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MASSIMO D'ALEMA, IN VISITA AL POLITECNICO DI MILANO
PARLA DI: NEW ECONOMY INNOVAZIONE, IMPRESA, FINANZA
Milano, 11 aprile 2000 - Nel corso della vista che il Presidente del
Consiglio ha svolto ieri al Politecnico di Milano non sono mancati rilievi
di un certo interesse rivolti all'attuale situazione creata dalle nuove
tecnologie. In particolare D'Alema ha sottolineato che: Il grande problema
non è soltanto quello di cogliere tutte le opportunità di questo
processo di innovazione tecnologica che, indubbiamente, genera anche nuovi
prodotti, nuovi servizi e nuovi profili professionali - da questo punto di
vista esiste anche un settore che specificamente può essere definito di
net economy, di new economy -, ma il problema è come tecnologie
dell'informazione concorrano a migliorare il livello complessivo del
sistema produttivo italiano" . Nel corso del suo intervento il Capo
del Governo ha sottolineato come queste tecnologie concorrano a migliorare
la qualità del lavoro, alla possibilità di realizzare meglio le proprie
attitudini, la propria personalità, ad elevare il contenuto intellettuale
del lavoro (anche questo è un obiettivo, oltre a quelli di carattere più
quantitativo) e a migliorare la vita delle persone, il funzionamento dei
servizi pubblici, e così via. Ha quindi proseguito sottolineando che:
" Io credo che noi già risentiamo gli effetti positivi di questa
situazione. L'Italia non è estranea a questo processo, anzi,
l'accelerazione degli ultimi anni è stata fortissima dal punto di vista
dell'interesse e della diffusione della rete internet. Noi abbiamo avuto
un tasso di crescita che è stato tra i più accelerati, forse perché
partivamo più indietro: da 800 mila utenti del 1997 alla fine di
quest'anno arriveremo a 10 milioni 600 mila. Quindi, un tasso di crescita
fortissimo. La crescita del Prodotto interno lordo del Paese, la crescita
complessiva del Paese è anche fortemente segnata dall'impatto con le
nuove tecnologie e dall'effetto che esse hanno in termini di crescita
delle attività e dell'occupazione. Pensiamo all'esplosione del settore
delle telecomunicazioni dove, come è stato ricordato, in alcuni segmenti
- penso a quello della telefonia mobile - noi certamente siamo
all'avanguardia in Europa". Sempre nel corso del suo intervento D'Alema
ha fatto presente che : "Da questo punto di vista, quindi, vorrei
sottolineare che noi parliamo di una realtà che ormai ci coinvolge
largamente e di una possibilità enorme, anch'essa in cammino. In fondo,
come è stato accennato, la grande opportunità italiana è proprio quella
dell'incontro tra queste nuove tecnologie e le potenzialità che esse
offrono e il sistema tradizionale della piccola e media impresa del nostro
Paese. Da questo matrimonio possono venire esaltate alcune delle qualità
competitive del sistema della piccola e media impresa, ossia la
flessibilità, la capacità di adattamento ai mercati e, invece, ridotti,
proprio per effetto delle nuove tecnologie, alcuni handicap, vale a dire
problemi di accesso all'informazione, di accesso ai mercati, di accesso al
credito. Io credo che su tutti e tre questi punti l'innovazione possa
determinare un miglioramento della competitività del sistema produttivo
del Paese". Riferendosi al recente consiglio di Lisbona cha messo in
rilievo che , dopo aver superato un periodo di adattamento, di sacrifici e
di aggiustamento di un certo modello europeo, è necessario cercare di
competere con gli Stati Uniti, tentando di far diventare alcune
caratteristiche dell'Europa un'opportunità in questa sfida. Il livello di
civiltà consolidata, di tradizione culturale e di patrimonio esistente
nel nostro continente non è un peso nel momento in cui si pensa a un
periodo di sviluppo fondato sulle tecnologie dell'informazione o a
un'economia fondata sulla conoscenza.Dal punto di vista della
liberalizzazione, della concorrenza e delle privatizzazioni, e' stato
compiuto uno sforzo accelerato enorme negli ultimi anni. L'accelerazione
è stata straordinaria in quest'ultimo periodo. Naturalmente, questo
processo è avvenuto in modo abbastanza confuso e anche con degli errori,
ma era inevitabile. Vale la pena di fare una riflessione su uno degli
aspetti che in questi anni sono stati molto importanti. Man mano che c'è
stato l'arretramento dei compiti di gestione dello Stato è cresciuta
un'attività regolativa, attraverso authority. " A mio giudizio
" - prosegue sempre D'Alema " non è ben chiaro ormai nel nostro
ordinamento il confine tra autorità indipendente e organo di regolazione
né fin dove arriva una responsabilità politica e dove deve fermarsi. Vi
è stata, alla fine, anche una sovrapproduzione di compiti, tant'è che
abbiamo un'autorità antitrust, ma abbiamo anche autorità di settore. C'è
un grande bisogno di rimettere ordine. Il Parlamento sta svolgendo
un'indagine su tutto questo, anche con il contributo dei protagonisti di
questo processo che, lo ripeto, è straordinariamente positivo. In parte,
comunque, queste cose sono state avviate. Se noi non avessimo privatizzato
e liberalizzato le telecomunicazioni non avremmo neanche potuto aprire il
dibattito sulla net economy in Italia e staremmo ancora con la SIP".
In particolare il Presidente del consiglio ha poi sottolineato che cii
sono grandi strozzature, che riguardano, la old economy, ma che sono
decisive per poter cogliere tutte le opportunità delle nuove tecnologie:
il riferimento va alle infrastrutture e alla logistica. Evidentemente non
sfugge a nessuno che se comprando il prosciutto di San Daniele via
internet bisogna che qualcuno lo porti, perché attraverso la rete non
arriverebbe neanche il profumo. Da questo punto di vista si ernde
necessario fare un salto di qualità, sebbene in Italia stia crescendo
rapidamente una logistica moderna. Ci sono, infatti, imprese che stanno
facendo degli straordinari passi in avanti. Non c'è dubbio che uno dei più
grandi sacrifici che abbiamo fatto per risanare i conti dello Stato è
consistito nel rallentare gli investimenti sulla rete infrastrutturale del
Paese in modo rilevante nell'ultimo decennio. Poco prima della conclusione
D'Alema ha affermato che : "È necessario avere una democrazia più
rapida, più capace di decidere. Occorre, inoltre, determinare uno
spostamento dei poteri verso la periferia. Non c'è dubbio, infatti, che
se si tratta di facilitare questo matrimonio tra nuove tecnologie e
sistema della piccola e media impresa la politica nazionale può creare la
cornice, ma il governo di questi processi deve essere fatto dalle Regioni.
È evidente che dobbiamo andare verso un assetto federalistico dei poteri
dello Stato. Nello stesso tempo abbiamo bisogno, a tutti i livelli, di
Istituzioni forti, di stabilità, di procedure di decisione trasparenti,
ma efficaci e rapide, di sistemi di controllo che non siano basati su una
logica ottocentesca e formalistica".
INTERNET GRANDE OPPORTUNITA' PER LE IMPRESE, MA LE
INFRASTRUTTURE? NE HANNO PARLATO I GIOVANI IMPRENDITORI DI FEDERLOMBARDIA
Gardone Riviera 11 aprile 2000 - Si e' svolto il 7 e 8 aprile a Villa Alba
di il secondo Internet Marketing Workshop promosso dai Giovani
imprenditori di Federlombardia. Abbigliamento, beni di largo consumo,
prodotti alimentari di nicchia. Sono queste tre categorie che nei prossimi
mesi avranno un probabile boom nel commercio elettronico, affiancandosi ai
tradizionali beni piu' gettonati nel web, dai viaggi e vacanze, ai
prodotti hardware e software, alla telefonia mobile, al sesso, ai libri e
musica. Ma, accanto al commercio elettronico, e' destinato a crescere in
modo esponenziale con un fatturato molto significativo il
business-to-business, vera occasione per globalizzare l'impresa e
permettere ai prodotti di nicchia italiani di raggiungere mercati finora
quasi sconosciuti. Sono questi alcuni dei principali trend di mercato in
Rete resi noti durante il secondo Internet Marketing Workshop che si e'
svolto il 7 e 8 aprile a Villa Alba di Gardone Riviera (Bs), sulle sponde
del lago di Garda, promosso dai Giovani imprenditori di Federlombardia con
la collaborazione del Gruppo Giovani imprenditori e la sezione Piccola
Industria dell'Associazione industriale bresciana. Trecento imprenditori
provenienti da tutta Italia hanno partecipato ai lavori introdotti da
Alessandro Cremaschi, presidente dei Giovani imprenditori di Fedelombardia,
da Matteo Meroni, coordinatore del gruppo di Lavoro Internet di
Confindustria e da Alberto Bregani, direttore e editore di Web Marketing
Tools, rivista mensile di strumenti e strategie per l'economia digitale.
Nel corso delle due giornate a Villa Alba i giovani imprenditori hanno
partecipato a seminari con esperti di web strategies che hanno disegnato
un quadro molto chiaro della rivoluzione tecnologica che Internet sta
apportando al mondo produttivo italiano. I numeri del resto parlano
chiaro: il fatturato mondiale del commercio sulla Rete e' stimato variare
fra i 1800 e i 3200 milioni di dollari entro il 2003 (un anno fa queste
stime erano 6 volte inferiori). Ma il commercio sul web sta per essere
superato, in volume di fatturato, dal business-to-business che interessa
tutte le imprese. Gli web shoppers domestici lo scorso anno
rappresentavano il 60% del totale del commercio via web, si riduranno al
13% nel 2003 mentre il business-to-business crescera' soprattutto nelle
piccole e medie imprese, la cui quota passera' dall'attuale 8% al 30% del
fatturato globale del settore. Il commercio elettronico, da sistema
incentrato sugli web shoppers individuali, si spostera' rapidamente verso
le imprese: piu' veloce sara' il fenomeno della globalizzazione
dell'economia, piu' vitale sara' che le nostre imprese siano preparate ad
affrontare la sfida dei mercati. ''In Italia la crescita di Internet ha
subito una forte accelerazione nell'ultimo anno - ha sottolineato Angelo
Pascarella, responsabile delle ricerche Internet di Ipsos Explorer, uno
dei relatori del convegno, - oggi gli italiani sul web superano
abbondantemente i 4 milioni pari all'8, 6% degli adulti: piu' di 2milioni
e seicentomila gli utenti domestici, cresciuti grazie al free-access,
1milione 800 mila dall'ufficio, la restante parte studenti o insegnanti
navigando dai computer nelle scuole. Pur essendo cifre considerevoli, il
nostro Paese e' ancora lontano dagli altri partner europei (in Gran
Bretagna 1 persona su quattro naviga sul web, in Germania e' il 15% della
popolazione, in Francia il 12%, i paesi del Nord Europa superano in alcuni
casi il 40% e stessa percentuale anche negli Usa dove Internet e' ormai
entrato nella vita quotidiana).'' Se l'uso di Internet per scopi domestici
ha raggiunto livello abbastanza accettabili, secondo gli esperti
intervenuti a convegno, dobbiamo aspettarci una crescita del
business-to-business, da alcuni dipinta come una rivoluzione copernicana
per il mondo dell'impresa. Per le aziende che decidono di adottare una
Internet strategies, si tratta di ''destrutturare'' la propria
organizzazione del lavoro per trasformare l'impresa da una tradizionale ''make
and sell'', produci e vendi, ad azienda che sente i bisogni del
consumatore e risponde alle sue esigenze con prodotti ad hoc. Le Pmi
italiane, grazie alla grande flessibilita' che le caratterizza e ai
prodotti peculiari che produce, hanno una enorme potenzialita' nel
commercio via web, ma devono crederci e apportare alcune modifiche non
indifferenti. Le tradizionali aziende integrate verticalmente, con
gerarchie funzionali e strutture piramidali, si trasformano in aggregati
orizzontali destrutturati di unita' produttive. Le reti permettono di
creare organizzazioni in rete e/o reti di organizzazioni che ridefiniscono
i confini e le modalita' operative della tradizionale filiera. Nascono
cosi' aziende a geometria variabile, formate da comunita' di imprese
indipendenti, focalizzate su competenze che le distinguono. Un nuovo
ambiente in cui si sviluppano nuovi concetti di partnership e dinamiche
operative originali. Internet diventa fucina di modelli organizzativi di
tipo reticolare e policentrico dove l'impresa virtuale cresce per fenomeni
di osmosi continua tra i diversi componenti. L'azienda diventa un sistema
aperto dove fornitori, distributori, partner, clienti sono collegati da un
flusso continuo di informazioni, vero tesoro della new economy, beni e
servizi. Se l'impresa ne esce rivoluzionata diventano ''straordinarie le
opportunita' per i giovani imprenditori - ha sottolineato a margine dei
lavori il presidente del Gruppo Giovani dell'Associazione industriale
bresciana, Arturo Medeghini - come i nostri padri al termine della seconda
guerra mondiale, abbiamo la possibilita' di trasformare le idee in
business. E' il nuovo pionerismo industriale che la net economy sta
sviluppando. Le idee giuste in questo momento valgono oro ed e' probabile
che nei prossimi anni assisteremo ad un boom di nuove imprese nate da
Internet e una conseguente forte selezione fra le imprese tradizionali''.
Ma non e' tutto rose e fiori e non ci si deve aspettare un cambiamento
repentino dell'economia. ''Internet - ha sottolineato il presidente della
sezione Piccola Industria dell'Aib, Max Bontempi, intervenuto a chiusura
dei lavori del convegno - e' solo uno strumento al servizio della
globalizzazione dell'impresa, un'opportunita' di crescita del sistema
imprenditoriale che tuttavia rischia di essere vanificato dalla cronica
assenza di infrastrutture adeguate a supportare una logistica efficiente.
Finche' avremo un sistema stradale ancora come negli anni cinquanta, un
trasporto aereo quasi inesistente e una rete ferroviaria che risale
all'unita' Italia, non si puo' parlare di nuove opportunita' di business''.
Gli ha fatto eco il presidente nazionale dei Piccoli di Confindustria,
Francesco Bellotti, che a chiusura del convegno a Villa Alba ha chiesto al
Governo interventi urgenti per dare risposte concrete alle imprese. ''Se
lo Stato non mette l'impresa al centro dello sviluppo di questo Paese non
avremo un futuro brillante - ha sottolineato Bellotti ribadendo la
tendenza di questo Governo - a inventare parole nuove quando non sa
rivolvere cose vecchie. Regalare computer alle scuole non risolve il
problema della formazione di figure professionali nel campo dell'hi-tech
necessarie alla nuova economia'' con un fabbisogno stimato per l'Italia in
180.000 persone nei prossimi due anni. ''Internet e' solo uno strumento al
servizio alle imprese, non una rivoluzione tecnologica. Le nostre piccole
e medie imprese possono permettersi ancora di sbagliare i piani Internet
perche' fanno dei buoni prodotti, sempre vendibili sul mercato''. E' la
dichiarazione improntata alla massima prudenza del presidente dei Piccoli
Imprenditori dell'Associazione industriale bresciana, Max Bontempi, ''Le
nuove tecnologie sono una opportunita' in piu' che facilita l'impresa
nell'approccio al mercato e alla globalizzazione, ma non dobbiamo
mitizzare Internet. Esistono certamente delle opportunita' nella Rete, ma
per dare una spinta allo sviluppo occorre oggi, piu' che mai, un forte
coordinamento fra banche, logistica e imprese. Parlare di e-commerce e
business-to-business come del futuro prossimo venturo puo' essere
un'utopia se Governo e istituzioni non fanno qualcosa per ammodernare una
rete stradale che e' rimasta agli anni Cinquanta e una rete ferroviaria
anteguerra che ci penalizzano fortemente nei confronti degli altri Paesi
industrializzati''. ''I giovani hanno con Internet una straordinaria
opportunita': come i nostri padri al termine della seconda guerra
mondiale, hanno la possibilita' di trasformare le idee in business. E' il
nuovo pionerismo industriale che la net economy sta sviluppando'' -
dichiara il presidente dei Giovani imprenditori bresciani, Arturo
Medeghini, ''E' una grande chance per tutti i giovani, le idee giuste in
questo momento valgono oro ed e' probabile che nei prossimi anni
assisteremo ad un boom di nuove imprese nate da Internet. Qualche anno fa
ero decisamente scettico nei confronti degli scenari prefigurati da pochi
esperti di Internet che profetizzavano una grande rivoluzione tecnologica
nel mondo produttivo. Oggi alcuni numeri gli danno ragione e dobbiamo
probabilmente aspettarci una forte selezione fra le imprese, nei prossimi
anni. Internet quindi non e' tutto rose e fiori. Il Governo deve dare
risposte precise alle imprese per colmare il grande gap infrastrutturale
che ci divide dagli altri grandi Paesi industrializzati. Internet puo'
trasformarsi in business reale solo a condizione che sia supportato da una
rete logistica all'altezza''. ''Finche' l'imprenditore non e' consapevole
degli strumenti e delle strategie necessarie perche' la sua azienda sia
presente in rete in modo efficace, la sua impresa non potra' mai avere
successo in Internet''. E' quanto ha dichiarato il coordinatore del gruppo
di lavoro Internet dei Giovani di Confindustria e vicepresidente del
Gruppo Giovani dell'Aib, Matteo Meroni, al termine dei lavori del secondo
Internet Marketing Workshop promosso dai Giovani imprenditori di
Confindustria a Villa Alba di Gardone Riviera, in provincia di Brescia,
dal 7 all'8 aprile. ''Da questi due giorni di lavoro - spiega Meroni -
seguendo le relazioni dei massimi esperti in Italia delle Internet
Strategies abbiamo capito chiaramente che l'azienda che non pensa ad
Internet perdera' competitivita'''. Per informazioni: Paolo Venturini
Addetto stampa Associazione industriale bresciana http://www.aib.bs.it
http://www.ggi.brescia.org
tel. 030/2292.325 I lavori del secondo Internet marketing workshop saranno
presto disponibili sul sito dei Giovani imprenditori bresciani
all'indirizzo: http://www.ggi.brescia.org
EGEA (U. BOCCONI) E BLOOMBERG INVESTIMENTI: ACCORDO
PER REALIZZARE I LIBRI DEDICATI ALLE NUOVE FRONTIERE SILVIO SCAGLIA (E.BISCOM)
FIRMA LA PREFAZIONE DEI PRIMI DUE
Milano. 11 aprile 2000: Egea, casa editrice specializzata in pubblicazioni
che spaziano dall'economia alla finanza, dal management al diritto, alle
discipline politiche e storico-sociali, e Bloomberg Investimenti, primario
settimanale di informazione economico-finanziaria, hanno annunciato il
lancio di una iniziativa editoriale che ha l'obiettivo di pubblicare
"I Libri per la Nuova Economia". L'idea è nata dalla volontà
di realizzare volumi che rappresentino un utile strumento di conoscenza e
aggiornamento per gli investitori istituzionali e una guida per quelli
privati. Sono stati presentati ieri al Circolo della Stampa i primi due
volumi pubblicati "Zero Gravity", di Steve Harmon con prefazione
di Silvio Scaglia {e.Biscom) e "Investire negli Hedge Funds", di
Joseph G. Nicholas con prefazione di Alfredo Piacentini {Banca Syz). Oltre
ai due prefattori, sono intervenuti: Mirka Giacoletto Papas,
Amministratore Delegato Egea; Rolando Polli, Amministratore Delegato
Investimenti Edizioni e Giancarlo Forestieri, Ordinario di Economia degli
Intermediari Finanziari (Università Bocconi). "Egea, nata come casa
editrice prettamente universitaria, ha definito le nuove linee strategiche
per il proprio sviluppo: consolidare e implementare il core business
universitario ampliando la linea accademica; essere attori nel dibattito
culturale economico nazionale ed internazionale con volumi culturali e di
scenario; rafforzare la propria offerta per il mondo delle professioni ha
esordito Mirka Giacoletto Papas, Amministratore Delegato di Egea.
"Per rispondere al meglio ai bisogni dei propri clienti ha continuato
Giacoletto Papas, "in un mondo in cui l'attenzione alla qualità, il
rapporto di fiducia con i propri pubblici e le competenze distintive
divengono il fattore critico di successo, è indispensabile ragionare in
una logica di integrazione e di alleanze con partner che possano
reciprocamente, come in questo caso, fornire know how arricchenti. Da qui
nasce la nostra collaborazione con Bloomberg Investimenti, primario
operatore nel settore dell'informazione economico-finanziaria."
"La scelta del partner per questa iniziativa non è casuale" ha
spiegato Rolando Polli, Amministratore delegato di Investimenti Edizioni.
" Volevamo collaborare con una casa editrice di alto prestigio
culturale, con un'esperienza editoriale consolidata ed un'articolata rete
distributiva che permettesse di essere presenti su tutto il territorio
italiano: Egea ha risposto al meglio alle nostre necessità. Questo perché
abbiamo percepito l'esigenza del pubblico di avere strumenti di
informazione adeguati in un momento come quello attuale in cui grazie alle
moderne tecnologie e ad Internet in particolare, molte persone si sono
avvicinate al mondo della finanza, scegliendo in proprio come investire i
risparmi. Infatti vi è la necessità, anche per i non addetti ai lavori,
di essere sempre aggiornati ed informati per operare scelte di
investimento consapevoli e più responsabili" ha concluso Polli
"con loro è importante quindi comunicare con un linguaggio semplice,
fornendo tutte le informazioni necessarie, ed affrontando in alcuni casi
per la prima volta in Italia i temi caldi dell'economia di questo inizio
secolo". Egea è la Casa Editrice costituita nel 1988 dall'Università
Bocconi e dall'editore Giuffrè per diffondere la cultura economica
elaborata in ambito universitario e contestualmente fornire al mondo delle
professioni, delle imprese e del lavoro validi strumenti di aggiornamento.
Da sempre attenta a recepire le nuove tendenze del mercato per rispondere
alle diverse esigenze di aziende e professionisti, Egea ha messo a
disposizione la propria esperienza editoriale per realizzare queste opere
dedicate alla Nuova Economia. Egea conta oltre 600 titoli in catalogo ed
ogni anno propone circa 70 novità e 50 ristampe. Bloomberg Investimenti
è il nuovo settimanale di informazione finanziaria dedicato agli
investitori istituzionali e privati, ai gestori ed ai consulenti
finanziari che desiderano cogliere tempestivamente le migliori opportunità
del mercato. Esso coniuga le conoscenze del leader mondiale
dell'informazione economico-finanziaria Bloomberg (presente su stampa, TV,
radio, Internet e inoltre proprietaria di Bloomberg Press) con quelle di
una redazione tra le più accreditate dell'informazione borsistica e
finanziaria italiana. Per quanto riguarda i libri presentati: Zero
Gravity - II Venture Capital per investire in Internet: dagli start-up
agli Ipo - di Steve Harmon Prefazione di Silvio Scaglia - e.Biscom pag.
259; Lire 50.000 - Euro 25, 82 si tratta di un testo dove le aziende a
"forte gravita", ancorate a terra da immobili, automezzi e chili
di carta, vengono contrapposte da Harmon alle aziende "Zero Gravity",
ovvero a gravita zero, quelle in cui grazie ad Internet informazioni,
comunicazioni e ricchezza si spostano in alto, in basso, di lato, in
assenza di peso come gli astronauti nello spazio. Il risultato è un
mercato svincolato da confini geografici e limiti temporali, in cui il
commercio si realizza in nanosecondi ed è estremamente facile, economico
e personalizzato. In questo libro Steve Harmon illustra le istruzioni per
l'uso del venture capital a chiunque abbia un'idea forte, in cui creda
profondamente, e ritenga di poterla trasformare in ricchezza. Insegna
soprattutto l'approccio adatto per trattare con i banchieri, uno dei
momenti più delicati e difficili: basti pensare che solo 10 imprenditori
su 500 riescono ad incontrare un venture capitalist dopo avergli
presentato una proposta. Da una delle menti più brillanti di Wall Street
un testo avvincente che spiega come un imprenditore innovativo possa
convertire la sua idea in un'azienda "internettiana" di
successo. Una raccolta di testimonianze di imprenditori e venture
capitalist che raccontano come hanno fatto a raggiungere il successo.
Steve Harmon - è uno degli analisti più conosciuti, pioniere nel campo
degli investimenti su Internet e Amministratore Delegato di e-harmon.com,
una società per gli investimenti su Internet. La Cbsmarketwatch.com lo ha
definito uno dei migliori di Wall Street. I suoi commenti appaiono su
molti siti finanziari come Yahoo!Finance, Upside.com e Silicon Investor.
Bill Gates, John Doerr, Esther Dyson e altri amministratori di società
che operano, o sono legate a Internet, seguono e decidono in base ai
commenti e alle analisi di Harmon. Nel secondo testo: Hedge Funds -
Strategie per i nuovi mercati- di Joseph G. Nicholas Prefazione di Alfredo
Piacentini - Banca Syz pag. 308; Lire 60.000 - Euro 30, 99 vengono
evidenziati cosa sono gli Hedge Funds? Come funzionano ? Quali sono i
criteri per scegliere i migliori gestori di fondi di copertura ? Come
gestire al meglio il rischio ? A queste e ad altre domande risponde Joseph
Nicholas nel libro "Investire negli Hedge Funds". Lo scopo è
quello di condividere alcuni suggerimenti pratici e fornire
all'investitore informazioni indispensabili per compiere scelte di
investimento intelligenti. Gli Hedge Funds sono fondi open-end, fondi
privati che usano una svariata gamma di strategie: alcuni investono in
azioni, altri in obbligazioni, altri ancora in valute o in prodotti
derivati; possono scommettere sul ribasso del mercato, oppure sulla sua
esplosione, insomma non è facile fare un identikit di questa nuova e
quanto mai remunerativa forma di investimento. Poco conosciuti in Europa,
e quasi per niente in Italia, gli Hedge Funds sono molto apprezzati oltre
oceano, basti pensare che ad oggi ne esistono più di 4000 con una
capitalizzazione pari quasi a quella del mercato italiano: 400 miliardi di
dollari. Un settore in forte crescita, in cui è difficile destreggiarsi
ma che Nicholas è riuscito a spiegare in maniera chiara ed esaustiva, la
risorsa perfetta per gli investitori esigenti che vogliono seguire in
prima persona l'evoluzione della più innovativa forma di investimento
dell'ultimo decennio. Joseph G. Nicholas - Presidente ed Amministratore
Delegato dell'Hedge Fund Research, L.L.C. società di consulenza
specializzata negli investimenti alternativi. HFR fornisce una gamma di
servizi di consulenza agli investitori, tra cui la strutturazione dei
fondi di fondi e dei portafogli a gestione multipla, il monitoraggio
quotidiano del rischio di portafoglio, le ricerche di gestori e le
pubblicazioni sulla due diligence.
INTEGRAZIONE TRA SEAT E TIN. IT: NASCE TIN.IT
SpA Roma, 11 aprile 2000 Telecom Italia ha comunicato che si è conclusa
la prima fase del progetto di integrazione tra Seat e Tin.it attraverso il
conferimento, come già annunciato, in una società controllata dal Gruppo
al 100% denominata Telecom Italia Net S.p.A.(Tin.it S.p.A.) di un
complesso aziendale formato da Tin.it, la divisione Internet di Telecom
Italia, e da altre attività del Gruppo. In particolare le principali
attività conferite in Tin.it S.p.A. sono: - Tin.it e le partecipazioni in
Esri Italia (49%) e Excite Italia B.V. (50%) - la partecipazione del 50%
detenuta direttamente o indirettamente da Telespazio in Viasat, società
che opera nei servizi telematici e per l'infomobilità; - la divisione
content management di Saritel attiva nei servizi di informazione e accesso
a banche dati per professionisti e piccole e medie aziende. Il capitale
sociale di Tin.it S.p.A. è pari a 41 miliardi di lire, per un totale di
41.000.000 di azioni dal valore nominale di lire 1.000 lire ciascuna.
Telecom Italia completerà il progetto di integrazione con la scissione
parziale e la contestuale fusione per incorporazione di Tin.it S.p.A. in
Seat Pagine Gialle secondo quanto deliberato dal Consiglio di
Amministrazione il 15 marzo scorso.
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