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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Settembre 2008
INCONTRO DEL PRESIDENTE DELLA TOSCANA CON LA DIRETTRICE DEL DIPARTIMENTO AGRICOLTURA UE DORMAL MARINO MARTINI: «IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA È NELLO SVILUPPO RURALE» I PRIMI DATI DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE: 9500 DOMANDE PRESENTATE IN 3 MESI  
 
 Terricciola (Pisa) - Il futuro dell’agricoltura è nello sviluppo rurale, cioè in tutte quelle politiche capaci di valorizzare il territorio rurale nel suo insieme, creando le condizioni perché le aziende agricole possano continuare la loro attività e rimangano competitive. E’ su questo concetto di fondo che si è sviluppato il colloquio tra il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e Loretta Dormal Marino, direttrice generale aggiunto della direzione generale agricoltura della Commissione europea. L’incontro è avvenuto, il 26 settembre, a Terricciola (Pisa), nei locali dell’enoteca comunale, durante la visita di due giorni in Toscana dell’alta dirigente comunitaria, nel corso della quale ha potuto vedere di persona alcuni degli interventi realizzati nel territorio toscano (in particolare in provincia! di Pisa) grazie ai contributi comunitari. «Il nostro punto di vista sulla centralità dello sviluppo rurale per l’agricoltura, e quindi sull’esigenza di dare sempre più centralità agli interventi legati non solo alle produzioni, ma a una visione più allargata del mondo rurale, e quindi al paesaggio, all’ambiente, alla vita nei comuni montani, è stato apprezzato da parte della direttrice Dormal Marino, che ha mostrato piena attenzione per le nostre posizioni»,0 ha commentato il presidente. All’alto dirigente comunitario sono stati evidenziati anche i segnali concreti di grande interesse della Toscana rurale verso le opportunità di investimento trainate dai fondi comunitari: in poco più di tre mesi dall’avvio dei bandi per il piano di sviluppo rurale 2007-2013 sono state circa 9. 500 le domande presentate, per interventi capaci di rendere più moderna, funzionale e efficiente sia la rete delle aziende sia l’intero sistema ! rurale toscano. Segno questo, si è sottolineato nell’incontro, di una capacità di guardare il futuro con slancio e senso di prospettiva, senza fermarsi alla difficile congiuntura economica attuale. Nel corso della riunione, presidente della Regione e direttrice Ue si sono confrontati su vari aspetti delle politiche comunitarie in relazione ai ruoli di Regione e Unione Europea. Tra i temi al centro del confronto anche la questione Ogm: Martini ha ribadito la posizione della Toscana e quella della rete europea Ogm-free di cui è stata co-fondatrice evidenziando le preoccupazioni per una regione che fa della biodiversità il segno distintivo delle sue produzioni. Sul tema, attualmente sul tappeto a livello comunitario, della possibile coesistenza tra prodotti tradizionali e Ogm, il presidente ha dunque indicato l’esigenza di prendere concretamente in esame la situazione e l’organizzazione dei territori per comprende! re come, in certe aree, la scelta non dovrà avvenire su! base az iendale: in un territorio come quello della Toscana, basato su un tessuto di aziende piccole, i rischi di contaminazione del transgenico sarebbero altissimi. .  
   
   
COOPERAZIONE TRA REGIONE UMBRIA E VOJVODINA OGGI A NOVI SAD CONFERENZA FINALE DEL PROGETTO  
 
Si tiene oggi a Novi Sad, capoluogo della Provincia autonoma della Vojvodina (in Serbia), la Conferenza finale del progetto di cooperazione bilaterale “Ineps” promosso dal Ministero dello Sviluppo economico italiano e dal Ministero dell’Economia e dello sviluppo regionale serbo e di cui è partner la Regione Umbria. Fra i relatori della Conferenza, saranno presenti i rappresentanti del Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria “3A”. Dal 2006, sulla base del Protocollo d’intesa siglato tra Regione Umbria e Provincia autonoma della Vojvodina, il Parco Tecnologico umbro ha infatti realizzato importanti interventi per il settore agricolo ed agroalimentare, in particolare sulla diffusione della qualità. Sono numerose, sottolineano dal Parco Tecnologico Agroalimentare, le esperienze e le progettualità realizzate in Serbia e in particolare in Vojvodina all’interno del progetto “Ineps” relativo alla promozione della cooperazione istituzionale tra Italia e Serbia finalizzata alla condivisione delle metodologie e degli strumenti della programmazione negoziata per lo sviluppo socioeconomico territoriale, con particolare attenzione al modello offerto dai Patti territoriali per l’occupazione. Partenariati, sia pubblici sia privati, hanno contribuito ad identificare, elaborare e promuovere le linee strategiche di intervento per favorire la cooperazione e lo sviluppo integrato dei territori anche in vista del cambiamento di “status” della Serbia, oggi sempre più vicina all’Unione Europea. Alla Conferenza di Novi Sad, in particolare, è prevista la relazione di Stefano Briganti (di “3A”) che illustrerà i risultati dello studio di fattibilità di un Parco tecnologico agroalimentare in Vojvodina. . .  
   
   
LA REGIONE PUGLIA SOSTERRÀ L’AGRICOLTURA BIOLOGICA IN ALBANIA  
 
La Puglia insieme all’Istituto agricolo di Bari supporterà lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Albania nell’ambito di un progetto siglato dal Ministro delle finanze Jemin Gjana ed Enzo Russo, dell’Istituto pugliese. L’idea progettuale è incrementare la quantità e la qualità dei prodotti alimentari organici fatti in Albania e portare la loro produzione in conformità con i parametri dell’Unione Europea. Il Ministro dell’agricoltura, inoltre, ha ricordato che l’agricoltura biologica per quest’anno sarà supportata per la prima volta da sussidi statali. Il Ministero pagherà il 50% dei costi necessari per ottenere il certificato per le fattorie biologiche. .  
   
   
BASILICATA: TELEMATICA E RICERCA IN AGRICOLTURA PER ELEVARE STANDARD  
 
“Mettere a punto servizi e procedure on-line che permettano alle imprese agricole di migliorare i processi gestionali, accresce la competitività, semplificare le procedure amministrative anche interagendo in modo più efficace con la pubblica amministrazione, è estremamente importante per permettere al mondo agricolo di mettersi in rete in maniera sempre più funzionale”. Lo ha dichiarato il 27 settembre a Matera l’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata, Roberto Falotico, intervenendo al workshop: “L’agricoltura sul filo dell’innovazione - I servizi telematici Cia per le imprese agricole”, a cura della Confederazione Italiana Agricoltori, nell’ambito della seconda giornata di Orizzonti Lucani, la grande festa del gusto meridiano. Falotico, commentando con grande favore la realizzazione del progetto Se. Ta. , Servizi Telematici in Agricoltura, da parte della Cia, ha aggiunto: “Occorre spendersi anche sul fronte della ricerca, chiedendo un tavolo regionale specifico che ci consenta di mettere a punto strumenti innovativi per elevare gli standard di produzione, di commercializzazione ed in generale per accrescere la valorizzazione delle nostre produzioni”. “Innovazione e ricerca – ha concluso l’assessore – sono strumenti da mettere al servizio dell’agricoltura utilizzando possibilmente i ‘cervelli’ lucani che troppo spesso sono costretti ad emigrare per trovare adeguate collocazioni lavorative”. .  
   
   
BORSA MERCI DI PERUGIA  
 
“Condivido le preoccupazioni da Voi manifestate in relazione all’attuale situazione del mondo agricolo. Sono consapevole delle enormi difficoltà che le forti oscillazioni dei prezzi delle derrate agricole e il crollo delle quotazioni del grano degli ultimi mesi hanno causato alle imprese del settore”. Si apre così la lettera che il presidente della Camera di Commercio di Perugia Alviero Moretti ha indirizzato ai presidenti delle tre associazioni di categoria del settore agricolo - Coldiretti, Confagricoltura e Cia – che nei giorni scorsi hanno disertato la riunione del Comitato della Borsa Merci per protestare contro la persistente erosione delle quotazioni dei cereali, a Perugia spesso più basse rispetto a quelle fissate dalle altre Borse Merci italiane. Era stata la Coldiretti, con una nota inviata al Presidente della Camera di Commercio, a rendere partecipe l’ente camerale di una situazione definita “preoccupante, che rischia di aggravare il già difficile bilancio delle imprese agricole locali”. Nella sua risposta Moretti ha voluto sottolineare la grande attenzione che la Camera di Commercio perugina riserva all’andamento delle quotazioni registrate dal Comitato di Borsa e – ha assicurato – “sono testimone di uno sforzo da parte dell’Ente finalizzato a mettere a disposizione degli operatori economici dati ed elementi in ordine ai prezzi rilevati presso altre Borse Merci al fine di garantire l’omogeneità delle quotazioni locali alle quotazioni nazionali”. “Tuttavia – ha precisato Moretti - vorrei sottolineare che il Comitato insediato presso la Borsa Merci, ha lo specifico compito di rilevare i prezzi ai quali sono scambiati ogni settimana i principali prodotti agricoli sul mercato locale e che, dunque, prende atto del confronto e della dialettica esistente tra i vari operatori di mercato nella nostra realtà locale e registra l’andamento delle contrattazioni”. E’ convinzione del Presidente Moretti che un’efficace azione a tutela e a sostegno del mondo agricolo possa essere svolta efficacemente anche dall’interno del Comitato stesso e che nessun vantaggio possa essere tratto da azioni finalizzate a gettare ombre sull’operato degli Organi di Borsa. “Senza dimenticare - scrive Moretti – che il Comitato è composto in modo equilibrato da tutti i rappresentanti delle varie Associazioni di Categoria, sia quelle del mondo commerciale e industriale, sia quelle del mondo agricolo e che, nel corso degli anni, le quotazioni dei vari prodotti sono state stabilite all’unanimità nella quasi totalità dei casi”. “Confermo – conclude il Presidente della Camera di Commercio - la mia totale disponibilità in relazione a qualsiasi iniziativa di dialogo e di collaborazione che possa essere intrapresa tra i vari attori della filiera e a questo proposito ribadisco il mio impegno nel promuovere tavoli di confronto volti a evitare che si verifichino speculazioni a danno sia del mondo agricolo che dei consumatori”. . .  
   
   
“MODIFICARE STILI DI VITA E CONSUMI PRIMA CHE LA CRISI DIVENTI IRREVERSIBILE” L’APPELLO DEGLI ESPERTI INTERVENUTI ALL’INCONTRO SU "ECONOMIA DEL CIBO E CRISI ALIMENTARI"  
 
Prato - Modificare al più presto stili di vita e consumi prima che la crisi diventi irreversibile. Un appello ricorrente negli interventi di quasi tutti i relatori che hanno animato, il 27 settembre, il dibattito su “Economia del cibo e crisi alimentari”, che a cura dell’Arsia si è tenuto al Magnolfi Nuovo in questa terza giornata di Economia3. Maria Grazia Mammuccini, dell’Arsia, che moderava l’incontro, ha sottolineato in apertura la fortissima interdipendenza tra globale e locale, e indicato come fenomeni come la filiera corta, il mercato degli agricoltori, i gruppi di acquisto solidali siano esempi di come sta cambiando il modo di consumare. “Abbiamo esportato un modello di crescita economica e di consumo che già da noi non è sostenibile, ma che se esportato mette in crisi l’intero sistema avverte Andrea Segrè, economista agrario, presiede della facoltà di agraria di Bologna, ricordando che nel mondo gli affamati sono 925 milioni. “Il 16 ottobre – informa – sarà la giornata mondiale della fame, che c’è sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. La settimana precedente, invece, si celebrerà la giornata dell’obesità: il rovescio della medaglia. E gli obesi sono anche nei paesi in via di sviluppo. Il modello di sviluppo che stiamo esportando non funziona”. Segrè è tra gli ideatori del “last minute market”: recuperare prodotti vicini alla scadenza o con confezioni un po’ danneggiate (e che quindi verrebbero buttati) e donarli a chi ne ha bisogno. La crisi attuale, osserva Cinzia Scaffidi, del Consiglio internazionale di Slowfood, è la somma di più crisi. “Tre crisi potenti si sono verificate tutte insieme: ambientale, finanziaria e alimentare. C’è un! a crisi di carattere sistemico, e per fronteggiarla è necessario ragionare su tutto insieme”. Le soluzioni: cambiare da subito gli stili di vita, lavorare per la tutela della biodiversità, fare in modo che la ricerca vada avanti. Elemento fondamentale, quello della biodiversità,anche per Natalia Gusmerotti, di Coldiretti: “Importante la chiave territoriale, i percorsi di sviluppo locale”. Parole chiave, anche in questo caso, farmer market, mercato locale, filiera corta. “In Toscana piccolo è bello – ha detto Franco Cioni, di Unicoop Firenze – ma è necessario fare sistema. E infatti crescono i consorzi di piccoli produttori”. E Gianluca Brunori, Università di Pisa, che sostiene dal punto di vista scientifico il progetto Filiera corta della Regione Toscana: “Oggi ci troviamo di fronte a una crisi strutturale che richiede una profonda modifica. I consumatori consapevoli e motiva! ti aumentano sempre di più. E’ necessario cambiar! e paradi gma, dobbiamo pensare a un’agricoltura che non dipenda dal petrolio”. .  
   
   
LA CULTURA VENETA ACCOMPAGNERÀ I PRODOTTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ CERTIFICATA DELLA REGIONE  
 
 San Donà di Piave (Venezia) - Circa 500 luoghi della cultura veneta accompagneranno in Italia e nel mondo i prodotti agroalimentari di qualità certificata della regione, nel contesto di un progetto di valorizzazione articolato in più tappe e finalizzato a promuovere il Veneto e il suo territorio nei cinque continenti. Lo ha annunciato il 27 settembre il vicepresidente della giunta regionale Franco Manzato, concludendo il convegno organizzato a San Donà di Piave dall’Associazione di Produttori di Noci in Terra Veneta sul tema “Una vita sana: alimentazione e pratica sportiva”. L’affollato incontro, cui sono intervenuti tra gli altri medici cardiologi e di medicina sportiva, ha confermato le virtù salutistiche, specie in tema di prevenzione delle patologie cardiovascolari, derivanti da un intelligente consumo di noci, prodotto che in Veneto ha radici storiche antiche, ma sta conoscendo una seconda giovinezza grazie alla coltivazione di noceti in forma moderna e innovativa. La noce del Piave prodotta dall’Associazione ha inoltre avviato il percorso per ottenere la Denominazione d’Origine Protetta. Manzato ha colto l’occasione per delineare il percorso appena attivato dalla giunta regionale per promuovere le produzioni di qualità del veneto e con esse il territorio, la sua identità e la sua cultura. Martedì scorso è stata approvata la delibera che attiva il cosiddetto marchio ombrello, che in sostanza allarga l’utilizzo del logo turistico unificato anche alle produzioni agroalimentari venete di qualità che seguono un percorso di certificazione. Il logo è quello ormai noto che propone il Leone di San Marco del Veneto accanto alla stella a sette punte dell’offerta turistica, accompagnati dalla scritta “Veneto: tra la terra e il cielo. “Stiamo inoltre lavorando ad un accordo con la distribuzione – ha aggiunto Manzato – perché i prodotti veneti siano proposti in apposti spazi ben identificati, dove siano ben riconoscibili dal consumatore. Sto anche operando con Confturismo perché gli esercizi di ristorazione propongano almeno un menù veneto di prodotti certificati, segnalato anch’esso dal logo unificato, accanto alle loro classiche pietanze”. Il passaggio successivo sarà appunto quello di far accompagnare questi prodotti non solo dal logo identificativo, ma anche da immagini del Veneto culturale: Ville Venete, località storiche, opere d’arte, diffondendo così il grande patrimonio culturale di cui il Veneto è ricco. .  
   
   
NOCCIOLE DEL PIEMONTE: TARICCO SCRIVE A ZAIA PER LE SOGLIE DI AFLATOSSINE AMMESSE E I PROBLEMI DI MERCATO  
 
 L’assessore all’Agricoltura Mino Taricco ha inviato una lettera al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia sulle problematiche che interessano il settore della nocciola in Piemonte: il rischio di innalzamento della soglia ammessa di “aflatossine”, che desta preoccupazione in termini di sicurezza alimentare, in particolare per il prodotto di provenienza extra-Ue; e la necessità di tutelare al meglio la nocciola italiana nell’attuale situazione di mercato, che vede una forte concorrenza di prodotto turco. Il Codex Alimentarius (codice normativo in materia alimentare che fa capo a una Commissione internazionale) ha recentemente approvato nuove soglie per il contenuto in aflatossine delle nocciole (micotossine prodotte da funghi che attaccano le piante e i prodotti alimentari): in base a questa decisione, il livello massimo ammissibile passerebbe da 3 a 10 ppb (parte per bilione) per il prodotto destinato al consumo e a 15 ppb per quello destinato alla trasformazione industriale. La possibilità di aumentare le soglie di tossicità troverebbe riscontro anche in un pronunciamento dell’Efsa (l’Authority europea per la sicurezza alimentare) che esclude un reale pericolo per l’uomo, argomentando che si tratta di consumo stagionale. “E’ una situazione preoccupante – afferma l’Assessore Taricco – che, a mio avviso, non tiene in considerazione la provata pericolosità delle aflatossine quali agenti cancerogeni e potrebbe dar luogo ad una revisione in aumento degli attuali limiti vigenti nell’Unione Europea. Inoltre riteniamo sia assolutamente necessario estendere e potenziare le attività di controllo sulle importazioni, che sono oggi limitate al 5% della merce in arrivo, al fine di salvaguardare adeguatamente la sicurezza alimentare dei cittadini europei e italiani. ” Un secondo fattore di preoccupazione è costituito dall’attuale situazione di mercato, nella quale il prodotto italiano, e in particolare quello di qualità superiore come il prodotto piemontese, è sottoposto alle forti pressioni della produzione turca, che la Commissione Europea stima in circa 900. 000 tonnellate per il 2008, un quantitativo superiore al consumo mondiale di nocciole. Nel contempo l’innalzamento dei limiti relativi alle aflatossine, consentirebbe l’approdo al mercato di prodotto qualitativamente inferiore e sanitariamente più rischioso. “Sono evidenti le ripercussioni negative che si avrebbero sul prodotto italiano – sottolinea Taricco – caratterizzato da standard più alti di qualità e sicurezza, rispetto a prodotti esteri meno controllati. Ritengo che il nostro Paese debba intervenire con decisione a livello comunitario per salvaguardare, contemporaneamente, la salute dei cittadini ed i produttori di nocciole. ” I dati sulla produzione di nocciola in Piemonte. La produzione si estende su circa 13. 000 ettari con oltre 7000 aziende: oltre il 75% della produzione si concentra in provincia di Cuneo, il 14% in provincia di Asti, il 5% in provincia di Alessandria. Si registra una produzione complessiva di oltre 5400 tonnellate l’anno, di cui circa 2700 certificate Nocciola Piemonte Igp (Indicazione Geografica Protetta). .  
   
   
“CARNE BOVINA” SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Nel 2007 si registra una diminuzione delle macellazioni (2,5% rispetto al 2006), secondo l’andamento rilevato dai maggiori operatori del settore, con un calo del 9,1% per i vitelli e del 2 % per i vitelloni, aumento dell’1% per buoi e tori e dell’1,6% per le vacche. L’istat registra per le macellazioni 2007 un incremento dello 0,8%, che non risulta compatibile con la produzione realmente effettuata dai macelli. La flessione del numero di capi macellati è pari al 2,5%, mentre risulta stabile la resa alla macellazione. Nella macellazione bovina continua il processo di concentrazione produttiva con la sparizione di piccole strutture artigianali, non in grado di adeguarsi alle normative comunitarie e di medio piccole aziende industriali. Le maggiori strutture, in ragione della maggiore efficienza produttiva, sono sempre più preferite dalla domanda qualificata e in crescita (Gd, Do, industria, catering), in relazione alla capacità di soddisfare le richieste produttive (prontotaglio fresco e sottovuoto) e distributive, alla garanzia di prodotto controllato e certificato, grazie ad una produzione sempre più standardizzata e mirata al controllo totale della filiera. La concorrenza si gioca sempre più a livello globale, orientata all’internazionalizzazione, all’integrazione verticale e all’aggregazione tra aziende, spinta fino ai mercati finali di consumo, come modalità di risposta alla riduzione del potere contrattuale nei confronti del trade. Dati di sintesi, 2007
Numero totale di macelli di solo bovino 1. 541
Numero di macelli industriali(a) 35
Numero di addetti macelli industriali(a) 1. 100
Numero di addetti per impresa industriale(a) 31
Valore della produzione, a prezzi all’ingrosso (Mn. Euro)(b) 2. 460
Variazione media annua della produzione 2007/2003 (%):
· in quantità -1,0
· in valore 1,8
Valore aggiunto totale (Mn. Euro) 14,5
Valore aggiunto per addetto delle imprese industriali (‘000 euro)(a) 13,2
Quota della produzione prime 4 imprese/gruppi(c) (%) 23,4
Quota della produzione prime 8 imprese/gruppi(c) (%) 29,4
Export/produzione(c) (%) 11,0
Import/consumo(c) (%) 34,9
Valore del mercato, a prezzi all’ingrosso (Mn. Euro) 4. 024,9
Valore del mercato, a prezzi finali (Mn. Euro) 5. 033,0
Variazione media annua del mercato 2007/2003 (%):
· in quantità 0,2
· in valore 3,0
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(c) 18,3
Quota di mercato prime 8 imprese (%)(c) 23,8
Previsioni di sviluppo della produzione(c):
· 2008/2007 (%) calo
· 2009/2008 (%) calo
· tendenza di medio periodo calo
a) - con capacità produttiva superiore a 20. 000 capi/annui macellati b) - compresi macelli pubblici c) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
MATERA, FILIERA DEI SALUMI.  
 
Si va verso costituzione Consorzio Un concreto passo in avanti verso la costituzione di un consorzio di tutela, produzione e valorizzazioni della filiera dei salumi del Materano è stato fatto il 26 settembre a Tricarico, nel corso di un incontro promosso dalla Camera di Commercio di Matera, che ha visto la partecipazione di amministratori della Comunità montana del Medio Basento, dell’Alsia, del Comune di Tricarico, dell’azienda speciale Lachimer, laboratorio polifunzionale per le imprese della Camera di Commercio di Foggia e di rappresentanti delle associazioni professionali. I partecipanti hanno concordato di rivedersi il 9 ottobre, sempre a Tricarico, per definire tempi e modi per concretizzare una fase che annovera un primo nucleo tra produttori, allevatori e trasformatori della filiera dei salumi. Il “Lachimer’’ ha,infatti, monitorato sul piano della “rintracciabilità e della sicurezza alimentare’’ sei aziende con 250 suini e circa 200 chilogrammi di prodotto certificato (salumi e altre specialità) della filiera. L’iniziativa è seguita alla convenzione tra l’azienda speciale Cesp della Camera di Commercio e l’ Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura (Alsia)in materia di valorizzazione delle produzioni tipiche locali e alle azioni volte a sostenere la nascente filiera dei salumi. “ Dall’ incontro di Tricarico – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Matera, Domenico G. Bronzino - abbiamo ricevuto utili indicazioni e conferme per valorizzare i prodotti tipici della buona tavola lucana e di un’area a forte vocazione nel settore degli allevamenti e di lavorazione degli insaccati, che possono costituire una componente importante dell’offerta turistica del territorio. Va ora allargata la base della filiera, a tutta l’area del comprensorio della collina materana, per giungere alla costituzione del consorzio. L’azione sulla filiera dei salumi si affianca a quanto la Camera di Commercio ha già fatto e continuerà fare per l’ortofrutta del Metapontino, il pane igp e il vino Doc Matera, in un programma di promozione del territorio che lega l’agricoltura,all’artigianato, l’ambiente al turismo. Lavoreremo anche sul lattiero-caseario per realizzare un paniere di prodotti da valorizzare dal pane, all’olio, al vino, ai salumi all’ortofrutta, cercando sinergie con altri enti e soggetti del territorio. Solo facendo massa critica, utilizzando al meglio risorse e opportunità, potremo essere competitivi sui mercati italiani e stranieri con i sapori genuini della buona tavola lucana ’’. Consensi e impegno a portare avanti il progetto di tutela, qualificazione e valorizzazione della filiera dei salumi sono venuti dal sindaco di Tricarico, Raffaello Marsilio,che ha evidenziato le potenzialità del settore agrozootecnico e l’ ubicazione in loco della sede consortile, dal vicepresidente della Comunità Montana Franco Lapata che si è soffermato sui ritorni per l’economia locale e sulla tradizione che il territorio vanta in questo settore. Nicola Minichino, presidente del Copagri e componente del Cesp, a nome delle associazioni degli allevatori ha auspicato che si possa giungere alla costituzione di un marchio territoriale che valorizzi le produzioni tipiche locali, come è stato fatto in altre aree della Basilicata. .  
   
   
PESCA: CASSA INTEGRAZIONE, RISORSE ESIGUE  
 
“Si poteva fare di più, ma l’importante è aver raggiunto un accordo in tempi rapidi”. Questo il commento del presidente della Federcoopesca-confcooperative, Massimo Coccia, all’intesa raggiunta, oggi presso il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, tra associazioni di categoria e sindacati sull’Accordo quadro relativo alla cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga per il settore della pesca. Una misura –prevista dalla legge 2 agosto 2008, n. 129- che ha una dotazione finanziaria di 10milioni di euro. I beneficiari della misura saranno il personale dipendente e i soci lavoratori del settore marittimo. Prossima fase per l’attuazione di quanto previsto dall’accordo è la realizzazione degli accordi locali. “E’ sul territorio – conclude Coccia- che si giocherà la partita più importante. Le risorse a disposizione, infatti, non sono illimitate. Bisognerà, quindi, mettersi subito al lavoro a livello territoriale per evitare che una coperta troppo corta possa essere utilizzata solo da alcuni”. Secondo la Federcoopesca-confcooperative è importante che questo strumento diventi “da misura di emergenza a misura di sistema”. .  
   
   
COOPERAZIONE FRA PIEMONTE E SENEGAL AD ASTI CONNUBIO GASTRONOMICO FRA IL PESCECANE ED IL BARBERA  
 
L´assessore regionale alla Formazione professionale Giovanna Pentenero ha incontrato il 26 settembre una delegazione del Senegal composta dal Presidente del consiglio della regione senegalese di Ziguinchor Demba Diagne, dal consigliere tecnico Souleymane Sall e dal Presidente della Camera di Commercio e del consorzio degli operatori turistici della stesa regione Pascal Ehemba. Oggetto dell´incontro le iniziative che la Regione Piemonte cofinanzia nell´ambito della cooperazione internazionale: in particolare si è parlato di un progetto già in avanzata fase di realizzazione che vede coinvolto anche il Comune di Asti e l´associazione Pavia Asti Senegal onlus. Vista la forte presenza di senegalesi nel territorio astigiano sin dal 1991 era nato questo comitato che negli anni ha attuato in Senegal una serie di interventi mirati soprattutto a garantire l´autosufficienza alimentare delle popolazioni locali. Un importante obiettivo realizzato nell´ambito del progetto sono stati l´acquisto e la fornitura di un trattore con attrezzi meccanici agricoli (rimorchio, erpice, due motocoltivatori) adatti a migliorare la produttività delle coltivazione e la manutenzione della diga antisale che ha consentito in pochi anni di raddoppiare la produzione del riso, alimento essenziale per la vita in quella regione. Ma il progetto va molto più in là: in occasione del festival delle sagre di Asti, in questi giorni un cuoco senegalese prepara piatti di pescecane (pescato nelle acque del Senegal) abbinato al vino Barbera di Asti. "La cooperazione internazionale - ha spiegato l´assessore Giovanna Pentenero - consente non solo scambi culturali, ma permette una crescita economica di entrambe le regioni coinvolte: ad esempio è pensabile che attraverso il consorzio degli operatori turistici di Ziguinchor, sia possibile veder servito del vino piemontese negli hotel di quella regione senegalese". Presenti all´incontro anche l´assessore alle Politiche sociali del comune di Asti Pierfranco Verrua, il Presidente della Coldiretti Piemonte Giorgio Ferrero, il Presidente del Comitato Pavia Asti Senegal Onlus Cesare Quaglia e il responsabile dell´attività in Senegal di questo comitato Alberto Del Giacco. Ulteriori notizie sull´attività del Comitato Pavia Asti Senegal Onlus sul sito internet www. Cpas. It .  
   
   
CONVEGNO SU MELICOLTURA  
 
Abbandonare le concorrenzialità esistenti tra i produttori del Friuli Venezia Giulia, per valorizzare la neonata Dop della mela Julia, il disciplinare della quale è stato pubblicato lo scorso 6 giugno sulla Gazzetta Ufficiale, per rilanciare il settore nella nostra regione, rendendolo competitivo con le realtà già affermate, che spesso utilizzano anche il nostro prodotto con i loro marchi. E´ quanto ha affermato l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna, Claudio Violino, intervenendo il 27 settembre a Pantianicco all´annuale convegno tecnico sulla melicoltura, svoltosi nell´ambito della trentanovesima Festa della mela, moderato da Loris Mestroni. Quest´anno l´ormai tradizionale appuntamento di confronto sulle problematiche del settore verteva sull´immagine della mela e dei suoi trasformati nell´alimentazione. Dopo i saluti di Lucio Cisilino, presidente della Pro loco che organizza la festa, del sindaco di Mereto di Tomba, Andrea Cecchini, dell´assessore provinciale alle Attività Produttive, Daniele Macorig, di rappresentanti dell´Ersa e della Camera di Commercio di Udine, i temi del convegno sono strati sviluppati da Bruno Tellia, dell´Università di Udine, e da Elisabeth Och, tecnico di marketing. Secondo Tellia, il quale ha citato gli esiti della ricerca mirata sul consumo della mela e dei derivati, effettuata tramite un progetto Interreg, per i consumatori conta molto la ´marca´, o meglio il marchio con il quale vengono commercializzate le mele. Si tratta inoltre di un frutto molto diffuso, consumato dal 90 per cento degli intervistati. Soprattutto dagli ultra cinquantaseienni (l´86 per cento tra gli intervistati di questa fascia d´età), dalle persone tra i 26 e i 55 anni d´età (65 per cento), da quelle tra i 18 e i 35 anni (40 per cento). Le mele vengono poi associate al concetto di freschezza e salute, forse anche per effetto dell´antico detto ´una mela al giorno toglie il medico di torno´. Un beneficio confermato anche dalle ricerche mediche più attuali. Poco conosciuti e diffusi sono invece i prodotti derivati. Secondo la Och, invece, occorre far percepire meglio ai consumatori la qualità della mela friulana, talmente elevata da essere commercializzata anche fuori regione con altri marchi. Che fare dunque per rilanciare la mela friulana, che viene realizzata su circa 1300 ettari del frutteto regionale? Occorre, secondo Violino, che i tre principali produttori del Friuli Venezia Giulia, Mela Julia, Friul Fruit e Mela Mandi, sappiano fare sistema, rafforzando così l´immagine della mela nostrana e valorizzandola nel contempo. Però, trattandosi di una produzione complessivamente limitata, serve puntare ai mercati di nicchia anche sfruttando le potenzialità della filiera corta (dal produttore al consumatore, o al trasformatore), che anche la nascita della Dop, la quale è in fase di riconoscimento definitivo, concorrerà a realizzare. . .  
   
   
AOSTA: ATTIVITA’ FORMATIVE PER OPERATORI VITIVINICOLI  
 
Nell’ambito delle attività formative della Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari, l’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali organizza il corso “Inglese in tasca” e il seminario “Route des Vins: laboratorio didattico”, entrambi rivolti agli operatori vitivinicoli che operano direttamente con la clientela attraverso l’accoglienza in azienda e la promozione del proprio prodotto. Il corso “Inglese in tasca per operatori vitivinicoli” si propone di impartire agli allievi le conoscenze linguistiche essenziali per avviare rapporti commerciali con la clientela inglese. Le lezioni, alle quali sarà ammesso un massimo di venti partecipanti, si terranno dal 4 novembre al 9 dicembre, ogni martedì e giovedì dalle 16. 30 alle 18. 30, per un totale di venti ore. Il seminario “Route des Vins: laboratorio didattico per gli operatori vitivinicoli”, rivolto agli operatori aderenti all’associazione Route des Vins, ha l’obiettivo di approfondire gli aspetti relativi allo sviluppo di una strada del vino e dei servizi di accoglienza in azienda ad essa correlati, fornendo le basi della comunicazione del vino e del territorio, dell’accoglienza in cantina, del marketing di una strada del vino ed analizzando alcune realtà esistenti. Il seminario si terrà nella giornata di venerdì 21 novembre, dalle 9. 30 alle 12. 30 e dalle 14 alle 17. Il corso e il seminario, a carattere gratuito, si svolgeranno nel salone dell’Assessorato dell’agricoltura, in località Grande Charrière n. 66 a Saint-christophe. Le iscrizioni potranno essere effettuate da mercoledì 1° a giovedì 30 ottobre all’Ufficio formazione e aggiornamento professionale (tel. 0165. 275294/275201, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. 30, martedì e giovedì anche dalle 14. 30 alle 16. 30). E’ possibile scaricare le locandine nella sezione Agricoltura del sito www. Regione. Vda. It. . .  
   
   
CM ALTO BASENTO E ALSIA : CORSO DI FORESTAZIONE PRODUTTIVA  
 
Trasferire ai corsisti le tecniche di potatura delle specie arboree maggiormente usate in arboricoltura (noce, ciliegio e frassino) al fine di favorire la costituzione e l’affermazione di soprassuoli con migliore efficienza ecologica e produttiva : è questo l’obiettivo del breve corso di formazione su “Forestazione produttiva” che prende avvio a Potenza il 2 ottobre su iniziativa congiunta della Comunità Montana “Alto Basento” e dell’Alsia. Imprenditori agricoli, e tecnici del settore forestale sono , invece, i destinatari privilegiati di questo intervento formativo con lo scopo di accrescerne le conoscenze e le capacità operative necessarie per affrontare in modo costruttivo i problemi emergenti nei settori della tutela e della valorizzazione agro-territoriale e forestale. Di particolare qualificazione è anche il corpo docenti costituito da ispettori del Corpo Forestale dello stato, da tecnici del Centro Nazionale di Ricerca Forestale di Arezzo e da operatori dell’informazione della Rivista “Sherwood”. Vi è anche una prospettiva economica , fondamentale per lo sviluppo dei comprensori montani lucani, che è quella che deriva dalla definizione e dall’applicazione di opportuni interventi selvicolturali rivolti prioritariamente al miglioramento e all´incremento della produzione di assortimenti legnosi di maggior pregio particolarmente appetibili dal mercato di riferimento. “Con questa ulteriore iniziativa – dichiara il Presidente della Comunità Montana Gerardo Ferretti – intendiamo consolidare il già proficuo rapporto di collaborazione e di partnership che , anche insieme ad altri partner ,esiste con l’Alsia in altri importanti settori di comune interesse, quali ad esempio, quello sviluppo delle filiere agroalimentari tipiche (prodotti caseari) e quello della valorizzazione dell’orto botanico di Lagopesole ”. . .  
   
   
CAMPOBASSO: IN ARRIVO IL FARMER MARKET  
 
Qualità dei prodotti e risparmio sulla spesa: è questa in sintesi la formula vincente dei farmer market, presto una realtà anche nella Regione Molise. La Camera di Commercio di Campobasso, nell’ambito di una convenzione stipulata con la Regione, sta sviluppando un progetto per l’attivazione di un farmer market, che favorisce il legame diretto fra produttore e consumatore finale, eliminando i passaggi intermedi lungo la catena distributiva e realizzando la c. D. Filiera corta. Il progetto prevede l’ideazione di un modello organizzativo e gestionale per arrivare alla definizione del modello operativo, l’individuazione delle tipologie di prodotti che dovranno essere presenti all’interno dei punti di vendita e le caratteristiche delle imprese da ospitare nel farmer market. Al fine di valutare l’interesse dei produttori agricoli a aderire al farmer market e quantificare l’offerta reale di prodotti al suo interno, la Camera di Commercio sta promuovendo un’indagine diretta ad ottenere un primo riscontro dalle stesse aziende. I produttori agricoli interessati all’iniziativa potranno avere maggiori informazioni rivolgendosi alla Camera di Commercio di Campobasso o alle Associazioni di Categoria aderenti all’iniziativa. La manifestazione di interesse consiste nella compilazione di un questionario, che non vincola in nessun caso il produttore agricolo e l’Ente camerale, qualora l’azienda non possegga i requisiti necessari. Per la Camera di Commercio di Campobasso rivolgersi a Ufficio Studi Statistica e Prezzi, tel. 0874 471229, e-mail: marianna. Tartaglia@cb. Camcom. It .  
   
   
BIODIVERSITÀ: LE TROTE FARIO DI CEPPO MEDITERRANEO TORNANO NELL’ORTE E NEL TAVO COL RIPOPOLAMENTO LA PROVINCIA RIPORTA NEL PESCARESE GLI UNICI NUCLEI ITALIANI  
 
Il territorio pescarese vanta gli unici due fiumi in Italia popolati dalla trota fario di ceppo mediterraneo. Si tratta dell’Orte e del Tavo, interessati nei tratti all’interno dei Parchi nazionali della Majella e Gran Sasso-laga da un progetto pilota di reintroduzione della specie autoctona realizzato in sinergia dalla Provincia di Pescara, le due aree protette, la Provincia dell’Aquila, con il proprio Centro ittiogenico sperimentale e di idrobiologia, dove dall’autunno 2003 è allevato uno stock di riproduttori puri di fario, le università di Parma e “La Sapienza” di Roma, che si occupano delle analisi biologiche e genetiche dei pesci, e la ditta Aquaprogram di Vicenza, alla quale è affidata la supervisione scientifica delle attività. Giovedì 18 settembre a Palazzo dei Marmi è stato tracciato un bilancio delle liberazioni effettuate dal 2006 (qualche centinaio di esemplari ogni anno), l’ultima martedì 16 settembre. I dati forniti dal presidente Giuseppe De Dominicis e dal gruppo di lavoro che ha seguito le operazioni fanno ben sperare per la sopravvivenza e l’ampliamento dei nuclei reimmessi, che andranno nel lungo periodo a rinfoltire l’esigua presenza di fario del ceppo mediterraneo dovuta alla progressiva ibridazione con il ceppo atlantico, sempre più numeroso perché più richiesto sul mercato. Nell’orte la densità (individui/metri quadrati) è passata dal valore 0,060 dell’aprile 2007 allo 0,181 attuale, mentre nel Tavo si è saliti da 0,045 a 0,047. Ma le cifre più significative riguardano la biomassa (grammi/metri quadrati), che indica con più precisione la presenza “ittiofaunistica” nelle acque dei due fiumi: nel Tavo si è passati da 2,01 a 9,17, nell’Orte addirittura da 2,60 a 20,92, quantità rara in acque dolci salmonicole, ossia adatte alla vita di salmoni e specie ittiche affini. «E’ un ottimo risultato sul fronte della conservazione di biodiversità – ha commentato Enrico Marconato della Aquaprogram – che denota anche l’assenza di bracconaggio. Ora vorremmo allargare la sperimentazione ad altri corsi d’acqua, scendendo di quota, dove il ceppo atlantico è più diffuso. Far riaffermare la fario di ceppo mediterraneo richiederà alcuni decenni, ma è già un traguardo soddisfacente aver recuperato il ceppo originario». Parallelamente alle azioni sul campo, è stata condotta anche una ricerca storica per dimostrare che la trota di ceppo mediterraneo vive da secoli lungo il litorale adriatico. «Se n’è occupato Licio Di Biase – ha spiegato il biologo Franco Recchia, direttore del servizio Tutela e valorizzazione dell’ambiente della Provincia di Pescara e coordinatore del progetto – scoprendo nel Chronicon Casauriense che questa varietà era diffusa in zona anche intorno all’anno Mille e che il nome del fiume Tirino deriverebbe proprio da “trota”». Dopo l’incontro con la stampa, nel quale sono state mostrate le riprese delle liberazioni dei pesci effettuate dal documentarista Alessandro Di Federico della cooperativa “L’arca” di Penne, si è tenuto un incontro per definire la candidatura al bando europeo “Life +”, che scade il 21 novembre. Oltre ai tecnici degli enti partner, sono intervenuti Augusto De Sanctis del Wwf, interessato a far entrare nella rete anche le Oasi delle Sorgenti del Pescara e delle Gole del Sagittario, e un rappresentante della Riserva naturale delle Gole di San Venanzio, che dovrebbe allargare ulteriormente l’area di ripopolamento. «La Regione – ha sottolineato Marconato – è fortemente interessata a finanziare la prosecuzione del progetto o a cofinanziarlo, se riusciremo ad ottenere i fondi comunitari». .  
   
   
PARMIGIANO REGGIANO – CHIESTO UN INCONTRO URGENTE CON IL MINISTRO E LO STATO DI CRISI. "OCCORRE LAVORARE INSIEME PER UNA GENERALE RIORGANIZZAZIONE DEL SETTORE E PROMUOVERE LE AGGREGAZIONI DEI PRODUTTORI"  
 
 Bologna - Un incontro urgente con il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia per illustrare la situazione del comparto e attivare la richiesta di stato di crisi, ma anche il ritiro dal mercato di una quota di prodotto per favorire una ripresa dei prezzi all’origine e misure sul fronte del credito per alleviare le situazioni di maggiore esposizione debitoria di caseifici e allevatori. Sono questi i primi provvedimenti annunciati dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni al termine della riunione del tavolo di crisi per il Parmigiano Reggiano svoltasi questa mattina a Bologna. “Le difficoltà che il settore sta attraversando sono molto gravi a causa di una forbice crescente, per i produttori, tra costi e ricavi – ha spiegato Rabboni - Le chiusure di allevamenti e caseifici cominciano a essere non più fisiologiche. Stiamo lavorando perché questo patrimonio importante dell’Emilia-romagna non venga disperso. ” “Per fare questo occorre agire su due fronti – ha sottolineato Rabboni - e affiancare a un pacchetto di misure urgenti, capaci di dare respiro al settore nell’immediato, anche una generale riorganizzazione del comparto, cui lavorare tutti insieme: Consorzio di tutela, Organizzazioni agricole e cooperative, Amministrazioni locali. L’obiettivo deve essere quello di promuovere forme di aggregazione dei produttori e dare vita a organizzazioni commerciali dei caseifici, in grado di essere interlocutori più forti sia sui mercati internazionali sia nei confronti della grande distribuzione organizzata”. Secondo i dati forniti dal Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, attualmente il costo alla produzione di questo formaggio oscilla tra i 7,97 e gli 8,23 euro al kg, a fronte di un prezzo all’ingrosso compreso tra i 7,20 e i 7,80 euro. Il prezzo medio allo scaffale va dai 13,90 ai 15,90 euro al kg ma – secondo dati della grande distribuzione - la maggior parte del prodotto (una percentuale che si aggira sul 70%) viene ormai venduta nei supermercati attraverso iniziative promozionali a prezzi che vanno dai 7,90 agli 9,50 euro. All’origine di questa situazione vi è in primo luogo la debolezza commerciale dei produttori divisi tra 430 caseifici e chiamati a confrontarsi con 5 gruppi di acquisto dotati di un grandissimo potere contrattuale. Da qui la necessità di lavorare per promuovere forme di aggregazione, a partire dalle organizzazioni di prodotto e per avviare interventi coordinati sul fronte della commercializzazione e della promozione, anche – ha sottolineato Rabboni “con la messa a disposizione di risorse straordinarie da parte della Regione”. Un ulteriore incontro del tavolo di crisi per affrontare questi temi è già stato annunciato per le prossime settimane, ma Rabboni ha anche annunciato che sottoporrà al Ministro il tema di un intervento legislativo a livello nazionale per disciplinare le vendite promozionali e sottocosto dei prodotti alimentari. Sempre nelle prossime settimane è in programma un incontro con i Consorzi di Garanzia per mettere a punto un pacchetto di proposte sul fronte finanziario da sottoporre al sistema bancario per aiutare allevatori e caseifici in condizioni di eccessivo indebitamento. .  
   
   
“STIAMO PERDENDO IL RÈ DEI FORMAGGI”. LA CIA EMILIA ROMAGNA SEGNALA LA DIFFICILE SITUAZIONE DEL PARMIGIANO CHE NON SPUNTA PREZZI ADEGUATI  
 
“Alla riduzione della produzione dell’ultimo anno ha corrisposto una pesante riduzione delle quotazioni, invertendo i fondamentali dell’equilibrio domanda-offerta. L’oligopolio delle cinque centrali d’acquisto, ormai monopolista del mercato, sta abusando del suo potere per mantenere a livelli insostenibilmente bassi i prezzi corrisposti ai fornitori, imponendo loro condizioni inique, determinando il rischio reale della sopravvivenza del formaggio Parmigiano-reggiano, mettendo in discussione il diritto dei consumatori a conservare questo prodotto, parte del patrimonio culturale del nostro Paese”. Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna interviene sulla difficile situazione di mercato del ‘re dei formaggi’ che stenta ad uscire da una lunga crisi. “Non si tratta di spingere per aumenti dei prezzi al consumatore, ma evitare che le promozioni e le vendite sottocosto determinino in modo fittizio il valore d’acquisto dai produttori”, sollecita Battelli. Il Parlamento europeo, nel febbraio scorso, ha chiesto alla Dg Concorrenza di avviare uno studio sugli effetti che la concentrazione del settore dei supermercati nell´Ue sta avendo sulle piccole aziende, i fornitori, i lavoratori e i consumatori e, in particolare, di valutare le eventuali violazioni di potere d´acquisto che possono derivare da tale concentrazione e proporre azioni adeguate per tutelare i consumatori, i lavoratori e i produttori da qualsiasi abuso di posizione dominante o da eventuali altri effetti negativi rilevati nel corso del suo studio. “È necessaria quindi la stessa attenzione da parte delle Istituzioni, dell’Antitrust e degli organi di controllo comunali sulle modalità con cui la grande distribuzione effettua vendite chiaramente sottocosto di un prodotto alimentare non propriamente deperibile quale è il formaggio Parmigiano Reggiano - chiede Battelli - per il quale riteniamo che non sia applicabile la deroga prevista per i prodotti freschi e deperibili. Le scelte unilaterali della grande distribuzione organizzata, dove si esitano i due terzi del ‘re dei formaggi’, e gli ondivaghi comportamenti sul prezzo, rendono difficile perseguire relazioni di filiera serie in grado di salvaguardare il reddito di consumatori ed agricoltori”. A giudizio della Cia, la Regione Emilia Romagna “e non solo l’assessorato all’Agricoltura”, anche tenendo conto che circa la metà delle forme vengono consumate nel territorio d’origine, deve farsi carico di aprire rapidamente un confronto interprofessionale con la grande distribuzione “richiamando tutti gli interlocutori, a cominciare dagli Istituti di credito, sulla drammatica e strutturale crisi che investe i produttori del Parmigiano – conclude Battelli - e sul reale rischio di perdere un sistema produttivo e la relativa ricchezza di quel vasto territorio”. .  
   
   
“BISCOTTERIA E PASTICCERIA INDUSTRIALE” SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA NEL 2007, LA DOMANDA INTERNA REGISTRA, IN VOLUME, UNA CRESCITA PARI ALL’1,3%.  
 
Tutte le principali categorie del mercato hanno messo a segno performance positive, con la sola eccezione dei prodotti di pasticceria industriale monotipo e assortita e dei biscotti all’uovo, che registrano un calo, rispettivamente, del -1,1%, del -2,3% e del -1,9% rispetto al 2006. I frollini hanno registrato le migliori performance grazie all’inserimento di nuovi prodotti. Nel mercato si è delineato un trend di consumo molto netto: la crescita dei prodotti functional. Il gusto del consumatore si declina verso una maggiore attenzione ai contenuti salutistici scegliendo i frollini integrali o verso la ricerca di un maggiore piacere sensoriale optando per i biscotti arricchiti. Il settore è maturo e molto frammentato, con una penetrazione all’interno delle famiglie molto alta, e caratterizzato dalla presenza di un leader forte, che presidia il mercato con una gamma molto ampia e articolata. La competizione è molto aspra, anche per la crescita delle marche commerciali e dei primi prezzi, e le aziende di marca fanno leva sull’innovazione e sulla differenziazione dell’offerta (ricettazione, formati, packaging) per soddisfare le diverse e mutevoli esigenze dei consumatori. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 140-160
Numero di addetti specifici 4. 000
Numero di addetti per impresa 26,7
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 324,1
Variazione media annua della produzione 2007/2003 (%):
· in quantità 2,3
· in valore 2,6
Fatturato per addetto (‘000 euro) 331,0
Valore aggiunto (Mn. Euro) 324,4
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 81,1
Quota della produzione prime 4 imprese/gruppi(a) (%) 56,6
Quota della produzione prime 8 imprese/gruppi(a) (%) 68,2
Export/produzione(b) (%) 11,0
Import/consumo(b) (%) 11,3
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 311,0
Variazione media annua del mercato 2007/2003 (%):
· in quantità 2,0
· in valore 2,0
Quota di mercato prime 4 imprese/gruppi(a) (%) 50,8
Quota di mercato prime 8 imprese/gruppi(a) (%) 59,3
Previsioni di sviluppo del mercato/gruppi(b):
· 2008/2007 (%) 1,0
· tendenza di medio periodo Crescita
a) - in valore b) - in volume Fonte: Databank .
 
   
   
BASILICATA ALSIA, NUOVO CORSO PER GESTIONE FATTORIE DIDATTICHE  
 
Ripartono i corsi di formazione breve dell’Alsia su “Avvio e gestione delle fattorie didattiche”. “Si tratta – spiega l’Alsia in una nota - di una replica del corso già effettuato nel marzo scorso in Val d’Agri, al quale parteciparono una trentina imprenditori. Le numerose richieste pervenute dalla zona del Vulture – Melfese, hanno orientato l’Agenzia a scegliere come sede della nuova edizione Rionero in Vulture, e a coinvolgere il locale Gruppo di Azione Locale, il Gal Sviluppo Vulture, protagonista mesi fa di uno scambio di esperienze con la rete di Fattorie didattiche irpine istituita dalla Regione Campania. Il corso si svolgerà dal 1° all’8 ottobre presso la sede del Gal, nel Palazzo Giustino Fortunato, e sarà diretto ad imprenditori agricoli e operatori agrituristici che vogliano intraprendere queste nuove esperienze lavorative, per trasferire a scolaresche o a gruppi organizzati il valore e la tecnica della propria attività rurale. Tra gli argomenti del corso, il piano d’impresa per l’avvio di una fattoria didattica, gli aspetti amministrativi e fiscali, le norme igienico-sanitarie, gli aspetti della fruizione didattica dei vari processi di produzione e trasformazione, la gestione dei laboratori didattici/pedagogici. Spazio anche agli strumenti di comunicazione e marketing – si legge ancora nel comunicato - per pubblicizzare al meglio le attività delle fattorie didattiche. La partecipazione è gratuita e potranno intervenire in veste di uditori anche tecnici e produttori interessati. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza. Chi desidera prendervi parte, può iscriversi on-line, tramite il portale www. Ssabasilicata. It, oppure contattando l’Azienda sperimentale dell’Alsia “Incoronata” di Melfi. Il corso è organizzato d’intesa col Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana della Regione Basilicata, e rientra nel progetto dell’Agenzia su “Formazione a catalogo degli operatori agricoli per i processi ed i sistemi produttivi” per il 2007-2008, finanziato con risorse del Por, il Programma Operativo Regionale 2000-2006”. .  
   
   
BIELLA, RISO: PROVE ON FARM A GIFFLENGA E VILLANOVA I DATI DELLE PROVE SARANNO INVIATI A TUTTI I RISICOLTORI, CHE POTRANNO COSÌ VALUTARE LE NUOVE VARIETÀ.  
 
 Anche quest’anno la Provincia ha aderito alla rete nazionale “on farm” per il riso: prove varietali distinte in base al gruppo merceologico, eseguite direttamente nelle aree di coltivazione e nelle aziende agricole. Si tratta di prove per verificare i comportamenti delle piante nelle diverse condizioni climatiche e sono coordinate dal Centro ricerche che fa capo all’Ente nazionale risi, che ha il compito di fornire le metodologie operative. Lo schema dell’esperimento consiste nel paragonare un modello della varietà presente in un luogo con quelle da testare. Nel 2008, a partire dal mese di aprile, il servizio agricoltura dell’amministrazione provinciale ha allestito due prove: la prima riguardava i cosiddetti risi lunghi (di tipo A) ed è stata effettuata in un’azienda agricola di Villanova Biellese. Si è testata la varietà Samba, iscritta proprio quest’anno al Registro nazionale, che è simile al riso Sant’andrea ma di taglia più bassa e più resistente. La seconda prova è stata fatta sui cosiddetti risi a ciclo precoce in un’azienda agricola di Gifflenga. Le varietà: Carnise, dai chicchi simili al Carnaroli, a taglia bassa e ciclo più breve, Carmen (iscritta dal 2005) e Deneb (iscritta nel 2007), entrambe al secondo anno di sperimentazione. I dati delle prove saranno elaborati e pubblicati sulla relazione annuale dell’Ente risi, inviata a tutti i risicoltori, che potranno così valutare le nuove varietà. Gli interessati potranno anche visionare i campi di Villanova Biellese (segnalati con cartelli lungo la strada Trossi) e Gifflenga, in cantone Bonda. È possibile, per chi lo desidera, ottenere i dati richiedendoli al servizio agricoltura della Provincia, telefonando al numero 015/8480887 o inviando una e-mail all’indirizzo agricoltura@provincia. Biella. It. Secondo i tecnici, l’annata non è stata particolarmente favorevole alla coltivazione: l’andamento climatico della primavera, piuttosto piovosa, ha favorito lo sviluppo precoce di malattie legate ai funghi; quindi si sono dovuti effettuare, in anticipo rispetto alle annate precedenti, i trattamenti per contenere le malattie, le stime di raccolto sono inferiori alle normali annate agrarie e probabilmente avranno ripercussioni anche sulle rese della lavorazione. Nel Biellese la superficie coltivata a riso è stata, nel 2007, di 3878 ettari, con un incremento minimo rispetto al 2006. La maggiore parte (1157 ettari) è destinata alla produzione di Sant’andrea, tradizionalmente la varietà più coltivata sul territorio, e di Loto (897 ettari). Dall’anno scorso entrambe le varietà possono beneficiare della Denominazione di origine protetta “Riso della baraggia biellese e vercellese”, insieme alle varietà Arborio, Baldo, Balilla, Carnaroli e Gladio. La Dop è la più importante certificazione di valore europeo a protezione e valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari, per i quali tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione e trasformazione, deve avvenire esclusivamente in un territorio delimitato e ufficialmente riconosciuto. Per l’importanza del comparto produttivo risicolo, che nel Biellese conta circa ottanta aziende agricole e diverse riserie, la giunta regionale del Piemonte nel 2007 ha istituito il ”Distretto del riso del Piemonte”, esteso alle province di Vercelli (capofila), Novara, Biella e Alessandria, riconoscendo al settore la sua dimensione di rilevo nazionale e comunitario e di tradizione storico-culturale del territorio. .  
   
   
FRANCIACORTA IN BIANCO 2008 - XIII EDIZIONE CASTEGNATO (BS) 10-11-12 OTTOBRE FRANCIACORTA IN BIANCO: È DI SCENA IL FORMAGGIO  
 
Arriveranno dalle regioni di tutta Italia per una straordinaria manifestazione all´insegna del sapore, ma anche della tradizione e della cultura: stiamo parlando dei formaggi che faranno di Castegnato la capitale nazionale dell´arte casearia. Come consuetudine, il piccolo comune in provincia di Brescia ospiterà, infatti, dal 10 al 12 ottobre 2008 “ Franciacorta in Bianco ”, la più conosciuta ed importante vetrina nazionale dei prodotti lattiero-caseari realizzati con latte vaccino, caprino, ovino e latte crudo. I numeri della scorsa edizione sottolineano un successo che ormai è arrivato al suo tredicesimo anno: 100 espositori, 400 formaggi esibiti, 10. 000 visitatori. Quel che Franciacorta in Bianco propone è un intero fine settimana in cui sarà di scena un mix irresistibile di formaggi provenienti da ogni regione d’Italia che potranno in tal modo usufruire di un palcoscenico d’eccellenza, così come sanno occupare un posto d´onore sulle tavole italiane. Un invitante percorso tra stand di assaggio e vendita aperti al pubblico, dove i prodotti caseari si diversificheranno secondo il tipo di latte, il metodo di produzione e di affinatura. Un gustoso itinerario che darà a tutti i visitatori della kermesse alimentare la possibilità di poter avvicinare ed assaggiare prodotti assolutamente unici. Ma non solo: anche quella di approfondire tecniche di produzione e lavorazione, conoscere le antiche tradizioni dei casari, ascoltare le opinioni di giornalisti ed esperti del settore. Un tour attraverso i sapori nazionali, frutto di tradizioni centenarie, trasmesse e rielaborate con l´esperienza e la curiosità di chi ancora produce e lavora questi formaggi con passione. Osservare, degustare, ascoltare e comprare. Ma non solo. Franciacorta in Bianco propone una tre giorni coinvolgente dove spaziare dalle degustazioni guidate ai convegni, dai work shop ai talk show sino ai laboratori didattici. Padrino e illustre ospite della manifestazione sarà come sempre il prof. Corrado Barberis, presidente dell´Istituto di Sociologia Rurale di Roma. Interverranno alla manifestazione illustri giornalisti ed esperti del settore quali il Prof. Costantino Cipolla (professore ordinario di sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna), Morello Pecchioli (caporedattore de l’Arena di Verona), Emma Costa (giornalista de La Cucina Italiana) e Alberto Lupini (Direttore di Italia a tavola). L’appuntamento di Castegnato intende valorizzare le migliori produzioni dei formaggi e raccontare la loro storia. Vuol sottolineare, infine, il sacrificio e la passione di agricoltori che con coraggio lavorano nelle condizioni climatiche ed ambientali più disparate, dove i foraggi e i ritmi di produzione consentono di ottenere specialità uniche. E proprio la diversità agroalimentare diventa dunque il filo conduttore di Franciacorta in Bianco, una manifestazione che negli anni ha saputo farsi apprezzare dal grande pubblico e dagli operatori del settore. Gustose e fresche robiole, il Silter Camuno Sebino, il Bagoss, il formaggio di Fossa, il formaggio nella Cenere, il pecorino di Picinisco, il pecorino di Arbus, la Marzolina Ciociara, il Caciocavallo, il Canestrato pugliese, i formaggi di S. Stefano Quisquina, le tradizionali lucane cacioricotta e casieddu, il Raveggiolo della Toscana, il Piacentinu Ennese, la Rosina di Bufala, il Fatulì e l’Agrì saranno solo alcuni dei formaggi protagonisti di questa fantastica rassegna. Anche i formaggi francesi avranno un loro spazio: Ara Jesus, dalla cittadina di Clermont Ferrand, presenterà a Franciacorta in Bianco alcuni dei migliori formaggi d’oltralpe ovvero il Salers de fossa, il Particulare brie, il Saint mectaire, il Bleu de pays e il mitico Camembert. E con loro alcuni saranno protagonisti pure caseifici d’eccellenza come, per citarne alcuni, il caseificio Di Nucci (antica famiglia di Capracotta, il più alto Comune dell´Italia appenninica, da sempre terra di pascoli, di bovini, di pecore, di pastori, di transumanze) e il Caseificio San Lorenzo in Valle-amaseno ( la cui titolare, Giuliana Lauretti, è riuscita nell’impresa di mettere in piedi, in questo paesino della campagna romana, una cooperativa di allevatrici di bufale, per fare l´autentica mozzarella. Dovendo tuttavia strenuamente combattere contro vaccini fantasma e burocrazia, per imporre la genuinità della sua mozzarella o della Rosina, un formaggio straordinario prodotto con latte di bufala e caglio di capretto). Non mancheranno personaggi curiosi come Daniele Meini, il caciao di Gello, che fa dell’arte di mostrare ad adulti e piccini come si crea il formaggio quasi una “missione”. Tanti i momenti golosi della manifestazione (oltre alle esibizioni della Federazione Italiana Cuochi che proporrà assaggi di pietanze a base di formaggio si potrà ammirare un maestro gelataio cimentarsi nella realizzazione di gelati realizzati con latte d’asina e di capra nei più disparati gusti) e tante le degustazioni guidate di formaggi abbinate ai più pregiati vini realizzate in collaborazione con alcune delegazioni bresciane Onaf e Onav. La parte convegnistica si concentrerà sul “Fatulì”, un caprino tanto particolare quanto ormai raro nella produzione, e su un titolo che la dice lunga sull’importanza dell’argomento: “Invecchiare alimentandosi con il parmigiano”, presenziato dal prof. Corrado Barberis. Da non perdere,infine, la speciale degustazione “Verticale di Bagoss”, il più famoso dei formaggi bresciani ove si confronteranno diverse forme dello stesso formaggio, fatto da un unico produttore, appartenenti ad annate diverse. Potrete trovare l’intero programma della manifestazione con appuntamenti ed orari sul sito www. Franciacortainbianco. It. Segreteria Organizzativa Castegnato Servizi srl tel 030 2146881-3 fax 0302146887 e-mail: info@franciacortainbianco. It .  
   
   
IL PALCOSCENICO DEI TESORI SANMINIATESI XXXVIII MOSTRA MERCATO NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO  
 
 Anche quest’anno con l’autunno ritorna l’appuntamento con “il cibo dei re”, il prezioso Tuber Magnatum Pico, il Tartufo Bianco di San Miniato. Il tartufo ha radici profonde in questa cittadina della Toscana ed è diventato da oltre un secolo parte integrante del suo territorio e della sua storia. Dai primi cercatori, pionieri che capirono l’importanza di questo prelibato prodotto cominciando ad esportarlo nel mondo, al tartufo più grande mai raccolto, 2,540 kg, trovato nel 1954 a San Miniato e regalato al presidente degli Stati uniti. Ed è proprio a San Miniato che venne inaugurata il 26 ottobre 1969 la Mostra Mercato Nazionale che ha visto da allora una sempre crescente partecipazione di pubblico. La mostra cittadina di una giornata si è piano piano trasformata fino a diventare l’evento internazionale che oggi è giunto alla sua Xxxviii edizione, si svolge ogni anno durante gli ultimi tre weekend del mese di novembre e rappresenta un palcoscenico per l’unicità del territorio sanminiatese. Durante la Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato si sviluppano infatti, intorno al gioiello locale, altri numerosi itinerari del gusto, originati dagli altri prodotti tipici, protagonisti del sistema locale: il Fagiolo con l’occhio, il Pomodoro Grinzoso, il Carciofo sanminiatese, le prelibatezze del norcino come la Spuma di Gota e il Mallegato, l’esclusivo Olio di Mignola, il vino, il pane e i dolci. San Miniato, però, non è solo sinonimo di gusti unici ma offre ai suoi visitatori una ricchezza multiforme: come città d’arte per i suoi tesori medioevali, rinascimentali, settecenteschi; per la sua storia che da Federico Ii di Svevia al Granduca Leopoldo Ii l’ha posta sempre fra i protagonisti delle vicende di gran parte della Toscana; per i suoi personaggi illustri da Matilde di Canossa a Napoleone Bonaparte, da Ludovico Cardi, detto il Cigoli, al Carducci; per la cultura che si respira nelle sue strade e nelle sue piazze, dalla festa del teatro al sistema museale; per il suo paesaggio dove fra “l’ondeggiante leggiadria di colli” si scoprono antichi borghi, pievi e castelli. La Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco è quindi un’occasione imperdibile per apprezzare i tesori sanminiatesi nel loro splendore e godere della bellezza e dell’ospitalità delle sue ridenti colline, famosa in tutto il mondo. Www. Cittadisanminiato. It .  
   
   
BUONE PRATICHE PER RISCOPRIRE SAGGEZZA ALIMENTARE  
 
 Arezzo - «Siamo martellati dalla pubblicità, indotti a comportamenti sbagliati, che influiscono sulla nostra salute e fanno sprecare risorse preziose. Dobbiamo cambiare, e possiamo farlo perché quando cambia la domanda anche l´offerta si modifica». Cosi l´assessore regionale alla tutela dei consumatori, Eugenio Baronti, ha introdotto il convegno sul tema "Una geometria salutare, la piramide alimentare in Toscana" tenuto nella sala dei Grandi della Provincia di Arezzo quale momento culminante della "Toscana del consumatore", ciclo di iniziative per un consumo più consapevole organizzato dal Centro Tecnico del Consumo e dalla Regione. «Per fortuna – ha continuato Baronti – a questo sistema aggressivo si sta cominciando a reagire ed anche in Toscana stanno fiorendo numerosi gli esempi di buone prati! che volte a riscoprire un modo di consumare più consape! vole ed al tempo stesso più gustoso e salutare». «Dobbiamo incentivare le buone pratiche - ha sottolineato l’assessore regionale – perché queste sono la risposta del “fare” e perché danno la misura che una strada diversa si può percorrere». Fra gli esempi di buone pratiche Baronti ha elencato la “filiera corta” i vari “mercatali” che si stanno affermando, i distributori di latte fresco, e ancora i gruppi di acquisto solidali, i negozi che vendono prodotti sfusi. «Dobbiamo trasmettere ai giovani – ha concluso – il valore morale di un consumo consapevole e far riscoprire loro il gusto dei prodotti, come il latte fresco, di cui si rischiava la perdita». Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Arezzo, Vincenzo Ceccarelli, che ha ricordato come la Provincia sia da tempo impegnata per favorire una coscienza critica nei consumatori ! e sostenga numerose iniziative volte alla valorizzazione dei prodotti del territorio. Sono stati poi gli interventi dei rappresentanti dell´Arsia e dell´Asl ha sottolineare, presentando la piramide alimentare, come i prodotti tradizionali del territorio Toscano siano in grado di coniugare al meglio le esigenze nutrizionistiche con quelle di igiene e di salubrità alimentare. Ben 65 dei prodotti tradizionali toscani, dalla verdura alla frutta, ai cereali, passando per i legumi, al latte, al pollame e al pesce, per salire ancora con le uova e i formaggi e infine con la carne rossa e i salumi, il tutto condito da una modica quantità di vino rosso, integrano la perfetta “piramide alimentare” che è composta da 70 elementi. Il convegno, che ha visto la presenza dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori riunite nel Centro Tecnico del Consumo, presieduto da Adriano Amedei, si è concluso con! una tavola rotonda moderata dalla giornalista Micaela Barillari e con la presentazione di un video sulle tendenze dei consumatori realizzato dal quotidiano on line www. Prontoconsumatore. It . .  
   
   
SAPOR DI FUNGHI E TARTUFI PASSEGGIATA DIDATTICA DI RICERCA E RACCOLTA CON PRANZO A TEMA E LEZIONE DI CUCINA  
 
Quante volte, gustando un profumato piatto di funghi o tartufi, avete immaginato le atmosfere magiche e brumose della raccolta, ammirato la sapienza del cercatore e del suo cane, fantasticato sugli arcani naturali che tanta delizia producono…. Questi e mille altre segreti saranno rivelati Domenica 5 Ottobre 2008 con “Sapor di funghi e tartufi”, evento organizzato dall’Associazione Calyx sulle colline di Rivanazzano nel cuore dell’Oltrepò Pavese, terra d’elezione per funghi e tartufi. Durante una piacevole passeggiata nei boschi collinari, due guide naturalistiche, un trifulè ed il suo fedele cane mostreranno, con una lezione sul campo, come trovare e raccogliere nel pieno rispetto della natura questi preziosi frutti dell’autunno. Dopo tanto impegno, anche le papille gustative vorranno la loro parte… ed allora ci si dovrà “arrendere” ad un gustoso pranzo tutto a base di funghi e tartufi presso l’Agriturismo Chiericoni di Rivanazzano. Al termine, una breve lezione di cucina dello chef Dino rivelerà tutti i segreti delle ricette presentate. Il ritrovo per l’inizio delle attività è previsto per le ore 10. 00 a Rivanazzano, in Piazza Cornaggia, lato municipio. Il trasferimento all’area della passeggiata avverrà sotto guida degli organizzatori, ma con auto proprie. Si raccomanda la puntualità ed un abbigliamento adeguato ad un escursione campestre. Il percorso della passeggiata è su sterrato non carrabile senza particolari difficoltà. Le attività si concluderanno verso le ore 17. In caso di maltempo la manifestazione verrà rimandata alla Domenica successiva. Info E Prenotazioni: Calyx Associazione Ricreativa Culturale www. Calyxturismo. It E-mail: calyx_pv@alice. It Tel. 349-5567762 / 347-5894890 . .  
   
   
UNA FESTA DEDICATA AL FRUTTO DELLA SALUTE: LA IN VALLE D´AOSTA  
 
Alla mela, il frutto più coltivato in Valle d´Aosta, sono dedicate due importanti sagre autunnali: la Festa delle Mele di Gressan e Melevallée ad Antey-saint-andré. Due iniziative che si tengono ogni anno, rispettivamente Domenica 5 e 12 Ottobre 2008, in un clima di festa che coinvolge i numerosi partecipanti. Momenti d´incontro fra cultura e tradizione per sensibilizzare i cittadini alla salvaguardia delle risorse naturali locali, ma anche occasioni golose per assaporare le specialità culinarie realizzate con le diverse tipologie di mela: dalle gelatine, alle marmellate, ai succhi di frutta, al sidro, alle torte e le crostate. Domenica 5 Ottobre a Gressan (A5 uscita Aosta est) i festeggiamenti coincidono con il concorso che assegna il riconoscimento alla migliore produzione locale: una giuria di esperti vaglia attentamente l´aspetto, l´integrità e la dimensione delle mele in gara. La festa inizia alle 9 mentre alle 12. 30 apre il punto di ristoro. Nel corso della giornata i visitatori potranno passeggiare fra l’esposizione delle mele, il mercatino dell’artigianato locale con vendita di prodotti tipici e degustazioni di dolci e frittelle gratis per tuttii sono previsti giochi e animazione. Per informazioni Pro Loco Gressan Tel. 0165 250652 Ma è nel weekend successivo che si svolge la più importante manifestazione dedicata alla mela valdostana: fra Venerdì 10 e Domenica 12 Ottobre l’appuntamento è a Antey St-andré (A5 uscita Châtillon Saint Vincent). Non solo per acquistare o assaggiare mele appena raccolte, ma anche per partecipare a un laboratorio interattivo sulla mela Venerdì pomeriggio; o sperimentare un intero pasto a base di mele Sabato alle 21 o Domenica alle 12. 30. La mostra-mercato si svolge nelle vie del vecchio borgo, dove i numerosi espositori mettono in vendita accanto alle mele gelatine, marmellate, succhi, mele secche, aceto, salse, dolci, sidro, calvados ecc. Informazioni per il lettore: www. Lovevda. It Tel. 0165 236627 .  
   
   
CONTINUA LA COLLABORAZIONE DI BALLARINI CON LA PRESTIGIOSA SCUOLA DI CUCINA DE LE TAMERICI, NOTA AZIENDA DEL MANTOVANO PRODUTTRICE DI CONFETTURE E MOSTARDE DI ALTA QUALITÀ.  
 
Nella suggestiva cascina dei primi del Novecento Paola Calciolari e Gianfranco Allari intratterranno i partecipanti insegnando loro i trucchi per cucinare piatti perfetti. Quattro momenti di incontro con Ballarini all’insegna della cucina leggera, della dolcezza per i più piccoli e del romantico San Valentino. 1° appuntamento - giovedi’ 16 ottobre ore 18,30 La Cucina A Vapore Leggera E Gustosa Un sistema di cottura che mantiene inalterato sapori e valori nutritivi e che consente di cucinare senza condimenti. Per mangiare con piacere senza rinunciare neanche al dessert. Le prime 20 persone che si iscriveranno al corso riceveranno in regalo un prestigioso utensile della collezione bIo offerto da Ballarini e potranno acquistare, solo in questa particolare occasione, tutti gli altri utensili della stessa collezione ad un prezzo speciale. Costo della lezione euro 50,00 2° appuntamento – sabato 18 ottobre ore 15,30 Dolcetto O Scherzetto - corso per piccoli Chef Un pomeriggio tra magiche zucche, pipistrelli, gatti neri e streghe. Tutti i partecipanti riceveranno in regalo un fantastico cappellino da cuoco e un pratico grembiulino disponibili in 6 diversi colori. Costo della lezione euro 25,00 3° appuntamento – lunedì 9 febbraio ore 18,30 San Valentino Cena Per Due Una lezione all’insegna del romanticismo per un’indimenticabile e raffinata cena tête-à-tête. Le prime 20 persone che si iscriveranno al corso riceveranno in regalo un prodotto della collezione Chic & Sweet offerto da Ballarini e potranno acquistare, solo in questa particolare occasione, tutti gli altri utensili della stessa collezione ad un prezzo speciale. Costo della lezione euro 50,00 ( a coppia euro 90,00) 4° appuntamento – domenica 15 febbraio ore 15,00 Carnevale in cucina - corso per piccoli Chef Piatti dolci che sembrano salati e viceversa, per divertirsi in cucina. Tutti i partecipanti riceveranno in regalo un fantastico cappellino da cuoco e un pratico grembiulino disponibili in 6 diversi colori. Costo della lezione euro 25,00 Per maggiori informazioni: Le Tamerici Tel. 0376/253371 – franco@letamerici. Com . .  
   
   
“IL PIATTO È SERVITO” FIRMATO PARMACOTTO  
 
E’ già in-store la nuova ed esclusiva iniziativa “Il Piatto è servito” firmata Parmacotto, una delle prime aziende italiane nel settore dei salumi. Dal mese di settembre, infatti, e fino al 31 dicembre, la speciale promozione “Il Piattoè servito” consente, a fronte di un acquisto di 250 grammi di prosciutto cotto Parmacotto, di ricevere come omaggio immediato un raffinato piatto in ceramica. Con la promozione “Il Piatto è servito” ogni consumatore ha la possibilità di comporre e realizzare un servizio di piatti dallo stile classico ed essenziale, ideale per rendere la propria tavola unica ed elegante! L’operazione “Il Piatto è servito” presente nelle salumerie aderenti all’iniziativa- fino ad esaurimento scorte -, è supportata per tutto il periodo della promozione da un piano di comunicazione creato ad hoc che prevede locandine e cartelli vetrine che raccontano e invitano attraverso una grafica impattante il consumatore finale a partecipare alla speciale attività in-store. .  
   
   
DAL 3 AL 5 OTTOBRE A MANTOVA ESPOSIZIONE NAZIONALE DEI PRODOTTI DELLA SALUMERIA E NORCINERIA ITALIANA “SALAMI E SALUMI” 2008: DAL SALAME DI LUMACA A QUELLO DI STRUZZO, ALLA SCOPERTA DEI “SALUMI DIVERSI”  
 
A quanti è capitato di pasteggiare con salame di lumaca? Oppure di struzzo o d’oca? A chi non è capitato mai di assaggiarli, l’opportunità di farlo è offerta da “Salami e salumi” edizione 2008, organizzata a Mantova dal 3 al 5 ottobre prossimi da Mantova Expo. L’esposizione nazionale dei prodotti della salumeria e della norcineria italiana, giunta al suo sesto anno, amplia decisamente gli orizzonti del gusto e dedica l’evento clou del settore ai “Salumi diversi”, quelli ottenuti da razze rare e in via d’estinzione oppure non da carni suine. “La tradizione – precisa Aldo Caleffi, Presidente di Mantova Expo - è protagonista anche quest’anno. Saranno infatti più di 50 gli espositori di salumi tradizionali, provenienti da Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Veneto, Piemonte e Marche. Prodotti apprezzati, richiesti sia dal mercato nazionale sia da quello straniero. Ma abbiamo voluto individuare e proporre anche prodotti meno noti, spesso ricchi di tradizioni ugualmente legate ai territori italiani, con una loro storia. La curiosità di sapori diversi si accompagna a qualità di alto livello”. Gli spazi espositivi di “Salami e Salumi” saranno collocati nelle tre piazze centrali di Mantova: Piazza Sordello (prodotti da carni suine), Piazza Broletto (salumi da specie autoctone o in via di estinzione) e Piazza delle Erbe (salumi ottenuti da carni diverse dal maiale). Ed ecco un elenco del “raro ma buono” proposto a Mantova: oltre ai salami di lumaca, provenienti dal territorio di Monza e Brianza, i visitatori di “Salami e Salumi” potranno assaggiare, conoscere (o forse scoprire) salumi di cinghiale, di struzzo, d’oca e d’anatra. Ma anche i prodotti ottenuti dalla capra Nera di Verzasca, allevata nella zona di Varese, salsicce di Chianina, razza bovina autoctona dell’Italia centrale ma diffusa anche in altre aree italiane (a Mantova, ad esempio, saranno proposti salumi di Chianina provenienti dalla provincia di Pavia), salami di suino Nero dei Nebrodi, Mora di Romagna e prosciutto di Pecora Brianzola. Fra le proposte, anche salumi da agricoltura biologica. Una chicca per i golosi del dolce: nella sezione “salumi diversi” non mancherà il salame di cioccolato. A spiegare ai visitatori le origini di salumi decisamente di “nicchia” saranno, presso i rispettivi stand, i produttori, veri e propri cultori di un’inedita geografia del gusto, comprendente i territori di Lecco, Lodi, Mantova, Cremona, Pavia, Belluno, Messina, Crotone, Monza, Padova, Brescia e Varese. Ma per i visitatori sono anche stati pensati Laboratori e, per gli operatori, opportunità di Workshop (Tensostruttura – Sala Degustazioni, Piazza Broletto). La giornata Workshop sarà quella inaugurale, venerdì 3 ottobre: gli incontri fra produttori, operatori e giornalisti si svolgeranno dalle ore 14. 30 alle ore 16. 00 (Info: Mantova Expo, Tel. 0376 225757; info@mantovaexpo. It). Il programma dei Laboratori comprende la “Scuola di cucina e degustazione” organizzata dalle ore 11. 30 alle ore 13. 00 di sabato 4 ottobre e di domenica 5 ottobre (i prodotti saranno forniti dal Consorzio “Sapori di terra, sapori di lago” di Como) e le degustazioni dedicate ai “Salumi diversi”, previste sabato 4 ottobre e domenica 5 ottobre dalle ore 17. 00 alle ore 18. 00 e dalle ore 19. 00 alle ore 20. 00 (Ogni laboratorio avrà la durata di mezz’ora, nel periodo di tempo indicato). Ma anche riguardo ai Laboratori, l’edizione 2008 di “Salami e salumi” riserva un’originale sorpresa. Sempre sabato e domenica, dalle ore 15. 00 alle ore 16. 00, l’Associazione Lombarda per la Didattica in Agricoltura (Alda) animerà il Laboratorio “Maiali feltrosi”, durante il quale sarà possibile trasformare la lana in feltro e ottenere o un pupazzetto a forma di maiale o un tappetino con l’effige di un maialino. Gli spazi espositivi di “Salami e Salumi” saranno aperti al pubblico dalle ore 10. 00 alle ore 20. 00 nelle tre giornate della manifestazione ( 3 - 5 ottobre 2008). L’inaugurazione si svolgerà presso la Tensostruttura – Sala Degustazioni di Piazza Broletto venerdì 3 ottobre alle ore 17. 00. Informazioni: Mantova Expo Tel. 0376 225757 info@mantovaexpo. It www. Mantovaexpo. It .  
   
   
I SUCCHI DI FRUTTA VALFRUTTA SCELGONO HELLO KITTY  
 
Da settembre a febbraio 2009 i succhi di frutta Valfrutta in brik e vetro regalano vari gadget della linea Hello Kitty, un’icona fashion per le giovanissime consumatrici I succhi di frutta Valfrutta in brik regalano i gadget di Hello Kitty, uno dei più famosi ed amati brand del mondo, particolarmente apprezzato dalle bambine e dalle teen ager. Dal mese di settembre e fino a febbraio 2009, all’interno delle confezioni di succhi di frutta Valfrutta in brik nei formati 6x200 ml, 3x200 ml e 6x125 ml – nei gusti albicocca, pesca, pera – viene elargito all’atto dell’acquisto un premio costituito da un gadget Hello Kitty tra glitter patch (adesivo), tag, card tattoo unghie (tatuaggio per unghie), oppure card glitter tattoo capelli (tatuaggio per capelli). Il gadget è inserito all’interno della confezione di vendita. Con le confezioni di succhi Valfrutta in vetro da 6x125 ml, è possibile inoltre collezionare gli 80 tappi personalizzati Hello Kitty (6 per ogni confezione). Valfrutta – marchio storico di Conserve Italia – attraverso questa iniziativa regala un premio di alto valore che sicuramente verrà apprezzato dalle bambine, le quali potranno utilizzare gli svariati gadget per decorare i loro oggetti e personalizzare il proprio look con un personaggio amato ed alla moda come Hello Kitty. Hello Kitty è stata creata dal designer Sanrio, Yuko Yamaguchi, negli anni ’70 e da allora ha ottenuto popolarità a livello mondiale, tanto che attualmente risulta essere uno dei più famosi ed amati brand nel mondo, tale da divenire una vera e propria icona fashion. Prima nel 2007, per il target giovani donne e teen-agers, ed ora anche per le bambine, Hello Kitty è diventata oggetto di desiderio e tutte sono a caccia di oggettistica di ogni tipo ed abbigliamento targato Hello Kitty. Interpretando questa tendenza Valfrutta sposa in pieno il fenomeno creando una serie assortita di gadget Hello Kitty, distribuiti con i propri succhi di frutta in brik. In Italia il mercato dei succhi di frutta ha nel brik da 200 ml il formato di riferimento per il target mamma con bambini dai 4 ai 10 anni. Con una quota volume del 14% (in crescita di 1,3 punti percentuali) e valore del 15,5%, Valfrutta è co-leader nel segmento del brik 200 ml. La promozione è estesa anche ai succhi di frutta Valfrutta in vetro da 125 ml che sono referenze importanti per la marca, con una quota volume del 15,1% e valore del 14,4% (fonte Iri). .  
   
   
FRUTTI PIQUANTÉ DI PEPPADEW: LA NOVITÀ PIÙ “PIQUANTE” DELL’ANNO ARRIVA DAL LONTANO SUDAFRICA LA NOVITÀ PIÙ PICCANTE DELL´ANNO  
 
Oggi Eurofood, l’Azienda leader che da tanti anni importa e distribuisce solo le specialità alimentari più prestigiose, ci fa conoscere un prodotto assolutamente nuovo, tutto naturale, goloso e dal sapore inconfondibile. E´ Peppadew il marchio dei frutti Piquanté che in pochissimo tempo sono riusciti, con il loro gusto unico e piccante, a sedurre i palati di tutto il mondo. Scopriamo cosa sono. I frutti piquanté di Peppadew sono un tipo di peperone particolarmente saporito nato da una ricetta brevettata che coniuga armoniosamente sapori piccanti, aromatici e dolci alla sensazione croccante. Caratteristica di questo frutto è che si tratta di un vegetale di recentissima scoperta. Fu censito infatti solo 26 anni fa ed è il più recente rinvenimento dopo il kiwi. Oggi la sudafricana Peppadew International è proprietaria del brevetto internazionale che impone che la coltivazione della pianta avvenga esclusivamente sotto il controllo della società e che la lavorazione del frutto sia effettuata solo nello stabilimento di Tzaneen. La lavorazione segue precisi criteri dettati da una grande passione per la qualità e la naturalità. Non vengono infatti utilizzati né conservanti né coloranti per conferire ai frutti piquantè quel sapore caratteristico che li ha resi veramente unici nel panorama della tradizione culinaria internazionale. Non a caso il claim internazionale dei frutti Piquanté di Peppadew è "Put it on everything!". "Mettetelo dappertutto!" è un invito a trasformare le ricette della tradizione in golose e saporite creazioni dal gusto tutto nuovo! Qualche idea "piquanté"? Proponete gli involtini al granchio cotti a vapore, stupite con un antipasto con frutti piquanté farciti al tonno, servite a pranzo o a cena una colorata insalata esotica, cucinate come piatto unico una torta salata, rielaborate una ottima moussaka greca, create una deliziosa salsa. In ogni ricetta sono i frutti Piquanté di Peppadew a dare quel gusto inconfondibile che milioni di palati golosi in tutto il mondo hanno eletto il "sapore più provocante, piccante e seducente" mai provato in cucina. .  
   
   
LA CANTINA COOPERATIVA DI PITIGLIANO SPEGNE LE 50 CANDELINE…  
 
Non capita tutti i giorni di poter festeggiare il cinquantenario della fondazione di una cantina sociale, nella fattispecie la Cantina Cooperativa di Pitigliano; tanto più se la stessa si trova nel cuore della Maremma, un’area geografica che, è risaputo, da un punto di vista vitivinicolo è diventata di gran moda solo da una decina di anni e non certo nel 1958, data di nascita di questa storica realtà situata al centro dell’antica Tuscia, dedita alla produzione di un vino, il Bianco di Pitigliano appunto, dalle origini antiche e uno dei primi in Italia a potersi fregiare della Denominazione di origine. Recandosi nello storico borgo maremmano si resta subito colpiti, quasi annichiliti dalla bellezza del paesaggio circostante. Tanto che non si fa nemmeno in tempo ad apprezzare l’amenità dei luoghi, che d’improvviso t’appare Pitigliano, maestosamente posata su di un colle, quasi tenacemente scavata – almeno così (ap)pare – in quello stesso basamento tufaceo su cui si posa. Al suo nascere la storica Cooperativa presentava numeri relativamente contenuti; nel corso della prima vendemmia si lavorarono “solo” 6. 632 quintali di uva. Tale quantità crebbe gradualmente sino a toccare un picco, nel 1980, di oltre 152mila quintali. Da allora vi furono diverse oscillazioni, ma con una tendenza alla diminuzione a partire dal 1994, per attestarsi in questi ultimi anni su un valore mediamente intorno ai 70mila quintali (68. 642 nel 2007). Parlando del numero dei soci, si può notare un trend di crescita più o meno simile, ma anticipato di 6-7 anni. Partiti nel 1958 con 264 membri della cooperativa, tale numero è via via cresciuto sino a raggiungere nel 1973 le 1470 unità. Da allora i soci sono gradualmente diminuiti, sino ad attestarsi ad una media di 550 aderenti (521 nel 2007). Ma al di là dei numeri è senz’altro importante capire il ruolo sociale svolto dalla Cantina di Pitigliano nei suoi cinquant’anni di vita, una realtà che ha saputo promuovere, con lungimiranza e modernità, non solo la vitivinicoltura di un territorio per secoli depresso, dopo un glorioso, ma ormai lontano passato, ma tutto il suo sistema economico, fungendo da importantissimo volano per il rilancio di bacino che sentiva il bisogno di nuovi stimoli socio-economici, ma anche culturali. Ecco che prendendo lo spunto da questo importante anniversario, lo scrittore e viaggiatore Andrea Zanfi, naturalmente in collaborazione con il direttivo della Cantina di Pitigliano, ha fortemente voluto organizzare questo importante convegno, sul: “ruolo, le opportunità e le prospettive che, ancora oggi, sono in grado di offrire le cooperative vitivinicole”. Stimolati dal giornalista Pierluigi Camilli, coordinatori del dibattito, tanti gli interventi interessanti, a partire da quello del professor Attilio Scienza, che ha pensato di analizzare la funzione delle grandi cooperative da un punto di vista tecnico-scientifico, andando a scoprire il ruolo di innovatori che queste realtà possono avere nello sviluppo delle conoscenze agronomiche in materia vitienologica. Dino Taschetta, presidente della siciliana Cantina Sociale Colomba Bianca, dal canto suo ha illustrato la sua esperienza sull’isola, chiarendo il senso di fare cooperazione in Sicilia, fra luci e ombre, descrivendo il processo di crescita qualitativa della cooperativa da lui presieduta dal momento del suo arrivo ai giorni nostri, dovuto fra l’altro ad un mutamento di mentalità, meno assistenziale e più imprenditoriale, ed all’introduzione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia, quali l’adozione della catena del freddo. Non dimenticando però che nella regione vi sono ancora tante realtà prone all’immobilismo, che invece di fare il salto per rimanere al passo coi tempi, scelgono di “tirare a campare”. Fausto Peratoner ha invece parlato della sua attività di direttore generale della Cantina La Vis. La cooperativa trentina è un esempio esemplare di cantina sociale che ha saputo promuovere un territorio, ampliandosi ma senza mai diventare un “gigante dai piedi d’argilla”, costantemente dedita alla produzione di vini dall’eccellente rapporto qualità-prezzo, capaci di esprimere con modernità le caratteristiche di un terroir, quello trentino appunto, estremamente composito, ma univoco al contempo, eccellendo nella produzione di vini bianchi, ma anche producendo rossi di grande fascino e levità. Non trascurando l’organizzazione di convegni, eventi ed attività collaterali a quella strettamente vinicola. Lo scrittore Andrea Zanfi e il giornalista Fabio Piccoli si sono concentrati sugli aspetti più prettamente socio-economico-culturali connessi al ruolo delle cooperative vitivinicole. In particolare quest’ultimo si è soffermato sul fondamentale ruolo svolto da queste ultime nel saper aggregare la miriade di micro-realtà disperse sulla nostra penisola: una situazione settoriale così frammentata come quella italiana, difficilmente avrebbe potuto compiere un deciso salto di qualità senza le cooperative, che pure sono ancora in sovrannumero (oggi sono circa 600) nonostante sia oggi in corso uno strategico processo di loro accorpamento e fusione, che si spera possa seguitare anche in futuro. La chiave di svolta per l’immediato divenire, secondo Piccoli, sarà quella di un’ulteriore crescita culturale delle realtà cooperative, che dovrà coinvolgere le competenze – a tutti i livelli – delle risorse umane coinvolte, con un occhio di riguardo al marketing, all’analisi dello scenario competitivo, al monitoraggio dei costi di gestione. Come dire: “più imprenditori, meno viticoltori”. O, in altri termini, conferitori che debbono farsi sempre più soggetti attivi nell’attività cooperativistica. Infine, la professoressa Magda Antonioli ha tenuto a sottolineare il ruolo che la cooperazione può assumere nello sviluppo di un territorio soprattutto da un punto di vista della sua crescita culturale e turistica, con una fondamentale e positiva ricaduta sull’economia e la valorizzazione di un bacino, in sinergia naturalmente con strutture correlate, dagli agriturismi, alle strutture ricettive in genere, dalle Strade del Vino, ai percorsi enogastronomici, sino alle manifestazioni culturali nella loro complessità. Il giornalista Carlo Ravanello ha dal canto suo inteso riallacciare la discussione alla difficile congiuntura economica attuale, con uno stimolante intervento dal titolo: "Stress finanziari e mercati globali possono creare nuove opportunità per la cooperazione vitivinicola". Certo la situazione geopolitica attuale non è delle più semplici, con un processo di globalizzazione in atto complesso e controverso, ma ecco che proprio in questo complicato scenario il cooperativismo, forse un po’ inaspettatamente può giocare un sorprendente e positivo ruolo strategico. .  
   
   
RECORD DI PRESENZE ALLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL FRANCIACORTA  
 
“Si chiude con un record di presenze, con oltre 5000 visitatori e un pubblico sempre più giovane, la nona edizione del Festival del Franciacorta”. Così Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta, esprime anche a nome dei produttori, una grande soddisfazione e lancia l’appuntamento con la prossima edizione, che probabilmente vedrà gli spazi di esposizione notevolmente ampliati. Appuntamento conclusivo, la tavola rotonda tenutasi questa mattina nella splendida cornice di Villa Lechi, ad Erbusco, in cui produttori, giornalisti e addetti ai lavori, coordinati da Massimo Giletti, conduttore del programma di Rai Uno “Domenica in”, si sono confrontati su alcuni punti di forza del Franciacorta. Prima caratteristica sottolineata è stata la combinazione tra un “grande prodotto” e un “grande territorio”. “Solo in una zona come la Franciacorta, infatti, con le sue condizioni climatiche e le sue tradizioni, è possibile la nascita di un “grande vino”, sperimentato proprio in questi giorni non solo come prodotto d’élite ma come vino a tutto pasto”, così asserisce il vicepresidente del Consorzio per la tutela Paolo Pizziol. E’ stato detto, inoltre, che il legame inscindibile tra la zona di produzione e il vino realizzato è anche garanzia e sinonimo di qualità. Per permettere agli appassionati, e comunque al grande pubblico in generale di conoscere sempre meglio la realtà “Franciacorta”, si svolgeranno numerose iniziative ed eventi che porteranno il territorio e i suoi prodotti ad essere conosciuti e ri-conosciuti in maniera massiccia. Infatti, in occasione della decima edizione del Festival, sarà organizzata una caccia al tesoro denominata “Scoprir tesori in Franciacorta”. Una sorta di Mille Miglia, che coinvolgerà oltre 300 equipaggi, che scopriranno, tra colline e vigneti, l’intero territorio della Franciacorta e le sue tradizioni. L’ambìto primo premio sarà una vettura del valore commerciale di oltre 100mila euro. In attesa dell’edizione 2009 la Franciacorta non si ferma: la prossima tappa del Festival in tour sarà Parma, dove allo Starhotels du Parc, il 20 ottobre 2008 dalle ore 17. 00 alle 22. 00, quarantuno aziende franciacortine saranno interpreti di una grande kermesse. .  
   
   
AGRICOLTURA: VINO, NASCE LA CABINA DI REGIA PER LO SVILUPPO IN CAMPANIA  
 
Presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura e alle Attività produttive è stata costituita la “Cabina di regia per lo Sviluppo Economico nel comparto vitivinicolo”. La struttura avrà il compito di sostenere l’azione dell’Assessorato in campo vitivinicolo per rafforzare la capacità competitiva dell’apparato produttivo regionale. In particolare, coordinerà le politiche di marketing per promuovere in maniera integrata la Campania e il vino campano a livello nazionale e internazionale, e potrà contare su 2 milioni di euro di risorse regionali. La Cabina è formata da 11 componenti (5 membri dell’Assessorato, 5 di Campania Wine Group, la prima associazione a riunire i principali produttori vitivinicoli campani, e un rappresentante del sistema camerale campano, designato da Unioncamere Campania) ed è presieduta dall’assessore Andrea Cozzolino. “La cabina di regia – ha commentato l’assessore Cozzolino – sarà un punto fermo della campagna promozionale del vino campano. Per la prima volta in Campania investiamo risorse pubbliche e private per la realizzazione di un unico piano di marketing del nostro vino, che partirà già dal prossimo Vinitaly 2009. Così, tutte le iniziative del settore enologico vedranno la partecipazione della Campania riunita sotto un unico marchio. “Va soprattutto sottolineata la sintonia e la collaborazione tra produttori e istituzioni, che ha portato alla creazione dell’associazione prima e alla cabina di regia poi, che sarà fondamentale momento di confronto per definire insieme le strategie da mettere in campo per la valorizzazione e la promozione di uno dei nostri prodotti più rappresentativi in Italia e all’estero”, ha concluso Cozzolino. “È – ha spiegato il presidente di Campania Wine Group Andrea D’ambra – una operazione storica, che cercheremo di portare avanti nel tempo, insieme all’Assessorato, per trovare le strade migliori per il riconoscimento delle nostre eccellenze. In quest’ottica, Campania Wine Group è un importante strumento, che rappresenta un unicum storico per la Campania e nasce dall’amicizia e dalla stima tra i produttori, che hanno messo in campo uno sforzo comune per lo sviluppo del territorio campano, in particolare combinazione con il turismo, che può essere il volano per una giusta conoscenza delle nostre coltivazioni tipiche”. “Si tratta senza dubbio di un bel segnale di coralità della filiera produttiva campana – hanno ribadito i due vice-presidenti, Piero Mastroberardino e Michele Farro – che nasce da una iniziativa comune e con la logica di mettere al servizio del sistema enologico della nostra regione l’azione combinata del pubblico e del privato, con le rispettive migliori risorse e competenze. Non si tratta ovviamente di un punto di arrivo, ma di un punto di partenza: il livello della produzione è ottimo, e infatti da anni i nostri vini sono in cima al gradimento dei consumatori, ma ora è necessario attivare un’adeguata attività di promozione pianificata”. .  
   
   
DAL 4 AL 6 NOVEMBRE NEL PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA, CUORE DI VERONA VINO NOVELLO, AL VIA L’EDIZIONE 2008 LA PRIMA FIRMATA DA VERONAFIERE  
 
Un settore che in Italia conta 303 aziende per 14,8 milioni di bottiglie prodotte e un fatturato di 69 milioni di euro (dati 2007). Si punterà anche a ristorazione, enoteche e sui mercati esteri attraverso il Vinitaly World Tour. Prodotto, gusto e occasioni di consumo. Dal 4 al 6 novembre prossimi al centro dell’attenzione nel palazzo della Gran Guardia (sede del Vinitaly for You) in piazza della Brà, cuore di Verona, ci sarà il Novello per la prima edizione firmata Veronafiere dell’evento che darà voce e visibilità a un settore che in Italia conta 303 aziende per 14,8 milioni di bottiglie e un fatturato di 69 milioni di euro (dati 2007). Articolato su tre giornate, l’evento inizierà con una conferenza stampa ed un focus sul Novello, al quale seguiranno uno spettacolo e la cerimonia clou alla mezzanotte del 4 con il déblocage, in collaborazione con l’Istituto Italiano del Vino Novello. Il 5 e il 6 sono in programma workshop, tavole rotonde e incontri, anche con gli operatori del trade, della ristorazione, sommelier e opinion leader; mentre dal pomeriggio del 5 e nel pomeriggio del giorno seguente, aprirà il Wine Bar del Novello con accesso a pagamento del pubblico, che riceverà il bicchiere per la degustazione. Il giorno 6, inoltre, nel quartiere fieristico inizia Fieracavalli, una delle più conosciute manifestazioni di Veronafiere, che ha visto nell’ultima edizione la presenza di 145 mila visitatori e 950 giornalisti accreditati e con la quale si stanno già attuando le sinergie possibili. «Con l’acquisizione del Salone del Novello abbiamo un’occasione in più, al di fuori del periodo di svolgimento di Vinitaly, per offrire servizi alle aziende e per comunicare, anche verso i consumatori, un prodotto importante per il settore vitivinicolo italiano – sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Il nostro ruolo di leadership, a livello internazionale, nel settore agricolo e agroalimentare, è a disposizione del sistema per valorizzare ogni suo comparto, dalle tecnologie al prodotto destinato al consumo». A novembre, data di inizio della commercializzazione del vino Novello, l’attenzione sarà rivolta in particolare ai consumatori, anche se gli operatori avranno più di un’occasione di incontro e approfondimento. L’italia offre, infatti, molte tipologie regionali di Novello, prodotto dal Veneto alla Sicilia. «Se la Gdo è attualmente il canale preferenziale di vendita, la varietà dell’offerta consente di promuovere il Novello verso i canali della ristorazione e delle enoteche, sui quali puntiamo molto: una sfida sulla qualità e sui plus di questo prodotto,e coè sulla sua leggerezza e piacevolezza», evidenzia Elena Amadini, Brand Manger Wine&food. Nella strategia di Veronafiere rientra ogni sinergia che sia coerente con le reali potenzialità del prodotto, inclusa quella con il Vinitaly World Tour. Nel novembre di quest’anno, il road show in Oriente (a novembre in Gippone e Cina) può rappresentare il primo banco di prova dei “Novelli” made in Italy all’estero. .