2002. “Anche sul fronte interno – ha sottolineato il presidente Bonati – il 2003 è stato un anno positivo per il Consorzio, che con le elezioni di aprile ha visto rinnovarsi di quasi il 50% il proprio Comitato Esecutivo e a dicembre ha approvato importanti modifiche al Disciplinare di produzione, riguardanti in particolare lo Standard di produzione ed il Regolamento di alimentazione delle bovine. Con le variazioni apportate a quest’ultimo, relative tra l’altro all’esclusione dei foraggi fermentati dalle aziende produttrici di latte ed all’estensione del divieto dell’uso degli insilati a tutti i capi bovini della filiera, si è voluto sottolineare e ribadire le caratteristiche artigianali del Parmigiano-reggiano. Inoltre si è voluto portare all'interno della zona d'origine il confezionamento di tutto il prodotto”. “Complessivamente – ha concluso Bonati – nel 2003 abbiamo affrontato sfide molto importanti in Italia e all’estero, forti della coesione dei consorziati e con il supporto delle Istituzioni, continuando a proteggere il marchio, a migliorare la qualità, la riconoscibilità ed il valore del prodotto sul mercato”. “Per quanto concerne l’andamento commerciale – ha dichiarato il direttore del Consorzio, Leo Bertozzi – i prezzi del Parmigiano-reggiano alla produzione del 2003 (produzione 2002) sono stati soddisfacenti e in particolare dopo l’estate hanno fatto registrare un deciso aumento, superando i 10 euro al chilo, con un incremento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2002, quando le quotazioni del ‘re’ dei formaggi si sono attestate sugli 8,37 euro al chilo. Se si fa una lettura su un periodo più lungo, si nota che l’attuale livello del prezzo è già stato raggiunto nel 1995 (circa 9,50 €/kg), e che successivamente è diminuito, arrivando nel 1998 a circa 7,10 €/kg (-25%). Quindi il momento positivo del 2003 ha seguito un periodo in cui i produttori hanno subito una crisi che ha contribuito alla chiusura di numerosi allevamenti - passati da 8.600 nel 1995 a 5.400 nel 2003. Inoltre va considerato che l’estate 2003 ha comportato un notevole incremento dei costi di produzione a causa delle sfavorevoli condizioni climatiche. Valga su tutti l’andamento del prezzo del mais e del fieno, cresciuto quest’ultimo a causa della siccità in pochi mesi da 10 Euro fino a oltre i 20 Euro. In quest'ultimo periodo – ha concluso Bertozzi – i prezzi alla produzione stanno registrando un momento di flessione, dovuto al momento economico generale, anche se tale situazione è controbilanciata da una notevole dinamicità dell'export".  
     
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