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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Gennaio 2009 |
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CRISI DEL GAS: L´EUROPA RISCHIA DI RESTARE AL FREDDO IL GAS NATURALE RUSSO RAGGIUNGE L´EUROPA ATTRAVERSO L´UCRAINA |
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Bruxelles, 15 gennaio 2009 - La crisi del gas ha rischiato di lasciare al freddo gran parte dei paesi europei. Mentre i ministri dell´Energia dell´Unione europea, riuniti il 12 gennaio 2009 in consiglio straordinario, invitano le due parti in causa a riprendere immediatamente le forniture, gli eurodeputati rilanciano il dibattito sulla necessità di dotare l´Europa di una politica estera comune in materia di energia. La crisi del gas è esplosa in seguito alle controversie commerciali tra la Russia e l´Ucraina. Il 2 ottobre 2008, i primi ministri dei due governi hanno firmato un protocollo d´intesa sulla base del quale i due Paesi si sono impegnati a passare gradualmente ad un sistema di prezzi di mercato e di garantire il transito del gas, a destinazione Unione Europea, via territorio ucraino. Il 7 gennaio 2009, la Russia ha interrotto i rifornimenti di gas a destinazione dell´Europa che passano attraverso l´Ucraina. Il Primo Ministro russo, Vladimir Putin, ha accusato Kiev di violare gli obblighi di transito trattenendo illegalmente le forniture di passaggio destinate ai clienti europei. Dopo una serie di negoziati e trattative trilaterali - Unione europea, Russia e Ucraina- si è arrivati alla conclusione di un accordo. L´europa dovrebbe finalmente riprendere a riscaldarsi a pieno regime. La dipendenza energetica dell´Unione europea Il conflitto russo-ucraino ha messo in evidenza il problema della dipendenza energetica dell´Europa nei confronti di Mosca, la quale assicura circa il 42% delle importazioni europee di gas. Il gas rappresenta un quarto del consumo energetico totale dell´Ue. Questa rischiosa dipendenza è accentuata dal fatto che il 90% delle esportazioni di gas russo, in direzione dell´Ue, transita attraverso il territorio ucraino. Come conseguenza della crisi, il dibattito sulla necessità di una politica europea comune nel settore energetico è tornato alla ribalta. Oggi pomeriggio, in emiciclo, gli eurodeputati discuteranno sul nuovo "pacchetto energetico", adottato lo scorso novembre dalla Commissione europea. Il nuovo pacchetto per la sicurezza e la solidarietà energetica europea è incentrato su quattro elementi chiave: la creazione di meccanismi bilaterali e regionali di solidarietà in caso di blocchi di forniture; la diversificazione delle risorse e delle fonti di approvvigionamento; l´identificazione delle interconnessioni frontaliere mancanti e la trasparenza dei flussi fisici del gas. Il progetto energetico è stato redatto dall´eurodeputata Anne Laperrouze (Alde). Il dibattito in Aula potrà essere seguito in diretta oggi pomeriggio alle 16. 30 su Ep Live. . |
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FOTOVOLTAICO, NEL 2008 LA MICROGENERAZIONE CORRE: BASTERA´ ? UNA CRESCITA NELLA POTENZA INSTALLATA DEL 370 PER CENTO E DEL NUMERO DI IMPIANTI DEL 280 PER CENTO. COMPLICE ANCHE …. |
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Milano, 15 gennaio 2009 - Se non è boom non si sa come chiamarlo. Da 6364 impianti in esercizio al 9 gennaio 2008 si è saliti oggi a 24367; da 63 Mw installati alla stessa data si sfiorano oggi i 300 Mw (297,6 per la previsione). Sono i numeri del fotovoltaico in Italia, la forma di energia rinnovabile a più alto profilo mediatico nel nostro Paese. Non ci sono ancora dati sulla produzione nello stesso periodo (un dato fondamentale, vista l´imprevidibilità dell´energia solare a terra), e sono difficili da calcolare in quanto il Gestore del Sistema Elettrico, che ha l´incarico per legge di fornire dati statistici in merito, ha appena messo a disposizione il suo rapporto che si ferma alla fine dello scorso agosto. Elaborando però i dati disponibili si possono fare alcune osservazioni interessanti che vanno al di là delle cifre incontestabilmente lusinghiere. Innanzitutto, una tendenza che avevamo già rilevato un anno fa si è rafforzata: la rimodulazione degli incentivi introdotta dal Nuovo Conto Energia (Nce) ha spinto a concentrare l´attività sugli impianti di piccola e piccolissima taglia (i famosi tetti fotovoltaici). Il 97 per cento delle installazioni a Nce è infatti di dimensioni inferiori a 20 Kw, e il 56 per cento inferiore ai 3 Kw. I dati aggregati, che comprendono anche la “coda” degli impianti autorizzati in base agli incentivi del Vecchio Conto Energia (Vce), vedono il dati dei piccoli/piccolissimi al 92 per cento, riflettendo la non penalizzazione dei quelle tariffe nei confronti di medi e grandi impianti. Altri dati relativi alla coda del Vce confermano questa particolarità: il migliaio circa di impianti Vce installati nel 2008 ha portato da solo circa 85 nuovi Mw fotovoltaici, mentre ce ne sono voluti 17. 000 Nce per apportarne circa 140. Dal punto di vista strettamente delle prospettive della microgenerazione solo da fotovoltaico, quindi, il 2008 è stato un anno importante, con un´evoluzione che ha regolarmente sorpassato le previsioni del Gse (penalizzato anche dal fatto che l´Nce ha spostato l´iter autorizzativo alla fine della realizzazione degli impianti, per cui si trova senza strumenti previsionali certi), sia in numero di impianti che di potenza. Fattori di questo accelerazione progressiva sono stati fino a luglio la crescita impetuosa e apparentemente inarrestabile del prezzo del petrolio, che ha spinto molti a “buttarsi” sul fotovoltaico domestico e che per i tempi tecnici ha avuto riflessi sino ad autunno inoltrato. Nell´ultimissima parte dell´anno un´altra spinta è venuta poi dal fatto che nel 2009 l´Nce prevede un taglio del 2 per cento degli incentivi su nuovi impianti. Girata la boa del 1 gennaio, che c´è da aspettarsi ? Cosa succederà sul fronte del “carburante” del mercato fotovoltaico, ossia i finanziamenti bancari coperti dalla cessione dell´incentivo ? Per ora, è un mistero. Non si hanno notizie di restrizioni nelle erogazioni di credito, ma è chiaro che se la tendenza europea alla riduzione degli incentivi al fotovoltaico proseguirà (apripista sono stati Germania, con meno 25 per cento, e Spagna, con meno 35 per cento) e si estenderà all´Italia, la “bancabilità” del fotovoltaico (ricordando che gli incentivi non sono rivalutati in base all´inflazione) soffrirà. Le fonti fossili sembrano anch´esse aver subito un ridimensionamento di prezzo duraturo, e con esse i prezzi dell´energia elettrica. Sul fronte “positivo” per il fotovoltaico c´è il calo atteso nei prezzi dei pannelli fotovoltaici, innescato da diversi fattori, in primis quello della sovracapacità produttiva in tutti gli stadi della filiera fotovoltaica dovuta alla crisi economico-finanziaria globale. E´ troppo presto per capire se questa riduzione dei prezzi sarà sostenuta da una contemporanea discesa dei costi derivanti da innovazioni tecnologiche, per esempio l´aumento della produzione di pannelli a film sottile. Sul fronte microgenerazione, comunque, il film sottile probabilmente non porterà a grandi effetti, in quanto si tratta di tecnologia conveniente per ora solo in impianti di grandi dimensioni e a basso rendimento, come le applicazioni su grandi edifici commerciali. I produttori di moduli in silicio cristallino potrebbero essere costretti ad abbassare i prezzi comunque, ma ci potrebbe anche essere un effetto contrario, di segmentazione dei prezzi in base alla taglia dell´impianto che penalizzerebbe i “tetti fotovoltaici”. Inoltre, c´è da tenere presente che se i prezzi dovessero scendere troppo a costi stabili, potrebbe venire a mancare l´incentivo alla ricerca industriale a e all´allargamento della capacità produttiva. Secondo gli analisti, se il prezzo dei moduli (i componenti elementari dei pannelli) dovesse scendere dagli attuali 4 dollari/W a 2,6 dollari/W (cifra possibile entro fine 2009), i produttori lavorerebbero in perdita. Per cercare di capire come si evolveranno le cose, la cosa migliore da fare è sorvegliare le notizie di chiusure di impianti di produzione in Cina. Per capire invece il futuro prossimo del fotovoltaico in Italia, la cosa migliore da fare è partecipare alla terza edizione delle Giornate della Microgenerazione, organizzata dal settimanale e-gazette. It e da Updating, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano il 18 e 19 febbraio prossimi presso il Centro Congressi della Camera di Commercio in Via Meravigli 9/b. La prima giornata sarà interamente dedicata alla microgenerazione da fonti rinnovabili, con l´intervento in qualità di speaker di rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni del settore e delle aziende. . |
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PRESTO DI NUOVO AUTORIZZATO IL PARCO EOLICO DI SCANSANO |
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Firenze, 15 gennaio 2009 - Presto il parco eolico di Poggi Alti a Scansano verrà nuovamente dotato dell´autorizzazione al funzionamento. Sarà il settore miniere ed energia della Regione ad emettere a breve un decreto in tal senso. Lo ha deciso all´unanimità la conferenza dei servizi, riunita per esaminare l´istanza presentata nel settembre scorso dalla società che gestisce l´impianto. Alla riunione dell´organismo hanno inizialmente preso parte anche il rappresentante della società Parco Eolico Poggi Alti srl e il legale delle tre società del gruppo Biondi Santi e dello stesso imprenditore vinicolo Iacopo Biondi Santi. L´autorizzazione a sanatoria dell’impianto, a norma dell’articolo 21 della legge regionale 39 del 2005, ribadirà le prescrizioni già contenute nel decreto 6018 del 2008 di esclusione dalla procedura di valutazione di i mpatto ambientale, nonché quelle contenute nelle precedenti autorizzazioni alla costruzione e all´esercizio, rilasciate dalla Provincia di Grosseto. «Il giudice amministrativo – spiega l´assessore regionale all´energia, Anna Rita Bramerini - ha lasciato alla Regione il compito di esercitare nuovamente il potere amministrativo, tenendo conto dei vincoli che derivano dalla sentenza. La procedura seguita dagli uffici regionali ha tenuto conto dei rilievi del giudice. Il parere favorevole espresso conferenza dei servizi permetterà la ripresa della produzione di energia rinnovabile, in linea con le indicazioni del Piano energetico regionale». Alla conferenza dei servizi, oltre alla Regione Toscana, hanno partecipato il Comune di Scansano, la Provincia di Grosseto, la Comunità Montana Colline del Fiora, la Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici di Siena e Grosseto e l´Arpat di Grosseto. «La nuova autorizzazione – afferma il sindaco di Scansano Marzio Flavio Morini, neopresidente della commissione ambiente dell´Anci nazionale - giunge alla fine di un iter lungo e travagliato e di un dibattito che ha coinvolto tutto il territorio nazionale. L´aspetto più rilevante è il mantenimento del parco e la sua rimessa in funzione. Non ci sono vincitori o vinti, semplicemente una struttura realizzata per produrre naturalmente energia, che può continuare a funzionare. Mi auguro che la nuova autorizzazione ponga fine alla vicenda e costituisca una solida base per la realizzazione dei parchi eolici in Italia. Auspico che le linee guida sull´eolico che il ministero dell´ambiente sta redigendo forniscano indicazioni semplici chiare e territorialmente universali per eliminare vicende lunghe e complesse come quella del parco eolico di Scansano». Il parere favorevole è stato possibile grazie al monitoraggio sull´avifauna effettuato nel frattempo dalla società che gestisce l´impianto, con il controllo e la supervisione della Provincia di Grosseto e dallo studio integrativo condotto dalla società Poggi Alti circa l´impatto del parco eolico sull´habitat dell´avifauna. L´impianto è risultato inoltre conforme alle normative vigenti, tale da non pregiudicare la salute pubblica e realizzato secondo le previsioni dettate dalla Provincia di Grosseto. Nel giugno del 2007, in seguito ad un ricorso presentato da Biondi Santi, il Tribunale amministrativo della Toscana aveva annullato il decreto regionale che escludeva la procedura di valutazione di impatto ambientale e l´autorizzazione della Provincia di Grosseto a realizzare l´impianto. Nel maggio 2008 il Consiglio di Stato aveva, con motivazioni diverse, confermato l´annullamento del decreto regionale e l´autorizzazione provinciale. Alla sentenza era seguita una diffida, indirizzata dai legali di Biondi Santi alla Regione, per la rimozione dell´impianto. La Regione inve ce aveva ritenuto che l’esecuzione della sentenza non richiedesse la demolizione dell’opera e il giudice amministrativo, in base al principio di riserva della funzione, ha lasciato alla Regione il compito di riesercitare il potere amministrativo, tenendo conto dei vincoli che scaturivano dalla pronuncia giurisdizionale. Di qui il via libera alla ripresa dell´attività delle pale da parte della conferenza dei servizi. . |
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RISPARMIO SULLE BOLLETTE DELL´ACQUA PER LE FAMIGLIE CON ALMENO 4 FIGLI PIÙ DI 4 MILIONI DI EURO PER 2 ANNI. NEL MIRINO CI SONO ANCHE ALTRI SERVIZI FIRMATO UN PROTOCOLLO D´INTESA TRA REGIONE TOSCANA , CISPEL, ANCI E ANFN |
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Firenze, 15 gennaio 2009 - Saranno meno care le bollette dell´acqua per le famiglie toscane con almeno quattro figli. Regione, Cispel Confservizi Toscana, Anci Toscana e Associazione Nazionale Famiglie Numerose hanno siglato ieri un protocollo d´intesa per alleviare i costi del servizio idrico per uso domestico a carico dei nuclei familiari estesi, quelli cioè con un numero di figli uguale o superiore a quattro. Le risorse a disposizione, che sono in buona parte di fonte statale, sono più di 4 milioni di euro per i prossimi 2 anni. La misura, che prevede la possibilità di estendere le agevolazioni per le famiglie numerose anche per altri servizi, fa parte di un´intesa raggiunta a fine 2007 dalla Conferenza Stato-regioni che comprende anche la riorganizzazione dei consultori familiari e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari. Secondo una stima dell´Irpet le famiglie toscane con almeno 4 figli son o circa 5. 000. Il risparmio annuo sulla bolletta dell´acqua, tanto per fare un esempio, per una famiglia composta da 6 persone (2 genitori e 4 figli) con un reddito complessivo inferiore ai 60 mila euro l´anno, si aggira sui 350 euro. «La logica di questo intervento, che in Italia rappresenta una novità – ha spiegato l´assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori – è diversa rispetto a quella della social card. Non vogliamo fare elemosina ma intervenire in modo strutturale sul bilancio delle famiglie per quanto riguarda il costo dei servizi essenziali. Insieme agli altri soggetti firmatari abbiamo infatti avviato uno studio dei sistemi tariffari di altri servizi per spingere i gestori ad applicare condizioni omogenee e meno onerose«. »Stiamo vivendo un momento abbastanza delicato sotto il profilo economico – ha aggiunto l´assessore - e abbiamo deciso di adottare l´intesa raggiunta con il Governo a fine 2007 per venire incont ro alle difficoltà di tante famiglie. Il vantaggio potrà consistere in una riduzione del costo della bolletta fino all´abbattimento totale, in base al reddito e al numero dei figli. Prevediamo di dare attuazione concreta all´accordo, mettendo le famiglie in condizione di richiedere i rimborsi, entro febbraio». «L´accordo che presentiamo oggi – ha osservato il presidente di Cispel Toscana Alfredo De Girolamo - nasce da un progetto che abbiamo fortemente voluto come associazione delle aziende del sistema idrico toscano e con cui si dimostra l´attenzione delle imprese pubbliche nei confronti delle famiglie numerose. La crisi economica ha investito anche le nostre aziende che, specialmente negli ultimi mesi, hanno rilevato le difficoltà degli utenti nel pagare le bollette. Ciononostante già da tempo stiamo attuando agevolazioni tariffarie per le fasce deboli della popolazione e tariffazioni sociali per le famiglie in difficoltà. Q uesto progetto nasce infatti dall´attenzione che Comuni e gestori pubblici possono e vogliono prestare per venire incontro alle famiglie con molti figli, ai nuclei familiari monoreddito, alle persone che sono maggiormente esposte al rischio di povertà». Soddisfatto anche il commento del presidente di Federsanità Anci Toscana Simone Naldoni. «Un primo passo avanti per venire incontro ai bisogni immediati di tante famiglie, perchè va a toccare in modo diretto ed efficace le loro necessità. Per i Comuni toscani è un accordo di grande importanza che spero possa successivamente estendersi ad altre tipologie di servizi». «Il protocollo – ha aggiunto il coordinatore toscano dell´Anfn Luca Gualdani - rappresenta un’ulteriore importante punto nel confronto e nella collaborazione tra la nostra associazione e le istituzioni in tema di sostegno alla famiglia. Le difficoltà che incontrano oggi le famiglie nu merose evidenziano che le modalità di distribuzione economica e di agevolazione fiscale non sono eque, ma che dovrebbero essere direttamente e proporzionalmente legate al numero di figli ed al reddito complessivo. Grazie alla sensibilità dell’assessore Salvadori abbiamo realizzato un progetto, al momento unico in Italia, che deve rappresentare un’occasione per aprire un dibattito in Toscana su queste tematiche. L´auspicio è che questa collaborazione possa sollecitare nuovi interventi di giustizia sociale a favore delle famiglie numerose». Tra i requisiti richiesti, che dovranno essere documentati attraverso un´autocertificazione, la presenza nel nucleo familiare di almeno quattro figli conviventi, compresi quelli adottivi e in affidamento, la residenza in Toscana e l´esistenza di un contratto di fornitura con un´impresa pubblica o privata operante nel territorio regionale. L´entità del contributo dipenderà dal numero dei figl i e dal reddito complessivo dichiarato nel 2008 (e quindi riferito al 2007). Il modulo per l´autocertificazione sarà presto disponibile su ww. Regione. Toscana. It. Informazioni potranno essere richieste chiamando il numero verde dell´Urp della Giunta regionale all´800860070. . |
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FIRMATO L’ACCORDO PER LA CESSIONE A TERNA DELLA RETE DI ENERGIA ELETTRICA IN ALTA TENSIONE DI ENEL DISTRIBUZIONE |
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Roma, 15 gennaio 2009 – Enel Spa (Enel), Enel Distribuzione Spa (Enel Distribuzione) e Terna Spa (Terna) hanno firmato il 19 dicembre 2008 l’accordo per la cessione a Terna dell’intero capitale di Enel Linee Alta Tensione Srl (“Elat”), società interamente posseduta da Enel Distribuzione alla quale quest’ultima, prima del closing, conferirà un ramo d’azienda costituito dalle linee di alta tensione e dai rapporti giuridici inerenti che a regime sarà intitolato a ricevere un gettito tariffario pari a circa 133 milioni calcolati sulla base delle tariffe 2008. Il ramo di azienda che verrà trasferito ad Elat sarà costituito da 18. 583 chilometri di rete di alta tensione (“Linee At”), eserciti principalmente a 132 e 150 kilovolt, nonché dai rapporti contrattuali attivi e passivi inerenti il ramo medesimo (rappresentati principalmente da contratti per servizi di telecomunicazioni). L’operazione è stata resa possibile anche grazie alla stabilità del quadro regolatorio e tariffario di riferimento. Il corrispettivo per la cessione è stato concordato in 1. 152 milioni di euro. Tale corrispettivo sarà versato integralmente al momento del closing e sarà soggetto a conguaglio in base alla variazione intervenuta nel patrimonio netto di Elat alla data della cessione. Terna finanzierà l’operazione interamente con ricorso a debito, usufruendo di linee di credito già disponibili. L’operazione rientra nel programma di valorizzazione del portafoglio partecipazioni del Gruppo Enel annunciato al mercato nell’ambito delle linee guida del piano industriale 2008-2012; essa comporta al contempo per Terna una crescita di circa il 45% in termini di chilometri complessivi di linee e del 18% in termini di Regulated Asset Base (Rab), unitamente ad impatti positivi sul conto economico della società già a partire dal primo anno di consolidamento. L’odierno accordo, una volta perfezionato, consentirà a Terna di collocarsi al 7° posto al mondo tra gli operatori di trasmissione con oltre 61 mila chilometri di linee e di consolidare il 1° posto tra i gestori di rete indipendenti in Europa, nonché di crescere ulteriormente nelle sue attività di core business. L’operazione, infine, va nella direzione di aumentare il potenziale di sviluppo, razionalizzazione e sicurezza della Rete di Trasmissione Nazionale e di accelerare alcuni investimenti di sviluppo già pianificati. Il perfezionamento dell’operazione, previsto per la primavera del 2009, è subordinato all’approvazione dell’Autorità Antitrust, alla verifica di conformità del conferimento, all’inserimento da parte delle Autorità competenti delle Linee At oggetto di cessione nella Rete di Trasmissione Nazionale, nonché all’emanazione di un provvedimento da parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica e per il Gas che riconosca a Terna il gettito tariffario relativo al ramo di azienda in questione. Per la valutazione della congruità del prezzo concordato per la cessione dell’intera partecipazione in Elat, Enel Distribuzione è stata assistita da Leonardo & Co. , Mediobanca e Banca Imi nella qualità di esperti indipendenti, mentre Goldman Sachs e J. P. Morgan hanno agito come consulenti finanziari di Terna e hanno assistito il consiglio di amministrazione di Terna nella valutazione della congruità del prezzo concordato per l´acquisizione. Successivamente alla conclusione dell’operazione, Terna metterà a disposizione del pubblico le informazioni previste ai sensi degli artt. 71 e 71-bis del Regolamento Emittenti Consob. Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel ha detto: “Con questa operazione compiamo un importante passo in avanti nell’annunciato programma di ottimizzazione del portafoglio di attività, che continua ora con la procedura di vendita della rete del gas e di una quota di minoranza della società Enel Greenpower. Si conclude inoltre il processo di liberalizzazione del mercato elettrico avviato con la separazione da Enel delle attività di trasporto e trasmissione dell’energia e la successiva quotazione in Borsa di Terna con un’operazione che valorizza per Enel l’asset intorno a 1,5 miliardi di euro totali, considerando che la componente tariffaria relativa al riconoscimento delle efficienze pregresse (cosiddetto profit sharing) rimane in capo ad Enel Distribuzione. I buoni rapporti tra le due società e la comune visione strategica hanno consentito di raggiungere un ottimo risultato per entrambe le parti. " Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna ha così commentato: “L’accordo porta Terna al primo posto in Europa e tra i più importanti player di rete a livello mondiale. Chiudiamo l’anno centrando un obiettivo industriale ed economico importante, cogliendo un’opportunità strategica di sistema che crea valore per il Paese e per gli azionisti, senza modificare il nostro profilo di rischio. Il prezzo pagato da Terna ha un valore implicito inferiore alla Rab. L’operazione è stata chiusa in modo compatibile con le attuali condizioni di mercato ed ha interessanti risvolti strategici, industriali e finanziari per Terna e tutti i suoi azionisti: è accretive per la Società. La rete ad Alta tensione in Italia sta migliorando in qualità e sicurezza, con un ruolo determinante per lo sviluppo industriale del Paese. Questa operazione consente a Terna di guardare al futuro in modo positivo e coerente con il piano di sviluppo della Rete previsto per i prossimi cinque anni. Siamo soddisfatti e facciamo i nostri complimenti all’Amministratore Delegato dell’Enel. ” . |
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RESTAYLING DELLE CITTÀ, RIQUALIFICAZIONE URBANA E ALLOGGI A CANONE SOSTENIBILE: PER I COMUNI DELL´EMILIA ROMAGNA RISORSE PER QUASI 27 MILIONI DI EURO. OLTRE IL 75 % DEGLI INTERVENTI PER EDILIZIA SOCIALE. |
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Bologna, 15 gennaio 2009 - Quasi 27 milioni di euro per riqualificare i centri urbani realizzando alloggi di edilizia residenziale sociale con una particolare attenzione ai piccoli Comuni. Il bando regionale “Programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile” (la nuova versione dei Contratti di Quartiere giunta alla terza edizione) è stato prorogato al 27 febbraio prossimo consentendo ai Comuni ulteriore tempo per la presentazione delle proposte di intervento. Con il bilancio previsionale regionale 2009 è stato aumentato lo stanziamento per sostenere il programma: quindi in Emilia-romagna le risorse pubbliche (Stato e Regione) disponibili per il 2009 sono, esattamente, 26,6 milioni di euro e serviranno a realizzare alloggi in affitto (75%) e servizi di quartiere (25%) con una riserva del 50% a favore dei Comuni con popolazione non superiore a 15 mila abitanti. «Al centro degli interventi della Regione – ha detto Luigi Gilli assessore regionale allo sviluppo territoriale e alla cooperazione col sistema delle autonomie - continuiamo a mettere l’edilizia residenziale pubblica, puntando a incrementare la qualità urbana, anche delle periferie e nei piccoli comuni. Perciò si concentrano le risorse sul recupero degli immobili pubblici inutilizzati e si incentivano gli interventi di riqualificazione o di rigenerazione del tessuto urbano esistente. Inoltre la Giunta ha già previsto di incrementare ulteriormente le risorse disponibili per questo programma». Inoltre ha aggiunto Gilli «il bando punta a qualificare gli interventi, oltre che per il livello di efficienza energetica, anche per i contenuti di qualità e accessibilità degli spazi pubblici, con particolare riguardo alla sicurezza urbana e alla mobilità sostenibile». Gli alloggi possono essere realizzati o recuperati sia da operatori pubblici (Comuni e Acer) che da operatori privati (imprese, cooperative, fondazioni, ecc) e possono essere destinati sia alle fasce sociali in possesso dei requisiti per l’accesso al sistema dell’edilizia residenziale pubblica sia a categorie di cittadini che superano i limiti di accesso all’erp ma che si trovano comunque in condizioni di disagio abitativo. Gli alloggi realizzati da operatori privati, se oggetto di finanziamento, dovranno essere locati per un periodo non inferiore a 25 anni. Nella predisposizione dei Programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile, saranno privilegiate le amministrazioni comunali che mediante lo strumento urbanistico hanno incrementato il patrimonio di aree da destinare all’edilizia residenziale sociale, potendo mettere a disposizione una quota di tali aree o immobili a titolo gratuito per la realizzazione o il recupero di alloggi sociali. . |
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ACCORDO EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA A TRIESTE |
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Trieste, 15 gennaio 2009 - La Regione sottoscriverà un Accordo di Programma con l´Azienda territoriale per l´Edilizia Residenziale della Provincia di Trieste, il Comune di Trieste e l´Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 "Triestina" per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica nel Comune di Trieste. Lo stabilisce una delibera approvata il 30 dicembre 2008 dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Programmazione Sandra Savino. Tale accordo riguarda la riqualificazione urbana del comprensorio dell´ex ospedale Santa Maria Maddalena a Trieste destinato ad un intervento di edilizia residenziale pubblica. . |
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TRENTO; MUTUI: IMPEGNO CONGIUNTO DI PROVINCIA E BANCHE COSTITUITO GRUPPO DI LAVORO TECNICO CHE LAVORERÀ SULLA RINEGOZIAZIONE DEI TASSI PIÙ ELEVATI |
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Trento, 15 gennaio 2009 – L´assessore alle politiche sociali Ugo Rossi ha incontrati ieri pomeriggio i rappresentanti dei principali istituti bancari del Trentino. Nel corso dell´incontro è stato affrontato il tema dei tassi di interesse elevati per alcuni tipi di mutui, ai fini di una loro possibile rinegoziazione. Da parte delle banche è emersa la disponibilità a ragionare sulla problematica con l´obiettivo di trovare le soluzioni più opportune. Allo scopo è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico composto dai rappresentanti di tre istituti bancari (Bnl, Cassa centrale delle Casse rurali trentine, Banca popolare del Trentino) e ai dirigenti e tecnici dell´amministrazione provinciale. Apprezzamento è stato espresso dall´assessore Rossi per l´impegno manifestato dagli attori del sistema bancario trentino ad entrare nel merito della questione, in un´ottica di responsabilità sociale che tiene ovviamente conto della situazione di difficoltà che anche il Trentino sta vivendo, nel quadro più generale della crisi internazionale. L´incontro di oggi era già stato convocato in vista della prossima adozione del Piano straordinario per l´edilizia agevolata 2008, previsto dalla Finanziaria 2007, al fine di definire la tipologia di mutuo ammissibile, il parametro di riferimento e lo spread massimo per determinare il tasso di interesse da applicare al mutuo. Con l´occasione si è deciso di affrontare - su sollecitazione dell´assessore Rossi - anche la questione dei tassi di interesse elevati di alcuni mutui, ragionando su una loro possibile rinegoziazione. Registrata la sostanziale disponibilità delle banche, si è deciso di dar vita ad un gruppo di lavoro tecnico che fin dai prossimi giorni esaminerà nel dettaglio la problematica, al fine di trovare le soluzioni più adatte. . |
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DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 5 MILIONI DI EURO PER IL RECUPERO DEI CENTRI STORICI E DEGLI EDIFICI DI VALORE STORICO-ARTISTICO. |
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Bologna, 15 gennaio 2009 - Cinque milioni di euro per 16 interventi di recupero degli edifici di valore storico e artistico per la riqualificazione dei centri storici delle città emiliano romagnole. Sono queste le ulteriori risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia-romagna - che si aggiungono ai 15 milioni già stanziati nei mesi scorsi – che saranno assegnate a progetti ed interventi che hanno superato l’istruttoria tecnica, già approvata dalla Giunta regionale, di un apposito bando. «Le città, grandi e piccole, i paesi e i borghi dell’Emilia Romagna sono una risorsa straordinaria che vanno conservate e valorizzate – ha detto l’assessore alla programmazione e sviluppo territoriale Luigi Gilli – poiché rappresentano l’identità della nostra terra. Con questi finanziamenti prosegue la qualificazione dell’ambiente urbano, svolgendo anche una azione di contrasto al degrado e all’esclusione sociale, per rendere più belle e più vivibili le città». In particolare le risorse andranno a sostenere: un intervento in provincia di Piacenza, esattamente a Rivergaro per il completamento della ristrutturazione della Casa del Popolo (120 mila euro); a Trecasali nel Parmense per la ristrutturazione di un edificio per uffici comunali (500 mila euro); in provincia di Reggio Emilia risorse a Bibbiano ( per il restauro della ex scuola elementare di Barco, 200 mila euro) e Novellara (per interventi sulla Rocca Gonzaga 425 mila euro). Nel Modenese gli interventi sono previsti a Modena città per la riorganizzazione dei Musei civici (500 mila euro) e a Pavullo nel Frignano per la riqualificazione del palazzo e del parco Ducale (oltre 147 mila euro); nel Bolognese un intervento a Casalfiumanese per Villa Manusardi (150 mila euro); in provincia di Ferrara (ben 905 mila euro complessivi) per la sede comunale di Sant’agostino a Villa Rabboni Cassini (405 mila euro) e per l’ex macello in Comune di Cento (500 mila euro). In Romagna si interverrà in provincia di Ravenna per il terzo lotto del restauro della scuola di musica a Palazzo Malerbi di Lugo (350 mila euro), per il recupero di parte dell’ex Convento S. Francesco di Bagnacavallo (356 mila euro) e per l’adeguamento dell´oratorio S. Annunziata a Solarolo (circa 62 mila euro); nella provincia di Forlì-cesena la riqualificazione del centro storico a Savignano sul Rubicone (500 mila euro) e un intervento sul Palazzo Pretorio di Modigliana ( 120 mila euro), nel Riminese, a San Clemente il restauro delle mura del Castello (345 mila euro) e a Santarcangelo il restauro dell’edificio ex Medicina (oltre 320 mila euro) da utilizzarsi come biblioteca comunale. . |
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IMPREGILO, ATTRAVERSO LA PROPRIA CONTROLLATA CSC, SI AGGIUDICA NUOVO PROGETTO IN SVIZZERA |
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Sesto San Giovanni, 15 gennaio 2009 - Impregilo, attraverso la propria controllata svizzera Csc Impresa Costruzioni Sa, si è aggiudicata i lavori per la realizzazione di una galleria stradale in località Roveredo, nel Cantone Grigioni in Svizzera. Il valore complessivo del progetto – promosso dall’Ufficio Federale delle Strade (Ustra) - è di circa 120 milioni di franchi svizzeri (pari a circa 80 milioni di euro al cambio attuale) e Csc vi partecipa, in qualità di impresa leader, in consorzio con le imprese svizzere Frutiger Ag e Praderlosinger Ag. I lavori della galleria, denominata San Fedele e lunga 2,4 chilometri, rappresentano l’opera principale della circonvallazione di Roveredo che prevede lo spostamento in sotterraneo della strada nazionale N13 che attraversa il centro del paese. La società Csc, specializzata in lavori in sotterraneo, è attualmente impegnata nella realizzazione della galleria di base del San Gottardo e nella realizzazione di numerose opere stradali e ferroviarie in territorio elvetico. . |
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SECONDO UNA RICERCA NIELSEN DUE EUROPEI SU TRE CONOSCONO L´EQUO E SOLIDALE IL LOGO FAIRTRADE GIOCA UN RUOLO IMPORTANTE NELLA CONSAPEVOLEZZA E NEL RICONOSCIMENTO |
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Milano, 15 gennaio 2009 - Nel mondo un consumatore su due dichiara di aver sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale ma essi vengono riconosciuti soprattutto in Europa. Questo è quanto emerge dalla prima ricerca globale Nielsen sulla consapevolezza e le attitudini dei consumatori verso il commercio equo e solidale. "Fu nei Paesi Bassi che, nel 1988, un importatore di caffè formalizzò l´idea di creare un mercato per un prodotto realizzato eticamente; pertanto non sorprende che il commercio equo e solidale resti soprattutto un concetto europeo", ha dichiarato Jonathan Banks, Business Insights Director Europe, The Nielsen Company. Secondo quanto emerso dalla ricerca Nielsen, rispetto a una media globale del 49%, ben il 69% dei cittadini europei dichiara di aver sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale. "Nella classifica di chi dichiara di aver sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale, tutte e dieci le prime posizioni sono occupate da nazioni europee, guidate da Finlandia (98%), Regno Unito (97%) e Francia (96%). L’italia occupa la nona posizione con l’84%. I prodotti del commercio equo e solidale più diffusi sono caffè, tè e cioccolata, tuttavia molti supermercati hanno aumentato le loro offerte per includere frutta fresca, fiori e prodotti di qualità quali vino, miele, biscotti e riso. Inoltre, nell´ambito della moda sono stati introdotti cotone e abiti del commercio equo e solidale, ora disponibili sia nelle boutique che nei grandi magazzini. "L´acquisto di prodotti del commercio equo e solidale soddisfa la coscienza sociale dei consumatori, consapevoli di contribuire a rendere il mondo un posto migliore", spiega Banks. "Una recente ricerca Nielsen ha rivelato che i consumatori preferiscono l´acquisto di prodotti etici piuttosto che fare beneficienza. L´inserimento di prodotti equo e solidali nel proprio carrello della spesa è un modo conveniente per acquistare i prodotti desiderati e allo stesso tempo godere della serenità di restituire qualcosa ai produttori locali e al loro ambiente. " Del 51% di consumatori nel mondo che conoscono i prodotti del commercio equo e solidale, il 49% dichiara che tali prodotti sono sempre riconoscibili grazie alle speciali etichette e ai loghi. "Il marchio unico dei prodotti del commercio equo e solidale è stato parte integrante del loro successo: il logo Fairtrade promuove la consapevolezza e il riconoscimento dei prodotti e i consumatori sono incoraggiati a cercarlo e a identificarsi con esso", ha commentato Banks. Un consumatore francese su tre (33%), e uno su cinque in Danimarca, Regno Unito e Irlanda concorda decisamente sul fatto che i prodotti del commercio equo e solidale sono sempre riconoscibili grazie allo speciale logo e al packaging. Tra gli altri consumatori che hanno sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale, più del 50% di quelli in Olanda, Grecia, Vietnam, Irlanda, Italia, Regno Unito, Malesia, Filippine e Danimarca concorda che i prodotti sono riconoscibili grazie al logo Fairtrade. Un dato interessante è che invece, fra i consumatori che conoscono i prodotti del commercio equo e solidale, quasi la metà dei consumatori in Austria, Germania, Finlandia e Spagna dichiarano che tali prodotti non vengono sempre contraddistinti da loghi speciali o packaging. A riprova della popolarità, distribuzione e gamma sempre in crescita dei prodotti del commercio equo e solidale negli ultimi anni, il 35% dei clienti nel mondo concorda molto o moltissimo sulla possibilità di acquistare questi prodotti presso grandi magazzini. Nella ricerca Nielsen, il 73% dei consumatori francesi che conosce i prodotti del commercio equo e solidale, il 54% di quelli irlandesi, il 48% di quelli del Regno Unito e il 42% degli italiani concordano molto o moltissimo sul fatto che i prodotti del commercio equo e solidale possono essere acquistati nei grandi magazzini. "C´è una crescente accettazione della vendita di prodotti del commercio equo e solidale accanto a prodotti che non lo sono, in categorie quali la cura della pelle, la cosmetica e gli abiti. Per i consumatori, la consapevolezza che questi prodotti sono disponibili nei grandi magazzini è la conferma che il trend equo e solidale sta uscendo dal panorama dei supermercati e si sta diffondendo sempre più", dichiara Banks. Se il 39% dei consumatori nel mondo che ha sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale concorda molto o moltissimo nel dire che essi sono più costosi degli altri, va riportato che questo leggero aumento del costo non ne ha rallentato la crescita. Secondo la Uk Fairtrade Foundation, i consumatori nel mondo hanno speso 1,6 miliardi di sterline in prodotti certificati Fairtrade nel 2007, un aumento del 47% rispetto al 2006. Tra i consumatori che hanno sentito parlare di equo e solidale, l´81% di quelli danesi concorda molto o moltissimo che questi prodotti sono più costosi degli altri, contro il 71% dei consumatori belgi e il 65% di quelli nel Regno Unito. Tuttavia i consumatori di Austria, Finlandia, Germania e Svezia non sono d´accordo. L´81% dei consumatori austriaci e il 79% di quelli tedeschi dichiara che i prodotti del commercio equo e solidale non sono più costosi rispetto agli altri, e questo vale anche per tre consumatori su quattro in Svezia e Finlandia. I consumatori che dichiarano di non conoscere i prodotti del commercio equo e solidale sono quelli di Russia (90%), Turchia (86%) e Lettonia (79%). Tre consumatori su quattro nei Paesi emergenti e in America Latina dichiarano di non aver sentito parlare dei prodotti del commercio equo e solidale e sono i meno consapevoli di questi prodotti nel mondo. . . |
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