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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 28 Aprile 2004
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GLI STATI MEMBRI INTERVENGONO NELLA STRATEGIA SULLE SCIENZE DELLA VITA E LA BIOTECNOLOGIA |
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Bruxelles, 28 aprile 2004 - Un rapporto sullo stato di avanzamento nella strategia sulle scienze della vita e la biotecnologia pubblicato di recente dalla Commissione Europea sottolinea le iniziative della Commissione negli ultimi 12 mesi, ma invita gli Stati membri a fare di più. La Strategia per l'Europa sulle Scienze della vita e la biotecnologia è stata adottata nel gennaio 2002, e la Commissione ha manifestato la propria intenzione di effettuare un regolare resoconto sul progresso effettuato per migliorare la strategia, comprendente gli orientamenti politici e un programma formato da 30 punti per tradurre la politica in azione. Dal canto suo, la Commissione sottolinea la creazione di un gruppo consultivo di elevato livello sulla "competitività in biotecnologia", e la conclusione di un quadro regolatorio sugli organismi geneticamente modificati (Gmo). Il Sesto Programma Quadro (6Pq), con il suo crescente bilancio per questi settori di ricerca, è stato visto inoltre come un incentivo per gestire la ricerca. L'intervento degli Stati membri non è stato rappresentato del tutto sotto una luce positiva. Mentre il rapporto conviene che diversi Stati membri hanno stabilito relazioni d'affari tra mondo accademico e industria, come pure la società, e molti di loro hanno adattato i loro curriculum scolastici per inserire le scienze della vita, la Commissione è chiara nell'affermare che gli Stati membri devono fare ancora di più. "Gli investimenti pubblici e privati a favore della ricerca devono essere incrementati al più presto," stabilisce il rapporto. In aggiunta, "Bisogna continuare a migliorare l'accesso delle aziende di biotecnologia alle risorse finanziarie." La trasposizione delle misure stabilite concretamente dall'Ue a livello nazionale è anch'essa inadeguata, secondo il rapporto. "Gli Stati membri hanno ancora bisogno di realizzare il progresso sulla base delle misure stabilite in precedenza", stabilisce il rapporto, citando l'esempio della direttiva dell'Ue sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, non applicata in otto Stati membri. "I ritardi verificatisi nel recepimento della Direttiva 98/44/Ec [...] da parte di alcuni paesi lascia nell'incertezza le società attive nel settore della ricerca biotecnologia innovativa poiché esse non sanno se saranno pienamente legittimante a raccogliere i frutti commerciali del loro lavoro. Questo ostacola seriamente lo sviluppo dell'industria, scoraggiando non solo gli innovatori stessi ma anche i potenziali investitori di cui la finanza ha tanto disperatamente bisogno." I ritardi nell'adozione di un brevetto comunitario hanno avuto inoltre un impatto negativo sull'industria biotecnologia europea, secondo la Commissione. La Direttiva sull'impiego autorizzato di Gmo nell'ambiente e due normative sulla tracciabilità ed etichettatura di alimenti e mangimi Gm non è inoltre stata applicata in tutti gli Stati membri. La Commissione stabilisce chiaramente che fino a quando la sua competenza è limitata, continuerà a fare pressione sugli Stati membri affinché agiscano secondo le misure stabilite per la strategia delle scienze della vita e biotecnologia: "La Commissione è direttamente responsabile di alcuni interventi, ma è anche decisa a fare tutto il possibile per mantenere lo slancio generale e giocare un ruolo di sostegno." I settori della comunità di biotecnologia sono ugualmente delusi per la mancanza di un progresso realizzato a livello nazionale: "Purtroppo, secondo il rapporto sullo stato di avanzamento di quest'anno il progresso non è aumentato", afferma Feike Sijbesma, Presidente di Europabio, l'associazione europea delle bioindustrie. "Ancora una volta gli Stati membri devono migliorare le normative stabilite molto tempo fa." "Siamo a conoscenza degli sforzi della Commissione Europea nel tentativo di accrescere le basi scientifiche e tecnologiche dell'Europa e migliorare la sua competitività," ha aggiunto il Segretario generale di Europabio, Johan Vanhemilrijck. "L'istituzione ha giocato un ruolo importante nella conclusione della recente revisione principale delle norme farmaceutiche, che ha dato al mondo la prima legislazione quadro per i prodotti medicinali biosimilari. Il trasferimento di un capitale di rischio di 500 milioni di euro da parte della Bei [Banca Europea per gli Investimenti] per finanziare le aziende di biotecnologia innovativa rappresenta un supporto concreto da parte della Commissione. Ma gli Stati membri devono sostenere di più gli impegni della Commissione." Infolink: http://europa.Eu.int/eur-lex/en/com/cnc/2004/com2004_0250en01.pdf
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