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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Maggio 2004
 
   
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  UNICREDIT: IL PRIMO TRIMESTRE MOSTRA UNA FORTE RIPRESA (+22,6%) DEI PROFITTI  
   
  Milano, 13 maggio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato ieri i risultati consolidati del primo trimestre del 2004 (2). Il primo trimestre dell'anno si è chiuso per il Gruppo con un utile netto di 466 milioni, un livello in crescita del 12,5% rispetto alla media degli ultimi due trimestri del 2003 e in flessione del 9,5% sul primo trimestre del 2003. Tale riduzione ha due principali determinanti, da un lato il negativo impatto sulla redditività bancaria della flessione dei tassi di interesse in Italia e in Nuova Europa, dall'altro la flessione del contributo dei profitti da operazioni finanziarie legata al rallentamento della vendita di derivati alle imprese. Il Roe, anche per effetto della maggior patrimonializzazione, si è portato al 15,5%, in termini annualizzati, rispetto al 18,3% del primo trimestre 2003 ed al 17,7% dell'intero esercizio. Al netto delle rettifiche di valore sugli avviamenti il Roe raggiunge quasi il 18% (17,9% contro il 20,1 % dell'intero esercizio 2003). Il risultato di gestione raggiunge i 1.070 milioni, pari ad una flessione del 14,8% a/a, ma in ripresa del 4,3% sull'ultimo trimestre del 2003. L'effetto cambio seppur non favorevole (-6,6% a/a cambio zloty polacco ed euro e –11% a/a cambio dollaro Us ed euro) non muove in misura significativa le dinamiche annuali ed è quasi ininfluente nel confronto trimestrale (-0,7 la svalutazione a marzo rispetto a dicembre 2003 dello Zloty polacco rispetto all'euro) L'evoluzione del risultato di gestione è determinata da una contrazione del margine d'intermediazione, (-7,0% a/a) e da costi operativi immutati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato il cost/income al 57%, livello che si confronta con il 53% del marzo 2003 e con il 59,7% del quarto trimestre. Il margine d'interesse del primo trimestre, pari a 1.208 milioni dei quali 4 relativi a dividendi e altri proventi su partecipazioni, registra una flessione del 4,8% rispetto al corrispondente periodo del 2003, maturata a causa della riduzione dei tassi d'interesse (l'euribor a un mese si è ridotto in media di 70 centesimi di punto tra il primo trimestre 2003 e 2004), che ha determinato una contrazione del differenziale tassi e del rendimento dell'investimento del patrimonio libero, effetti solo in parte compensati dalla soddisfacente crescita dei volumi intermediati. Il profilo trimestrale degli interessi netti, tuttavia, mostra una significativa inversione di tendenza in questo primo trimestre con una crescita del 4,6% rispetto al quarto trimestre 2003 sostenuta dall'incremento degli impieghi. I crediti verso clientela, pari a 127,3 miliardi, mostrano un lieve sviluppo rispetto ai livelli di fine 2003 (+0,5%), che già comprendevano quelli rivenienti dall'acquisizione del ramo "mutui" delle filiali italiane di Abbey National Bank Plc (pari a circa 4,5 miliardi). L'incremento rispetto a marzo 2003 (+ 12,9%) è positivamente influenzato da tale acquisizione. Peraltro, anche su basi omogenee, il Gruppo ha evidenziato una crescita comunque sostenuta (+9,7%), nonostante l'effetto della prudente politica creditizia attuata in Polonia. L'evoluzione dell'aggregato è sostenuta sia dalla crescita dei mutui (+3,3% nel trimestre e +15,7% su marzo 2003 comprensivo dei mutui di Anbi), positivamente influenzata dall'andamento del mercato immobiliare e dai bassi tassi d'interesse, sia soprattutto dei crediti per contratti di locazione finanziaria (+13,4% nel trimestre e +31,5% rispetto a marzo 2003). I conti correnti e gli altri finanziamenti registrano nel complesso una riduzione di quasi il 3% da inizio anno mantenendosi peraltro su un livello superiore del 4,4% rispetto a marzo 2003. La quota di mercato delle unità operanti in Italia registra un progresso portandosi a fine marzo al 10,79%, dal 10,74% di inizio anno, grazie al miglior andamento rispetto al sistema nel segmento a breve termine. L'aumento della quota di mercato nei dodici mesi, realizzato sia nella componente a breve termine che in quella a medio-lungo, è invece pari a 1,1 punti percentuali (9,67% la quota a fine marzo 2003). A tale aumento contribuisce l'acquisizione di Anbi con una quota dello 0,33%. Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4,9 miliardi registrando una crescita del 4,8% su dicembre 2003. Tale dinamica, principalmente riconducibile alla estrema debolezza del ciclo economico in Italia, non ha significativamente deteriorato il rapporto tra crediti dubbi netti e totale dei crediti che si è collocato al 3,88% (3,72% nel 2003). Anche il rapporto sofferenze nette su impieghi si è attestato su livelli non distanti dal fine anno (1,96% contro 1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 46,4% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,2%. La raccolta diretta si attesta su un livello di 137,9 miliardi, in aumento dell'1,9% nel trimestre. La raccolta indiretta si colloca a 246,9 miliardi, un valore superiore di 10 miliardi a quello di fine dicembre (+4,2%), con un incremento del 13,2% rispetto a marzo 2003. All'interno del comparto evolvono positivamente sia la componente amministrata (+3,5% nel trimestre e +10,8% su base annua), sia quella gestita (+5% da inizio anno e +15,7% nei dodici mesi). I proventi da intermediazione si attestano a 1.280 milioni, un livello inferiore dell'8,9% rispetto al primo trimestre 2003, per effetto della marcata contrazione dei profitti da operazioni finanziarie (-33%), solo in parte compensata dall'andamento positivo delle altre componenti. La flessione dei profitti da operazioni finanziarie è spiegata principalmente dalla contrazione della vendita di derivati alla clientela corporate. Quest'ultima voce dei ricavi aveva mostrato una significativa accelerazione nel primo trimestre 2003, derivante dalla creazione, a seguito della divisionalizzazione, di una nuova banca di impresa specializzata, che ha sviluppato più rapidamente del previsto le sinergie con Ubm, la fabbrica dei prodotti di gestione dei rischi per le imprese. I profitti da operazioni finanziarie si mantengono comunque su un livello di assoluto rilievo, 292 milioni nel solo primo trimestre, superiore sia a quello del trimestre precedente (239 milioni), sia a quello medio dei tre trimestri precedenti (284 milioni). Le commissioni nette registrano, rispetto al primo trimestre 2003, un incremento del 2,2%. Tale incremento è stato sostenuto dalle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio che registrano una crescita del 4,6% a/a, beneficiando anche di un più favorevole andamento dei mercati azionari, mentre le commissioni sugli altri settori di attività, tra i quali i più significativi sono i finanziamenti ed i servizi di incasso e pagamento, registrano nel complesso una contrazione dell'1,7%. Tra le commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio si registra una significativa ripresa di quelle sui fondi d'investimento (+16% circa), correlata sia all'aumento della raccolta e dei patrimoni, sia al maggior peso della componente azionaria e proveniente dagli hedge fund con commissioni di gestione più elevate. I costi operativi, pari a 1.418 milioni, si sono mantenuti sullo stesso livello del primo trimestre 2003, grazie alla riduzione sia delle altre spese amministrative (-4,8%) , sia delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (-3,6%), che hanno compensato l'aumento, comunque molto contenuto, delle spese del personale (+3,4%). Le rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento sono pari a 71 milioni, contro i 66 milioni del primo trimestre 2003, di cui circa 28 milioni relativi al Gruppo Pioneer e circa 17 milioni a Pekao. L'aumento è sostanzialmente spiegato dalle rettifiche sulle nuove acquisizioni per complessivi 8 milioni (in particolare su Zivnostenska, Ing, Anbi e sulle quote di Banca dell'Umbria e Cassa di Carpi acquisite nel 2003). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 10 milioni, contro i 41 milioni del primo trimestre 2003. In tale importo sono compresi stanziamenti relativi a revocatorie, a cause in corso e altri rischi. Le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, raggiungono i 192 milioni, contro i 163 milioni del primo trimestre 2003. L'aumento (29 milioni, pari al 17,8%) è essenzialmente spiegato dalle maggiori rettifiche della Divisione Corporate legate al deterioramento del ciclo economico. Le riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie, al netto delle rettifiche, risultano contenute a 1 milione, contro rettifiche nette per 15 milioni (queste ultime comprensive di una svalutazione di 18 milioni relativa a Commerzbank) del primo trimestre 2003. L'apporto della componente straordinaria è stato positivo per soli 2 milioni, contro i 20 milioni del primo trimestre 2003. Le imposte sul reddito, pari a 296 milioni, registrano una riduzione del 32,4% rispetto al primo trimestre 2003, e sono anche influenzate dagli effetti del consolidato fiscale che, dal corrente esercizio, consente alle società di recuperare le imposte in caso di reddito imponibile negativo. In rapporto all'utile lordo l'incidenza delle imposte scende così al 37%, rispetto al 39% dell'ultimo bilancio. L'utile di periodo si porta su un livello di 504 milioni, contro i 553 milioni del corrispondente periodo del 2003 (-8,9%), la quota di terzi risulta pari a 38 milioni (come nel primo trimestre 2003). L'utile netto di pertinenza del gruppo si attesta a 466 milioni, rispetto ai 515 milioni del corrispondente periodo dell'anno precedente (-9,5%). Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 31 marzo 2004 a 13.539 milioni (13.013 milioni a fine 2003). Il Core Tier 1 stimato si attesta al 7,02% a fine marzo 2004 da 6,96% di dicembre 2003, il Total Capital Ratio stimato raggiunge l'11,20% (da 11,1% nel dicembre 2003). La struttura del Gruppo (3) a fine marzo 2004 era composta da un organico di 69.148 dipendenti ( +86 unità rispetto al dicembre 2003 e +112 unità a/a) e da una rete di 4.491 sportelli (-72 su fine 2003, -57 a/a). La Divisione Retail La Divisione Retail, dopo il trasferimento di Tradinglab Banca alla Divisione Corporate, risulta costituita da banche con forte vocazione distributiva quali Unicredit Banca, Banca dell'Umbria e Cassa Risparmio Carpi, queste ultime fortemente insediate nei territori di riferimento, e banche specializzate, quali Clarima, attiva nel credito al consumo e nella commercializzazione di carte di credito tramite canali diretti e partnership; ed Unicredit Banca per la Casa, recentemente cresciuta grazie all'acquisizione di Abbey National Bank Italia (Anbi) ed alla cessione da parte di Unicredit Banca del ramo d'azienda dei mutui distribuiti dalla rete Tecnocasa, attiva nell'erogazione di mutui e prodotti per la casa, sia direttamente che tramite reti alleate. La Divisione Retail ha registrato a fine marzo 2004 un utile del periodo di 127 milioni (+58,8% sull'ultimo trimestre, -36,8% rispetto a marzo del 2003). Il margine di interesse si attesta nel primo trimestre a 562 milioni (+4,3% sul quarto trimestre 2003, -11,8% rispetto a marzo 2003) in buona tenuta nonostante la rilevante riduzione dei tassi di mercato ed alla conseguente contrazione della forbice. L'effetto tassi è in parte compensato da una buona crescita dei volumi: la crescita degli impieghi supera il 20% rispetto a marzo 03 portando le consistenze a 50.126 milioni, con particolare impulso della componente a medio-lungo termine sostenuta dai volumi apportati da Anbi e dalla consistente erogazione di mutui ai privati (circa 1,9 miliardi nel trimestre). Il rapporto crediti dubbi netti/totale crediti netti passa dal 4,09% di dicembre 2003 al 4,14% di marzo 2004, il rapporto sofferenze nette/totale crediti netti si attesta al 2,02% (dall'1,97% di fine anno). La raccolta diretta raggiunge 64.136 milioni (+10,6% rispetto marzo; +6,5% su dicembre), di cui più di 40.800 sono costituiti da depositi, che crescono del 4,6% anno su anno. I proventi da intermediazione e diversi (profitti da operazioni finanziarie e commissioni e altri proventi netti) sono pari a 457 milioni (-7,1% rispetto a marzo ricostruito del passato esercizio). Il trend è riconducibile principalmente alle commissioni nette, la cui riduzione (-13% rispetto al primo trimestre 2003) rispecchia un mutamento della politica commerciale, in linea con le strategie di Divisione, volta a privilegiare il collocamento di prodotti di gestione del risparmio con un maggiore peso delle commissioni ricorrenti su quelle una tantum up-front. Positivo l'andamento della raccolta indiretta che registra una apprezzabile crescita attestandosi a 121.529 milioni (+9,1% rispetto a marzo 2003), di cui oltre 68 miliardi di risparmio amministrato (+12% a/a) e oltre 53 miliardi di risparmio gestito (+5,7% a/a). Il margine di intermediazione complessivo totalizza 1.019 milioni, in lieve decrescita (-1,1%) rispetto al quarto trimestre del 2003 (-9,7% rispetto a marzo 2003). I costi operativi si attestano a 723 milioni (rispetto ai 711 milioni del marzo 2003, +1,7%); la crescita è legata alla dinamica delle spese del personale (388 milioni, +2,6%), che dipende da un aumento dei dipendenti in Clarima ed Ubcasa (per oltre 300 unità) generato dal forte sviluppo delle relative attività e dall'acquisizione di Anbi, oltre che agli oneri connessi all'entrata in vigore del nuovo contratto nazionale. Contenuta la dinamica delle altre spese amministrative e delle rettifiche su immobilizzazioni materiali e immateriali, pari nel complesso a 335 milioni (+0,6% sul primo trimestre 2003). Il risultato di gestione si attesta così a 296 milioni, in riduzione del 5,4% rispetto al trimestre precedente e del 29% rispetto al primo trimestre 2003. Gli accantonamenti e le rettifiche nette si portano a 62 milioni (rispetto ai 53 milioni di marzo 2003), a causa dello sviluppo dell'attività creditizia e di un leggero peggioramento della qualità del credito legato alla debolezza del ciclo economico. A marzo 2004 gli sportelli della Divisione Retail ammontano a 2.828, - 70 unità sul dicembre 2003. Il numero dei dipendenti raggiunge 25.727 unità. La Divisione Corporate & Investment Banking L'utile del periodo relativo ai primi tre mesi di esercizio registrato dalla Divisione Corporate si attesta a 246 milioni, in crescita del 130% sull'ultimo trimestre del 2003, ma in calo del 29,5% a/a. Il margine d'intermediazione si attesta a 761 milioni, in riduzione del 16,3% sul primo trimestre 2003. Tale risultato è spiegato dal positivo contributo del margine d'interesse (382 milioni, +3,8% a/a) e delle commissioni e altri proventi netti (151 milioni, +5,6%) più che compensato dalla flessione dei profitti da operazioni finanziarie (228 milioni, -42,7% a/a). Quest'ultima voce risente del rallentamento dell'attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate (da 267.7 milioni di marzo 2003 a 105.2 milioni di marzo 2004), parzialmente compensata dall'aumento dei derivati sulla clientela istituzionale (da 50,9 milioni nel primo trimestre 2003 a 63,2 milioni, +24,2%). L'andamento trimestrale mostra una crescita del margine d'intermediazione (+3,1% su dicembre 2003) grazie al margine d'interesse (+4,9%) e ad una ripresa dei profitti da operazioni finanziarie (+10,7%). La dinamica del margine d'interesse è spiegata dall'incremento dei crediti a clientela della divisione (al netto dei pronti contro termine), che raggiungono i 61,1 miliardi, in crescita del 12,2% a/a (+11,8% inclusi i pronti contro termine), principalmente grazie all'evoluzione dei crediti di Unicredit Banca d'Impresa (45,7 miliardi, +14,4% a/a). L'andamento sul dicembre 2003 mostra una flessione del 2,7% principalmente riconducibile alla riduzione delle esposizioni nel settore energia. I crediti dubbi della Divisione ammontano a 1.807 milioni (+13,4% su dicembre 2003), le sofferenze nette a 1.054 milioni (+6,7% su fine anno). Il rapporto crediti dubbi netti/totale crediti netti si attesta al 2,92% (dal 2,51% di dicembre 2003), il rapporto sofferenze nette/totale crediti netti all'1,7% (dall'1,56% di fine anno). I debiti verso clientela della Divisione Corporate, al netto dei pronti contro termine, sono pari a 10,9 miliardi, in crescita del 18,1% a/a, (+0,4% su dicembre 2003). I costi operativi evidenziano significativi miglioramenti sia a/a (-2,4%), sia nel confronto con l'ultimo trimestre (-3,2%). Più in dettaglio, si riducono sia le spese per il personale (-2,2% a/a e sull'ultimo trimestre), malgrado la crescita del personale (+208 unità a/a), sia le altre spese e gli ammortamenti (-2,6% a/a, -4,3% sull'ultimo trimestre). Il risultato di gestione raggiunge 517 milioni (-21,5% a/a, +6,4% su dicembre 2003). Gli accantonamenti e le rettifiche di valore nette si attestano a 107 milioni, che includono 28 milioni di accantonamenti nel settore automobilistico, non presenti nel primo trimestre 2003. Su basi omogenee, si registra un aumento dell'11,3%. A marzo 2004 gli sportelli della Divisione Corporate ammontano a 211, il numero dei dipendenti raggiunge 6.356 unità (+208 a/a, +36 su fine 2003). La Divisione Private & Asset Management La Divisione Private & Asset Management chiude il primo trimestre del 2004 con un utile del periodo di 68 milioni, in crescita del 7,9% a/a ed in misura più rilevante (+44,7%) sul quarto trimestre del 2003, sul quale gravavano significativi accantonamenti prudenziali per rischi ed oneri futuri derivanti dall'indennizzo di obbligazioni Cirio alla clientela. Il risultato di gestione si attesta a 100 milioni, decisamente superiore al primo trimestre 2003 (+22%), ma in lieve calo sul quarto trimestre 2003 (-3,8%). Più in dettaglio, il margine d'intermediazione raggiunge 284 milioni (+15% a/a), grazie alla crescita del margine d'interesse (+13% a/a) e ad un incremento del 14,7% a/a dei ricavi da servizi (commissioni e altri proventi netti). Più in dettaglio, questi ultimi sono stati influenzati positivamente da un aumento delle masse medie gestite da Pioneer (+15,6% a/a), accompagnato da un miglioramento dell'asset mix (diminuzione della componente obbligazionaria e maggiore incidenza degli hedge funds) e da una più elevata produttività dei promotori finanziari di Xelion (Aum pro capite da 3,3 a 5 milioni circa, +60%). Hanno, inoltre, impattato positivamente maggiori commissioni di management e di negoziazione su Unicredit Private Banking, a seguito di più alti stock di gestito e dell'attivazione dei nuovi servizi di advisory su amministrato, le quali più che compensano i minori margini sugli atti di vendita. I costi operativi (inclusi ammortamenti per 7 milioni) si attestano a 184 milioni, in crescita dell'11,5% a/a, ma in riduzione del 6,6% sull'ultimo trimestre. In particolare, le spese per il personale (+10,1% a/a e sul quarto trimestre) risentono dell'incremento delle risorse (+238 unità a/a, +119 nel trimestre) per il completamento delle strutture e l'avvio di nuovi servizi alla clientela private e per il rafforzamento nell'area di investment management e nella New Europe per Pioneer. Le altre spese amministrative e gli ammortamenti crescono del 12,8% a/a (-17,8% sul quarto trimestre 2003), principalmente a causa della maggiore incidenza di costi di integrazione e recruiting dei promotori finanziari e di spese progettuali. La Divisione Private & Asset Management gestisce ed amministra circa 159 miliardi di attività finanziarie (+15,9% a/a, +4,9% nel trimestre) con un aumento del peso della componente gestita dal 79,4% di marzo 2003 all'81,5% del primo trimestre 2004. L'incremento delle masse, favorito anche dall'andamento dei mercati finanziari, è frutto di una raccolta netta positiva in tutte le business unit della Divisione. In particolare, Pioneer Investments, ha chiuso il primo trimestre del 2004 con vendite nette pari a 1,4 miliardi, con un andamento positivo in tutte le sue divisioni (Italia, Usa, International e Nuova Europa). Il patrimonio gestito ha raggiunto i 124,3 miliardi, in crescita di oltre il 4% su dicembre 2003. Xelion ha realizzato una raccolta netta totale nel trimestre di 487 milioni con una quota di mercato del 21,5%, che ha confermato la leadership della società nella classifica del settore delle reti di vendita (fonte: Assoreti). La Divisione Nuova Europa Nel primo trimestre del 2004, nonostante i timori di una ripresa inferiore alle attese per gli stati membri dell'Unione Europea, tutti i paesi della regione hanno evidenziato un consolidamento della dinamica di espansione. Di seguito un'analisi delle principali componenti economico-patrimoniali della Divisione, valorizzate a cambi costanti. L'utile del periodo della Divisione si è attestato a 118 milioni, di cui 82 milioni di pertinenza del Gruppo, mostrando, quest'ultimo, un aumento del 24,2% a/a (+20,6% sull'ultimo trimestre del 2003). Il margine di intermediazione è pari a 410 milioni, in crescita del 10,2% a/a (-1,2% sull'ultimo trimestre). Il margine d'interesse (259 milioni) aumenta del 3,2% a/a principalmente per effetto della crescita dei volumi di raccolta e di impieghi verso clientela. I crediti verso la clientela (4) della divisione si attestano a 12,1 miliardi, in crescita dell'1,2% a/a e dell'1,4% su dicembre 2003. I debiti verso clientela (5) raggiungono i 20,3 miliardi (+2,3% a/a, sostanzialmente stabili su dicembre 2003). I crediti dubbi netti raggiungono 962 milioni (-10,3% a/a, -5,8% su dicembre 2003), le sofferenze nette sono pari a 394 milioni (-2,5% a/a, -0,3% su dicembre 2003). Il rapporto crediti dubbi netti/totale crediti netti migliora dall'8,6% di fine anno all'8% di marzo 2004, il rapporto sofferenze nette/totale crediti netti rimane sostanzialmente stabile al 3,3%. Le commissioni nette (103 milioni, +23% a/a, -1,2% sull'ultimo trimestre) aumentano a conferma della capacità commerciale delle banche e dello sviluppo nella distribuzione di prodotti di risparmio gestito. La severa politica di controllo delle spese adottata dalle banche della Nuova Europa si è tradotta in un limitato aumento dei costi operativi sul primo trimestre del 2003 (220 milioni, +3,8%) ed in una riduzione sul quarto trimestre (-9,8%). Più in dettaglio, le spese per il personale, pari a 112 milioni, aumentano del 5,7% a/a a causa di un incremento della parte variabile delle retribuzioni e di un allineamento delle retribuzioni all'inflazione in Turchia. Le altre spese e ammortamenti (108 milioni) mostrano un lieve incremento dell'1,9% a/a. Il risultato di gestione si attesta a 190 milioni, in aumento del 19% a/a e dell'11% sull'ultimo trimestre del 2003. Il buon controllo del rischio di credito si traduce in una riduzione delle rettifiche nette di valore (33 milioni, -13,2% a/a), accompagnata da un miglioramento del coverage ratio sulle sofferenze (da 81,3% a fine 2003 a 81,7%) e sui crediti dubbi (da 64,1% di dicembre 2003 a 66%). A marzo 2004 il numero totale dei dipendenti della divisione è pari a 27.820 unità (6) (-219 rispetto a dicembre 2003 e -903 su marzo 2003), gli sportelli (6) ammontano a 1.280 (+11 sul primo trimestre 2003).  
     
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