NOTIZIARIO
 
MARKETPRESS
 
Sabato 8
 
aprile 2000
 
pagina 3
 
quotidiano di:
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ALLA SCOPERTA DEI CABANON DI MARSIGLIA

Riserva delle sorprese la „città portuale“ di Marsiglia, oltre che porto commerciale,  primo complesso portuale turistico europeo. Grandi porti come quello della Punta Rossa, del Frioul o il famosissimo Vecchio Porto o piccole insenature di pesca molto pittoresche e poco conosciute ai turisti: La Madrague di Montredon, Sormiou, Morgiou e altri - al contrario - sono diventati luoghi da non perdere, come il Vallone di Auffes.Tutti questi porticcioli hanno una storia, un‘arte di vivere, un‘architettura e un ambiente naturale con un elemento in comune: i cabanons. Il cabanon è un luogo di villeggiatura famigliare stagionale per il tempo libero della domenica o durante le vacanze, per godersi appieno la natura. Con fantasia lo si arreda in modo personalizzato. Dato lo scopo favorisce la convivialità, per il tono del tutto informale del luogo, ideato per lo svago e il relax. Tra i cabanoniers esiste una specie di vita comunitaria, anche se ognuno mantiene naturalmente la propria privacy. Si beve l‘aperitivo insieme, ci si ritrova per le gare di pesca, le partite a bocce o alle carte, ci si racconta vecchie storie sui gli stessi capanni, perché, “cabanon”, diminutivo di capanna, appartiene al patrimonio marsigliese. Nasce e si sviluppa a partire dal XIX secolo, nel periodo in cui la città si espande e conosce una grande prosperità economica. Nato in tempi d’anarchica sulle pendici della collina e soprattutto nelle calanche, è una costruzione di tipo modesto, tutta su uno stesso piano, grande “come un fazzoletto”, come ricorda un vecchio ritornello marsigliese del periodo fra le due guerre.  E se oggi molti cabanons sono spariti, il mito resta intatto e con lui questo modo di vivere così piacevole e tipico del territorio marsigliese. Attraverso un percorso predisposto dall’Ente del Turismo di Marsiglia  si può spaziare tra i “cabanons” e scoprire i mille angoli della sua costa.

SULLA STRADA DEI CABANONS.

1 -VALLONE DI AUFFES.

E’ sufficiente sporgersi dal ponte che supera il vallone per scoprire un vero gioiello turistico. Il porticciolo di pesca è ancora in attività, alcuni degli abitanti, di origine italiana (di Genova per la precisione), sono piccoli pescatori e vengono a vendere il pesce sul famoso mercato del Vecchio Porto. I cabanons che si trovano qui sono diventati residenze fisse. Le numerose trasformazioni degli interni (bagno, cucina ecc.)  hanno consentito di trasformarli in abitazioni confortevoli. L’esempio più bello è il cabanon di un celebre gioielliere parigino, diventato ora la sua abitazione principale e che si è ingrandito via via con l’aumentare della famiglia. L’arredamento interno è pieno di soluzioni ingegnose e l’esterno molto accurato (colori dei muri, terrazzi fioriti, facciate ricoperte di gelsomino…).

MALMOUSQUE - ANSA DI MALDORME’.

 A cinque minuti e  in disparte dalla vita frenetica della città: Malmousque, un quartiere residenziale. Abitazioni importanti, residenze estive dell’inizio del Novecento, affiancano i cabanons che sorgono nel porticciolo di Malmousque e l’ansa di Maldormé, meravigliosamente al riparo dal mistral e dove piccoli hangar per le imbarcazioni si sono trasformati in vere e proprie villette in riva al mare. Questi cabanons donano un carattere molto particolare alla baia, nel cui cuore si ergono stupende costruzioni a strapiombo sul mare. Qui s’immerge nel paesaggio il noto Relais et Chateaux “Petit Nice-Passédat”: 4 stelle per l’albergo, 2 stelle Michelin per la cucina. A due passi di qui troviamo un centro bellezza & benessere, il “Château Berger” situato sulla Corniche, in una casa che è un perfetto esempio di quelle che vengono chiamate “Les Folies de la Corniche”. Queste “follie” sono state costruite alla fine del XIX secolo, quando fu terminata la Corniche (molto più stretta all’epoca) e quando i ricchi marsigliesi cominciarono a costruire le proprie dimore in riva al mare.Dopo qualche chilometro, sul lungomare sul quale si affacciano i quartieri residenziali della città, si arriva sulle spiagge del Prado, grande complesso balneare di circa 40 ettari ricavati sul mare ai tempi della costruzione del metrò e della stazione di depurazione, durante gli anni ’80. Continuando a costeggiare il litorale si passa davanti alla “Epluchures Beach”, centro di windsurf acrobatico e di surf, poi si scopre “L’Escale Borely” dove sono concentrati una ventina di ristoranti che richiamano una clientela di tutti i tipi. Ancora più in là, ecco la spiaggia della Punta Rossa, sottile striscia di sabbia costellata di piccoli ristoranti e di cabanons dalle porte colorate. Questi piccoli capanni sono rimasti tali e quali: semplici garages per imbarcazioni dove oggi vengono portati tavoli, sedie, cuscini, stoviglie, fornelli, materassi e ombrelloni, per venire a trascorrere una giornata in riva al mare. Troviamo questo lo stesso tipo di capanni sulla spiaggia della Verrerie , dopo aver superato il Parco di Montredon e il suo stupendo Museo della Ceramica, unico  in Francia. Più di 1200 pezzi dal neolitico ai giorni nostri sono esposti in una “bastide”, la tipica casa di campagna provenzale, del XIX  secolo, quella della famiglia Pastré, tradizionale residenza estiva dove ci si trasferiva in estate per “stare al fresco”.Qui nella “bastide” si svolge un’arte di vivere tutta da scoprire, in apparenza opposta a quella dei cabanons, ma comune nello spirito e nel desiderio di starsene tranquilli.

LA VERRERIE (ma il vero nome è Bonne Brise).

 Questa baia comprende una spiaggia di sabbia dorata ai piedi di una falesia verticale: l’accesso è difficile da trovare (una scaletta stretta fra due case). Qui regna un’atmosfera unica. I cabanons si allineano tutti sul perimetro della calanca. I più antichi (1927) e numerosi si trovano proprio di fronte al mare. Sono di proprietà comune, di forma cubica e sono costruiti tutti su uno stesso piano. Un’unica stanza che si affaccia sulla spiaggia con una veranda separata da un recinto di canniccio. Altri sono stati costruiti sopra, al primo piano: l’ingresso è dalla parte posteriore,  dal lato della collina. I proprietari di quelli sopraelevati calano gli oggetti (bottiglie d’acqua, viveri, asciugamani…) tramite l’ascensore “marsigliese”: una corda lanciata dal balcone. Fin dal mattino vengono tirati fuori tavoli, sedie, ombrelloni e le famiglie trascorrono così la giornata, sedute a tavola, tra chiacchiere, partite a carte, pasti e sieste: momenti di relax seguendo i ritmi del sole, poiché gli abitanti dei cabanons rifiutano l’elettricità e quando la notte avvolge la calanca, alcuni grossi fari fissati in cima ad un pilone ricordano che la civiltà non è molto lontana. Tutti i capanni sono affittati e appartengono a due soli proprietari. I più anziani deplorano l’arrivo dei nuovi affittuari ma riconoscono che lo “spirito” non muore mai, anche se le barche sono scomparse, i club di canottieri pure ma le scorpacciate resistono. Perchè la festa intorno ad un tavolo e davanti ad un buon piatto (sardine alla griglia, allodole, pieds  paquets, bouillabaisse, zuppa al pesto…) qui è un classico irrunciabile.

LES GOUDES.

“Grande villaggio di pescatori”, il suo porto di pesca è diventato un porticciolo turistico e le sue abitazioni estive delle vere e proprie residenze, per la maggior parte fisse. Impossibile non notare la tipica barca da pesca marsigliese -un “pointu” -  installata nel bel mezzo della strada, proprio a ricordare la primitiva vocazione del luogo: la pesca. Molte barche delle scuole di immersione partono di qui, perché dietro la collina il litorale continua e una corona di isole si sgrana a poche gomene dal litorale. Attorno a questo arcipelago, l’Arcipelago di Riou, una successione di profonde faglie dove si possono ammirare spettacolari gorgonie blu e rosse, che richiamano qui numerosi esperti subacquei. Nel cuore del paese la strada si divide in due. A destra Cap Croisette, soprannominato dai marsigliesi “la fine del mondo”, a sinistra Callelongue, da cui partono gli escursionisti per le Calanques. Al Cap Croisette una deliziosa Calanca costellata di “cabanons”. Il centro UCPA vi ha installato una base per immersioni subacquee. Per raggiungere il posto, bisogna lasciare la macchina al parcheggio e continuare per 5 minuti a piedi in direzione della Baia delle Scimmie (ristorante aperto solo in estate).

CALLELONGUE ( calanca lunga).

 Callelongue conserva ancora la sua autenticità. I suoi cabanons sono stati costruiti nel 1911 dal proprietario di una fabbrica che sorgeva in fondo alla calanca. Questa fabbrica ha cessato l’attività proprio in quell’ anno ed è stata venduta ad un industriale che possedeva già una fonderia di piombo alla calanca dell’Escalette (alla fine dell’XIX secolo ci fu un tentativo di fare di questi luoghi una “zona industriale”, ma fu abbandonato molto presto perché il porto industriale era troppo lontano e la baia poco accessibile). Il nuovo proprietario ha rivenduto questi capanni nel 1962 a un privato che si impegnò a mantenere gli affitti sempre a un prezzo basso. Ancora 4 anni fa un affittuario pagava 12 franchi al mese! L’autobus si ferma qui, dove parte la famosa GR 98. Questo sentiero della Grande Randonnée, internazionalmente conosciuta, è segnalato fino a Cassis. I più coraggiosi e allenati lo percorrono in una giornata, i più romantici in due giorni, con una notte all’aperto. In totale sono 24 km di sentiero spettacolare. Ma attenzione,  a seconda della stagione bisogna assolutamente adottare delle precauzioni: cappello a larghe falde, buona riserva di acqua, zucchero, scarponi robusti e calzettoni, cartina IGN. Per testare la passeggiata, i  meno audaci potranno arrivare solo fino alla calanca di Marseilleveyre in 35 minuti, seguendo il sentiero costiero di fronte alle isole dell’Arcipelago di Riou.

ALANCA DI MARSEILLEVEYRE.

In un vero e proprio paesaggio dall’aspetto greco si trovano qui dei cabanons dalla forma cubica. decina di capanni (alcuni disseminati sulla cima, altri quasi a livello del mare, in fondo alla calanca).Circa 40 anni fa un belga scoprì il posto e decise di installarvisi per vivere. Niente acqua, niente elettricità, niente strada… Ancora oggi il luogo è soprannominato “Chez le belge”. E si continua a venire qui per starsene in pace, per sognare di fronte al Mediterraneo, in compagnia dei numerosi gatti della figlia che ha rilevato il ristorante. Il menu non ha niente di tipico (cotolette di maiale, spaghetti e crepes…) e a 2 ore di cammino si trova una splendida calanca, certamente la più tipica: Sormiou..

SORMIOU (la buona fonte).

Un altro modo per arrivare a Sormiou: l’auto (soltanto da settembre a metà giugno). Questa stupenda calanca dal fondo blu turchese si trova a 30 minuti dal Vecchio Porto. Al passaggio del colle, uno spettacolo mozzafiato: la vista a strapiombo sulla calanca colpisce chiunque passi di lì e la stradina sinuosa che vi si arrampica è incredibile. Si possono individuare ancora i resti dei “bancaous”, i terrazzamenti del periodo in cui queste terre erano coltivate. La storia di queste calanche è inconsueta. I primi cabanons sono comparsi nel 1894 quando la famiglia che possedeva il sito di Sormiou decise di coltivarlo costruendovi dei capanni. Nel 1946 ne esistevano 74. Oggi superano abbondantemente il centinaio. La loro architettura è omogenea e forma un insieme molto piacevole. I tetti ricoperti di tegole e il pergolato di vite vergine  conferiscono loro un fascino molto particolare.  Una spiaggetta e un microporticciolo animano questo luogo di villeggiatura il cui regolamento è unico: infatti la calanca di Sormiou è proprietà privata e appartiene ai discendenti di Marie di Sormiou, che l’hanno avuto in eredità. Un amministratore  gestisce il  luogo e ne cura la manutenzione. Qui si è affittuari di padre in figlio e non si cederebbe il proprio contratto di affitto per tutto l’oro del mondo. Entrare in questo piccolo mondo di “cabanoniers” è un grande privilegio riservato a pochi. I “cabanoniers” di Sormiou non sono molto numerosi, ma esistono dei clan e… dei quartieri! Ci sono “quelli di Deauville”, che abitano lungo la spiaggia: li si è chiamati così perché erano sempre vestiti bene, con i vestiti della festa. Ci sono poi gli “Acabaille”, nome locale del mangia-tutto (il pesciolino che si fa friggere e si mangia intero, compresa la testa): gli abitanti del porto dicono che sia molto buono. In ogni caso il 15 di agosto ci si riconcilia tutti per la festa della Vergine Assunta, che celebra Maria - la madre di Gesù - ma anche Maria di Sormiou, proprietaria della calanca. Per l’occasione viene celebrata una messa in un cabanon, ogni anno diverso. La festa continua con un  gigantesco “aïoli”.L’aïoli è un piatto tipicamente provenzale, più o meno variato a seconda dell’importanza della festa. Consiste in un assortimento di verdure bollite, di merluzzo salato, di polipetti, di lumache di mare, di littorine (bigorneaux), di uova sode e naturalmente di salsa aïoli, Questa salsa all’aglio è di fatto una maionese montata con l’aglio e naturalmente con olio d’oliva.

MORGIOU.

Seguendo la strada attraverso la macchia, si arriva nel paese di Morgiou. Bisogna passare per il villaggio per arrivare al porticciolo. Morgiou costituisce il caso particolare di una calanca che appartiene a diversi piccoli proprietari, che hanno acquisito il loro capanno e il loro pezzetto di terra in seguito a numerose transazioni, soprattutto dopo la Liberazione. Ma qui regna ancora lo “spirito del cabanon”, con serate animate e gare di pesca. Ogni anno si aspetta con ansia la festa degli asini. Nei tempi passati si arrivava al cabanon a dorso di asino lungo i sentieri, cui si dedica loro una giornata nel mese di giugno. La festa ha luogo ogni due anni circa, ma tutto è avvolto dal più totale segreto, mantenuto rigorosamente dagli abitanti della calanca, per salvaguardare il carattere intimo e autentico della “giornata degli asini”. Katia Zeitlin - Ufficio del Turismo e dei Congressi di Marsiglia Tel.: 04 91 13 89 19 / 04 91 13 89 20 - Fax: 04 91 13 89 20E-mail: presse@marseille-tourisme.com

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