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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Maggio 2004
 
   
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  DIABETE, LA PROTESTA DEI MALATI. DIFFICILE ASSICURARE A TUTTI LA NUOVA INSULINA CHE DURA VENTIQUATTRO ORE  
   
  Milano, 3 maggio 2004 - La distribuzione gratuita dell’insulina glargine attraverso i centri regionali autorizzati e non in farmacia, dove è disponibile solo a pagamento, rischia di creare disparità tra i malati che ne hanno bisogno. Questa la denuncia di Fand (Associazione Italiana Diabetici) e Fdg (Federazione Nazionale Diabete Giovanile) che con l’intenzione di ovviare a tale situazione hanno promosso una raccolta di firme da presentare al Ministero della Salute. Circa 200.000 le adesioni raccolte sino ad oggi, a testimoniare l’importanza dell’accesso alle terapie per una categoria di pazienti che raggiunge oggi in Italia la percentuale del 3,5% (2 milioni) della popolazione. Il difficile accesso all’insulina di nuova generazione ad azione prolungata rischia di creare malati di serie A e malati di serie B tra i circa 300.0000 italiani che hanno bisogno di curarsi con insulina. “Purtroppo non tutti i malati che ne avrebbero bisogno oggi possono curarsi con questa nuova insulina, perché viene distribuita gratuitamente solo in centri regionali autorizzati – spiega Vera Buondonno Lombardi, Presidente nazionale Fand - per chi vive lontano da queste strutture, quasi sempre situate nei centri più abitati, l’approvvigionamento di glargine può essere difficile. E l’alternativa è quella di pagare in farmacia il medicinale cui si avrebbe diritto gratuitamente.” “Non solo, spesso gli stessi specialisti si trovano costretti a scegliere di non prescrivere questo farmaco perché a conoscenza delle difficoltà esistenti nel reperimento dello stesso – conferma Antonio Cabras, presidente di Fdg, Federazione Nazionale Diabete Giovanile – e questo ha una ripercussione particolarmente negativa nei casi di diabete di tipo 1, che colpisce bambini e giovani, in cui la necessità di insulina dall’esterno è inevitabile e costante”. Il principale obiettivo del trattamento del diabete esordito in età precoce è quello di un controllo glicemico ottimale nel corso delle 24 ore, allo scopo di ridurre il più possibile il rischio di complicanze croniche, particolarmente importante quando si ha a che fare con un bambino in tenera età. “Ciò è oggi possibile con l’uso dell’ insulina glargine che consente di ottenere un’insulinizzazione basale “ideale”, priva cioè di un picco elevato e con un profilo cinetico lineare e riproducibile, con ridotto rischio di ipoglicemie tra i pasti e facilità di assunzione legata all’unica somministrazione giornaliera” – sostiene Gianni Bona, presidente di Siedp (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia pediatrica). Il trattamento del diabete è associato a rilevanti costi economico sanitari. Un controllo glicemico ottimizzato può diminuire i rischi di complicanze e, di conseguenza, le maggiori spese. L’assistenza alla persona con diabete costa mediamente 1.800 euro l’anno quando non siano presenti le sequele più gravi della malattia come cecità, insufficienza renale, infarto, amputazione degli arti inferiori. E vola a circa 5.500 – 6.500 euro l’anno quando intervengano uno o più di questi problemi. Mediamente solo il 22 per cento della quota procapite è dovuta al consumo di farmaci, mentre la percentuale maggiore (66 per cento) è dovuta a ricoveri per complicanze. “Da queste cifre emerge chiaramente come nella cura del diabete risulti estremamente vantaggioso - anche in termini economici - giocare d’anticipo e prevenire le complicazioni – sostiene Emanuele Bosi – Direttore U.o. Di Medicina Generale Diabetologia e Endocrinologia e Professore presso l’Università Vita-salute, San Raffaele di Milano - Infatti, malgrado sia prevedibile che nel breve periodo un più esteso impiego grazie all’inserimento in fascia A dell’insulina glargine comporti un incremento della spesa sanitaria, sul lungo periodo la stessa spesa sanitaria dovrebbe ridursi per una minore incidenza complessiva delle complicanze croniche del diabete”. Relativamente al difficile reperimento dell’insulina di nuova generazione ad azione prolungata, la senatrice Emanuela Baio Dossi (Ulivo-gr.margh.) afferma: “Ecco un esempio eclatante dell’assenza di una politica sanitaria seria. La situazione dei diabetici – spiega Emanuela Baio Dossi - peggiorerà con l’applicazione della devoluzione, che aggiungerà disparità a disparità, mettendo in campo, di fatto, venti sistemi di diagnosi e cura diversi, tanti quanti sono le regioni. Scoraggiare l’impiego di una terapia o di un farmaco che può oggettivamente migliorare la qualità di vita dei pazienti è inaccettabile per qualsiasi persona dotata di normale buon senso. Questo stato di cose risulta ancor più odioso se riguarda una malattia che coinvolge un numero così ingente di persone da meritarsi l’accezione di malattia sociale. Riqualificare la spesa sanitaria, agire sui brevetti delle case farmaceutiche, accorciando i tempi dedicati, programmare oculatamente l’uso di risorse e le azioni che ne scaturiscono, dovrebbero essere i binari dentro i quali agisce un paese normale, che protegge le fasce più deboli della popolazione, pazienti in primis. Il caso dell’insulina glargine e della sua difficoltà di somministrazione è, purtroppo, uno di quelli emblematici della crisi che oggi scuote il welfare da cima a fondo”.  
     
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