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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Settembre 2007
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UN NUOVO REGOLAMENTO SUGLI AIUTI DI STATO  
 
 nel settore della pesca. La Commissione europea ha adottato il 24 luglio un regolamento della Commissione che aumenta il massimale degli aiuti detti "de minimis" nel settore della pesca. Gli aiuti de minimis sono aiuti nazionali che si ritiene non distorcano la concorrenza. Nel quadro del nuovo regolamento, il massimale sarà fissato a 30 000 Eur per periodo triennale e per beneficiario, a condizione che l´importo totale di questo tipo di aiuti rappresenti meno del 2,5% della produzione nazionale annua del settore della pesca. Nessuno di questi aiuti può essere utilizzato per l´acquisto o la costruzione di nuove navi o per accrescere l´attuale capacità della flotta. Gli Stati membri dovranno registrare tutte le informazioni pertinenti che dimostrino il rispetto di queste condizioni. L´esenzione dalla notifica preliminare degli aiuti di Stato alla Commissione è attualmente disciplinata da un regolamento che fissa il limite massimo dell´aiuto a 3 000 Eur per beneficiario e per periodo di tre anni (cfr. Ip/04/1188). Tale limite massimo era stato fissato a un livello molto basso al momento della sua introduzione nel 2004 poiché la Commissione non disponeva all´epoca di alcuna esperienza precedente relativa a questi aiuti nel settore della pesca. Alla luce dell´esperienza acquisita, la Commissione ritiene possibile autorizzare un livello più elevato senza che ciò comporti alcuna distorsione della concorrenza. Nel settore della pesca, la principale attività resta quella delle catture, che beneficerà probabilmente della maggior parte degli aiuti de minimis. Il precedente massimale di 3 000 Eur era molto basso, dato l´elevato livello del valore medio in capitale di un´impresa di pesca nell´Ue. La politica comune della pesca è volta a raggiungere un migliore equilibrio tra la capacità della flotta peschereccia e la pressione esercitata dallo sforzo di pesca, da una parte, e le risorse alieutiche disponibili, dall´altra. Si ritiene che la situazione attuale al riguardo non consenta ancora di garantire la conservazione degli stock alieutici. Le disposizioni del nuovo regolamento non saranno dunque applicabili agli aiuti che rischiano di accrescere la capacità della flotta, come è il caso degli aiuti all´acquisto, alla costruzione o all´ammodernamento delle navi da pesca. Sin da quando è stato inizialmente proposto nel giugno 2006, il nuovo regolamento è stato oggetto di ampie consultazioni con le parti interessate e con gli Stati membri e le disposizioni in esso contenute sono pienamente conformi ai principi generali degli aiuti de minimis aggiornati dalla Commissione nel dicembre 2006. Allegato: massimali triennali per Stato membro per gli aiuti de minimis nel settore della pesca Massimali triennali per Stato membro per gli aiuti de minimis nel settore della pesca
Be 11 800 000
Bg 433 000
Cz 1 008 000
Dk 57 650 000
De 48 950 000
Ee 3 718 000
Ie 8 508 000
El 18 015 000
Es 127 880 000
Fr 138 550 000
It 94 325 000
Cy 1 562 000
Lv 3 923 000
Lt 5 233 000
Lu 0
Hu 740 000
Mt 255 000
Nl 35 875 000
At 620 000
Pl 21 125 000
Pt 15 688 000
Ro 524 000
Sl 338 000
Sk 1 133 000
Fi 7 075 000
Se 11 153 000
Uk 102 725 000
.
 
   
   
PATATA OGM: DECIDERÀ LA COMMISSIONE EUROPEA  
 
 La Commissione europea dovrà decidere se autorizzare o meno la coltivazione di una patata geneticamente modificata nell´Ue, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo al riguardo in seno al Consiglio dell´agricoltura Ue. La società tedesca di prodotti chimici Basf ha richiesto alle autorità svedesi di immettere questo tipo di patata sul mercato per essere impiegata in processi industriali come quello della fabbricazione della carta. La patata Ogm «Amflora» produrrebbe infatti elevate quantità di amido. Alla riunione del Consiglio del 16 luglio l´Austria, l´Irlanda e l´Italia hanno guidato i paesi contrari all´autorizzazione, mentre la Germania, il Regno Unito e la Svezia si sarebbero schierati tra i paesi favorevoli. Alcuni paesi si sono astenuti. I regolamenti Ue affermano che, non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata, la decisione ora spetta alla Commissione europea. Barbara Helfferich, portavoce della Commissione in materia di ambiente, ha dichiarato che la Commissione sosterrà la coltivazione della patata con l´approvazione formale prevista nei prossimi mesi. La Commissione adotterà la sua decisione in base a un parere dell´Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa). Secondo tale parere è improbabile che la patata Ogm abbia effetti negativi sulla salute degli animali e dell´uomo, o sull´ambiente, nell´ambito dell´impiego proposto. Alcuni gruppi ambientalisti, tuttavia, hanno messo in guardia contro la patata Ogm, la quale potrebbe contaminare la catena alimentare e le future coltivazioni. Particolari preoccupazioni emergono in relazione ad un gene che può causare resistenza agli antibiotici e al rischio che alcune patate non vengano raccolte e siano lasciate nuovamente crescere negli anni successivi, contaminando i raccolti non Ogm. La società Basf ha inoltre richiesto di impiegare la stessa patata negli alimenti e nei mangimi e ha riconosciuto che la contaminazione della catena alimentare è possibile. .  
   
   
BRUXELLES, CEREALI: PROPOSTA DI FISSARE A ZERO IL TASSO DI RITIRO OBBLIGATORIO PER LE SEMINE DELL´AUTUNNO 2007 E DELLA PRIMAVERA 2008  
 
 Data la situazione sempre più difficile del mercato dei cereali, la commissaria responsabile dell´Agricoltura e dello sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha annunciato il 15 luglio l´intenzione di presentare alla Commissione europea una proposta volta a fissare a zero il tasso di ritiro obbligatorio per le semine dell´autunno 2007 e della primavera 2008. Nell´ue-27 il raccolto del 2006, più esiguo del previsto (265,5 milioni di tonnellate), ha avuto come conseguenza una riduzione delle scorte al termine della campagna di commercializzazione 2006/2007 e i prezzi hanno attualmente raggiunto livelli elevatissimi. Le scorte d´intervento hanno subito una notevole riduzione, passando da 14 milioni di tonnellate all´inizio del 2006/2007 agli attuali 2,5 milioni di tonnellate, costituiti soprattutto da granturco detenuto in Ungheria. Quest´anno i risultati iniziali dei raccolti di orzo e di frumento sono modesti, eccezion fatta per la Spagna, e il tempo umido continua a ostacolare o a ritardare la raccolta negli Stati membri occidentali. Commentando la misura, Mariann Fischer Boel ha dichiarato: "Questa proposta va vista come una risposta, circoscritta alle semine dell´autunno 2007 e della primavera 2008, alle attuali difficoltà del mercato. Gli agricoltori possono continuare a mettere volontariamente a riposo parte dei propri terreni coltivabili. Questa iniziativa non va interpretata come un tentativo di condizionare la valutazione dello "stato di salute" della politica agricola comune, in programma per il 2008: in tale contesto sarà effettuato un riesame della politica cerealicola, compresa la questione del ritiro dei seminativi. ". A livello mondiale si prevede che nel 2007/2008 le scorte finali scendano a 111 milioni di tonnellate (soltanto 31 milioni delle quali nei cinque principali esportatori): si tratta del livello più basso raggiunto da 28 anni a questa parte. È probabile che i prezzi si mantengano eccezionalmente elevati per l´effetto combinato dei cattivi raccolti in importanti paesi produttori di cereali e dell´incremento della domanda, in particolare quella di granturco destinato alla produzione di bioetanolo. Il forte sviluppo dell´industria statunitense del bioetanolo sta avendo pesanti ripercussioni sul prezzo degli altri cereali. Secondo stime della Commissione, un tasso di ritiro dello 0% potrebbe incoraggiare gli agricoltori dell´Unione europea ad accrescere la produzione di circa 10-17 tonnellate nel 2008, il che contribuirebbe ad allentare la tensione del mercato. La proposta riguarda soltanto le semine dell´autunno 2007 e della primavera 2008: una decisione su base definitiva richiederebbe un riesame generale della politica cerealicola e un´analisi delle modalità e dei mezzi necessari per mantenere gli effetti collaterali positivi sul piano ambientale della messa a riposo delle colture; tale analisi sarà condotta nel corso della valutazione dello stato di salute della Pac. . .  
   
   
IL GRUPPO CAMPARI ANNUNCIA L’ACQUISIZIONE DI X-RATED MARCA SUPER PREMIUM E UNO DEI BRAND PIÙ DINAMICI NEGLI STATI UNITI CONTROVALORE DELLA TRANSAZIONE US$ 40 MILIONI (€ 29 MILIONI ALL’ATTUALE TASSO DI CAMBIO)  
 
 Il Gruppo Campari ha annunciato lo scorso 19 luglio di avere siglato un accordo per acquisire il brand super premium X-rated Fusion Liqueur, la vodka di altissima gamma Jean-marc Xo e la vodka ultra premium X-rated. X-rated è stato lanciato nel 2004 negli Stati Uniti da Jean-marc Daucourt, ideatore di spirit pluripremiati, e da Todd Martin, ex Presidente di Allied Domecq North America, che sono i maggiori azionisti di X-rated. I prodotti X-rated, che dal loro lancio hanno beneficiato di tassi di crescita molto elevati, sono attualmente distribuiti negli Stati Uniti dalla società di importazione di spirit di altissima gamma Daucourt Martin Imports, Llc. Il valore dell’operazione è Us$ 40 milioni (€ 29 milioni all’attuale tasso di cambio). Inoltre, l’accordo prevede il pagamento di un adeguamento di prezzo ripartito sui prossimi tre anni e calcolato in base all’andamento dei volumi incrementali di vendita nello stesso periodo (volumi nel 2006 pari a 70. 000 casse da 9 litri in totale). Il valore dell’operazione è pari ad un multiplo stimato di 9 volte il margine di contribuzione diretto atteso. Il closing dell’operazione è previsto per agosto 2007 e il corrispettivo sarà pagato in contanti. “X-rated Fusion Liqueur è un prodotto spirit unico, con un approccio di marketing fortemente innovativo, che arricchisce il nostro portafoglio di spirit super e ultra premium”, ha commentato Bob Kunze-concewitz, Ceo del Gruppo Campari. “In aggiunta all’acquisizione, recentemente annunciata, di Cabo Wabo Tequila, X-rated rappresenta per il Gruppo Campari un’ulteriore transazione strategica con grande potenziale di crescita. Attraverso la nostra controllata Skyy Spirits, X-rated contribuisce a rafforzare il nostro posizionamento negli Stati Uniti, mercato cruciale nella strategia di espansione internazionale del Gruppo. ” X-rated Fusion Liqueur è un mix esotico di vodka francese ultra premium e arance rosse della Provenza, con aggiunta di mango e frutto della passione per un’esperienza di gusto unica. Nel 2006 X-rated Fusion Liqueur è stato nominato “Best New Spirit” da Market Watch. “Drink Pink”, l’innovativa campagna marketing di X-rated, ha reso il prodotto una delle marche in più forte crescita nel settore. Il liquore, unico per il colore rosa brillante, è particolarmente diffuso tra il pubblico femminile di tendenza ed è ben posizionato per trainare il trend favorevole nel consumo di cocktail da parte delle donne. La vodka di altissima gamma Jean-marc Xo, realizzata artigianalmente, è ottenuta da quattro tipi diversi di frumento francese e distillata nove volte. Jean-marc Xo ha vinto numerosi premi ed è l’unica vodka ad avere conquistato il prestigioso riconoscimento “International Five Star Diamond Award" da parte dell’ente American Academy of Hospitality Science. Jean-marc Xo rappresenta un’opportunità per il Gruppo Campari per rafforzare ulteriormente il suo posizionamento nel segmento delle vodka di altissima gamma, il comparto in più forte crescita nel mercato della vodka negli Stati Uniti. La vodka ultra premium X-rated, vincitrice nel 2006 del premio “Double Gold”, è una serie limitata di importazione dalla Francia, ottenuta da raffinato frumento francese ed un tocco di Baies Roses (frumento rosato). “Grazie alla loro comprovata esperienza nello sviluppo di brand di tendenza a livello mondiale, Skyy Spirits e Gruppo Campari permetteranno ai nostri brand unici e innovativi di raggiungere nuovi successi” ha commentato Todd Martin, Ceo di Daucourt Martin Imports, Llc. Grazie a questa acquisizione, il Gruppo Campari amplia ulteriormente il proprio portafoglio di marchi nel mercato statunitense, rafforzando la sua offerta nelle categorie in crescita dei liquori e della vodka. .  
   
   
MDC E LEGAMBIENTE PRESENTANO ITALIA A TAVOLA 2007 IV° RAPPORTO SULLA SICUREZZA ALIMENTARE  
 
L’indagine più completa su tutta la filiera alimentare I numeri ed i casi più eclatanti delle operazioni dei Carabinieri per la Sanità, Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, Ministero della Salute, Corpo Forestale e Guardia Costiera Sequestri dei Nas per oltre 52milioni di euro. Carni e allevamenti il settore più problematico. Consumatori unanimi sull’etichetta di origine Le emergenze sembrano susseguirsi quasi con regolarità, eppure i controlli sono sempre più puntuali ed efficaci. Qual è allora l’opinione degli italiani sulla sicurezza alimentare? Di chi si fidano e come si regolano nell’acquisto dei cibi? Nel corso del 2006, c’è stata l’emergenza per le bufale dopate con gli anabolizzanti nel casertano e il caso del caviale scaduto per un valore di 500mila euro conservato in una azienda del Veneto; la scoperta delle carni avicole cinesi contenenti antibiotici vietati nel padovano e il ritrovamento di 4 tonnellate di formaggio scaduto rietichettato come pecorino sardo nella periferia di Roma, e poi migliaia di ettolitri di mosto di origini ignote venduto come vino di qualità in Puglia e Sicilia e la pizzeria di una nota catena di ristorazione chiusa per invasione di scarafaggi nel milanese. Insomma, truffe e scandali alimentari hanno impegnato notevolmente le forze dell’ordine e gli enti preposti ai controlli e messo a rischio la fiducia, se non la sicurezza, dei cittadini consumatori. Eppure sono state più di 200mila le ispezioni effettuate dalle forze dell’ordine preposte al controllo sulla filiera alimentare: 35. 138 dai Carabinieri del Nas, 163. 650 dalla Guardia Costiera, 27. 046 dall’Ispettorato centrale repressione frodi e dal Corpo Forestale. Il sistema italiano dei controlli alimentari si conferma come uno dei più efficaci a livello internazionale. E contro queste emergenze la provenienza dei prodotti diventa un elemento di sicurezza per i consumatori: per il 96% degli italiani l’indicazione dell’origine in etichetta è infatti molto o abbastanza importante. In tema di informazione si fidano anzitutto degli istituti scientifici, seguiti dagli organismi di controllo e dalle associazioni a tutela dei consumatori. Buono il giudizio nei confronti dell’operato degli organismi di controllo anche se il 55% pur giudicandolo positivamente crede che si potrebbe fare di più. E’ Italia a Tavola 2007, Iv rapporto sulla sicurezza alimentare in Italia realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e da Legambiente e presentato oggi a Roma. Protagonisti della ricerca tutti gli istituti preposti al controllo del settore: Carabinieri per la Sanità, Ispettorato per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, Ministero della Salute, Corpo Forestale e Guardia Costiera. Quest’anno il rapporto si è arricchito dell’indagine “Informazione, tutela e qualità dei prodotti: quanto e di chi si fidano gli italiani?”, realizzata per il Movimento Difesa del Cittadino dall’Ipsos. Informazione, Tutela E Qualità Dei Prodotti: Quanto E Di Chi Si Fidano Gli Italiani? Dall’indagine emerge che il 45% degli italiani controlla sempre l’etichetta di origine e il 27% lo fa spesso. In particolare, sono le donne (50% contro il 39% degli uomini), chi ha più di 35 anni (47-49% contro il 36% dei più giovani) e gli abitanti nelle regioni del sud (52% contro una media del 39-42% del centro nord). Solo il 60% è in grado di riconoscere un prodotto Dop dal marchio, con una più alta percentuale nella fascia più giovane (18-34 anni). Quindi c’è un 22% di italiani che si fanno ingannare dalle varie bandiere italiane o europee che spesso vengono messe sulle etichette. E in tema di informazione fornita dai mass media, i cittadini la considerano “allarmista e disorientante” (45%), mentre per il 39% è chiara e utile per difendersi dai rischi. Tra i soggetti (istituzionali e non) che si occupano di sicurezza alimentare la maggiore fiducia riscuotono gli istituti scientifici (83% alta+media) seguiti da gli organi di controllo, come i Nas, e dalle associazioni a tutela dei consumatori. Un’ultima indicazione interessante dell’indagine riguarda il rapporto tra qualità e prezzo: l’86% è disposto a spendere di più per prodotti Made in Italy, il 78% per prodotti a denominazione registrata (Dop, Igp, Stg), il 55% per il biologico. I Controlli Ammontano a oltre 35mila le ispezioni dei Carabinieri per la sanità nel corso del 2006. Si tratta di controlli che hanno portato all’arresto di 39 persone, alla chiusura di 861 strutture e al sequestro di 495. I sequestri hanno riguardato oltre 60 milioni di chilogrammi di prodotto, 1. 604mila confezioni, e oltre 501mila capi per un valore totale di 52. 053. 309 milioni di euro. Il settore più problematico si conferma ancora quello delle carni e allevamenti: quasi 3mila controlli in meno rispetto al 2005 hanno rilevato infatti oltre 1200 infrazioni penali e oltre 3200 infrazioni amministrative. 35 le persone arrestate tra gli operatori, 761 quelle segnalate all’autorità giudiziaria. Per quanto riguarda il lavoro dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari nel 2006 sono circa 3. 500 gli operatori irregolari e oltre 500 i sequestri effettuati. Ammontano a 520, invece, i sequestri effettuati per un valore di oltre 8. 600. 000 euro; circa 500 le notizie di reato e oltre 4mila le contestazioni amministrative. Sostanziosa e inarrestabile l’attività della Guardia costiera, impegnata soprattutto nelle operazioni di controllo della pesca e del commercio di prodotti ittici con ben 33. 949 controlli effettuati dalle unità navali e 163. 650 ispezioni ai punti di sbarco e alle attività commerciali, che hanno portato alla scoperta di frodi riguardanti soprattutto il commercio di prodotti ittici inquinati, scaduti, contraffatti. Le Emergenze Pinot Grigio Igt del Veneto contraffatto con comune vino da tavola di bassa qualità; frodi in commercio e usurpazione del marchio Cilento Dop per 1. 100 bottiglie di olio e 2 silos di 30 quintali; e ancora, 10. 000 litri di olio di semi adulterato e colorato con la clorofilla per renderlo verde brillante spacciato per extravergine di oliva; 36 persone indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato alla ricettazione di farmaci per uso veterinario, in particolare anabolizzanti e somatropina, per aumentare la produzione di latte delle bufale. Lunga anche la lista dei prodotti illegali e contraffatti extra-Ue, in particolare quelli provenienti dalla Cina: l’operazione “Black chicken 2” si chiude con il sequestro di prodotti alimentari e farmaceutici per un valore pari a 5. 000. 000 euro e con la denuncia di 26 cittadini cinesi e 94 violazioni penali accertate; sequestrati altri 275 quintali di prodotto, tra alimenti e medicinali, importati illegalmente dall’Italia e 20 tonnellate di arachidi di produzione cinese confezionate in scatole che riportavano indicazioni di tracciabilità italiana. “Cresce sempre più l’attenzione degli italiani nei confronti della sicurezza alimentare coniugata con la qualità dei prodotti – ha affermato Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino – I risultati dell’indagine, che costituisce la novità del rapporto di quest’anno, sono molto indicativi su una consapevolezza aumentata dei consumatori riguardo la necessità di tutela e valorizzazione di un comparto, quello agroalimentare, fondamentale per la vita di ogni giorno delle famiglie e per il sistema economico del Paese. La persistenza delle tante situazioni critiche o truffaldine rilevate dai controlli devono indurre le autorità, anzitutto il Ministero delle Politiche agricole e il Ministero della Salute a non abbassare la guardia”. “Dai dati raccolti in questo quarto rapporto sulla sicurezza alimentare – ha dichiarato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente – emerge una situazione in gran parte rassicurante. I casi di illecito citati infatti sono stati tutti scoperti e stroncati dalle forze dell’ordine, ma per garantire al meglio i cittadini sarebbe opportuno intervenire su due fronti. Da un lato bisognerebbe investire in campagne di comunicazione e informazione in grado di fornire ai consumatori gli strumenti idonei per una scelta consapevole degli alimenti. Un’operazione di trasparenza che coinvolga anche gli stessi operatori delle filiere alimentari, in modo da aumentare la fiducia verso quei numerosi operatori che quotidianamente si impegnano per far arrivare sulle nostre tavole alimenti di qualità, sani e controllati. Dall’altro invece bisognerebbe capire di cosa si sta occupando l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma, che è stata istituita proprio per garantire controlli sistematici e indipendenti in campo alimentare e dalla quale non sembrano arrivare segnali di alcun tipo di attività. ”. . .  
   
   
PUBBLICAZIONE DELLA DOMANDA ‘IGP’ PER L’ACETO BALSAMICO DI MODENA: LA MAGGIOR PARTE DEI PRODUTTORI NON E’ D’ACCORDO CON IL DISCIPLINARE  
 
Il Consorzio Aceto Balsamico di Modena sin dalla propria costituzione si è battuto per ottenere il riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta per un prodotto, che oggi più che mai è assurto al ruolo di ambasciatore della tradizione e cultura gastronomica italiane nel mondo. Testimoni di questo impegno sono gli enormi sforzi profusi dapprima per ripristinare la denominazione del prodotto (che un provvedimento ministeriale, il Dm 16/11/2000 aveva addirittura vietata), poi per scongiurare il tentativo di cambiare nome allo stesso (trasformandolo in un irriconoscibile ‘Aceto Balsamico Modenese’, come richiesto da un gruppo di produttori e trasformato anche in questo caso nel Dm 10/06/2004, poi abrogato proprio per l’intervento del Consorzio Aceto Balsamico di Modena), infine per ottenere la nota sentenza del Garante della Concorrenza e del mercato, che è stata utilizzata anche dalla Comunità Europea per sancire la pacifica coesistenza tra l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e l’Aceto Balsamico di Modena. Il Consorzio si è battuto per ottenere la protezione Igp sulla base di un Disciplinare rispettoso sia della consuetudine storica, sia degli usi ormai consolidatisi tra tutti i produttori. In questi sforzi, si è da alcuni anni affiancato al Consorzio il gruppo di aziende facenti capo al Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena: insieme, trattasi di ben 33 aziende, tra le quali appaiono sia grandi produttori che numerose piccole aziende agricole, sia società di recente impianto che le più antiche ditte del settore, di cui una addirittura risalente al 1600. Insieme, costituiscono la stragrande maggioranza dei produttori. Ebbene, la domanda di Igp pubblicata venerdì 6 luglio nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea non ci rallegra affatto : il disciplinare pubblicato infatti non soddisfa ai criteri indicati dai produttori, che lo scorso maggio avevano presentato un ricorso contro tale testo, che non rispetta né il territorio di origine, né le consuetudini produttive, e che mette a rischio la denominazione stessa, esponendola a problemi e possibili opposizioni internazionali. In data 20 giugno su richiesta del Governo Italiano, e su impegno specifico preso avanti i rappresentanti delle Associazioni Agricole, tutti i tre gruppi sottoscrittori della Igp che rappresentano l’intero settore hanno inviato al Ministero delle Politiche Agricole una proposta condivisa e ritenuta soddisfacente. Duole oggi notare che il Governo Italiano e le Istituzioni locali non abbiano mantenuto gli impegni, e abbiano richiesto la pubblicazione di un testo che non è condiviso né accettato da ben due dei tre Consorzi interessati, e cioè dalla maggioranza dei produttori. La pubblicazione della domanda di Igp così come pubblicata non solo non valorizza la centralità del territorio (in quanto permette la produzione da mosti di uve di tutto il mondo, e addirittura pone con ancor maggior certezza la possibilità di imbottigliare in tutto il mondo l’aceto balsamico prodotto localmente, sottraendo preziose risorse all’economia locale), ma rischia di causare danni ben più gravi all’intero comparto, fino alla volgarizzazione della denominazione ‘aceto balsamico’. In attesa di valutazioni più approfondite, e confermando la volontà del Consorzio Aceto Balsamico di Modena e del Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena di addivenire a una reale protezione della denominazione, che sia da apprezzare non solo sulla carta ma anche nei fatti, informiamo che per queste ragioni non possiamo purtroppo unirci ai festeggiamenti per la pubblicazione di questa domanda. .  
   
   
SCUOLA, 400.000 EURO PER EDUCAZIONE ALIMENTARE BECCALOSSI:PROSEGUE NOSTRO IMPEGNO PER PROMUOVERE GIUSTA CULTURA MATERIALE INFORMATIVO, FATTORIE DIDATTICHE E GIOCHI INTERATTIVI  
 
 In vista dell´inizio della scuola (in Lombardia la campanella suonerà lunedì 10 settembre) l´assessorato regionale all´Agricoltura propone anche per la ´stagione 2007-2008´ un piano mirato all´educazione alimentare. "Favorire l´adozione di corretti comportamenti alimentari e nutrizionali attraverso la conoscenza ed il consumo di prodotti agroalimentari di qualità, ottenuti nel rispetto dell´ambiente o legati alla tradizione del territorio rurale". Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, spiega così lo spirito di una serie di iniziative che tendono anche a "promuovere la trasversalità dell´educazione alimentare informando sugli aspetti storici e culturali legati alle varie produzioni ed al loro territorio d´origine". Ed ecco allora ´Fattorie didattiche´, visite guidate negli ortomercati, volumi informativi mirati alla sensibilizzazione del consumo di frutta e verdura. E ancora, corsi formativi per gli insegnanti, momenti di informazione all´interno delle scuole, giochi tradizionali ed interattivi, concorsi e iniziative che hanno come obiettivo la promozione di una corretta alimentazione. Per sostenere i progetti previsti dal piano, che saranno condivisi con Province, Comuni e associazioni, la Giunta regionale ha stanziato 400. 000 euro. "In questo modo - aggiunge Viviana Beccalossi - vogliamo potenziare anche la conoscenza dell´agricoltura lombarda facendo comprendere le relazioni tra produzione, consumo e salvaguardia dell´ambiente". Esempio concreto di quanto apprezzata sia la proposta regionale è il progetto ´Fattorie Didattiche´, 118 realtà (36 in provincia di Bergamo, 11 a Brescia, 2 Como, 8 a Cremona, 15 a Lodi, 6 a Lecco, 9 a Milano, 10 a Pavia, 1 a Sondrio 3 e 7 a Varese), nelle quali è possibile conoscere da vicino i prodotti della terra e gli animali allevati nella regione. "Le adesioni a questo ma anche agli altri progetti - conclude Viviana Beccalossi - sono in forte e continua crescita. Grazie all´impegno della Regione, degli imprenditori agricoli e di moltissime scuole lombarde abbiamo sviluppato una rete che consente ai più giovani di avvicinarsi ad un mondo che, soprattutto per chi vive nelle grandi città, è quasi sconosciuto facendo scoprire ai più giovani il rapporto con la terra e le tradizioni". Un´attenzione particolare viene rivolta quest´anno anche al rapporto tra alimentazione e attività sportiva con iniziative di carattere generale e appuntamenti specifici legati ad eventi quali ad esempio la Maratona di Milano e i Mondiali di Ciclismo di Varese. I particolari sul piano dell´educazione alimentare della Regione Lombardia sono disponibili sul sito www. Buonalombardia. It nella sezione educazione alimentare. .  
   
   
REGGIO EMILIA: PROGETTO “RUSSIA AGROALIMENTARE”  
 
 La Camera di Commercio di Reggio Emilia organizza la visita in Emilia-romagna di una delegazione di 5 buyer/importatori provenienti dalla Russia del comparto agro-alimentare biologico che si terrà dal 12 al 16 settembre 2007 a Bologna. L’iniziativa è gratuita e rientra nell’ambito del programma integrato delle attività 2007, in collaborazione con il Desk Mosca – Federazione Russia, del sistema camerale emiliano-romagnolo. Tutte le informazioni e la scheda di adesione all´iniziativa sono reperibili sul sito internet http://www. Re. Camcom. It/sezione. Jsp?titolo=progetto%20russia%20agroalimentare&idsezione=1224&idsezionerif=958 .  
   
   
“IL RISO DI BARAGGIA BIELLESE E VERCELLESE” E’ LA NUOVA DOP PIEMONTESE: LA SODDISFAZIONE DELL’ASSESSORE TARICCO  
 
Con il regolamento Ce n. 982/2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea, la Commissione delle Comunità Europee ha approvato la Denominazione di Origine Protetta (Dop) per il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. La Dop costituisce la più importante certificazione di valore europeo a protezione e valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari per i quali tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione e trasformazione, avviene esclusivamente in un territorio delimitato e riconosciuto ufficialmente. Sono 28 i comuni che compongono la zona delimitata per la Dop Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, situati nelle Province di Biella e di Vercelli: Albano Vercellese, Arborio, Balocco, Brusnengo, Buronzo, Carisio, Casanova Elvo, Castelletto Cervo, Cavaglià, Collobiano Dorzano, Formigliana, Gattinara, Ghislarengo, Gifflenga, Greggio, Lenta, Massazza, Masserano, Mottalciata, Oldenico, Rovasenda, Roasio, Salussola, San Giacomo Vercellese, Santhià, Villanova Biellese, Villarboit. In tutto si tratta di circa 25. 000 ettari di superficie coltivata a riso. Le varietà di riso riconosciute in questa Dop sono: Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli, S. Andrea, Loto,gladio. “Sono particolarmente soddisfatto per questo prestigioso riconoscimento europeo che riguarda una delle produzioni più importanti del Piemonte - ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco - un risultato che corona un lungo e difficile lavoro per il quale ringrazio tutti coloro che, assieme alla Regione Piemonte, si sono impegnati, dai produttori, ai comuni e alle Province interessate, alle organizzazioni professionali agricole, in particolare l’Associazione Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, quale soggetto referente nell’iter di riconoscimento. “Il riso è un prodotto simbolo del Piemonte, – ha aggiunto l’assessore Taricco - che rappresenta 2. 300 aziende, 30 riserie, 115. 000 ettari di superficie, dove si producono circa 8 milioni di quintali di riso,il 60% della produzione italiana e il 30 % di quella europea; un comparto che ha in sé anche forti elementi e valori ambientali paesaggistici e in cui sono sempre più diffusi i sistemi di coltivazione e lavorazione ecocompatibili, sostenuti da accordi di filiera e per la tracciabilità delle produzioni. Un comparto che esprime eccellenti varietà di riso, tradizionali dei nostri territori, quali: Baldo, Balilla, Carnaroli. S. Andrea, Arborio, all’origine di una gamma di piatti e specialità che hanno reso celebre la gastronomia piemontese. ” “Questa nuova Dop – conclude l’assessore - è anche il riconoscimento del grande valore aggiunto del riso di quei territori, che sarà apprezzato dai consumatori e che rappresenta un altro importante tassello nel ricco mosaico delle qualità del nostro Piemonte agricolo e agroalimentare, da tutelare e valorizzare”. .  
   
   
BUONI PASTO ELETTRONICI PER I DIPENDENTI DEL COMUNE DI NOVARA  
 
Piemonte hi-tech: ai 4. 000 Dipendenti dell’Università degli Studi di Torino, ai 1. 000 del Gruppo Iride di Torino (ex Aem), ai 1. 000 addetti della Asl 3 di Torino, ai 700 della Asl 4 di Torino, ai 500 della Asl di Pinerolo ed ai 400 del Comune di Cuneo si aggiungono ora gli 800 Dipendenti del Comune di Novara, tutti accomunati dall’essere protagonisti dell’innovativa formula rappresentata dall’utilizzazione dei Buoni Pasto Elettronici emessi con il marchio Buonchef Smart Card System (il sistema sostituisce integralmente il tradizionale carnet cartaceo con una pratica e versatile Smart Card, dotata di microchip, accettata da Esercizi Pubblici dotati dell’apposito Pos fornito da Buonchef). La formula sfrutta la consolidata tecnologia delle Smart Card, carte plastiche di dimensioni analoghe a quelle di una comune carta di credito, dotate di un microchip con il quale gestire tutti gli aspetti del servizio, disciplinandolo in base a precise fasce orarie e a prefissati calendari di accesso che assicurano la consumazione di pasti grazie a menu completi concordati con i Ristoratori affiliati che rendono, così, possibile un servizio realmente in grado di sostituire formule precedenti non sempre allineate alle esigenze delle imprese. Buonchef Smart Card System realizza una vera e propria “mensa diffusa” sul territorio, costituita dalle centinaia di locali dotati di Pos presso i quali i Buoni Pasto Elettronici sono accettati. L’appalto assegnato dal Comune di Novara ha durata triennale ed un valore complessivo di €. 1. 440. 000,00 e riguarderà 800 Dipendenti comunali. Commentando le recenti aggiudicazioni nel segmento dei Buoni Pasto Elettronici (negli ultimi mesi sono stati acquisiti anche gli appalti indetti da Hera Spa per tutte le società del gruppo e quelli di tutte le Asl della Regione Friuli Venezia Giulia), l’Amministratore Delegato Giovanni Scansani, ha sottolineato come l’azienda abbia saputo “svilupparsi seguendo una linea strategica di forte differenziazione che ha saputo coniugare un’attività tradizionale come la Ristorazione Collettiva alla più evoluta tecnologia, creando un vantaggio competitivo che i nostri numeri e l’appeal della nostra offerta dimostrano ampiamente, riuscendo a coniugare, in perfetta sinergia, le esigenze di saving espresse dalle imprese con gli obiettivi di fidelizzazione e di stabilizzazione dei volumi che anche la Rete affiliata si prefigge e che non sempre risultano conseguibili con i tradizionali titoli cartacei. Il servizio basato sull’impiego di Buoni Pasto Elettronici è, quindi, molto gradito anche agli esercenti e ciò va nella giusta direzione rispetto al perseguimento dei livelli di qualità che ci siamo posti”. .  
   
   
REGGIO EMILIA: IL BALSAMICO È UN PATRIMONIO DELLA NOSTRA GENTE L’ASSESSORE PROVINCIALE ALL’AGRICOLTURA ROBERTA RIVI ED IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ALDO FERRARI INTERVENGONO SULLA VICENDA CHE COINVOLGE IL PRODOTTO TIPICO REGGIANO  
 
“Le notizie che in questi ultimi giorni sono state rese note sull’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia sono preoccupanti, perché mettono in gioco il prestigio di un grande prodotto della cultura e della tradizione eno-gastronomica reggiana”. E’ il commento preoccupato dell’Assessore provinciale all’Agricoltura Roberta Rivi e del Presidente della Camera di Commercio Aldo Ferrari dopo le notizie relative ai provvedimenti presi dalle autorità giudiziarie nei confronti di due aziende della nostra provincia. I due Enti sottolineano come l’Abtre sia importante per la storia e cultura reggiana al punto di assurgere, pur essendo un prodotto di nicchia, al ruolo di ambasciatore ideale del territorio insieme al Parmigiano reggiano , al Lambrusco e ai salumi. Pertanto esso non può essere considerato un bene di proprietà di qualcuno ma un patrimonio dell´intera collettività. E´ per questa ragione, oltre che per la difesa del consumatore, che le regole necessarie alla garanzia della qualità, previste dal disciplinare di produzione, devono essere rispettate. La legge individua i soggetti e gli organismi che hanno competenze e responsabilità sulle procedure e sui controlli affinchè siano rispettati tutti i contenuti del disciplinare di produzione approvato dal Ministero dell´Agricoltura e dall´Unione Europea così come previsto per le produzioni a denominazione di origine protetta. Se qualcosa non ha funzionato dovrà essere evidenziato e se qualcuno ha tenuto comportamenti scorretti è giusto che ne paghi le conseguenze. La crescente conflittualità tra gli operatori del settore ha indotto Provincia e Camera di Commercio, che pur non hanno competenze dirette sul governo del prodotto, a proporsi come mediatori nel raggiungere un accordo tra tutte le rappresentanze circa la formazione degli assaggiatori e le modalità di gestione degli assaggi. Dopo un percorso faticoso ci siamo avvicinati ad un´ipotesi d´accordo per chiudere il quale però è necessario il consenso di tutti ma ancora più necessario sarebbe ricostruire un clima di maggior serenità. Dobbiamo far tesoro di esperienze negative di realtà a noi vicine in cui le divisioni tra produttori hanno avuto riflessi negativi sul prodotto di cui ancora oggi si scontano le conseguenze. Assessorato Agricoltura e Camera di Commercio considerano l´accordo ancora possibile ma se non si ristabiliranno i presupposti necessari , in virtù del senso di responsabilità che spinge le Istituzione a difendere le tipicità del territorio, valuteranno tutte le azioni possibili a garanzia del prodotto. .  
   
   
QUOTE LATTE: IL CONSIGLIO DI STATO LEGITTIMA GLI ATTI DELLA REGIONE PIEMONTE, TARICCO: “UN PRONUNCIAMENTO AUTOREVOLE CHE CONFERMA LE NOSTRE SCELTE”  
 
Il Consiglio di Stato ha confermato con un proprio pronunciamento la legittimità dei procedimenti attuati dalla Regione Piemonte e da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) in materia di quote latte, per quanto riguarda l’annata lattiero-casearia 2005/2006. L’ordinanza, emessa in data 10 luglio, si riferisce a un iter iniziato alcuni mesi fa, quando alcuni produttori, risultanti fuori-quota rispetto alla vigente normativa sulle quote latte, avevano presentato ricorso al Tar contro il meccanismo di applicazione del prelievo supplementare, previsto in caso di “splafonamento”. In quella circostanza, il Tar aveva concesso una semplice sospensiva; Agea - titolare dei provvedimenti - supportata dalla Regione, ha presentato ricorso contro tale sospensiva al Consiglio di Stato, che si è ora pronunciato accogliendo le argomentazioni presentate da Agea e Regione, ritenendo dunque legittimi gli atti compiuti per ottenere la riscossione delle compensazioni. “Accogliamo con soddisfazione il pronunciamento del Consiglio di Stato – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – Si tratta di un passaggio importante in una vicenda lunga e complessa, che riafferma la correttezza delle nostre scelte di gestione sul tema quote latte. E’ un pronunciamento di grande autorevolezza perché proviene dal più rappresentativo organo della giustizia amministrativa. La Regione, che ha profuso un grande impegno nel seguire la vicenda, manterrà alta la sua attenzione su un tema che ci vede impegnati a tutela dell’intero settore lattiero-caseario, in un contesto di equità, di rispetto delle regole e di tutela della correttezza delle pratiche produttive, che caratterizza la gran parte dei produttori. ” .  
   
   
FORLÌ CESENA: PROGETTO “RUSSIA AGROALIMENTARE”  
 
La Camera di Commercio di Forlì-cesena, in collaborazione con il Desk Russia del sistema camerale emiliano-romagnolo, ha avviato un progetto volto ad incrementare i rapporti commerciali tra le aziende regionali e quelle russe e ad approfondire la conoscenza delle ricchezze del territorio emiliano-romagnolo e delle sue specialità enogastronomiche. Nell’ambito di tale programma la Camera di Commercio di Forlì-cesena, in collaborazione con le altre Camere della regione, promuove il ricevimento in Emilia-romagna di una delegazione di 5 buyer/importatori, provenienti dalla Russia, del comparto agro-alimentare, che avranno la possibilità di effettuare incontri di affari con le aziende regionali mediante la realizzazione di “workshop” che si svolgeranno a Bologna, presso la Sala Convegni di Unioncamere Emilia Romagna- Viale Aldo Moro 62 –, nelle giornate di giovedì 13 settembre (intera giornata) e di venerdì 14 settembre (mattinata). In questa prima fase l’attenzione sarà focalizzata in particolare sul settore biologico, poiché l’evento sarà in concomitanza con la Fiera Sana di Bologna. La partecipazione delle aziende al workshop è gratuita. Le adesioni dovranno pervenire all’U. O. Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Forlì-cesena al più presto al seguente indirizzo di posta elettronica: ufficio. Estero@fo. Camcom. It .  
   
   
ZOOTECNIA, 3,2 MILIONI ALL´ASSOCIAZIONE DEGLI ALLEVATORI DELLA SARDEGNA  
 
 Più di tre milioni di euro in favore dell´Associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras) per il Programma di assistenza tecnica in zootecnia (Pat). La somma è stata stanziata dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore dell´Agricoltura Francesco Foddis. Foddis ha ricordato come in questi anni l´assistenza tecnica nel comparto sia stata svolta prevalentemente dall´Aras, che ha attuato diversi interventi previsti dal Programma, approvato e finanziato dalla Regione, tra cui il miglioramento della qualità del latte anche attraverso azioni mirate al benessere degli animali, la consulenza agronomica sulla gestione del territorio e le tecniche di buona pratica agricola, la consulenza veterinaria, l´informazione sulla normativa comunitaria, il miglioramento genetico e la formazione professionale degli allevatori. Nell´annata agricola 2005-6, il Pat ha interessato 4. 773 allevamenti ovi-caprini, 554 allevamenti di bovini da carne e da latte, 104 nel comparto suinicolo, coinvolgendo 241 tecnici con professionalità e competenze differenziate a seconda dell´intervento. L´aras, già finanziato per quest´anno nel periodo 1 gennaio-30 aprile, potrà usufruire della somma di 3. 271. 864,00 per il periodo 1 maggio-31 agosto. .  
   
   
CULATELLO D’ORO 2007, XII EDIZIONE L’ORMAI CELEBRE MANIFESTAZIONE SI SVOLGE LUNGO IL PO, CHE TANTA PARTE HA NEL CONFERIRE AROMA, PROFUMO E GUSTO AL CULATELLO DI ZIBELLO DOP  
 
Lunedì 10 settembre il Consorzio del Culatello di Zibello assegna, come di consueto da ormai dodici anni, il premio Culatello d’Oro. Una iniziativa che nacque nel 1996, grazie alla volontà dell’allora neonato Consorzio del Culatello di Zibello, con l’intento di ringraziare e rendere omaggio a coloro che si prodigano nella valorizzazione, nella promozione e nella diffusione delle materie prime e dei prodotti tipici delle proprie terre. E’ da allora che, ogni anno, nel corso della stagione estiva si svolge la serata celebrativa; può svolgersi in un antico maniero, nei giardini di una reggia sontuosa, nei chiostri di un convento ma sempre nel territorio di origine del Culatello di Zibello Dop. Quest’anno la sede sarà il Lungo Po di Polesine Parmense, un tributo al Grande Fiume che con l’umidità che porta a queste terre contribuisce non poco a rendere così inimitabile il profumo e l’aroma del pregiato salume. Lunedì 10 settembre dunque sul Lungo Po di Polesine Parmense, a partire dalle ore18. 00, avrà inizio la manifestazione che avrà il suo esordio nel convegno iniziale, aperto al pubblico, e culminerà con la consueta cena di gala su invito. Intitolato, semplicemente, “Il Po” il convegno, aperto da un saluto di Andrea Censi sindaco di Polesine Parmense e da una serie di considerazioni introduttive del Presidente del Consorzio del Culatello di Zibello Massimo Spigaroli, vedrà un susseguirsi di interventi eccellenti: Marzio Dall’acqua, direttore dell’Archivio di Stato di Parma, avrà il compito di raccontare la storia del Grande Fiume; lo scrittore Giuseppe Pederiali, autore di tante “storie emiliane”, racconterà la cultura un po’ reale e un po’ fantastica delle genti del Po; l’ambiente del Fiume sarà invece oggetto della relazione di Gabriella Meo, Assessore al paesaggio e al turismo della Provincia di Parma; in quanto alla gastronomia, questa sarà materia di pertinenza di Luigi Franchi, chiamato tra i relatori quale esperto di marketing territoriale; Giudo Pasi, Assessore al Turismo della Regione Emilia-romagna, analizzerà invece l’incremento ricettivo che la Bassa Parmense ha registrato da quando il Culatello di Zibello ha incominciato a farsi conoscere; a Monica Nastrucci, giornalista del Gruppo Food, il compito di moderare gli interventi. Vincenzo Bernazzoli, Presidente della Provincia di Parma, e Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma e di Unioncamere Emilia-romagna, trarranno le conclusioni al termine del Convegno. Al termine del convegno durante la cena di gala sarà assegnato il Culatello d’Oro 2007 che, quest’anno andrà ai già citati Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma e di Unioncamere Emilia-romagna, Vincenzo Bernazzoli, Presidente della Provincia di Parma, , e al canadese Vincent Lalonde, grande produttore di formaggi che, di recente, ha avviato un allevamento di “Cochons tout ronds” con cui produce pregiati salumi. .  
   
   
ORO D´ARGENTA: 1^ RASSEGNA GASTRONOMICA SULLA FILIERA DEL GRANO BIOLOGICO DALLA PASTA AL COUS COUS ARGENTA, 6 -10 SETTEMBRE 2007 WWW.ORODARGENTA.IT  
 
L´universo del grano, oro del territorio di Argenta, e dei suoi derivati sarà il tema centrale di Oro d´Argenta, la nuova iniziativa in programma alla 50^ edizione della Fiera di Argenta, che si svolgerà nella cittadina ferrarese dal 6 al 10 settembre prossimi. La rassegna, riconosciuta dalla Regione Emilia Romagna come "Fiera regionale", quest´anno sarà dedicata appunto all´universo che gira intorno al grano duro, principale risorsa economica del comprensorio, e al cous cous, di cui Argenta è polo produttivo d´eccellenza nazionale grazie all´esperienza di Bia spa, promotrice e sponsor della rassegna. L´azienda, leader in Italia, è specializzata nella produzione di cous cous, sia convenzionale che biologico, di semola e di vari tipi di cereali quali farro, kamut, mais e riso compresi i mix aromatizzati. Durante i cinque giorni della rassegna, Piazza Marconi si trasformerà in un villaggio interamente dedicato alle delizie del palato. Cuore pulsante di Oro d´Argenta sarà l´area "Pasta, cous cous eŠ e. ", un grande ristorante all´ aperto, con cucina "a vista" gestito da ristorantori di prestigio delle diverse tradizioni dove sarà possibile degustare le specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco. I visitatori della rassegna potranno conoscere più da vicino i segreti e le curiosità delle proposte gastronomiche nell´ambito di Laboratori gastronomici guidati da Vittorio Castellani, aka Chef Kumalé, giornalista gastronomade esperto di world food che illustrerà metodi e tecniche di preparazione della pasta tradizionale di Gragnano e della colatura di alici di Cetara, del cous cous trapanese, nordafricano e della tradizione ebraica, ma anche delle fregole e del cascà sardo e della Azdora, la regina della pasta fatta in casa nella tradizione emiliano-romagnola. Farine, prodotti da forno, pasta e semole insieme a salse, condimenti ed utensili di cucina troveranno posto all´interno delle "Vie del Grano", il villaggio espositivo dedicato a produttori ed aziende. Argenta e il suo territorio Nella terra dei cappelletti e delle tagliatelle, ad Argenta, tra l´Emilia e la Romagna, è presente un importante polo nazionale d´eccellenza di grano biologico che si basa sull´intera filiera per la produzione del cous cous e coinvolge dal produttore al molino fino all´azienda di trasformazione. E´ sempre più importante l´espansione della produzione del grano biologico e da oggi anche tracciato come filiera alimentare che dal campo arriva fino al piatto. Programma Giovedì, 6 settembre 19. 00 -22. 30 Pasta, Cous Cous eŠ, villaggio di degustazione delle specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco 19. 30 - 24. 00 Le Vie del Grano, villaggio espositivo di prodotti derivati dal grano (farine, prodotti da forno, pasta, semole) ed di articoli connessi (salse, condimenti, libri di cucina, utensili) 21. 00 - 22. 30 L´ottagono dello chef, "Sculture di frutta per decorazioni", presentazione ed esibizione del metodo Papillon del maestro Pachetti. Apertura della scuola di sculture di frutta per l´Emilia Romagna Venerdì, 7 settembre 17. 45 - 18. 30 Centro Culturale Mercato - Convegno: "Presentazione del progetto e posizionamento sul tessuto agro-industriale argentano" con la partecipazione delle autorità locali e delle associazioni di categoria 19. 00 - 22. 30 Pasta, Cous Cous eŠ, villaggio di degustazione delle specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco 17. 00 - 24. 00 Le Vie del Grano, villaggio espositivo di prodotti derivati dal grano (farine, prodotti da forno, pasta, semole) ed di articoli connessi (salse, condimenti, libri di cucina, utensili) 21. 00 - 22. 30 L´ottagono dello Chef, Officine gastronomiche* "Il couscousŠŠ a Ferrara: il piatto unico di semola nella cucina ebraica ferrarese" con la partecipazione di Roberta Anau dell´Agriturismo La Miniera di Calea di Lessolo (To) Sabato, 8 settembre 17. 00 - 18. 30 L´ottagono dello Chef, Officine gastronomiche* "La fregola ed il cascà: le semole nella cucina tradizionale sarda" con la partecipazione del ristorante "Dal Corsaro" di Cagliari 17. 45 - 18. 30 Centro Culturale Mercato - Presentazione: "La filiera di grano duro biologico di Sorgeva, Cab Giulio Bellini e Bia" con la partecipazione delle autorità locali e delle associazioni di categoria 19. 00 - 22. 30 Pasta, Cous Cous eŠ, villaggio di degustazione delle specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco 21,00-22. 30 L´ottagono dello Chef, Officine Gastronomiche* "Il cous cous: piatto unico di semola nella cucina nord-africana" con la partecipazione del ristorante marocchino Walima di Torino 17. 00 - 24. 00 Le Vie del Grano, villaggio espositivo di prodotti derivati dal grano (farine, prodotti da forno, pasta, semole) ed di articoli connessi (salse, condimenti, libri di cucina, utensili) Domenica, 9 settembre 11. 00 - 12. 30 L´ottagono dello Chef, Officine gastronomiche* "La pasta tradizionale di Gragnano e la colatura di alici di Cetara" con la partecipazione del Ristorante L´acquapazza di Cetara 19. 00 - 22. 30 Pasta, Cous Cous eŠ, villaggio di degustazione delle specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco 21. 00 - 22. 30 L´ottagono dello Chef, Officine gastronomiche* "Il cous cousŠ alla trapanese: il piatto unico di semola nella cucina tradizionale siciliana" con la partecipazione di Piera Spagnolo del ristorante Tha´am di San Vito Lo Capo (Tp) 14. 30 - 24. 00 Le Vie del Grano, villaggio espositivo di prodotti derivati dal grano (farine, prodotti da forno, pasta, semole) ed di articoli connessi (salse, condimenti, libri di cucina, utensili) Lunedì, 10 settembre 19. 00 - 20. 30 L´ottagono dello Chef, Officine gastronomiche* "L´azdora e i suoi segreti: la regina della pasta fatta in casa nella tradizione emiliano-romagnola" 19. 00 - 22. 30 Pasta, Cous Cous eŠ, villaggio di degustazione delle specialità di pasta e cous cous di Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna e Marocco 17. 00 - 24. 00 Le Vie del Grano, villaggio espositivo di prodotti derivati dal grano (farine, prodotti da forno, pasta, semole) ed di articoli connessi (salse, condimenti, libri di cucina, utensili) * Tutte le officine gastronomiche (laboratori di cucina e di degustazione guidata) sono a cura di Vittorio Castellani alias Chef Kumalé, giornalista gastronomade. Email: chef@kumale. Net Web Site: www. Ilgastronomade. Com .  
   
   
IN AUSTRIA AUMENTANO NEGOZI ALIMENTI BIOLOGICI  
 
Nei prossimi mesi potrebbero aprire in Austria più di 60 negozi specializzati in alimenti biologici; la catena tedesca di supermercati biologici Basic, per esempio, rappresentata finora nel Paese soltanto a Vienna-meidling, progetta di inaugurare altre 10 filiali. Ne dà notizia l´Ice. In Austria esiste un grande potenziale in questo settore, in quanto questo tipo di supermercato è sottorappresentato (25 contro i 400 della Germania). Soltanto il 14 p. C. (80 milioni di euro) del fatturato derivante da prodotti biologici viene realizzato in negozi specializzati, ma entro il 2010 la quota potrebbe salire a 200 milioni di euro. Anche nelle catene di supermercati discount come Billa e Spar le vendite di prodotti biologici continuano a crescere (Billa +13 p. C. Nei primi mesi del 2007 per prodotti Ja Natürlich); l´intero commercio al dettaglio ha invece registrato nel 2006 un aumento del 2,7 p. C. .  
   
   
SVILUPPO DELLA MECCANIZZAZIONE MARCHIGIANA IN AGRICOLTURA  
 
La giunta regionale su proposta dell´assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini, ha deliberato i criteri per la concessione di prestiti a tasso agevolato per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura, utilizzando un apposito fondo. Le risorse assegnate dal ministero delle Politiche agricole agli istituiti di credito convenzionati, per l´operativita` del fondo, ammontano a quasi cinque milioni di euro. I prestiti per l´acquisto di macchine ed attrezzature agricole vengono concessi dall´istituto di credito dietro rilascio di un nulla osta da parte della struttura provinciale agricoltura della Regione, che ha il compito di verificare la convenienza economica dell´acquisto in base allo stato e all´ordinamento produttivo dell´azienda. Il prestito ha un tasso agevolato annuo pari al 40% del tasso di riferimento. Per il rilascio del nulla osta gli agricoltori dovranno inviare le domande alla Regione Marche e ad una delle banche convenzionate che provvederanno ad esaminarle entro la fine di ogni mese. Il fondo cessera` di esistere il 31/12/2007 e l´emissione dei nulla osta saranno stabiliti in base ai progetti, attraverso una graduatoria unica regionale. ´Il prestito agevolato ´ ha sottolineato Petrini ´ e` un´opportunita` per l´imprenditore agricolo di rinnovare il parco attrezzature della propria azienda incentivando, nel contempo, il sistema produttivo delle aree rurali. L´intervento sicuramente s´inserisce nel quadro delle strategie di rilancio e sviluppo del settore agricolo´. .  
   
   
PIÙ FONDI SU QUALITÀ E PROMOZIONE, MENO FONDI PER ESPIANTI  
 
(Al convegno del 30 agosto della Cia di Reggio Emilia sulla nuova Ocm vino emergono preoccupazioni per le nuove regole europee del settore: serve nella trattativa una posizione univoca del sistema Italia – Prime indicazioni su vendemmia e bilanci delle cantine - Verso una sanatoria temporanea per i diritti d’impianto falsi acquistati in buona fede in Puglia) C’è accordo sugli obiettivi delle nuove regole europee sul mercato del vino (Ocm vitivinicola), ma le proposte della Commissione europea non convincono del tutto; per questo è necessario che nella fase decisiva della trattativa che sta per avviarsi, il Ministro dell’agricoltura Paolo De Castro possa contare su una posizione chiara ed univoca del “sistema Italia” di settore, superando anche distinzioni che in questa situazione possono risultare artificiose. E’ la sintesi di quanto emerso dal convegno che la Cia di Reggio Emilia ha tenuto ieri sera (mercoledì 29 agosto) presso la Cantina Albinea-canali. Di fronte ad una sala gremita di produttori, nonostante sia in fase d’avvio la vendemmia, si sono confrontati sul tema “Proposta Ocm vino, quali scenari e prospettive per la viticoltura reggiana?”, in un dibattito condotto dal direttore Cia Francesco Zambonini, Ivan Bertolini (presidente provinciale dell’Organizzazione agricola), Corrado Casoli (presidente Cantine Coop Riunite), Roberta Rivi (assessore provinciale agricoltura), Tiberio Rabboni (assessore regionale); i loro pareri sono risultati assolutamente convergenti, nel sottolineare luci ed ombre della proposta di normativa europea, che potrebbe cambiare molte cose nel settore del vino. Nel corso del convegno, sono emerse alcune notizie di attualità: la vendemmia è al via (è già iniziata in collina per le uve bianche) e si annuncia con uve qualitativamente buone, mentre le quantità potrebbero essere in qualche misura ridotte dalla prolungata mancanza d’acqua, in particolare proprio nelle aree collinari. Prime indicazioni anche sui bilanci delle cantine cooperative, in fase di elaborazione: le uve nelle aree di pianura dovrebbero essere pagate (la vendemmia è quella 2006) 26/28 Euro per quintale/grado, il “gigante” Riunite dovrebbe poter distribuire un 30/40% in più rispetto a questa media. Si tratta di un 10% in più rispetto ai bilanci dello scorso anno, con cifre che consentono un margine di redditività; quindi sulla vitivinicoltura reggiana sembra tornare il sereno. Ultima notizia d’attualità: rispetto ad alcuni produttori (ce ne sono anche a Reggio per alcune decine di ettari), che hanno acquistato alcuni anni fa “diritti” d’impiantare vigneti in Puglia, poi risultati falsi e per i quali è in corso un procedimento legale, che la Cia reggiana da tempo chiedeva di sanare essendo gli acquirenti in buona fede, Rabboni ha annunciato che come già il Piemonte, anche nella nostra Regione si avvierà una sanatoria temporanea, assegnando a questi produttori diritti provenienti dalla “riserva” regionale, che però dovrà prima essere quantificata. Nel merito della riforma dell’Ocm vino, la cui applicazione secondo la formulazione attuale potrebbe “costare” parecchio agli operatori del settore, una cifra quantificata in circa 3 Euro per quintale di minori contributi europei, è emerso pieno accordo sull’abolizione dello “zuccheraggio”, non praticato nel nostro Paese come negli altri mediterranei: un’ipotesi che potrebbe favorire l’esportazione di nostri mosti. E’ però un’ipotesi che trova contrari tutti i Paesi del nord ed est europeo; se dovesse essere bocciata, si dovrebbe allora mantenere anche l’aiuto ai mosti, che compensa la differenza tra queste due pratiche e che si prevede di abolire assieme allo zuccheraggio. In ogni caso, rispetto all’abolizione totale degli aiuti alla distillazione, è emersa una contrarietà rispetto a quella per le “prestazioni viniche”, vale a dire per la distillazione dei sottoprodotti: si tratta di una misura che ha consentito di aiutare l’ambiente e nello stesso tempo d’impedire tentazioni ad usare questi sottoprodotti nella produzione, il mantenere questo specifico aiuto è perciò un fattore che aumenta la qualità dei vini ed evita frodi. Contrarietà anche alla proposta di incentivare l’estirpazione di 200mila ettari di vigneti in Europa per far diminuire la produzione: da quando ci sono i “diritti” d’impianto (vale a dire le “quote” di vigneto), l’Europa ha ridotto la propria produzione, ma essa è aumentata nei nuovi paesi produttori (dall’America all’Oceania); meglio quindi pensare a competere ed impiegare le notevoli somme necessarie ad incentivare gli estirpi per azioni di promozione del vino sui mercati extraeuropei e per incentivare le produzioni di qualità. In ogni caso, va evitato che abbiano contributi all’espianto produttori che abbiano beneficiato dei contributi per impiantare i vigneti, cosa quest’ultima che ha consentito negli ultimi anni un notevole rinnovamento delle vigne nel reggiano, e che dovrebbe essere mantenuta con la destinazione a nuovi impianti di una parte consistente della dotazione finanziaria che l’Ocm darà al nostro Paese. Un ulteriore elemento che crea perplessità è il cambiamento delle norme per l’etichettatura dei vini: una proposta che in sostanza si è ritenuto da parte dei relatori, possa portare confusione e danneggiare i vini di qualità. .  
   
   
MONTAGNA: 772 MILA EURO PER MIGLIORIE MALGHE COMUNALI  
 
Trieste - L´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna Enzo Marsilio ha autorizzato il 3 settembre il riparto di 772 mila e 372 euro per la realizzazione di investimenti strutturali nella malghe di proprietà pubblica. A beneficiare dei contributi, pari all´80 per cento della spesa dichiarata ammissibile, sono i Comuni di Lauco, Forni di Sopra, Paluzza, Ampezzo e Paularo. L´assegnazione finanziaria utilizza le risorse previste dalla legge regionale 22 del 2007, con cui è stato approvata l´ultima variazione al bilancio regionale. Questo l´elenco dei beneficiari. Comune di Lauco, lavori di miglioramento in malga Vinadia Grande: 109. 600 euro; Comune di Forni di Sopra, manutenzione acquedotto malga Varmost: 40. 000 euro; Comune di Forni di Sopra, installazione impianto mungitura in malga Tragonia: 105. 600 euro; Comune di Forni di Sopra , completamento viabilità malga Montemaggiore: 228. 096 euro; Comune di Paluzza, realizzazione di un magazzino prodotti a malga Lavareit: 102. 600 euro; Comune di Ampezzo, sistemazione del complesso rurale di malga Pura: 80. 000 euro; Comune di Paularo, completamento strutture malga Pizzul Bassa: 106. 476 euro. .  
   
   
AGRICOLTURA: SUSSIDI FVG PER ACCORPAMENTO FONDI  
 
Trieste - Ammonta a 879 mila euro il fondo ripartito il 3 settembre a favore delle quattro Comunità montane della regione per la concessione di sussidi finalizzati all´accorpamento, ingrossamento e arrotondamento di fondi agricoli e forestali. Gli aventi diritto al contributo sono 527, dei quali: 221 residenti nel territorio della Comunità montana della Carnia; 196 in quella del Friuli occidentale; 35 in quella del Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale e 75 in quella del Torre, Natisone e Collio. Le sovvenzioni, ha precisato l´assessore alle Risorse Agricole, Forestali e Montagna Enzo Marsilio, sono previste dalla legge regionale 8 del 1992 e sono finalizzate all´abbattimento delle spese notarili, fiscali e professionali connesse a operazioni di permuta e compravendita di terreni non classificati edificabili dagli strumenti urbanistici comunali. Per poter accedere alle provvidenze i proprietari devono impegnarsi a non alienare i beni nei cinque anni successivi alla concessione del contributo. Questa la ripartizione delle risorse regionali. Carnia: 410. 673,46 euro - aventi diritto 221; Friuli Occidentale: 406. 279,06 euro - aventi diritto 196; Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale: 54. 858,62 euro - aventi diritto 35; Torre, Natisone, Collio: 220. 550,90 euro (cui va detratto l´acconto in precedenza concesso di 158. 594,98 euro) - aventi diritto 75. .  
   
   
COTONE E MAIS GM PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE IL COTONE E IL MAIS GENETICAMENTE MODIFICATO PER RESISTERE AGLI INSETTI HANNO UN MIGLIORE IMPATTO SULLA BIODIVERSITÀ RISPETTO ALLE VARIETÀ TRADIZIONALI TRATTATE CON AGROFARMACI.  
 
Sono questi i risultati di uno studio condotto dall’Università di Santa Clara, in California, insieme al National Center for Ecological Analysis and Synthesis (Nceas) dell’Università della California e all’organizzazione per la tutela ambientale The Nature Conservancy di Seattle. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Science, dal titolo “A Meta-analysis of Effects of Bt Cotton and Maize on Nontarget Invertebrates” confronta per la prima volta i numerosi dati sull’impatto ambientale raccolti da prove in campo condotte a livello mondiale su cotone e mais Bt con quelli riscontrati nei campi coltivati con varietà tradizionali. Dopo aver analizzato 42 prove in campo i ricercatori sono giunti alla conclusione che i raccolti di cotone e mais Bt, le cui piante sono dotate di una particolare modifica genetica che consente loro di autoproteggersi dagli insetti producendo ‘internamente’ il proprio insetticida, presentano dei vantaggi per l’ambiente perché non richiedono l’immissione in campo di agrofarmaci. In particolare, il team di ricerca ha rivelato che insetti utili quali coccinelle, lombrichi e api sono più numerosi nei campi geneticamente modificati rispetto ai campi tradizionali, nei quali per contrastare gli insetti nocivi è necessario ricorrere a prodotti insetticidi. Lo studio ha conseguito anche un altro importante risultato: la messa a punto di una banca dati globale, la “Nontarget Effects of Bt Crops” contenente preziosi dettagli metodologici e risultati relativi a numerosi studi e ricerche condotti nel mondo sui raccolti Bt. La banca dati, ora di libera consultazione, permetterà alla comunità scientifica di condurre ulteriori ricerche sulla base di dati quantitativi certi. L’abstract dello studio “A Meta-analysis of Effects of Bt Cotton and Maize on Nontarget Invertebrates” è disponibile sul sito della rivista Science all’indirizzo: http://www. Sciencemag. Org/cgi/content/abstract/316/5830/1475 .  
   
   
PARMIGIANO-REGGIANO:L’ULTIMO DESIDERIO DI MOLIÈRE  
 
 “Quel plaisir musicale et gastronomique vous nous avez donné, à l’Abbaye du Mont des Cats!”. E’ l’attacco di una missiva ricevuta dall’Assessore provinciale all’Agricoltura Roberta Rivi, a seguito della trasferta in terra di Francia per la realizzazione di un concerto, appartenente al ciclo “della Via Lattea”, ovvero i concerti di musica classica nei caseifici, un successo ormai consolidato nella nostra provincia, che per la prima volta affrontava un’esperienza all’estero. Sabato scorso 25 agosto, il concerto di musica sacra eseguito dalla “Compagnia dei Musici”, è stato molto apprezzato da oltre 400 spettatori francesi, ed era quanto mai appropriato nella cornice della Abbazia “Mont des Cats”, nei pressi di Lille. “Ma altrettanto apprezzata è stata la successiva degustazione di formaggio Parmigiano-reggiano, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, salumi, Lambrusco Reggiano–conferma l’Assessore-, a riprova che questo approccio che abbiamo tentato da alcuni anni a questa parte, di abbinamento tra eventi culturali e prodotti tipici può funzionare non solo su scala locale ma ovunque esista un pubblico che ha il senso dell’enogastronomia come parte integrante dell’identità culturale, e dove vi sia curiosità per le culture altrui”. Alla trasferta nel nord della Francia hanno participato oltre all´Assessore Rivi il caseificio Castellazzo di Campagnola (il presidente Giulio Pratissoli), Loretta Domenichini per la sezione di Reggio del Consorzio Parmigiano-reggiano, Giorgio Gianotti presidente Consorzio dei vini reggiani, Henry Talami per il Consorzio dell’Aceto Balsamico tradizionale di Reggio Emilia, Paolo Testi di Arci Reggio Emilia, direttore artistico dei concerti, oltre ai concertisti. Ma la lettera citata in precedenza, che proviene da M. Guy Fontaine, scrittore e storico della letteratura, porta anche la testimonianza (con tanto di citazione della fonte, che è la Comédie Française) della passione del grande commediografo Molière per il Parmigiano, tanto che, quando si sentì male, “… croyant avoir faime, il voulut manger un morceau de parmesan…”. Alle tante citazioni letterarie sul nostro formaggio, si può quindi aggiungere l’ultimo desiderio di Molière. Ma i tre giorni della trasferta francese, ottimamente organizzati da Anna Mondavio dell’Istituto Italiano di Cultura di Lille, hanno consentito anche, oltre ad incontri con il Consolato italiano e di altri Paesi, di conoscere alcune realtà produttive agroalimentari, stabilire rapporti con la Regione del Nord Pas de Calais e con la Camera d’agricoltura, di gettare le basi per rapporti commerciali nella regione e di mettere a punto uno scambio di prodotti tra l’Abbazia e i produttori reggiani presenti. Nell’abbazia francese il Parmigiano-reggiano, il lambrusco e l´aceto balsamico tradizionale sono stati letteralmente “bruciati”: esauriti in quattro giorni e quindi da rifornire di nuovo. “Più ancora che da noi –afferma l’Assessore Rivi- dove l’acquisto diretto dal produttore si sta affermando negli ultimi anni, i francesi sono abituati alla ‘filiera corta’; il negozio dell’Abbazia che ci ha ospitato, ha una media di clienti di 150-200 al giorno, con punte la domenica che sfiorano i 2. 000 visitatori. Un esempio che incoraggia i nostri produttori sulle potenzialità della vendita diretta”. .  
   
   
TOWN HOUSE GALLERIA, SETTE STELLE DI CUCINA  
 
Town House Galleria, come un’elegante casa dedicata alle Eccellenze ospita anche un elegante ristorante al suo interno, ad uso esclusivo degli ospiti. “La Sinfonia” è guidato dallo chef Giacomo Gaspari, che vanta una trentennale esperienza tra le delizie internazionali della cucina sana e che fa bene. Alla base della sua ricerca, l’equilibrio tra corpo e mente, tra lo stare ed il vivere bene. Lo chef Giacomo Gaspari dopo aver seguito ampi studi sull’ alimentazione e sulla combinazione di odori, profumi e fragranze alimentari, riesce oggi a creare un menù combinando i principi dell’acqua, dell’equilibrio energetico proteico e calorico, basandosi anche sulla cultura ayurvedica. Giacomo propone quindi una cucina rinnovata e semplice, basata sul totale benessere delle persona, una Cucina Naturale dove l’arte si sposa con la conoscenza e l’equilibrio alimentare. Noti sono i suoi piatti dedicati alle teste coronate di tutto il mondo, per i quali ha preparato in passato ad esempio un Consommé di Pernice con Uova soffiate al Tartufo. Lo chef Giacomo Gaspari ama inoltre offrire una cucina fatta su misura, come un bell’abito che disegna ogni curva e ogni linea, e lo fa grazie ad alcune domande che pone all’ospite per conoscere al meglio ciò che fa bene e ciò di cui ha bisogno. Con un piccolo test si comprendono le caratteristiche della persona, la sua figura, la Dosha Ayurvedica. Per raggiungere un totale benessere è bene seguire le indicazioni dei Dosha, dice Giacomo, che si dividono in tre tipi: Vata, Pita, Kapha. A seconda del soggetto, si ricercano le varie caratteristiche abbinate. Vata: è riequilibrato dal salato, dall’acido e dal calore Pita: è riequilibrato dall’amaro, dal dolce e dall’astringente Kapha: è riequilibrato dal piccante, dall’amaro e dall’astringente Questi si suddividono in sei gusti: dolce, salato incrementano Kapha, l’acido e il salato il Pita, l’amaro, l’astringente e il piccante il Vata. Questi accorgimenti rappresentano particolari attenzioni per facilitare la digestione di ogni singolo individuo. Da questi dati si riesce, facendo uno studio, a collocare gli ingredienti ed i menù completi per un’alimentazione sana. . .  
   
   
XIV EDIZIONE FIERA DEGLI ANTICHI SAPORI DI MARE E DI TERRA MOSTRE, DEGUSTAZIONI, ANIMAZIONI, EVENTI MIRAMARE DI RIMINI, 5/9 SETTEMBRE 2007  
 
Eventi 3000 presenta l’appuntamento con la Fiera degli antichi Sapori di Mare e di Terra. Per la 14° edizione si propongono le date dal 5 al 9 settembre 2007 presso il lungomare Spadazzi – Miramare di Rimini. Lungomare Spadazzi è sicuramente la sede perfetta per questa manifestazione, visto il grande afflusso di turisti che si andranno ad aggiungere ai numerosi visitatori abituali di questa importante manifestazione. Questa Fiera vede il connubio tra gli “Antichi Sapori di Terra”, i prodotti tipici della tradizione contadina, ed i “Sapori del Mare”, i prodotti che rappresentano la cultura eno-gastronomica tipica delle città costiere. Da sempre svolgiamo una ricerca approfondita sull’intero territorio nazionale di tutti i prodotti Dop di alto livello, e siamo in grado di confermare già da ora la presenza, come nelle passate edizioni, dei Balsamici, del Parmigiano biologico, del Tonno di Favignana, della Bottarga di Oristano, solo per citarne alcuni. A cornice di questo “Festival del Mare”, è previsto un programma ricco di appuntamenti esclusivi e conferme importanti come “La tavola del Re”, dove i migliori chef della Riviera e dell’entroterra presenteranno le loro creazioni in diretta; ed i “Laboratori del Gusto” che saranno fonte di ispirazione per nuovi abbinamenti eno-gastronomici in un contesto dove sarà protagonista l’unione di più tradizioni regionali. Ad arricchire l’intero evento avranno luogo rappresentazioni teatrali, animazioni, dibattiti a tema con la partecipazione di famosi giornalisti ed affermati politici con i quali si discuterà di tematiche ambientali, politiche e sociali legate al nostro contesto provinciale e non solo, per sottolineare l’importanza delle tradizioni locali. Un evento di questa portata, che ha già avuto spazi all’interno di trasmissioni come “la Vita in Diretta” e “Gusto”, è sempre seguito con grande interesse da parte dei media nazionali, grazie ai continui contatti della nostra Agenzia con Rai e Mediaset, nonché con le riviste specializzate che danno sempre ampia eco pubblicitaria alla manifestazione. Eventi 3000 può garantire la serietà delle sue iniziative grazie alla presenza, al suo interno di personale e collaboratori di provata professionalità, con un know-how completo e sempre al passo con i tempi. La nostra forza sta sicuramente nel nostro background di esperienze, maturato con la realizzazione di tanti eventi organizzati con successo (la precedente edizione ha contato 10. 000 visitatori). Il nostro obiettivo è quello di proporre la più grande manifestazione del Prodotto Tipico di Mare e di Terra mai realizzata dalla Riviera Romagnola. Prenota ora il tuo spazio alla fiera degli antichi sapori,la piu’ grande piazza del gusto e dell’artigianato italiano. Chiamando subito avrete cosi l’ opportunità di scegliere il vostro spazio migliore . (gazebo,spazi open, cartellonistica) .  
   
   
SFIDA DI CUOCHI PER ENTRARE IN NAZIONALE IN 17 SELEZIONATI PER LA MAGLIA AZZURRA DELLA N.I.C.  
 
Avranno meno di un giorno per guadagnarsi la convocazione in nazionale: un provino rigoroso che vale una vita, poche ore in cui dovranno saper dimostrare tutto il loro talento di fronte ai compagni. No, gli stadi non c’entrano. Stiamo parlando della prova che attende gli chef desiderosi di indossare la maglia azzurra della N. I. C. Nazionale Italiana Cuochi, la rappresentativa della Federazione Italiana Cuochi ufficialmente incaricata di tenere alti i vessilli della cucina nostrana nel mondo. Come è facile immaginare la sfida avverrà a colpi di fornelli presso la “Coverciano degli chef italiani”, i Laboratori del Centro Arte, Scienza e Tecnologia dell’Alimento di Castalimenti di Brescia. Il 4 settembre, fra le 8. 30 e le 17. 00, si terrà il provino per selezionare i candidati che saranno ammessi nella squadra i cui nomi riuniscono il meglio dell’arte culinaria nel nostro paese ormai impostasi in tutte le competizioni internazionali. I cucinieri titolari, veterani di decine di sfide, saranno guidati dal team manager Fabio Tacchella nel giudicare i diciassette candidati, già selezionati fra oltre quarantasette nomi. Non si tratta però di giovani talenti appena usciti dalla scuola alberghiera. Tra i diciassette finalisti ci sono ottimi chef di noti ristoranti. Si sa, però, che per entrare a far parte di una nazionale il primo requisito è l’eccellenza: l’esame sarà quindi duro e rigoroso per tutti. I candidati dovranno preparare i loro piatti secondo le regole dei concorsi internazionali in un tempo massimo di quattro ore dall’inizio della prova. Il tema sviluppato per gli chef di cucina sarà scelto dagli esaminandi fra tre opzioni: un piatto da ristorazione vegetale per una porzione, una ricetta a base di pesce d’acqua dolce, una preparazione a base di carne bianca. I Maestri pasticceri potranno scegliere invece tra un dessert individuale a base di frutta e un dessert individuale a base di creme, entrambi accompagnati da due differenti pralines. Tutte le ricette saranno da sviluppare tanto per la degustazione della cucina calda quanto per la presentazione della cucina fredda. Non è detto che questa prova permetta di trovare i quattro cuochi senior e i sei junior richiesti per avere una “panchina lunga” in occasione delle prossime competizioni internazionali. Se nessuno dimostrerà di possedere le qualità necessarie, i cuochi della N. I. C. Rimarranno venti fino alle prossime convocazioni. La prossima sfida avrà infatti luogo in ottobre: si tratta dell’International Kremlin Culinary Cup. La Nic dovrà difendere l’argento e i tre bronzi ottenuti a Chicago in occasione dell’American Culinary Classic e se è possibile puntare all’oro che sembra ampiamente alla sua portata. .  
   
   
OSCAR DEI SAPORI 7-8-9 SETTEMBRE 2007 PERCORSI MULTISENSORIALI ALLA SCOPERTA DELL’ANIMA DEL GUSTO  
 
Tra momenti istituzionali, incontri e tavole rotonde alternati a momenti ludici, Federturismo Marche, in collaborazione con Regione Marche, Unione Italiana Ciechi e Museo Omero, lancia una sfida al settore dell’ospitalità: considerare il target dei non vedenti e degli ipo-vedenti una nuova forma di turismo da valorizzare e integrare nell’offerta del territorio. Tre giorni dedicati alle percezioni sensoriali di non vedenti e ipo-vedenti: ad Offida e Grottammare, nelle Marche, tra il 7 e il 9 settembre si realizza un progetto di grande valore sociale, turistico e culturale promosso dalla Federturismo regionale, in collaborazione con Regione Marche, Unione Italiana Ciechi e Museo Omero. Un percorso ideato e realizzato esclusivamente sulla base della percezione delle cose da parte dei non vedenti: tatto, gusto e olfatto, il loro ruolo fondamentale nella vita di questi disabili, approfondito attraverso una serie di degustazioni di prodotti tipici locali. Per questa occasione è stata, infatti, costituita una giuria agro-alimentare che il 7 Settembre ad Offida darà vita ad un concorso che premierà il piatto che avrà interpretato al meglio la tradizione culinaria marchigiana usando solo prodotti locali , giudicato da una giuria composta da giornalisti di settore e da non vedenti. L’iniziativa avrà un seguito interessante: la pubblicazione di un libro di ricette marchigiane scritto anche in braille. Le occasioni educative e di intrattenimento non finiscono qui: l’8 Settembre, al Kursaal di Grottammare, si terrà una prestigiosa degustazione delle eccellenze eno-gastronomiche marchigiane con spiegazioni di ogni singolo prodotto in braille e, sempre lo stesso giorno, 800 metri del lungomare della località saranno dedicati ad un percorso che guiderà i non vedenti sul bagnasciuga per permettere loro di “sentire” il mare, odorarne il profumo e ascoltare le onde. La kermesse si concluderà il 9 settembre con una cena di gala, ambientata in un’atmosfera di pressoché totale oscurità, per proiettare i commensali in una dimensione quanto più fedele a quella quotidiana del non vedente, cui parteciperanno le più importanti cariche politiche della Regione, gli sponsor e naturalmente i soggetti del progetto: non vedenti e ipo-vedenti. Sempre al Kursaal avrà luogo un’esposizione relativa ai suoni e agli odori dell’Amazzonia: viaggio tattile e olfattivo curato da Leandra Gatti, antropologa, e Aldo Lo Curto, medico socialmente attivo da anni sul territorio sudamericano. Per quanto riguarda la parte istituzionale dell’evento, un’intensa campagna mediatica e informativa è stata avviata dalla Regione Marche, l’Unione Italiana Ciechi e Federturismo Marche per sensibilizzare il territorio alle problematiche legate al target dei non vedenti e degli ipovedenti e alla nascita di nuove forme di turismo sociale e responsabile. La risposta degli operatori turistici locali è stata immediata e sorprendentemente positiva: molti degli attori coinvolti si sono resi disponibili alla sponsorizzazione dell’evento e, soprattutto, ad attivare migliorie sulle proprie strutture, così da renderle idonee al target dei non vedenti. A questo proposito, verrà inaugurato nel 2007, grazie all’impegno di un’imprenditrice marchigiana Paola Michelacci, il primo albergo per non vedenti, esempio di una cultura dell’ospitalità allargata e sensibile. Il tema dell’accoglienza verrà approfondito, inoltre, nell’ambito di una tavola rotonda dedicata alle problematiche e ai limiti posti dalle infrastrutture nel turismo. A tutto ciò va aggiunto un corso di formazione di 50 ore, tenuto dalle associazioni di non vedenti, indirizzato agli operatori turistici, che intendono approfondire queste tematiche per assicurare un servizio adeguato, creando contesti di socializzazione e integrazione che portino al superamento degli stereotipi sulle dis-abilità. Piccole accortezze, che bastano a rendere la vita e gli spostamenti del non vedente più semplici e confortevoli. Basti pensare che l’attenzione di un ristoratore, nel disporre di menu in braille, o nel servire la frutta già sbucciata, piuttosto che un pesce già pulito, oltre ad alzare la qualità del servizio, rende accessibile la struttura ad un target purtroppo molto vasto: si pensi che solo in Italia i sono 900 mila i non vedenti e ben 25 milioni in Europa. Nel progetto sono state coinvolte associazioni di non vedenti di tutta Europa, i Comuni marchigiani a vocazione turistica, le Province, il Centro Servizi per il Volontariato, gli Enti e le associazioni coinvolte nel progetto Care (Città Accessibile nelle Regioni Europee), le Aziende produttrici, strutture ricettive e di ristorazioni interessate . Maggiori Informazioni: www. Oscardeisapori. It . .  
   
   
SCUOLA DI CUCINA PROGETTO TEATRO7 |  
 
 Lab idea Nasce a Milano, in via Thaon de Revel al n. 7, la scuola di cucina teatro7|Lab avrà il calore di una casa e lo spettacolo di un teatro dove la protagonista sarà la cucina ed a lei dedicato tutto lo spazio. L´idea è quella di unire una cucina di casa ad una realtà di scuola, novità assoluta sul mercato italiano ed internazionale, poichè tutte le scuole esistenti sono realizzate con attrezzature professionali. In questo nuovo contesto, invece, gli allievi avranno l´opportunità di usare i vari elettrodomestici Scholtès (Indesit Company) così come farebbero a casa propria. La cucina ha una struttura lineare con due banconi di 5 metri, uno dedicato alla cucina e l’altro alla preparazione dei piatti ed alla degustazione finale. Il locale avrà un design pulito e semplice dai toni tenui, il tutto per far si che la cucina a vista diventi il punto di riferimento di tutta la scuola. Ideato e concepito da Rico Guarnieri che solo 2 anni fa hanno inaugurato teatro7, ristorante che deve il suo successo alla creatività delle ricette ed al travolgente entusiasmo con cui coinvolge gli ospiti nelle serate di scuola. L´idea prosegue con il concetto di avere una casa a disposizione per invitare fino a 20 amici per cucinare tutti assieme con chef che dirige i lavori. Sappiamo che a volte è difficile avere a casa propria uno spazio che permetta le serate più belle. , quelle tra amici. Obiettivi Sviluppare un concetto nuovo di scuola di cucina con cui trasmettere la passione per il cibo entrando direttamente in contatto con il mondo Scholtès. Creare eventi di grande effetto, diversi tra loro che creino curiosità nel pubblico e nella stampa, che invoglino sia a pubblicare nuovi articoli che a conoscere la tipologia di cucine Scholtès sotto un altro aspetto. Dal sito www. Teatro7. Com, sarà possibile accedere a tutte le informazioni che riguarderanno le attività svolte all´interno del ristorante e scuola. Inoltre, verranno utilizzate Webcam negli eventi per far conoscere la realtà delle serate posizionando un link sul sito ufficiale Scholtès e/o sul sito Teatro7 e/o Rico Guarnieri, dove chiunque potrà vedere le attività del ristorante e scuola. Scuola Le lezioni saranno a tema, si potrà partecipare anche ad una singola serata, in modo da poter imparare a cucinare con le proprie mani un intero menu’ di 4 portate e conseguentemente cenare con tutto cio’ che si e’ appena preparato. Immancabili sono le domande, i commenti e le perplessità che sorgono al termine della lezione che stupisce i partecipanti che hanno saputo preparare inaspettatamente deliziosi piatti. Tutto viene preparato rigorosamente con ingredienti freschi, infatti seguendo la filosofia del teatro7, non vengono usati alimenti congelati in quanto la spesa viene fatta ogni giorno, seguendo la stagionalità dei prodotti. Lo spazio sarà operativo 7 giorni su 7 e precisamente dal lunedi al mercoledi per la scuola e dal giovedi alla domenica per eventi tenendo conto che il locale sarà attrezzato e cablato per registrazioni televisive. Tema I corsi di cucina saranno un ritorno alle origini dei sapori veri e naturali, ma rivisitate in modo originale e con facilità di preparazione e realizzate, là dove possibile, con ingredienti di stagione. Gli arrivi di carne, pesce, verdura, frutta, erbe, spezie e radici saranno giornalieri, così si eviterà di avere scorte in frigorifero in modo di garantire una elevata qualità del prodotto. Le varie tipologie di pane e pasta saranno di nostra produzione. La selezione dei vini sarà curata, come già per il teatro7, da Luca Sarais delle Cantine Isola di Milano, mentre quella dei prodotti dop da tutta italia sarà a curata da Esperya di Genova. Media Tutta la comunicazione (giornali, tv, eventi) riguardante teatro7 sarà sviluppata da Maria che si occuperà anche di tutti gli eventi riguartanti la scuola. Sviluppo di progetti mediatici attraverso le risorse ed esperienze in campo cinematografico di Rico Guarnieri e pubblicitario di Max Fumagalli. Il nostro progetto è di rendere sempre più appetibile il concetto di scuola di cucina. Partner Scholtès sarà parte totalmente integrante di tutti i progetti relativi al teatro7 e inserita in tutta la comunicazione a 360°. Ci sarà una chiara ed effettiva collaborazione tra Scholtès e teatro7 su tutto quello che riguarderà la comunicazione. Kitchen Aid sponsorizzerà la fornitura di elettrodomestici come impastatrici, blender, cutter ecc. Berndes Leader nella produzione di pentole in alluminio presso fuso, nel corso degli anni ha individuato il nuovo concetto di Kitchen Wellness come linea guida delle innovazioni ma anche di una comunicazione orientata ad associare in maniera inedita la cucina al benessere: in cucina come in una beauty farm domestica. Da questo concetto e’ nata la nuova linea in pressofusione d’alluminio b. Pure. Grazie ai manici termoisolanti in acciaio inox avrete una presa sicura. Wüsthof Supporterà teatro7 e il teatro7|Lab per tutto ciò che riguarda la coltelleria e piccoli accessori per la cucina. Bialetti Moka Bialetti vive in ogni casa fin dal 1933, prodotto che rivoluzionò la preparazione del caffè a casa e portò alla realizzazione della più grande fabbrica di caffettiere al mondo, sarà presente con vari modelli di moka per la preparazione tradizionale del caffè. Illycaffè La missione, passione, ossessione di illycaffè è quella di fare il miglior caffè che la natura possa darci. A teatro 7 è presente con l’eccellenza del suo blend sintesi delle migliori origini di caffè Arabica, nella versione moka, la cui macinatura è stata studiata e calibrata per esaltare l’aromaticità del gusto unico di illy con la preparazione più amata dagli italiani a casa. Coro Italia Nasce a fine 2002 con l’obiettivo di inserirsi in una fascia di mercato di arredo per esterno, di design per un pubblico esigente e raffinato, i materiali utilizzati sono il frutto di una sistematica ricerca di elementi con caratteristiche di qualità e solidità per garantire la durata di ogni articolo della collezione. Supporterà teatro7 fornendo elementi d´arredo raffinati e nel contempo semplici, tra cui gli sgabelli per teatro7|Lab. Esperya Esperya e’ passione pura L’amore per le cose buone, in piacere i scoprire piccoli produttori che dedicano la vita alla qualità, la sfida di offrire un canale distributivo innovativo a quella miriade di piccole produzioni artigianali che fanno fatica a trovare sbocchi fuori dai mercati locali; tutto questo e’ Esperya. Cristina Cristina cucina riflette la molteplicità dei gusti e degli stili di vita presenti nella società contemporanea, aprendo uno sconfinato panorama alle scelte di ogni individuo, con una gamma di rubinetti da cucina, che per design e contenuti tecnologici rispondono alle piu’ diverse richieste dei consumatori. .  
   
   
LA FRANCOLI CUP COMPETIZIONE IDEATA DA DISTILLERIE FRANCOLI DIVENTA ESEMPIO DI SUCCESSO DI PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY  
 
Una tesi in economia aziendale analizzerà la case history del concorso dedicato ai professionisti dell’ospitalità di domani La Francoli Cup, competizione ideata da Distillerie Francoli per gli studenti degli istituti alberghieri italiani ed esteri, diverrà case history della tesi di laurea Gli eventi come strumento strategico di promozione del Made in Italy, realizzata da Sue Ellen Impellizzeri, studentessa di Economia Aziendale presso l’Università Carlo Cattaneo Liuc di Castellanza (Va). La Francoli Cup è nata dall’idea di Distillerie Francoli di offrire ai giovani un’opportunità di confronto con il mondo di lavoro e, perché no, di sana competizione. Si tratta di un evento unico nel suo genere e verrà studiato accanto a case history di successo di altri settori merceologici. La tesi analizzerà il valore degli eventi non tanto come momento di intrattenimento quanto come strumento strategico per la promozione del Made in Italy in Italia e nel mondo. Il capitolo dedicato agli esempi di aziende appartenenti al Made in Italy tratterà settori merceologici diversi. Per l’automobile si parlerà del caso “Bravo” Fiat, per il settore abbigliamento del caso del decennale Intimissimi e di Milanovendemoda. Per l’agroalimentare sarà la volta quindi della Francoli Cup. “La Francoli Cup è stata scelta perché si basa su elementi di innovazione” afferma l’autrice Sue Ellen Impellizzeri “Mettere lo studente nelle condizioni di conoscere la natura e la funzione delle bevande alcoliche, privilegiando l’aspetto culturale e creativo; coinvolgere la scuola nel suo ruolo educativo e di crescita personale; rendere la gara un’occasione in cui gli studenti si confrontano con il mondo del lavoro. Non ultimo, la Francoli Cup riunisce istituti di ogni parte d’Italia e di molti paesi stranieri e per questa caratteristica promuove lo scambio di idee e lo sviluppo di una mentalità aperta. La Francoli Cup non è vissuta come una competizione ma come un momento educativo, di intrattenimento e scambio culturale. ” Soddisfazione per Distillerie Francoli: “E’ la prima volta che la Francoli Cup diviene oggetto di tesi di Laurea” afferma il presidente Alessandro Francoli “ Questa scelta ci rende orgogliosi e dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta. Nell’ideazione dell’evento abbiamo cercato di metterci sempre dalla parte dello studente unendo l’aspetto educativo al divertimento. Anche nella diffusione della cultura della grappa riteniamo che questo elemento sia centrale. ” .  
   
   
L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DOP VAL DI MAZARA LA D.O.P.  
 
La Denominazione di Origine Protetta (D. O. P. ) è il certificato di qualità applicato dall’Unione Europea a quei prodotti le cui specifiche caratteristiche qualitative sono dovute esclusivamente a fattori umani e naturali caratteristici del territorio in cui sono realizzati: clima, caratteristiche ambientali, tecniche di produzione tramandate nel tempo, artigianalità, savoir-faire, che, insieme, consentono di ottenere prodotti non replicabili al di fuori di quella particolare zona geografica. I prodotti Dop sono protetti dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea e sono ricavati seguendo rigorosamente delle regole prestabilite, dando, così, al consumatore maggiori garanzie in termini di qualità, identificazione e tracciabilità del processo produttivo di filiera. L’olio Extravergine D’oliva Dop Val Di Mazara La denominazione di origine protetta "Val di Mazara" è riservata all´olio di oliva extravergine rispondente alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione e prodotto in questo territorio, a partire dalla coltivazione delle olive, passando per la trasformazione presso gli oleifici, per finire con il confezionamento da parte degli imbottigliatori. Per produrre l’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara vengono usate solo cultivar autoctone e selezionate: il 90% dell’olio proviene dalle varietà Biancolilla, Nocellara del Belice e Cerasuola, mentre il restante 10% proviene da altre cultivar locali come Ogliarola Messinese, Giarraffa e Santagatese. La coltivazione avviene secondo i metodi tradizionali, che non modificano le caratteristiche originarie delle olive. La raccolta è realizzata con mezzi meccanici o per brucatura e si compie con leggero anticipo rispetto alla piena maturazione. Questo permette di estrarre un olio di maggiore fragranza contenente più alti valori di antiossidanti naturali. Vengono scelte solo olive indenni da traumi dovuti alla raccolta o ad altri fattori naturali e non contaminate da sostanze presenti nel terreno. Le olive raccolte, conservate in recipienti rigidi ed areati e preservate in locali non umidi, vengono molite entro due giorni dalla raccolta, per evitare l’insorgere di fermentazioni indesiderate. L’estrazione dell’olio è eseguita a freddo e senza alcun ricorso a sostanze chimiche. Solo così si preservano inalterate le proprietà naturali e nutritive del frutto e si produce un olio superiore, dalle ineguagliabili caratteristiche organolettiche: colore giallo oro, con sfumature di verde intenso, odore delicatamente fruttato e lievemente mandorlato, gusto di oliva verde vellutato con un retrogusto dolce di mandorla e un’ottima persistenza aromatica. Il Consorzio Volontario Di Tutela Dell’olio Extravergine D’oliva Dop Val Di Mazara Il Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara, uno dei due riconosciuti ufficialmente in Sicilia, è nato nel 2002 su iniziativa della cooperativa agricola Palermitana Olivicoltori. Raccoglie circa 10 mila produttori dell’intera provincia di Palermo e di alcuni comuni della provincia di Agrigento, e ha come obiettivo statutario quello di tutelare e promuovere l’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara e di garantire la migliore qualità e genuinità del prodotto nel pieno rispetto della natura e della tradizione. Il riconoscimento del Consorzio da parte del Ministero per le politiche agricoli e forestali arriva nel 2005 con decreto del 3 maggio. Un qualsiasi consorzio per essere riconosciuto dal Ministero deve avere come soci almeno il 66% della rappresentatività del territorio: il Dop Val di Mazara ne rappresenta l’80% avendo 180 soci complessivi fra olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori. Tra i soci del Consorzio l’Apo Palermitana Olivicoltori, che con 5 mila produttori rappresenta da sola il 50% dell’olivicultura palermitana, altre realtà della provincia di Palermo e oltre 2 mila produttori della provincia di Agrigento tra cui il Consorzio dell’olio Sicano e la cooperativa Agri bio l’Arcobaleno. Il territorio dell’area Dop Val di Mazara comprende tutti i comuni della provincia di Palermo e alcuni comuni della provincia di Agrigento: Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita del Belice, Sciacca e Villa Franca Sicula. Direttore del consorzio: Salvatore Martorana. Presidente:giorgio Ciaccio Vice presidenti: il cavaliere Onofrio Martorana per la parte produttiva e Manfredi Barbera per gli imbottigliatori Queste le attività del Consorzio: Verifica che le produzioni tutelate per le quali sia completata l´attività di certificazione da parte dell´organismo di controllo autorizzato rispondano ai requisiti previsti dal disciplinare; Vigila sui prodotti similari che, commercializzati sia sul territorio nazionale che all´estero; con false indicazioni sull´origine, la specie, la natura e le qualità specifiche dei prodotti medesimi possano ingenerare confusione nei consumatori e recare danno alla produzione a Dop Val di Mazara; Verifica la rispondenza tra la quantità dei prodotti tutelati, sottoposti al controllo dall´ente di certificazione incaricato, a quella immessa sul mercato; Fornisce assistenza e informazioni sul piano legale, tecnico e scientifico al fine di affermare la qualità e l´immagine dell´olio oggetto di tutela, in Italia e all´estero; Promuove, partecipa o aderisce, su delibera consigliare, ad istituzioni, enti e società che si propongano il conseguimento di scopi analoghi a quelli del Consorzio, tra cui in particolare la promozione, la valorizzazione degli oli extra vergini e vergini di oliva; Promuove direttamente o partecipa a iniziative promozionali a favore dell´olio extravergine Dop Val di Mazara sia pubbliche che private, partecipa a iniziative promozionali per gli oli di oliva di qualità; Promuove la diffusione ed il consumo dell´olio extra vergine di oliva Dop Val Di Mazara; Vigila sull´osservanza delle norme previste dallo statuto, dal regolamento dal disciplinare di produzione, nonché sul corretto uso del marchio consortile; Fornisce all´ente certificatore l´assistenza necessaria per agevolare il controllo e la certificazione del prodotto dei soci; Fornisce ai produttori l´assistenza necessaria per agevolare il conseguimento della certificazione del proprio prodotto in tutta la fase istruttoria ed attuativa delle procedure di certificazione delle produzioni tutelate; Promuove l’eventuale adeguamento del disciplinare di produzione dell’olio extravergine di oliva Dop Val di Mazara da sottoporre all’approvazione dell’Unione Europea per il tramite del Mipaf anche in nuove esigenze riguardanti le innovazioni tecnologiche, l’immagine e il consumo, facilitando ed incoraggiando la diffusione dell´olivicoltura, anche con sistemi ecocompatibili e promuovendo corsi per olivicoltori e tecnici del settore. Il Codice Di Garanzia Ogni singola confezione di olio Dop Val di Mazara è contraddistinta da un codice numerico che, se inserito in un’apposita area del sito della Dop dedicata alla tracciabilità, fornisce tutte le informazioni relative alle origini del prodotto (www. Dopvaldimazara. It). Le Proprieta’ Nutritive E I Benefici L’’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara apporta importanti benefici al nostro organismo: previene le malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi, i tumori, in particolare quello al seno, riduce il tasso di zucchero presente nel sangue, aumenta la produzione di bile, protegge dai radicali liberi e dall’invecchiamento cellulare e stimola la mineralizzazione delle ossa e l’assimilazione dei sali minerali. Svolge importanti azioni disinfiammanti, emollienti, protettive e di stimolo sul pancreas, sulla cistifellea, sulla mucosa gastrointestinale, sul fegato, sulla pelle, prevenendo rughe ed altre alterazioni cutanee con la sua azione rigenerante, e sull’intestino, grazie alla sua azione regolatrice della peristalsi che aiuta nei casi di stitichezza. É un olio altamente digeribile perché stimola le secrezioni gastriche favorendo l’assorbimento delle vitamine liposolubili e del calcio. È ricco di vitamine (K, A, E, e D) Caratenoidi e composti Fenolici, che con le loro proprietà antiossidanti aiutano l’organismo a combattere il colesterolo cattivo, l’Ldl, favorendo la produzione di quello buono, l’Lhd. Presenta una quantità consistente di grassi monoinsaturi che favoriscono la crescita e permettono alle cellule l’assimilazione di sostanze utili. Inoltre, diversamente dagli altri oli extravergini d’oliva, il cui livello di acidità è al di sopra dell’1%, l’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara ha una percentuale di acidità pari solo allo 0,5%. L’acidità è il parametro che valuta le eventuali alterazioni che le olive e l’olio da esse ricavato subiscono durante la raccolta, il trasporto e il processo di trasformazione; corrisponde alla percentuale di acido oleico presente nell’olio ed è il principale indicatore della qualità: più alto è il suo valore, più scadente è la qualità del prodotto. L’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara è consigliato a tutte le età. Nell’infanzia, favorisce la mineralizzazione delle ossa e lo sviluppo del sistema nervoso e la sua alta digeribilità lo rende appropriato anche nella fase dello svezzamento. Nell’adolescenza rappresenta un’importante fonte di energia per la crescita. In età adulta, ritarda l’invecchiamento delle cellule, migliora la mineralizzazione delle ossa e limita la perdita di calcio che insorge con l’avanzare dell’età. Nella terza età, infine, aiuta a prevenire o ridurre alcuni problemi tipici come l’inappetenza, la riduzione delle capacità digestive, il calo dell’assorbimento di vitamine e di sali minerali e la stitichezza. E’ adatto in gravidanza, per la sua composizione acidica, che lo rende molto simile alla composizione del grasso del latte materno, e per chi pratica sport. È raccomandato anche a chi segue una dieta dimagrante: essendo più saporito di altri grassi, infatti, ne basta una piccola quantità e ciò riduce il contenuto calorico complessivo della pietanza. Gli Abbinamenti In Cucina La sua genuinità, leggerezza e fragranza rendono l’olio extravergine d’oliva Dop Val di Mazara eccezionale su ogni tipo di piatto, dall’antipasto al dolce. Esalta il gusto dei cibi e non ne sopprime i profumi. Ottimo se utilizzato a crudo, per condire insalate, bruschette, grigliate di carne o di pesce, verdure; eccellente in cottura, per preparare minestre, bolliti, legumi, salse, torte, biscotti. È perfetto anche per friggere in tutta tranquillità, perché raggiunge il punto di fumo ad una temperatura molto più alta rispetto agli altri grassi. Il punto di fumo corrisponde alla temperatura a cui il grasso brucia creando composti cancerogeni. .  
   
   
THUN TISANIERE E TAZZE COLAZIONE PER COCCOLARSI FIN DAL MATTINO  
 
Per la prossima stagione, Thun, ha creato nuovi e colorati decori per abbellire la linea al volo. Alleati del buon risveglio e complici per una chiacchiera durante il pomeriggio assolato, le nuove tisaniere e le tazze colazione sono tutte da collezionare senza moderazione…. … al volo “Tisaniera” … Colorate nei toni del viola, arancio e giallo, ciascuna delle quattro tisaniere è caratterizzata da un simbolo che le rende uniche. Un cuore per “Cannella”, un fiore per “Zafferano”, un quadrifoglio per “Coriandolo” e un sole raggiante per “Zenzero”. Tisaniere (Cannella, Zafferano, Coriandolo, Zenzero) Prezzo: 25,90 euro Tisaniera “Cannella” con confezione infuso “poesia di frutta” Prezzo: 32,00 euro … al volo “Colazione” … Ispirate al mondo dei fiori e ravvivate da colori brillanti e intensi, le tazze colazione sono dedicate a tutti coloro che adorano svegliarsi lentamente…e dolcemente. L’ideale per affrontare con gioia la giornata. Tazza Colazione(coccole, Flower,jardin, Dolce mattino) Prezzo: 24,00 euro Confezione due tazze colazione (Coccole e Dolce mattino) con cioccolata Prezzo: 51,00 euro .  
   
   
LA FIRMA D’ANCÀP SULLE OPERE D’ARTE… PER LA DEGUSTAZIONE! DALL’ESPRESSO DEL BAR AL CAFFÈ DI CASA, GLI STRUMENTI PERFETTI PER APPAGARE IL GUSTO (E NON SOLO)  
 
Si fa presto a dire espresso: la celebre bevanda italiana vanta un carattere così “nazionale” che, paradossalmente, proprio nel suo Paese d’origine spesso sconta la sua fama e la sua diffusione con la scarsa attenzione alle modalità di degustazione. Basta pensare che, in ogni bar italiano, chiedendo un semplice caffè si riceve un espresso, mentre all’estero specificare la richiesta è d’obbligo (e non sempre garanzia di soddisfazione)! È fin troppo facile dunque, anche nella patria dell’espresso e delle preparazioni ad esso affini (come l’italianissimo cappuccino), rischiare di non percepire l’unicità di queste esperienze sensoriali e di dimenticare una semplice, fondamentale verità: la degustazione del caffè è un’arte e, come tale, richiede strumenti e modalità specifici. È infatti nella tazza che il caffè trova la sua perfetta esaltazione: espresso, cappuccino, caffè americano, in breve ogni preparazione a base di caffè richiede strumenti specifici regolati da identità ben definite. Un cappuccino è ben diverso da un caffellatte e, come tale, richiederà una tazza con spessore, dimensione e fondo adatti ad esaltarne l’unicità; è in particolare l’espresso – che possiede un corpo elevato, un aroma intenso, un retrogusto persistente e una crema compatta - a richiedere un recipiente che ne esprima al meglio temperatura e caratteristiche. Per mantenere ed esaltare il piacere fumante, il primo posto va alla porcellana (meglio se dura e a porosità zero); anche volumi, spessore ed ergonomia non rispondono solo a valori estetici, peraltro importantissimi, quanto alla prestazione nel contesto della degustazione. Nascono così le molteplici proposte d’Ancàp in cui lo stile è sempre legato ad una precisa funzionalità… allora, via libera al gusto! .  
   
   
ENTRO IL 14 SETTEMBRE LE RICETTE DEL CONCORSO "UN MARCHIO DEL BUONGUSTO"  
 
I buongustai che cucinando impiegano prodotti di qualità altoatesini possono partecipare al concorso-ricette "Un marchio del buongusto" con una delle ricette preferite. Termine di invio il 14 settembre 2007. È un´iniziativa del Dipartimento artigianato, commercio e industria e dell´Eos della Camera di Commercio di Bolzano. Finora sono pervenute al Dipartimento economico una cinquantina di ricette di appassionati della cucina da tutto l´Alto Adige. Gli interessati hanno ancora due settimane di tempo per partecipare al concorso-ricette "Un marchio del buongusto" con una delle ricette preferite a base di prodotti di qualità altoatesini. I coupon di partecipazione possono essere scaricati dalla Rete civia all´indirizzo www. Provincia. Bz. It/economia dove sono pubblicate tutte le informazioni del caso oppure rivolgersi al numero di tel. 0471 413660. Fra tutte le ricette pervenute una giuria ne selezionerà 30 che saranno anche pubblicate; tra coloro che hanno inviato le 30 ricette selezionate saranno quindi estratti i 10 fortunati vincitori. A questi andranno i premi in palio: 5 attrezzature da sci della collezione 2007/2008 Marchio Alto Adige composte da tuta da sci, sci, attacchi e racchette e 5 borse spesa contenenti prodotti di qualità altoatesini. Il concorso rientra nella campagna informativa "Un marchio, una garanzia. Dall’alto Adige alimentari di qualità controllata: garantisce il marchio” promossa dalla Provincia e dell’organizzazione della Camera di Commercio Export Alto Adige Eos per sensibilizzare i consumatori altoatesini verso i prodotti locali contrassegnati dal marchio di qualità. .  
   
   
DOLOMITI D’AUTUNNO – IL GIOCO DEL GUSTO LA PATATA DI CESIOMAGGIORE DE.C.O. DIFENDE LA SUA ORIGINALITÀ  
 
Belluno – Grande successo per l’edizione 2007 della Festa provinciale della patata di Cesiomaggiore De. C. O. , 2ª tappa della rassegna enogastronomica Dolomiti d’autunno, che nel weekend appena trascorso ha attirato quasi 10. 000 visitatori provenienti da tutte le province. Siamo davvero soddisfatti dell’esito di questa edizione – ha dichiarato Eugenio Garlet presidente della Cooperativa agricola “La Fiorita”, promotrice della patata di Cesiomaggiore e di altre eccellenze dell’agricoltura cesiolina - un “successone” rispetto alle edizioni scorse. La popolarità e la riuscita della Festa della Patata di Cesiomaggiore vanno ogni anno in crescendo, merito delle persone coinvolte nell’organizzazione e delle strutture che migliorano sempre di più. Per quanto riguarda la Patata di Cesiomaggiore va inoltre dato un consiglio alla clientela: controllate sempre al momento dell’acquisto che ci sia il cartellino con il marchio De. C. O. (denominazione comunale di origine) che garantisce l’originalità del prodotto che può vantare proprietà e sapore unici tutelati da un disciplinare che non ammette l’uso di diserbanti o fertilizzanti chimici. Durante la Festa sono stati proposti anche altri prodotti dell’agricoltura cesiolina, fra i quali la farina per polenta di mais sponcio, l’orzo agordino decorticato a pietra, il fagiolo gialet, i fagioli di Lamon I. G. P. , il farro grande alpino o spelta, la zuca santa della Val Belluna, senza dimenticare gli altri ortaggi o i famosi formaggi e carni locali. L’ultimo giorno, domenica 26, è stato caratterizzato dal Concorso di cucina bellunese (1° trofeo Provinciale) vinto dal Gilf di Feltre con il piatto “Autunno”. Ad accompagnare l’ottima cucina, sono state proposte varie attrazioni e spettacoli folkloristici. Dolomiti d’autunno è organizzato dall’amministrazione provinciale con la collaborazione di Dolomiti Turismo e quest’anno presenta la Ii edizione unendo le 23 fiere autunnali più note che si svolgono in provincia di Belluno. Novità di quest’anno: Basterà essere presente a 5 fiere e degustare i prodotti gastronomici proposti affinché il visitatore possa partecipare al Gioco del Gusto tramite il quale Dolomiti d’autunno premia i frequentatori più fedeli con un gustoso cestino di prodotti tipici bellunesi. Alla prima fiera verrà consegnato al visitatore il tabellone delle 23 manifestazioni e riceverà un timbro sulla casella dedicata all’evento come certificazione. .  
   
   
È IL TRENTINO AD AVERE DECODIFICATO PER PRIMO IL GENOMA DELLA VITE  
 
 “È un fatto pubblico che i primi a decodificare il genoma della vite sono stati i ricercatori dell’Istituto agrario di San Michele: i dati sono stati depositati dal 19 dicembre 2006 nelle banche dati internazionali e il risultato è stato annunciato alla comunità scientifica internazionale a San Diego il 14 gennaio 2007. Già nel corso del primo semestre 2007 è al lavoro un nuovo gruppo di ricerca, sempre a San Michele, per studiare le possibili applicazioni della ricerca, finanziata interamente dalla Provincia autonoma di Trento, sul versante del miglioramento genetico della vite. ” Comincia così la replica dell’assessore alla programmazione, ricerca e innovazione Gianluca salvatori alla notizia pubblicata il 27 agosto con enfasi su alcune testate nazionali, relativa alla pubblicazione sulla rivista “Nature” di un articolo che accrediterebbe la mappatura del dna della vite da parte di un consorzio franco-italiano, di cui fanno parte anche alcune università italiane fra cui Milano, Padova, Udine, Bari e Verona. Questo pomeriggio l’assessore ha convocato una conferenza stampa assieme ai responsabili scientifici dell’Istituto agrario di San Michele, Roberto Viola, direttore del centro sperimentale dello Iasma, Riccardo Velasco, coordinatore del Dipartimento genetico e di biologia molecolare nonché coordinatore del progetto, e Francesco Salamini del comitato scientifico. Una rivista di prestigio analogo a quello di “Nature” sta esaminando in questi giorni un articolo scientifico che riferisce i risultati della ricerca sul genoma della vite di Pinot nero condotta a San Michele. Contestualmente la prestigiosa rivista “Science” ha chiesto un’intervista al dottor Velasco per commentare l’articolo del consorzio franco-italiano. Alleghiamo l’intervista in coda a questo comunicato. “La celerità con cui il consorzio franco-italiano ha pubblicato il suo articolo – sottolinea ancora l’assessore Salvatori – risulta un po’ sospetta, considerato che in realtà loro hanno ancorato solo due terzi del loro genoma, quindi in sostanza centrando due terzi del loro obiettivo. La rivalità nel mondo scientifico non è una novità, ed anzi contribuisce all’avanzamento della ricerca. Ma resto perplesso quando vedo insinuarsi nelle dinamiche del lavoro scientifico scelte che poco hanno a che vedere con gli standard di deontologia scientifica, omettendo di riconoscere almeno l’attività dei ricercatori di San Michele e fondando le conclusioni di una ricerca su dati parziali. Per questo difendo l’operato dei nostri ricercatori, assistiti anche dal consiglio scientifico di San Michele, che, dopo aver depositato in banca dati i risultati del sequenziamento, hanno optato per una pubblicazione più completa. Per uscire da una visione della ricerca condizionata da considerazioni di prestigio accademico e nazionale più che da preoccupazioni scientifiche, San Michele ha comunque già iniziato a studiare le applicazioni di queste conoscenze in termini di rinnovamento varietale. Quanto pubblicato dal consorzio franco-italiano ha indubbiamente un taglio più ‘archeologico’, che non serve a questo nostro scopo. ” “L’articolo pubblicato su ‘Nature’ è incentrato sul confronto dell’evoluzione del genoma della vite rispetto agli altri genomi di piante superiori già pubblicati (riso, arabidopsis, pioppo), ma l’enfasi della stampa è focalizzata sul sequenziamento piuttosto che sull’evoluzione – ha spiegato Roberto Viola, responsabile del Centro Sperimentale Iasma - Ricostruire un genoma prevede tre fasi: sequenziamento, assemblaggio e ancoraggio ai cromosomi. Nel lavoro presentato su ‘Nature’ l’ultima fase è a due terzi, mentre la nostra è terminata a fine maggio” Il dottor Roberto Viola ha ripercorso le tappe che hanno portato Iasma alla pubblicazione sulle banche dati internazionali del genoma della vite. L’attività di sequenziamento è iniziata il primo ottobre 2005; nel marzo 2006 è stata annunciata la copertura del genoma, il cui completamento è datato 31 ottobre; il 19 dicembre le sequenze del codice genetico della vite sono state depositate nelle banche dati internazionali e nel gennaio 2007 è stato annunciata la disponibilità delle sequenze nelle banche dati della comunità scientifica internazionale in occasione del convegno di San Diego in California. A maggio 2007 sono state aggiornate le banche dati internazionali con annotazione le geniche; l’8 agosto è stato completato il manoscritto per la pubblicazione e nei giorni successivi è stato sottomesso l’articolo alla rivista ‘Science’. “Il contenuto del lavoro di San Michele è di elevato spessore, in particolare incentrato sulle applicazioni pratiche del miglioramento genetico della vite e in futuro del melo, progetto che quest’esperienza della vite ci garantisce di completare in tempi molto rapidi”, sottolinea Riccardo Velasco, coordinatore del Dipartimento di Biologia e Genetica molecolare dell’Istituto Agrario nonché coordinatore del progetto. Di seguito il testo dell’intervista rilasciata da Riccardo Velasco, coordinatore del progetto sul genoma della vite dell’Istituto agrario di san Michele all’Adige, alla rivista “Sciencenow” (versione on-line della rivista scientifica “Science”) Ci sono differenze tra i due lavori che sono a nostro favore. Basandosi su una dimensione del genoma stimata di 504 milioni di nucleotidi noi abbiamo assegnato ai cromosomi l’86% del Dna, lasciando fuori solo le sequenze altamente ripetute, il consorzio franco-italiano il 59%. Non intendo commentare lo stato dell’arte del loro lavoro al tempo della loro sottomissione dell’articolo a Nature in aprile, ma ci tengo a sottolineare che ci siamo chiesti spesso quando pubblicare. Abbiamo sempre convenuto di farlo quando avremmo ancorato (ricostruito) ai cromosomi oltre l’80%. Sicuramente i colleghi hanno lavorato duramente, come del resto noi. Questo va indubbiamente rispettato ed apprezzato, però ci attendiamo che le loro sequenze vengano rese pubbliche per intero come noi abbiamo fatto nel dicembre del 2006. Lo studio delle duplicazioni dei geni e dei genomi non è cosa così immediata. Comunque, le conclusioni a cui giungono i colleghi riguardo alle duplicazioni nei geni e nel genoma in vite (come tutte le piante a fiore, le angiosperme) sono fondamentalmente diverse dalle nostre. A differenza loro, infatti, noi troviamo evidenze per una relativamente recente duplicazione in vite. Queste differenze possono essere eventualmente dovute al fatto che noi abbiamo ricostruito i cromosomi per una porzione maggiore. In definitiva, secondo noi la formazione di un genoma paleo-esaploide nelle dicotiledoni come proposto dal consorzio franco-italiano necessita seri approfondimenti, sia in base ai nostri risultati, sia per gli studi già presenti in letteratura ed ignorati dai colleghi nel loro articolo. Noi siamo particolarmente orgogliosi di due cose. Primo, noi abbiamo assemblato il genoma del Pinot nero coltivato (non un suo derivato omozigote) che in pratica contiene due genomi. Secondo, abbiamo prodotto un autentico arsenale di oltre 2. 000. 000 di polimorfismi a singolo nucleotide, mappati sul genoma, essenziali per il miglioramento genetico. Ad esempio, abbiamo scoperto che oltre l’87% dei geni di Pinot nero contiene almeno un polimorfismo, e il 71% oltre quattro. Il nostro obiettivo non era solo scoprire ma anche imparare. A questo riguardo, adesso abbiamo costruito un gruppo di ricercatori che è in grado di analizzare in maniera puntuale ed approfondita i genomi delle piante, incluso assemblaggio ed annotazione dei genomi. Il nostro obiettivo principale in questo momento è la decifrazione del genoma del melo. A questo punto ci chiediamo quando sia il caso di pubblicare, se a lavoro finito o in corso. Al momento nel quale abbiamo saputo della pubblicazione su Nature noi avevamo già sottomesso la pubblicazione del nostro lavoro a Science. A questo punto ci attendiamo che la rivista possa avere dei motivi validi per accettare il nostro lavoro: infatti, questo presenta aspetti di novità sia metodologici che biologici. A questo proposito devo pubblicamente ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al nostro lavoro. Nessun dubbio che noi ci sentiamo, entro certi limiti, perplessi. Abbiamo forse fatto qualcosa di sbagliato o siamo stati fin troppo zelanti? La nostra risposta è no; questa è la ricerca scientifica, un misto di aspettative da parte degli enti finanziatori, ambizioni dei ricercatori, attenzione dei media e progressi scientifici (le priorità posso variare di volta in volta). E’ vero che a Iasma siamo un gruppo di ricercatori relativamente limitato, periferici rispetto ai grandi centri dove grandi progetti di ricerca hanno luogo. Ciononostante, abbiamo dei vantaggi: a livello politico, gli amministratori locali, sono generosi nel supportare la ricerca, ed inoltre seguono i nostri lavori da vicino, esercitando un positivo stimolo al nostro lavoro. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE RICCARDO ILLY HA UFFICIALMENTE DATO IL VIA ALLE VENDEMMIE IL 30 AGOSTO A VILLA RUSSIZ DI CAPRIVA DEL FRIULI, SUL COLLIO GORIZIANO.  
 
Tra le mani di Illy, prima di finire nel tino di raccolta, i grappoli di "blanc furlan", l´ex Tocai che con la querelle di cui è stato protagonista è diventato il simbolo dell´orgoglio dei viticoltori friulani per la loro produzione. Assieme ad Illy hanno vendemmiato numerosi operatori del settore, con in testa il presidente dell´Istituto Cerruti-villa Russiz, Silvano Stefanutti, e il direttore dell´azienda agricola Gianni Menotti, enologo dell´anno 2006 secondo la Guida del Gambero Rosso: va a lui il merito dei successi collezionati da Villa Russiz, tra cui il più recente è la "corona" del Touring Club assegnata al Malvasia 2006. Ad accompagnare Illy, tra gli altri, l´on. Flavio Pertoldi, membro della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, il primo cittadino di Gorizia, Ettore Romoli, i sindaci di Cormons, Luciano Patat, e quello di Capriva, Antonio Roversi, Joseph Parente, direttore dell´Ersa, e Giulio Colomba vicepresidente di Slow Food. Ed inoltre, alcuni nomi celebri dell´enologia regionale, tra cui Manlio Collavini e Teresa Thun, dell´azienda Baronessa Tacco, Angelo Jermann, Roberto Scubla, Mirella Della Valle Terraneo e molti altri. Ha partecipato alla vendemmia anche un produttore di Montalcino, l´enologo Gelasio Gaetani D´aragona, che si è dichiarato un amico del Friuli Venezia Giulia, "regione che sta vivendo un terzo rinascimento e si fa notare per la tipicità dei suoi vini". Tra i filari anche alcune delle ragazze ospiti dell´Istituto Adele Cerruti, la struttura assistenziale annessa all´azienda agricola. Sono infatti attualmente 16 i ragazzi e le ragazze dai 3 ai 14 anni e con problemi di disagio familiare (tutti residenti in Friuli Venezia Giulia ma alcuni di origine africana o albanese) gli ospiti dell´Istituto Adele Cerruti-villa Russiz. I proventi delle vendite dei vini d´eccellenza di Russiz servono infatti a sostenere l´attività di una moderna casa famiglia che può accogliere sino a 25 giovani e dove lavorano 14 persone - in parte religiose della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice ed in parte educatori laici - supportate da un gruppo di famiglie d´ appoggio che accolgono in casa i ragazzi durante il week-end. Istituto ed azienda agricola (quest´ultima impiega 21 dipendenti cui si aggiunge personale avventizio per 70-80 unità durante le vendemmie) compongono un corpo amministrativo unico che si avvia a diventare fondazione. Con legittimo orgoglio, il presidente Silvano Stefanutti sottolinea che dal 2000 il bilancio è costantemente in attivo e la produzione in crescita. I 39 ettari di cui l´azienda dispone per la produzione di vino doc hanno dato lo scorso anno 185 mila bottiglie, che quest´anno diventeranno circa 200 mila. .  
   
   
I ROSÉ DI FRANCIACORTA AL TOP DELLA CLASSIFICA  
 
Una serie di riconoscimenti ai Franciacorta Rosé premiano la qualità, gli investimenti e la lungimiranza dei produttori del territorio in provincia di Brescia Sembrava una moda, ma si sta trasformando sempre di più in uno stile di vita: il vino si colora di rosa e le bollicine rosé di Franciacorta si affermano sul mercato e ricevono sempre maggiori consensi. I riconoscimenti ricevuti dalla giovane giuda del Gambero Rosso, edizione 2008, lo dimostrano. Una guida giovane come la diffusione e la richiesta che si sta sviluppando per questo vino dalle caratteristiche così particolari eppure così semplici e immediate che viene presentata in coincidenza con la stagione più calda, proprio per sottolineare le particolari caratteristiche dei vini in rosa. In realtà in Franciacorta la produzione dei Rosé non è una novità degli ultimi tempi, ma è una scelta ben radicata soprattutto tra le cantine storiche. Nuova è la richiesta che viene soprattutto dai giovani e, -contrariamente a quanto si dice-, non in particolare dal pubblico femminile, ma molto da un pubblico di conoscitori che trovano nei Rosé un modo disinvolto e rilassato di bere. Infatti il loro sempre maggiore successo nasce proprio da una serie di caratteristiche che vanno ben oltre le mode e che li rendono perfetti in qualunque momento, equilibrati, appaganti. Innanzi tutto i Rosé, per le percentuali sempre più alte di pinot nero presenti nella cuvée, sono un vino fresco ma mai eccessivamente tannico con una struttura importante ma non aggressiva che conferisce loro uno stile versatile adatto particolarmente a tavola in ogni occasione e in grado di risolvere qualunque esigenza di abbinamento. I Rosé di Franciacorta sono perfetti a qualunque ora del giorno, anche come aperitivo seguendo suggestioni d’oltralpe. Infatti, giocando con le temperature diventano meno impegnativi e soddisfano anche palati giovani ancora alla ricerca del proprio vino del cuore. Il colore poi, è affascinate e seduttivo e intrappola lo sguardo costringendolo a seguire il gioco delle bollicine nel bicchiere. Le richieste di Franciacorta Rosé hanno superato del 4 per cento quelle del 2006 che a loro volta aveva superato di più del 3,5 per cento l’anno precedente. Un incremento che già si dichiara ulteriormente importante per la stagione che verrà. Ed è proprio per soddisfare la sempre maggiore richiesta di questa tipologia, intuendone le potenzialità, che i produttori di Franciacorta, lungimiranti, avevano già investito in nuovi impianti. Per l’esattezza quest´anno sono entrati in produzione circa 100 ettari di vigneti nuovi impiantati mediamente tra il 2003 e il 2004 dei quali il 70 per cento di chardonnay, il 10 per cento di pinot bianco e il rimanente 20 per cento di pinot nero. Appunto, è proprio al pinot nero che sono state prestate le attenzioni maggiori, un vitigno difficile da interpretare ma che qui in Franciacorta ha trovato una collocazione ideale e un impiego che ne esalta le caratteristiche. Insomma, già all’uscita della prima guida datata 2008 il Franciacorta trova un suo spazio di grande rilievo, a dimostrazione di una qualità sempre più alta e, confermata negli anni, in continuo aumento. .  
   
   
GUIDA VINI BUONI D’ITALIA 2008: DOPPIA CORONA PER I VINI DI ADAMI DUE NUOVI INGRESSI TRA LE BOTTIGLIE CORONATE DELLA GUIDA CHE PREMIANO IL PROSECCO DI ADAMI  
 
Continuano le conferme per i vini punta di diamante dell´azienda Adami. La Guida Vini Buoni d’Italia 2008, edita dal Touring Club Italia e curata da Mario Busso e Luigi Cremona, ha infatti aggiudicato la corona (il massimo riconoscimento assegnato dalla guida) a ben due vini dell´azienda veneta. Il riconoscimento è andato a "Dei Casel" Prosecco di Valdobbiadene Doc Spumante extra dry e "Cartizze" Prosecco di Valdobbiadene Superiore Doc Spumante dry. E´ questo un risultato davvero importante, se si pensa che per questa quinta edizione de La Guida Vini Buoni d’Italia sono stati circa 14. 000 i vini degustati, di cui soltanto 214 potranno fregiarsi della corona. I riconoscimenti assegnati rappresentano quindi l’eccellenza dei vini Italiani, vini che, oltre ad essere interpretativi del vitigno e del territorio di appartenenza, portano con sé la capacità di emozionare. Una dote rara, se non rarissima secondo i degustatori, se sul totale dei vini degustati le corone rappresentano solamente 1,5% del totale. Il simbolo della corona è infatti assegnato solo dopo la valutazione di numerosi elementi: corpo, eleganza e gamma aromatica del vino sono i parametri presi in considerazione per l’attribuzione del riconoscimento. Inoltre, per ogni produttore sono presentati i vini ottenuti da vitigni autoctoni al 100% mediante una scheda che ne indica giudizio ottenuto, prezzo, tipologia, rapporto qualità/prezzo e valutazione ottenuta durante la degustazione del vino. Oltre alle due corone, c´è stata anche la menzione ad honorem per un altro vino simbolo dell´azienda: il "Vigneto Giardino" Prosecco di valdobbiadene Doc Spumante dry. "Siamo orgogliosi dei riconoscimenti assegnati ai nostri vini" affermano i titolari dell´azienda, i fratelli Armando e Franco Adami "soprattutto perché la Guida Vini Buoni d´Italia 2008 punta a fornire valutazioni e giudizi attendibili, che possano guidare all’acquisto consapevole il consumatore. Il premio viene assegnato valutando molti elementi del vino, tra cui la qualità, la tipicità ed il carattere del prodotto, tutti aspetti che da sempre contraddistinguono i nostri vini ed il nostro lavoro". .  
   
   
VINO, IN TOSCANA PRODUZIONE SEMPRE PIÙ ‘ROSA’ E DI QUALITÀ E LE DONNE SONO SEMPRE PIÙ PROTAGONISTE ANCHE NEL CONSUMO E NELLA SCELTA DELLE ETICHETTE  
 
Firenze - Donne e vino, un connubio sempre più felice e produttivo. Una tendenza che si sta verificando un po’ ovunque - in Italia come negli altri Paesi -, ma che in Toscana ha assunto l’aspetto di un vero e proprio fenomeno, con donne presenti in ogni segmento: produttrici, enologhe, sommelier, ristoratrici, consumatrici; e con intere filiere tutte al femminile. Di ‘Vino di genere’ si è parlato stamani nel corso di un confronto/degustazione organizzato a Siena dall’Enoteca Italiana. E dalla mattinata è emerso chiaramente che il vecchio stereotipo che vuole la vigna terreno incontrastato degli uomini è decisamente da archiviare. “Quello delle donne del vino è un fenomeno molto interessante – ha detto l’assessore Susanna Cenni, alla quale erano affidate le conclusioni, nella sua duplice veste di assessore all’agricoltura e alle pari opportunità della Regione Toscana – E’ cresciuto in maniera esponenziale il numero di donne che si occupano di vini. Con un risultato che il più delle volte è di alta qualità. E si sta modificando sempre più anche il consumo: le donne scelgono sempre di più le etichette, sono intenditrici competenti e consumatrici esigenti. Credo che si possa proprio parlare di un gusto, di una peculiarità femminile per quanto riguarda il vino”. Qualche numero per inquadrare il fenomeno. Alla Selezione dei vini di Toscana 2007, le produttrici hanno partecipato con 263 vini: di questi, ben 200 hanno superato la selezione (con un punteggio superiore agli 85 punti) e si sono guadagnati la ‘menzione speciale’. Su 800 bottiglie scelte, circa il 25% è prodotto da donne (il 30% in più rispetto all’edizione 2004). In Toscana le donne sommelier sono 55 professioniste e 437 non professioniste, su un totale di 3. 200 soci (cioè, un sesto del totale). Nella nostra regione le enologhe sono già una cinquantina, ma il loro numero è destinato ad aumentare, vista la massiccia presenza di studentesse ai corsi di enologia delle due Università toscane. “Soprattutto quest’anno, che è l’Anno europeo delle Pari Opportunità – dichiara l’assessore Cenni – questo è un fenomeno che merita attenzione. Come Regione abbiamo deciso da tempo di investire sulle donne come elemento e motore di sviluppo. E questo segmento delle donne del vino ci sembra un settore sui cui vale particolarmente la pena investire”. .  
   
   
PREMIO DOUJA D’OR 2007  
 
Importantissimo riconoscimento per il “Gironia” Borgo di Colloredo al 35° Concorso Enologico Nazionale “Premio Douja d’Or 2007”. Il vino molisano infatti riceverà l’omonimo premio i prossimi 7 e 8 settembre 2007 al Salone dei Vini Selezionati ad Asti. Il "Premio Douja d´Or" viene attribuito dalle Commissioni dell´O. N. A. V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) solo ai vini che, in fase di degustazione, raggiungono almeno 85 punti su 100. Questi punteggi sono particolarmente rigorosi in quanto richiedono ai vini il possesso di caratteristiche di elevata qualità. Un importantissimo premio se si considera che il Concorso, giunto ormai alla sua trentacinquesima edizione, ha riunito ben 1192 campioni di vino da 21 regioni partecipanti. Dopo la Medaglia d’Oro vinta al Banco d’Assaggio dei Vini di Torgiano – storico concorso nazionale - per la categoria grandi rossi invecchiati, il Gironia Biferno Rosso Doc 2001 delle Cantine Borgo di Colloredo di Campomarino ha appena ottenuto un altro prestigioso riconoscimento al Concours Mondial de Bruxelles, dove è stato premiato con una Medaglia d’Argento. Grande è la soddisfazione espressa dal Presidente di Unioncamere Molise, Paolo di Laura Frattura, anche perché da tempo le aziende vitivinicole molisane sono supportate dal sistema camerale affinché la presenza delle nostre aziende nei maggiori concorsi nazionali ed internazionali diventi fondamentale per far segnare un passo in avanti nella conoscenza della cultura enologica molisana, con una maggior diffusione presso il grande pubblico delle tante sollecitazioni che il settore offre. “Questo premio conferma il valore del lavoro quotidiano – ha dichiarato il presidente di Unioncamere Molise - che i fratelli Di Giulio svolgono “sul campo”. Spero anche –continua - che questo prestigioso riconoscimento sia considerato come patrimonio condiviso di una regione che ha ancora molto da offrire e che certamente raggiungerà obiettivi importanti se solo lavoreremo compatti, nel segno di qualità ed immagine sempre crescenti. D’altra parte, dopo la grande attenzione che ha interessato l’autoctona Tintilia, questa medaglia conferma che anche dai vitigni tradizionali, come il Montepulciano e l’Aglianico protagonisti della Doc Biferno, si possono continuare a trarre grandi soddisfazioni. .  
   
   
IMPORTANTE ACCORDO TRIENNALE PER IL VINO GAVI DOCG  
 
 Mercoledì 22 agosto, presso la sede del Consorzio di Tutela, il “Tavolo di filiera” del Gavi Docg, coordinato dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco, ha definito un importante accordo di valenza triennale per l’uva destinata alla produzione del vino Gavi Docg. L’intesa prevede un prezzo medio di riferimento per la vendemmia 2007, per l’uva Cortese da Gavi di 0,85 €/Kg e di 1,10 €/kg per la sola produzione del comune di Gavi, che nei prossimi due anni sarà adeguato in relazione al tasso di inflazione. Per quanto riguarda le rese della vendemmia 2007, che partirà fra l’8 e il 10 settembre, è confermata la resa massima di uva di 114 q. Li/ha e la quota di uva destinabile alla produzione di Gavi Docg, dopo la cernita di vigneto, non dovrà superare i 100 q. Li/ha. Al tavolo di filiera erano presenti le rappresentanze di Consorzio Tutela del Gavi, Associazione Terre del Gavi, Provincia di Alessandria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Unione Agricoltori, Confcooperative e Vignaioli Piemontesi, i quali hanno convenuto di ritrovarsi a fine vendemmia per verificare l’attuazione di quanto concordato e valutare l’opportunità di eventuali proposte di adeguamento del disciplinare. “Sono lieto del clima di fattiva collaborazione che ha portato tutta la filiera a questo importante accordo per il governo del Gavi”, afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco. “In relazione al positivo andamento dell’annata e alla favorevole situazione di mercato, l’accordo si propone di dare certezza e stabilità al comparto, nell’ottica di un corretto rapporto con i consumatori, e costituisce un ulteriore esperienza a conferma della validità dei tavoli di filiera per la gestione delle Denominazioni di Origine”. .  
   
   
DECRETO PONTE PER FRIULANO ANCHE IN ITALIA  
 
Per dare certezze ai produttori ed evitare gravi danni al sistema vitivinicolo del Friuli Venezia Giulia il capo dipartimento del ministero delle Politiche Agricole, Giuseppe Ambrosio, ha firmato lo scorso 31 luglio, sottolineandone l´inderogabilità, il decreto che consente di utilizzare la denominazione "Friulano", per la commercializzazione dell´ex Tocai anche in Italia. E si è impegnato, anche a nome del ministro Paolo De Castro, ad organizzare un incontro tra i rappresentanti dei ministeri coinvolti (Esteri, Politiche Agricole, Affari regionali) per verificare gli aspetti giuridici dell´applicazione dell´articolo 24 degli accordi Trips, chiesta dalla Regione. E´ il risultato della piena sinergia operativa tra il presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e l´assessore regionale per le Risorse Agricole Enzo Marsilio sulla querelle del Tocai. Mentre il primo ha scritto al presidente del Consiglio Prodi, chiedendo una definizione unitaria a livello governativo sulla possibilità o meno di utilizzare, per la commercializzazione in Italia, la dicitura "Friulano" in attesa della sentenza definitiva della Corte di Giustizia Europea, il secondo ha incontrato oggi a Roma, al ministero dell´Agricoltura, il capodipartimento Ambrosio e gli esponenti nazionali e regionali della Federdoc in rappresentanza dei produttori. "Abbiamo ripreso in mano la faccenda ripercorrendo le tappe delle ultime settimane - dice Marsilio - e richiamando quanto stabilito dal regolamento comunitario. Ho quindi ribadito la necessità di arrivare ad un decreto che faccia da ponte tra l´emergenza attuale e la sentenza della Corte di Giustizia, garantendo così agli agricoltori la possibilità di registrare le uve all´atto della vendemmia". Marsilio ha chiesto che venga data continuità all´incontro avvenuto a livello giuridico la scorsa settimana, e ha dichiarato di aver sottolineato la volontà, da parte della Amministrazione Regionale, di chiedere definitivamente l´applicazione dell´articolo 24 degli accordi Trips. L´emissione del decreto servirà a superare l´estate ma non a chiudere la questione. Marsilio, evidenziando la piena disponibilità del ministro dell´Agricoltura a risolvere in modo soddisfacente il problema, ha confermato che, con la ripresa dei lavori a settembre, i rappresentanti dei ministeri coinvolti (Esteri, Politiche Agricole, Affari regionali) si riuniranno per approfondire la questione. L´obiettivo, ha detto l´assessore, è verificare, una volta per tutte e alla presenza dei titolari dei dicasteri coinvolti, l´applicabilità dell´utilizzo della definizione "Tocai Friulano" solo in Italia. Un´ipotesi su cui Federdoc ha comunque ribadito la sua contrarietà, indipendentemente dal fatto che questa denominazione sia o meno facoltativa, dichiarando che ormai l´orientamento dei produttori è chiaro e si oppone all´ipotesi di nomi analoghi ma non uguali per un vino che è uno dei fiori all´occhiello della vitivinicoltura friulana. .  
   
   
ROMAGNA ECCELLENTE, PASSIONE DI PASSITO E GOCCE D’OLIO  
 
A Cervia dal 7 al 9 settembre presso la sede dell’antico magazzino del sale, il vino sposa l’arte nella seconda edizione di “Romagna Eccellente, Passione di Passito e Gocce d’Olio”. Lo spazio della degustazione sarà arricchito dalla mostra “Ceramicamosaico”, un percorso artistico fra ceramiche faentine e mosaici ravennati I migliori vini di Romagna accompagnati da altre eccellenze fra arte e enogastronomia, saranno i protagonisti per un week-end negli storici Magazzini del Sale di Cervia, trasformati per l’occasione in “Magazzini della Qualità’. L’evento, “Romagna Eccellente, Passione di Passito e Gocce d’Olio”, organizzato per il secondo anno consecutivo dall’Associazione Italiana Sommeliers Romagna, si svolge nell’ambito della manifestazione enogastronomica “Sapore di Sale” promossa dal Comune di Cervia. Per tre giorni vino e olio sposano l’arte, nel segno della tradizione romagnola, ma non solo. Graditi ospiti delle serate ai Magazzini del Sale saranno infatti anche vini passiti e Oli extravergine di Romagna, Sicilia e Sardegna. Ad impreziosire il percorso enogastronomico, all’interno della Torre San Michele sarà allestita la mostra “Ceramicamosaico”, un percorso artistico fra ceramiche faentine e mosaici ravennati. Protagonisti dell’evento i 36 vini di 28 cantine romagnole premiati con l’eccellenza nell’edizione 2007;2008 della guida Ais “La Romagna da Bere”. Tra questi, spiccano le Doc Sangiovese di Romagna, Colli d’Imola e Colli di Rimini, gli Igt (Rubicone, Ravenna e Forlì), l’Albana unica Docg della regione, proposta nella versione secco e passito. I vini passiti romagnoli saranno affiancati da una accurata selezione di eccellenze proveniente da Sicilia e Sardegna fra cui, il prestigioso Moscato di Pantelleria e il Nasco di Cagliari Doc. Sarà possibile degustare anche oli extra vergine di oliva, prodotto di punta della gastronomia italiana. Una tradizione antichissima quella dell’ulivo tanto che furono addirittura i Fenici a diffonderla in tutto il bacino mediterraneo. Ed è per questo che l’Italia è diventata culla della cultura dell’olio, cominciando da Sicilia e Sardegna, magistralmente rappresentate sui banchi d’assaggio cervesi, per finire con l’olio di Romagna le cui sfumature verde brillanti, l’odore fruttato intenso e il bassissimo grado di acidità sono caratteristiche che hanno fatto ottenere all’olio di casa nostra ben 2 Dop (“il Brisighello” delle colline faentine e Colline di Romagna nelle province di Forli Cesena e Rimini. )). L’ingresso alla mostra (per tutto il week end dalle 17:30 alle 23:30) e ai prodotti in esposizione è libero, mentre per il banco d’assaggio è richiesto l’acquisto dell’apposita tasca con calice al costo di 10 euro che offre l’opportunità di assaggiare ogni eccellenza enologica e oli il tutto accompagnato da piccoli stuzzichini. Romagna Eccellente: i 36 vini premiati con la Stella nella Guida “La Romagna da Bere” 2007;2008. Rimini - Avi Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; San Patrignano Montepirolo Colli di Rimini Doc Cabernet Sauvignon 2004 ; San Patrignano Luna Nuova Rubicone Igt Rosso 2004 ; San Valentino Terra di Covignano Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; San Valenti. Cesena - Monaco di Ribano Rubicone Igt Cabernet 2004 ; Spalletti Colonna di Paliano Fedro Sangiovese di Romagna Doc Superiore 2005 ; Tenuta Volpe. Forlì - Redinoce Forlì Igt Rosso 2005 ; Balìa di Zola Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Bissoni Albana di Romagna Docg Passito 2004 ; Bissoni Michelangiolo Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Calonga Palpedrigo Sangiovese di Romagna Doc Superiore 2005 ; Campodelsole Ronco dei Ciliegi Forlì Igt Rosso 2004 ; Castelluccio Ronco delle Ginestre Forlì Igt Rosso 2004 ; Castelluccio Bron & Ruseval Forlì Igt Sangiovese-cabernet 2005 ; Celli Magnificat Forlì Igt Cabernet Sauvignon 2003 ; Drei Donà La Palazza Pruno Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2003 ; Drei Donà La Palazza Predappio di Predappio Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Fattoria Casetto dei Mandorli Sterpigno Forli Igt Merlot 2004 ; Giovanna Madonia Ombroso Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Giovanna Madonia Borgo dei Guidi Forli Igt Rosso 2004 ; Poderi dal Nespoli Petra Honorii Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Tenuta La Viola Villa degli Spiriti Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Tenuta Pandolfa Placidio Sangiovese di Romagna Doc Superiore 2004 ; Tenuta Villa Trentola Ravenna- Anemo Vino Rosso da Uve Stramature 2004 ; Longanesi Daniele Burson Etichetta Nera Ravenna Igt Rosso 2003 ; Tenuta Uccellina Faenza- Pietramora Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Fattoria Zerbina Domus Caia Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Stefano Ferrucci Corallo Nero Sangiovese di Romagna Doc Riserva 2004 ; Gallegati Nadél Ravenna Igt Rosso 2003 ; Poderi Morini Cuore Matto Albana di Romagna Docg Passito Riserva 2004 ; Poderi Morini Don Ravenna Igt Rosso 2004 ; Villa Liverzano Imola- D’or Luce Albana di Romagna Docg Passito 2004 ; Branchini Imperius Colli D’imola Doc Cabernet Sauvignon Riserva 2003 ; Ca’ Lunga Codronchio Albana di Romagna Docg 2005 ; Fattoria Monticino Rosso Albana di Romagna Docg Passito 2004 ; Fattoria Monticino Rosso Ciardo Colli D’imola Doc Chardonnay 2006 ; Tre Monti. .  
   
   
ILLY, CORTE EUROPEA DARA´´ RAGIONE A FVG SU TOCAI  
 
Gli atti comunitari che vietano al Friuli Venezia Giulia l´uso del nome "Tocai friulano" sono un errore giuridico, un accordo tra la Ue ed un suo membro. Il nome fa parte della storia, della cultura, delle tradizioni di questa regione. E´ un bene dei vitivinicoltori e di tutti i cittadini. Un bene che abbiamo difeso in tutte le sedi fino all´ultimo. Ora aspettiamo la sentenza della Corte europea che non può che essere positiva e favorevole al Friuli Venezia Giulia. Riccardo Illy, presidente della Giunta regionale, il 30 agosto ha espresso con forza queste sue convinzioni rispondendo ai produttori che affollavano la sala convegni di Villa Russiz a Capriva del Friuli dopo la vendemmia al mattino del "blanc furlan", il vino ricavato dai vitigni del Tocai che, frutto della collaborazione tra Ersa e Villa Russiz, diventerà, assieme al "neri furlan", il vino di rappresentanza del presidente della Regione. Il presidente di Villa Russiz, Silvano Stefanutti, ha chiesto che la Regione dia all´innovazione in agricoltura lo stesso valore e il sostegno finanziario che le attribuisce nel settore industriale e ha fatto da moderatore al dibattito. Luigi Soini, presidente delle Cantine Produttori di Cormons, Pierluigi Comelli, presidente del Consorzio Colli Orientali, Stefano Trinco, presidente di Federdoc, Giulio Colomba, vicepresidente mondiale di Slow Food, Piergiovanni Pistoni, presidente nazionale del settore vitivinicolo di Confagricoltura, e Marco Felluga, storico produttore del Collio, si sono focalizzati su tre problemi: la querelle del Tocai, l´utilizzo della manodopera avventizia nel corso della vendemmia e la riduzione del numero dei Consorzi e/o delle zone doc della regione. Ribadita la sua fiducia in una risposta positiva della Corte europea, Illy, ricordando che lo scorso anno l´80 per cento del Tocai è stato venduto in Friuli Venezia Giulia ed il 90 per cento in Italia, ha confermato che, in caso di sentenza negativa, sarà comunque consentito l´utilizzo del nome Tocai friulano sul suolo nazionale e quello del sinonimo Friulano all´estero. Il presidente ha dichiarato di condividere la scelta dei due terzi dei produttori che chiedono il passaggio all´uso del sinonimo Friulano, ma ha anche dichiarato di voler rispettare l´esigenza del rimanente terzo dei produttori, che preferisce utilizzare la dicitura Tocai friulano perlomeno sul mercato italiano, dove tale scelta è consentita dagli accordi Trips. Per quanto riguarda la manodopera destinata alla vendemmia, Illy ha ricordato l´impegno suo e dell´assessore regionale al Lavoro Roberto Cosolini per trovare una soluzione che soddisfacesse i produttori. "Eravamo convinti di aver ottenuto un buon risultato - ha detto, confermando di voler risolvere positivamente la questione - e sinceramente non capisco quale sia stato l´inghippo giuridico che non ha consentito l´emanazione del decreto ministeriale che ci avrebbe permesso di risolvere il problema; Regione e Inps regionale erano già pronti ad agire in base agli accordi presi". Infine, la riduzione delle aree doc. Posto che la faccenda dell´accorpamento dei Consorzi va considerata in prospettiva e tenendo conto che a livello europeo si sta predisponendo la riorganizzazione giuridica di tutto il mondo del vino, Illy ha ribadito che è ormai necessario arrivare ad un massimo di tre aree doc (Collina, Pianura, Carso). Volendo conservare inalterate le 9 zone attuali, bisogna perlomeno scegliere un nome unico, come Friuli Venezia Giulia o, al massimo, Friuli e Venezia Giulia. "Altrimenti - ha detto il presidente invitando i produttori a fare le loro proposte in proposito - non riusciremo a raggiungere la massa critica necessaria a penetrare i mercati esteri". Una penetrazione da attuare, ha detto Illy, anche avviando sinergie promozionali con i produttori dell´area slovena di Brda, presenti oggi al dibattito con il presidente Ales Kristancic, il produttore Movia e il direttore delle cantine produttori di Cateldobro, Silvan Persolja. .  
   
   
MALTEMPO – ZAIA CHIEDE A DE CASTRO INTERVENTI STRAORDINARI  
 
Venezia - “I funzionari regionali sono già al lavoro per rilevare i danni causati dai nubifragi e dalle violente grandinate di questi giorni di agosto che hanno colpito la zona della Doc Valpolicella e Soave”. Lo ha sottolineato il Vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, assicurando il suo personale intervento per poter far fronte al meglio alle conseguenze del fortunale che nelle ultime ore si è abbattuto sulle campagne e sulle pregiate colline del Nord-est. “Vorrei rassicurare quanti sono stati danneggiati – ha aggiunto Zaia – dicendo loro che ho chiesto di incontrare il Ministro De Castro per chiedergli un intervento straordinario proprio per queste aree, che sono una delle punte di diamante dell’enologia veneta e nazionale nel mondo. Del resto, il Veneto occupa una posizione di rilievo nella graduatoria italiana della produzione vinicola: la quantità di vino prodotta nel 2006 è stata di 7,1 milioni di ettolitri, pari al 15 per cento del totale nazionale. Si tratta di una produzione di qualità, per il 32 per cento a Doc o Docg (il 15 per cento del totale nazionale), mentre la prate restante è pressochè tutta Igt (il 34 per cento del totale Italia). Di tale produzione, 51 per cento è rappresentato da vini bianchi, il restante 49 per cento da vini rossi e rosati, mentre assolutamente significativa è anche la produzione regionale di vino spumante Doc e di vino novello, considerando che rispettivamente il 48 per cento e il 33 per cento dell’intera produzione nazionale vengono dalla nostra regione”. “A Roma – ha sottolineato Zaia – devono avere ben presente che l’Amarone e il Recioto sono, oltre che vini di qualità, biglietti da visita per l’intero Paese e i suoi prodotti. Proprio per questo, come si fanno interventi straordinari per aziende considerate biglietto da visita nazionale, vedi l’Alitalia solo per fare un esempio, chiedo che un analogo metro di valutazione venga utilizzato anche per i vini di qualità del Veneto”. .  
   
   
3° FORUM SPUMANTI D´ITALIA DAL 7 AL 10 SETTEMBRE 2007 , A VILLA DEI CEDRI , VALDOBBIADENE - TREVISO. EVENTI, DEGUSTAZIONI,INCONTRI,OFFICINE, CONVEGNI, DATI SUGLI SPUMANTI, UNA KERMESSE DEDICATA ALLA BOLLICINE ITALIANE  
 
 Il Forum Spumanti d’Italia compie un ulteriore salto in avanti, nella forma e nella sostanza. Più momenti e incontri tecnici, più attività culturali, più valorizzazione dei singoli prodotti, più differenziazione fra metodo charmat italiano e metodo classico italiano, più attenzione ai territori per far crescere una “forza di filiera” istituzionale. Gli Spumanti d’Italia rappresentano un fiore all’occhiello della enologia italiana. Tante tipologie, tanti gusti, tante uve autoctone ideali da spumantizzare che possono soddisfare un sempre maggiore numero di consumatori in tutti i paesi , con abbinata una qualità e la garanzia di case spumantistiche riconosciute in tutto il mondo. È proprio l’antica storia insieme ai tanti gusti - sapori - profumi freschi di vitigno e complessi di metodo che permettono ai Mille Spumanti d’Italia di essere su tutti i mercati del mondo .  
   
   
MISSIONE DI OPERATORI DEL SOTTORE ENOLOGICO IN VISITA ALL´ENOTECA DI JESI  
 
 A suggellare 8 mesi di risultati positivi nel corso del 2007, nel quale l’Enoteca Regionale di Jesi ha ottenuto un aumento del 20% di presenze e di vendite rispetto allo scorso anno, giunge un’importante iniziativa realizzata dall’Ice e la Regione Marche che hanno organizzato una visita e una degustazione di vini marchigiani per 28 operatori del settore enologico (di cui tre giornalisti) provenienti da: Danimarca, Irlanda, Norvegia, Rep. Ceca, Rep. Slovacca e Svezia. Il gruppo di operatori ha già provato sabato e domenica, presso la Vinea ad Offida, la bontà dei prodotti ascolani mentre ieri e oggi conoscerà presso l’Enoteca di Jesi i prodotti delle altre tre province marchigiane con quelli della provincia di Ancona in misura predominante. La missione riguarda gli operatori specializzati provenienti dai vari mercati che presentano una situazione di sensibile crescita delle importazioni dei vini Marchigiani (pari a +24,18% in valore rispetto al primo trimestre 2006) e che risultano essere maggiormente ricettivi verso prodotti di alta qualità, ma di prezzo contenuto, e da mercati consolidati che necessitano di un rafforzamento della presenza dei vini italiani. Gli obiettivi principali della missione sono i seguenti: fornire una immagine completa della realtà produttiva marchigiana; far conoscere attraverso visite ed assaggi la qualità della produzione vinicola marchigiana; favorire una maggiore conoscenza della realtà produttiva vitivinicola delle Marche e l´attuale fase di modernizzazione degli impianti, con l’impianto di nuovi vigneti specializzati e rinnovate strutture degli impianti di vinificazione; favorire il consolidamento della presenza delle aziende già introdotte sui mercati in oggetto; presentare nuove aziende ed incrementare le vendite attraverso la ricerca di nuovi canali distributivi. .  
   
   
BOLZANO, IMPIANTI VITICOLI: MODIFICA DEI CRITERI DI INCENTIVAZIONE  
 
Per gli impianti a vigneto di superficie compresa fra i 1. 000 ed il 3. 000 metri quadri non possono essere più accolte richieste di incentivazione riferite alla Lp nr. 1/74. Lo rende noto la Ripartizione provinciale agricoltura. Fino al 30 novembre, invece, potranno essere presentate richeste di contributo per gli impianti viticoli di oltre 3. 000 metri quadri ai sensi dei cosiddetti piani di conversione previsti dall´ordinamento di settore. Nell´ambito dell´adeguamento obbligatorio dei criteri di incentivazione alle condizioni quadro previsti dalla Commissione europea per gli incentivi statali, per gli impianti viticoli sussiste esclusivamente l´accesso ai cosiddetti piani di conversione ai sensi dell´ordinamento del mercato viticolo. Fino alla nuova formulazione di questi piani specifici l´incentivazione si limita a superfici vitate di oltre 3. 000 metri quadri, anche suddivisa su due anni. Le richieste per gli impianti da eseguire nel 2008 (sulla L. P. Nr. 1/74) possono essere presentate entro il 30 novembre 2007. Non potranno più essere presentate, invece, nuove richieste di incentivazione per l´impianto di vitigni con una superficie inferiore, compresa fra i 1. 000 ed i 3. 000 metri quadri. Lo comunica la Ripartizione agricoltura della Provincia, che fa presente come per quanto attiene esclusivamente gli interventi di miglioria fondiaria, potranno essere presentate richieste (L. P. Nr. 11/98) anche per i vigneti a prescindere dalla loro superficie, ma in presenza di una spesa minima di 7. 500 Euro. .  
   
   
BOLOGNA: AMERICANI ALLA RICERCA DI VINI E PRODOTTI TIPICI  
 
Si svolgeranno venerdì 14 settembre 2007 gli incontri bilaterali con 12 importatori americani con un obiettivo ben preciso: trovare prodotti tipici da rivendere nelle loro catene di distribuzione presenti in tutti gli Usa. Cercano soprattutto vini, pasta e prodotti da forno, produzioni biologiche. Assieme rappresentano un giro di fatturato che supera i 50 milioni di dollari all’anno, realizzato da oltre 181 mila dipendenti sparsi un po’ ovunque in America, dove continua ad aumentare la domanda di prodotti tipici italiani. I 12 americani sono stati invitati dalla Camera di Commercio, che li ha selezionati in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana a New York, con un preciso obiettivo: portare a Bologna i veri responsabili delle politiche di acquisto dei più significativi importatori americani di prodotti alimentari di qualità. Cosa deve fare un’impresa del settore agroalimentare per incontrarli? Deve solo compilare la scheda di adesione presente sul sito internet della Camera di Commercio www. Bo. Camcom. It, ed inviarla entro venerdì 7 settembre (per informazioni telefonare al 051/6093. 432 – mail promozione@bo. Camcom. It). Il giorno prima gli importatori si recheranno al Sana, dove incontreranno le 40 imprese che la Camera di Commercio ospita presso il proprio stand. .