NOTIZIARIO
MARKETPRESS
economia, finanza politica e tecnologia |
INDUSTRIA CHIMICA
MONDIALE: CHIUDE MALE IL SECOLO PER ASIA/STAGNAZIONE Milano, 16 novembre 1998 - "Gli anni '90 si chiudono con forti preoccupazioni per l'industria chimica nel mondo che cresce poco e in Italia ancor meno": questa la conclusione del Panel Congiunturale Federchimica presentato a Milano. La chimica mondiale è in difficoltà a causa della crisi asiatica e del rallentamento della crescita economica e quindi attraversa un momento difficile. Per il 1998 la crescita produttiva della chimica italiana è limitata all'1%:si rivedono quindi al ribasso le previsioni di sei mesi fa (+2. 8%). La situazione non migliorerà nel '99:infatti, si prevede una crescita dell'1. 5%, ancora una volta inferiore alla media europea (2, 2%). In ogni caso, l'Italia non è l'unica "vittima": forte rallentamento anche per la Germania (+1%), stagnazione nel Regno Unito. Solo Francia (+2. 7%) e Spagna (+7%) continuano a crescere. Particolarmente colpite dalla crisi le fibre perché il Far East è il principale produttore mondiale (37% per le fibre sintetiche) e ha un saldo commerciale in crescita per il crollo della domanda interna e per le svalutazioni. Le importazioni europee di fibre sono aumentate del 66% e la quota dell'import sui consumi è passata dal 18 al 28%. Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica, ha detto che "la situazione della chimica nel mondo non ècerto confortante: i clienti hanno drasticamente ridotto i propri magazzini, le importazioni dall'Asia deprimono i livelli produttivi e l'eccesso di capacità produttiva fa cadere i prezzi delle commodities. Ci sono problemi anche in USA: lo dimostrano l' aumento delle scorte, dell'import (+11, 5%), il limitato incremento della produziuone 1998 (+2%) e la contrazione dei profitti". Lo sviluppo della chimica europea è stato inferiore alle attese (+2, 1%) e il saldo commerciale con l'Asia è peggiorato di 3, 5 miliardi di ECU (quasi 7000 miliardi di lire) con un impatto sui livelli produttivi pari a un punto percentuale. Squinzi ha quindi affermato che "il pessimismo nella chimica viene anche dalle difficoltà sui prezzi: in particolare, nella petrolchimica sono diminuiti del 30%. Siamo tornati ai minimi del 1992/93 e solo parzialmente i cali sono compensati dal minore costo del petrolio". Per il 1999 lo scenario è molto complesso: peseranno negativamente le importazioni, la crisi del Far East graverà ancora con rischi di allargamento anche all'America Latina, mentre la Cina resta una incognita. La domanda interna europea, assorbito l'effetto scorte, dovrebbe però attutire, almeno in parte, fatti salvi i riflessi delle politiche di contenimento della spesa dovuti a Maastricht, gli effetti esterni e permettere una crescita comunque limitata al 2, 2%. Il quadro congiunturale deteriorato pesa ancora più sulla chimica italiana: Squinzi ha detto che "gran parte della crescita del 1997 è andata in fumo con una caduta del 6% della produzione rispetto alla fine dell'anno scorso e si è confermata la fragilità dello sviluppo della chimica nel nostro Paese, connessa al minore tasso di crescita dell'economia". "Tutto ciò - aggiunge il presidente di Federchimica - si lega anche al basso contenuto di chimica nei settori trainanti del Paese (es. :i macchinari) ed allo scarso sviluppo dell'edilizia che non può compensare l'attuale crisi nella quale sta entrando il settore dell'auto: le opere pubbliche crescono poco e l'aumento delle ristrutturazioni (+6, 8%), sostenute dalle agevolazioni fiscali, viene compensato dai cali delle nuove abitazioni (-4, 2%):è necessario riaprire i cantieri. Il Ministero del lavori Pubblici ha stimato in 265. 000 miliardi il fabbisogno per recuperare l'enorme gap infrastrutturale rispetto all'Europa". Il saldo attivo nei confronti dell'Asia dovrebbe peggiorare di 750 miliardi con un effetto di quasi l'1% sulla produzione. Il deficit complessivo della bilancia commerciale chimica dovrebbe assestarsi sui 15000 miliardi. Guido Venturini, direttore generale di Federchimica, rispondendo alla domanda come la chimica italiana si prepara, quindi, alla sfida del nuovo millennio, ha detto che "negli anni '90 abbiamo risposto bene alla globalizzazione: abbiamo avuto la migliore performance di export tra i Paesi europei e la chimica èil settore italiano con la più alta percentuale di imprese che esportano (43, 9% contro il 17, 5% medio). Ciò che ci penalizza è la minore dinamicità della domanda interna, condizionata dalle politiche economiche restrittive: tra il 1990 e il 1998, infatti, la produzione è cresciuta solo dell'11, 4% contro una media europea del 26%. Effetto anche della scarsa capacità del Sistema Italia di rispondere rapidamente alle disponibilità di investimento delle imprese italiane ed estere". VENEZIA QUARANTOTTO LA SICUREZZA ELETTRICA NEI MUSEI: NORMA "PRIMA E UNICA IN EUROPA" Milano, 16 novembre 1998 - Alle ore 11. 00 del 18 novembre, presso il Touring Club Italiano, il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) presenta alla stampa una "Nuova norma per la sicurezza degli impianti elettrici nei musei e nei luoghi pregevoli per la rilevanza storica e artistica". Nell'annuncio si afferma che la norma è "prima e unica in Europa" e riveste una grandissima importanza per la tutela del patrimonio artistico italiano. Per l'occasione saranno presentati anche i dati relativi agli incidenti occorsi negli ultimi due anni al patrimonio artistico riconducibili a guasti degli impianti elettrici. Inoltre, dati sugli investimenti programmati dal Ministero dei Beni Culturali per il recupero e la conservazione del patrimonio artistico e una valutazione sulla dotazione degli impianti di sicurezza negli edifici monumentali del Paese. Infine, saranno annunciate importanti iniziative per un monitoraggio costante sulla sicurezza degli impianti tecnologici e per la definizione di una metodologia per il migliore utilizzo dei fondi per la salvaguardia del patrimonio artistico. Partecipano all'incontro Enrico Comellini, presidente CEI, Mauro Marchini, presidente della Commissione permanente per la sicurezza dei Beni Culturali del Ministero dei Beni Culturali, Paolo Amore, direttore del Centro Studi del Ministero dell'Interno, Antonio La Malfa, del Comando generale dei Vigili del Fuoco, Luciano Marchetti, commissario delegato per i Beni Culturali dell'Umbria, Adriano Agnati, vice direttore generale del Touring Club Italiano. |