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Notiziario Marketpress di
Giovedì 13 Maggio 2004
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INFORMATICA: IN ITALIA SI INVESTE POCO ED E’ FORTE IL DIVARIO NORD-SUD
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Milano, 13 maggio 2004 - Nel 2003, la spesa in informatica è risultata in calo in tutte le regioni italiane. Contrazioni marcate, in Piemonte (-3,5%), Veneto (-3,6%) Lombardia, Emilia Romagna e Marche (-3,8%), Abruzzo (-5,2%) e Sardegna (-6,2%). Il gap di dotazioni tra Nord e Sud rimane elevato, e condiziona le opportunità d’impresa e i progetti di e-goverment. Milano, 12 maggio 2004 – Il mercato italiano dell’informatica frena, soprattutto al Nord. Ma nemmeno gli effetti di una situazione economica difficile, che ha bloccato gli investimenti It nell’industria, serve a ridurre il gap informatico fra Nord e Sud del Paese. In più, anche nelle aree forti, alcune regioni appaiono in affanno. Va emergendo una realtà assi poco omogenea e difficile, sia per le politiche di crescita, sia per lo sviluppo dei progetti di e-government. Sono queste le evidenze del “Secondo Rapporto sull’informatica nelle regioni italiane”, condotto da Assinform (l’associazione delle imprese di informatica e telecomunicazioni in Italia) in collaborazione con Netconsulting, e presentato in questi giorni con il patrocinio del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie. Più in particolare, in un mercato nazionale dell’informatica che nel 2003 è risultato pari a 19,4 miliardi di Euro, in calo del 3,2% rispetto all'anno precedente: la domanda si è contratta del 3,6 % nel Nord Ovest, del 3,5% nel Nord Est, del 2,5% al Centro e del 2,8% al Sud, confermando difficoltà diffuse; le regioni del Nord Ovest continuano ad esprimere il grosso della domanda, con oltre 7,5 miliardi di Euro (38,7% della domanda nazionale complessiva), contro i circa 4,7 miliardi delle regioni del Centro Italia (24,1%), i 4 miliardi delle regioni del Nord Est (20,9%), e i 3,1 miliardi delle regioni del Sud (16,3%); la contrazione meno marcata al Centro e al Sud ha inciso di poco sul divario delle dotazioni tecnologiche nelle regioni italiane, che resta elevato. La spesa di informatica per occupato continua infatti ad apparire nettamente al di sotto della media nazionale (880 Euro) al Sud, con valori che vanno dai 372 della Sardegna ai 607 della Campania, contro i 1284 della Lombardia, i 1006 del Piemonte, i 933 dell’Emilia Romagna e i 1479 del Lazio, che grazie anche alla concentrazione della Pa, è la regione che presenta i valori più elevati in assoluto; altri indicatori chiave - come ad esempio la percentuale di spesa informatica sul Pil regionale, che vede solo quattro regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) collocarsi al di sopra del valore medio nazionale (1,65%) – confermano anche il ritardo di alcune regioni del Centro e del Nord, come la Liguria (1,17%), le Marche (1,21%) e in parte anche del Veneto (1,47%) e della Toscana (1,36%). "I risultati del Rapporto offrono lo spaccato di una realtà che stenta ad investire per innovare e che tende a perpetuare una situazione di squilibrio territoriale preoccupante. La diffusione capillare dell’informatica è oramai una condizione ambientale di sviluppo in ogni area del Paese ” - ha commentato Pierfilippo Roggero, Presidente di Assinform - Con questa analisi, l'Associazione ha voluto evidenziare l’opportunità di reagire, di accelerare i piani di e-government e di rivedere criteri di imposizione inaccettabili, come ad esempio quelli adottati per l’Irap, che continuano a penalizzare chi investe in innovazione”. In una sintesi di maggior dettaglio Nord Ovest: ancora forte, ma in frenata. La domanda di informatica (It) delle imprese e Amministrazioni pubbliche del Nord Ovest pesa per il 38,7% sul mercato italiano dell’informatica. Questo grazie soprattutto alla Lombardia (26,90 % della domanda totale, per 5,2 miliardi di Euro), che pur perdendo colpi (-3,8% nel 2003) continua a esprimere una domanda consistente. Si conferma anche la frenata in investimenti e spesa It (pari a 1,84 miliardi di Euro, –3,5%) del Piemonte, anche se mantiene il terzo posto nella classifica delle regioni per spesa informatica, con una quota pari al 9,50% della domanda nazionale. Nel complesso la dinamica negativa appare determinata dalla concentrazione nell’area delle aziende dell’industria e dei servizi bancari e finanziari, che nel corso del 2003 sono quelle che più hanno contenuto gli investimenti in information technology. Sorprende che la diffusione dell’informatica (It) sia superiore alla media nazionale solo in Lombardia e Piemonte, con un rapporto tra spesa It e Pil rispettivamente pari al 2,15% e all’1,85%, contro l’1,65% medio nazionale. Liguria (1,17%) e Valle d’Aosta (1,25%) appaiono in ritardo. Anche la spesa It annua per occupato nell’area conferma questa visione, con in testa la Lombardia (1284 Euro), seconda a livello nazionale solo al Lazio (1479), seguita da Piemonte (1006), Valle d’Aosta (681) e Liguria (658), con queste due ultime regioni nettamente al di sotto del valore medio nazionale (880,1). Al Centro, resiste il Lazio. Marche e Umbria fiacche Nel 2003, le imprese e gli Enti Pubblici del Centro hanno espresso il 24,08% del mercato italiano It. Il ruolo predominate è del Lazio, secondo nella classifica nazionale delle regioni per spesa informatica (It) con oltre 3 miliardi di Euro, pari al 15,69% del mercato italiano. Va anche rilevato che la spesa It del Lazio è calata (-2,3%) meno della media nazionale, e questo anche grazie al volano della spesa delle Amministrazioni e di una proporzione maggiore di aziende dei servizi. Importante rimane il ruolo della Toscana che, con una spesa di 1,09 miliardi (in calo del 2,5% sul 2002), pesa per il 5,61% sul mercato nazionale. Soffrono di più l’Umbria e le Marche, con cali di domanda rispettivamente del 2,8% e 3,8%: Il rapporto tra spesa It e Pil regionale assegna il primato del Lazio (2,52%) anche a livello nazionale, ribadito anche dal valore più elevato nella spesa It per occupato (pari a 1479 euro). Nord Est in calo: le performance peggiori in Veneto ed Emilia Romagna. Le regioni del Nord Est esprimono poco meno del 21% del mercato nazionale con in testa l’Emilia Romagna: oltre 1724 milioni nel 2003, l’8,89% del mercato nazionale, un buon 4° posto nella classifica delle regioni per spesa informatica, ma con un calo del 3,8 %. Il Veneto segue con 1566 milioni (-3,6%), si colloca 5° posto nella graduatoria nazionale, e come l’Emilia Romagna accusa il rallentamento degli investimenti nell’industria, e soprattutto delle Pmi. Il Friuli Venezia Giulia pesa meno nel mercato nazionale (2,28%, con una spesa pari circa 443 milioni), ma è la regione ove la domanda mostra il calo più contenuto (-1,8%). In calo anche la domanda nelle provincie autonome di Trento (-3,1%) e Bolzano (-3,3%). Nel Nord Est, il rapporto tra spesa It e Pil regionale è simile a quelli delle regioni guida in Emilia Romagna (1,67%) e Friuli Venezia Giulia (1,61%), ma non nel Veneto (1,47%). E anche nella spesa It per occupato sono solo l’Emilia Romagna (993 Euro) e il Friuli Venezia Giulia (880) a superare o eguagliare la media nazionale (880,1). Sud: la frenata si aggiunge al ritardo Il Sud presenta una situazione di mercato (-2,8 %) un pò meno toccata dalla flessione del mercato nazionale dell’informatica (-3,2%), ma difficile. Il contributo del Sud rimane infatti praticamente invariato, e conferma il cristallizzarsi del gap di dotazioni rispetto alle aree più forti. E se è vero che i mercati di Campania e Puglia si confermano importanti (rispettivamente con il 5,18% e il 3,24% del mercato nazionale, per 1004 e 629 milioni di Euro), è altrettanto vero che al Sud sono le regioni con il calo di investimenti It più brusco nel 2003 - Abruzzo (-5,2%) e Sardegna (-6,2%) - e con i più bassi indici di investimento in capitale tecnologico. Di otto regioni, ben sei sono in fondo alla classifica della spesa It 2003 per occupato: Puglia (505 Euro); Sicilia (487), Abruzzo(475), Molise(465), Calabria 445 e Sardegna, ultima con 372 Euro per occupato (contro una media nazionale di 880,1)
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