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MILLENNIUM BUG (Y2K)
: UNA INDAGINE SUL PROBLEMA 2000 Milano, 28 gennaio 1999 - Nel corso di una conferenza stampa a Milano, la società Hal ha presentato i risultati di una indagine ("Osservatorio 2000") fatta eseguire dal Centro Eleusi dell'Università Bocconi sulla situazione delle medie aziende italiane in relazione alla questione del "baco del 2000" per i loro sistemi computerizzati. Dall'indagine, che adotta lo slogan "tutto a posto, niente in ordine", emerge che il 42 % delle medie aziende italiane risulta "vulnerabile" fino al prossimo marzo, il 33% non sarà pronto prima di giugno e il 31 % non lo sarà nemmeno alla data del 31 dicembre 1999. Nel frattempo, le date del nuovo secolo che inizia con il 2000 saranno già entrate nei sistemi operativi delle medesime imprese. L'indagine si è estesa a 7000 aziende. Valeria Severini, ricercatrice di Eleusi, ha spiegato che è diffuso un ottimismo " a dir poco paradossale" perché molti non si rendono ancora conto delle gravissime conseguenze che penalizzeranno coloro che non si saranno adeguati al cambiamento di data ma anche con riflessi negativi nei confronti di coloro che, invece, si saranno adeguati ma saranno costretti a corrispondere con sistemi di terzi irregolari. "Il confronto tra i dati del marzo 1998 e quelli di fine anno ha detto Valeria Severini dimostra infatti che più le aziende lavorano per l'adeguamento, più si rendono conto della complessità del problema e più si vedono costrette a spostare in avanti la data di ultimazione dei lavori". Il confronto fra le due fasi del monitoraggio evidenzia un significativo incremento nella percentuale di chi, tra imprenditori e manager EDP, sostiene di avere cominciato ad affrontare il problema e di chi si dichiara "già pronto al duemila". Tra installazioni di nuove versioni di software, modifiche a quelle esistenti e sostituzioni di piattaforme, una sorta di iperattivismo sembra aver caratterizzato il lavoro dell'impresa italiana nell'ultimo semestre. Ma con una analisi più approfondita si scopre che il 72% degli intervistati ignora la situazione dei propri interlocutori diretti (fornitori, banche, clienti) e anche che chi ritiene di essere già "2000 compliant" dimostra di non essere intervenuto sui PC o sulle reti e soprattutto di non avere preso ancora in considerazione i sistemi di allarme o le attrezzature produttive. Paolo Tedone, responsabile dell'Osservatorio 2000 (che ora si trasforma in un vero e proprio organismo di informazione permanente), ha detto che "l'attenzione si è focalizzata sui sistemi gestionali e questo non può lasciare tranquilli: tanto i PC quanto le reti costituiscono, infatti, ambiti tutt'altro che immuni dal baco del 2000, per ammissione degli stessi produttori e per i timori emersi in tutti gli altri Paesi. Per la piccola media impresa, l'area più vulnerabile al fatidico cambio sarà quella dei sistemi produttivi. E qui risulta che si è fatto davvero poco". Tra le risposte di previsione raccolte a marzo e quelle sullo stato di avanzamento dei lavori ottenute a novembre è risultato anche che tra le aziende che sono al lavoro da più tempo, una buona percentuale ammette ritardi sulla tabella di marcia ormai quantificabili tra i 6 e i 18 mesi. Infine, non si parla affatto del tempo occorrente per i test. Roberto Di Martino, presidente di Hal, che nel 1995 fu la prima società a lanciare l'allarme e che realizzò il "Bypass 2000", una tecnologia in grado di identificare il 100% delle date "year 2000 sensitive", ha detto che l'impegno della sua società "ci ha portato ad essere in prima linea nella campagna di sensibilizzazione sulla problematica 2000 e la collaborazione con la Bocconi e l'Osservatorio 2000 ne sono una testimonianza: "Ci auguriamo ha aggiunto che il nostro sforzo conduca a dei risultati e che sia affiancato da altri, consapevoli come noi dei rischi reali ai quali il nostro paese è esposto". Nel corso della conferenza stampa è anche emerso che il grave problema del quale si sono occupati di recente, ai massimi livelli, i governi di diversi paesi, il presidente degli Stati Uniti Clinton e il primo ministro britannico Toni Blair in prima linea, ebbe origine tra gli anni '60 e il principio dei '90 per pura ignavia da parte degli "addetti ai lavori" in materia di informatica: in linea di massima si pensò , erroneamente, che il 2000 fosse lontano nel tempo e che, nel frattempo, i sistemi informatici in essere sarebbero divenuti obsoleti e quindi sarebbero stati sostituiti da nuovi apparati e software, fatto che, invece, non si è verificato come nelle previsioni. Alla vicenda Y2K è stata anche dedicata, di recente, una videoconferenza tra Milano e la Casa Bianca a Washington dove esiste un ufficio speciale ad hoc. Alla conferenza stampa milanese è intervenuto anche il Senatore Nicolò Sella di Monteluce (FI), membro della Commissione Industria del Senato, promotore della Commissione governativa "Computer 2000". "La ricerca ha detto il Senatore Sella di Monteluce - testimonia il grave ritardo accumulato nel nostro Paese e prefigura enormi problemi di carattere tecnologico e finanziario: ecco perchè occorre intervenire subito, da una parte monitorando con attenzione il lavoro della Commissione governativa in modo che risponda puntualmente al Parlamento, e dall'altra proponendo sgravi fiscali per le piccole e medie aziende sotto forma di ammortamenti accelerati o crediti di imposta" per consentire gli adeguamenti dei loro sistemi informatici in tempo utile. Hal, fondata nel 1984, è specializzata nella progettazione di strumenti che consentono di automatizzare i processi di revisione del software e nella realizzazione di ERP per la meccanizzazione aziendale. Il prodotto di punta è il Bypass 2000 che, con oltre mille installazioni, viene oggi considerato il prodotto più diffuso al mondo contro il problema del millennium bug. In Italia Hal occupa 150 specialisti con fatturato 1999 previsto di circa 28 miliardi. Ha sedi a Milano, Bologna, Verona e Ancona. All'estero la società ha sedi in Francia (Hal France), Germania (Hal Informatica GmbH) e Nord America (Hal North America Ltd). |