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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Maggio 2004
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LUCI (E OMBRE) A SAN SIRO LA “GIORNATA DELL’ECONOMIA”: DAL RAPPORTO “LO SCENARIO MILANESE” DELLA CAMERA DI COMMERCIO MILANO È ANCORA IL FORZIERE D’ITALIA. E CONIA ANCORA IMPRESE (+1,3% NEL 2003) |
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Milano, 11 maggio 2004 - Una giornata dedicata all’economia, un dibattito in ogni città italiana, tra dubbi, questioni aperte, voglia di costruire. Anche a Milano, un po’ la cartina al tornasole del Paese. E che resta la locomotiva con le imprese che continuano a crescere anche nel 2003, forse un po’ meno del passato, ma sempre più che in Italia (+1,2% in un anno, da oltre 322 mila a oltre 326 mila). Anche la manifattura tiene (imprese attive: -1,1%), più che in Italia e il commercio cresce lievemente (+0,1%). Sempre generosa, col lavoro sempre più alla portata di chi la sceglie per la bassa disoccupazione, già a livelli ben poco visibili, che ancora rosicchia qualche piccolo miglioramento (-0,1%), grazie alle donne, che diventano un po’ più protagoniste, meno disoccupate (il tasso cala dal 6% al 5,7%) e più occupate (il tasso sale: +0,2). E poi Milano resta la Harvard delle imprese italiane, con le imprese più élitarie e più solide, le società di capitale che scelgono di nascere qui (+2,2% nel 2003). Così Milano stella polare coi migliori colletti bianchi e i ruoli manageriali più appetibili (il 30% di tutte le assunzioni previste nel 2002, quasi il doppio del 16,5% italiano). Ma anche imprese più colte e istruite (spendono, nel 2002, 216 milioni di euro in formazione, per 265 mila lavoratori, il 22% del totale), attente alla ricerca e innovazione (nel 2003 sono 1.380 i brevetti depositati, il 17,7% nazionale e poi in Lombardia si spendono più risorse in R&s, 3 miliardi di euro circa, il 22% nazionale). Milano resta la vera scuola di un’impresa moderna, competitiva, europea. E il miraggio di tanti che arrivano da lontano e sognano di costruire qui la loro attività, aprire un’impresa. Ormai un esercito, 13.700 nel 2003. Quasi una ditta individuale milanese su dieci si tinge di esotico (e si moltiplicano rapidamente: +15,3% in un anno). Allora è tutto rose e fiori? Non proprio. Anche perché i ritmi non sono più quelli di una volta, resta il consolidamento di chi ha già vinto. Quando poi il gioco si fa duro, sui mercati internazionali e il bottino da dividersi sempre più smilzo, con le difficoltà che toccano tutti, allora anche Milano ne risente. L’import-export fa cilecca (-4,4% l’export in un anno, -0,7% l’import). Un po’ peggio anche dell’Italia (-4% l’export). E gli asiatici trovano a Milano un mercato sempre più attraente (+14,2% l’import dalla Cina, +10,1% dall’India e +9,4% dalla Corea). Emerge dal rapporto “Lo scenario milanese” redatto dal Servizio studi della Camera di Commercio di Milano, in occasione della “Giornata dell’economia”.
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