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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Dicembre 2008
LA COMMISSIONE EUROPEA ADISCE LA CORTE DI GIUSTIZIA PER IMPEDIRE INTERRUZIONI PUBBLICITARIE ECCESSIVE SUI CANALI TELEVISIVI SPAGNOLI  
 
Bruxelles, 1 dicembre 2008 - La Commissione europea ha deciso il 27 novembre di adire la Corte di giustizia europea contro la Spagna per inosservanza delle disposizioni sulla pubblicità televisiva della direttiva Ue "Televisione senza frontiere". Si tratta della fase finale di un procedimento di infrazione avviato nel luglio 2007 (Ip/07/1062). I principali canali televisivi spagnoli, sia pubblici che commerciali, superano costantemente, spesso di diversi minuti, il tetto orario di 12 minuti di spot pubblicitari e di televendite. Tale limite di 12 minuti fu introdotto dalla direttiva d´un lato per evitare che gli spettatori non debbano assistere a troppa pubblicità mentre guardano la televisione e dall´altro per promuovere la televisione di qualità in tutta Europa "Nonostante le nostre sollecitazioni, la Spagna non ha rispettato il limite comunitario di 12 minuti di spot pubblicitari per ora d´orologio", ha dichiarato Viviane Reding, commissaria europea per la Società dell´informazione e i media. "Escludendo dal limite comunitario le cosiddette "telepromozioni" o "pubbliredazionali", l´amministrazione spagnola contribuisce a saturare di pubblicità il tempo trascorso dagli spagnoli davanti alla televisione con ciò che dovrebbe essere considerato, spot pubblicitario. Oltre agli effetti negativi che tali spot possono avere sugli investimenti pubblicitari – una delle principali fonti di finanziamento delle emittenti che trasmettono in chiaro – questo vero e proprio "bombardamento" pubblicitario è dannoso anche per il pubblico. La Commissione si rivolge quindi alla Corte di giustizia europea perché questa imponga alla Spagna di prendere le misure necessarie a garantire che i cittadini spagnoli possano beneficiare delle norme dell´Ue e godere delle loro serate di fronte alla televisione quanto i cittadini degli altri Stati membri". La Commissione europea è del parere che la Spagna abbia interpretato in maniera errata la direttiva Ue "Televisione senza frontiere", definendo la nozione di "spot pubblicitario" in modo eccessivamente restrittivo. Questo significa che varie forme di pubblicità abituali nel panorama audiovisivo spagnolo (micro-spazi di pubblicità, brevi telepromozioni, pubbliredazionali, ecc. ), pur essendo provviste di tutte le caratteristiche degli spot pubblicitari, non vengono fatte rientrare nel tetto dei 12 minuti all´ora, ma in un limite differente di 17 minuti. La Commissione ha monitorato la corretta applicazione delle regole sulla pubblicità televisiva della direttiva Ue "Televisione senza frontiere" da parte della Spagna tra maggio 2005 e luglio 2006 e ha rilevato violazioni gravi e ripetute del limite orario di 12 minuti. Ha quindi inviato una lettera di messa in mora alla Spagna l´11 luglio 2007 (Ip/07/1062) e un parere motivato il 6 maggio 2008 (Ip/08/700). Le autorità spagnole hanno risposto l´8 e il 16 settembre, contestando l´analisi della Commissione. La decisione odierna giunge quasi un anno dopo l´entrata in vigore della nuova direttiva "Servizi audiovisivi senza frontiere" del 19 dicembre 2007, che conferma il limite orario dei 12 minuti. La Commissione e gli Stati membri lavorano attivamente al fine di recepire in modo rapido e corretto la nuova direttiva nella legislazione nazionale. Il mese prossimo la Commissione celebrerà questo anniversario con un aggiornamento sullo stato di attuazione della direttiva in tutta la Ue. .  
   
   
IL TAR RESPINGE IL RICORSO DI SKY: ORA RECEDERE COSTA SOLO 10,58 EURO MA LE PROMOZIONI DI NATALE DI SKY NON RISPETTANO L’ART. 57 DEL CODICE DEL CONSUMO  
 
Roma, 1 dicembre 2008 - È Natale e c’è una buona notizia per i consumatori: recedere in qualsiasi momento da Sky costa al massimo € 10. 48. Si conclude così una vicenda iniziata nel 2007 da una denuncia di Adiconsum all’Agcom che chiedeva la corretta applicazione della Legge Bersani da parte di Sky. Dopo la delibera n. 484/08/Cons, pubblicata il 29 luglio 2008 dall’Autorità delle Comunicazioni, Sky si oppose al Tar del Lazio chiedendo la sospensione della decisione che gli imponeva di ridurre, considerevolmente, i costi di recesso. Il 16 ottobre 2008 il Tar ha respinto la richiesta di Sky, perché la ricorrente non ha fatto corretta applicazione della legge 40 (Bersani). Ecco come si può recedere da Sky: alla scadenza naturale del contratto, cioè ogni 12 mesi, non si paga nulla. Tuttavia se non si vuole che il contratto si rinnovi tacitamente, e si intende recedere, occorre sempre darne comunicazione a Sky inviando una raccomandata A. R. Rispettando il termine di 30 giorni prima della scadenza del contratto; in qualsiasi momento si può inviare la comunicazione di recesso, con raccomandata A. R. , che diventerà operativa 30 giorni dopo l’invio (il recesso viene sempre effettuato alla fine del mese). In tal caso si pagano: i costi d’azienda (al massimo € 10,48), le rate d’abbonamento per il periodo goduto e gli eventuali sconti avuti nell’anno in corso. Se si intende recedere prima della scadenza naturale del contratto e si vuole essere certi di pagare solo € 10,48 si deve rinunciare a qualsiasi promozione. Sky purtroppo, però, continua a non voler rispettare la legge ed in particolare, stavolta, l’art. 57 del Codice del Consumo che specifica fra l’altro: “in ogni caso la mancata risposta non significa consenso”. Ci riferiamo alle promozioni natalizie che promettono la prova per tre mesi, ma che in realtà prevedono un abbonamento per 12 mesi nel caso in cui non si comunichi di non volere più il servizio Sky. Adiconsum ha già segnalato a Sky l’inosservanza, invitando l’azienda al rispetto della legge. I consumatori che in questi giorni decidono di provare Sky, ricordino di comunicare all’azienda, per iscritto Sempre le proprie scelte, in special modo se si decide di restituire il prodotto. .  
   
   
TELECOM ITALIA MEDIA S.P.A. : VARIAZIONE COMPOSIZIONE COLLEGIO SINDACALE  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Il Consiglio di Amministrazione riunitosi il 28 novembre sotto la presidenza di Berardino Libonati ha dichiarato, ai sensi dell’art. 148 del D. Lgs n. 58/98, la decadenza del Dott. Salvatore Marco Fiorenza dalla carica di Sindaco Effettivo, in quanto il coniuge Dott. Ssa Patrizia Grieco è stata nominata Amministratore Delegato di Olivetti S. P. A. Società del Gruppo Telecom Italia. Il Dott. Salvatore Marco Fiorenza era stato eletto sindaco effettivo dall’Assemblea del 12 aprile 2007 in sede di nomina del Collegio Sindacale per il triennio 2007-2009. Il Dott. Stefano Morri, già eletto sindaco supplente nella medesima Assemblea, è subentrato nella carica di Sindaco Effettivo. .  
   
   
CALABRIA FILM COMMISSION: SECONDO FESTIVAL INTERNAZIONALE “CINEMA, AMBIENTE E PAESAGGIO”  
 
 Catanzaro, 1 dicembre 2008 - Il Presidente della Giunta regionale Agazio Loiero ha presieduto il 28 novembre a Catanzaro la conferenza stampa di presentazione del secondo Festival internazionale “Cinema, Ambiente e Paesaggio”, organizzato dalla Fondazione “Calabria Film Commission” e patrocinato dai Ministeri dell’Ambiente e per i Beni e le Attività culturali, dalla Regione Calabria e del Comune di Catanzaro. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti l’assessore regionale al Turismo Damiano Guagliardi, il sindaco di Catanzaro Rosario Olivo e l’assessore comunale alla Cultura Antonio Argirò, il presidente della Fondazione “Calabria Film Commission” Francesco Zinnato, la direttrice artistica del Festival Patrizia Tallarico. Di “manifestazione importante” ha parlato il presidente Loiero “perché - ha detto - l’idea su cui poggia questo mix tra ambiente e paesaggio è alla base dell’impegno e del lavoro istituzionale che abbiamo messo in campo sin dal nostro insediamento”. “Sono convinto - ha proseguito Loiero - che la Calabria è una terra votata per la filmistica: con i suoi colori e i suoi paesaggi è un set cinematografico naturale. In questo settore dobbiamo puntare di più, perché una filmografia di qualità può dare risultati straordinari alla regione”. L’edizione 2008 del “Calabria Film Festival” si svolgerà a Catanzaro dal 2 al 6 dicembre prossimi. I concorsi previsti dalla kermesse sono: “Concorso internazionale”, presidente della giuria Giancarlo Giannini, con film provenienti, anche dalla Germania, dall’Iraq, dal Kurdistan, dalla Francia, dalla Finlandia; “Un racconto da vedere”, intitolato a Leopoldo Trieste, presidente della giuria Walter Pedullà, che prevede un premio per il miglior elaborato narrativo, che abbia la potenzialità di essere tradotto nel linguaggio cinematografico; il terzo, presidente della giuria l’assessore regionale all’Ambiente Silvio Greco, premia il miglior documentario con oggetto le “Aree protette della Calabria”. Le sezioni del Festival sono quattro: “Calabria nel cinema” che valorizza una ricca e variegata cinematografia troppo spesso erroneamente trascurata; “Lungo le vie della seta” incentrata sulla storica via della seta che collegava il lontano Oriente alla provincia catanzarese, attraverso, tra l’altro, la proiezione di quattro lungometraggi provenienti dai paesi attraversati dal commercio itinerante; “Panorami italiani” è, invece, il titolo della sezione nella quale proietteranno le proprie opere Maria Sole Tognazzi con “L’uomo che ama”, Roberto Milani con “Piano, Solo” e Marco Cucurnia con “Solometro”; “Eventi speciali” che rende omaggio ai grandi autori legati alla Calabria come i registi Carlo Carnei e Carlo Rambaldi. La rassegna, che prevede anche ospiti eccellenti del mondo del cinema e della cultura, si concluderà giorno 6 dicembre, con le premiazioni al teatro Politeama di Catanzaro. “Il programma della manifestazione - ha affermato Guagliardi - è sostenuto con convinzione dall’assessorato regionale al Turismo come nuovo e qualificato elemento di quel fermento culturale che contraddistingue il nostro territorio nel momento di rilancio del vecchio e promozione di nuove idee anche attraverso le tematiche naturalistiche dell’ambiente. Spettacolo e natura - ha evidenziato - viaggiano su un binario unico che guarda ad un mondo ed a una regione a misura d’uomo”. Il sindaco Olivo ha ringraziato il presidente Loiero e Francesco Zinnato per aver scelto Catanzaro come “luogo di iniziative di alto livello culturale che fanno bene alla comunità e che sarà un’importante opportunità per la città”. “Un’iniziativa - ha aggiunto Olivo - ricca di interesse per i temi che propone in sintonia con le risorse eccellenti e con le potenzialità che abbiamo in Calabria”. Entrando nel dettaglio dell’iniziativa il presidente Zinnato ha detto che “si è ritenuto di continuare ad approfondire il tema dell’ambiente e del paesaggio anche dal punto di vista della promozione culturale. Un tema di interesse internazionale - ha evidenziato - che si riscontra anche dalla partecipazione al concorso di circa 100 film provenienti da ogni parte del mondo”. “La kermesse - ha detto l’assessore Argirò - rappresenta una grande opportunità per la cittò di Catanzaro e per l’intero territorio regionale per i forti connotati culturali e per le poliedriche suggestioni che esso incarna. Ne è testimonianza la sezione dedicata alle vie della seta che rimembra le origine storiche del capoluogo che, già tra il X ed il Xv secolo, costituiva il primo centro in Europa per la produzione del pregiato tessuto”. La direttrice artistica Tallarico ha parlato di “un festival che pone l’accento sul territorio come bacino culturale, come geografia esistenziale, come luogo dell’anima: le tante sezioni del ‘Calabria Film Festival’ - ha detto - cercano, provano, forse riescono a tracciare una mappa di tutto questo” .  
   
   
FRIULI VENEZIA GIULIA FILM COMMISSION, UN 2008 DI CRESCITA  
 
 Pordenone, 1 dicembre 2008 - Una delle produzioni cinematografiche più importanti del 2008 sostenuta da "Friuli Venezia Giulia Film Commission" riguarda "Come Dio comanda" di Gabriele Salvatores, girato nelle province di Pordenone e Udine. L´anteprima del film è in programma per venerdì 12 dicembre, alle ore 16. 00 al Visionario di Udine e alle 21. 00 a Cinemazero di Pordenone alla presenza del regista e degli interpreti Filippo Timi e Elio Germano. L´annuncio è stato dato dal vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle Attività produttive, Luca Ciriani, nel corso della conferenza stampa svoltasi oggi nella sede della Regione a Pordenone per presentare il bilancio e le prospettive di "Fvg Film Commission". Come ha ricordato il suo presidente, Federico Poillucci, la struttura è nata nel 2000 per facilitare il lavoro delle troupe cinematografiche e televisive che scelgono il territorio regionale come set delle loro produzioni. Per Ciriani l´attività di "Film Commission", costantemente in crescita, "si è rivelata preziosa sia come volano economico sia come mezzo di promozione dell´immagine complessiva del Friuli Venezia Giulia. Con un investimento annuale di circa 1 milione di euro da parte della Regione, abbiamo un ritorno ben superiore. Per il prossimo anno il budget sarà confermato". Le cifre sono state fornite da Poillucci: nel 2008 le produzioni sono state 26 contro le 21 del 2007; le giornate di lavorazione 643 contro 479, quelle di ripresa 434 contro 346; i pernottamenti alberghieri 14. 993 (contro 11. 824); le professionalità locali impiegate 230 (contro 163), gli attori 88, le comparse 3. 664; la spesa diretta sul territorio ammonta a oltre 7 milioni e mezzo, l´indotto economico complessivo a 13 milioni e mezzo (contro rispettivamente i quasi 6 milioni e 10 milioni 700 mila del 2007). "Si tratta di cifre - ha affermato Poillucci - che unite a un ritorno di immagine non parimenti quantificabile ma ugualmente importante premiano la lungimiranza di una Regione che - anche se in passato poco frequentata da cinema e tv - ha voluto istituire un Film Fund, prendendo a modello le esperienze di alcuni Paesi e Regioni europei ed extraeuropei". Nel corso del 2008 "Film Commission" ha ospitato film importanti quali il già citato "Come Dio comanda", "Diverso da chi" di Umberto Carteni con Claudia Gerini, Luca Argentero e Filippo Nigro, una commedia sentimentale targata Cattleya, tra le più attive e consolidate case di produzione indipendenti italiane, che dopo aver girato l´anno scorso "Amore, Bugie & Calcetto", ha deciso di continuare a produrre in regione, apprezzando qualità dei servizi, disponibilità delle amministrazioni pubbliche, bellezza delle location e bravura di maestranze e attori locali. Un progetto di Cattleya è in lavoro anche per il 2009, ma è ancora top secret. Sempre per le sale cinematografiche, il primo di dicembre verrà battuto anche il ciak di "Alzati e cammina" secondo film di Alessandro Angelici, con Sergio Castellitto, le cui location si dividono tra Grado, Gorizia, Tarvisio e Trieste. Molte soddisfazioni anche dalla fiction, sia italiana che internazionale. A conferma di una tendenza che vede il vicino mercato tedesco e austriaco rivolgersi sempre più spesso alle location nostrane, la Trebitsch Entertainment di Amburgo ha ambientato in regione il nuovo episodio de "Il Commissario Laurenti", fiction televisiva destinata al canale Ard e tratta dai romanzi di Veit Heinichen. Un´altra serie poliziesca, questa volta italiana, continua la sua ambientazione regionale. Si tratta de "Il Commissario Vivaldi" con Lando Buzzanca che, dopo l´enorme successo di pubblico del precedente "Mio figlio", già ambientato a Trieste, ha assunto una dimensione seriale che molto probabilmente continuerà anche in futuro. Tra le produzioni più brevi, va ricordata anche la serie "Crimini 2" per Rai2 e la miniserie "Nell´ombra" di Alex Infascelli, che ambienterà una settimana di riprese a partire dall´8 dicembre a Trieste e Duino. Ottima l´attività anche nel campo della produzione di documentari e spot pubblicitari. Tra i progetti per il 2009, il ritorno di Sebastiano Somma con "Un caso di coscienza 4", una fiction su Basaglia prodotta dalla "Ciao Ragazzi" di Claudia Mori e una nuova puntata del "Commissario Laurenti". .  
   
   
LOMBARDIA/MESSICO. RONZA A FIERA DEL LIBRO DI GUADALAJARA INAUGURATA MOSTRA DEDICATA AL VALTELLINESE BOTURINI BENADUCE  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Il delegato del presidente della Regione Lombardia per i Rapporti Internazionali, Robi Ronza, è in Messico dove il 29 novemrbe ha partecipato all´inaugurazione della Fiera del Libro di Gaudalajara, di cui l´Italia è ospite d´onore. "Regione Lombardia - spiega Ronza - vanta già ottimi rapporti con il Messico. Per questo abbiamo accettato molto volentieri l´invito che il presidente messicano Felipe Calderon ha fatto al presidente Roberto Formigoni, in occasione del loro incontro a Roma del giugno 2007, di contribuire con un´iniziativa di rilievo a questa importante appuntamento culturale internazionale". Da qui l´iniziativa di Regione Lombardia di realizzare una mostra su una grande personalità della storia della cultura messicana che era di origine lombarda, il valtellinese Boturini Benaduci, che è stata allestita nel Museo Regional di Guadalajara e che è stata inaugurata ieri dallo stesso Robi Ronza. "Fra i viaggiatori italiani che nel corso dei secoli hanno stabilito rapporti fecondi con il Messico - spiega Ronza - questo storico e colto viaggiatore lombardo non solo ha lasciato i segni più durevoli, ma ha contribuito alla formazione dell´identità messicana. Di fatto, i suoi due interessi fondamentali, la Madonna di Guadalupe e l´eredità indigena, costituiscono i pilastri sui quali si erge la fisionomia spirituale e culturale del Messico". "Boturini - prosegue Ronza - divenne il maggior promotore di quella ´rinascita messicana´ che lui stesso vedeva positivamente segnata tanto dall´eredità della cultura preispanica quanto da una nuova cultura e spiritualità a un tempo autoctona e iberica, di cui il culto della Vergine di Guadalupe era ed è un segno così significativo e commovente. Personaggio emblematico del suo tempo, Boturini è peraltro testimone di un desiderio di scoperta e di apertura che ancor oggi sono qualità tipiche dei lombardi". "Con questa mostra - conclude Ronza sintetizzando il pensiero del presidente Formigoni - desideriamo esprimere un doppio ringraziamento: grazie a Lorenzo Boturini per aver aperto il cammino di una migliore comprensione della storia del Messico; e grazie alla nazione messicana, per aver scelto l´Italia come ospite d´onore di questa edizione del principale appuntamento culturale dell´America Latina e del più prestigioso evento editoriale in lingua spagnola" .  
   
   
APRE A MACOMER LA MOSTRA DEL LIBRO SARDO  
 
Cagliari, 1 dicembre 2008 - Sono due le iniziative dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione che affiancano i lavori della Mostra del libro sardo apertisi il 27 Novembre a Macomer. Da angolazioni diverse, riguardano entrambe la crescita della società civile e la sensibilizzazione verso la cultura e l´ambiente. Adotta un libro regala 20. 000 libri ad attuali o prossimi lettori. Si tratta di volumi dell’editoria regionale, acquistati negli scorsi anni e fino al 2006 dall’amministrazione pubblica quale incentivo all’editoria sarda, che verranno distribuiti gratuitamente ai visitatori della Mostra del libro sardo. Le tipologie sono molteplici, come i generi e i formati. Si va dal saggio alla narrativa, dal libro d’arte a quello fotografico, dalla storia alla lingua sarda alla narrativa per ragazzi. L’iniziativa, già collaudata con successo durante la passata Maratona della Lettura e i Presidi del Libro, restituisce il libro nella mani del lettore e contribuisce ad incentivare la lettura. Trova spazio a Macomer anche il progetto Un milione di nuovi alberi, proposto dall’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, di concerto con gli Assessorati agli Enti locali e Pubblica istruzione che coinvolge i Comuni, le Province, le scuole, con il contributo operativo di Ente Foreste Sardegna e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale. Chiunque voglia potrà avere in omaggio un giovane albero da piantare, tra quelli appartenenti alle specie autoctone dell’Isola, partecipando così alla riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio della Sardegna, alla quale si associa, nell’ambito del progetto che troverà uno dei suoi momenti forti e operativi nell’incontro con le scuole, una fondamentale azione didattica di educazione ambientale. .  
   
   
MATERA, AL CIRCOLO LA SCALETTA PARTE IL RING LETTERARIO  
 
Matera, 1 dicembre 2008 - L´associazione Women´s Fiction Festival e il Circolo Culturale La Scaletta, in collaborazione con la Libreria dell´Arco, organizzano a Matera, martedì 2 dicembre, alle ore 18. 30, il Ring Letterario: proposta di lettura, incontro, scambio, confronto e "scontro" letterario, tra amici, simpatizzanti, lettori amanti delle narrativa contemporanea e moderna. Il primo romanzo, oggetto di confronto tra i partecipanti, sarà "Mille anni che sto qui", di Mariolina Venezia, Edizioni Einaudi (vincitrice del Premio Campiello 2007). "Il ring letterario" - dichiara Mariateresa Cascino, responsabile comunicazione del Wff, che insieme a Rossana Tinelli ha ideato il progetto - "nasce come un esperimento che mira a favorire lo scambio d´opinione, il dialogo e il confronto sulle opere letterarie che hanno riscosso maggiore successo presso il grande pubblico". Dal canto suo per Nicola Rizzi, presidente del Circolo La Scaletta - "Si tratta di un originale modello culturale che potrebbe delineare nuove dinamiche di relazione interattiva nella fruizione del prodotto letterario. Chiunque può prender parte al ring letterario, presentandosi all´appuntamento del prossimo 2 dicembre presso la sede del Circolo Culturale La Scaletta (Via Sette Dolori, 10 - Rioni Sassi - Matera); partecipare è semplice: se non è obbligatorio aver letto l´opera a cui è dedicato l´evento, è auspicabile, invece, che i partecipanti prendano una posizione attiva di preferenza tra i prevalenti orientamenti - a favore e contro - che emergeranno nel corso della discussione, alimentati da due "portavoce". Naturalmente, chi ha già letto il testo potrà trasferire liberamente il proprio punto di vista all´interno del ring letterario, contribuendo a rafforzare la linea di gradimento in cui meglio si riconosce. In ogni caso, le regole principali di questo gioco sono accessibili sui siti internet degli organizzatori: www. Womensfictionfestival. Com e www. Lascaletta. Net. Sul blog del portale del festival è possibile inoltre scambiarsi opinioni e giudizi sull´iniziativa. L´occasione sarà propizia per favorire lo scambio ed il prestito di libri tra i lettori del ring, che potranno infine acquistare il testo in esame con uno sconto del 15% sul prezzo di copertina, presso la Libreria dell´Arco di Matera. .  
   
   
«L’INDIA È DIVERSA E, PER QUANTO ESASPERANTE LA COSA POSSA A VOLTE APPARIRE, INTENDE RIMANERE TALE.» INDIRA GANDHI  
 
Torino, 1 dicembre 2008 - L’occidente si è sempre trovato in grande difficoltà nel tentativo di interpretare la realtà indiana. Per secoli, l’approccio orientalista ha posto esclusivamente l’accento sulla sua spiritualità e sulla sua cultura millenaria. Oggi si analizza l’India prendendo in considerazione il solo tasso di crescita del suo prodotto interno lordo. Entrambe le letture sono parziali e distorte. Per cercare di capire questo grande e complesso paese Carlo Buldrini vi ha trascorso più di metà della vita e ha scritto le «cronache indiane» raccolte nel presente volume. Dall’incontro con Indira Gandhi a quello con Krishnamurti, dall’assassinio di Rajiv Gandhi agli scontri tra hindu e musulmani, costellati di stragi e veri e propri pogrom, dalla vita nei villaggi rurali e nelle infernali metropoli alle architetture avveniristiche di Electronic City, la Silicon Valley indiana vicino a Bangalore, l’affresco che, pagina dopo pagina, l’autore viene delineando, è duro, violento, fitto di contrasti, e confuta lo stereotipo oggi imperante secondo il quale l’India sarebbe avviata a un radioso futuro nel segno delle tecnologie avanzate. Le contraddizioni irrisolte della società indiana stanno proiettando su ciò che verrà un’ombra lunga e minacciosa. L´autore - Carlo Buldrini ha vissuto in India più di trent’anni. Ha scritto per varie testate italiane e indiane ed è stato addetto reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi. Nell’anno accademico 2001-2002 ha insegnato presso la Jamia Millia Islamia, l’università islamica di Delhi. È autore di In India e dintorni (1999) e, con le Edizioni Lindau, ha pubblicato Lontano dal Tibet. Storie da una nazione in esilio (2006). Carlo Buldrini Nel segno di Kali Cronache indiane Edizioni Lindau pagine 240 euro 18,50 .  
   
   
INTERVISTA A CARLO BULDRINI GIORNALISTA PER VARIE TESTATE ITALIANE E INDIANE, PER TRENT´ANNI REGGENTE DELL´ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A NEW DELHI, AUTORE DEL VOLUME, “NEL SEGNO DI KALI. CRONACHE INDIANE2  
 
 Torino, 1 dicembre 2008 - Buldrini, dopo il Black Friday del 12 marzo 1993 (300 morti) e le bombe sui treni delle Western Railways dell´11 luglio 2006 (200 morti) il terrore è tornato a Mumbai. Siamo di fronte alla risposta islamica alle distruzioni di moschee, ai massacri di mussulmani a Bombay, al pogrom antimusulmano in Gujarat, nella terra di Gandhi, nel 2002 a opera delle componenti più oltranziste del Sangh Parivar, la Famiglia delle associazioni dei nazionalisti hindu che potrebbe ritornare al potere con le elezioni del maggio prossimo? Sì, l´intenzione dei terroristi è di far precipitare l´India nel caos. Il terrorismo sembra ormai essere il leitmotiv dell’India del Xxi secolo. La sequenza degli attentati degli ultimi tre anni è spaventosa: New Delhi, Varanasi, Mumbai, Hyderabad, Bangalore, Ahmedabad, Guwahati e, adesso, di nuovo Mumbai. Chi arma la mano dei terroristi? C. B. I sospetti maggiori vanno sul Lashkar-e-taiba (l’Esercito dei Puri). Il gruppo venne costituito nel 1990, in Pakistan, come braccio armato dell’organizzazione religiosa Markaz Dawa wak Irshad. Nel 1993, poco tempo dopo la distruzione della moschea di Ayodhya, in India, il gruppo divenne operativo in Kashmir. Negli anni successivi il Lashkar-e-taiba ha esteso il suo campo di azione a tutta l’India. Dopo la «spartizione» del subcontinente da cui nacque l’Unione Indiana e il Pakistan, gli scontri tra hindu e musulmani non si sono mai fermati… C. B. Il revival del nazionalismo hindu degli ultimi 15 anni ha riacceso la miccia degli scontri tra le varie comunità dell’India. Il sogno di Jawaharlal Nehru dell’«unità nella diversità» sembra andare in pezzi. Presto, in India, ci saranno le elezioni politiche. C. B. Saranno le quindicesime elezioni generali indiane e saranno molto importanti. Dovranno tenersi entro il mese di maggio del 2009. La posta in gioco è molto alta. L’idea stessa di un’India come paese laico e pluralista è a rischio. Da dove vengono le minacce a questa India «tollerante»? C. B. Dal fondamentalismo hindu che ha trovato nell’«hindutva» (l’hinduità) la propria matrice ideologica. Si tratta di un movimento formato da varie organizzazioni racchiuse sotto la sigla di «Sangh Parivar», la Famiglia delle associazioni dei nazionalisti hindu. Il movimento è particolarmente forte in questa fase della vita politica indiana. Le sue componenti più oltranziste, la Vishva Hindu Parisad e il Bajrang Dal, sono state proprio le responsabili della distruzione della moschea di Ayodhya nel 1992, dei massacri dei musulmani a Bombay nel 1992-93 e del pogrom anti-musulmano a Gujarat. Sono le stesse organizzazioni che, quest’anno, hanno causato la morte di 38 cristiani nello Stato indiano dell’Orissa. Il Bharatiya Janata Party (Bjp) è la proiezione politica di questi movimenti nazionalisti hindu. Il Bjp ha già governato l’India dal 1998 al 2004. Con le prossime elezioni c’è la possibilità di un suo ritorno al potere. Il terrorismo islamista sembra auspicare proprio questo. La sua è la logica del «tanto peggio, tanto meglio». .  
   
   
AL PICCOLO TEATRO STREHLER, DAL 16 AL 21 DICEMBRE 2008 NELL’AMBITO DELLA RASSEGNA MILANO PER GIORGIO GABER NERI MARCORÈ È UN CERTO SIGNOR G  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - A quasi quarant’anni di distanza il signor G torna al Piccolo Teatro. E’ diventato Un certo signor G, ha le sembianze di Neri Marcorè e si ferma a Milano, dopo il grande successo della scorsa stagione (vincitore del Biglietto d’oro Agis), per una settimana di repliche, dal 16 al 21 dicembre 2008. Il signor G nasce nel 1970 e Giorgio Gaber lo presenta nella storica sala di via Rovello nel gennaio del 1971. Oggi il Teatro dell’Archivolto di Genova lo ripropone come un excursus, sotto l’attenta guida di Giorgio Gallione, nell’universo gaberiano, dalle prime esperienze teatrali, quelle di Dialogo tra un impegnato e un non so, Far finta di essere sani, Anche per oggi non si vola (tra il 1970 e il 1974), fino all’ultimo disco del 2003. Un’occasione per rileggere e rivisitare l’opera di Gaber, un viaggio-omaggio che procede per monologhi e melologhi, musiche e canzoni, inevitabilmente iscritto nella forma stilistica del ‘teatro canzone’, felice invenzione gaberiana, geniale strumento di decifrazione delle sfrangiature e delle nevrosi della contemporaneità. Neri Marcorè è solo sul palcoscenico, accompagnato da due pianiste, Silvia Cucchi e Vicky Schaetzinger, nell’elaborazione musicale, quasi concertistica, di Paolo Silvestri, a riscoprire un’opera, quella di Gaber e Luporini, da considerare ormai un “classico moderno”, riflessione, ironica e malinconica a un tempo, sul destino dell’uomo, smarrito tra contraddizioni, utopie e paure, solo, di fronte al paradosso di un’asfissiante normalità. “Il ‘nostro Signor G’ - dichiara il regista - è un’esplorazione nel beffardo, paradossale, buffonesco mondo di questa maschera di uomo comune che si interroga, comicamente impotente, sul senso della propria vita, sempre sfiorata dal pericolo dell’imbecillità e del qualunquismo”. Aggiunge Neri Marcorè: “Abbiamo scelto di riportare in scena il mondo di Gaber, la sua musica, la sua ironia, la sua capacità di interrogarsi senza sosta sulle contraddizioni dell’individuo rispetto all’amore, la società, la libertà, la politica, con le sue paure e le sue aspirazioni, urlandole con la potenza dell’invettiva o sussurrandole col tarlo dell’introspezione”. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
   
AL TEATRO DELL’ELFO IL GIARDINO DEI CILIEGI DI ANTON CECHOV UNO SPETTACOLO DI FERDINANDO BRUNI  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Un’enorme tenuta che va alla malora, un frutteto che una volta all’anno, nel mese di maggio, si copre di fiori bianchi e diventa “giardino”, simbolo di rimpianti, speranze e sogni. Ogni anno il ciclo delle stagioni si compie, e ogni anno il giardino ritorna giovane, ricomincia la sua vita. A contemplare questo miracolo per l’ultima volta, riuniti nella grande casa dell’infanzia, i personaggi della commedia non possono che scorgere su di sé, ognuno nell’altro, i segni del tempo che passa, il miracolo che su di loro non si compie, l’approssimarsi di una resa dei conti col proprio destino. Il cast comprende, in questa edizione, tutti i nomi storici dell’Elfo: Ida Marinelli nel ruolo protagonista, Elio De Capitani in quello di suo fratello Gaev e Ferdinando Bruni nel ruolo del mercante Lopachin, oltre a Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Luca Toracca e la socia più giovane Elena Russo Arman. Accanto a loro due volti ormai di casa nella compagnia – Cristian Maria Giammarini e Fabiano Fantini - e i giovani Angelica Leo, Edoardo Ribatto, e Nicola Stravalaci. Dodici attori, sotto l’attenta direzione di Bruni, mettono in gioco la coralità, la sensibilità e la maturità di un gruppo e delle sue singole personalità, nell’allestimento di questa commedia rarefatta, buffa e disperata che ha per protagonista il tempo e il suo trascorrere nella vita degli individui e del mondo. La regia colloca i quattro atti del Giardino dei ciliegi in una specie di limbo, l’antica stanza dei bambini, che è simbolicamente punto di ritrovo per la famiglia di Ljuba, fra oggetti concreti, ma carichi di valenze evocative: la lavagna con l’alfabeto cirillico-europeo, i tabelloni illustrati per imparare il francese (la lingua dell’aristocrazia, la lingua dell’esilio), gli uccelli impagliati, prigionieri di una vita artificiale, oggetti che piano piano andranno sparendo, recidendo legami col passato, fragili e malati, lasciando spazio alla durezza impietosa del presente o alle utopie luminose del futuro. Dalla Rassegna Stampa: In scena tutti i «soci» storici dell´Elfo. Insomma si potrebbe definire quasi una «lettura di famiglia» del capolavoro cechoviano dentro quel salone chiuso di una casa in decadenza, destinata a implodere e venire distrutta come il Giardino del titolo, per far posto a lottizzazioni di villette a schiera, per le nuove classi emergenti (. ) E davanti al disastro ineluttabile, i personaggi di Cechov (belli, ricchi di anima e di sentimenti) sembrano già soli con se stessi, senza più una direzione cui rivolgersi. (. ) Chi trova echi inconsueti (grazie anche all’interpretazione di Bruni) è il parvenu Lopachin, di solito un insopportabile volgarone arricchito, che grazie all’amministrazione poco limpida della tenuta, si può permettere di riacquistarla all’asta. Qui ha la coscienza amara di essersi inutilmente preparato a dar vita alla nuova classe dirigente: quella che dovrebbe prendere in mano la situazione, tanto da essere aggiornato e colto in economia, dei nuovi bisogni e di prossime organizzazioni sociali. Gianfranco Capitta, Manifesto 27 aprile 08 Attraverso Il Giardino dei ciliegi di Cechov ogni regista ha sempre raccontato un po’ della sua storia. È stato così fin da quando questo testo è stato scritto: da Stanislavskij fino a Visconti e Strehler ma anche Brook, Stein e Dodin. (. ) ed ecco, guidato da Ferdinando Bruni, un gruppo molto affiatato di attori. (. ) Un Giardino che si confronta con la stolida nullità di molti personaggi cechoviani, con l’incapacità di vivere fino in fondo i propri sentimenti. (. ) Bruni ha lavorato su questo, scarnificando e riducendo il testo, ribaltando le atmosfere in un gioco di rimandi e di suggestioni, mostrandoci dei personaggi normali perfino laidi e anche sciocchi, talvolta. (. ) Tutto e niente, la vita insomma. Maria Grazia Gregori, l’Unità, 15 novembre ’06. L´ascolto della voce di Cechov è possibile fino allo spasimo, fino a cogliere, nei suoi silenzi, il respiro, e, di essi, il ritmo. Come accade tutto ciò? È Cechov a offrirne l´evenienza non con un trucco ma, ancora una volta, con l´ascolto (della vita) (. ) Davvero mirabile l´interpretazione di Ida Marinelli, un´attrice piuttosto sottovalutata. Ma è svagato, bravissimo anche Elio De Capitani e, con lui, ricordo Elena Russo Arman, Angelica Leo, Fabiano Fantini (. ) e Corinna Agustoni. Franco Cordelli, Corriere della Sera, 26 novembre ’06 Una compagnia della seconda generazione come quella di Teatridithalia ci sforna un’edizione del Giardino dei ciliegi del tutto degna degli antichi livelli ma capace di leggere nel grande testo un’atmosfera non di riporto. (. ) I giorni passano nell’antica stanza dei bambini percorsa da personaggi nostalgici e irresoluti, in preda ai loro tic di bislacchi che la regia passionale e rigorosa di Ferdinando Bruni sa rendere ritmicamente espressiva di un frastagliato accumulo di stati d’animo. (. ) Degna delle storiche primedonne la splendida prova di Ida Marinelli accanto al maniacale fratello Elio De Capitani e alla sensitiva Elena Russo Arman nella ricca collezione di caratteri di un grande emozionante spettacolo. Franco Quadri, la Repubblica, 27 novembre ’06 info@elfo. Org, www. Elfo. Org .  
   
   
AL TEATRO LEONARDO QUELLI DI GROCK IN LA LOCANDIERA DA CARLO GOLDONI  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - “La Compagnia Teatrale Quelli di Grock presenta per la stagione 2008/2009 una rivisitazione de La Locandiera, celebre commedia di Carlo Goldoni a cui l’estro di Valeria Cavalli e Claudio Intropido regalerà una nuova luce, affidando il ruolo di Mirandolina a un interprete maschile. Un gioco teatrale originale e audace che segna un’altra tappa nel viaggio di Quelli di Grock attraverso i classici. «L’aspetto che ci ha più colpito de La Locandiera è il carattere della protagonista, così diverso da quello delle figure femminili sue contemporanee: per questo abbiamo voluto donarle un’ambiguità e un mistero del tutto nuovi. Nella nostra rilettura Mirandolina è interpretata da uno straordinario attore che si avvale unicamente del linguaggio gestuale per tradurre la forza seduttiva della protagonista: grazie all’eleganza dell’azione fisica e al magnetismo dei suoi movimenti, riesce ad esprimere un’interiorità intrigante, a tratti drammatica, assolutamente moderna. Nel prendere le distanze da facili interpretazioni en travesti, la nostra Mirandolina incarna una femminilità asciutta e metaforica, che si burla delle ‘caricature di uomini’ da cui è circondata. Abbiamo rielaborato il testo di Goldoni al servizio della forza della protagonista, assoluta e disincantata, e abbiamo voluto raccontare l’illusione, reale e simbolica, che sostiene tutta la vicenda e che si svelerà in un poetico finale affidato alla stessa Mirandolina. » (dalle note di regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido) La Locandiera è interpretata da Andrea Ruberti, nel ruolo di Mirandolina, e Alessandro Larocca, entrambi attori storici della Compagnia Quelli di Grock. Con loro Enrico Ballardini, Igor Loddo, Marco Oliva, Maurizio Salvalalio e Max Zatta: un cast tutto al maschile che darà vita a una girandola teatrale ambientata in un Settecento essenziale, dalla scenografia scarna ed evocativa. Le musiche sono state realizzate dal compositore Gipo Gurrado che da anni collabora con la Compagnia. Valeria Cavalli e Claudio Intropido, che firmano l’adattamento e la regia, realizzano con La Locandiera un ulteriore approfondimento del lavoro sui testi classici iniziato con La bottega del caffè e culminato con La bisbetica domata, grande successo della scorsa stagione. Un approccio insolito, coerente con la storia e le scelte della Compagnia e che segna un modo originale di interpretare i classici donando ad essi un nuovo colore senza tradire la sostanza e lo spessore delle opere stesse”. Quelli di Grock . Www. Elfo. Org - www. Quellidigrock. It .  
   
   
AL TEATRO FRANCO PARENTI TRA CORI, DANZE, MUSICA DAL VIVO, CON SABAR, GEMBE E ALTRI STRUMENTI MUSICALI DEBUTTA UBU BUUR LO SPETTACOLO EVENTO DELLA STAGIONE  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Attori e quindici adolescenti senegalesi scelti in un villaggio della Savana dove lo spettacolo multilinguistico , dopo tre mesi di prove ha debuttato alla presenza degli abitanti del luogo e di rappresentanti dell’Onu, creando un’ emozione senza precedenti. La vicenda, ambientata in un villaggio fatto di capanne, ha per protagonista un signorotto della guerra (ce ne sono tanti in Africa) e della sua femme bianca, attorniati da una banda di ragazzi armati di kalaschinikov. Ciò che colpisce è proprio l’energia di questa banda, il suo modo di rapportarsi con la scena, il suo scatenarsi tra cori e danze, sorretti da una musica dal vivo, fatta di percussioni, di gembe, di sabar e di altri strumenti originali. .  
   
   
DAL 2 AL 21 DICEMBRE 2008 SECONDA EDIZIONE MILANO PER GIORGIO GABER  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Prende il via il 2 dicembre la seconda edizione di “Milano per Giorgio Gaber”, la manifestazione ricca di spettacoli, dibattiti e incontri che il capoluogo lombardo dedicherà al Signor G fino al 21 dicembre, a un anno di distanza dal grande successo della prima edizione. Promossa dall’Assessorato al Tempo Libero del Comune nella persona di Giovanni Terzi, dalla Provincia di Milano, dalla Regione Lombardia, dal Piccolo Teatro di Milano-teatro d’Europa e dalla Camera di Commercio di Milano, è organizzata dalla Fondazione Giorgio Gaber. La manifestazione è un omaggio ad un artista legato da un rapporto indissolubile alla città, sfondo della sua poetica e spesso fonte della sua ispirazione. Un’iniziativa che per il secondo anno consecutivo sceglie artisti di altissimo livello per interpretarne le opere. Gli Spettacoli. Il cartellone si apre martedì 2 dicembre con “Il Dio Bambino”, al Teatro Filodrammatici, l’ultimo spettacolo di prosa rappresentato da Gaber che rientra nel filone del teatro d’evocazione. Interpretato da Eugenio Allegri con la regia di Giorgio Gallione, sarà in replica fino al 14 dicembre. Martedì 9 dicembre, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, “Se potessi mangiare un’idea”, un evento in cui Gioele Dix ripercorrerà le tappe più significative dell’opera del Signor G attraverso l’esecuzione di brani musicali, accompagnati da un’articolata e approfondita elaborazione teorica sull’importanza e l’attualità della figura di Gaber. Venerdì 12 dicembre alle ore 21, al Piccolo Teatro Strehler e in replica sabato 13 al Teatro Dell’archivolto di Genova, Claudio Bisio sarà protagonista di una lettura scenica di “Io quella volta lì avevo 25 anni”, un testo inedito di Giorgio Gaber e Sandro Luporini scritto tra il 1999 e il 2000. L’attore sarà accompagnato al pianoforte dal maestro Carlo Boccadoro. Agli amici, artisti e al pubblico, è dedicato l’incontro di sabato 13 dicembre alle ore 17 presso l’Auditorium “Giorgio Gaber” del palazzo della Regione Lombardia, promosso dalla Fondazione che porta il suo nome. L’appuntamento, coordinato dal giornalista Massimo Bernardini e che vedrà la partecipazione di Flavio Oreglio ed Eugenio Finardi, da un lato sarà l’occasione per fare un bilancio delle attività svolte e dei progetti sostenuti dalla Fondazione e, dall’altra, per consentire a chiunque di ricordare sul palco il genio di Gaber e argomentarne le tematiche. Durante l’incontro verranno presentate due iniziative editoriali: il libro “Gaber, Giorgio, il Signor G” e la terza parte della sua storia per immagini, dedicata agli anni ’80. Neri Marcoré chiuderà il sipario della manifestazione con “Un certo Signor G”, in scena al Teatro Strehler dal 16 al 21 dicembre per la regia di Giorgio Gallione. Uno dei più importante eventi teatrali della scorsa stagione premiato con il “biglietto d’oro” dell’Agis. Il protagonista, accompagnato da due pianiste, si interroga sui destini dell’uomo moderno, in bilico tra utopia, impotenza, razzismo, amore, consumismo, paura e sogno. Le Iniziative. La straordinaria attività artistica di Giorgio Gaber è un patrimonio che appartiene a tutti, non solo a chi ne conserva un ricordo diretto. Per questo motivo, per venire incontro a tutti coloro che per ragioni anagrafiche non hanno avuto la possibilità di conoscerne e comprenderne il genio, il palinsesto della manifestazione è integrato da una serie di lezioni – spettacolo tenute da Andrea Pedrinelli con la partecipazione dell’attrice Rossella Rapisarda, appuntamenti rivolti ai ragazzi delle scuole medie e superiori che avranno luogo in alcuni istituti milanesi. Un progetto consolidato che attraversa l’Italia già da anni, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano. Da questa edizione la Fondazione Giorgio Gaber ha avviato un progetto di collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Brera che prevede il coinvolgimento degli studenti per la realizzazione di opere di grafica e tecniche di incisione ispirate alla poetica del Signor G. Una giuria presieduta da Sandro Luporini premierà il lavoro migliore. Teatro canzone da apprezzare anche sul video: con il cofanetto Giorgio Gaber – Gli anni Ottanta, in uscita la prima settimana di dicembre, prosegue la monografia home video dedicata all’artista e iniziata nel 2006 con gli anni ’60. Il doppio dvd, oltre 3 ore e mezza di filmati, è accompagnato da un libro che documenta e illustra il percorso artistico dell’intero decennio, dedicato alla prosa d’evocazione. Infine, la rivalutazione dell’opera di Gaber passerà anche attraverso un’importante operazione editoriale promossa dal Corriere della Sera e Tv Sorrisi e Canzoni che porterà in edicola dal 22 dicembre “Giorgio Gaber. Il Teatro Canzone”: 11 cd doppi che ripercorreranno 30 anni di spettacoli teatrali del grande artista. Contemporaneamente sarà disponibile il libro Gaber, Giorgio, Il Signor G, edito da Kowalski che raccoglie le numerose testimonianze degli artisti e degli intellettuali che sono intervenuti alle iniziative organizzate in questi anni dalla Fondazione. Nelle varie sezioni del libro trovano spazio autorevoli contributi critici accanto alle testimonianze di chi lo ha conosciuto personalmente e di coloro che hanno collaborato con lui. .  
   
   
AFRICAN SPIRIT IN TOUR IN ITALIA E AGLI ARCIMBOLDI DI MILANO  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Premiato due volte con il Grammy Award il Soweto Gospel Choir è uno dei più importanti gruppi del panorama musicale gospel degli ultimi anni che di ritorno dall’Australia porta in giro il suo nuovissimo spettacolo: African Spirit. Un successo che ha fatto il tutto esaurito ad agosto 2007 al Festival di Edimburgo e altrettanto durante il 51esimo Festival di Spoleto nel luglio scorso, African Spirit celebra la forza dello spirito umano e cattura la bellezza e la passione che caratterizzano l’Africa. Attraverso un ritmo vibrante e una rinomata forza vocale il Coro esegue un repertorio che riflette aspetti della storia della Rainbow Nation, rievocando canzoni gospel del passato legate alla tradizione africana, a canzoni gospel più attuali legate a momenti di gioia e di preghiera fino ad arrivare a un gospel più “internazionale” che reinterpreta artisti e autori moderni. Sotto la direzione del maestro e direttore sudafricano David Mulovhedzi e il produttore esecutivo Beverley Bryer, il Soweto Gospel Choir raggruppa i migliori talenti di tutte le chiese di Soweto e dintorni con lo scopo di condividere la gioia della fede attraverso la musica in un coro che canta in sei lingue differenti che includono oltre all’inglese, lo Xhosa, lo Zulu e il Sotho. Fino dalle prime performance in Australia nel 2003, il Soweto Gospel Choir è diventato un fenomeno mondiale che fa sempre il tutto esaurito nei più grandi teatri di tutto il mondo. Nel 2008 Sowerto Gosple Choir ha intrapreso tour in diversi paesi come Inghilterra, Australia, Germania, Spagna, Italia (Festival di Spoleto), e Olanda così come il suo quarto tour negli Stati Uniti. La compagnia ha avuto la fortuna, nella sua pur breve ma eccezionale carriera, di poter cantare insieme a grandi star del mondo internazionale (Bono, i Queen, Annie Lennox, Dionne Warwick, Jimmy Cliff e Celine Dion). Inoltre ha cantato anche in altre occasioni: in onore di Nelson Mandela, padre della democrazia sudafricana, per Bill Clinton e per il compleanno del suo amato patrono, l’Arcivescovo Desmond Tutu. Oltre ad aver vinto il primo premio ai Grammy Award nel 2007 come migliore album di musica tradizionale del mondo (con il secondo album dal titolo “Blessed”) ed anche il secondo Grammy Award nella stessa categoria nell’anno 2008 (con il terzo album “African Spirit” che da il nome al tour), il Soweto Gospel Choir ha anche vinto il premio Awards nel 2005 come Migliore Coro Gospel durante l’American Gospel Music Awards e nel 2003 l’Australian Helpmann Award come migliore interpretazione contemporanea. Un’importante iniziativa curata dai membri del Soweto Gospel Choir per dare sostegno ai meno fortunati è rivolta agli orfani malati di Aids che vivono in Sud Africa. Nel 2004 il Soweto Gospel Choir crea una nuova fondazione in unione con un’altra famosa associazione di carità africana che si occupa di curare i malati di Aids. Alla fine di ogni performance il coro invita la platea a donare un contributo. Questi fondi vanno completamente alla casa di cura degli orfani malati di Aids che ricevono sostegno solo con fondi non governativi o fondi privati ricevuti duranti i concerti. Fino ad ora le donazioni ricevute durante i concerti hanno raggiunto la somma di 1 milione di dollari e hanno contribuito a dare da mangiare, vestire e dare alloggio a più di 600 orfani. .  
   
   
POCKET OPERA,LA LIRICA PER TUTTI NEI TEATRI STORICI DAL 19/12 IN SCENA "MADAMA BUTTERFLY" E "L´ITALIANA IN ALGERI"  
 
 Milano, 1 dicembre 2008 - "Madama Butterfly" e "L´italiana in Algeri" sono i titoli del grande repertorio lirico protagonisti dell´edizione 2009 di Pocket Opera, il progetto promosso dall´Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dall´Associazione Teatri Storici. L´iniziativa, presentata oggi dall´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, e da Carlo Perucchetti, presidente As. Li. Co. (Associazione Lirico Concertistica Italiana) si avvale della direzione artistica del Circuito Lirico Lombardo, oltre che della collaborazione della stessa As. Li. Co. Inaugurata nel 2006, Pocket Opera ha riscosso, nel corso di questi anni, numerosi consensi da parte del pubblico lombardo da sempre attento ai grandi eventi di qualità. Attraverso questa prestigiosa iniziativa, il mondo dell´opera lirica è stato presentato ad ampie fasce di utenti favorendo la diffusione della cultura operistica oltre le sfere degli appassionati e degli addetti ai lavori. "La messa in scena di opere liriche nei piccoli teatri storici della Lombardia, alcuni dei quali sono stati restaurati grazie al concreto sostegno della Regione Lombardia - ha ricordato Zanello - ha consentito di valorizzare questi gioielli architettonici. Importante è stato il coinvolgimento delle comunità territoriali, che hanno sensibilmente contribuito al recupero del ricco patrimonio artistico e architettonico dei teatri, facendoli rivivere attraverso l´opera lirica". "Il progetto - ha aggiunto Zanello - punta ad avvicinare alla lirica una fascia sempre più consistente di pubblico. Così le più celebri opere della commedia musicale ottocentesca, Madama Butterfly di Giacomo Puccini (adattata per l´occasione da Carlo Galante) e l´Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini, contestualizzate in questo affresco di eccellenza virtuosa, contribuiranno a diffondere i grandi temi dell´opera lirica attraverso un suggestivo percorso culturale". La stagione operistica 2008-2009 si apre con l´ampliamento dell´organico dei teatri coinvolti. Da quest´anno infatti aderiscono all´iniziativa le città di Monza e Varese, segno inequivocabile del sempre maggiore successo che riveste l´iniziativa nella nostra regione. Si parte con "Madama Butterfly", in scena al teatro Lirico di Magenta (19 dicembre), teatro Manzoni di Monza (20 dicembre), teatro Sociale di Montichiari (16 gennaio), teatro Gassman di Gallarate (18 gennaio), teatro Comunale di Casalpusterlengo (23 gennaio), teatro Sociale di Stradella (11 e 13 febbraio), teatro Apollonio di Varese (22 febbraio) e teatro Pasta di Saronno (12 marzo). Per "L´italiana in Algeri" rappresentazioni al teatro Sociale di Como (9 e 11 gennaio), al teatro Sociale di Montichiari (20 febbraio), al teatro Comunale di Casalpusterlengo (13 marzo), al teatro Sociale di Stradella (3 e 5 aprile) e a Campione d´Italia, in piazzetta Grandini (19 giugno). Altre due date, in via di definizione, ancora a Como e a Canzo. Tra le novità di questa edizione da segnalare anche l´apertura del sito di Pocket Opera (www. Pocketopera. It) a cui attingere informazioni sulle opere liriche messe in scena nei teatri regionali. .  
   
   
“UN ANGELO IN CASA BRAMBILLA” CON PIERO MAZZARELLA SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SAN BABILA  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - E’ sempre un piacere il ritorno sulle scene di Piero Mazzarella, ultimo storico interprete della commedia in dialetto milanese, che anche quest’anno non manca all’appuntamento con il pubblico del Teatro San Babila. Piero Mazzarella è accompagnato sul palco dall’inseparabile fratello Rino Silveri, autore, regista, attore, con il quale forma una coppia complice e affettuosa tanto amata dal pubblico. ”Un angelo in casa Brambilla” è la terza commedia dedicata da Rino Silveri alla saga della tipica famiglia milanese, dopo “L’importanza de ciamass Brambilla” e “La famiglia Brambilla in vacanza”. Le risate sono assicurate, le battute sagaci e di un’ironia tagliente. La storia vede protagonisti il “Professor” Prospero (Piero Mazzarella) e la consorte Pina, alle prese con i quotidiani e divertenti battibecchi sulla milanesità. E mentre fervono i preparativi di Natale, particolarmente atteso anche per l’arrivo della nipotina, le divertenti discussioni tra i due non si fermano neanche davanti al quesito: albero o presepe? Il primo, fortemente desiderato dall’”americanizzata” Pina, il secondo, voluto invece, dal più tradizionalista Prospero. Ad incrinare l’atmosfera festosa arriva, però, la notizia dell’improvviso malanno della nipotina e quindi la sua impossibilità a trascorrere il Natale con i nonni. Ma ecco, che una sera, dopo un black out, al riaccendersi della luce, dietro l’albero, compare quello che a tutti sembra un angelo. La bambina dice di chiamarsi Stella, di essersi smarrita e di non riuscire a rintracciare i genitori. Stella viene, pertanto, accolta calorosamente in casa Brambilla. Ma chi è davvero Stella? La bambina che dice di essere o l’angelo che tutti credevano fosse? .  
   
   
UN AMLETO CONTEMPORANEO CON ALESSANDRO PREZIOSI AL TEATRO NUOVO DI MILANO  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - “Ho udito che delle persone colpevoli, assistendo ad una rappresentazione, a causa dello stesso artificio messo in scena, furono così turbate fin dal profondo dell’anima da confessare pubblicamente e senza indugio i loro crimini. La rappresentazione del dramma sarà la cosa con cui coglierò in trappola la coscienza del re” (W. Shakespeare, Amleto, Ii,2) . Lo spettacolo “Amleto” in tournée nelle principali città italiane con Alessandro Preziosi diretto da Armando Pugliese . Lo scorso luglio, l’occasione per la messa in scena dell’Amleto è stata la ricorrenza del 60° anniversario del Festival Teatrale Shakespeariano di Verona. Dopo il successo e i consensi di pubblico ottenuti nelle repliche estive e nella nuova tournée invernale, lo spettacolo, nel mese di marzo, si accinge a toccare due tra le maggiori città italiane: Torino e Milano. All’interprete principale Alessandro Preziosi, Khora. Teatro ha voluto affiancare Armando Pugliese per la regia e una compagnia di giovani e meno giovani attori di talento. Mettere in scena Amleto è un tentativo di raccontare con parole potenti come sono quelle di Shakespeare qualcosa che ci riguarda e che riguarda il tempo che stiamo vivendo, il nostro tempo. Contro il malcostume del nostro tempo il principe di Danimarca ci mostra il suo lato più debole, aggirare la realtà, rifugiarsi nella sua fragilità, ma consegna allo spettatore una chiave che deve aprire porte rispetto alle quali lo stesso Amleto rimane nascosto. Forza e debolezza, impulsività e calcolo, sensibilità e riflessione: tutto é estremo in lui, che con il suo idealismo si pone sulla scena a testimoniare, assieme a un dramma personale, i conflitti e le aspirazioni di ogni giovane contemporaneo che abbia una concezione dell’esistenza e intanto debba sperimentarne la corruttibilità. La tragedia classica riscopre la sua forza e la sua attualità, nella non banale coincidenza con la ricorrenza del quarantennale del’68, sottolineando il tema dell’atavico conflitto tra “padri” usurpatori e figli: i primi che non accettano il cambiamento e impongono ai giovani una società ormai superata, e le nuove generazioni, che tentano di non farsi sopraffare da aspettative esagerate e ambizioni irraggiungibili. Quale contributo può una regia che non sia meramente esecutiva dare all´approfondimento di questo testo shakespeariano, cercando di evitare le giacche e le cravatte come paravento di un’ipotetica modernità? Noi ci proviamo cercando di evidenziare il “gap culturale” che separa Amleto e i suoi colleghi di studio (Orazio, Rosencranz, Guildestern) a Vittemberg da una corte danese tacciata da crapule e bagordi, ed ancora di sottolineare che “il dubbio Amletico” non è tanto un ondeggiamento dell’animo, quanto piuttosto la necessità di far corrispondere la vendetta alla certezza della giustizia, e che il motore che spinge l’evolversi della tragedia è una strenua ed affascinante lotta per il potere, negato al protagonista non tanto dall’uccisione del padre quanto dall’aver impalmato da parte dell’assassino, lo zio Claudio, la legittima detentrice di quello stesso potere, sua madre. Parallelamente evidenziando in Polonio e nella sua famiglia la sostanza di una cortigianeria anch’essa alle prese con le sue ambizioni e le sue mosse strategiche, far sì che i personaggi non si presentino come stereotipi incorniciati da funzioni ormai consuete nell’immaginario collettivo, ma presentino qualche curiosità comportamentale che , se da una parte li rende meno “eroici” , da quell’altra ce li fa conoscere sotto un altro aspetto e più partecipi di una dialettica generale, senza la quale la tragedia non può esistere. .  
   
   
AL TEATRO CIAK FABRIZIO GIFUNI E SONIA BERGAMASCO IN I KISS YOUR HANDS CATALOGO SEMISERIO DELLE LETTERE MOZARTIANE  
 
 Milano, 1 dicembre 2008 - Sul palco del Teatro Ciak – Fabbrica del Vapore giovedì 4 dicembre, sarà di scena un’imperdibile pièce teatrale, I Kiss your hands. I Kiss your hands è uno spettacolo-concerto, con una perfetta compenetrazione fra testo e musica, tratto dal Mozart esilarante e impertinente del carteggio amoroso, che vede cinque strumenti protagonisti allo stesso livello. Da una parte le due voci di attori del calibro di Fabrizio Gifuni, che reduce del successo del film “Galantuomini” di Edoardo Winspeare al Festival del Cinema di Roma e di “Paolo Vi”, film tv in due puntate in onda il 31 novembre e il 1° dicembre su Raiuno – per la prima volta alternerà il recitato al cantato e Sonia Bergamasco – affermata attrice teatrale e cinematografica, Nastro d’Argento per come miglior interprete per il film La Meglio Gioventù. Dall’altra tre musicisti d’eccezione: Paolo Damiani – anche autore della drammaturgia musicale – al violoncello, Gianluigi Trovesi al sax e clarinetto e Rita Marcotulli al pianoforte. Il carteggio privato di Mozart è un patrimonio ricchissimo che mischia continuamente comicità e profondità. “Semiserio” è il termine perfetto per definirlo ed è stato rimesso in fila da Gifuni e Bergamasco con un gusto particolare per trovare dentro le lettere i frammenti più fulminanti e rivelatori di una vita vissuta in perenne stato di concitazione e frenesia, restituendo l’immagine di un personaggio tanto lontano da forme di divismo, quanto affascinante e umano. Un materiale che ha rivelato una potenzialità straordinariamente musicale dal punto di vista della parola tanto che nello spettacolo il piano della musica e quello del recitato, la voce e la musica viaggiano affiancati in maniera simbiotica. Le parole insieme con la musica si fanno immagini così concrete da restituire l’essenza del genio: romantica ed estasiata, dissacrante e irrequieta. Le musiche originali create da Paolo Damiani uniscono vari stili e generi, tutti filtrati dal filo conduttore del jazz, riprendendo temi e swingando le arie mozartiane, ci giocano con uno sguardo attuale e contemporaneo. Partitura e improvvisazione, tipica del jazz, nelle mani di tre maestri della portata di Damiani, Rea e Marcotulli rendono lo spettacolo aperto a mille variabili, mai perfettamente uguale a se stesso. Ecco allora che questo catalogo semiserio delle lettere mozartiane che fotografano i rapporti che legavano il grande compositori a parenti e amanti, estimatori e nemici, vanno a comporre un puzzle inedito e affascinante del genio mozartiano al ritmo serrato del jazz. Uno spettacolo imperdibile per appassionati di ogni genere di musica e non, una pièce teatrale divertente e inusuale, animata da talentuosi artisti del teatro e della musica. “Wolfgang Amadé. Autografia attraverso le lettere. Padre, madre, sorella, cugina, baronesse, estimatori e nemici chiamati a comporre un puzzle a ritmo di jazz. Anche la pagina scritta, schermo del profondo, si scioglie in pentagrammi - in una lettura a due voci e tre strumenti. Si fa gioco di rime, ritornelli, onomatopea, canto e abbandono alla dinamica impura dei significati della lingua. Un ritratto imperfetto del genio perfettissimo. Con licenza. ” Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni .  
   
   
LOMBARDIA. 2,4 MILIONI PER VALORIZZARE PATRIMONIO ARCHELOGICO FINANZIATI 24 INTERVENTI DI SOGGETTI PUBBLICI E 10 DI PRIVATI  
 
Milano, 1 dicembre 2008 - Sono 34 gli interventi di valorizzazione del patrimonio archeologico lombardo, approvati e finanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello. Lo stanziamento complessivo è di 2. 421. 990 euro: 1. 771. 990 euro per 24 interventi promossi da soggetti pubblici, 650. 000 euro per 10 interventi promossi da soggetti privati. I fondi vengono attivati con il procedimento della "individuazione" che rende più celere l´assegnazione degli stanziamenti. I progetti hanno un costo compreso tra 15. 000 e 350. 000 euro. "Anche nel settore archeologico abbiamo voluto dare un segnale importante - commenta l´assessore Zanello - dimostrando di saper fare in pieno la nostra parte. In questo modo, confermiamo l´impegno di investire cifre sempre più consistenti in iniziative culturali". .