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ASSEMBLEA ANNUALE ANCI "La ripresa è rinviata al prossimo anno" Il rallentamento delleconomia reale in tutti i Paesi dellEuropa comunitaria allontana la ripresa dellindustria calzaturiera italiana. Dopo un 1998 da dimenticare che ha fatto segnare un forte calo della produzione e delle esportazioni, nei primi mesi del 1999 la fase negativa si è un po attenuata. Ma per parlare di ripresa avverte il Presidente dellANCI, Maurizio Pizzuti, aprendo i lavori dellAssemblea Nazionale dellAssociazione bisognerà aspettare il prossimo anno". Pizzuti ha ricordato al Governo la necessità di adottare politiche che siano in grado di garantire la competitività delle imprese a cominciare ha sottolineato ricordando lappello lanciato ieri dal Governatore della Banca dItalia da una "consistente riduzione della pressione fiscale che dia fiato alle aziende". "Anche e soprattutto in presenza di queste difficoltà", il Presidente dei Calzaturieri Italiani, che lascia lincarico al termine del secondo mandato dopo aver guidato lAssociazione per quattro anni, ha rivendicato il "principio della libertà dimpresa" e ha esortato le forze politiche a non "demonizzare" quelle imprese che scelgono di portare altrove "pezzi" di produzione. "Delocalizzare non è reato", ha commentato Pizzuti sottolineando lintenzione delle aziende calzaturiere di "restare per quanto possibile a produrre nel nostro Paese". Ma deve essere il Governo ha aggiunto a "creare un contesto in cui sia possibile operare in condizioni competitive". E comunque "vanno rispettate le autonome e sovrane decisioni degli imprenditori che trasferiscono fasi produttive al di fuori dei confini nazionali". Anche in considerazione di questa situazione, Pizzuti ha auspicato che si trovi al più presto una soluzione "equilibrata" al "delicatissimo" problema del marchio "Made in Italy". Secondo il Presidente dellANCI non spetta solo, come ovvio, ai prodotti realizzati completamente nel nostro Paese fregiarsi di quel prestigioso marchio, ma anche a quelli in cui sia la fase iniziale della progettazione che quella finale, del montaggio e della finitura sia effettuata in Italia. Insomma i criteri per lattribuzione sottolinea Pizzuti devono essere quelli indicati dallArticolo 24 del Codice Doganale comunitario che parla espressamente di "lavorazione sostanziale". Dopo le prime avvisaglie nel 1997, lanno passato si è chiuso con un arretramento reale della produzione (-7,6%) non trascurabile, accompagnato da un deterioramento della bilancia commerciale, da sempre punto di forza della produzione italiana di calzature. Purtroppo le aspettative non ottimistiche previste per la prima parte dellanno in corso spiega Pizzuti si sono rivelate sostanzialmente corrette, al punto che, seguendo le principali evidenze emerse dalla presente analisi, il primo trimestre dellanno si archivia con la conferma dellarretramento registrato nei volumi produttivi relativi a tutto il 1998: la produzione, limitatamente al campione oggetto dellindagine, è infatti ulteriormente scesa del 3% in quantità e quasi dell1% in valore. Tali dati, sottolinea il Presidente dellANCI si abbinano ad una politica di prezzo che prosegue il suo andamento "a due facce": essa risulta infatti decisamente conservativa (addirittura 0,6%) sui mercati esteri, in virtù della necessità di salvaguardare le quote di mercato e gli investimenti effettuati; moderatamente elastica (+2,6%) sul mercato domestico, sia per la sostanziale tenuta dei consumi interni, sia per il minor peso che il mercato nazionale riveste solitamente nellofferta delle imprese calzaturiere. Per quanto riguarda i segmenti produttivi, i segni negativi si attenuano lievemente se si considerano le produzioni dei segmenti "donna" e "bambino", mentre si acuiscono passando ad osservare le dinamiche rilevate nei segmenti "uomo" e "sportivo". I dati ufficiali sullinterscambio commerciale fermi al consuntivo 1998 evidenziano un arretramento dellexport del 7,9% e del 3,7% rispettivamente in quantità e valore e una corrispondente lieve ripresa dellimport (+3% in quantità e 0,5% in valore).
INDAGINE RAPIDA CONGIUNTURALE - Maggio '99 *(I dati relativi allandamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dellindagine campionaria svolta presso gli Associati). L'industria calzaturiera italiana è inserita in un quadro congiunturale che, oramai da più di un anno, si può certamente definire di marcata debolezza. Dopo le prime avvisaglie nel 1997, l'anno passato si è chiuso con un arretramento reale della produzione (-7,6%) non trascurabile, accompagnato da un deterioramento della bilancia commerciale, da sempre punto di forza della produzione italiana di calzature. Purtroppo le aspettative non ottimistiche previste per la prima parte dell'anno in corso si sono rivelate sostanzialmente corrette, al punto che, seguendo le principali evidenze emerse dalla presente analisi, il primo trimestre dell'anno si archivia con la conferma dellarretramento registrato nei volumi produttivi relativi a tutto il 1998: la produzione, limitatamente al campione oggetto dellindagine, è infatti ulteriormente scesa del 3% in quantità e quasi dell'1% in valore. Tali dati si abbinano ad una politica di prezzo che prosegue il suo andamento "a due facce": essa risulta infatti decisamente conservativa (addirittura -0,6%) sui mercati esteri, in virtù della necessità di salvaguardare le quote di mercato e gli investimenti effettuati; moderatamente elastica (+2,6%) sul mercato domestico, sia per la sostanziale tenuta dei consumi interni, sia per il minor peso che il mercato nazionale riveste solitamente nell'offerta delle imprese calzaturiere. Per quanto riguarda i segmenti produttivi, i segni negativi si attenuano lievemente se si considerano le produzioni dei segmenti "donna" e "bambino", mentre si acuiscono passando ad osservare le dinamiche rilevate nei segmenti "uomo" e "sportivo". I dati ufficiali sull'interscambio commerciale, purtroppo, si fermano al consuntivo 1998 che vedeva un arretramento dell'export del 7,9% e del 3,7% rispettivamente in quantità e valore e una corrispondente lieve ripresa dell'import (+3% in quantità e 0,5% in valore), non consentendoci particolari approfondimenti in merito alle dinamiche sviluppatesi durante l'anno in corso. Per quanto riguarda il portafoglio ordini, i dati relativi al primo quadrimestre del 1999 non lasciano però molto spazio a facili ottimismi e confermano le aspettative che valutavano il 1999 come un altro anno di transizione negativa e di rinvio della ripresa. Segni negativi che tendono ad assottigliare i già esigui carnet degli ordinativi si realizzano infatti sul mercato interno (-2,2%), sul mercato tedesco (-2,4%), su quello americano (-3%), su quello giapponese in particolare (-5,8%), mentre incoraggianti segnali sembrano provenire dal comparto "altri paesi europei", che si caratterizza per una timida ripresa (+2,5%). Sempre con riferimento agli ordinativi, all'interno delle differenti aree di produzione si può individuare una intonazione comparativamente migliore per quanto riguarda il comparto uomo, soprattutto con riferimento all'area europea. La congiuntura non brillante è testimoniata anche dall'andamento gradualmente crescente delle scorte di magazzino e dal giudizio degli operatori in proposito, mediamente non favorevole, che testimonia una situazione congiunturale piuttosto affaticata e provoca un appesantimento della gestione delle voci del capitale circolante attraverso una crescita dei fabbisogni finanziari a breve termine. Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, seppur in presenza di una base statistica di dati ancora troppo limitata (2 mesi), è possibile rilevare alcuni segnali di inversione della situazione stagnante che domina la domanda interna ormai da diverso tempo: i consumi reali sono infatti rilevati in crescita (+6%) rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, anche se la spesa complessiva, risentendo del pesante processo di riallineamento dei prezzi medi, chiude il periodo considerato sostanzialmente sui medesimi livelli del 1998. Nel caso invece degli indicatori che si riferiscono alla forza lavoro, seppur sempre in presenza di un arco temporale rilevato piuttosto limitato (gennaio-marzo), i segnali si rivelano piuttosto negativi, con un incremento particolarmente rilevante nell'utilizzo degli strumenti di integrazione salariale, soprattutto nella loro componente ordinaria: nel primo trimestre dell'anno le ore di CIG ordinaria sono infatti quasi raddoppiate rispetto al primo trimestre del 1998. In sintesi, dunque, questa indagine rapida conferma purtroppo appieno le previsioni non ottimistiche per l'anno in corso, nel quale, accanto ad una dinamica internazionale sostanzialmente cedente ed un contesto domestico non certo esaltante, le imprese calzaturiere sono virtualmente costrette ad una politica di gestione che può solamente cercare di "limitare i danni", attraverso restrizioni di prezzo per il mantenimento delle quote di mercato e pressioni competitive causate dal restringimento del bacino di utenza della domanda: le tavole seguenti danno conto di tali situazioni e riassumono gli aspetti salienti della congiuntura. Per quanto riguarda le attese per la restante parte dell'anno, i dati del portafoglio ordini e le sensazioni che pervadono l'ambiente produttivo non paiono tali da poter generare aspettative favorevoli: con il passare del tempo, infatti, pur registrando le capacità di tenuta competitiva di buona parte delle imprese calzaturiere italiane, ci si convince sempre più che anche il 1999 rischia di rinviare al futuro la ripresa della domanda (soprattutto internazionale) che potrebbe far ripartire il settore e restituirgli il profilo competitivo di qualche anno fa.
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE Situazione C.I.G. - Gennaio-Marzo 1999 rispetto a Gennaio-Marzo 1998 Settore di attività industriale: Pelli e cuoio.
FONTE:INPS
CALZATURE CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE DATI SITA - primi 2 MESI 1999 - confronto dati dei rapporti bimestrali. PERIODO: GENNAIO - FEBBRAIO 1999 (RISPETTO A GENNAIO-FEBBRAIO 1998)
* Relax = Pantofole/ Zoccoli e ciabatte/ Espadrillas e simili, per uomo donna e bambino.
* Relax = Pantofole/ Zoccoli e ciabatte/ Espadrillas e simili, per uomo donna e bambino. FONTE: SITA NIELSEN |