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IL CENTRO PER LA RICERCA
REGIONALE APPLICATA VALUTA LA SITUAZIONE DELLE REGIONI RUSSE
Mosca 10 marzo 2000 - Il Centro per la Ricerca Regionale Applicata (Crar) e' un
consorzio non-commerciale composto dal Sindacato Economico delle Citta' Russe,
l'Associazione delle Citta' in Siberia e nelle Regioni dell'estremo oriente
russo (Acsfr), la Rakurs-Pr e l'Istituto per le Comunicazioni Umanitarie. Il
Centro per la Ricerca Regionale Applicata e' specializzato nella raccolta, nel
trattamento e nell'analisi delle informazioni relative alle 89 regioni russe,
singolarmente, che riguardano i seguenti temi: Situazione economica e
sociale - Valutazione della situazione relativa agli investimenti nelle regioni
- Le persone piu' influenti a livello federale, regionale ed industriale -
Situazione e prospetti delle imprese industriali - Necessita' delle persone
relative ai servizi ed alle merci - Consigli sul marketing, la pubblicita' e
campagne di Pubbliche Relazioni -Analisi delle informazioni dei media - Quando
abbiamo a che fare con tale tematica, ci basiamo sul monitoraggio di - Media
nazionali e locali - Sondaggi di esperti - Sondaggi d'opinione pubblica Il
controllo dei media nazionali e locali e' iniziato il 14 Luglio 1999 e svolge i
seguenti compiti - Controllo non stop di cinque emittenti televisive russe (Ort,
Rtr, Central Tv, Ntv, Tv-6) - Controllo non stop di quattro principali stazioni
radio russe (Mayak, Radio of Russia, Radio-1, Echo of Moscow) - Controllo della
stampa dei media: piu' di 50 quotidiani e riviste nazionali e piu' di 100 locali
- Risorse web Ogni giorno sono disponibili i risultati del giorno precedente. Il
database di controllo ottiene informazioni su persone, organizzazioni
socio-politiche e i temi caldi di attualita'. Allo stesso tempo, la frequenza e
la tendenza (negativa, neutra, positiva) delle informazioni viene costantemente
fissato. I risultati del controllo relativi ad un qualsiasi periodo possono
essere forniti sotto forma di testi scritti, nonche' di testi analitici quali
schede e diagrammi, che mostrano la dinamica del processo. Il prodotto di
controllo del Crar e' molto popolare tra i maggiori esperti media e fonti
governative. E' spesso menzionato nel servizio russo della Bbc e spesso vi si fa
riferimento in uno dei piu' importanti quotidiani russi, il Mir za nedeliu. I
sondaggi di esperti che svolgiamo rivelano l'attitudine di esperti qualificati
nel settore specifico. Le opinioni degli esperti sono considerate informazioni
informali e valutazioni formali, in certe forme specifiche. I metodi di
sondaggio ci permettono di combinare le opinioni colloquiali degli esperti con
la loro esatta valutazione matematica. Il Centro per la Ricerca Regionale
Applicata ha una tecnologia di sondaggio all'avanguardia che permette l'uso di
diversi metodi di trattamento dei dati. I sondaggi d'opinione pubblica, che
vengono effettuati dal Centro per la Ricerca Regionale Applicata, sono ricerche
sociologiche a carattere molto ampio. Il Centro per la Ricerca Regionale
Applicata ha effettuato finora 336 sondaggi di opinione nei collegi elettorali
da Giugno a Dicembre 1999. I sondaggi di opinione pubblica sono stati effettuati
usando metodi quali le interviste personali durante campagne porta a porta e su
campioni rappresentativi con piu' di 1000 persone che hanno risposto per ogni
collegio elettorale. Il dipartimento dell'opinione pubblica del Centro per la
Ricerca Regionale Applicata e' in grado di effettuare sondaggi di opinione in 24
diverse regioni russe contemporaneamente. I risultati vengono presentati sotto
forma di schede, note analitiche, tavole lineari e bidimensionali delle risposte
fornite. L'uso di vari modelli ci permette di migliorare l'esattezza dei
risultati, di rivelare non solo le particolari possibilita' che un candidato ha
di vincere, ma anche di analizzare il processo di valutazione effettuato dagli
esperti, le priorita' ed i livelli di conformita'. Usando la tecnologia di
analisi del modello, possiamo ottenere la valutazione di un esperto relativa a
domande che non erano mai state poste prima ed usare i risultati per analizzare
piu' a fondo la situazione. Le informazioni formali del questionario ci
permettono di ottenere un'analisi generale della situazione non solo all'interno
dei collegi elettorali, ma anche nelle regioni e nell'intera Russia. Per
informazioni: Centro per la Ricerca Regionale Applicata, Mosca, Tel
+7-095-290-4952, o +7-095-916-6711/
CICLISMO: GIRO DEL
TIRRENO-ADRIATICO MAPEI-QUICK STEP - FREIRE: MAL DI SCHIENA DI ORIGINE MUSCOLARE
Milano, 10 marzo. Oscar Freire, afflitto da qualche tempo da un fastidioso mal
di schiena, si è sottoposto ad una prima serie di esami di tipo
radio-diagnostico. Gli accertamenti, effettuati dal dottor Matteo Migliore del
reparto neurochirurgia del Policlinico di Milano, escludono patologie di tipo
discale. Si presume che i dolori alla schiena siano di origine muscolare. Oscar
Freire, le cui condizioni non destano particolari preoccupazioni, partecipa alla
Tirreno-Adriatico. Lo staff medico della Mapei-Quick Step, in accordo con il
dottor Migliore, ha previsto una serie di accertamenti suplettivi da effettuarsi
dopo la Milano-Sanremo. www.mapei.it .(A.B)
UNA BREVE SCHEDA SUI CAMPI DA
GOLF CHE NON SONO AFFATTO INNOCUI COME PARREBBE AD UNA VALUTAZIONE
SUPERFICIALE
Milano, 10 marzo 2000 - Nel 1994 ne esistevano nel mondo circa 25 mila, pari
alla superficie del Belgio. In Gran Bretagna il rapporto fra numero di giocatori
di golf e numero di campi era, nel 1993, di 1000 a uno. In Italia, nello stesso
anno, era di 271 giocatori per ogni campo (162 campi per 44 mila affiliati alla
Federgolf). Se si considera che in Gran Bretagna il golf è molto più popolare
che in Italia, si deve concludere che i campi da golf esistenti nel 1994 erano
abbastanza per accontentare gli appassionati italiani. In altre parole, in
Italia non c'è bisogno di nuovi campi da golf. Si legge sulla rivista Capital
del 1993 "Rispetto a 5 anni fa nel Lazio abbiamo il 30 per cento di campi
in più nati più che altro per interessi di speculazione edilizia", ovvero
per aumentare il valore degli immobili che vengono costruiti nelle adiacenze dei
campi. In Tailandia nasce un nuovo impianto ogni dieci giorni. Per i golfisti
giapponesi è più economico giocare a golf in Tailandia che in Giappone. Lo
stesso potrebbe dirsi dell' Italia, che dista pochi chilometri dalla Tunisia,
dove i prezzi degli alberghi sono più convenienti e i campi da golf sono
spuntati come funghi nelle adiacenze delle strutture alberghiere. L'occupazione
è sostanzialmente a breve durata : se per costruire il campo possono essere
assunte al massimo 3-400 persone, solo 30-40 sono necessarie per la sua
manutenzione. Si tratta di personale di minima qualifica professionale. Per
informazioni: http://utenti.tripod.it/dossierisarenas/golf.htm
(Gevam)
AGRICOLTURA TRANSGENICA ED OGM
(ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI)
Milano, 10 marzo 2000 Mentre si moltiplicano le iniziative locali in Italia e
nel mondo soprattutto occidentale, per sensibilizzare i consumatori e gli
agricoltori ed indurre i governi e le amministrazioni pubbliche locali ad
assumere provvedimenti che limitino il loro diffondersi, pericoli ben più
insidiosi e gravi passano quasi sotto silenzio, e solo interventi eclatanti come
quello recente di Greenpeace, che ha fermato per alcune ore una nave mercantile
che trasportava soia geneticamente modificata destinata all'alimentazione
animale, ha consentito di rendersi conto che il fenomeno è praticamente
inarrestabile, in quanto entrando nella catena alimentare attraverso i mangimi
destinati agli allevamenti, è inevitabile che anche i consumatori di carne
finiscano per assimilare gli Ogm. Un altro di questi pericoli emerso
recentemente ma poco risaltato dai media è il fatto che in meno di dieci anni
in Cina, meta' della superficie agricola sarà utilizzata per coltivazione
transgeniche. Lo ha infatti recentemente comunicato Zhangliang Chen,
responsabile scientifico del governo di Pechino, alla conferenza internazionale
di Edimburgo sui cibi transgenici. Perché a suo dire i semi modificati
geneticamente permettono coltivazioni ad alto rendimento senza impiego di
pesticidi. E' evidente che il governo comunista cinese continua imperterrito a
non avere alcuna attenzione per le problematiche ambientali e per i rischi
sanitari dei consumatori, come ha ampiamente dimostrato finora con le continue e
gravissime devastazioni compiute con le gigantesche opere pubbliche (ad es. le
dighe), con i massicci inquinamenti delle industrie pesanti, con l'uso intensivo
dei fitofarmaci in agricoltura, ecc.. non essendo assolutamente applicato in
Cina il principio di cautela (o di precauzione) e l'apprendimento
dall'esperienza propria ed altrui, ma vengono favorite discutibili priorità
economiche ed occupazionali ed incrementi produttivi ingiustificati dal mercato.
Considerando che la Cina è un paese gigantesco con i suoi circa 9, 6 milioni di
kmq dei quali il 10% è coltivato, e 1, 25 miliardi di abitanti, la maggioranza
dei quali ancora dedita all'agricoltura, forse sarebbe il caso di preoccuparsi
ed occuparsene con maggiore determinazione. (Gevam)
AL VIA IL SECONDO ANNO DI
SPONSORIZZAZIONE TELEGLOBE DEL TEAM DI FORMULA UNO BAR
Milano, 10 marzo 2000 - Il Gran
Premio d'Australia, che aprirà la stagione il 12 marzo a Melbourne, vede il
team Bar schierare al nastro di partenza la coppia di piloti composta dall'ex
campione del mondo canadese Jacques Villeneuve e dall'astro nascente brasiliano
Ricardo Zonta Milano, 6 marzo 2000 - "L'accordo quinquennale con il team
British American Racing, dimostra l'impegno di Teleglobe nello sviluppo di un
rapporto duraturo con questa prestigiosa scuderia", ha spiegato Martin
Tiernay, Director, Global Sponsorship di Teleglobe. "Dopo una prima
stagione in Formula Uno ricca di soddisfazioni, Teleglobe ha rafforzato la sua
convinzione, quale leader globale nelle telecomunicazioni, di avere molto da
offrire al mondo delle corse automobilistiche". L'accordo di
sponsorizzazione del Team Bar da parte di Teleglobe si inquadra nella strategia
di sviluppo della società che punta ad ampliarne le attività e ad accrescerne
la visibilità a livello mondiale. In quest'ottica l'accordo garantisce a
Teleglobe e alla sua consociata Excel Communications una forte presenza del
brand nella scuderia British American Racing a livello di vetture, accessori e
uniformi dei piloti. Il connubio tra Teleglobe e il mondo della Formula Uno si
propone di consolidare ulteriormente la fama di Teleglobe come leader mondiale
nel know-how, nell'innovazione e nelle tecnologie avanzate. "Teleglobe
intende capitalizzare, soprattutto nelle sue aree di interesse, il ritorno
d'immagine derivante dall'associazione del suo nome con discipline sportive come
la Formula Uno, caratterizzate da una tecnologia all'avanguardia e da una
immensa popolarità", ha proseguito Tiernay. "Il settore delle
telecomunicazioni si fonda totalmente sulla tecnologia e la sponsorizzazione del
team Bar rappresenta il veicolo ideale attraverso il quale rinnovare le nostre
iniziative di marketing a livello mondiale". Teleglobe è tra i pionieri
nello sviluppo di soluzioni digitali globali per Internet Service Provider,
content provider, carrier e aziende. Molto più di un semplice network provider,
Teleglobe è stata in grado di offrire risposte efficaci alla crescente e
inesauribile domanda di bandwidth delle applicazioni di telecomunicazione,
mantenendosi ai vertici del settore per la qualità delle sue proposte, pur
battendo nuove strade alla ricerca di approcci e di servizi dati innovativi.
"La partnership tra Teleglobe e British American Racing vanta al suo attivo
tutti gli elementi di una collaborazione di valore assoluto", ha
sottolineato Tiernay. "Questa scuderia è realmente il partner che fa per
noi, in quanto si tratta di un leader nell'innovazione che - come Teleglobe - sa
assumersi determinati rischi per ottenere un successo completo. Si tratta di una
filosofia che paga, tanto nelle telecomunicazioni quanto in Formula Uno".
La nuova livrea del team Bar per la stagione di Formula Uno 2000 è stata
presentata nel corso della presentazione stampa recentemente tenuta a Londra.
"Teleglobe guarda con grande ottimismo e fiducia agli sviluppi del rapporto
con il team British American Racing nel 2000", ha concluso Tiernay.
"La partnership con un leader mondiale del calibro di Honda apre infatti
nuove e interessanti prospettive. I test del nuovo propulsore sono stati
positivi e i responsabili del team si sono dichiarati fiduciosi sulle possibilità
della vettura per la stagione che sta per iniziare. Teleglobe non può quindi
che essere fiera di vedere il proprio nome legato a una scuderia tanto dinamica
e intraprendente come il team Bar, e non mancherà sicuramente di offrirle tutto
il suo appoggio anche sui circuiti di gara".
I DELFINI POSSONO PARLARE' IL
PRIMO CONVEGNO DI GARDALAND SUGLI ESSERI VIVENTI E LA COMUNICAZIONE
Gardaland, 10 marzo 2000 - Il linguaggio, dalla forma più semplice a quella più
complessa, è una questione assai controversa: c'è chi sostiene che sia una
prerogativa umana e che sia assolutamente improprio usare questo termine al di
fuori della specie umana, c'è chi invece è fermamente convinto che anche gli
animali ne abbiano uno. Gli animali "parlanti" hanno accompagnato
l'infanzia di tutti noi, in epoche e culture diverse; l'uomo da sempre ha
nutrito un forte interesse verso la possibilità di comunicare con gli animali e
di scoprire una chiave che permetta di decodificare i loro messaggi. Il
linguista Benveniste sosteneva che non esiste linguaggio senza voce (1966),
forse deve essere stata questa la ragione che ha spinto i ricercatori, nella
prima metà del secolo, a cercare di insegnare alle scimmie a usare i nostri
vocaboli, comunicando oralmente. Dal momento che esse, per ragioni anatomiche,
impararono a pronunciare solo poche parole si giunse alla semplice conclusione
che gli animali non possedevano alcun tipo di linguaggio. Nella seconda metà
del secolo, l'impostazione degli esperimenti cambiò radicalmente, e di
conseguenza anche i risultati. Le scimmie antropomorfe sembrano essere in grado
di apprendere un linguaggio simbolico, composto di gesti o di figure. La
giornata di studi sarà dedicata, ad una specie le cui sorprendenti capacità
comunicative sono conosciute ancora solo in una cerchia ristretta di studiosi: i
delfini (Tursiops truncatus). Questi animali usano un linguaggio, appreso
spontaneamente e decodificabile all'interno di un gruppo, e mostrano, in sede
sperimentale, la capacità di imparare un linguaggio artificiale dotato di
precise regole semantiche e sintattiche. Interverranno: Louis Herman, psicologo
(Hawaii), Massimo Azzali, ingegnere (Italia) Lorenzo Von Fersen, biologo
(Argentina) Al termine della presentazione dei lavori verrà organizzata una
tavola rotonda con la partecipazione di Ugo Volli (filosofo), Giorgio Celli
(etologo) e Nicoletta Salvatori (direttrice del mensile Airone) per discutere e
confrontarsi sugli argomenti trattati. Registrazione al convegno Dal 15 marzo
2000. E' possibile iscriversi gratuitamente (specificando nome, indirizzo,
telefono, fax, e-mail e area di interesse) presso il sito: www.Gardaland.it o
per posta intestato a: Primo Incontro di Gardaland su Esseri Viventi e
Comunicazione Gardaland S.p.a. Loc. Ronchi 37014 Castelnuovo d/G Verona
Programma finale in rete dal 30 aprile 2000 (Gevam)
CON "MIRTI" L'EUROPA
GUARDA AL TELELAVORO
Milano, 10 marzo 2000 Il progetto europeo "Mirti" (Model of Industrial
Relations in Telework Innovation) comprende una serie di azioni significative
per promuovere online la conoscenza delle opportunita' e degli strumenti offerti
dal telelavoro. La seconda fase del progetto, "Mirti On-line", e'
partita da qualche mese e prevede a breve termine il lancio del sito web "Euro-Telework"
per la diffusione di idee, documenti e informazioni sul telelavoro. Di
particolare rilevanza risulta inoltre la guida al telelavoro prodotta
all'interno del progetto e ora disponibile sul Web: un manuale finalizzato a
fornire a pubbliche amministrazioni ed aziende le coordinate e i criteri
principali di azione per introdurre il telelavoro nella loro struttura
organizzativa. Infolink http://www.telework-mirti.org/
Per informazioni Barbara Pescetto email info@mirti-on-line.org
LE TENDENZE MODA FEMMINILE
AUTUNNO-INVERNO 2000-2001
Milano, 10 marzo 2000 - E' calato il sipario tra successi e applausi sul magico palcoscenico della moda
femminile presentata a Milano Collezioni e a Momi-Modamilano per il primo
autunno e inverno del terzo millennio. In risposta a tutte le modernità torna
l'eleganza ricostruita vecchio stile, dove non c'è tuttavia nulla di rétro.
Camicetta, gonna e borsetta classiche. Un perbenismo disinvolto che piace alle
donne perché è l'unico a seguire quelle che una volta erano le regole della
vera eleganza: lunghezze al ginocchio, proporzioni ben disegnate ed equilibrate,
linee ammorbidite che sottolineano con discrezione la silhouette, stile curato
in tutti i dettagli (la scarpa uguale alla borsa e in certi casi anche al
cappello, sempre i guanti e spesso, e volentieri, il cappotto abbinato alla
gonna). Anche quando è giovane la donna del prossimo autunno-inverno non perde
di vista la ricerca del "bon ton", pur lasciandosi andare a qualche
trasgressione. Il minimalismo freddo e incolore delle stagioni passate non è
traghettato nel 2000 e i materiali ipertecnologici sono dimenticati: il
guardaroba è ora tutto affidato a tessuti naturali quali lane, magari lavorate
a telaio per un effetto maglia, sete, crêpe, velluti. Colori raffinati, toni
vivaci e decisi mischiati in modo quasi casuale e materiali metropolitani nella
collezione di Luciano Soprani, che è riuscito meglio del solito a coniugare la
tradizione della casa con le tendenze emergenti. Le linee, accostate e
essenziali, convivono con i volumi gonfi e ondeggianti degli abiti da sera e il
nero si esibisce ricoperto di ricami etnici di ispirazione peruviana. Spontanea
e un po' ironica è la donna dal fascino contemporaneo di Gai Mattiolo, che
rintraccia nel passato gli intramontabili punti di riferimento dell'eleganza
classica, dal little black dress e gonna al giacchino, al cappottino a vestaglia
o redingote, realizzati in un mohair molto spesso e pettinato. La sera è un
tripudio di luminescenze lunari fatte di cristalli Swarovski, pizzi a più
strati e garze metalliche. Tra il rosso delle rose soraya, l'arancio degli
agrumi, il rosa dei ciclamini sbocciano invece fiori in Casa Burani, che
utilizza per la collezione autunno-inverno del nuovo millennio originali
sfumature. L'abito è protagonista, lungo o corto, aderente o di linea diritta,
un po' rigido, un po' fluido, un po' country, un po' folk. Ci sono anche tanti
due pezzi sciolti, molti abiti sottoveste con rose stampate, gonne come fiori e
top di strass e pizzi. Lo stile di Mariella Burani da anni è fatto così:
originale e speciale. Tanta maglia, bella, calda e colorata, da Martino Midali
che avvolge la donna in morbidi pellicciotti tricot, spugnosi ed ecologici, in
eleganti cappotti e giacche, ma anche in gonne sbieche, caftani, kimoni e over
di peluche imprimé di ispirazione etnica. Corre sul filo della couture la
collezione De Santis Dali - giovane e promettente griffe italo-tunisina - che
presenta con ricercata semplicità capi dallo stile new classic. A cominciare
dal tailleur in mohair tartan caldo e peloso che s'impiglia in pieghe inusuali
sui polsi e scopre tagli a sorpresa nelle costruzioni in tactel segnate da
profili di pelle. In perfetto abbinamento con gli abiti è la dressbag by
Orobianco, l'accessorio scrigno che si propone come un nuovo modo di indossare
la borsa. Tutta studiata per garantire un perfetto equilibrio fra tradizione e
tecnologia è la collezione di Valerie Campbell (mamma della top model Naomi),
che presenta capi eleganti, ma pratici che si possono intercambiare, secondo la
necessità al momento dell'uso e che sono sempre pronti all'indosso, anche
appena usciti dalla valigia. Anche "La Maison Bleue" esaudisce i
desideri della donna di classe dallo stile spiritoso e crea per lei mix di
tecniche e di tessuti con passamanerie e lane cotte in taglio vivo uniti a
classiche basi di morbida angoretta, creando un look neo-folk di assoluto
impatto. Di tutt'altro tipo, ma strepitosa per funzionalità coniugata alla
praticità d'uso la collezione Gherardini, che punta sull'utilizzo di un
materiale estremamente tecnico totalmente idrorepellente e sulla versatilità
degli accessori che ruotano attorno ai capi trasformandoli: così un cappuccio
diventa un pratico secchiello, un manicotto diventa un marsupio, tutto può
assumere una funzione differente a seconda delle esigenze. Punta alle più
dinamiche della "new generation" - un po' Barbie, un po' Bond girl -
Eggyütt, la griffe che per l'autunno-inverno prossimi veste la donna di pelle,
che sia lapin effetto castorette o nappa o montone e riporta in vita la camicia,
di qualsiasi taglio purché leggera, sobria e molto "bon genre".
Discrezione e eleganza è la chiave di lettura della collezione Gibierre Donna,
giocata sull'abbinamento di lavorazioni classiche con materiali gonfi e leggeri:
mohair e cachemire per gli uniti, ricami con fili di lana per le fantasie. Siamo
nel 2000 da Mario Valentino. La sua è una donna sicura di sé, sofisticata e
sexy, che sceglie i colori vivaci: arancio, rosso, viola oro, turchese, cobalto,
lilla rendono allegra una moda con forte personalità. Lusso orientato verso un
modo di vestire più "easy" da Borbonese, dove montoni, pelli, feltri
e tweed si mescolano in modo informale e inedito, giocando su colori intensi e
molto femminili: dal rosso all'azzurro, passando per i naturali.
"Aerea" è l'aggettivo che meglio si addice alla collezione tutta
cachemire di Agnona, un mix di lusso e femminilità dove la forma asseconda
l'attitudine del prezioso tessuto. Design caldi ed emotivi, come i colori
naturali del cachemire: bianco, panna, crema, beige, ma anche qualche verde,
lilla, marrone e melanzana. Disinvolta e piena di entusiasmo ed energia è la
giovane signora che la griffe Borgofiori, prodotta da Marzotto, ha delineato per
la sua sofisticata collezione: pantaloni larghi con vita bassa da abbinare a
twin set o a giacche ben costruite, cappotti in nylon techno con interni giocati
in colori complementari, sempre staccabili per graduarne peso e funzione.
Scoppia di colori, decisi, contrastanti, solari la collezione United Colors Of
Benetton, dove la maglia torna alla grande: a trama grossa, con l'aria di essere
fatta ai ferri o all'uncinetto, lavorata all'irlandese, a jacquard peruviano,
cotta ed elastica, goffrata simil-astrakan. Dai twin set "bon ton" a
maglia rasata, al cappotto melange, dal poncho sfrangiato ai coprispalla rigati
e traforati. Colore e ancora colore da Livio De Simone, che porta nel Duemila
tessuti corposi dal tweed al feltro, ma anche jersey di lana e angoretta e
tessuti con effetti tye-dye. Il cotone la fa da padrone nella collezione Ddd -
Dress Down Day di Avirex: nel gabardine dei pantaloni Chinos, garzato
all'interno per una piacevole sensazione di tepore, nei velluti a coste di
giacche e pantaloni, nell'Oxford delavato, nel piqué delle classiche ed
intramontabili polo. Interessanti i gilet con doppia imbottitura in piuma, le
ruvide giacche con interni staccabili, i giubbotti reversibili caldi e leggeri
indispensabili nella stagione fredda per la vita all'aria aperta. Ma la
passerella milanese attira anche qualche stravaganza. E così Roberto Cavalli
lascia un segno nel nuovo secolo portando in scena una originale e rinnovata
stampa wild dall'appeal particolare, a metà tra seduzione e lusso, per abiti e
pantaloni, ma anche molta pelle, a volte lavorata con incisioni al laser per
creare un effetto ricamo. In vena di cose estrose è anche Gigliola Curiel, che
manda in passerella una singolare collezione di vestiti smontabili,
intercambiabili e reversibili: con qualche strappo qua e là e qualche aggiunta
gli abiti si trasformano completamente. Nel complesso, comunque, poche le
stravaganze. Forse per questa ragione la moda presentata in questo esordio di
secolo a Milano Collezioni e a MoMi-Modamilano ha decisamente convinto. (S.Valier)
EFFETTO NOIR UN SOTTILE SENSO DI
PIACEVOLE PAURA: LETTERATURA FUMETTO E CINEMA
Trento 10 marzo 2000 Dopo Tex e la Fantascienza, Trento esplora il
"Noir". Dal 12 maggio al 25 giugno, nella sede espositiva del Centro
Culturale Santa Chiara, i protagonisti del fumetto, della letteratura e del
cinema ci guidano dentro i meandri più oscuri del nostro io, immergendoci
"nell'Effetto Noir" che garantisce quel "Sottile Senso di
Piacevole Paura" che ha conquistato, in ogni epoca e latitudine, legioni di
persone. La mostra "Effetto Noir. Un sottile senso di piacevole paura"
, ideata come le due precedenti da Roberto Festi che ne è anche il curatore
insieme ad Hiroshima mon Amour, è promossa dall'Assessorato alla Cultura della
Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con la Casa Edritrice Astorina,
Sergio Bonelli Editore e lo studio bibliografico Little Nemo. Com'è
consuetudine di questo fortunato ciclo espositivo, anche la mostra sul Noir,
dopo Trento, sarà riallestita a Torino e a Carpi. Il noir (il termine francese
risulta molto più evocativo della sua traduzione italiana) indica uno spazio
"ai confini" della ragione, quell'angolo estremo di anima che è
sempre lì, pronto ad emergere e sconvolgere equilibri, ad affermare che il
lieto fine non è connaturato alle cose di questo mondo. E' ciò che si nasconde
dietro la maschera e non è un caso che molti protagonisti del noir la
indossino. Non importa che siano criminali o giustizieri, perché il confine tra
vittima e carnefice è labile ed i ruoli interscambiabili. Positivi o negativi
gli eroi del noir hanno in comune un marchio di dannazione: angeli dalla faccia
sporca, delinquenti incalliti o psicotici alla disperata ricerca di amore e
morte. Allignano tra le ombre della città e della vita quotidiana; a far loro
da sfondo non sono castelli esotici o mondi di fantasia, ma vicoli bui,
squallide periferie, normalità ossessive, società dorate e marce. Se al noir
si potesse dare una paternità, questa spetterebbe ad Edgar Allan Poe.
L'angoscia che serpeggiava nelle nascenti metropoli americane è, a ben vedere,
non molto distante da quella suggerita dalla transizione del millennio
raccontata dalle più recenti pellicole hollywoodiane o dai nuovi fumetti
europei e italiani in particolare, dal sempreverde Diabolik alle
letture-manifesto di una generazione condannata ad un futuro non distinguibile
dal presente, Dylan Dog, Julia, Napoleone. In mezzo, una produzione sterminata,
un'influenza esercitata su qualsiasi forma di arte e di spettacolo, una storia
di polemiche, di scandali, di censure e di enormi fortune artistiche, di autori
che hanno lasciato una traccia indelebile: tutto ciò che si conviene ai
fenomeni epocali, alla società e alla cultura di massa. Per descrivere il noir
si è scelto il metodo forse più difficile e affascinante, sicuramente quello
più appropriato e già sperimentato nelle precedenti esposizioni, facendo
ricorso alle immagini, dal fumetto all'illustrazione popolare al cinema:
l'elemento visivo è quello che, più di ogni altro, definisce sensazioni e
atmosfere, crea e sfuma le suggestioni, illumina e nasconde le cose e le
persone. Nel chiaroscuro che si genera, trovano spazio le paure individuali e
collettive. Il noir le racconta, le rende palpabili e quasi mai dà soluzioni
definitive. Come nella vita, l'imprevisto è dietro l'angolo, a farsi gioco di
qualsiasi pretesa di razionalità. La mostra è suddivisa in quattro sezioni
ideali. La parte storica introduce agli artisti-illustratori che operarono tra
la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento in particolare sui racconti
di Poe e degli scrittori decadenti e simbolisti: Aubrey Beardsley, Harry Clarke,
Antonio Rubino, Charles Farneti, Lobel-Riche fino alle più recenti, ma non meno
suggestive visioni di Karel Thole. Un metodo incrociato per raffrontare
letteratura e illustrazione che coinvolge anche la narrativa popolare (Nick
Carter, Nat Pinkerton) e lo stuolo dei criminali-gentiluomini e non (Rocambole,
Fantomas, Raffles...). Parallela alla tematica letteraria corre quella del
fumetto italiano storico, formatosi e cresciuto timidamente negli anni Quaranta,
contrastato e criticato dalla censura negli anni Cinquanta e definitivamente
affermatosi nel decennio successivo con il travolgente successo di Diabolik e
dei molti personaggi suoi epigoni. E' questa la sezione che presenta molte e
suggestive tavole originali, albi, copertine e che introduce, dopo l'analisi
sulle radici storiche del tema, la più equilibrata dimensione delle storie
d'autore edite da Sergio Bonelli, a partire dagli anni Ottanta (Dylan Dog, Julia,
Magico Vento, Napoleone). Il cinema noir, che si fa strada in America con i
capolavori di Alfred Hitchcock e colleghi, è ampiamente rappresentato nella
quarta ed ultima sezione della mostra. Venti grandi affiches, accompagnate da
brochure, locandine e cineromanzi, riferite ai titoli cult del genere, riportano
ancora una volta al tema del doppio, dello specchio scuro che i maestri del
grande schermo hanno trattato con mirabile professionalità. Effetto noir. Un
sottile senso di piacevole paura. Trento, Centro Servizi Culturali Santa Chiara
Spazio Foyer( Via S. Croce n.67) dal 12 maggio al 25 giugno 2000. Orario:
Catalogo a cura di Roberto Festi e Maurizio Scudiero con interventi di Piero
Zanotto, Maurizio Scudiero, Brunetto Salvarani, Stefano Della Casa e Sergio
Pignatone. Per informazioni: Provincia Autonoma di Trento. Assessorato alla
Cultura tel. 0461.496912
GEDEO: LA CREATIVITA' A PORTATA
DI.... MANI
Milano, 10 marzo 2000 . Lanciata sul mercato da Pébéo, l'azienda francese
presente in 70 paesi nel mondo e leader indiscusso nel settore dei prodotti per
l'hobby, la prima gamma completa di prodotti facili per decorare da soli la
propria casa. Gédéo è l'innovativa linea completa di prodotti per la
decorazione tridimensionale d'interni, che dà spazio e fantasia al proprio
gusto e ai propri desideri nella realizzazione di originali idee-decor. Con
speciali cofanetti creativi completi di tutto (materiali, accessori e guida
pratica), si modella l'argilla senza cottura, si moltiplicano le decorazioni con
le paste da ricalco, oppure si restaurano decori già esistenti in soli 20
minuti. Una gamma di colori e patine consentono di colorare in massa le resine
cristal o le riproduzioni in gesso.L eproposte interessano 4 ambienti: bagno,
giardino, spazi comuni, camerette con accessori vari. Il linguaggio artistico
dell'azienda non ha confini: con filiali in Usa, Canadà, Gran Bretagna, Spagna,
Germania, Svizzera e Italia esporta il 50% della produzione.
Tel.0335/6755.709.
PUBBLICITÀ: ALL'INSEGNA DEL
FASCINO CON ALFA SPORTWAGON E CATHERINE ZETA JONES
Torino, 10 marzo 2000 - Alfa Romeo propone Sportwagon, la nuova vettura bella
come un coupé, funzionale come una station wagon. Nata per rispondere alle
esigenze degli stili di vita più moderni, Alfa Sportwagon coniuga i tratti del
temperamento brillante Alfa Romeo con la versatilità e la libertà di movimento
insite nel concetto di wagon. Unica nella linea, aggressiva e affascinante,
decisamente non passa inosservata. Il design forte, muscolare e accattivante la
rendono immediatamente riconoscibile come una grande Alfa e anticipano
l'emozione che si proverà guidandola. Un'auto dalla personalità così
spiccata, con grandi potenzialità di successo sia in Italia, sia nei mercati
europei, richiedeva una campagna di comunicazione di grande impatto che,
attraverso un linguaggio moderno, forte, coinvolgente, emotivo, trasformasse il
lancio in un vero e proprio evento. Per lei, dunque, è stata scelta una
testimonial di eccezione: Catherine Zeta Jones, una delle star più ammirate di
Hollywood. Affascinante compagna di Antonio Banderas ne "La Maschera di
Zorro", complice seducente del sofisticato ladro di gioielli Sean Connery
in "Entrapment" e protagonista di una storia di misteriose presenze in
"Haunting", l'attrice inglese, con la sua carica di bellezza e
sensualità, incarna perfettamente la personalità forte della nuova Alfa
Sportwagon. Ecco, allora, le due star insieme sul set di Hollywood. L'attrice e
la sua auto protagoniste di uno spot giocato sul "brivido" della
seduzione. Lo spot : è notte e la scena si apre su una splendida villa.
All'interno, l'ambiente alla moda, gli invitati in abito da sera, l'atmosfera
ricca di "charme" lasciano immaginare la festa di uno stilista o di
una star dello spettacolo. Fra tanta gente, protagonista negli sguardi ammirati
degli invitati e nei flash dei fotografi è una donna bellissima, elegante, dal
fascino esotico e sensuale. Il suo stile estroverso e disinvolto trasmette
simpatia e suscita emozioni. Il suo naturale carisma riesce subito a focalizzare
l'attenzione e ad incollare al video gli spettatori. Ad un tratto la
protagonista, come avesse un altro appuntamento, lascia la festa e si avvia
decisa verso il parcheggio. La sua auto, un'Alfa Sportwagon grigio chiaro, è
incastrata fra due lunghissime limousine nere. I due chauffeur seguono l'attrice
con lo sguardo, curiosi di vedere come risolverà la situazione, ma lei li
sorprende e passa all'azione: con un gesto rapido si toglie le scarpe e sale sul
cofano di una delle limousine. La percorre tutta lungo il tetto, scende e apre
il portellone della sua auto. Le forme della nuova Alfa Sportwagon cominciano a
delinearsi. La macchina da presa indugia sul vano bagagli, che è uno dei tratti
distintivi della vettura: spazioso e funzionale, infatti, è capace di adattarsi
alle necessità di carico del momento offrendo gli spazi giusti per sistemare le
cose bene e consentire al pilota la guida brillante per la quale l'auto è nata.
Sempre sotto gli occhi dei due autisti, Catherine Zeta Jones si infila nella
vettura dal bagagliaio con un movimento felino, molto sensuale. Poi si muove
sinuosa all'interno dell'abitacolo fino a raggiungere il posto di guida, mette
in moto e si avvia. A questo punto il profilo di Alfa Sportwagon si rivela in
tutta la sua bellezza: la linea fluida che corre senza esitazioni dal muso alla
coda e conferisce all'auto un'impronta sportiva e filante, simile a certi coupé.
La protagonista si ferma di fronte ai due chauffeur chiedendo loro di
restituirle i sandali da sera e parte. Nel buio della notte risalta il design
unico e seducente della nuova Alfa Sportwagon che esprime appieno la sua forte
personalità. Curiosità sul set : lo spot è stato girato a Los Angeles, in una
zona esclusiva dove abitano molti Vip di Hollywood e la splendida villa del
filmato appartiene ad un miliardario che ha voluto restare anonimo. Per le
riprese, che hanno richiesto 39 ore di lavoro, sono stati impiegati circa 7500
metri di pellicola. Sul set, la notissima Catherine Zeta Jones è sempre stata
sorridente e gentile con tutti. E ha dimostrato grande spirito di adattamento:
per esempio girando in prima persona la scena quasi acrobatica nella quale prima
sale e poi cammina sul tetto della limousine. Tra gli ammiratori più entusiasti
di Alfa Sportwagon, il padre dell'attrice che era presente alla lavorazione
dello spot e ha chiesto di poter provare la vettura. La campagna stampa :
bellezza e seduzione, caratteristiche comuni a Catherine Zeta Jones e Alfa
Sportwagon, sono enfatizzate anche nella campagna stampa e nelle affissioni. In
primo piano c'è l'attrice, in abito da sera nero. A destra, sullo sfondo,
l'accattivante profilo dell'auto. Le due figure sono messe in relazione dalla
battuta della testimonial: "Non porto gioielli. Li guido". E Alfa
Sportwagon è, infatti, una vettura bella, forte, espressiva, attuale. Dove la
bellezza si identifica con la seduzione di uno stile tutto italiano che
emoziona. La forza è data dalla tecnologia e dal temperamento, tradizionale
patrimonio delle Alfa Romeo. L'espressività si concretizza nella vasta gamma di
motori, di colori di carrozzeria, di rivestimenti e di accessori che assicurano
alle vetture una personalità originale e calda, in sintonia con quella dei
clienti. La contemporaneità significa sportività evoluta e sotto controllo
destinata a reinterpretare i tradizionali valori Alfa Romeo legandoli ai trend
di vita più moderni. Sugli schermi di 17 Paesi europei: curata dall'agenzia
Conquest Materia del gruppo Wpp, la campagna pubblicitaria di Alfa Sportwagon,
per la fase di lancio, potrà contare in Europa su un budget di circa cento
miliardi. È destinata a 17 Paesi, nei quali uscirà in concomitanza con il
lancio della vettura. Si tratta di Italia, Francia, Germania, Spagna, Austria,
Belgio, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Danimarca, Grecia, Olanda,
Ungheria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Svezia e Svizzera. La comunicazione
interessa televisione, stampa, cartellonistica e radio. Agenzia Conquest
Materia, Direttore creativo Pietro Maestri, Art director (campagna tv) Raffaele
Calducci, Art director (campagna stampa) Peppe Cirillo Copywriter (campagna
stampa) Fernanda Spalla Servizio clienti Paola Marè, Gloria Furlan Responsabile
produzione TV Carla Feltrami. Campagna TV: testimonial Catherine Zeta Jones,
Regista/Direttore della fotografia Zack Snyder, Casa di produzione Movie Magic,
Executive producer Cecile Feitshans, Producer Stefania Somaglia, Montaggio
Shalom Edit, Post-produzione Interactive, Data di inizio della campagna
TV18/03/2000 in Italia e a seguire negli altri Paesi europei. Campagna stampa:
Testimonial Catherine Zeta Jones, Fotografi Matthew Rolston (C. Zeta Jones) Mike
Rausch (Alfa Sportwagon)
AFC, STORIA DI UNA STRATEGIA
VINCENTE
Milano, 10 marzo 2000 Afc, società fondata nel 1998 da Claudio Guida e Anna
Maria Mancin non solo ha rilevato il marchio La Maison Bleue, noto negli anni
'80 ed oggi pronto per le passerelle del prossimo autunno, ma ha affidato a un
team di stilisti professionisti l'ideazione dell'intiera collezione. Con Antonio
Marras, continua rivelazione delle ultime sfilate milanesi, hanno firmato un
accordo per una partnership per una licenza di produzione e distribuzione della
sua prima linea "Antonio Marras". La società ha uffici e magazzini a
Fossoli nel Carpigiano e una show room a Milano in via Montenapoleone 5. E'
controllata per il 30% dal binomio Guida-Mancin, che conducono la direzione
italiana e per il restante 70% da Solaris Fashion, realtà made in England con
sede nella capitale. Inoltre AFC controlla il capitale di Jana srl, società il
cui 50% è in portafoglio ad Antonio Marras. Un sodalizio che non lascia molti
dubbi dunque quello tra AFC e Antonio Marras: genialità e intraprendenza
imprenditoriale si sono concretamente incontrati in una vera fusione. (S.Valier)
CAPOLAVORI DEL SETTECENTO DALLA
GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA DI PALAZZO BARBERINI
Parma, 10 marzo 2000 - I generi di pittura più in voga nel Settecento, il
Vedutismo, il Ritratto, la Pittura di genere, a confronto con l'opera
interessante e anticipatrice di Julien de Parme. Questa la singolare opportunità
offerta, dall'1 aprile a 18 giugno, dalla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di
Traversetolo (Parma) che affianca alla fortunata antologica di Julien de Parme
(1736 - 1799), l'artista svizzero-francese riscoperto da Pierre Rosenberg,
direttore del Louvre, una seconda mostra dal titolo "Capolavori del
Settecento dalla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini". A
comporla sono in tutto 28 selezionatissimi dipinti, il nucleo forse di maggior
pregio della Collezione Cervinara, affiancato da altre splendide opere tutte
provenienti dalle raccolte di Palazzo Barberini di Roma. Queste opere verranno
definitivamente esposte dopo l'apertura delle nuove sale del Palazzo dedicate al
Settecento. La scelta operata da Lorenza Mochi Onori, Direttore di Palazzo
Barberini, che ha curato la mostra, privilegia artisti e ambiti che consentano
un confronto con il percorso artistico di Julien de Parme, artista che visse per
più di un decennio a Roma proprio per affinarsi nell'arte della pittura, grazie
alla protezione del potente ministro della corte di Parma, il Du Tillot. Tornato
in Francia nel 1773, Julien si trova a competere proprio con artisti come
Fragonard, Boucher, Lancret, senza riuscire mai a raggiungere il loro successo e
la loro notorietà. Oltre ai francesi sopra citati abbiamo in mostra anche
Greuze, Subleyras e Schall, mentre, tra i vedutisti, i grandi veneti Bellotto,
Guardi, Canaletto e il nordico Van Wittel; tra i ritrattisti Rosalba Carriera,
Angelica Kauffmann e Pompeo Batoni con un suo capolavoro; Gaspare Traversi
rappresenta la Pittura di genere insieme a Giuseppe Bonito e i francesi Nicolas
Lancret e Jean Frédéric Shall. La recente riscoperta di Julien de Parme da
parte di Rosenberg, documentata dalla mostra da lui curata, consente oggi di
rendere giustizia allo sfortunato artista. Il confronto ravvicinato tra i
"Capolavori del Settecento" e l'antologica di Julien, proposto dalla
Magnani-Rocca, conferma il valore di quest'ultimo, se non altro, perchè seppe
anticipare di almeno un decennio i temi e il modi di dipingere del
neoclassicismo che verranno poi imposti dal genio di David. Infolink: www.magnanirocca.it
e-mail: info@magnanirocca.it Per
informazioni: Fondazione Magnani-Rocca, Tel. 0521.848327 - 0521.848148 Fax
0521.848337
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