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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Maggio 2004
 
   
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  ALLARGAMENTO” DELLA UE : LE IMPRESE LOMBARDE SI SONO GIA’ “ALLARGATE”: OGNI GIORNO NUOVI AFFARI AD EST PER 1,5 MILIONI NELL’ULTIMO ANNO BOOM DELL’EXPORT LOMBARDO VERSO EST: +10%. BENE ANCHE L’IMPORT +3,6%. LE PIÙ ATTIVE: MILANO (50% DELL’IMPORT LOMBARDO, 47% DELL’EXPORT), BERGAMO (17%, 13%), BRESCIA (11%, 12%), MANTOVA (6%, 10%), E VARESE (6%, 7%)  
   
  Milano, 29 aprile 2004 - Un’unione europea allargata? Tra i settori più interessati per le imprese lombarde quelli a maggiore intensità di manodopera (automobilistico e macchinari elettrici) e quelli per tradizione destinati alle Pmi (tessile-abbigliamento, legno arredamento, turismo e trasporti), quasi un’impresa lombarda su 10. E’ il manifatturiero protagonista di quasi tutto l’interscambio lombardo verso i Paesi dell’allargamento. E le imprese si preparano in vista del primo maggio, con l’ingresso nell’Unione europea di Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Ungheria. Paesi sempre più vicini già negli ultimi anni, con rapporti economici in crescita: le esportazioni lombarde guadagnano il 10% nell’ultimo anno e l’import accelera un po’ meno, ma cresce quasi del 4%. Tra le province più attive negli scambi prima Milano (50% dell’import lombardo, 47% dell’export), Bergamo (17%, 13%), Brescia (11%, 12%), Mantova (6%, 10%), e Varese (6%, 7%). I Paesi che pesano di più nel commercio con la Lombardia? La Polonia (22% dell’import e 26% dell’export), la Repubblica Ceca (22%, 21%), l’Ungheria 828%, 21%). Ma anche Slovenia (12%, 12%) e Slovacchia (12% e 6%). E’ quanto emerge da una elaborazione effettuata dall’Euro Info Centre della Camera di Commercio di commercio di Milano. Euro Info Centre, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano, opera dal 1987 per fornire servizi di informazione e assistenza alle piccole e medie imprese su tutti i temi comunitari, con particolare attenzione alle opportunità di finanziamento offerte dall'Unione europea e all'euro. Ma anche assistenza alle imprese in seguito all’allargamento dell’Unione europea. ”Il primo maggio il mercato interno dell’Unione europea conterà 450 milioni di cittadini. L’allargamento rappresenta quindi una sfida e un’opportunità importante per le nostre imprese, – spiega Guido Galardi, presidente dell’Euro Info Centre, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano -. Per aiutare le imprese milanesi e lombarde a prepararsi e far fronte alle conseguenze dell’allargamento Euro Info Centre ha attivato un servizio informativo. Anche per cogliere le opportunità di finanziamento europeo per investire in questi Paesi e offrire assistenza. Da sottolineare che le imprese dei futuri membri saranno tra le beneficiarie dei fondi strutturali erogati dalla Commissione europea, che ammontano complessivamente a 22 miliardi di Euro per il periodo 2004/2006. Si tratta di aiuti allo sviluppo di questi Paesi destinati ad una consistente quantità di investimenti cui anche le nostre imprese potranno contribuire.” Import – export verso i Paesi dell’allargamento (in euro) elaborazione Euro Info Centre - Camera di Commercio di Milano
2003 Quota % per provincia 2003 variazione % 02-03
import export Import export import export
Varese 162.668.634 303.438.469 5,7% 6,7% 14,8% 16,1%
Como 105.393.113 174.854.137 3,7% 3,9% 22,6% 3,1%
Sondrio 15.658.666 35.031.221 0,6% 0,8% -7,2% 0,5%
Milano 1.402.323.612 2.148.571.498 49,5% 47,3% 3,2% 14,2%
Bergamo 480.831.517 576.390.057 17,0% 12,7% 8,7% 16,3%
Brescia 317.769.744 552.548.899 11,2% 12,2% -6,2% 8,1%
Pavia51.366.429 109.532.161 1,8% 2,4% -13,3% -16,6%
Cremona 43.576.352 63.172.349 1,5% 1,4% 2,6% 7,3%
Mantova 178.607.055 443.832.723 6,3% 9,8% 2,3% 5,7%
Lecco 65.703.871 108.202.826 2,3% 2,4% 6,3% -3,0%
Lodi 10.400.297 25.575.893 0,4% 0,6% -18,0% -7,4%
Lombardia 2.834.299.290 4.541.150.233 100,0% 100,0% 3,6% 10,7%
Italia 9.227.917.925 15.557.387.644 30,7% 29,2% 3,6% 7,0%
Import dai Paesi dell’allargamento. Per import prima Milano (1.402.323.612 di euro nel 2003, in crescita rispetto allanno precedente del 3,2%). Poi Bergamo (480.831.517, 8,7%), Brescia (317.769.744 -6,2%), Mantova (178.607.055, 2,3%), Varese (162.668.634, 14,8%), Como (105.393.113, 22,6%), Lecco (65.703.871, 6,3%), Pavia (51.366.429, -13,3%), Cremona (43.576.352, 2,6%), Sondrio (15.658.666, -7,2%), Lodi (10.400.297, -18,0%). Per tutta la Lombardia (2.834.299.290, 3,6%). Per l’ Italia (3.183.953.294, 3,2%). Export verso i Paesi dell’allargamento. Per export prima Milano (2.148.571.498 di euro nel 2003, in crescita rispetto allanno precedente del 14,2%). Poi Bergamo (576.390.057, 16,3%), Brescia (552.548.899, 8,1%), Mantova (443.832.723, 5,7%), Varese (303.438.469, 16,1%), Como (174.854.137, 3,1%), Pavia (109.532.161, -16,6%), Lecco (108.202.826, -3,0%), Cremona (3.172.349, 7,3%), Sondrio (35.031.221, 0,5%), Lodi (25.575.893, -7,4%). Per tutta la Lombardia: 4.541.150.233 10,7%. Per l’Italia: 5.291.466.185, 9,0%. Peso per provincia sull’import. La Lombardia rappresenta il 31% dell’import nazionale. Tra le province prima Milano (49% sul totale regionale), Bergamo (17%), Brescia (11%), Mantova (6%), Varese (6%), Como (4%), Lecco (2%), Pavia (2%), Cremona (2%), Sondrio (1%). Peso per provincia sull’export. La Lombardia rappresenta il 29% dell’export nazionale. Tra le province prima Milano (47%), Bergamo (13%), Brescia (12%), Mantova (10%), Varese (7%), Como (4%), Pavia (2%), Lecco (2%), Cremona (1%), Sondrio (1%), Lodi (1%). Import ed export lombardo nei Paesi dell’allargamento: quote per Paese. Da Malta arriva l’1% dell’import lombardo e verso Malta esce il 5% dell’export lombardo con i paesi dell’allargamento. L’estonia, sia per import che per export con la Lombardia rappresenta l’1%. Lettonia 1% e 2%, la Lituania 2% e 4%, la Polonia 22% e 26%, la Repubblica Ceca 22%, 21%, la Slovacchia 12%, 6%, Ungheria 28%, 21%, Slovenia, 12%, 12%, Cipro, 0%, 2%. Import ed export lombardo nei Paesi dell’allargamento: quote per settore. Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura import: 27.953.240 euro, 1% sul totale dell’import dai Paesi dell’allargamento Ue, export 7.341.478, 0%. Prodotti della pesca e della piscicoltura: import 449.383, 0%, export 84.555, 0%, Minerali energetici e non energetici: import 6.576.232, 0%, export 4.077.582 0%. Prodotti trasformati e manufatti: import 2.744.213.216, 97%, export 4.527.111.349 100%. Energia elettrica,gas e acqua: import 51.435.949 2%, export 142.863 0%. Prodotti delle attivita' informatiche, professionali ed imprenditoriali: import 210.203 0%, export 2.040.910 0%. Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali: import 692.693 0%, export 293.758 0%. Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie: import 2.768.374 0%, export 57.738 0%. L’impatto sulle Pmi dei paesi dell’allargamento. Le Pmi dei Paesi dell’allargamento si dichiarano in maggioranza ottimiste (più del 50% su un campione di 1600 imprese intervistate, di cui un 15% operante sul solo mercato nazionale), mentre un 15% vede la necessità di interventi di supporto al fine di non perdere la propria posizione di mercato e solo un 4%si sente a rischio di scomparsa. Il commercio fra Italia e Peco è prevalentemente intra-industriale, concentrato sulle stesse classi di prodotto (l’industria manifatturiera rappresenta il 90% del commercio totale). La percentuale di commercio verticale, ossia lo scambio di prodotti simili, ma caratterizzati da una diversa qualità, si colloca tra il 65% (Polonia) ed il 90% (Bulgaria) del totale del commercio intra-industriale. In questo ambito, essendo la qualità della produzione italiana superiore, si configura un vantaggio competitivo.
 
     
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