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Notiziario Marketpress di
Giovedì 06 Maggio 2004
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PRESENTATI I DATI DELLA V EDIZIONE DELLA CAMPAGNA "ALLA SCOPERTA DEL CORPO UMANO" REALIZZATA SU 10.725 RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI |
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Roma, 6 maggio 2004 - Gli adolescenti italiani pensano che nel mondo l'Aids sia più diffuso dell'influenza e la Sars più della malaria. L'unica malattia infettiva che temono è l'Aids. E' questo il dato emerso dall'indagine Demoskopea realizzata nell'ambito della V edizione della Campagna "Alla Scoperta del Corpo Umano", patrocinata dal Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca con il contributo di Fondazione Pfizer. L'indagine ha coinvolto oltre 10.000 ragazzi delle scuole medie superiori e ha evidenziato il grado di conoscenza degli adolescenti rispetto alle malattie infettive più comuni e il loro atteggiamento riguardo alla prevenzione, ai possibili comportamenti a rischio e i conseguenti effetti sulla qualità delle relazioni e sullo stile di vita. Malgrado le malattie infettive siano ancora oggi la principale causa di mortalità e morbosità a livello planetario, come conferma il più recente rapporto mondiale sulla salute dell'Oms, i ragazzi che hanno partecipato all'indagine Demoskopea dichiarano di non temerle: solo il 10% del campione intervistato infatti le indica tra le malattie più temute e diffuse tra i giovani. Il 40% dei ragazzi pensa che l'Aids sia la patologia infettiva più diffusa in Italia, più del morbillo (36%) e dell'epatite (27%). Mentre nel mondo ben il 73% indica l'Aids come il più diffuso, contro il 38% dell'influenza e l'11% della malaria. Questi dati rivelano quanto la percezione dei ragazzi rispetto queste problematiche sia distante dalla realtà. Malattie come l'influenza*, che ogni anno colpisce circa il 5-15% della popolazione mondiale causando 3-5 milioni di casi in forma severa e da 250.000 a 500.000 morti, e la malaria*, con un bollettino annuale di circa 300 milioni di nuovi casi e almeno 1 milione di morti, costituiscono ancora delle vere emergenze sanitarie. Emergenze che, evidentemente, i giovani sottovalutano, lasciando largo spazio alle informazioni che arrivano mediante la Tv: quasi la metà dei ragazzi (46%) indica, infatti, nella televisione la fonte principale di informazioni in tema di salute. A questo punto non stupisce che malattie come Aids e Sars, su cui le campagne informative contribuiscono a mantenere viva l'attenzione, risultino più considerate di altre come la malaria, nonostante il forte impatto sociale nei Paesi in via di sviluppo, e l'influenza, la cui ampia diffusione si traduce ogni anno in pesanti costi in termini di degenza e giornate di lavoro perse. "Tutto ciò conferma quanto sia importante curare l'informazione rivolta al mondo giovanile, per fornire ai ragazzi gli stimoli giusti che li aiutino a conoscere meglio le complesse tematiche legate alla salute al fine di adottare gli atteggiamenti di prevenzione più opportuni", osserva Maria Pia Ruffili, Presidente di Fondazione Pfizer. "E' questo lo spirito della nostra Campagna che da cinque anni si propone come spunto di approfondimento". Una conoscenza teorica, quindi, delle problematiche legate alle malattie infettive e non molto approfondita: se in tanti (85%) sanno cos'è un virus, le idee cominciano a confondersi riguardo ai batteri (solo il 40% ne riconosce l'esatta definizione); quanto alla gestione delle malattie infettive, ben il 37% afferma, sbagliando, che le infezioni di origine batterica e virale si possono curare con gli stessi farmaci. Ma sul fronte della vita di relazione e delle misure di prevenzione, quanto spaventa e quanto influenza atteggiamenti e socialità la paura di un possibile contagio? La maggior parte dei ragazzi che hanno partecipato all'indagine si dichiara preoccupata di un possibile contagio (abbastanza il 38%; molto il 27%) e sono soprattutto le occasioni di utilizzo di servizi pubblici (42%) o la vicinanza di qualcuno con evidenti segni di una malattia (38%) a suscitare inquietudine. E il generico rispetto delle normali norme igieniche viene ritenuto alla base della prevenzione un po' di tutte le principali malattie infettive. Emerge, quindi, da parte dei ragazzi una particolare attenzione ai comportamenti come possibile fonte di pericolo, anche se alto rimane il livello di confusione su quali di questi comportamenti siano davvero "a rischio" (il 15% dei ragazzi indica lo scambio di oggetti personali come potenziale fonte di contagio per l'Aids). Quest'anno hanno aderito alla Campagna "Alla Scoperta del Corpo Umano" 10.725 ragazzi di 874 classi.
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