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"ABOLISCI
UN MODULO. SALVA UN ALBERO" INIZIATIVA DI CONFARTIGIANATO Roma, 3 maggio 1999 - In un recente comunicato emesso dalla Confartigianato si legge che per smaltire i rifiuti la burocrazia costa ogni anno 1.400 miliardi alle imprese italiane e 1.000 alberi all'ambiente. Ogni anno vi sono 3 milioni di moduli da compilare, pari a 1.500 tonnellate di carta, per un corrispettivo di 50 milioni di ore di lavoro, 1.400 miliardi di spesa. Se la mole di alcuni certificati è stata ridotta, per gli adempimenti ambientali la burocrazia continua a pesare non poco. Le imprese italiane non hanno scelta: per denunciare e smaltire i rifiuti, cioè per contribuire a tutelare l'ambiente, paradossalmente sono costrette a fare il contrario: sprecare carta. Lo impone una cultura burocratica che in materia ambientale è dura a morire e continua ad essere basata sull'adempimento cartaceo, sulla compilazione di tonnellate di documenti necessari per compilarne altri e che poi giacciono dimenticati negli Uffici pubblici senza che nessuno li controlli. Documenti costosi ed inutili. Anzi, dannosi proprio per l'ambiente che dovrebbero difendere, oltre che per l'attività delle 500.000 imprese italiane interessate da tutto l'iter gestionale dei rifiuti. Confartigianato continua la sua battaglia contro la burocrazia, denunciando lo spreco di risorse ambientali (1.500 tonnellate di carta per i moduli da compilare), di risorse economiche (1.400 miliardi sottratti alle imprese), di tempo "rubato" al lavoro (50 milioni di ore l'anno) nella gestione dei rifiuti. E chiede procedure snelle ed efficaci, leggi semplici che consentano di rispettare l'ambiente senza penalizzare il sistema imprenditoriale. La stessa semplicità applicata in altri Paesi europei, come in Francia, dove la stima dei rifiuti prodotti e smaltiti dalle imprese avviene utilizzando un piccolo, significativo campione di imprese, in Belgio, dove la denuncia dei rifiuti è contenuta in un unico foglio, in Lussemburgo, dove non esiste alcuna denuncia rifiuti. Di recente in Piazza Montecitorio, il Presidente di Confartigianato Ivano Spalanzani ha offerto ad un gruppo di Parlamentari un piccolo albero, simbolo di un "ambiente da salvare, soprattutto dalle carte". Lo stesso albero è stato inviato a tutti i Ministri, ai Sottosegretari, ai componenti delle Commissioni Parlamentari di Camera e Senato, ai Segretari dei Partiti politici. "Mentre una parte del Governo - ha sottolineato Spalanzani - si sta impegnando in riforme innovative per eliminare inutili adempimenti e per semplificare la vita di cittadini e imprenditori, altri rappresentanti dell'Esecutivo sembrano andare controcorrente, insistendo ad introdurre nuovi e sempre più complicati adempimenti. Mentre da un lato c'è l'impegno a ridurre il carico fiscale sulle imprese, dall'altro continuano ad aumentare gli oneri impropri. E si insiste ad ignorare l'equazione: più burocrazia, meno occupazione". Qualche esempio della burocrazia ambientale. I rifiuti prodotti dalle imprese sono "censiti" attraverso il MUD (il Modello Unico di Dichiarazione), un monumentale "740 ambientale" che in 10 anni è cambiato 10 volte e che, tra modifiche e variazioni, risulta attualmente composto di appena 80 pagine. Quel che è peggio è che, dopo aver "bruciato" 100 miliardi di risorse imprenditoriali, tonnellate di carta, mobilitato centinaia di persone tra legislatori, politici, imprenditori, consulenti, addetti ai controlli, il risultato è pari a zero. I MUD giacciono abbandonati negli Uffici Pubblici, con buona pace della programmazione ambientale. Per gestire i rifiuti, il "corredo" minimo a carico delle imprese previsto dal Decreto Ronchi 22/97 contempla altri 5 ponderosi adempimenti: oltre al MUD, le imprese devono compilare i Registri di carico e scarico rifiuti, i formulari di trasporto, il documento di iscrizione all'Albo smaltitori, il formulario per l'iscrizione al sistema CONAI, le comunicazioni di recupero e le autorizzazioni allo smaltimento. E quando la burocrazia scatena la fantasia, accade che occorra compilare un modulo per richiedere altri moduli come quelli del formulario di trasporto rifiuti. Non finisce qui: avviene anche che se un imprenditore sbaglia a compilare uno dei tanti moduli (può capitare!) scattano sanzioni milionarie. E se lo stesso imprenditore dimostra trattarsi di un errore formale, la giustizia amministrativa anziché eliminare la sanzione si limita a ridurla. Insomma, rimane "colpevole" nonostante abbia provato la propria innocenza.
LE NUOVE FIGURE PROFESSIONALI DELL'I.C.T. E RICONVERSIONE
DEL PERSONALE EDP FRA TRE ANNI SCOMPARIRANNO I GIORNALI. |