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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Aprile 2008
SCIENZIATI SCOPRONO ALTRI GENI LEGATI AL DIABETE  
 
Bruxelles, 3 aprile 2008 - Un team internazionale di scienziati ha individuato sei nuovi geni associati al diabete di tipo 2, portando così a 16 il numero totale di geni collegati al diabete. Curiosamente, uno dei nuovi geni individuati sembra avere anche un ruolo nello sviluppo del cancro della prostata. "Nessuno dei geni da noi trovati era stato precedentemente ricercato dagli studiosi del diabete", ha commentato il professor Mark Mccarthy dell´Università di Oxford nel Regno Unito. "Per questo motivo ciascuno di questi geni fornisce nuove informazioni sui processi che si guastano quando si sviluppa il diabete; e ciascuno di loro offre la possibilità di sviluppare nuovi approcci per la cura di questa malattia. " Oltre 200 milioni di persone al mondo soffrono di diabete del tipo 2, che è caratterizzato da un collasso dei meccanismi preposti al controllo dei livelli di zucchero nel sangue, con innalzamento dei tassi di glucosio ematico a livelli altissimi. L´esposizione a livelli alti di glucosio per periodi prolungati è dannoso per i nostri organi vitali, e in molti paesi il diabete di tipo 2 è tra le principali cause di malattie cardiache e ictus, come anche di cecità, insufficienza renale e amputazioni non dovute ad incidenti. Anche se colpisce più frequentemente persone sovrappeso che conducono una vita sedentaria e hanno superato i 40 anni di età, negli ultimi anni si è osservata una crescita del numero di persone piú giovani che sviluppano la malattia. In questo recente studio, più di 90 ricercatori di oltre 40 centri europei e statunitensi hanno analizzato i dati relativi a circa 70. 000 persone, alla ricerca di piccole differenze nel codice genetico che potrebbe rendere alcune persone più soggette di altre a sviluppare il diabete di tipo 2. Ll lavoro, parzialmente finanziato dall´Ue, è stato pubblicato on-line sulla rivista Nature Genetics. Complessivamente gli scienziati sono stati in grado di individuare sei varianti genetiche associate ad un maggiore rischio di diabete di tipo 2. Le scoperte confermano una precedente ricerca che indica come fattore chiave nello sviluppo del diabete di tipo 2 l´incapacità di regolare il numero di cellule producenti insulina nel pancreas. Secondo Francis S Collins, direttore del National Human Genome Research Institute negli Usa, "queste nuove variabili, insieme ad altre recenti scoperte genetiche, aprono uno spiraglio sulle cause di questa malattia e potrebbero rappresentare una grande speranza per la prossima generazione di cure. Determinando con esattezza particolari pathway coinvolti nel rischio di diabete, queste scoperte possono permettere nuovi approcci per capire le cause ambientali e per sviluppare farmaci nuovi e più mirati. " I ricercatori sottolineano il fatto che ognuno di questi geni aumenta solo parzialmente il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, e anche se il loro effetto combinato potrebbe essere maggiore, dovrà probabilmente passare dell´altro tempo prima che si possano usare i test genetici per fare previsioni sul rischio di malattia nei singoli pazienti. Il professor David Altshuler del Broad Institute di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology (Mit) negli Usa ha spiegato che "appena capiremo più esattamente il grande numero di geni ora implicati nel rischio di diabete, diventerà possibile individuare le persone più a rischio prima che la malattia prenda piede. Tuttavia, fino a quando non avremo le prove che l´uso di queste informazioni possa portare a risultati sanitari migliori, sarebbe prematuro l´applicazione di test su larga scala. " Una delle sorprese provocate dai risultati è stata la scoperta che uno dei geni che è risultato essere implicato nel diabete, il Jazf1, è risultato essere anche coinvolto nel cancro della prostata. In realtà, il Jazf1 è il secondo gene ad avere un legame con ambedue le malattie; studi precedenti avevano rivelato che un´unica variante di un gene denominato Hnf1b era associata con un maggior rischio di diabete ma con un minore rischio di cancro della prostata. Nel caso del Jazf1, troviamo varianti per il diabete e il cancro della prostata in parti diverse del gene e non si conosce il loro legame. Dice la dottoressa Eleftheria Zeggini dell´Università di Oxford: "Questo tipo di studi genetici stanno rivelando nuovi e insospettati legami tra le malattie. Questo è il secondo esempio di gene che influenza sia il diabete di tipo 2 che il cancro della prostata. Ancora non sappiamo quali sono i legami, ma sono importanti le implicazioni sullo sviluppo futuro di nuovi farmaci per queste malattie. " L´ue ha sostenuto la ricerca attraverso Eurodia ("Functional genomics of pancreatic beta cells and of tissues involved in control of the endocrine pancreas for prevention and treatment of type 2 diabetes") e Eugene2 ("European network on functional genomics of type 2 diabetes"), ambedue finanziati attraverso l´area tematica del sesto Programma quadro (6°Pq) "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute". Per ulteriori informazioni: http://www. Nature. Com/naturegenetics http://www. Wellcome. Ac. Uk .  
   
   
DALLA CONFERENCE ON NEURODEGENERATIVE DISORDERS LE ULTIME FRONTIERE DIAGNOSTICHE TERAPEUTICHE PER CURARE L’ALZHEIMER CHE COLPISCE OLTRE 600 MILA ITALIANI E IL MORBO DI PARKINSON CON CIRCA 230 MILA MALATI NEUROPROTEZIONE, NUOVI FARMACI MIRATI, DEEP BRAIN STIMULATION CHIRURGIA STEREOTASSICA E VACCINI  
 
Milano, 3 aprile 2008 - Dalla Conference On Neurodegenerative Disorders - Torino 29 marzo 2008 - che ha riunito a confronto alcuni tra i maggiori neuroricercatori italiani e internazionali - le ultime frontiere diagnostiche terapeutiche per curare l’alzheimer che colpisce oltre 600 mila italiani e il morbo di parkinson con circa 230 mila malati. Nuovi farmaci mirati, neuroprotezione, deep brain stimulation chirurgia stereotassica e vaccini L’organizzazione Mondiale della Sanità vista la sua diffusione in continuo aumento la definisce l’epidemia silente: progressiva e irreversibile la malattia di alzheimer distrugge le cellule del cervello e provoca il deterioramento della memoria, del pensiero e del comportamento affligge 29 milioni di persone nel mondo di cui circa 600 mila italiani - il 5 per cento degli over sessanta e quasi il 50 per cento di coloro con 85 o più anni. L´incidenza è maggiore nelle donne, aumenta con il progredire dell’età e in Italia si prevede un raddoppio dei casi nel 2020. “La malattia” spiega il professor Lorenzo Pinessi, Ordinario di Neurologia Direttore Clinica Neurologica Ii Università di Torino, – Dipartimento di Neuroscienze – Ospedale Le Molinette di Torino, “è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello, sostanza fondamentale per la memoria ma anche per le altre facoltà intellettive e causata da una diffusa distruzione di neuroni (spopolamento neuronale), legata alla deposizione nei neuroni di una particolare proteina la beta–amiloide che esercita una azione tossica in grado di distruggerli favorendo la progressiva degenerazione del cervello. L’alzheimer è una patologia dovuta a più cause e multifattoriale. In alcune famiglie la malattia ha una chiara ereditarietà dominante, ma si tratta di casi molto rari (circa 1%). In un maggior numero di casi si riscontra una certa predisposizione genetica, con la presenza di qualche altro familiare, anche lontano, colpito dalla stessa malattia. Nuovi farmaci. La recente scoperta, pubblicata su Nature Genetics, una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, di un nuovo gene per la sortilina 1 che svolge un ruolo di particolare importanza nella genesi della malattia da parte di neuroscienziati internazionali coordinati da Peter St. George-hyslop dell’Università di Toronto in collaborazione con il nostro gruppo di ricerca torinese e di altri centri Italiani ha dimostrato che la riduzione e l’alterazione della sortilina 1 aumenta la produzione della proteina neurotossica beta-amiloide responsabile della distruzione dei neuroni”. “Questo processo”, precisa il professor Innocenzo Rainero, Associato di Neurologia, Clinica Neurologica Ii dell’Università di Torino – Ospedale Molinette “è il target per strategie terapeutiche estremamente innovative in grado di rallentare la progressione della malattia stessa. “Nell’animale da esperimento”, continua Pinessi, “diversi farmaci - inibitori degli enzimi secretasi - hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre la deposizione della beta–amiloide. In base a questi incoraggianti dati è già iniziata la sperimentazione negli Stati Uniti di alcuni di questi farmaci anche nell’uomo. Infine, è in studio la messa a punto di uno specifico “vaccino” che, bloccando la produzione di beta–amiloide potrebbe bloccare la progressione della malattia mentre si sta già sperimentando sempre negli States un altro vaccino che agendo sul sistema immunitario potrebbe bloccare la formazione delle placche amiloidi, un punto chiave nella genesi della malattia. I farmaci oggi disponibili intervengono solo sui sintomi. Inibiscono un enzima, l´acetilcolinesterasi, che distrugge l´aceticolina, neurotrasmettitore importante nella memoria e nell´attenzione, la cui disponibilità è particolarmente ridotta nell´Alzheimer - solo un 30 % dei pazienti in fase non avanzata ne trae beneficio. Per i disturbi del comportamento, si ricorre ai neurolettici atipici, la stimolazione cognitiva (utile nel potenziamento delle funzioni mentali); la Reality orientation therapy (basata sul mantenimento del paziente nella realtà e nell’orientamento spazio temporale) In prospettiva i ricercatori, forti di nuove conoscenze, mirano a trovare nuovi farmaci capaci di bloccare la distruzione dei neuroni. Costi economici I costi sociali ed economici della patologia sono drammatici. E’ stato calcolato che ogni paziente costa alla società, sia per spese mediche che assistenziali, circa 20. 000 euro all’anno all’inizio della malattia per arrivare a 45. 000 nelle fasi più avanzate. Il morbo di Parkinson “Il Parkinson”, spiega il professor Pinessi è una degenerazione cronica e progressiva che interessa prevalentemente una piccola parte del sistema nervoso centrale chiamata sostanza nera. In questa regione cerebrale vengono persi i neuroni che producono la dopamina cioè una sostanza che trasmette segnali ad altri neuroni. Colpisce raramente prima dei 50 anni di età, è caratterizzato da tremore, rigidità e difficoltà nei movimenti e in generale coinvolge più il sesso maschile che quello femminile”. La sua incidenza nei paesi occidentali è di circa 360 ogni 100 mila persone. In Europa, l´Organizzazione mondiale della sanità stima che ne sia colpito lo 0,5 per cento della popolazione, per un totale di circa un milione di persone. In Italia i malati sono circa 230 mila, con una media di 1. 200 nuovi casi l´anno. Le cause e i fattori di progressione della malattia vedono coinvolti mutazioni genetiche e ambientali. Ogni malato costa alla società da 5 mila a 10 mila euro all’anno. “La levodopa” continua Pinessi ,” resta il farmaco principale e più utilizzato nella malattia di Parkinson e va somministrata in associazione con un farmaco inibitore della decarbossilasi in modo da evitare gli effetti collaterali a livello sistemico. Dopo un certo numero di anni (in media 5) compaiono una serie di complicazioni e di effetti collaterali denominati con il termine di “long term levodopa sindrome”. Questa sindrome è caratterizzata da: “wearing off”, ossia la riduzione del tempo di efficacia del farmaco, che in certi casi deve essere assunto ogni ora, con notevole peggioramento dei sintomi prima della dose successiva; “fasi on-off”, caratterizzati da alternanza anche molto ampia di risposta alla terapia, con periodi di remissione (fasi on) associati a periodi di refrattarietà alla terapia (fasi off); turbe neuropsichiatriche, caratterizzate da disturbi del sonno e allucinazioni. Per questo motivo si è cercato di trovare dei farmaci che possano sostituire o essere associati alla levodopa, in modo da ritardare l’insorgenza di queste manifestazioni collaterali. Gli agonisti dopaminergici stimolano, con diversa specificità rispetto ai diversi tipi, i recettori per la dopamina. Si dividono in ergolinici (bromocriptina pergolide lisuride cabergolina ), e non ergolinici (pramixolo ,ropinirolo ,apomorfina). Il vantaggio rispetto alla levodopa consiste nella minor frequenza di effetti collaterali e di oscillazione nella risposta. Il razionale nel loro utilizzo in pazienti giovani, o che presentano sintomi poco pronunciati consiste nel posticipare il più tempo possibile il ricorso alla levodopa. La neuroprotezione è un tipo di trattamento che si sta diffondendo sempre di più nelle patologie del Snc. Il suo razionale nella malattia di Parkinson risiede nella evidenza che questa malattia è successiva alla perdita di almeno il 70% dei neuroni della substantia nigra a livello del mesencefalo e che le ultime scoperte a livello molecolare stanno aiutando nella comprensione dei meccanismi patogenetici, e nell’elaborazione di presidi terapeutici capaci di agire alla base del problema. Diversi farmaci sono in fase di sperimentazione, e stanno ottenendo buoni risultati: tra questi un inibitore della monoaminossidasi B (Mao-b) (enzima che catalizza la dopamina già di per sé carente), la rasagilina. Altre categorie di farmaci sulle quali la ricerca sta andando avanti sono: i farmaci favorenti la funzione mitocondriale (funzione fondamentale nella cellula), gli antagonisti degli aminoacidi eccitatori, gli antibiotici, gli antinfiammatori, e i fattori neurotrofici. Anche in campo neurochirurgico la terapia si sta evolvendo verso forme sempre più efficaci: attualmente la tecnica più utilizzata è la chirurgia stereotassica che consente con l’aiuto di dispositivi radiologici di trattare con precisione millimetrica punti in profondità nel parenchima cerebrale. La scoperta che alcuni nuclei responsabili come il globo pallido e il nucleo subtalamico potevano essere un bersaglio aggredibile nella malattia di Parkison, ha permesso di elaborare una tecnica, detta Deep Brain Stimulation (Dbs), che permette una buona remissione clinica e una significativa riduzione della dipendenza da levodopa. Da Appunti Del Professor Lorenzo Pinessi, Ordinario di Neurologia, Direttore Clinica Neurologica Ii Università di Torino, – Dipartimento di Neuroscienze – Ospedale le Molinette Torino e del Professor Innocenzo Rainero Associato di Neurologia, Clinica Neurologica Ii dell’Università di Torino – Ospedale Molinette Si è svolto a Torino, un workshop che ha coinvolto alcuni tra i più importanti ricercatori italiani e stranieri sulla malattia di Alzheimer e sulle malattie neurodegenerative. Obiettivo del workshop è stato quello di fare il punto sulle più recenti acquisizioni in tema di genetica, biologia molecolare, fisiopatologia e terapia di queste importanti malattie. La malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer (Alzheimer’s disease – Ad) è stata descritta per la prima volta nel 1906 dal neuropatologo Alois Alzheimer (1863-1915) durante la Convenzione psichiatrica di Tubingen, nella quale presentò il caso di una donna di 51 anni affetta da una sconosciuta forma di demenza. Ma solo nel 1910 la malattia ebbe un nome, grazie a Emil Kraepelin, il più famoso psichiatra di lingua tedesca dell´epoca che ripubblicò il suo trattato "Psichiatria", nel quale definiva una nuova forma di demenza scoperta da Alzheimer, chiamandola appunto malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer colpisce senza distinzioni di nazionalità, di razza, di gruppo etnico o di livello sociale; interessa uomini o donne indifferentemente. In generale esistono due sottotipi di demenza di Alzheimer in base all’età di insorgenza della malattia: precoce se inizia entro i 65 anni (early-onset), tardiva dopo i 65 anni (late onset). Sulla base di studi condotti in Italia, Giappone, Gran Bretagna e Olanda, si stima che il numero di malati oscilla dal 4,1 all´8,4% delle persone con più di 60 anni. Oggi in Italia i malati di Alzheimer sono circa 600 mila (4. 000. 000 negli Stati Uniti). Si prevede, però, che il loro numero raddoppierà nell´anno 2020. L´incidenza della malattia aumenta con il progredire dell’età, ma non è dimostrato che questa malattia sia una conseguenza inevitabile della vecchiaia, in quanto non tutti gli ultraottantenni sono affetti da Alzheimer. Attualmente, secondo Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che vi sono almeno 29 milioni di persone colpiti dalla malattia tanto che si parla di “epidemia silente”. E’ stato calcolato che ogni paziente costa alla società, per spese mediche e assistenziali, circa 20. 000 euro all’anno all’inizio della malattia per arrivare a 45. 000 euro nelle fasi più avanzate. È una malattia irreversibile, ingravescente, caratterizzata da una degenerazione progressiva delle facoltà intellettive. Le persone affette da questa patologia manifestano disturbi del linguaggio, della memoria, perdita della comprensione dell´uso degli oggetti usuali e disturbi del comportamento con aggressività e deliri. La malattia è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello, sostanza fondamentale per la memoria ma anche per le altre facoltà intellettive. La conseguenza di queste modificazioni cerebrali è l´impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi e quindi la morte. Non si conoscono le cause della malattia; tuttavia, gli ultimi studi propendono per un’origine multifattoriale. In alcune famiglie la malattia ha una chiara ereditarietà dominante, ma si tratta di casi molto rari (circa 1%). In un maggior numero di casi si riscontra una certa predisposizione genetica, testimoniata dalla presenza di qualche altro familiare, anche lontano, colpito dalla stessa malattia. La malattia è dovuta a una diffusa distruzione di neuroni (spopolamento neuronale), causata principalmente dalla deposizione di beta – amiloide una proteina che depositandosi tra i neuroni e nei neuroni stessi esplica una azione tossica. Nelle persone sane la beta-amiloide viene prodotta da una proteina progenitrice, detta amyloid precursor protein – App, in una reazione biologica catalizzata dall´enzima alfa-secretasi. Nei pazienti Alzheimer l´enzima che interviene sull´ App non è l´alfa-secretasi normale, bensì una sua variante, la gamma-secretasi, che porta alla produzione di una beta-amiloide anomala, costituita da 42 amminoacidi invece che 40. Tale beta amiloide non presenta le caratteristiche biologiche della forma naturale, e tende a depositarsi in aggregati extracellulari (le cosiddette placche senili) ed intracellulari. Favorisce, inoltre, la iperfosforilazione della proteina tau, una proteina importante e costitutiva del citoscheletro neuronale. Quando questa proteina (tau) viene iperfosforilata in modo patologico la sua funzione viene alterata. Abbiamo, quindi, due eventi patologici: la deposizione di beta-amiloide che si deposita nelle placche e la iperproduzione di proteina tau iperfosforilata che deforma i normali neuroni che si raggruppano in “grovigli neurofibrillari” (tangles). Tali placche neuronali innescano un processo infiammatorio che richiama macrofagi e neutrofili i quali, a loro volta, produrranno citochine pro infiammatorie quali inteleuchine e Tnf alfa che danneggieranno ulteriormente i neuroni. Gli studi di genetica molecolare hanno dimostrato che diversi geni svolgono un ruolo di rilievo nella malattia. Le forme familiari di Alzheimer sono associate a mutazione dei geni App, presenilina-1 e presenilina-2. Recentemente è stata pubblicata su Nature Genetics, una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, la scoperta di un nuovo gene che svolge un ruolo di particolare importanza nella genesi della malattia di Alzheimer. Un gruppo di ricerca internazionale, coordinato da Peter St. George-hyslop dell’Università di Toronto, ha dimostrato che particolari varianti (polimorfismi) del gene che codifica per la sortilina 1 sono associate in modo significativo alla malattia. All’interno di tale gruppo di ricerca un ruolo di rilievo è stato svolto da alcuni neuroscienziati italiani, in particolare da Lorenzo Pinessi, Direttore della Clinica Neurologica Ii dell´Università di Torino, Innocenzo Rainero, Coordinatore del Centro Demenze della Clinica Neurologica Ii dell’Università di Torino, Sandro Sorbi, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Firenze, e da Amalia Bruni, Direttore del Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme. Tale collaborazione, attiva da numerosi anni, ha permesso, tramite lo studio di alcune famiglie italiane che presentavano una forma particolarmente grave di malattia di Alzheimer, l’isolamento dapprima dei geni della presenilina 1 e della presenilina 2, della nicastrina e, attualmente, di quello della sortilina 1. Per approfondire il ruolo della sortilina1, proteina che regola lo”smistamento” della beta-amiloide all’interno della cellula, nella malattia di Alzheimer sono stati svolti anche alcuni esperimenti su linee cellulari in vitro. Quando le concentrazioni di questa proteina sono ridotte, l’App viene ad essere metabolizzata in modo anomalo e la produzione del peptide beta-amiloide neurotossico aumenta in modo esponenziale. Il futuro della cura della malattia di Alzheimer potrebbe essere il vaccino. Si sta sperimentando un vaccino che permetta al sistema immunitario di bloccare la formazione delle placche amiloidi, un punto chiave nella genesi della malattia. Anche se al momento ci si è imbattuti in reazioni immunitarie esagerate in seguito ai vaccini sperimentali, la ricerca continua con la creazione di topi geneticamente modificati (transgenici) che crescendo sviluppano problemi simili a quelli diagnosticati in un malato di Alzheimer. La malattia di Parkinson La malattia di Parkinson (Ipd nelle abbreviazioni - Idiopathic Parkinson´s Disease) è una patologia dovuta alla degenerazione cronica e progressiva che interessa soprattutto alcune strutture del sistema extrapiramidale. Detta anche paralisi agitante, fu descritta per la prima volta nel 1817 dal medico inglese James Parkinson. L´alterazione biochimica che ne causa i sintomi principali, il deficit del neurotrasmettitore dopamina, è stata identificata negli anni sessanta. Questa patologia colpisce generalmente persone oltre i cinquant´anni, con una leggera prevalenza per il sesso maschile attualmente in Italia ci sono più di 230. 000 malati di Parkinson, con circa 1. 200 nuovi casi l´anno. È diffusa in tutto il mondo ma ha minore incidenza in Cina e Africa Nel cervello del paziente con malattia di Parkinson si crea uno squilibrio fra i meccanismi inibitori e quelli eccitatori, a favore di questi ultimi. L´innervazione eccitatoria (colinergica) prevale su quella inibitoria provocando progressivamente tremore a riposo, ipertonia con rigidità, incapacità al movimento senza riduzione della forza muscolare (acinesia), instabilità posturale, disturbi della parola e della scrittura, turbe vegetative e spesso sintomi ansioso-depressivi. Sebbene il deterioramento intellettivo non rappresenti un elemento tipico del quadro clinico delle fasi precoci della malattia, la demenza appare come uno degli esiti più frequentemente riscontrabili nelle fasi tardive, nella misura di circa un terzo dei casi. Si osserva stretto legame di proporzionalità tra la perdita di cellule dopaminergiche e la sintomatologia clinica, anche se esiste una fase di malattia preclinica, in cui la perdita neuronale non è ancora tale da determinare sintomi. Quando il numero di neuroni dopaminergici scende al 20-30% dei livelli normali si ha esordio clinico. Ma le alterazioni alla base della malattia di Parkinson sono molto più vaste. I neuroni ricevono, oltre ad una innervazione dopaminergica, anche una stimolazione colinergica che nella malattia sembra essere aumentata. Lo squilibrio tra sistemi neurotrasmettitoriali sembra dunque essere alla base della malattia, anche se il ruolo della dopamina è chiaramente centrale. In passato si riteneva che la malattia di Parkinson fosse dovuta esclusivamente a fattori ambientali. Negli ultimi anni sono stati isolati diversi geni che svolgono un ruolo nella malattia. Vi sono almeno due geni a trasmissione autosomico-dominante, alpha-sinucleina e dardarina, e tre geni responsibili di forme di malattia a trasmissione autosomico recessiva, parkina, Dj-1 e Pink-1. Sebbene mutazioni in questi geni non sono comuni, la loro identificazione ha permesso una nuova comprensione sui meccanismi patogenetici della malattia. La levodopa resta il farmaco principale e più utilizzato nella malattia di Parkinson. Essa va somministrata in associazione con un farmaco inibitore della decarbossilasi in modo da evitare gli effetti collaterali a livello sistemico. Dopo un certo numero di anni (in media 5) compaiono una serie di complicazioni e di effetti collaterali denominati con il termine di “long term levodopa syndrome”. Questa sindrome è caratterizzata da: “wearing off”, ossia la riduzione del tempo di efficacia del farmaco, che in certi casi deve essere assunto ogni ora, con notevole peggioramento dei sintomi prima della dose successiva; “fasi on-off”, caratterizzati da alternanza anche molto ampia di risposta alla terapia, con periodi di remissione (fasi on) associati a periodi di refrattarietà alla terapia (fasi off); turbe neuropsichiatriche, caratterizzate da disturbi del sonno e allucinazioni. Per questo motivo si è cercato di trovare dei farmaci che possano sostituire o essere associati a questo farmaco, in modo da ritardare l’insorgenza di queste manifestazioni collaterali. Gli agonisti dopaminergici stimolano, con diversa specificità rispetto ai diversi tipi, i recettori per la dopamina. Si dividono in ergolinici (bromocriptina pergolide lisuride cabergolina), e non ergolinici (pramixolo ,ropinirolo, apomorfina). Il vantaggio rispetto alla levodopa consiste nella minor frequenza di effetti collaterali e di oscillazione nella risposta. Il razionale nel loro utilizzo in pazienti giovani, o che presentano sintomi poco pronunciati consiste nel posticipare in questi soggetti quanto più possibile il ricorso alla levodopa. I dopaminoagonisti possono presentare effetti collaterali importanti come ipotensione ortostatica e nausea. La neuroprotezione è un tipo di trattamento che si sta diffondendo sempre di più nelle patologie del Snc. Il suo razionale nella malattia di Parkinson risiede nella evidenza che questa malattia è successiva alla perdita di almeno il 70% dei neuroni della substantia nigra a livello del mesencefalo e che le ultime scoperte a livello molecolare stanno aiutando nella comprensione dei meccanismi patogenetici, e nell’elaborazione di presidi terapeutici capaci di agire alla base del problema. Diversi farmaci sono in fase di sperimentazione, e stanno ottenendo buoni risultati: tra questi un inibitore della monoaminossidasi B (Mao-b) (enzima che catalizza la dopamina già di per sé carente), la rasagilina. Altre categorie di farmaci sulle quali la ricerca sta andando avanti sono: i farmaci favorenti la funzione mitocondriale (funzione fondamentale nella cellula), gli antagonisti degli aminoacidi eccitatori, gli antibiotici, gli antinfiammatori, ed i fattori neurotrofici. Anche in campo neurochirurgico la terapia si sta evolvendo verso forme sempre più efficaci: attualmente la tecnica più utilizzata è la stereotassica: la chirurgia stereotassica permette di trattare punti in profondità nel parenchima cerebrale con precisione millimetrica, con l’aiuto di dispositivi radiologici. La scoperta che alcuni nuclei responsabili come il globo pallido e il nucleo subtalamico potevano essere un bersaglio aggredibile nella malattia di Parkison, ha permesso di elaborare una tecnica, detta Deep Brain Stimulation (Dbs), che permette una buona remissione clinica e una significativa riduzione della dipendenza da levodopa. Le persone candidate a questo tipo di intervento sono persone anziane in stadio già avanzato di malattia, che presentano effetti collaterali da uso di levodopa già abbastanza importanti. .  
   
   
L’AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI – ADDOLORATA HA INAUGURATO IL IV GRUPPO OPERATORIO PER LA CHIRURGIA MININVASIVA ROBOTICA, DOTATO DEL ROBOT "DAVINCI S" .  
 
Roma, 3 Aprile 2008 - L’azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata, al passo con lo sviluppo del mondo scientifico ed in linea con le politiche sanitarie della Giunta Regionale del Lazio, volte al rinnovamento della sanità pubblica per offrire prestazioni sanitarie alla collettività qualitativamente adeguate, ha inaugurato ieri il Iv gruppo Operatorio dotandolo del Robot “daVinci S”. L’acquisto del Robot è stato possibile grazie al contributo concesso dalla Fondazione Roma. Il taglio al nastro salutato da Luigi D’elia – Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata, ha sottolineato l’importanza dell’inaugurazione “nonostante le difficoltà che affronta da qualche anno la sanità laziale”. “Abbiamo fatto tesoro di quanto affermato dal Prof. Pier Cristoforo Giulanotti, Direttore della divisione di chirurgia robotica dell´Illinois University di Chicago, nel corso del Terzo Congresso Annuale di Chirurgia Robotica (Mira 2008), il quale sostiene che “la velocità con cui si diffonde la chirurgia minivasiva robotica è dovuta sia alla competizione fra i centri ospedalieri sia alla dimostrazione scientifica dei vantaggi di questa terapia”. Soddisfatto anche Piero Marrazzo, Presidente della Regione Lazio: “L’inaugurazione di oggi è un miglioramento nella tecnologia e un passo avanti per tutta la sanità”. Questo traguardo del San Giovanni è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Roma, presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele che ha affermato: “la vocazione della nostra Fondazione è da sempre quella di essere vicini ai problemi della gente e della società; salute, ricerca scientifica, istruzione e cultura sono i problemi più importanti di una società civile”. “Con il robot viaggiamo verso il futuro” ha aggiunto Augusto Battaglia, Assessore alla Sanità della Regione Lazio, affermando che “il Direttore Generale del San Giovanni Luigi D’elia è tra i papabili a ricoprire l’incarico di coordinatore dei direttori generali delle Usl regionali”. Il Dr. Gianluca D’elia - Dirigente Responsabile Uosd Prostata - Azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata ed il Prof. Annibale D’annibale - Direttore Dipartimento Scienze Chirurgiche e Direttore Uoc Chirurgia Ii - Azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata, hanno illustrato gli aspetti tecnico-scientifici del Sistema robotizzato “daVinci S” ed i suoi vantaggi terapeutici. Il Prof. Tersigni, Presidente Società Italiana di Chirurgia e Direttore Uoc Chirurgia – Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini ha illustrato gli scenari futuri della medicina, sintetizzabili in quella che egli ha definito “l´era della realtà virtuale”. Il Robot daVinci è il primo importante passo in questa direzione”. Nel mondo esistono oltre 500 “da Vinci”. Il robot, approvato dal Food and Drug Administration nel 2000 è prodotto da Intuitive Surgical Inc. (California, Usa); in Italia sono 30 gli ospedali in cui la chirurgia robotica è attiva. La chirurgia robotica è in forte espansione. Oltre 1500 sono gli interventi già effettuati negli ospedali italiani in cui la chirurgia robotica è attiva ed a tale numero hanno contribuito gli interventi effettuati nella città di Roma presso la chirurgia generale e l’urologia del San Giovanni dove è stata attivata a gennaio 2008 per entrare a regime nell’aprile 2008. Nei due ospedali romani la gestione della chirurgia robotica è stata affidata all’esperienza di chirurghi di notevole formazione professionale. L’azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata si è affidata alla grande esperienza internazionale nel campo del Dr Annibale D’annibale, Direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Ii (già Direttore del Centro Regionale di riferimento per la chirurgia mininvasiva e robotica del Veneto) e del Dr Gianluca D’elia, Direttore dell’Unità operativa Semplice Dipartimentale Prostata, e il San Camillo – Forlanini ha messo in prima linea il Dr Roberto Tersigni, Presidente della Società Italiana di Chirurgia e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia. Nell’ottica della “centralità del paziente” l’Azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata misura l’innovazione nella realizzazione delle opere oggetto di ristrutturazione. Il Iv Gruppo Operatorio, infatti, si colloca all’interno del Blocco Operatorio del Corpo C del Presidio ospedaliero San Giovanni inaugurato il 17 maggio 2006 e porta a complessive 23 le nuove sale operatorie in esercizio in sostituzione delle vecchie e obsolete camere operatorie ormai chiuse. Il Iv Gruppo Operatorio è dotato di attrezzature e strumentario all’avanguardia per consentire interventi mininvasivi anche in presenza di gravi patologie (tumori), e di tecnologie quali il Sistema robotico “daVinci S” a quattro bracci, che permettono all’operatore grande precisione in una dimensione tridimensionale, ad alta definizione ed ingrandita del campo operatorio, con possibile conseguente salvaguardia di “nervi” e “vasi” e con conseguenti minori perdite ematiche. Un gruppo operatorio così all’avanguardia permette all’Azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata di avvalersi di questo nuovissimo sistema per effettuare interventi chirurgici in laparoscopia assistita da robot sia in chirurgia generale che in urologia e, soprattutto, per gli interventi di colon retto (di cui il Dr D’annibale dispone della maggiore casistica operatoria) e di prostata determinando benefici per i pazienti, riduzione della degenza post operatoria, incremento dell’attività chirurgica, concorrendo così all’abbattimento dei tempi d’attesa degli interventi di elezione di classe A e B. Con l’avvio ad esercizio del nuovo Gruppo Operatorio, il Complesso ospedaliero San Giovanni – Addolorata si arricchisce di un modello operativo dotato di soluzioni progettuali, tecnologiche, funzionali ed organizzative pensate per ottimizzare il benessere psicofisico del paziente, innalzando i livelli di sicurezza, riducendo i rischi, favorendo i tempi di recupero, ed ottimizzare il benessere psicofisico degli operatori, processando il flusso di lavoro del chirurgo, dell’anestesista, delle strumentiste, degli infermieri, dei tecnici sanitari e degli operatori. Tutto questo per lavorare, insieme, per il conseguimento di una “qualità totale”. Approfondimenti Il Robot Da Vinci Dell’azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata - Il sistema chirurgico robotizzato per la chirurgia mininvasiva “Da Vinci S”, prodotto dalla Società Intuitive Surgical Inc. , in dotazione presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni –Addolorata, è il primo robot chirurgico in Italia ad essere dotato di un sistema di visualizzazione tridimensionale del campo operativo in alta definizione. Si tratta di un’apparecchiatura che unisce i vantaggi della chirurgia laparoscopica mininvasiva e quelli della chirurgia “aperta”. Il sistema chirurgico robotizzato per la chirurgia mininvasiva “Da Vinci” consiste: In una consolle chirurgica disegnata ergonomicamente con sistema di visione tridimensionale; Un robot chirurgico posto a lato del letto operatorio con quattro bracci meccanici operativi interattivi; Strumenti operatori con articolazione interna Endo Wrist. Il chirurgo opera comodamente seduto davanti ad una consolle e, appoggiando la testa ad un visore tridimensionale, comanda gli strumenti miniaturizzati, inseriti all’interno del campo operatorio attraverso “trocar” analoghi a quelli utilizzati nella tecnica laparoscopica. Gli strumenti, “endowrist”, sono in grado di riprodurre fedelmente i movimenti della mano e del polso del chirurgo, attraverso un sistema di articolazioni meccaniche che garantiscono alla parte terminale dello strumento 7 gradi di libertà (6+presa) contro i 5 (4+presa) della chirurgia laparoscopica: ciò si traduce in una completa capacità (o meglio libertà) di movimento all’interno del corpo, nonostante l’accesso sia costituito solo da una porta laparoscopica. Il sistema di controllo del robot, inoltre, filtra i movimenti delle mani del chirurgo, eliminando i tremori, ed è in grado di riprodurli in una scala ridotta, opportunamente scelta dall’operatore: ciò consente di ottenere una maggiore sicurezza per il paziente. La visione tridimensionale deriva dall’impiego di un endoscopio costituito da 2 canali ottici campionati da 2 telecamere indipendenti, ciascuna provvista di 2 sensori Ccd da 2/3” con 2,2 Mpixel unito all’ultimissima tecnologia Hd (alta definizione a 1080 linee di risoluzione orizzontale), che proietta il chirurgo all’interno del campo operatorio, restituendo una precisa percezione dell’anatomia alla stregua della chirurgia aperta. Il chirurgo, in aggiunta ai tre bracci robotici del carrello chirurgico, dispone anche di un braccio supplementare (4° braccio) che gli consente di avere, a sua scelta e soprattutto nelle procedure più complesse, “2 mani destre”, oppure, “2 mani sinistre”. Il sistema chirurgico è, infine, dotato anche di un carrello visione completo di fonte luminosa, digitalizzatore, monitor ripetitore Lcd touch screen da 19”, sistema di messa a fuoco e due processori per l’elaborazione, ottimizzazione e visualizzazione delle immagini. Applicazioni In Urologia - La chirurgia robotica si è affermata nel campo dell’urologia, ed in particolare, nella terapia del cancro della prostata. Il cancro della prostata è il tumore maligno più frequente del sesso maschile. Rispetto al cancro del polmone, le cui nuove diagnosi sono 26. 000 all’anno, il cancro della prostata ha un’incidenza di 45. 000 nuovi casi all’anno. L’incidenza del cancro della prostata in stadio precoce è più che triplicata negli ultimi 15 anni, grazie alle metodiche che permettono di diagnosticare questo tumore in fase iniziale, quando è ancora possibile attuare una terapia con intento curativo. La terapia curativa più efficace per il cancro della prostata è l’intervento chirurgico di prostatectomia radicale. Nella tecnica chirurgica tradizionale si asporta la prostata tramite un’incisione chirurgica. La tecnica robotica consente invece l’accesso al campo operatorio attraverso piccoli fori, come nella laparoscopia classica, ma, rispetto a quest’ultima, presenta numerosi vantaggi: i movimenti delle mani del chirurgo, seduto ad una console, vengono pesati, filtrati e tradotti in modo fluido, “senza scatti”, in precisi movimenti degli strumenti chirurgici, sostenuti dalle braccia del robot. La visione delle strutture anatomiche è tridimensionale ad alta definizione e permette al chirurgo una vera e propria “immersione” nel campo operatorio. Negli Stati Uniti, le proiezioni per l’anno 2008 prevedono che più del 70 % delle prostatectomie radicali verranno eseguite con la tecnica robotica. In altri termini, in poco più di 5 anni, la tecnica robotica è diventata lo standard per la terapia chirurgica del cancro della prostata. Anche in Italia la prostatectomia radicale robotica si sta progressivamente diffondendo. Presso il Complesso Ospedaliero San Giovanni-addolorata di Roma si prevede un ulteriore miglioramento rispetto agli standard già raggiunti con la prostatectomia radicale tradizionale e con la prostatectomia radicale laparoscopica. L’applicazione urologica della chirurgia robotica è avvenuta dopo un lungo training teorico e pratico dell’equipe del Dott Gianluca D’elia in centri stranieri. Il Dott. D’elia è responsabile dell’Unità Dipartimentale per le Patologie della Prostata. Questa equipe utilizza ormai abitualmente la tecnica robotica per tutti gli interventi di prostatectomia radicale. La prostatectomia radicale robotica è una tecnica chirurgica innovativa ed al tempo stesso standardizzata, che presenta numerosi potenziali vantaggi per i malati di cancro della prostata, grazie alla visione tridimensionale ingrandita ad alta definizione ed all’estrema precisione della dissezione chirurgica : minore perdita di sangue (al San Giovanni, in media, 150 ml); riduzione del numero di trasfusioni di sangue (al San Giovanni, nei casi finora eseguiti, nessuna trasfusione); riduzione della degenza in ospedale (al San Giovanni, di norma, 2 giorni); precoce ritorno alle normali attività sociali e lavorative (di norma, 2 settimane); potenziale miglioramento nella conservazione della continenza urinaria; potenziale miglioramento nella conservazione della funzione erettile. Applicazioni In Chirurgia Generale - Da quando Mouret ha eseguito la prima colecistectomia laparoscopica nel 1983. Tutte le procedure di Chirurgia generale sono state riprodotte, ma il livello di diffusione degli interventi chirurgici più complessi ancora oggi risulta limitato a pochi Centri di riferimento. Le difficoltà tecniche che molti operatori incontrano sono spesso dovute all’ostacolo creato da una visione bidimensionale offerta dal monitor e dagli strumenti molto più lunghi della laparoscopica. La visione laparoscopica, seppur ingrandita e migliorata dalla tecnologia con una maggiore definizione, necessita di un addestramento prolungato necessario a compensare l’assenza di una dimensione: la profondità di campo. I lunghi strumenti laparoscopici, spesso superiori ai 30 cm, amplificano anche minimi tremori fisiologici delle mani chirurgiche, tremori che peggiorano o compaiono con l’affaticamento dell’Operatore. Quanto sopra rappresenta i veri ostacoli alla diffusione della laparoscopica avanzata anche per chirurghi tradizionali molto esperti. Negli ultimi tempi la tecnologia è entrata prepotentemente negli ospedali a tutto vantaggio di diagnosi più certe, meno cruente e con la possibilità di pianificare un trattamento. I vantaggi clinici della colecistectomia laparoscopica sono oggi riconosciuti da tutti: medici e pazienti. Vantaggi che ricadono sui costi sociali, quali una rapida deospedalizzazione e una ripresa lavorativa veloce. Oggi il trattamento di scelta di una patologia molto diffusa, la litiasi della colecisti, è laparoscopico: nonostante ciò solo il 70% dei pazienti viene operato con tecnica mininvasiva e la ragione sta nelle difficoltà tecniche e nei limiti della laparoscopia. Se la diffusione della Chirurgia mininvasiva è dipendente dalla manualità del Chirurgo e ne richiede una particolare abilità come si potrebbe ovviare al problema? Certamente l’aiuto offerto dai Centri laparoscopici di tirocinio con azione di tutoring nella fase di apprendimento ha contribuito alla diffusione della tecnica mininvasiva, ma non a tal punto da poterla garantire ed estendere a tutte le chirurgie o in tutti gli ospedali. Oggi la tecnologia Robotica offre uno strumento rivoluzionario che potrà ridurre le difficoltà tecniche della laparoscopica: il Sistema Robotizzato per la Chirurgia Mininvasiva (videolaparoscopia e videotoracoscopia) Sistema Chirurgico “daVinci S”– Intuitive che consente una visione tridimensionale di alta qualità. Dalla fine degli anni ’80 la chirurgia mininvasiva è stata progressivamente utilizzata per patologie maggiori e sempre più complesse anche se fino ad oggi è ancora limitata a pochi Centri altamente specializzati. L’evoluzione tecnologica ha permesso la crescita progressiva delle abilità chirurgiche consentendo di superare le difficoltà tecniche. Alla fine degli anni novanta la “rivoluzione” tecnica e tecnologica laparoscopica sembrava rallentare la propria corsa fino all’ingresso sul mercato, dopo l’approvazione della Fda, della tecnologia robotica (1998). Le innovazioni tecnologiche costituite dalla visione tridimensionale, dalla stabilizzazione, dalla precisione e dall’innumerevole possibilità dei movimenti rendono il Sistema Robotizzato in questione unico ed innovativo attualmente presente sul mercato. La Chirurgia Generale da me diretta a Camposampiero (Padova) fino al maggio 2007 era il Centro di Tirocinio Acoi ed il Centro Regionale di riferimento per la Chirurgia Laparoscopica e Robotica. Ho seguito oltre 500 operati col Robot, riproducendo tutte le tecniche chirurgiche, e oltre 160 di essi sono stati sottoposti a resezioni intestinali maggiori rappresentando, così, la maggiore casisistica internazionale di pazienti operati al colo-retto col Da Vinci. Ho eseguito oltre 20 resezioni gastriche maggiori con linfectomie D2 ed 8 duodenocefalopancreasectomie; quest’ultimo è considerato da tutti uno dei più complessi e rischiosi interventi di chirurgia con implicazioni postoperatorie anche fatali ed era stata tentata con insuccesso in laparoscopica ed abbandonata. Certamente queste complesse procedure sono oggi possibili ed in sicurezza con l’utilizzazione del Robot Da Vinci. Dal Giugno 2007 dirigo l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale ad indirizzo Mininvasivo dell’Azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata divenuta poi Centro di Chirurgia Laparoscopica e Robotica Acoi. I pazienti oggi operati in anestesia generale per oltre l’80% sono sottoposti ad un trattamento minivasivo che mostra certamente i maggiori vantaggi nel trattamento della popolazione a maggiore rischio operatorio sempre più numerosa in una società che invecchia. Spesso di fronte ad un paziente anziano e con più patologie, anche in presenza di gravi patologie, l’anestesia e l’intervento risultano proibitivi soprattutto per le implicazioni create da un’ampia laparotomia che ne condiziona il decorso postoperatorio; pazienti che richiedono ospedalizzazioni reiterate e terapie palliative fino al decesso. Oggi la chirurgia mininvasiva e la robotica offrono una chance in più a questi pazienti incidendo positivamente non solo sulla loro qualità e quantità di vita, ma anche sui costi della società che soffre costantemente di limiti economici. Nella logica dipartimentale e con lo scopo di ottimizzare le risorse, la tecnologia dovrebbe essere utilizzata da tutte le Unità Operative interessate alla chirurgia videolaparoscopica avanzata: ginecologica, urologica, ortopedica, vascolare, etc. Presumibilmente potrebbero usufruire in una prima fase di tale tecnologia circa 200 pazienti (chirurgici ed urologici) l’anno, con una concreta possibilità di incremento futuro a breve termine, dopo aver addestrato il personale medico ed infermieristico. Quando, alla fine degli anni 90’ del secolo scorso, comparvero i primi sistemi di telemanipolazione, ci si pose il problema di come queste nuove tecnologie potevano migliorare le tecniche chirurgiche ed oggi non è più in discussione la laparoscopia nel trattamento chirurgico di molte patologie. La robotica permette anche a specialisti (es. Urologi e ginecologi) non particolarmente esperti in laparoscopia di riprodurre una chirurgia mininvasiva raffinata per mezzo di una tecnologia di facile apprendimento d’uso. Questa esperienza da me è stata riprodotta nell’Ospedale di Camposampiero dove ancora oggi Chirurghi, Urologi e Ginecologi utilizzano quotidianamente il Robot con una progressiva implementazione degli interventi mininvasivi. Oggi i migliori risultati delle tecniche robotiche si raggiungono nei seguenti interventi: Plastica antireflusso per ernia jatale; Miotomia esofagea per Acalasia; Liatiasi delle vie biliari; Resezioni colo-rettali per patologia benigna e maligna; Resezioni Gastriche per patologia benigna e maligna; Asportazione di surreni; Asportazione della milza per patologia benigna; Resezioni del pancreas per patologia benigna e maligna; Asportazione della prostata; Pieloplastica per stenosi del giunto; Nefrectomia per patologia benigna e maligna: Cisti renali, epatiche e pancreatiche voluminose. .  
   
   
NUOVO PRELIEVO MULTIORGANO EFFETTUATO A POTENZA  
 
Potenza, 3 aprile 2008 - E’ stato eseguito l’ 1 aprile, a Potenza, un prelievo multiorgano, il quarto dell’anno in Basilicata. Lo rende noto, in un comunicato, l’ufficio stampa dell’ospedale “Madonna delle Grazie”. “La donatrice è una ragazza di 28 anni, di Potenza, deceduta per emorragia cerebrale. L’intervento è stato effettuato presso l’ospedale San Carlo. La giovane aveva espresso in vita la volontà di donare i propri organi, in caso di morte prematura. Quando è stata accertata la morte cerebrale della ragazza, i suoi genitori hanno dato il loro consenso all’espianto. A prelevare gli organi è stata l’equipe chirurgica dell’Università Cattolica di Roma; nelle prossime ore saranno trapiantati a pazienti in lista, individuati dal Centro Interregionale dell’Ocst di Roma”. “Esprimiamo vivo ringraziamento – fanno sapere dal Coordinamento Regionale Crt - agli operatori del San Carlo, e soprattutto ai familiari della donatrice, che si sono dimostrati generosi e sensibili ai bisogni di persone sfortunate”. .  
   
   
LISTE D´ATTESA RADIOTERAPIA, ASSESSORE MONTALDO: "QUESTA LA SITUAZIONE A GENOVA"  
 
Genova, 3 aprile 2008 - Per quanto riguarda la radioterapia a Genova l´assessore regionale alla Salute intende sottolineare quanto segue: La recente attivazione del quarto acceleratore lineare all´Ist , pienamente operativo da poco tempo a seguito di un incidente provocato dalla stessa ditta installatrice durante la fase di collaudo che ne ha ritardato l´attivazione; L´attivazione a partire dall´estate prossima del terzo acceleratore lineare presso l´ospedale Galliera Il n. Di prestazioni di radioterapia rese all´Ist a ottobre 2007 erano di 115 al giorno. Oggi con tre acceleratori che funzionano 12 ore al giorno e uno, il più vecchio, in funzione su un solo turno per consentire la manutenzione, si è passati a 140 prestazioni al giorno con un incremento giornaliero del 22%. Il n. Di prestazioni di radioterapia al Galliera erano e sono 86 al giorno. Per quanto riguarda i tempi di attesa all´Ist la visita con il radioterapista avviene entro 7 giorni dalla richiesta. Nel 2007 sono state effettuate 1700 prime visite e i pazienti trattati sono stati 1500. I trattamenti radioterapici sono suddivisi in quattro tipologie: Le urgenze, rese in 24-72 ore (termine rispettato sia Ist che Galliera); Le priorità 1 rese in 30 giorni (termine rispettato all´Ist e al Galliera); Le priorità 2 rese in 60 giorni (obiettivo da raggiungere Ist e Galliera); Le priorità 3 rese in 90-100 giorni (obiettivo da raggiungere all´Ist e rispettato al Galliera). "Naturalmente il grado di priorità è definito dai clinici che seguono i pazienti. Tutte le strutture hanno sofferto in questi ultimi tempi di problemi relativi alla dotazione di personale sia per quanto riguarda i tecnici che i medici e nel corso del 2008 si provvederà ad integrare le risorse necessarie". .  
   
   
OGGI A NAPOLI CONVEGNO SU INNOVAZIONE TECNOLOGICA E GESTIONALE IN MEDICINA  
 
Napoli, 3 aprile 2008 - Si svolgere oggi presso il Centro Congressi dell’Università degli Studi di Napoli Federico Ii, in via Partenope, con inizio alle ore 10, il convegno dal titolo “Innovazione tecnologica e gestionale in medicina”. L’incontro farà il punto sullo stato di avanzamento dei progetti di innovazione nel settore sanitario tra i quali il Cup, il Centro Unico di Prenotazione, giunto alla fase di collaudo e per enunciare i prossimi progetti di sviluppo della sanità elettronica. Interverranno, fra gli altri, il Ministro delle Riforme e Innovazione e gli assessori regionali all’Innovazione ed alla Sanità. .  
   
   
SANITA´,VIA LIBERA AD ATTIVAZIONE AZIENDA UNICA 118 FORMIGONI: EMERGENZA URGENZA SEMPRE SOTTO IL CONTROLLO PUBBLICO BRESCIANI: RENDERA´ PIU´ OMOGENEO ED EFFICACE IL SISTEMA ATTUALE  
 
 Milano, 3 aprile 2008 - La Giunta lombarda ha dato ieri il via libera all´operatività della nuova Azienda Regionale dell´Emergenza Urgenza (Areu), accogliendo una delibera proposta dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. La nuova Azienda unica del 118 avrà il compito principale di coordinare le diverse realtà territoriali, integrando e ottimizzando le risorse già esistenti. Il provvedimento dà seguito alle indicazioni del Piano socio-sanitario regionale 2007-2009 e al parere favorevole della Commissione consiliare competente. Con la costituzione di un´Azienda unica si supera l´organizzazione della rete di emergenza territoriale legata ad un´unica struttura ospedaliera e si consentono modalità organizzative che assicurano sia l´azione pre-ospedaliera sia l´integrazione con tutte le strutture ospedaliere. Un´integrazione, quella resa possibile dall´azienda unica, grazie alla quale sarà più facile intervenire nelle zone di confine tra una Provincia e un´altra o in caso di emergenze su larga scala. Grande soddisfazione da parte del presidente Roberto Formigoni e dell´assessore Bresciani. "L´azienda Regionale Emergenza Urgenza - ha spiegato Formigoni - è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, ed è dunque sotto il controllo totale della Regione Lombardia analogamente a quanto avviene per le aziende ospedaliere. L´areu costituisce un notevole avanzamento del sistema regionale del 118, che viene governato da una struttura agile ed essenziale con capacità giuridica e finanziaria, in grado di garantire una gestione unica e unitaria del sistema regionale". "La nascita dell´Areu - ha aggiunto Bresciani - porterà sicuramente un grande miglioramento del sistema del 118 che verrà reso uniforme e compatibile con le nuove esigenze sanitarie che si stanno profilando all´orizzonte. Si tratterà un´azienda leggera che porterà a un deciso miglioramento del sistema dell´emergenza urgenza, in Lombardia peraltro già a notevoli livelli qualitativi, dando quell´omogeneità in senso interprovinciale che oggi è talvolta carente, e fornendo un apporto ancor più decisivo in caso di emergenze di massa. Per la nascita dell´Areu i miei ringraziamenti vanno a tutti i professionisti del settore e alle associazioni di volontariato che hanno dato il loro contributo fondamentale". Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Scheda La sede dell´Areu è fissata a Milano, nella struttura di viale Monza, 223 (che ospita l´azienda ospedaliera Istituto Ortopedico Gaetano Pini). La dotazione patrimoniale iniziale si basa su automezzi, componenti tecnologiche e presidi sanitari già in capo alle attuali Centrali Operative. Nel corso dello sviluppo della attività l´Azienda potrà procedere all´acquisizione di automezzi, apparecchiature, supporti informatici e ogni altro bene ritenuto necessario. Sono organi dell´Azienda il direttore generale e il collegio dei revisori. Il direttore generale è coadiuvato dal direttore amministrativo e dal direttore sanitario. Quanto alla struttura organizzativa, l´indicazione è di mantenere un assetto snello e flessibile che si avvarrà delle risorse già oggi presenti, articolata in quattro aree: Area Operativa con funzioni specifiche in ambito di attività in urgenza emergenza, rapporti con le strutture sanitarie e operatori sanitari nel soccorso extraospedaliero, rapporti con il settore del volontariato, trasporto organi e tessuti e coordinamento delle funzioni del Centro regionale di Coordinamento e Compensazione del sangue. Area Prevenzione, Qualità, Tecnologia, Formazione E Personale con funzioni specifiche in ambito dei servizi informativi, statistico epidemiologici, di prevenzione, medico legali e didattici. Area Economico Finanziaria E Provveditorato Area Grandi Emergenze Internazionali con funzioni specifiche dedicate all´analisi dei protocolli internazionali per la gestione degli eventi catastrofici. .  
   
   
USO DEFIBRILLATORI, CONTRIBUTO DA REGIONE UMBRIA A PROGETTO GUARDIA DI FINANZA-CROCE ROSSA ITALIANA  
 
Perugia, 3 aprile 2008 - La Giunta regionale dell’Umbria ha deciso di contribuire con la somma di 30mila euro al progetto di diffusione e uso dei defibrillatori, “Umbria da vivere”, messo a punto, congiuntamente, dalla Guardia di Finanza e dalla Croce Rossa italiana. Il progetto prevede l’acquisto di 14 defibrillatori semiautomatici, che saranno dati in dotazione ai Reparti umbri della Guardia di Finanza, e l’addestramento al loro uso di 90 militi. L’intervento con il defibrillatore nella fase di insorgenza della crisi cardiaca, ricordano all’assessorato regionale alla Sanità, consente di salvare molte vite umane. I più moderni apparecchi presentano inoltre una possibilità di utilizzo relativamente semplice, dal momento che, collegati al torace del paziente, sono in grado di diagnosticare l’attacco cardiaco e “guidare” l’intervento dell’operatore. .  
   
   
NASCE A SULMONA CENTRO LOGISTICO SERVIZI SANITARI PRESIDENTE, INIZIATIVA CHE ESALTA CENTRALITA´ DELL´AREA  
 
 Sulmona, 3 aprile 2008 - Nascerà a Sulmona un Centro logistico per i servizi sanitari. Lo ha annunciato il presidente della Regione nel corso del convegno "Strategie di sviluppo territoriale - Pianificazione e programmazione" che si è svolto a Sulmona. "Si tratta di un´iniziativa importante per tutto il territorio - ha detto il Presidente - perché esalta le doti di centralità di tutta l´area peligna nella prospettiva regionale. Quando è stato presentato il progetto gli stessi promotori hanno individuato subito l´area del sulmonese proprio perché soddisfaceva le esigenze di centralità. Il Centro logistico per i servizi sanitari - ha continuato il presidente della Regione - avrà il compito di rifornire di medicinali in tempo reale i presìdi ospedalieri della quattro Asl regionali. Partiamo con gli ospedali dell´Aquila e Avezzano perchè più vicini, per poi allargare il progetto di distribuzione su tutto il territorio regionale". Nel suo intervento il presidente della Regione ha anche spiegato che "la sola condizione che abbiamo posto come Regione Abruzzo è che nella scelta del personale venga data priorità ai lavoratori dell´area peligna che negli ultimi anni hanno perso il posto di lavoro e che dunque sono interessati da cassa integrazione o da procedure di mobilità. Posso confermare - ha aggiunto - che la Regione non firmerà alcun protocollo che non contenga questa priorità". In prospettiva, quando il Centro logistico avrà assunto un sua definitiva fisionomia, "sarà poi possibile - ha spiegato - allargare l´ambito di applicazione ad altri settori produttivi dell´Abruzzo diversi da quella della sanità". Il Presidente ha poi aggiunto che "in un momento difficile per la finanze regionali, questa Giunta regionale per il prossimo anno è riuscita a garantire 340 milioni di euro per l´edilizia sanitaria, 138 milioni per le strade e 55 milioni a tutti i comuni abruzzesi". Il Presidente è intervenuto anche sulla vicenda dell´ospedale di Sulmona dopo la visita di sabato del ministro della Salute: "Penso che il direttore generale della Asl, di fronte a fatti di così rilevante clamore, abbia preso la decisione più giusta per il futuro sanitario dell´ospedale sulmonese". .  
   
   
POTENZIAMENTO DELLA RETE REGIONALE PIEMONTESE DI ASILI NIDO E MICRO-NIDI APPROVATE LE RICHIESTE DI CONTRIBUTO  
 
Torino, 3 aprile 2008 - L’assessorato regionale al Welfare ha terminato la fase di valutazione delle domande di contributo per il potenziamento della rete di servizi per la prima infanzia (asili nido e micro-nidi), pervenute a seguito del bando di finanziamento approvato dalla Giunta regionale nel giugno 2007. Delle 85 istanze di contributo presentate, 76 sono state riconosciute idonee ad essere finanziate. Le candidature risultate idonee riguardano in maggioranza Comuni (67%) e in generale programmano servizi che coinvolgono nell’utilizzo circa 173 Comuni piemontesi. Sono 32 i progetti finalizzati alla creazione di posti di asilo nido, 5 quelli per realizzare micro-nidi aziendali, 12 per micro-nidi integrati con la scuola dell’infanzia e 27 per micro-nidi autonomi. Con l’approvazione del bilancio regionale 2008 sarà finanziata una prima tranche dei progetti approvati (seguendo l’apposita graduatoria), tramite l’assegnazione di risorse per complessivi 8. 000. 000 di euro. Successive assegnazioni di fondi saranno disposte con il riparto delle annualità del Fondo Nazionale destinato alla Regione Piemonte. Le risorse stanziate dal bilancio regionale 2008 daranno avvio ad interventi per creare circa 700 nuovi posti in asili nido, suddivisi su tutte le province piemontesi. Con l’assegnazione effettiva delle risorse regionali si potrà procedere alla progettazione definitiva e all’esecuzione degli interventi, che contengono in molti progetti (46%) elementi di sostenibilità ambientale nella costruzione e nella successiva gestione delle strutture, in modo da offrire ai piccoli ospiti spazi più adeguati e con un minor impatto ambientale. Con il finanziamento di tutti i 76 progetti approvati si avrà un incremento di 1. 900 posti in asili nido sul territorio regionale, con un contributo complessivo, tra risorse regionali e statali, di oltre 21. 800. 000 euro ed un investimento in opere e interventi di oltre 38. 700. 000 euro. L’indicatore di copertura dei servizi per la prima infanzia (posti bambino/ popolazione 0-3 anni), che in Piemonte ad ottobre ’07 era del 16,70%, con gli investimenti programmati aumenterà fino al 20%. .  
   
   
VENETO: SPERIMENTAZIONE DEI PRIMI ASILI NIDO A DOMICILIO. DAL 3 APRILE AL 31 MAGGIO SARA’ POSSIBILE FARE DOMANDA  
 
Venezia, 3 aprile 2008 - Per promuovere e per sostenere i servizi destinati alla prima infanzia, soprattutto con lo scopo di raggiungere l’obiettivo di copertura del 33% dell’offerta, come già definito dalla Conferenza di Lisbona della Comunità europea, la Giunta regionale ha deciso di sperimentare per la prima volta il “nido in famiglia” definendo un modello specifico di servizio flessibile e un particolare percorso formativo per chi in una abitazione privata si occuperà dei bambini. Da domani, giovedì 3 aprile, sino al prossimo 31 maggio sarà possibile inoltrare le domande per accedere alla sperimentazione e successivamente per partecipare alla fase operativa del programma. Il Veneto è una delle prime Regioni che ha pensato di integrare l’offerta delle strutture per la prima infanzia e dei nidi aziendali con una rete di servizi a domicilio. Nel 2007 il progetto pilota dei nidi in famiglia è stato testato con successo, sono stati formati 300 operatori, di cui cento risultati idonei. Il nido in famiglia è una unità d’offerta con funzioni educative, di cura e di socializzazione rivolta a un massimo di 6 bambini di età compresa tra 0 e 3 anni. L’attività di nido in famiglia si svolge in una casa con precisi requisiti di qualità. Ogni collaboratore educativo fa capo a un organizzatore che svolgerà le funzioni di promozione, di tutoraggio, di mediazione e di verifica per garantire l’uniformità tra le diverse unità d’offerta. L’assessore alle Politiche sociali ricorda che i genitori potranno iscrivere i bambini al nido in famiglia utilizzando gli elenchi pubblicati nel sito della Regione del Veneto e annualmente aggiornati sulla base di una equa distribuzione in tutte e sette le province venete. Sempre per l’accoglienza domiciliare alla prima infanzia il Consiglio regionale ha stanziato un milione di euro nel bilancio 2008. .  
   
   
L’AGENZIA EUROPEA PER I MEDICINALI (EMEA) ACCETTA LA DOMANDA DI REGISTRAZIONE DI XYOTAX PRESENTATA DA CELL THERAPEUTICS, INC.  
 
 Seattle e Bresso, 3 aprile 2008,— Cell Therapeutics, Inc. Ha annunciato ieri che l’Agenzia Europea per i Medicinali (European Medicines Agency-emea) ha ammesso alla procedura di revisione la domanda di registrazione (Marketing Authorization Application-maa) presentata da Cti per Xyotax (paclitaxel poliglumex, Ct-2103) indicato nel trattamento di prima linea dei pazienti affetti da tumore del polmone non microcitoma (Nsclc) con Performance Status 2 (Ps2) secondo Ecog (Eastern Cooperative Oncology Group). Cti ha presentato la domanda all’inizio di marzo. La validazione della Maa per Xyotax determina l’inizio della procedura di revisione ai fini dell’approvazione, che normalmente richiede dai 15 ai 18 mesi. La domanda è basata su un’opinione che Cti ha ricevuto dallo Scientific Advice Working Party dell´Emea; l’Emea aveva concordato che il passaggio da un obiettivo di superiorità ad un obiettivo di non inferiorità è possibile ammesso che la domanda di registrazione sia corredata da un’adeguata giustificazione retrospettiva. Le discussioni con il Sawp si sono concentrate sull’utilizzo dei dati dello studio Stellar 4 come evidenza primaria di non-inferiorità e dei dati dello studio Stellar 3 a supporto della Maa. Nello studio clinico Stellar 4, Xyotax come agente singolo ha dimostrato di determinare una sopravvivenza comparabile a quella ottenuta con l’utilizzo di gemcitabina o vinorelbina nel trattamento di prima linea dei pazienti, e, ad eccezione della neuropatia che è notoriamente associata alle terapie a base di taxani, ha dimostrato una significativa riduzione degli effetti collaterali tossici clinicamente significativi, quali la neutropenia grave e le infezioni, nonchè una riduzione del ricorso ad emotrasfusioni ed all’impiego di fattori di crescita emopoietici. Oltre ad un migliore profilo di tollerabilità, Xyotax offre modalità di somministrazione semplificate rispetto ai trattamenti comunemente utilizzati ed una riduzione dell’utilizzo complessivo di risorse mediche rispetto all’impiego di gemcitabina o vinorelbina. “Cti è pronta a collaborare con l’Emea nel processo di revisione della domanda per Xyotax” ha detto James A. Bianco, M. D. , Presidente e Ceo di Cti. “Questo è un importante passo per il raggiungimento del nostro obiettivo di rendere Xyotax disponibile in Europa ai pazienti affetti da tumore al polmone”. Il cancro polmonare è il tumore maligno più comune a livello mondiale. Il cancro del polmone non a piccole cellule (Nsclc) rappresenta l´80% di tutti i casi di carcinoma polmonare. All´interno della popolazione di pazienti affetti da Nsclc e che richiedono chemioterapia, i pazienti con Performance Status 2 costituiscono circa il 25% di questo gruppo e hanno requisiti speciali, vista la loro scarsa sopravvivenza in risposta alla chemioterapia citotossica ed agli agenti mirati. I pazienti Ps2 costituiscono un sottogruppo di pazienti deambulatori e capaci di provvedere a se stessi, che non si possono però dedicare ad attività lavorative nonostante siano attivi e mobili per oltre la metà delle ore di veglia. Al momento, non ci sono farmaci approvati per il trattamento dei pazienti Ps2 con Nsclc avanzato. Il cancro del polmone rimane il principale tumore-killer d´Europa. L´incidenza di tumore al polmone in Europa si attesta sul 13% di tutti i tumori ed ha causato nel 2000 quasi 350. 000 decessi. .  
   
   
XV SALONE DEL RESTAURO 2-5 APRILE FERRARA: IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER I BENI CULTURALI FERRARA, 2 - 5 APRILE 2008  
 
 Ferrara, 3 aprile 2008 - Da mercoledì 2 a sabato 5 aprile 2008 il quartiere fieristico di Ferrara ospiterà la Xv edizione di Restauro, la prima e unica rassegna in Italia interamente dedicata al Restauro, alla Conservazione e alla Tutela del patrimonio storico-artistico, architettonico e paesaggistico. Il salone è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che anche quest’anno sceglie Ferrara per presentare le attività svolte da Istituti centrali, Sovrintendenze, Archivi e Biblioteche. Due sono i cardini intorno a cui si sviluppa la fiera: gli espositori e il ricco calendario di convegni ed incontri. A Ferrara saranno presenti gli stand istituzionali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Ibc-istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-romagna, dell’Ice-istituto Nazionale per il Commercio Estero e di Assorestauro, cioè alcune tra le principali realtà nel settore del restauro a livello internazionale. In fiera si incontreranno oltre 260 espositori, gli enti e le migliori aziende di riferimento a livello nazionale e internazionale: produttori di materiali e tecnologie, allestimenti museali, servizi e software, centri di restauro, fondazioni bancarie e non, università, enti ed istituti pubblici. Le giornate di Restauro sono un ricco calendario di appuntamenti, convegni, incontri tecnici e laboratori, organizzati da importanti e significative realtà del mondo istituzionale ed imprenditoriale. I Convegni affrontano argomenti di ampio interesse e di attualità. Sono spesso l´occasione per dare vita a dibattiti e confronti su tematiche nuove od emergenti e registrano la presenza di importantissimi relatori. Quest´anno, ancora più che nelle passate edizioni, nei convegni di Ferrara sarà possibile ascoltare la maggior parte dei più accreditati e riconosciuti restauratori del panorama nazionale. Questo perché Ferrara non è solo il luogo in cui fare il punto sul restauro, ma anche e soprattutto il luogo nel quale proporre idee, avviare progetti e iniziative, discutere su ciò che si può fare. Gli Incontri tecnici e i laboratori, invece, curati anche dagli espositori, sono appuntamenti che vertono su argomenti più specifici ma non meno significativi e solitamente si sviluppano in tempi più brevi. Il programma della prossima edizione è molto vasto e rimandiamo al sito www. Salonedelrestauro. Com per una descrizione dettagliata e puntuale. Qui di seguito, invece, segnaliamo alcune delle tematiche dell´edizione 2008 che riteniamo più rilevanti. Uno dei temi centrali di questa edizione del Salone sarà l’utilizzo della luce come materiale virtuale e reversibile che collabora alla lettura critica dei monumenti e all’azione ricostruttiva nel restauro dei beni artistici. Un convegno e una mostra, dal titolo “La luce nei beni culturali: fra conservazione e interpretazione”, approfondirà il tema della regolamentazione dell’uso professionale della luce naturale e artificiale nel settore del patrimonio artistico e culturale. Al convegno, organizzato da Acropoli, Tbelightlab, in collaborazione con Ice, interverranno importanti studiosi e progettisti italiani e stranieri nella prospettiva di dare vita ad una “carta italiana della luce” per i beni culturali, che coniughi le esigenze di salvaguardia e conservazione con una corretta fruizione dei beni da parte dei visitatori. Lo spazio mostra dedicato alla tematica presenterà recenti ipotesi di illuminazione critica delle aree archeologiche e dell’architettura antica e gli studi in corso per il progetto di ripristino virtuale dei cromatismi della colonna traiana. L´azione ricostruttiva della luce sarà proposta anche in un´altra mostra dal titolo "La notte di San Lorenzo", con la ricostruzione e visualizzazione luminosa del progetto michelangiolesco per la Basilica di San Lorenzo, presentata dal Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. A Ferrara continua e si intensifica l´approfondimento sulle problematiche della conservazione e restauro del Contemporaneo, erroneamente considerato poco bisognoso di interventi. Il tema sarà affrontato su più fronti: nel convegno "Architettura del secondo Novecento" promosso dall´Ibc, con la presentazione di interventi su opere di Piero Bottoni e Gio Ponti; nella tavola rotonda "Arte Contemporanea in Italia: quale salvaguardia? Nuovo consuntivo" a cura di Giuseppe Basile, nel convegno sul restauro della fontana de "I Bagni Misteriosi" di Giorgio De Chirico. A fianco dei convegni, gli incontri sulla salvaguardia delle stazioni dell’arte della Metropolitana di Napoli, o il dibattito interdisciplinare sugli aspetti del restauro delle auto e moto storiche. Negli stand, invece, l´Ibc illustrerà il restauro di un nucleo inedito e straordinario di bozzetti per i cartoni dei mosaici a tema dantesco, appartenenti al Museo d´Arte della Città di Ravenna e realizzati a metà degli anni Sessanta da autori quali Cantatore, Mattioli, Purificato, Ruffini, Sassu, Tamburi, per le celebrazioni per il Vii centenario della nascita del poeta svoltesi a Ravenna. Un contributo interessante al tema della salvaguardia e conservazione del moderno è proposto dalla presentazione dei lavori di studio, indagine e intervento sul recupero e la valorizzazione del Sacrario ai caduti di Guerra e il parco della rimembranza di Ponti sul Mincio. L´opera, realizzata nel 1935 dall´architetto Giancarlo Maroni, noto nel panorama della cultura architettonica per aver realizzato il Vittoriale degli Italiani a Gardone, non era mai stata catalogata. L´intervento di recupero ne ha quindi permesso la riscoperta storico-architettonica. L´istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali dell´Emilia Romagna dedica un’intera giornata al tema della moda nell’ottica del restauro. Nell’incontro “La moda che vive due volte: il vintage come conservarlo?”, si affronterà Il delicato problema della conservazione dell’abito, una delle più affascinanti e precarie componenti del fenomeno vintage. Il dibattito verterà sulle problematiche relative all’utilizzo di materiali sintetici nuovi sia nell’ambito dell’alta sartoria che al livello industriale, di cui non esistono ancora elementi sufficienti per assicurarne la durata nel tempo. Il convegno "Conservare il Novecento. Le Carte della moda”, promosso dalla Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari dell´Ibc, focalizzerà invece l’attenzione sulla conservazione dei materiali documentari, iconografici, fotografici, archivistici e librari, la cui gestione e valorizzazione sono indispensabili per la ricostruzione della storia e l’evoluzione del costume del 900. Negli ultimi anni l´Italia ha intrapreso numerose iniziative di intervento e collaborazione in ambito internazionale nel campo del restauro. Dagli interventi in Colombia e America Latina, che saranno illustrati dai rappresentanti della Scuola di Specializzazione in Restauro di Roma, dell´Università di Pisa e di San Paolo del Brasile, ai cantieri in Cina coordinati dal Centro Europeo Ricerca Conservazione e Restauro e dall’Istituto Italiano per l´Africa e l´Oriente, attivi in un progetto di cooperazione con le istituzioni locali per la formazione di restauratori in loco. L’università di Ferrara, invece, con una mostra e un convegno, presenterà il progetto di riqualificazione di tutto il sito archeologico e dello spazio urbano di Città del Messico in collaborazione con L’inah (Istituto Nacional de Antropologìa e Historia). Il convegno Sistema Paese e Restauro, promosso da Ice e Assorestauro, affronterà il tema del restauro, conservazione e tutela dei beni culturali in rapporto alle opportunità che si stanno aprendo in molti paesi esteri per le imprese italiane del settore. Sarà presente una delegazione estera composta dai rappresentanti di 17 paesi. Nel corso del convegno Ice e Assorestauro illustreranno le best practice realizzate da imprese, istituzioni e maestranze italiane a San Pietroburgo e Istanbul. Delegazioni estere Restauro non è solo vetrina delle ultime novità, ma anche agorà per incontri e conoscenza fra gli operatori di tutto il mondo. Anche per questa edizione, l´Istituto per il Commercio Estero Ice, con Assorestauro, organizzerà la presenza in fiera di architetti, ingegneri, restauratori e dirigenti/funzionari di amministrazioni locali provenienti da: Russia, Algeria, Marocco, Israele, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Bosnia, Croazia, Serbia, Macedonia, Ungheria, Polonia, Romania, Ucraina, India, Cina, Argentina, Brasile, Cile, Perù, Stati Uniti, Canada e America del Sud. Una presenza considerevole proprio perché è riconosciuto a livello internazionale il primato delle aziende italiane nel settore del restauro. All’interno del dibattito sui grandi recuperi, sarà presentato il restauro compiuto sull’antichissima Croce dipinta dell’Abbazia di Rosano (Firenze, metà Xii secolo), i cui risultati hanno permesso una migliore lettura stilistica dei valori formali dell’opera e riproposto alla critica il problema della nascita della scuola pittorica fiorentina. Si parlerà della conservazione delle sculture in metallo all’aperto, come il Perseo di Benvenuto Cellini, del restauro architettonico e pittorico, di cui saranno illustrati alcuni casi più rappresentativi, come gli appartamenti Borgia decorati da Pinturicchio, fino al tema suggestivo della protezione del patrimonio culturale sommerso del mediterraneo. Anche quest’anno continua l’appuntamento con le indagini riflettografiche sui grandi maestri. Dopo Leonardo (2006) e Piero della Francesca (2007), il team di esperti dell´Opificio delle Pietre Dure e dell´Istituto Nazionale di Ottica Applicata di Firenze (Inoa-cnr) affronterà l´affascinante mondo di Raffaello. Proseguono gli approfondimenti sulle metodologie di indagine diagnostica, come le nuove evoluzioni della radiografia nel restauro, applicata anche ai tessuti, così come prosegue la ricca proposta dell´editoria, poiché ogni anno a Restauro vengono presentati novità editoriali e pubblicazioni di settore, come la pubblicazione, dopo quasi 10 anni dal loro termine, degli studi e delle ricerche relative all´intervento di restauro dell´Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. .  
   
   
DECORAZIONE O PROPAGANDA? UNA MOSTRA SULLA CUBA DI OGGI E SUI SUOI SIMBOLI, PER INTERROGARCI SUL PASSATO E SUL FUTURO, MA ANCHE SUI SOGNI E SULLE DELUSIONI.  
 
Roma, 3 aprile 2008 - Si terrà il prossimo 4 aprile alle ore 18,30 presso la Galleria studio legale in Via della Vetrina 9 a Roma l’inaugurazione della mostra “Decorazione o Propaganda?” del fotografo Manolo Cinti. La mostra resterà aperta dal 4 al 12 aprile dalle 16 alle 19 dal martedì al sabato ed è inserita nell’ambito de Fotografia - Festival Internazionale di Roma, che si svolgerà dal 4 Aprile al 25 Maggio 2008. L’inaugurazione sarà anche l’occasione per degustare una selezione di rum e sigari cubani. La mostra è promossa dalla Galleria Studio Legale in collaborazione con l’associazione culturale Makenoise ed è curata da Salvatore Sanna. Una propaganda di regime che punta ancora sui vecchi e forse logori slogan rivoluzionari degli anni ´60 e la vera o presunta distanza con la quale i cubani fanno scorrere le proprie esistenze: un sentimento politico ancora forte e sentito, o dei semplici ornamenti che della originale carica patriottica e rivoluzionaria conservano solo la maschera retorica? Questo reportage fotografico vuole essere un documento del presente che, a partire dalle immagini, propone una verifica dei linguaggi e del loro corrispettivo sociale. Il lavoro di Manolo Cinti, che non scaturisce da una dogmatica premessa ideologica, invita a far riflettere sulla residua capacità attrattiva della propaganda comunista, in un paese che sembra ormai assuefatto e dimentico della vecchia passione. I tempi cambiano e la fotografia ha il potere di registrare anche lo slittamento di senso di una iconografia che è stata nuovissima e avanguardistica e che, in assenza di un reale ripensamento, testimonia l’ossimoro di una rivoluzione che invecchia. Manolo Cinti lavora attivamente come fotoreporter per la cronaca. Costituisce, insieme ad un gruppo di giovani artisti, l’associazione culturale “Makenoise”, un centro laboratoriale sulla fotografia, con l’intento di costruire un collettivo di fotoreportage. Espone la mostra “Sri Lanka Stories" a “Fotografia 2007 - Festival Internazionale di Roma", di cui presenta il catalogo durante “Alternativo”, Festival dello Sri Lanka. Salvatore Sanna docente di Fotografia e Comunicazione Visiva. Fotografo a livello professionale dal 1968, ha seguito molti giovani fotografi nell’allestimento di mostre e in presentazioni di tipo editoriale; nel 1972 inizia una collaborazione didattica con un Istituto Professionale che prosegue negli anni ’80 prima con l’”Istituto Europeo di Design” e quindi con l’”Istituto Superiore della Fotografia”. Al momento collabora con l’”Istituto Superiore di Fotografia e C. I. ”, con “Spazio Fare” e con altre realtà romane di recente costituzione. Fotografia-festival Internazionale di Roma è promosso dal Comune di Roma, prodotto da Zoneattive, con la direzione artistica di Marco Delogu. .  
   
   
GIÀ 7 MILA VISITATORI PER FATTORI A VILLA BARDINI PRIMO ECCELLENTE BILANCIO DELLA MOSTRA, MENTRE PROVINCIA E COMUNE VARANO UNA NUOVA LINEA ATAF PER COLLEGARE PONTE VECCHIO AL FORTE DI BELVEDERE E ALLA VILLA  
 
Firenze, 3 aprile 2008 - La nuova linea Ataf che da ieri collega il centro storico al Forte di Belvedere apre al turismo culturale spazi tanto straordinari quanto quasi dimenticati. Ma già in questi giorni circa 7000 persone sono salite per Costa San Giorgio a Villa Bardini per visitare la spettacolare mostra Fattori e il Naturalismo in Toscana che lo scorso 19 marzo ha inaugurato il ciclo di esposizioni ed eventi promossi dall’Ente Cassa di Risparmio con la Sovrintendenza Speciale per celebrare il più famoso degli artisti Macchiaioli a un secolo esatto dalla scomparsa (www. Firenzeperfattori. It) Questo primo, promettentissimo bilancio ufficiale è emerso oggi in Provincia, dove l’assessore ai Trasporti Maria Cristina Giglioli ha presentato la nuova linea Ataf con i rappresentanti di Palazzo Vecchio (vicesindaco Giuseppe Matulli e assessore al Turismo Silvano Gori), della stessa Ataf (direttore della comunicazione Mirco Cantelli) e dell’Ente Cassa (il consigliere Michele Gremigni, segretario generale della Fondazione Parchi Bardini e Peyron, ovvero dell’istituzione che gestisce Villa Bardini e le sue iniziative culturali). “In 13 giorni”, ha spiegato Gremigni, “la mostra di Fattori ha ricevuto una media quotidiana di oltre 500 visitatori, con punte di oltre 1000 persone a Pasquetta e oltre 1300 domenica scorsa. Un successo che soddisfa le migliori previsioni e che sarà senz’altro ulteriormente favorito da questa nuova linea di collegamento nata dalla collaborazione tra Provincia, Comune e azienda dei trasporti”. Si tratta di un servizio sperimentale, hanno ricordato assessori e vicesindaco, che collegherà appunto Ponte Vecchio e Forte Belvedere. Il minibus (20 posti di cui 10 a sedere) si chiamerà Forte e sarà attivo fino al 30 giugno. Il percorso prevede fermate in Via de’ Bardi, Via San Miniato, Costa San Giorgio, Piazza Pitti, Borgo San Jacopo. Frequenza ogni 25 minuti dalle 9,30 alle 20,30. Il costo del biglietto è identico a quello delle altre linee. L’investimento di € 27. 500 sarà diviso a metà tra Provincia (13. 500) e Comune (14. 000). La linea Forte integra il servizio navetta privato istituito dall’Ente Cassa tra Piazza Poggi e Villa Bardini. Un’integrazione fondamentale per incentivare l’uso del mezzo pubblico tra gli abitanti di Firenze e per far conoscere al mondo del turismo angoli meno frequentati. Curata da Francesca Dini, la mostra Fattori e il Naturalismo in Toscana presenta 35 opere per lo più di grandi dimensioni, mettendo a confronto il grande vecchio dell’arte italiana con dieci più giovani pittori (Panerai, Micheli, Sorbi, Cannicci, Lecconi, Ferroni, i fratelli Gioli, i cugini Tommasi). Ne risulta una Toscana di fine Ottocento straordinariamente accesa di luci e di colori, fatta di vasti paesaggi e natura incontaminata, di lavoro dei campi e placidi buoi, di boschi, fiumi e colline, di vita cittadina e selvaggio west maremmano, con molti cavalli, contadine, soldati e popolani. Scenografie di taglio cinematografico, fotogrammi spettacolari, memorie palpitanti di un inconfondibile angolo di mondo. “Sono molto lieto”, dice il presidente dell’Ente Cassa Edoardo Speranza commentando l’ottimo primo bilancio, “che turisti e fiorentini abbiano apprezzato questa nostra iniziativa. Il cui scopo è far riscoprire Giovanni Fattori e i grandi pittori della sua epoca in un ambiente come Villa Bardini, il più idoneo per sottolineare l’ispirazione naturalista di quegli artisti” .  
   
   
GOLF - INIZIA AD ASTI IL FEUDO D´ASTI GOLF OPEN LPGA TOUR: PRIMO MAJOR FEMMINILE CON GIULIA SERGAS E SILVIA CAVALLERI EUROPEAN TOUR: CINQUE ITALIANI IN PORTOGALLO  
 
Roma 3 aprile 2008 - Inizia sul percorso dell´A. S. D. Golf Feudo d´Asti il primo dei sei tornei italiani in calendario nell´Alps Tour: è il Feudo d´Asti Golf Open (3-5 aprile) che si gioverà della presenza dei migliori elementi del circuito. Numerosi al via i professionisti italiani tra i quali possono puntare al titolo Marco Crespi, Matteo Delpodio, reduce dal secondo posto a Casablanca, Emmanuele Lattanzi, Andrea Maestroni, Nicola Maestroni, Gregory Molteni, Alessandro Napoleoni, Michele Reale e Andrea Zani. Tra gli stranieri occhio ai francesi Benoit Bozio e Julien Grillon, allo svizzero Robert Wiederkehr, allo spagnolo Domingo Hospital e allo svizzero Thomas Feyrsinger, che ha offerto un´ottima prestazione nel Challenge Tour (2° nel Kenya Open). Il Feudo d´Asti Golf Open è la prima delle undici gare dell´Italian Pro Tour, curato dal Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti della Fig, presieduto da Donato Di Ponziano e con Alessandro Rogato alla regia sui campi. Il circuito avrà quale main sponsor Bartolini Corriere Espresso, e quali sponsor Protiviti e Ab Creative. Quest´anno vi sarà una importante novità: l´Italian Pro Tour, infatti, si farà promotore di una iniziativa di grande valore sociale a sostegno della ricerca sul cancro promossa da Airc (Associazione Italiana per Ricerca sul Cancro). Verranno coinvolti i circoli ospitanti le varie manifestazioni, attraverso l´organizzazione di cene. Agli invitati alla cena sarà richiesto di sostenere Airc con un contributo, mentre nel corso di tutte le pro am, legate ai vari eventi, i golfisti potranno effettuare libere donazioni. Lo stesso Comitato Organizzatore e gli Sponsor si faranno parte in causa in questa generosa gara di solidarietà. La partnership con Airc sarà promossa sui campi e in tutte le programmazioni dell´Italian Pro Tour sulla piattaforma televisiva Sky. E’ stato inoltre realizzato un “kit” (cappellino e spugnetta pulisci mazze marchiati Italian Pro Tour) che sarà offerto al pubblico sui campi di gioco a fronte di un contributo di 20 euro. Il kit sarà acquistabile anche sul sito della Federazione Golf. Tutti i fondi raccolti saranno destinati al programma “My First Airc Grant” che vedrà un giovane ricercatore al lavoro per un anno su un progetto di ricerca completamente indipendente. Lpga Tour: Sergas E Cavalleri Al Major - Primo major stagionale femminile con bella soddisfazione per Giulia Sergas e Silvia Cavalleri che vi prenderanno parte per confrontarsi con le migliori proette del mondo. Il Kraft Nabisco Championship (3-6 aprile) si disputa sul percorso del Mission Hills Cc a Rancho Mirage, in California, e ha una sola grande favorita, la messicana Lorena Ochoa, numero uno mondiale e lanciatissima dopo i due successi stagionali in tre gare. In passato, però, la Ochoa ha accusato parecchie difficoltà in questo tipo di tornei, tanto che ne ha vinto solo uno l´anno scorso. Dunque possono sperare Annika Sorenstam, alla ricerca del perduto trono mondiale, Paula Creamer, Karrie Webb, Cristie Kerr e la campionessa uscente Morgan Pressel, insieme al solito gruppetto di coreane che regolarmente appaiono in alta classifica. Il montepremi è di 2. 000. 000 di dollari. European Tour: Cinque Italiani In Portogallo - Emanuele Canonica, Francesco Molinari, Edoardo Molinari, Alessandro Tadini e Paolo Terreni prendono parte all´Estoril Open de Portugal che si svolge all´Oitavos Dunes (Estoril, Portogallo). Il montepremi è di 1. 250. 000 euro con prima moneta di 208. 330. Il field risente della vicinanza del Masters, che si giocherà la prossima settimana ad Augusta (10-13 aprile), e di conseguenza quasi tutti i migliori hanno preso un turno di riposo per portarsi direttamente negli Stati Uniti. Non mancheranno, tuttavia, motivi di interesse per la presenza dell´irlandese Darren Clarke, dell´inglese Simon Dyson, del danese Thomas Bjorn, dell´austriaco Markus Brier e del giovanissimo inglese Oliver Fisher, sconfitto in spareggio la scorsa settimana dal francese Thomas Levet nell´Open de Andalucia e atteso con curiosità alla prova. Il Let Riprende Dalla Spagna - Dopo l´apertura con due gare in Australia, inizia la fase continentale del Ladies European Tour che propone un torneo a squadre riservato a quaranta proettes, la Vci European Ladies Golf Cup (3-6 aprile) al La Sella Golf Club di Alicante in Spagna. L´italia sarà rappresentata da Veronica Zorzi e Stefania Croce, che nel primo turno giocheranno con le inglesi Trish Johnson e Rebecca Hudson. Le due coppie sono tra le favorite insieme alle spagnole Tania Elosegui/paula Marti, alle francesi Stephanie Arricau/ludivine Kreutz e alle tedesche Martina Eberl/anja Monke. Il primo e il terzo giro si giocano con formula quattro palle la migliore, mentre il secondo e il quarto con una formula Greensome Chapman variata. Dopo il tee shot le giocatrici si scambiano la palla e, dopo aver giocato il secondo colpo, procedono con la migliore delle due alternandosi nei colpi. Il montepremi è di 300. 000 euro. Il Challenge Tour Rimane In Argentina - Nuova tappa in Argentina per il Challenge Tour dove, sul percorso dell´Hurlingham Club a Buenos Aires, si svolge il 103° Abierto Visa de la Republica, il più prestigioso torneo nazionale. Presenti quattro giocatori italiani: Alessio Bruschi, Marco Soffietti, Lorenzo Gagli e Michele Reale, con gli ultimi due che hanno trovato posto in extremis. Tra i possibili candidati al titolo gli argentini Rodolfo Gonzalez, Cesar Monasterio, Daniel Altamirano e il diciannovenne Estanislao Goya, vincitore domenica scorsa dell´Abierto del Centro, lo svedese Joakim Haeggman e l´olandese Taco Ramkes. Il montepremi è di 130. 000 euro. Us Pga Tour Con Mickelson E Scott - L´ausraliano Adam Scott, campione uscente, e lo statunitense Phil Mickelson non hanno sentito la necessità di riposarsi in vista del Masters e si presentano come i favoriti nello Shell Houston Open (3-6 aprile) al Redstone Cc di Humble nel Texas. In campo anche Geoff Ogilvy, Angel Cabrera e Padraig Harrington a rendere più interessante la gara che ha un montepremi di 5,6 milioni di dollari dei quali 990. 000 gratificheranno il vincitore. Campionati Italiani Match Play A Bologna - Si assegnano i primi titoli tricolori della stagione nei Campionati Nazionali Match Play che si svolgono sul percorso del Golf Club Bologna. Entrambe le gare prevedono l´eliminazione diretta sin dal primo turno, senza qualifica medal. Sono 64 i giocatori ammessi al torneo maschile (3-6 aprile) che effettueranno un solo turno nella prima giornata, poi due doppi turni e infine la finale, domenica 6, sulla distanza di 36 buche. Favoriti gli azzurri tra i quali citiamo Andrea Romano, Nino Bertasio, Niccolò Quintarelli, Andrea Perrino, Leonardo Motta e Benedetto Pastore. Il campionato femminile, con tabellone a 32 ragazze, si svolgerà in tre giornate (4-6 aprile) con doppi turni nelle prime due e finale su 36 buche. Tra le favorite Anna Roscio, Chiara Brizzolari, Alessandra Averna, Enrica Prando e Alessandra De Luigi. .  
   
   
CICLISMO, LA "SEI GIORNI" RINASCE ALL´EICMA PROSPERINI: ULTIMA EDIZIONE HA PORTATO FORTUNA A MILANO PER EXPO  
 
Milano, 3 aprile 2008 - "E adesso tutti in sella a pedalare verso l´Expo 2015". E´ l´invito dell´assessore regionale ai Giovani, Sport e Turismo, Pier Gianni Prosperini, che ieri ha partecipato alla presentazione della "Sei Giorni" di Milano. Dopo il preludio di un anno fa - con l´organizzazione in occasione di Eicma di "Bike4show", 4 giorni di gare - la "Sei Giorni" torna davvero, dal 4 al 9 novembre, nel padiglione 7 della Fiera di Rho Pero, all´interno della 66ma Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo. L´evento, fra l´altro, è già stato inserito nel calendario internazionale delle manifestazioni ciclistiche. "Grazie alla preziosissima collaborazione di Regione Lombardia in particolare e di Fiera Milano - ha detto Guidalberto Guidi, Presidente di Confindustria Ancma e di Eicma - possiamo mantenere la nostra promessa e restituire al mondo del ciclismo, alla Città di Milano e alle centinaia di migliaia di visitatori del Salone del Ciclo e Motociclo un evento che ha radici profonde nella cultura sportiva di questa città e del nostro Paese". "Il ciclismo a Milano e in Lombardia trova la sua collocazione naturale - ha detto Prosperini portando il saluto del presidente Roberto Formigoni -. Anzitutto a nome suo, ringrazio Ancma ed Eicma per aver contribuito nell´ultima edizione a promuovere l´Expo 2015 a Milano". "Chissà che non sia stata proprio la maglia indossata dal campione del mondo Paolo Bettini (che riportava il logo dell´Expo) - ha aggiunto - a portare fortuna e far sì che Milano vincesse la sfida con Smirne. Comunque è stato un gesto che ha testimoniato una straordinaria convergenza di intenti per il bene di Milano, della Lombardia e dell´intero Paese". Gli organizzatori hanno confermato la presenza di Paolo Bettini alla "Sei Giorni" di Milano. Il Velodromo Sarà utilizzato un impianto di 166 metri, invece dell´anello di 200 metri utilizzato per "Bike4show" 2007. "La scelta - ha spiegato Silvio Martinello, ex olimpionico, responsabile del progetto - è stata fatta con l´obiettivo di avere una migliore resa dal punto di vista tecnico e spettacolare, ed un impatto scenico maggiormente adeguato al contesto in cui l´evento si svolge. Il velodromo di 166 metri valorizzerà ulteriormente l´aspetto agonistico, rendendo le gare più spettacolari, più divertenti e più combattute. Tutto ciò naturalmente a vantaggio dei tanti spettatori appassionati che ci prepariamo ad accogliere". L´esperienza del 2007 ha suggerito qualche accorgimento. In particolare, è stato modificato il progetto relativo alle tribune, aumentando la pendenza per consentire agli spettatori una visuale ottimale; modificato anche il ponte di accesso al centro della pista, mentre l´interno della pista sarà attrezzato per accogliere personalità, autorità e sponsor, ma anche il pubblico che vorrà provare l´emozione di assistere alle gare, in compagnia ed allegria, dall´interno dell´impianto. Il Format Dell´evento Sarà quello felicemente riproposto a Bikes4show nel 2007: una combinazione vincente di show musicale ed evento agonistico, tale da coinvolgere il pubblico in quella atmosfera festosa che tanto successo riscontra da sempre nelle maggiori manifestazioni "seigiornistiche" mondiali. Il programma agonistico, comprenderà tutte le specialità che fanno tradizionalmente parte del programma delle 6 giorni: americana, eliminazione, corsa a punti, sprint, derny e gare a cronometro. Le prime 2 giornate della "6 Giorni" avranno luogo nei primi 2 giorni del Salone del Ciclo e Motociclo, che sarà aperto solo agli operatori. Ciò consentirà di aprire le porte del Velodromo a migliaia di studenti delle scuole elementari e medie della Provincia di Milano, per far conoscere loro il particolare mondo del ciclismo su pista. Essenziale, per il raggiungimento di questo obiettivo, sarà la collaborazione della Federazione Ciclistica Italiana , che potrà coinvolgere centinaia di società giovanili che operano nel territorio della Lombardia, ma non solo, alle quali sarà data la possibilità di far vivere ai propri giovani tesserati momenti indimenticabili, a stretto contatto con alcuni tra i campioni più amati del ciclismo mondiale. Il Cast Dei Partecipanti La scelta della pista da 166 metri obbliga a limitare il campo dei partenti a 12 coppie di corridori (erano 15 nel 2007, a "Bikes4show"). L´inserimento nel calendario internazionale consentirà di avere alla partenza anche alcuni tra i migliori specialisti stranieri del momento. C´è la volontà di organizzare un evento in contemporanea, riservato agli under 23 e juniores. Anche da questo punto di vista sarà determinante la collaborazione della Fci, alla quale è già stata inoltrata formale richiesta. Superstar È già certa la presenza del 2 volte campione del mondo e vincitore della medaglia d´oro alle Olimpiadi di Atene Paolo Bettini, sempre più a suo agio nelle gare su pista. Con Marco Villa, il più grande pistard italiano in attività, Bettini ha vinto l´edizione 2007 di "Bikes4show". Ciclismo, Presentata La Guida Lombarda Del 2008 - Settecentodieci società affiliate, 13. 143 atleti tesserati con 8. 822 tra tecnici e dirigenti e 1. 151 gare effettuate. Sono le cifre del ciclismo lombardo (forte di 48 titoli nazionali, 7 europei e 2 mondiali), racchiuso in una guida sulle attività del 2007, che oggi i vertici del mondo delle due ruote hanno presentato nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Regione, alla presenza del presidente della Regione, Roberto Formigoni, e dell´assessore allo Sport, Giovani e Turismo, Pier Gianni Prosperini. Alla conferenza stampa sono intervenuti, tra gli altri, Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Oreste Casati, presidente del comitato regionale della Fci, Franco Ballerini, due volte campione del mondo e responsabile delle squadre nazionali. Un settore, quello del ciclismo, che gode di ottima salute e si appresta ad affrontare con entusiasmo l´ormai prossimo appuntamento con i Mondiali su strada, dal 22 al 28 settembre a Varese. "Un evento - ha ricordato il presidente Formigoni - che va a concludere nel migliore dei modi il quadriennio olimpico 2005 - 2008". E, in tema di gare, c´è "soddisfazione e orgoglio - ha detto Formigoni - pensando all´ultima competizione vinta, quella dell´Expo, che sarebbe stato disastroso perdere. Perché abbiamo bisogno di riacquistare fiducia in noi stessi, perché abbiamo le qualità per far bene". Formigoni ha sottolineato "l´attenzione verso il mondo del ciclismo, orgoglio della tradizione sportiva lombarda, fondamentale per la valenza educativa verso i giovani che lo praticano". Una cultura - ha detto il presidente - "che valorizza la passione e l´agonismo, strumenti in grado di trasmettere quei valori umani e sportivi che contraddistinguono in modo particolare il mondo delle due ruote". "E´ uno sport tipicamente italiano - ha ricordato Prosperini - che in passato ha saputo darci grandi soddisfazioni, grazie anche ad eventi come il Giro che, insieme al Gran Premio di Monza, costituiscono gli eventi più rappresentativi a livello internazionale per il nostro paese". Ma il sostegno di Regione Lombardia al ciclismo, in questi anni, è stato soprattutto un fatto concreto: tra strada, pista e mountain bike nel 2007 sono state circa un centinaio le manifestazioni a cui sono stati assegnati contributi per circa 370 mila euro. Senza dimenticare gli investimenti per la rete ciclabile, per la quale sono stati messi a disposizione, dal 2000 al 2006, oltre 21 milioni di euro per 184 progetti. .  
   
   
SPORT: INDAGINE DELL´OSSERVATORIO SU GIOVANI E IMPRESE  
 
Pescara, 3 aprile 2008 - Un´indagine sul rapporto tra sport, giovani e imprese, è stata avviata dall´Osservatorio regionale dello sport d´Abruzzo. L´iniziativa, promossa in collaborazione con la Regione, il Coni Abruzzo,la Scuola regionale sport dell´Abruzzo e l´Università degli Studi di Teramo, è stata presentata dal vicepresidente della Giunta regionale. "E´di notevole importanza la collaborazione stabilita tra il Coni e l´Università di Teramo - ha sottolineato il vicepresidente della Giunta - così come è importante l´indagine avviata dall´Orsa, infatti è sulla base di queste indagini che illustrano lo stato di determinate attività, come quella sportiva, che poi prenderemo decisioni ed anche il fatto che l´indagine riguarda i giovani, che rappresentano il futuro, ha la sua importanza". Per il vicepresidente "queste indagini favoriscono le politiche di prevenzione, infatti dando impulso alla pratica sportiva si risparmia anche sui costi della sanità". I progetti di ricerca riguardano "Sportainment. Abitudini, inclinazioni ed opinioni dei giovani abruzzesi, un´indagine nelle scuole medie inferiori e superiori" e "Le sponsorship. Un´indagine sul rapporto tra società sportive e imprenditoria abruzzese". Per il primo progetto di indagine la somministrazione dei questionari, in sessantasei scuole medie inferiori e superiori delle quattro province, è stata avviata nello scorso mese di marzo e si concluderà entro maggio. L´elaborazione dei dati e la stesura dei risultati finali sono previste tra giugno e settembre. I risultati saranno diffusi entro l´autunno prossimo. Per il secondo progetto il campionamento delle imprese sponsor, l´impostazione degli strumenti d´indagine, la rilevazione e raccolta dei dati e la stesura e diffusione dei risultati finali avverranno entro il 2009. .