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Notiziario Marketpress di Venerdì 30 Aprile 2004
 
   
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  SLOVENIA / IDRIJA, TRA MERCURIO E MERLETTI  
   
  Idrija è una graziosa cittadina collinare nella valle del fiume Idrijca, affluente dell’Isonzo, a soli 35 km in linea d’aria da Gorizia, circondata da boschi ancora ricchi di selvaggina, nota per le antiche miniere di mercurio e per la lavorazione dei merletti. Sorse infatti dal nulla nel 1490 a seguito della casuale scoperta in un corso d’acqua di mercurio, l’unico metallo liquido che si ottiene riscaldando ad altissime temperature il minerale di cinabro. All’epoca il mercurio era un elemento assai prezioso, che serviva per mille cose, prima fra tutte per separare oro e argento dalla roccia madre, poi per produrre specchi e feltri, come antisettico e per curare la sifilide; in seguito divenne un elemento essenziale in diversi processi chimici e fisici, nell’industria elettrica ed elettromedicale, fino ad innescare le bombe. La scoperta del mercurio richiamò un gran numero di lavoratori, nelle miniere e nell’indotto, facendola diventare la seconda miniera d’Europa, capace di produrre da sola il 13 per cento di tutto il mercurio del mondo, ma della migliore qualità. La città divenne una delle più ricche della Slovenia (e non solo), in grado di competere culturalmente anche con Lubiana: nel 1527 sorse il castello Gewenkeneg, come sede e magazzino della miniera, nel 1769 il primo teatro di prosa sloveno, poi un grande ospedale e il primo centro per malattie mentali (il mercurio è altamente tossico e inquinante). Tutto andò bene per cinque secoli, poi il prezzo del metallo crollò e l’estrazione divenne antieconomica, tanto che l’ultima miniera ha chiuso nel 1999, creando non pochi problemi alla popolazione. Oggi di quell’epoca feconda rimangono non poche testimonianze: 700 km di gallerie scavate su 15 livelli fino a una profondità di 357 metri, 32 sotto il livello del mare, il castello trasformato in museo, il museo delle macchine minerarie e l’enorme ruota di legno impiegata dal 1790 per aspirare l’acqua dalle gallerie allagate fino a 280 metri di profondità, un vero gioiello di archeologia industriale. I turisti possono scendere con elmetto e luce in testa nelle tenebre del Pozzo di Antonio, tra i primi a essere scavato nel lontano 1500, per osservare nelle sue chilometriche gallerie come per cinque secoli venne estratto il cinabro. Ad Idrija il mercurio rimane ancora un’attrattiva redditizia. Se gli uomini erano impegnati nelle miniere le donne, per non essere da meno e contribuire ai bilanci familiari, si inventarono un’altra attività, quella della lavorazione del merletto al tombolo, dove divennero tanto brave da inserire camicette ricamate e scialli anche nel costume tradizionale della Carniola, da creare nel 1876 un’apposita scuola e, soprattutto, da fare conoscere, apprezzare ed esportare i loro manufatti in tutta Europa e nel nord America. Oggi sono ancora attive 2.000 merlettaie (alla fine del 1800 erano ben 15 mila), la scuola annovera 400 allieve e il prodotto gode di un riconoscimento doc, a tutela della qualità, del processo tecnologico e del materiale impiegato, per cui si può affermare che il merletto di Idrija non ha uguali. Basti pensare che per una tovaglia ricamata di 3x1,8 metri possono occorrere anche 5 mila ore di lavorazione: fate voi il conto del suo valore. Se contate di visitare Idrija, conviene farlo nel penultimo fine settimana di agosto, quando si svolge il Festival del Merletto, che richiama merlettaie da tutta Europa: potrete assistere a una competizione internazionale, alla sfilata delle merlettaie, a un’esposizione dei migliori prodotti, veri capolavori, e fare acquisti in negozi e bancarelle. A tavola poi non bisogna dimenticare di assaggiare gli zlikrofi, ravioli a mezzaluna con ripieno di pancetta, patate e erba cipollina, che costituiscono un’altra specialità del luogo. Infolink: www.rzs-idrija.si  
     
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