|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Maggio 2004
|
|
|
|
|
|
Pagina1 |
|
|
“LA PRIMA COMMISSIONE DELLA NUOVA EUROPA” INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ROMANO PRODI AL PARLAMENTO EUROPEO. |
|
|
|
|
|
Strasburgo, 6 maggio 2004 - "Presidente Cox, Taoiseach Ahern, Onorevoli deputati, Questa di oggi è l’ultima occasione che ho per rivolgermi a voi perché fra poco più di un mese gli elettori europei rinnoveranno il mandato democratico di questo Parlamento. Sono stati cinque anni di forte e costruttiva collaborazione fra Commissione e Parlamento. Qualche volta ci siamo trovati in disaccordo e le nostre proposte hanno acceso il dibattito in aula. Tuttavia in tutte le circostanze il dibattito è stato franco, aperto e costruttivo. Vi ringrazio quindi per la collaborazione, per gli stimoli e anche per le critiche che ho ricevuto. Onorevoli parlamentari, Oggi si apre un nuovo capitolo della storia del processo di integrazione europea. Abbiamo atteso questi giorni da tempo e oggi finalmente l’allargamento è una realtà. Il primo maggio 2004 rimarrà il giorno più bello degli anni che ho passato come Presidente della Commissione. L’allargamento proietta tutte le istituzioni verso il futuro. Per quanto riguarda la Commissione, essa entra oggi in una fase di transizione che si concluderà il prossimo primo novembre. Nelle settimane scorse avete incontrato i nuovi commissari uno per uno nel corso degli scambi di vedute che avete avuto con loro. Oggi sono venuto a presentarvi collegialmente la prima Commissione della nuova Europa. In questa fase di passaggio noi stiamo costruendo un ponte fra questa e la nuova Commissione a 25 che si insedierà a novembre. È per questo che abbiamo preso la strada inedita di associare i nostri nuovi colleghi a dieci commissari già in carica senza procedere a un’ulteriore assegnazione di portafogli che avrebbe compromesso la funzionalità del Collegio. Tuttavia, i nuovi commissari parteciperanno a pieno titolo alle decisioni del Collegio e la loro voce avrà lo stesso peso di quella di tutti gli altri. Essi hanno una responsabilità in più perché saranno in modo ancora più visibile il volto dell’Unione europea per i loro connazionali. Si tratta di una funzione cruciale in un periodo nel quale i nuovi concittadini stanno prendendo confidenza con l’Unione e con il suo modo di funzionare. Se è vero che dal punto di vista formale la mia Commissione procede verso la sua fine naturale; dal punto di vista sostanziale il calendario che ci sta davanti è molto fitto. In questi sei mesi dobbiamo realizzare gli obiettivi strategici compresi nel Programma di lavoro che abbiamo costruito con voi e con voi ci siamo impegnati a rispettare. In questo periodo di transizione, abbiamo deciso che non prenderemo alcuna iniziativa nuova e ci concentreremo a portare a termine i grandi impegni che già abbiamo di fronte. Vorrei delineare brevemente le questioni principali che saranno sul tappeto da qui alla fine di ottobre. In primo luogo c’è l’auspicata decisione sulla Costituzione europea. Non ho bisogno di sottolineare ancora una volta la straordinaria importanza di questo passaggio. Attendo con fiducia il suo varo, che manderà un messaggio forte per il futuro dell’Unione e servirà a stabilire i meccanismi con cui essa dovrà operare in modo efficace. Ci sono tutte le premesse perché il prossimo Consiglio europeo di giugno riesca a sbloccare la situazione e a concludere la Conferenza intergovernativa. La mia Commissione collaborerà in ogni forma possibile con la Presidenza per arrivare alla conclusione del patto costituzionale. Il secondo grande obiettivo compreso nel piano di lavoro della Commissione per il 2004 è garantire il successo dell’allargamento. Dopo l’ingresso dei dieci nuovi Stati membri, ora occorre riservare la dovuta considerazione alle aspirazioni degli altri candidati. I negoziati con la Bulgaria e la Romania procedono bene. Abbiamo già raccomandato l'apertura dei negoziati con la Croazia e il Consiglio prenderà una decisione sulla Turchia alla fine dell'anno, sulla base della raccomandazione che la mia Commissione adotterà in autunno. Infine dobbiamo portare avanti l’opera di preparazione delle nuove Prospettive finanziarie per il periodo successivo al 2006. Come sapete, abbiamo deciso di superare la semplice logica contabile e di dare all’esercizio un fondamento politico. Si tratta infatti di organizzare il progetto dell’Europa allargata in coerenza con le risorse necessarie per realizzarlo. Il progetto politico che proponiamo si fonda su tre grandi pilastri: lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza europea e il ruolo dell’Europa nel mondo. Sviluppo sostenibile Da qualche tempo si moltiplicano le voci preoccupate sullo stato di salute dell’economia europea. La nostra analisi della situazione è nota e finora viene condivisa da tutti. La spina dorsale della nostra azione è e resta la strategia di Lisbona/göteborg che traccia la strada per lo sviluppo e la crescita in Europa fino alla fine del decennio. Il nostro progetto prevede di rilanciare il modello di sviluppo europeo puntando sulla competitività, sull’occupazione e sulla solidarietà fra le regioni e fra le generazioni. Ancora una volta mi debbo lamentare di fronte a voi della lentezza delle decisioni fino a ora adottate: Commissione e Parlamento debbono continuare a stimolare gli Stati membri perché si proceda nel cammino già da loro tracciato. Cittadinanza Il secondo pilastro della nostra proposta è l’effettiva messa in atto del concetto di cittadinanza europea. L’unione finora ha puntato soprattutto a realizzare un’area economica nella quale vigessero libertà di movimento e norme comuni. In futuro, l’Europa unita deve diventare anche un’area di sicurezza, di giustizia e di libertà civili. Europa nel mondo Per finire, proponiamo che l’Europa porti nel mondo il suo modello di governo delle relazioni fra paesi. In questo modo daremo una risposta concreta al deterioramento della situazione internazionale che osserviamo con crescente preoccupazione. Ai paesi che stanno intorno a noi è rivolta la Politica di vicinato che mira a estendere a tutto il continente europeo il modello di pace, di democrazia e di prosperità che caratterizza l’Unione. Questo, in termini molto generali, è il progetto politico sul quale poggia tutto l’edificio. Nei prossimi mesi, dobbiamo preparare le misure di attuazione e il piano finanziario in modo da consentire alla nuova Commissione di assolvere ai suoi compiti entro le scadenze stabilite. Onorevoli parlamentari, Questi cinque anni hanno visto grandi sviluppi e voglio mettere l’accento su alcuni fatti che mi sembrano particolarmente significativi. Il primo è l’euro. Dopo anni di realizzazioni straordinarie ma impalpabili, finalmente l’Europa ha nella moneta comune uno strumento straordinario di unità politica ed economica per un’azione comune. La forza effettiva e la forza simbolica di tutto questo sono ancora più grandi di quanto non si potesse prevedere. Il secondo fatto è l’irrompere sulla scena economica mondiale dei giganti dell’Asia, a cominciare dalla Cina. Tutto ciò sta producendo un riassetto complessivo della produzione e del commercio a livello globale che è vano ignorare. Si tratta invece di una realtà con la quale dobbiamo semplicemente fare i conti e possiamo riuscirci solo se restiamo uniti per difendere i nostri interessi e i nostri valori. Il terzo grande fatto di questi anni è la Convenzione. In attesa di veder nascere la nostra prima Costituzione, è certo che con la Convenzione abbiamo introdotto una novità assoluta nel modo di fare politica in Europa. Il dibattito sul futuro dell’Europa ha coinvolto tutti i principali protagonisti, si è svolto alla luce del sole e ha prodotto un testo coerente sulla quale la Conferenza intergovernativa ha potuto lavorare in modo efficace. Io credo che questi grandi passi avanti della vita democratica dell’Unione abbiano preparato il terreno per il quarto avvenimento che voglio ricordare: il sorgere di un movimento di opinione autenticamente europeo. Mi riferisco agli eventi che, a partire dagli ultimi mesi del 2002, hanno accompagnato il conflitto in Iraq. Forse per la prima volta nella nostra storia abbiamo visto sorgere un movimento di opinione che ha raccolto grandi maggioranze di cittadini in tutti i paesi dell’Unione. I cittadini europei hanno chiesto che, una volta esaurite tutte le possibilità di dialogo, qualsiasi intervento militare in difesa della nostra sicurezza si fondasse sulla legittimità internazionale che l’Unione europea incarna e propugna. Questi anni hanno dunque visto cambiamenti assolutamente fuori dal comune: la storia ha subito una forte accelerazione. In passato, l’euroscetticismo era un lusso che l’Unione si poteva permettere. Oggi, di fronte a questi cambiamenti, l’euroscetticismo è una posizione che ci porta a una sicura sconfitta. Onorevoli parlamentari, Questi anni di servizio per la causa europea hanno profondamente cambiato anche me. Ora so senza alcun dubbio che nei mesi e negli anni che verranno continuerò a lottare per dare forza a un’idea decisa e appassionata dell’Europa. Sono finiti i tempi delle posizioni tiepide, degli impegni presi senza convinzione e delle ambiguità. L’europa ha bisogno di determinazione, di visione e di coraggio e in questa arena getterò tutto il mio entusiasmo e tutte le mie risorse. Grazie."
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|