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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Novembre 2007 |
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PACCHETTO SICUREZZA: BANCA NAZIONALE DEL DNA |
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Uno dei cinque disegni di legge approvati dal Governo a fine ottobre prevede la istituzione della Banca dati del Dna, a carattere interforze, collocata nell´ambito del Dipartimento per la pubblica sicurezza del Ministero dell´Interno e il Laboratorio centrale della Banca dati presso il Dap del Ministero della Giustizia. La banca raccogli profili di Dna di soggetti che hanno commesso particolari reati, di persone scomparse o di cadaveri non identificati. Raffronta i profili raccolti, ai fini dell´identificazione dell´autore di un reato. Il laboratorio estrae profili del Dna e conserva reperti biologici. Il Dna può essere prelevato a soggetti in carcere o agli arresti domiciliari, a chi è arrestato in flagranza di reato o sottoposto a fermo di indiziato di delitto (prelievo dopo la convalida del giudice, ai detenuti o destinatari di misure alternative alla detenzione in seguito a sentenza irrevocabile per delitto non colposo ed a soggetti con misura di sicurezza detentiva, definitiva o provvisoria. La banca può essere consultata solo dal personale addetto e autorizzato, secondo modalità che ne consentano la tracciabilità. Gli abusi sono puntiti con la reclusione da uno a 3 anni. In caso di assoluzione con sentenza definitiva è prevista la cancellazione dei profili di Dna acquisiti. I dati, altrimenti, sono conservati per un massimo di 40 anni per i profili e per un massimo di 20 anni per la conservazione di campioni biologici. Due le figure di garanzia: il garante per la protezione dei dati personali e il Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie. Vedremo poi se, come e quando il disegno di legge sarà trasformato in legge dello Stato . |
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PACCHETTO SICUREZZA: REATI A SFONDO SESSUALE ANCHE SU INTERNET |
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Il disegno di legge sull’allarme sociale e la certezza della pena, approvato dal Consiglio dei Ministri del 30 ottobre 2007 introduce un reato autonomo per punire chi, allo scopo di sfruttare o abusare sessualmente un minore di 16 anni, intrattiene relazioni anche tramite internet. Vedremo poi se, come e quando il disegno di legge sarà trasformato in legge dello Stato . |
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BREVETTI: ENTRATA IN VIGORE DEL PROTOCOLLO DI LONDRA |
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A seguito della ratifica avvenuta lo scorso 9 ottobre da parte della Francia è diventato effettivo il protocollo di Londra sui brevetti, consultabile all’indirizzo internet www. Epo. Org/about-us/publications/general-information/london-agreement. Html. Il protocollo, che entrerà in vigore nel febbraio 2008, sarà gestito dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) e prevede una riduzione significativa delle traduzioni necessarie per il deposito di un brevetto europeo. Da tale data le imprese degli stati che hanno firmato il protocollo (2) dovranno indicare in quale lingua tra inglese, francese e tedesco desiderano depositare il brevetto. Le rivendicazioni continueranno ad essere tradotte in tutte le lingue ufficiali dei paesi nei quali viene depositato il brevetto. Precisiamo che allo stato l´Italia non ha ancora ratificato il Protocollo. |
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ALTO COMMISSARIO PER LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE: SITO ON LINE |
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Digitando l´indirizzo internet www. Aclc. Gov. It si accede al portale dell´Alto Commissario per la lotta alla contraffazione. Il sito è suddiviso in aree tematiche che riportano informazioni sulle attività dell´Alto Commissario e sull´organizzazione della sua struttura, dedica un´ampia sezione alla normativa di base italiana, comunitaria e internazionale in materia di tutela dei diritti di proprietà industriale e di diritto d´autore. Un´ulteriore sezione è dedicata alla normativa che istituisce e regolamenta gli uffici e le competenze dell´Alto Commissario. E’ in costruzione anche la versione in inglese. Per comunicare con gli uffici dell´Alto Commissario, per presentare richieste e segnalazioni, occorre utilizzare l´indirizzo di posta elettronica info@aclc. Gov. It. |
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DIRITTO D’AUTORE: DIRITTO DI UTILIZZAZIONE PER I CARTONI ANIMATI |
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La terza sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 38721 del 19 ottobre 2007, ha stabilito che per i cartoni animati costituenti un´opera cinematografica il diritto di utilizzazione, spettante al produttore, “gode della tutela attribuita a tali opere con i relativi termini di durata”. Secondo la Corte a questo tipo di tutela “non si aggiunge, determinando una maggiore o minore durata o una diversa scadenza di tali termini, la tutela, differente ed ulteriore, prevista per l´autore dei disegni impiegati nella realizzazione del cartone animato”. La durata della tutela dei predetti diritti fino al 1979 ammontava a 36 anni prima della proiezione in pubblico, in base alla interpretazione costituzionalmente orientata della proroga di sei anni dell´originario termine trentennale disposta nel 1945 per i produttori italiani ed estesa nel 1947 ai produttori appartenenti alle Potenze alleate con il trattato di Parigi. Dall´entrata in vigore del Dpr 8 gennaio 1979 n. 19, che ha dato attuazione alla convenzione di Berna, il termine è di 50 anni, ma solo per opere che già fossero di pubblico dominio. |
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POLIZIA: NUOVO SITO PER CELLULARI |
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Nel corso del Com-pa, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, svoltosi a Bologna dal 6 all´8 novembre la Polizia di Stato ha presentato un sito navigabile tramite telefoni cellulari e palmari. La novità, del tutto simile al sito www. Poliziadistato. It, è raggiungibile digitando l´indirizzo internet "http://www. Poliziadistato. Contiene informazioni utili su passaporto, limitazioni al traffico, licenze e porto d´armi, l´elenco degli indirizzi e dei recapiti telefonici degli uffici di Polizia. |
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GIUDICE DI PACE: SI AL RIMBORSO PER SISTEMA OPERATIVO PREINSTALLATO E NON VOLUTO |
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Lo scorso 18 ottobre, il Giudice di Pace di Firenze, dr. Alberto Lo Tufo, ha emesso una sentenza contro i produttori di computer con sistema operativo preinstallato. Su azione promossa da un consulente informatico dell´Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (Aduc), il giudice fiorentino ha riconosciuto il rimborso del costo per la licenza d´uso del sistema operativo Microsoft (Eula) preinstallato su un notebook Hawlett-packard (Hp), condannando Hp al rimborso delle spese legali sostenute dalla controparte. La decisione aveva per oggetto la clausola contrattuale, relativa alla licenza d´uso Microsoft, in cui Hp italiana srl stabilisce che: "qualora l´utente non accetti le condizioni del presente contratto, non potrà utilizzare o duplicare il software e dovrà contattare prontamente il produttore per ottenere informazioni sulla restituzione del prodotto o dei prodotti e sulle condizioni di rimborso in conformità alle disposizioni stabilite dal produttore stesso". In propria difesa la Hp ha negato il rimborso perché il computer sarebbe stato inscindibile dal sistema operativo non tanto per motivi tecnici, quanto commerciali. Secondo la motivazione della sentenza non è probabile la non conoscenza delle condizioni contrattuali Microsoft da parte di Hp, in quanto appare inverosimile che tra le due società non sia intercorso un accordo per l´installazione del software sui pc portatili Hp; e comunque, anche escludendo tale accordo, è evidente che la Hp vi abbia aderito tacitamente nel momento dell´installazione del sistema operativo sul proprio hardware. Secondo il giudicante fiorentino risulta priva di senso anche la clausola con cui Hp permette all´acquirente di chiedere informazioni sul rimborso, ma senza la possibilità di ottenerlo, essendo contraddittorio consentire l´esercizio di un diritto, per poi negarlo subito dopo. Il giudice ha riconosciuto la necessità del consenso espresso dell´acquirente sull´alternativa tra rimborso dell´intero prodotto e rimborso della sola licenza d´uso. La sentenza segna un passo importante nei rapporti tra consumatori e colossi del settore delle It: nel provvedimento, infatti, ferma restando l´auspicabilità della conoscenza da parte dell´acquirente, prima di comprare un pc, del contratto di licenza d´uso, è rilevata l´importanza della libertà di scelta del cliente sul contenuto del prodotto, estendendo così il concetto di libero mercato non solo ai venditori e ai produttori, ma anche e soprattutto ai consumatori . |
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CONSIGLIO SUPERIORE COMUNICAZIONI: NUOVO PRESIDENTE |
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Il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha nominato Enzo Cheli Presidente del Consiglio Superiore delle Comunicazioni. Il Consiglio Superiore delle Comunicazioni dura in carica tre anni ed esercita funzioni consultive e di proposta in tutte le materie di competenza del Ministero delle Comunicazioni. Cheli è stato Presidente dell´Authority Agcom e Presidente della Corte Costituzionale. |
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PRIVACY: SANZIONI DEL GARANTE PER CALL CENTER |
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Sessanta sanzioni applicate e oltre 260 mila euro già versati sono solo i primi risultati dei recenti interventi del Garante sull´operato dei call center a tutela degli utenti telefonici. Le sanzioni comminate a gestori di telefonia fissa e mobile per illeciti trattamenti di dati personali riguardano prevalentemente attivazione di servizi non richiesti (cambi di operatore, linee Internet veloci, servizi aggiuntivi) e, in misura minore, telefonate pubblicitarie indesiderate. Le società telefoniche hanno preferito, in molti casi, chiudere subito il contenzioso attraverso il pagamento anticipato in misura ridotta, previsto per chi non intenda impugnare la contestazione della violazione. Prosegue in questo modo l´azione del Garante a tutela degli utenti telefonici che numerosi segnalano costi e disagi derivanti da un uso scorretto dei loro dati personali da parte dei call center dei principali gestori (Telecom, Tele2, Fastweb, Wind, Eutelia, Tiscali). Nella maggior parte dei casi è stato sufficiente che chiunque, un figlio, un collaboratore di famiglia, rispondesse al telefono e senza dare alcun assenso a quanto veniva proposto, perché venissero attivati servizi mai richiesti con conseguenti fatturazioni di costi in bolletta, distacco, anche per alcuni mesi, della linea telefonica, attese per il passaggio ad un altro operatore. A volte non c´è stata neanche la telefonata e l´utente si è accorto di "aver aderito" a qualche nuova offerta solo al ricevimento della bolletta. Le sanzioni sono frutto dell´applicazione da parte del Garante del provvedimento generale dello scorso anno cui avevano fatto seguito cinque specifici provvedimenti lo scorso giugno, con i quali aveva imposto a gestori e call center di interrompere comportamenti illeciti di dati. L´autorità ha infatti effettuato una serie di ispezioni presso i call center, sia interni sia esterni, di cui si servono i principali gestori telefonici: dalle verifiche è emerso che la maggior parte dei call center non informavano adeguatamente le persone contattate o operavano addirittura senza dire all´utente che si stavano raccogliendo i suoi dati, per quali finalità venivano usati, se era obbligato o meno a comunicarli, quali erano i suoi diritti. I call center hanno invece l´obbligo di informare con la massima trasparenza gli utenti sulla provenienza dei dati e sul loro uso e, se richiesto, di registrare la volontà dell´abbonato di non essere più disturbato. Per omessa o inidonea informativa il Codice privacy prevede una sanzione che va da 3000 a 18. 000 euro, che può essere aumentata sino al triplo a seconda delle condizioni economiche della società. |
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PRIVACY: I GIORNALISTI GARANTISCANO AI MINORI TUTELE EFFETTIVE |
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Non basta omettere il cognome per tutelare un minore, se poi nell´articolo giornalistico vengono forniti particolari tali da renderlo facilmente identificabile. É quanto ha ribadito il Garante della Privacy nell´accogliere il ricorso di una donna che riteneva di aver subito una violazione dei propri dati personali e di quelli dei propri figli da parte di un quotidiano. La vicenda si riferisce ad un fatto di cronaca nel quale era coinvolto un bambino che, conteso dai genitori separati, era poi stato ricoverato in ospedale. Motivo del ricorso della donna non era tanto il fatto in sé quanto quello che nell´articolo, pur non essendo citati il cognome degli interessati, venivano forniti numerosi particolari che avrebbero facilmente permesso l´identificazione dei soggetti: città in cui si è svolta la vicenda, nome, età e particolari dettagliati sulla salute del minore, nome ed età della sorella (pure minore), nomi ed iniziali del cognome dei genitori, loro professione, luogo di attuale residenza della madre. Molti, dunque, gli elementi forniti dal giornalista sulla base dei quali sarebbe stato possibile, ad un numero significativo di persone, riconoscere la ricorrente e i suoi due figli. Il Garante ha ribadito che, anche quando si ricorre all´oscuramento dei nomi, se si forniscono dettagli tali da poter identificare la persona oggetto del fatto di cronaca si lede il suo diritto alla privacy, circostanza ancora più grave se si tratta di un minore. Il Garante ha invece rigettato la seconda parte dell´ istanza della ricorrente, nella quale si chiedeva la cancellazione dall´archivio del quotidiano delle informazioni relative ai protagonisti della vicenda e di poter conoscere l´origine delle stesse: per quest´ultima richiesta, in particolare, l´Autorità ha ribadito che va rispettato il segreto professionale del giornalista. Il Garante ha quindi vietato al quotidiano l´ulteriore utilizzo dei dati in questione "quale misura necessaria a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati" e ha stabilito, a carico della società editrice del quotidiano, un risarcimento pari a 300 euro. |
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PRIVACY: IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E DATI DEI PASSEGGERI AEREI |
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L´italia ha recepito la direttiva comunitaria sull´obbligo per le compagnie aeree di comunicare alla polizia di frontiera i dati relativi ai passeggeri aerei. Con il Decreto legislativo n. 144/07), pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 5 settembre, l´Italia ha recepito la direttiva comunitaria 2004/82 riguardante l´obbligo per i vettori aerei di comunicare alla polizia di frontiera i dati relativi alle persone trasportate (dati Api – Advance Passenger Information). Nell´attività di recepimento si è tenuto conto dei rilievi formulati dall´Autorità in sede di lavori preparatori e il testo consente un bilanciamento tra protezione dei dati personali, tutela delle frontiere e lotta all´immigrazione clandestina. Il decreto prevede l´obbligo per le compagnie aeree di comunicare alle autorità competenti in materia di controlli di polizia di frontiera, prima del termine del check-in, e solo su richiesta delle autorità stesse, alcuni dati relativi ai passeggeri: i dati corrispondono alle informazioni denominate "Api" e sono specificati in misura tassativa. Il testo fissa poi alcune modalità relative alla raccolta, cancellazione e conservazione dei dati in oggetto. Va sottolineato che i dati Api comprendono sostanzialmente le informazioni delle quali le compagnie aeree dispongono al momento del check-in (diversamente dai dati Pnr, che riguardano, ad esempio, anche informazioni sulle modalità di pagamento, sull´assegnazione del posto, sulla natura di "frequent flyer" del passeggero, sui bagagli al seguito, ecc. ). Le osservazioni del Garante italiano, che hanno trovato riscontro nel decreto, si basavano in larga parte sulla posizione assunta dall´Autorità nell´ambito del Gruppo dei Garanti europei a Bruxelles (Parere 9/2006 – Wp127, http://ec. Europa. Eu/justice_home/fsj/privacy/docs/wpdocs/2006/wp127_it. Pdf). Il Gruppo dei Garanti europei aveva ribadito, in primo luogo, la necessità che le norme nazionali di recepimento non prevedessero finalità ulteriori rispetto a quelle indicate nella direttiva per quanto concerne l´utilizzazione dei dati Api – ossia, migliorare i controlli alle frontiere e combattere l´immigrazione illegale. Tale indicazione è stata rispettata nella norma italiana, ove si stabilisce chiaramente che lo scopo della raccolta consiste nel "migliorare i controlli alle frontiere e combattere l´immigrazione illegale" – in tal senso escludendo utilizzazioni ulteriori dei dati se non (come prevede l´art. 4) "a seguito di specifica segnalazione" per cui i dati si rendano "indispensabili" in relazione a finalità specifiche (prevenzione di pericoli per l´ordine pubblico, la sicurezza nazionale, o attività di indagine in corso). Inoltre, le attività di raccolta riguardano soltanto le persone trasportate "nel territorio italiano", si esclude cioè (secondo quanto indicato dal Gruppo Art. 29) la possibilità di estendere la raccolta ai dati di passeggeri su voli genericamente svolti all´interno dell´Unione europea. Le osservazioni del Gruppo Articolo 29 si erano appuntate anche sulla necessità di limitare il periodo di conservazione dei dati. In questo senso il decreto prevede che i dati richiesti dovranno essere comunicati dalle compagnie aeree per via telematica alle competenti autorità, le quali li registrano "in via provvisoria" provvedendo a cancellarli entro 24 ore qualora non risultino "necessari" per il contrasto dell´immigrazione illegale. I dati che invece risultino necessari a tale scopo, nei termini sopra indicati, potranno essere conservati per non oltre sei mesi. Anche le compagnie aeree sono tenute a cancellare i dati da esse comunicati, entro 24 ore dall´arrivo del volo. Netta delimitazione poi delle categorie di dati oggetto di comunicazione. Si tratta delle sole categorie indicate nella direttiva, che pure sembrava lasciare agli Stati membri un certo margine di manovra rispetto all´inclusione di dati ulteriori (ad esempio, biometrici). Restano fermi, inoltre, gli obblighi di informare i passeggeri ai sensi del Codice privacy e di osservare ogni altra disposizione sul trattamento dei dati; in particolare, si fa specificamente menzione del rispetto dei principi di proporzionalità, finalità e conservazione limitata nel tempo. Un decreto interministeriale che dovrà essere adottato entro il 20 dicembre 2007 (con il parere favorevole del Garante) definirà le modalità tecniche ed operative per la comunicazione dei dati Api (anche con riguardo alle idonee misure di sicurezza). Il Garante vigilerà sull´attuazione del decreto e sull´effettivo rispetto delle misure a tutela della riservatezza in esso previste. |
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PREMIO SAPIO: GIORNATA DI STUDIO A ROMA |
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Studiosi ed esperti hanno partecipato, presso la Camera dei Deputati, alla seconda Giornata di Studio organizzata nell’ambito del Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2007, che si articola in 4 differenti aree tematiche: Acqua; Biotecnologie; Energia, Trasporti e Clima; Economia ed Energia. Dopo la prima Giornata dedicata al tema “H2o: gestione o conflitti?”, il convegno si è sviluppato con l’appuntamento dal titolo “Ambiente ed energia sostenibile: occasione di sviluppo dell’economia. Impatto socio-economico relativo all’introduzione di nuove modalità d’uso dell’energia”. Il convegno, che gode del patrocinio di Regione Lazio, della Provincia di Roma, del Comune di Roma, è stata ancora una volta l’occasione per approfondire temi di grandissima attualità e presentare al pubblico di addetti ai lavori, ma non solo, i progetti e le attività in corso nel nostro Paese sul fronte dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, dell’energia alternativa. Nel corso della Giornata di Studio sono state presentate le molte esperienze ed attività di ricerca, che si stanno svolgendo in Italia, e le prospettive, in merito all’utilizzo delle fonti energetiche alternative, quelle pulite e rinnovabili. Tutti i relatori hanno ringraziato il Gruppo Sapio come operatore della ricerca, che dà l’opportunità di promuoverla e di darle valore. Ha infatti spiegato l’Ing. Sergio De Sanctis, Direttore Ricerca, Sviluppo ed Innovazione - Gruppo Sapio: «In un paese come il nostro, che mostra un ritardo non solo rispetto al Giappone e agli Stati Uniti, ma anche rispetto agli altri paesi europei, in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, il Premio Sapio continua a perseguire l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e Istituzioni sulla necessità di impegnarsi concretamente per un nuovo modello di Ricerca, che sia un sistema “aperto”, in cui tutti gli attori possano comunicare e collaborare tra loro in modo diretto, costante ed efficace». Sui finanziamenti alla ricerca è intervenuto anche Graziano Dragoni, Direttore Generale Fondazione Politecnico di Milano: «Sul fronte dei finanziamenti a progetti di ricerca, le tematiche energetiche ed ambientali sono ormai riconosciute come fondamentali in tutti i bandi di tipo sia europeo che nazionale. A livello europeo il settimo programma quadro (Fp7) per la promozione della ricerca alloca alle tematiche energetiche, all’interno delle quali i sistemi ad energia rinnovabile giocano un ruolo di primo piano, il 10% circa del budget totale destinato ai progetti di cooperazione che ammonta a circa 32 miliardi di Euro nel periodo 2007-2013. Il Programma “Intelligent Energy – Europe” è invece lo strumento dell’Unione Europea per finanziare azioni di promozione dell’utilizzo delle rinnovabili e dell’uso intelligente dell’energia che sarebbero economicamente insostenibili senza finanziamento. Il budget per il 2007 è di 52 milioni di Euro». Sulla situazione italiana ha aggiunto: «A livello nazionale esiste la novità di Industria 2015, programma del governo che punta a costruire una struttura industriale italiana per la realizzazione di una serie di sistemi per uso industriale. Anche qui l’energia e gli aspetti ambientali ad essa connessi sono al centro dell’attenzione. Il programma è nella sua fase iniziale, quella della raccolta di idee progettuali e della richiesta di collaborazioni tra imprese o enti di ricerca coinvolti. La Fondazione Politecnico ha presentato nell’ambito di questo progetto 5 idee progettuali afferenti alle tematiche dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Tutte le idee coinvolgono partner industriali ed accademici». Ha aggiunto Giorgio Palazzi, Direttore Dipartimento Tecnologie per l’Energia Fonti Rinnovabili e Risparmio Energetico – Enea: «È molto difficile lavorare nel campo della ricerca, non c’è riconoscimento dal punto di vista finanziario e aziende come Sapio permettono di incrementare e promuovere la ricerca, che è l’elemento chiave per l’applicazione industriale». Nell’ambito del suo intervento, Giorgio Palazzi ha ricordato come Enea concentri i suoi sforzi di Ricerca & Sviluppo nella produzione di energia tramite l’uso del solare e delle biomasse, promuovendo al contempo l’efficienza energetica e lo sviluppo della cattura del Co2. La necessità di superare l’attuale sistema energetico, basato su fonti “tradizionali” è stata espressa anche da Bruno Scrosati, Docente presso l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Dipartimento di Chimica: «Un sistema energetico basato sui combustibili fossili non è più sostenibile per i previsti danni ambientali, per gli aumenti dei costi dovuti alla crescita della richiesta ed il calo delle risorse e per la dipendenza dai Paesi produttori di petrolio, destinato per il 30% alla quasi totalità (90%) del trasporto con veicoli con motori a combustione interna a bassa efficienza energetica. In tale ambito emerge il ruolo chiave dei sistemi elettrochimici ad alto rendimento energetico quali le batterie o le celle a combustibile, vale a dire sistemi in grado di accumulare l’energia per poi erogarla e distribuirla efficientemente in base alle richieste negli impianti remoti e che garantiscono una elevata qualità della rete e provvedono al livellamento del carico negli impianti integrati nella rete elettrica». «Inoltre – ha aggiunto Bruno Scrosati - il riscaldamento del pianeta legato al costante aumento di anidride carbonica nell’atmosfera richiede con urgenza una drastica riduzione dei veicoli inquinanti a combustione interna a favore di veicoli ad emissione controllata quali gli elettrici e/o gli ibridi». Sulle conseguenze politico-economiche della produzione energetica è intervenuto Maurizio Mazzi, Segretario Icef - International Court of the Environment Foundation: «L’interdipendenza in un mercato globale tra offerta e domanda delle risorse energetiche coinvolge l’ambiente, da intendersi non più solo come patrimonio comune della popolazione esistente ma anche come patrimonio delle generazioni future che va pertanto salvaguardato. Le singole politiche nazionali, pertanto, sono insufficienti, considerata l’interdipendenza tra Paesi che domandano energia (es. Italia) e Paesi che offrono energia (es. Russia, Francia, Arabia Saudita, Algeria, ecc. ), ragion per cui occorre anche costruire un sistema sovranazionale che preveda regole certe che disciplinino il corretto utilizzo delle risorse energetiche nel rispetto delle risorse ambientali, unite a strategie di prevenzione e riparazione dei danni ambientali di natura internazionale (in tale ambito si attestano progressi, considerata la mole di convenzioni internazionali, trattati, atti normativi comunitari in vigore, ecc. ). Inoltre esiste la necessità di pensare ad autorità sopranazionali, magari azionabili anche dai singoli e dalla formazioni sociali, incaricate di accertare la violazione degli obblighi internazionali degli Stati e di applicare sanzioni, garantendo l’effettività del sistema normativo: in tale ambito si registra la mancanza di tale organismo». «La consapevolezza della carenza di un organismo internazionale autonomo con giurisdizione esclusiva in materia di ambiente ha determinato nel 1992 la creazione dell’Icef (International Court of the Environment Foundation), che si propone per statuto di istituire una Corte internazionale dell’ambiente. Ad oggi, grazie alle continue conferenze dell’Icef e alle adesioni delle maggiori organizzazioni internazionali, sta crescendo la consapevolezza che tale organismo possa divenire realtà. Questo organismo potrà garantire nel futuro il rispetto delle regole internazionali in un settore delicatissimo e strategico quale è quello della tutela ambientale in relazione all’utilizzo sostenibile ed equo dell’energia sul pianeta». Sulle necessità di interventi non solo a livello internazionale e nazionale, ma anche a livello di enti locali, è intervenuta Annalisa Corrado, Direttore Tecnico Azzero Co2 , che ha sottolineato l’importanza della Direttiva 2006/32 emanata dall’Unione Europea relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e ai servizi energetici: l’obiettivo nazionale di risparmio energetico è infatti fissato dalla Ue al 9% entro il 2015 e il settore pubblico deve contribuire a raggiungere gli obiettivi di miglioramento dell´efficienza energetica. Inoltre, compatibilmente con la normativa nazionale e comunitaria in materia di appalti pubblici, gli Stati devono fare in modo che il settore pubblico utilizzi alcune misure quali i contratti di rendimento energetico, l’acquisto di attrezzature e veicoli con ridotto consumo energetico, l’obbligo di acquistare edifici a basso consumo energetico. Azzero Co2 si propone proprio di calare i principi del Protocollo di Kyoto nella realtà locali, affinché gli enti pubblici possano adottare i principi alla base dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. Cesare Marchetti, Senior Scientist Iiasa Austria ha invece introdotto il tema dell’uso dell’energia nucleare: «Cominciando dall´energia che costituisce il soggetto più agitato in questi ultimi anni, la proposta iniziale è di usare il nucleare che ha il grande vantaggio di potenze specifiche altissime e disponibilità in continuo. Il problema delle scorie ad alta attività è risolto con l´autoaffondamento fino ad una ventina di chilometri con una tecnica molto semplice identificata dalla Nasa e verificata nel centro di Ispra. Naturalmente l´elettricità che i reattori oggi producono deve essere accompagnata da un altro vettore energetico l´idrogeno. Una visione a lungo termine dell´evoluzione di questo sistema è riportata in un paper (Hydrogen and Energy, Chemical Economy & Engineering Review) che scrissi per i giapponesi nel 1973 dove si trova anche una soluzione per l´approvvigionamento di uranio: la produzione di idrogeno viene fatta in isole energetiche quali atolli nel Pacifico che esportano poi l´idrogeno liquido in navi simili alle metaniere. Ognuna di queste isole potrebbe esportare tanta energia quanto il Medio Oriente. L´uranio verrebbe estratto dall´acqua marina di raffreddamento. Nel frattempo i giapponesi hanno sviluppato dei metodi di estrazione sufficientemente economici. Con questo sistema l´uranio sarebbe assicurato almeno per 10. 000 anni. I 10 Kw per persona dei paesi sviluppati potrebbero essere estesi a tutti senza problemi». Alla Giornata di Studio sono inoltre intervenuti: Edgardo Curcio, Presidente Associazione Italiana Economisti dell’Energia, Claudio Bertoli, Direttore Dipartimento Energia e Trasporti – Cnr, Tullio Fanelli, Commissario Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Dario Esposito, Assessore alle Politiche Ambientali e Agricole del Comune di Roma. Ulteriori informazioni: www. Premiosapio. It . |
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