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INFEZIONI INFANTILI: PREVENZIONE E CURA Milano, 25 giugno 1999 - Promossa dalla casa farmaceutica francese Pierre Fabre Pharma, con intervento di noti pediatri si è svolta una conferenza stampa sul problema delle infezioni nei bambini dal titolo"Prevenire oggi le infezioni dello scolaro di domani. Infezioni recidivanti del bambino: aspetti sociali". Secondo una ricerca di 4 anni fa, che aveva coinvolto 700 pediatri di base, il 60% dei bambini che erano ricorsi alle loro cure presentavano patologie respiratorie: sinusiti, raffreddori, faringiti, tonsilliti, laringiti, bronchiti con o senza asma, broncopolmoniti, il tutto spesso in forme non gravi ma fastidiose. D'altra parte è stato rilevato che i bambini che si ammalano spesso costituiscono un problema per i pediatri che li hanno in cura, ma lo sono ancor più per i genitori e gli insegnanti, per il mondo della scuola e anche per il lavoro: in termini di giornate scolastiche perdute e di conseguenti ore o giornate perse dai genitori per assistere i loro bambini ammalati. Pertanto, il problema viene considerato non solo di natura medica ma anche "farmaeconomica". È stato constatato che alla nascita l'essere umano possiede due sistemi del proprio organismo non ancora in grado di funzionare completamente, il sistema nervoso e quello immunita, rio. Quest' ultimo è "vergine" e necessita di qualche stimolo immunologico per poter crescere e maturare: il rodaggio inizia con il latte materno (nutrienti, allergeni) e prosegue con alcuni dei numerosi agenti infettivi che popolano il pianeta (virus, batteri, miceti). Ma il sistema immunologico dei bambini non solo è inesperto, ma anche immaturo e impiega più tempo, rispetto ai giovani e agli adulti, per respingere le aggressioni virali e batteriche. Un aiuto deriva dalle vaccinazioni che, inoculando l'antigene delle malattie infettive ne evita lo sviluppo. Grazie alle vaccinazioni sono state debellate malattie infettive gravi, come poliomelite, difterite, tetano e vaiolo. Ma le vaccinazioni sono inefficaci contro le infezioni respiratorie, provocate da una miriade di germi. La strategia attuale è quella di aiutare la maturazione del sistema immunologico utilizzando immunomodulatori di diverso genere: tra questi il migliore è sempre la sostanza contro la quale la natura ha predisposto il sistema immune utilizzando ad agire il cosiddetto antigene, cioè la molecola proteica (non importa se batterica o virale) portatrice della specificità immunologica del germe aggressore. "Così , dopo alcuni anni di confusione e di sperimentazione, sono usciti di scena gli immunomodulatori derivati dal timo per lasciare il passo a quelli a base di antigeni di tipo batterico". In occasione di un recente congresso dell'European Society for Paedriatic Haematology and Immunology è stata affermata la validità di uno di questi immunomodulatori (l'Immucytal della Pierre Fabre Pharma) nell'aumentare le difese naturali dell'organismo infantile contro le infezioni respiratorie. Il principio attivo del farmaco francese è costituito da frazioni di "ribosomi" dei batteri che più frequentemente sono causa nelle infezioni respiratorie e otorinolaringoiatriche della prima infanzia e da frazioni di membrana di Klebsiella pneumoniae, responsabile della protezione aspecifica contro gli attacchi batterici e virali. I ribosomi sono parti dei batteri che contengono la maggior quantità di antigeni. La preparazione assume così il ruolo immunomodulante generale (stimola la produzione delle T-cellule e dei macrofagi) e quello di immunomodulatore specifico, grazie alla scelta di una gamma di batteri che frequentemente sono in causa nelle infezioni respiratorie dei bambini. Ogni ribosoma risulta avere una potenza immunologica 1000 volte superiore a quella dell'intero batterio. I risultati hanno dimostrato una riduzione del 60% delle infezioni respiratorie nel bambino, una riduzione dell'intensità delle infezioni e una riduzione della necessità di fare l'antibioticoterapia. Tutto ciò si traduce in una riduzione del 60% delle assenze scolastiche, del 50% delle giornate di lavoro perse dai genitori e di circa il 40% della spesa sanitaria. Nel corso dell'incontro è stata anche ricordata l'importanza di una "corretta gestione" dei bambini: "evitare contatti intensi e precoci con altri bambini; evitare inquinanti domestici e atmosferici; evitare in particolare il fumo della sigaretta; rispettare i tempi biologici del sistema immune; quando il bambino è affetto da infezione respiratoria, deve poter avere la sua convalescenza". È stato infine sottolineato che la terapia immunomodulante deve essere proposta prima che il fenomeno clinico si scateni, cioè prima dell'ingresso nella comunità e soprattutto prima che il bambino entri all'asilo. Le infezioni respiratorie sono caratteristiche del periodo autunno-inverno ma è opportuno intervenire già in estate, soprattutto per i bambini di prima socializzazione. All'incontro sono intervenuti il prof. Marcello Giovannini, direttore della Clinica Pediatrica dell'Ospedale S. Paolo, Università di Milano, e il dottor Alessandro Fiocchi, aiuto della medesima Clinica Pediatrica. 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