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GUERRA BALCANICA:40.000 MILIARDI PER LA RICOSTRUZIONE Milano, 7 maggio 1999 - Secondo quanto e' emerso nel corso di un convegno svoltosi a Villa Foscarini Rossi,sulla Riviera del Brenta,il dopoguerra dell'attuale conflitto nei Balcani,costera' ai paesi industrializzati e all'Unione europea non meno di 20-30 miliardi di dollari,pari a oltre 40.000 miliardi di lire,per la realizzazione di un colossale programma di ricostruzione. Il programma e'gia'all'esame dei governi e degli organismi internazionali coinvolti tra i quali la World Bank e la BERS, la Banca europea per l'est,chiamate a ruoli straordinari di investimento,sostegno finanziarioo e rivitalizzazione economica ed infrastrutturale. L'iniziativa vedra' l'Italia ai primi posti.Il convegno di Villa Foscarini Rossi e'stato promosso dal Banco Ambrosiano Veneto (Gruppo Intesa) sul tema "World Bank partner finanziario verso i paesi dell' est ed i paesi mediterranei":sui problemi del dopoguerra nell'Europa Sudorientale si e'particolarmente soffermato il presidente di Ambroveneto, Francesco Cesarini,nella sua relazione conclusiva. Alle presentazioni degli attuali strumenti di finanziamento e di garanzia degli investimenti che fanno capo al gruppo Banca Mondiale,in particolare all'IFC e alla MIGA,svolte da Vikas Thapar,Maxwell Aitken, Zamani e dal direttore esecutivo per l'Italia dell'Istituto di Washington,Franco Passacantando,hanno fatto seguito i commenti e le proposte di alcuni imprenditori di spicco:Giancarlo Zacchello,presidente degli industriali di Venezia,il suo collega di Trieste Federico Pacorini,il presidente della Confindustria del Veneto Luigi Arsellini,Giuseppe Zoppas della Giunta esecutiva nazionale e membro del Business Advisory Council della SECI, e Ugo Mazza,direttore per le relazioni internazionali confindustriali. Saluti introduttivi sono stati portati dal presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan,e dal direttore centrale della Banca d'Italia Vincenzo Pontolillo. Nel corso del convegno,che e'stato organizzato dal Banco Ambrosiano Veneto,dagli industriali di Venezia e del Veneto,dagli organismi regionali di promozione verso le economie in transizione Finest e Informest, e'stata presentata una indagine preliminare sui problemi,gli ostacoli e le aspettative degli imprenditori italiani che hanno in corso investimenti nei paesi dell'Europa Sudorientale che fanno parte della SECI.L'analisi,realizzata da Csne -Centro Studi Nord Est di Venezia e da Informest di Gorizia per conto di Banca Intesa,e recentemente presentata a Roma al Ministero degli Affari Esteri,rispecchia una realta' potenziale di queste economie promettente ma anche una serie di fattori di rischio e difficolta' strutturali da superare rapidamente.Al vertice delle ragioni per investire ancora in un'area cosi' problematica,seppure promettente,sono stati indicati il costo del lavoro,la vicinanza ai mercati dei paesi in transizione,la bassa pressione fiscale,il contenimento della concorrenza dei paesi industriali piu' dinamici.Dall'altra parte vi sono gli ostacoli,i disincentivi,le remore che gli imprenditori -coinvolti nell'indagine preliminare di Banca Intesa,realizzata su un campione nazionale di imprenditori, nel quale tuttavia l'area Nord Est e dell'Adriatico rappresenta l'80 % delle risposte raccolte- hanno indicato con realismo,senza luoghi comuni,con attitudine costruttiva e promettente.Le riforme strutturali arriveranno nel medio periodo ma intanto gli investitori italiani chiedono di ottenere,nell'ambiente locale,rispetto delle leggi in vigore,ferma attitudine econtro la corruzione e i traffici illeciti,maggiore assistenza bancaria da parte delle banche italiane e internazionali,larga applicazione dell'arbitrato in luogo di cause civili dall'esito spesso incerto presso i tribunali.Ma al primo posto gli imprenditori pongono due specifici argomenti:primo,la richiesta di meccanismi finanziari regionali,nazionali o internazionali di garanzia sia dai rischi politici che,almeno in parte,da quelli legati alla transizione ed alle incertezze economiche;secondo,la certezza sulla legittimita'dei titoli di proprieta' fondiaria,immobiliare e azionaria soprattutto nel caso di joint venture,a tutela degli investimenti realizzati. INVICTA-DIADORA:RISULTATI IN CRESCITA.
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