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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Febbraio 2009 |
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INFARTO MIOCARDICO ASSOCIATO AI FARMACI ANTIRETROVIRALI |
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Bruxelles, 19 febbraio 2009 - Una recente ricerca ha aiutato a capire perché i pazienti sottoposti a trattamenti con farmaci antiretrovirali contro l´Hiv sono maggiormente soggetti ad essere colpiti da infarto del miocardio. La ricerca, presentata in occasione della "Retroviral Conference", tenutasi a Montreal (Canada) lo scorso 11 febbraio, è stata condotta da medici e ricercatori dell´Istituto di Medicina e di Scienze mediche dell´University College Dublin, dalla clinica universitaria Mater Misericordiae della capitale irlandese e dal Royal College of Surgeons in Irlanda. I farmaci antiretrovirali sono utilizzati nel trattamento di un´ampia gamma di infezioni, tra le quali quelle causate dal virus dell´immunodeficienza umana. Questa nuova ricerca si è basata su un importante studio internazionale pubblicato nel 2008, che dimostrava che nei pazienti Hiv-positivi trattati con farmaci antiretrovirali vi è una maggiore incidenza di infarto del miocardio rispetto ai pazienti curati con medicinali diversi. I medici del Royal College of Surgeons in Irlanda si sono basati sullo studio del 2008 per la messa a punto di un test per la misurazione dell´attività piastrinica nel sangue dei pazienti affetti da Hiv. Le piastrine svolgono un ruolo essenziale nella coagulazione esterna del sangue in caso di ferite della cute, ma se iperattive o mutanti all´interno dei vasi sanguigni possono causare la formazione di coaguli di sangue che possono provocare infarti. I risultati dimostrano che i pazienti affetti da Hiv sottoposti a trattamenti con farmaci antiretrovirali hanno più possibilità di essere colpiti da infarto del miocardio proprio per l´effetto di questa classe di farmaci sull´attività delle piastrine. Non è ancora stato possibile identificare il motivo che sta alla base di questa reazione, ma i risultati preparano il terreno per ulteriori ricerche finalizzate allo sviluppo di migliori trattamenti antiretrovirali per i pazienti Hiv-positivi. "Queste scoperte incideranno profondamente sul trattamento dei pazienti contagiati dal virus dell´immunodeficienza umana e avranno implicazioni importanti sulle cure farmacologiche contro questo virus a livello mondiale," afferma il dottor Paddy Mallon che ha guidato il gruppo di ricerca che si è occupato della tossicità dei farmaci per l´Hiv, e che è medico consulente in malattie infettive presso la clinica universitaria Mater Misericordiae di Dublino, nonché professore di medicina all´University College Dublin. "La ricerca internazionale pubblicata lo scorso anno evidenziava la correlazione esistente tra i farmaci antiretrovirali e un aumentato rischio di infarto del miocardio, ma non ne spiegava le ragioni. Ora, siamo stati in grado di dimostrare che la somministrazione di alcuni farmaci contro l´Hiv ha ripercussioni dirette sull´attività piastrinica nel sangue. I risultati forniscono informazioni di inestimabile valore che saranno d´ausilio nella ricerca di terapie farmacologiche a lungo termine e sicure per le infezioni da Hiv. " Il professor Dermot Kenny del Royal College of Surgeons in Irlanda, il cui gruppo ha sviluppato questo nuovo test, ha affermato che questo risultato dimostra l´importanza della ricerca translazionale. "Grazie alla nostra stretta collaborazione abbiamo avuto modo di vedere come le tecniche diagnostiche d´avanguardia sviluppate nel nostro laboratorio possano trovare rapidamente applicazione in ambito clinico in Irlanda. Abbiamo in programma di estendere la ricerca ad altri centri che si occupano di Hiv a livello internazionale. " Per ulteriori informazioni, visitare: Royal College of Surgeons in Irlanda: http://www. Rcsi. Ie/ University College Dublin: http://www. Ucd. Ie/ . |
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LE NUOVE FRONTIERE DELLA GENETICA E DELLA MEDICINA MOLECOLARE UN CONVEGNO CONGIUNTO UNIVERSITÀ-CNR ILLUSTRA, IL 19 E 20 FEBBRAIO, I NUOVI AMBITI DI STUDIO INTERDISCIPLINARE E LE ECCELLENZE DELLA RICERCA PAVESE. |
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Pavia, 19 febbraio 2009 - Il Dipartimento di Genetica e Microbiologia dell’Università di Pavia e l´Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia propongono il 19-20 febbraio, nell’Aula dell’Igm-cnr (Via Ferrata), un Convegno Congiunto dedicato ai più recenti esiti della ricerca portata avanti dai genetisti pavesi. Docenti, ricercatori e dottorandi presenteranno le nuove frontiere della genetica umana, delle biotecnologie, della medicina molecolare, in stretta interazione interdisciplinare. Si tratta di un tradizionale e attesissimo appuntamento scientifico, con cadenza biennale, che offre alle due importanti istituzioni scientifiche pavesi l’occasione per rinforzare e rilanciare lo spirito di collaborazione pluriennale che le ha sempre contraddistinte. La manifestazione darà l’opportunità ai ricercatori dei due enti di illustrare le linee di ricerca e i risultati ottenuti negli ultimi due anni e, come consuetudine, darà voce ad alcuni relatori esterni per sottolineare l’importanza dell’interdisciplinarietà della ricerca scientifica e dell’interazione con il territorio. Il convegno è articolato in cinque sessioni: Genetica Umana ed Evoluzionistica, Regolazione Genetica e Cromatina, Bersagli Molecolari e Biomolecole, Biotecnologie e Medicina Molecolare. “Quest’anno – spiega il Direttore del dipartimento di genetica e Microbiologia Guglielmina Nadia Ranzani – intendiamo dare particolare rilevanza al contributo che i giovani ricercatori, il personale in formazione e gli studenti di Dottorato danno alla vivacità ed eccellenza scientifica delle due istituzioni, affidando a loro, laddove possibile, le relazioni scientifiche. ” Al termine della manifestazione ci sarà una breve cerimonia di menzione per la migliore tesi di Dottorato del biennio 2007-2008. . |
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ATTIVITÀ ANTI-VIRALE DI SILIBINA NEI PAZIENTI CON EPATITE C RESISTENTE AI FARMACI |
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Roma, 19 febbraio 2009 - Da una sostanza naturale, utilizzata come antidoto nell’avvelenamento da Amanita phalloides, nuove speranze per la cura dei pazienti colpiti da epatite C che non rispondono alle terapie attualmente in uso: l’associazione interferone peghilato e ribavirina. Si chiama silibina ed è un derivato del cardo mariano con potenti proprietà antiossidanti e antifibrotiche, a cui, fin dagli anni ’70, è stata riconosciuta la capacità di ridurre la mortalità in pazienti con cirrosi. Il lavoro pubblicato nella rivista internazionale Gastroenterology dal gruppo di Peter Ferenci del dipartimento di Gastroenterologia ed Epatologia dell’Università di Vienna indica che la silibina in formulazione iniettabile e. V. Ha mostrato, quando somministrata alla dose di 15-20 mg/kg/die per 14 giorni, buona tolleranza ed efficacia antivirale nei pazienti ‘non-responders’ colpiti da virus dell’epatite C. I dati epidemiologici mostrano che la sopravvivenza a cinque anni delle persone affette da cirrosi è del 90%, ma scende al 70% se il paziente non controlla la dieta e, addirittura, al 30% se quello stesso soggetto ha disfunzionalità epatica. Se la malattia epatica è ancora in fase iniziale, un semplice cambiamento dello stile di vita, un’alimentazione equilibrata, un aumento dell’attività fisica e l’eventuale utilizzo di prodotti antiossidanti possono rallentare il danno epatico. Il ‘fegato grasso’, o steatosi epatica, è invece una condizione patologica che interessa oltre 20 milioni di italiani. L’efficacia di sostanze ad azione antiossidante sulla riduzione della steatosi epatica è ormai riconosciuta universalmente. In uno studio italiano recentemente pubblicato sul Journal of Medical Virology, condotto all’Università G. D’annunzio di Chieti-pescara dal gruppo del prof Jacopo Vecchiet in pazienti con infezione cronica di epatite C, l’associazione di silibina (estratto purificato dal cardo mariano), fosfolipidi e vitamina E, componenti naturali di Realsil, ha dimostrato effetti antinfiammatori, antiossidanti ed epatoprotettivi, in grado cioè di ‘depurare’ il fegato e rallentare il danno epatico. Con il risultato di neutralizzare l’eccesso di radicali liberi, elemento scatenante e principale causa dei successivi processi degenerativi e dei danni spesso irreversibili al fegato per cause varie, quali l’abuso di alcol ma anche terapie farmacologiche croniche, virus, agenti tossici ambientali e diete non bilanciate. . |
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ESPOSTO ALLA PROCURA PER "NOTIZIA" DI EUTANASIA UNA LETTERA A UN GIORNALE LANCIA ACCUSE A "UN OSPEDALE MILANESE" LA REGIONE: LA GIUSTIZIA VERIFICHI SUBITO QUELLE AFFERMAZIONI |
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Milano, 19 febbraio 2009 - Regione Lombardia ha segnalato con un esposto alla Procura di Milano la "notizia di reato" appresa dalla stampa relativa a un (presunto) caso di eutanasia. La decisione è stata presa a seguito della pubblicazione su un quotidiano (La Repubblica del 14 febbraio 2009) di una lettera, il cui autore sostiene di aver assistito di persona ad un caso di eutanasia verificatosi "presso un ospedale milanese" a danno di un´anziana signora di sua conoscenza e afferma di ritenere che tale atto, penalmente sanzionato, non sia isolato ma costituisca "una prassi per diminuire i costi, liberare i letti e farla finita con gente che non sapeva morire". La Regione chiede dunque formalmente di accertare la veridicità di affermazioni così gravi e le possibili responsabilità. Si legge nell´esposto: "La gravità dei fatti segnalati ed il coinvolgimento, sia pure del tutto ingiusto ed improprio, della persona del Presidente e dell´amministrazione regionale, ci inducono a segnalare la notizia, al fine di consentire a Codesta Autorità di svolgere ogni competente accertamento nel merito". Ma c´è un´altra ipotesi, che nell´esposto viene prospettata: "Se il fatto segnalato fosse inesistente, allora potrebbe configurarsi, a carico del lettore e probabilmente di chi ha pubblicato la notizia senza cautele, l´ipotesi di cui all´art. 658 del C. P. (propalazione di notizie atte a turbare l´opinione pubblica, ndr. )". Perché "non è ammissibile - si commenta al Palazzo della Regione - che qualcuno tiri il sasso e nasconda la mano, specialmente in un caso così grave". Va da sé che se invece "la segnalazione è veritiera ben maggiori sono le responsabilità da accertare e sanzionare. Ciò nell´interesse della Giustizia, ma anche del sistema sanitario che deve sempre garantire la piena correttezza dell´operato delle sue strutture nell´interesse di tutti gli assistiti, a prescindere dalle loro condizioni cliniche e dell´aspettativa di vita o del grado di cura o di accudimento necessari. Anche solo il sospetto che una struttura sanitaria abbandoni il malato o, ancor peggio, ne causi la morte per ragioni economiche o organizzative è insostenibile e merita di essere fugato immediatamente". Se la Regione avesse avuto conoscenza della struttura cui il lettore si riferisce (e sempre se tale struttura fosse dipendente dal sistema sanitario regionale) "avremmo immediatamente disposto - conclude l´esposto - una severa indagine. Purtroppo tale dato è stato, non sappiamo, se dal lettore o dal giornalista, omesso e ciò rende ancora più grave e inquietante l´accaduto". . |
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SANITÁ: FVG E VENETO VERSO COLLABORAZIONE SEMPRE PIÙ STRETTA |
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Mestre, 19 febbraio 2009 - La volontà politica di procedere sulla via della collaborazione in materia di sanità fra le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto è stata ribadita ieri a Mestre in un incontro fra gli assessori alla Salute delle due Regioni, Vladimir Kosic e Sandro Sandri, a capo di delegazioni delle quali facevano parte dirigenti delle rispettive Agenzie e Direzioni della Sanità. "Una volontà chiara e precisa - ha commentato l´assessore Kosic - che non parte certo oggi, ma che continua un rapporto di buon vicinato iniziato da tempo e che sta sempre più entrando nel concreto rispetto a diversi temi, sui quali stanno lavorando dei gruppi tecnici. Abbiamo fatto un buon lavoro e a breve potremo sottoscrivere precisi accordi". Tra i temi affrontati oggi l´accordo quadro sulla mobilità sanitaria: prima della firma definitiva da parte dei rappresentanti politici, il relativo gruppo tecnico dovrà verificare ancora alcuni dati specie per quanto riguarda le cure oncologiche e la sanità privata. In dirittura d´arrivo - le Giunte delle due Regioni devono solo approvare la delibera definitiva - la collaborazione relativa alle cellule staminali. Come noto, di recente la Regione Friuli Venezia Giulia ha definito una "rete logistica" con la Protezione Civile per la raccolta e il trasporto dei materiali al Centro di Padova, che provvede anche alla conservazione. In materia di disturbi alimentari, per i quali il Friuli Venezia Giulia non ha ancora un centro specifico, ma esiste un progetto per realizzarne uno nell´ambito dell´Ass 6 "Friuli Occidentale", è stato deciso che entro marzo sarà avviata una stretta collaborazione con il Centro esistente a Portogruaro nell´ambito dell´Ulss 10 "San Donà-portogruaro", sul quale ora gravitano anche i pazienti friulani e giuliani. Toccato anche il tema della possibile cooperazione in caso di investimenti tecnologici di particolare impegno sia per evitare il duplicarsi di apparecchiature di valenza sovraregionale sia per mettere in comune esperienze e studi. Le due Regioni vorrebbero poi realizzare - sarebbero le prime in Italia - un Dizionario unico sulla medicina di laboratorio, mentre continua il lavoro congiunto su altri temi, fra cui gli studi sulle malattie rare. Infine la formazione, argomento che oltre alla collaborazione fra le due Regioni contempla anche quella fra gli atenei e la facoltà mediche esistenti sul territorio. Tale argomento, trattato dapprima nell´incontro tra i due assessori e le rispettive delegazioni, è stato poi dibattuto anche nel successivo incontro con i rappresentati dei Rettori e dei Presidi di Facoltà delle Università di Trieste, Udine, Padova e Verona. In sostanza, da un lato vi è la piena consapevolezza e volontà di lavorare per continuare e ampliare la collaborazione già esistente per preparare alcune figure professionali ora carenti; dall´altro sia Kosic che Sandri si sono impegnati a caldeggiare in sede di governo nazionale l´opportunità di una diversa distribuzione dei posti nelle scuole di specialità, per evitare la penalizzazione delle facoltà mediche del Nord Est. . |
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SANITA’: COLLABORAZIONE VENETO-FRIULI, INCONTRO SANDRI-KOSIC A MESTRE. SANDRI: “NOTEVOLI PROGRESSI, ENTRO GIUGNO I PRIMI PASSI FORMALI”. |
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Mestre 19 febbraio 2009 - Sta assumendo contorni sempre più concreti la collaborazione in campo sanitario tra le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, avviata a fine 2008 con un incontro tra gli assessori Sandro Sandri e Vladimir Kosic che si tenne a Trieste. I due, assistiti dai rispettivi tecnici si sono ritrovati ieri all’ospedale dell’angelo a Mestre per definire contenuti e tempistica dei settori di cooperazione individuati nell’incontro di Trieste. Si tratta, in particolare, della mobilità tra pazienti delle due regioni, del sistema di accreditamento delle strutture, della gestione del cordone ombelicale e delle cellule staminali, dell’assistenza ai pazienti con disturbi alimentari, della formazione professionale. “Settori importanti- ha detto Sandri- sui quali possiamo creare una sorta di area vasta del nordest con i nostri pazienti al centro dell’attenzione. Già oggi – ha detto con soddisfazione Sandri- ci siamo dati scadenze precise e di fatto abbiamo concordato su vari aspetti di contenuto, che troveranno definizione e operatività tra marzo e giugno, appena concluso il lavoro degli specifici gruppi attivati oggi”. In particolare, in tema di mobilità dei pazienti, è già stata esaminata una bozza di Accordo Quadro. Rimangono da definire alcuni aspetti sull’attività oncologica del Cro di Aviano e dello Iov di Padova, che saranno oggetto del lavoro dei tecnici. La firma ufficiale è prevista per giugno. La collaborazione sulle cellule staminali avrà come fulcro il Veneto, con il suo Centro di Padova, che opererà anche per le esigenze del Friuli. Le modalità saranno formalizzate con delibere che Sandri e Kosic hanno concordato di portare nelle rispettive giunte entro marzo. Sempre entro marzo un tavolo tecnico, composto dalle due regioni e dalle Ulss di San Donà e di Pordenone, definirà la collaborazione in materia di disturbi alimentari. In questo settore, particolare rilievo avrà lo specifico Centro di Portogruaro, dove già oggi un terzo delle prestazioni viene erogato a pazienti friulani. Sandri e Kosic hanno anche concordato una linea comune da tenere ai tavoli romani in materia di assegnazione di posti nelle scuole di specialità universitarie, e chiederanno maggiore attenzione alle esigenze del nordest. Nel pomeriggio il vertice bilaterale è stato allargato ai rappresentanti delle università di Padova, Verona, Udine e Trieste, con i quali è stato fatto il punto delle collaborazioni in atto e avviato un confronto sulla possibilità di nuove cooperazioni interregionali nell’ottica di rafforzare l’offerta formativa nei due territori. . |
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ALAD-FAND, PRESENTATO A ROMA RAPPORTO POLITICHE CRONICITÀ |
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Roma, 19 febbraio 2009 - Presentato a Roma, presso il Centro Congressi Frentani, l’Viii Rapporto sulle Politiche della Cronicità, a cura del Cnamc (Coordinamento nazionale delle Associazioni Malati Cronici), di emanazione di Cittadinanza Attiva, e di cui fa parte la Fand (Associazione nazionale diabetici). Presente per la Fand il vicepresidente nazionale Antonio Papaleo. A renderlo noto la segreteria Alad-fand di Basilicata. Il Rapporto – riferisce la nota - inserendosi nel particolare momento di difficoltà politico-economica nazionale ed internazionale che sta determinando ricadute facilmente ipotizzabili sulla spesa pubblica in generale e su quella sanitaria in particolare, tenta di interrogarsi circa le ripercussioni negative verso la garanzia dei livelli di assistenza e di cura, e particolarmente per quella fascia di cittadini più esposti, in quanto affetti da malattie croniche e rare e, perciò stesso, più onerose. Un Rapporto che ha visto impegnate 20 Associazioni di malati cronici attraverso una capillare ricognizione della situazione presente nelle diverse realtà del Paese, con risultati estremamente interessanti Fra le Regioni vi è da segnalare come la sola Toscana viene segnalata per le “Buone Pratiche”, mentre si è molto insistito per una maggiore umanizzazione attraverso un più adeguato e corretto rapporto medico-paziente, avendo attenzione a determinare percorsi che insistano per la deospedalizzazione e, perciò stesso, ad una Medicina del e sul Territorio capace di essere più vicina al cittadino, con abbattimenti dei costi di degenza, che spesso sono impropri. Uno dei dati più significativi su cui il Rapporto ha insistito – conclude l’Alad-fand - è il coinvolgimento dei pazienti, anche perchè è stato ampiamente dimostrato come la qualità dei servizi, con conseguente razionalità della spesa, ne rende migliore la resa, per questo bisognerà sempre più insistere affinché il cittadino non sia soggetto passivo, ma attore partecipe e attento alla elevazione dei percorsi assistenziali”. . |
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SANITA´, PARTE CAMPAGNA DONAZIONE SANGUE CORDONE NON COSTA NULLA E PUO´ DARE SPERANZE A MALATI GRAVI |
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Milano, 19 febbraio 2009 - Fornire una informazione completa, corretta e scientificamente fondata sulla donazione del sangue del cordone ombelicale, in modo da far meglio comprendere ai futuri genitori l´importanza di una scelta che può dare concrete speranze di guarigione a persone con gravi malattie. E´ questo lo scopo della campagna informativa sulla donazione del sangue cordonale (o sangue placentare) che partirà nelle prossime settimane in Lombardia e che coinvolgerà ospedali, consultori, ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri, scuole e università, dove verranno distribuiti locandine e opuscoli con tutte le indicazioni sul tema. L´iniziativa - presentata oggi in una conferenza stampa - è stata realizzata grazie al comune impegno di Regione Lombardia (assessorato alla Sanità), Fondazione Policlinico Mangiagalli e Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia (sedi delle due Cord Blood Bank lombarde), Asl Città di Milano, Università Statale di Milano (Corso di Laurea in Ostetricia), Adisco Lombardia (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale) e Aido Milano (Associazione Italiana Donatori di Organi). "Regione Lombardia sostiene con convinzione questa iniziativa - ha affermato l´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani - La donazione del sangue cordonale è infatti un gesto che non costa nulla, non comporta alcun rischio e può dare una concreta possibilità di guarigione a pazienti affetti da gravi patologie". "Proprio allo scopo di diffondere il più possibile informazioni su questo tema, in particolare sulla donazione solidale, a disposizione di tutta la collettività, e sulla donazione dedicata, per patologie familiari in atto o prevedibili - ha proseguito Bresciani - abbiamo già organizzato, in collaborazione con Iref (Istituto Regionale lombardo di Formazione per l´amministrazione pubblica), tre edizioni di un corso, per un totale di 15 giornate formative, che hanno già coinvolto quasi 300 ostetriche degli ospedali lombardi; nel corso di questo mese di febbraio sono in fase di realizzazione ulteriori iniziative di formazione cui parteciperanno altre 150 ostetriche". Le due banche in cui vengono conservate le donazioni ricevono da Regione Lombardia un finanziamento di 1,1 milioni di euro ciascuna all´anno. Alla conferenza stampa sono intervenuti Ferruccio Bonino (direttore scientifico Fondazione Policlinico Mangiagalli), Paolo Rebulla (direttore Centro di Medicina Trasfusionale, Terapia Cellulare e Criobiologia, Dipartimento di Medicina Rigenerativa, Fondazione Policlinico Mangiagalli), Girolamo Sirchia (presidente Associazione Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue), Laura Salvaneschi (direttore Banca del Sangue Placentare, Fondazione Policlinico di Pavia) e Elena Salvaterra (ricercatrice in Biodiritto, Fondazione Policlinico Mangiagalli). Il Sangue Cordonale - Il sangue cordonale, o sangue placentare, è ricco di cellule staminali emopoietiche (che generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine) e rappresenta una risorsa preziosa per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario (ad es. Le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, ecc). Ogni anno circa 13. 000 pazienti nel mondo che non dispongono di un donatore compatibile di midollo osseo in famiglia hanno bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Un quinto di questi pazienti è trattato con il sangue del cordone ombelicale. La Donazione Solidaristica (O Allogenica) - Donare il sangue del cordone ombelicale per uso solidaristico permette a chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile di poter essere sottoposto ad un trapianto di cellule staminali. Può andare a beneficio di tutti, compreso il proprio bambino. In Italia è permessa solo nelle banche pubbliche ed è gratuita. Non tutte le donazioni possono però essere utilizzate a fini di trapianto. Solo un terzo dei campioni, che contengono un numero di cellule staminali sufficienti per eseguire il trapianto in condizioni di sicurezza, viene conservato nella banca. I restanti due terzi, previo consenso informato della madre, vengono utilizzati per la ricerca scientifica. In tutto il mondo sono 500. 000 i campioni disponibili, prelevati dal 1993 ad oggi e conservati in circa 100 banche, 10. 000 dei quali sono stati utilizzati per trapianto. La Donazione Dedicata E Quella Autologa - La donazione dedicata è consentita sulla base di un´apposita autorizzazione della Regione ed è gratuita. Si effettua quando vi è la necessità di curare il proprio bambino o un suo consanguineo (un fratello o una sorella) affetto da una malattia per la quale "risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l´uso di cellule staminali da sangue cordonale" oppure per curare un membro del nucleo familiare nel caso in cui vi sia un alto rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate. La donazione ad uso privato, detta "autologa", consiste nel raccogliere il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino esclusivamente per un suo uso personale. La comunità scientifica internazionale non raccomanda questo tipo di conservazione perché non esistono, ad oggi, programmi di cura di comprovata efficacia per questo tipo di trapianto. Secondo le disposizioni di legge vigenti, in Italia è vietato conservare il sangue cordonale per uso autologo presso banche private. E´ consentito all´estero, a pagamento, e previa autorizzazione del Ministero della Salute. La Banca Regionale Del Sangue Placentare - La Milano Cord Blood Bank della Fondazione Policlinico Mangiagalli rappresenta una delle due sedi della banca regionale. L´altra sede, la Pavia Cord Blood Bank, si trova presso la Fondazione Policlinico San Matteo. La sede di Milano è convenzionata con 21 sale parto della Lombardia e della provincia di Trento. Creata nel 1993 in 15 anni ha raccolto circa 21. 000 campioni, di cui 7500 disponibili per trapianto. In tutto il mondo ad oggi, sono state distribuite 400 donazioni, per curare in particolar modo leucemie e linfomi nei bambini. Nel 2008 sono state 705 le donazioni bancate rispetto alle 488 del 2007. La sede di Pavia, nata nel 1996, è convenzionata con 7 sale parto, distribuite sul territorio della provincia di Pavia e di Lodi. In 12 anni ha raccolto circa 8000 campioni, di cui 3500 in Banca, con una media di 250-300 donazioni bancate per anno. Ad oggi 93 donazioni conservate a Pavia sono risultate compatibili e sono state impiegate per trapianto in individui non consanguinei in tutto il mondo. La Banca di Pavia vanta anche un considerevole inventario di donazioni dedicate per consanguinei, costituito da più di un centinaio di donazioni di fratelli e/o sorelle di pazienti, il 30% delle quali già utilizzate per trapianto. . |
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DROGA, PROGETTO UMBRO PER PREVENZIONE NUOVI CONSUMI |
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Perugia, 19 febbraio 2009 - La Giunta regionale dell’Umbria ha approvato, su proposta dell’assessore alle politiche sociali, Damiano Stufara, un progetto di intervento rivolto a prevenire il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani e a ridurne i rischi conseguenti, in riferimento specifico ai nuovi comportamenti di consumo. Il progetto, potendo contare su un finanziamento nazionale di circa 35mila euro (la paternità spetta al governo precedente a quello attuale), avrà il carattere dell’esperienza pilota regionale, in funzione di una successiva diffusione nei diversi ambiti territoriali. Sarà costituita una “equipe di strada” di operatori sociali, appositamente formati e dotati di materiale documentario e informativo, dissuasivo nei confronti dei rischi connessi al consumo di droga e soprattutto, in relazione ai referenti specifici del progetto, del rischio costituto dal fatto che al consumo occasionale di sostanze stupefacenti (che presenta di per se dei pericoli) possa sostituirsi una pratica di più grave dipendenza. Il compito della equipe sarà quello di “agganciare” i consumatori sporadici, singolarmente e per gruppi, nei luoghi di aggregazione o svago che frequentano, instaurando con loro un rapporto di dialogo e informazione e avviando un lavoro di sensibilizzazione e formazione. “La sinergia che abbiamo realizzato tra le politiche sociali e quelle sanitarie, – ha detto l’assessore Stufara – ha consentito all’Umbria di mettere in campo, negli anni scorsi, una vasta gamma di servizi e azioni di contrasto e prevenzione alla diffusione della droga. Le trasformazioni avvenute nel campo del consumo e delle sue modalità - ha proseguito Stufara - impongono che a questi servizi sia attribuito un più avanzato dinamismo e che siano sperimentate forme innovative di intervento. A questo è finalizzato il progetto ora approvato dalla Giunta regionale”. Si tratta, fanno notare all’assessorato alle politiche sociali della Regione, di sperimentare un intervento che cerca di misurarsi con le nuove modalità di consumo cosiddette “socialmente integrate”, affiancatesi, in maniera significativa negli ultimi anni, alla forma “classica” della dipendenza. Si è, in sostanza, in presenza di consumatori e forme di consumo occasionali o irregolari, giovani o ragazze che si concedono lo sballo o allo sballo in occasioni particolari, con intervalli di frequenza diversa da quelli della vera e propria dipendenza. Anche le “sedi” di questo tipo di nuovo consumo sono cambiate; le “vecchie” discoteche sono sostituite dal crescente numero di locali di “tendenza” ed eventi collettivi autorganizzati o forme aggregative come, tra le altre, il tifo organizzato. Lo studio europeo Espad 2005 (svolto sugli studenti tra 15 e 19 anni) prende in esame l’Italia e l’Umbria. I consumatori di bevande alcoliche (che costituiscono la base prima dello sballo) in Italia sono in aumento, come i casi di ubriachezza. In Umbria i fenomeni sarebbero in regresso, con l’eccezione dei casi di consumo collegato a problemi psicologici tra le donne. Il consumo della cannabis in Umbria è in linea con i dati nazionali. La diffusione di cocaina, secondo indagini nazionali, sarebbe in aumento esponenziale in Italia, in particolare in alcuni gruppi di consumo. Secondo l’indagine Espad, l’Umbria, in riferimento agli studenti che dichiarano un consumo inferiore o uguale alle cinque volte l’anno, si collocherebbe all’ottavo posto in graduatoria nazionale. La percentuale di maschi che consumano più di cinque volte l’anno sarebbe, secondo la stessa indagine, leggermente superiore alla media nazionale. La indagine Espad 2005 prevedeva due domande in relazione al consumo, negli ultimi 12 mesi, di ecstasy e eroina. Per quanto riguarda la prima sostanza hanno risposto affermativamente il 3,2% dei maschi e l’1,8% delle femmine, con una frequenza dichiarata superiore alle cinque volte l’anno; per la seconda hanno risposto si il 2,1% dei maschi e l’1,4% delle femmine. Il consumo con frequenza superiore alle cinque volte l’anno si verifica tra i maschi e pone l’Umbria al quinto posto nella graduatoria nazionale tra le regioni. . |
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SALUTE, TBC, ASSESSORE LIGURE MONTALDO: "NESSUNA SITUAZIONE DI PERICOLO, MA AVVIATA AZIONE RIGOROSA PER TENERE SOTTO CONTROLLO LA SITUAZIONE" |
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Genova, 19 Febbraio 2009 - "Non c´è nessuna situazione di pericolo, ma gli uffici della Asl hanno avviato azioni rigorose per tenere sotto controllo la situazione che ha visto verificarsi alcuni casi di positività al test della tubercolosi". Lo ha detto ieri mattina l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo intervenendo nei confronti dei casi di positività accertati dalla Asl al test tubercolinico presso alcuni studenti dell´istituto Montale di Genova. "L´azione di prevenzione è stata efficace e rigorosa - sottolinea l´assessore Montaldo - va dato atto alla Asl di aver lavorato fin dal primo caso, seguendo la situazione con coerenza ed intervenendo quindi in seconda battuta e riscontrando nuovi casi di positività". "Le nostre strutture - ha detto Montaldo stanno curando i ragazzi individuati, con le terapie necessarie. A questo punto procederemo con un controllo diffuso su una platea più ampia che coinvolga tutti coloro che possono essere entrati in contatto con le persone interessate". . . |
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BASILICATA, WELFARE, VERTICE TRA I PRESIDENTI INPS, INAIL E INPDAP |
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Potenza, 19 febbraio 2009 - “Procede il cammino delle sinergie tra i tre maggiori istituti previdenziali. Nel corso di un incontro svoltosi ieri pomeriggio presso la sede dell’Inps, è stato preso l’impegno di siglare entro il prossimo 10 marzo un protocollo di intesa, che definisca un percorso in due fasi per rendere operativa la sinergia tra Inps, Inail e Inpdap”. E’ quanto comunica una nota dell’Inps di Basilicata. All’incontro erano presenti i presidenti e commissari straordinari dei tre Enti, Antonio Mastrapasqua (Inps), Marco Sartori (Inail), Paolo Crescimbeni (Inpdap) ed i tre direttori generali, Vittorio Crecco (Inps), Alberto Cicinelli (Inail), Giuseppina Santiapichi (Inpdap). Il protocollo di intesa che sarà siglato entro i primi giorni di marzo – riferisce l’Inps - indicherà una vera e propria “road map” delle sinergie tra gli istituti: la prima fase, da completarsi entro la fine del mese di marzo riguarderà la razionalizzazione delle risorse professionali a partire dai medici e dagli avvocati in servizio presso i tre Enti. La seconda fase della sinergia tra Inps, Inail e Inpdap avrà come obiettivo un accordo più ampio che porti alla realizzazione della “casa del Welfare”, così come indicato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Per costruire la “casa del Welfare” – prosegue - è stato tracciato un percorso condiviso di standardizzazione di processi e di sistemi, che possa, nel tempo, poi consolidare attività e risorse in un’unica sede fisica. L’anno 2009 vedrà la nascita dei primi progetti pilota su scala regionale. Nel triennio 2010-2012 – conclude l’Inps - avverrà la graduale estensione del progetto per giungere alla nascita di un’unica “casa del Welfare”. . |
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IL PRESIDENTE LOIERO INTERVIENE ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DELL’OSPEDALE DELLA SIBARITIDE |
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Reggio Calabria, 19 febbraio 2009 - “L’abbiamo voluto ad ogni costo. La Regione l’ha voluto con forza e determinazione anche se non sono mancati i problemi per raggiungere questo obiettivo, in particolare per il luogo di ubicazione della struttura. Ma con la collaborazione di tutti ce l’abbiamo fatta”. Con queste parole il presidente della Regione Agazio Loiero ha “benedetto” l’avvio alla costruzione dell’ospedale unico della Sibaritide partecipando a Rossano alla presentazione del progetto. “L’ospedale - ha evidenziato Loiero - non ha colore politico è sarà di tutti, perché l’esigenza di averlo è di ognuno di noi. E sarà una struttura di eccellenza: di ospedali poco adeguati non ne abbiamo più bisogno”. Il presidente Loiero ha infine ricordato che “grazie all’accordo con il Governo Prodi, confermato dall’attuale, sarà realizzato con un’ordinanza di Protezione civile che consentirà di superare molti ostacoli e, quindi, di poterlo vedere ultimato entro il 2010”. . |
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ANDREA CANTAGALLO TRASFORMAZIONI.LA ZONA 26 FEBBRAIO - 31 MARZO 2009 THE BOX-ART&INFO PARMA |
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Parma, 19 febbraio 2009 - Si inaugura giovedì 26 febbraio alle ore 17:00 presso The Box-art&info, all’interno della Temporary Station, P. Za Carlo Alberto Dalla Chiesa, Parma, la rassegna di Arti Visive “Trasformazioni. Di Segno Urbano”. L’esposizione, a cura di Marco Turco, è organizzata dall’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia, struttura dell’Assessorato al Benessere e alla Creatività Giovanile del Comune di Parma, in collaborazione con Fondazione Monte di Parma, Stu Area Stazione e 00:am Casa Creativa. L’iniziativa prosegue un percorso iniziato nel 2008 con la rassegna “Trasformazioni. Una città per immagini” dedicata a fotografia e videoarte, nella quale alcuni giovani artisti si confrontavano con l’immagine di Parma indagando le trasformazioni in atto nel tessuto urbanistico e sociale. Nel 2009 con il titolo, “Trasformazioni. Di Segno Urbano”, si vorrebbe continuare l’analisi del rapporto tra trasformazione fisica del territorio e trasformazione ideale che si ha della nostra città. La novità sarà il ricorso alla sensibilità della Pittura: un genere artistico sempre meno praticato dai giovani, ma che a Parma può vantare diverse esperienze di un certo rilievo e che andrebbe a offrire riletture poetiche e nuovi punti di vista sulla Città. In questo nuovo anno di programmazione, infatti, sarà presentata una serie di artisti caratterizzati dalla continua ricerca e sperimentazione, nelle opere dei quali spesso la pittura dialoga con le altre discipline artistiche. A inaugurare i rinnovati spazi del temporary Artbox sarà la mostra Trasformazioni. La Zona di Andrea Cantagallo, un autore che si può ormai considerare affermato, ma che fin dagli esordi ha operato all’interno dei circuiti dell’Archivio Giovani Artisti di Parma. Cantagallo presenta una installazione site specific per The Box-art&info. Ispirandosi all’idea di cantiere, che demolisce per ricostruire un nuovo ordine, crea un sistema di tavole pittoriche di grande formato, le quali dialogano tra loro e con lo spazio che le contiene, nella continua ricerca di una struttura, una forma: ordine vs disordine, staticità vs dinamismo, figurativo vs astrattismo. Egli utilizza tecniche convenzionali combinate con collage dei materiali più disparati, compiendo una lunga e consapevole ricognizione nelle tradizioni della storia dell’arte. Nonostante la ricchezza di referenze iconografiche, Cantagallo rimane un espressionista, nel senso generale di artista uso a caricare l’immagine di forti valenze emotive. Il titolo dell’esposizione - La Zona - rimanda all’idea di territorio, ma l’esplicito omaggio a Tarkovskij vuole anche ricordarci che ci troviamo di fronte ad un percorso basato su una visione del tutto soggettiva e quindi “emozionata” dello spazio. Presentazione catalogo sabato 7 marzo alle ore 17:00. Andrea Cantagallo è nato a Parma nel 1970, dove vive e lavora. Ha frequentato l’Istituto d’Arte P. Toschi di Parma e dal 1998 ha esposto in varie mostre collettive e personali. Tra le principali esposizioni: 2003 I Volti e gli Sguardi, Galleria D’ars, Roma; Sconfinart, Fiera d’Arte Contemporanea di Trento; mostra personale presso Galleria Alphacentauri, Parma. 2004 Arte e musica in chiostro, Chiostro di S. Uldarico, Parma; Parma e la Cote d’Azur, Chiostri di S. Giovanni, Parma. 2005 Sguardi2. Percorsi artistici in movimento, doppia personale presso Galleria del Teatro, Parma. 2007 mostra personale presso Galleria Le Stelle, Parma. 2008 Punto 15. Quindici anni di creatività giovanile in mostra, Palazzo Pigorini, Parma. . |
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GOLF - EUROTOUR: FRANCESCO MOLINARI AL JOHNNIE WALKER CLASSIC IN AUSTRALIA DOVE SCENDONO IN CAMPO ANCHE CAMILO VILLEGAS ED ANTHONY KIM |
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Roma, 19 febbraio 2009 - L´european Tour torna in Australia per il secondo e ultimo torneo del calendario organizzato in collaborazione con l´Australasia Tour, il Johnnie Walker Classic (19-22 febbraio) in programma sul tracciato del The Vines Resort & Cc a Perth. Francesco Molinari sarà l´unico italiano presente, mentre sono rimasti fuori Federico Colombo ed Edoardo Molinari che erano tra gli iscritti. Il torinese ha iniziato la stagione in maniera splendida con il secondo posto nell´Hong Kong Open e il decimo nell´Abu Dhabi Championship, poi ha avuto un calo di rendimento fino al taglio subito la scorsa settimana nel Malaysian Open, il primo in cinque gare disputate. Il bilancio, comunque, è ampiamente positivo e lo dice anche la money list dove Molinari è al 14° posto con un guadagno di 224. 246 euro. Calamitano l´attenzione il colombiano Camilo Villegas e il giovane statunitense Anthony Kim, candidati più autorevoli al titolo insieme agli inglesi Lee Westwood, Ian Poulter e Paul Casey, al sudcoreano con passaporto statunitense Anthony Kang, vincitore del Malaysian Open, e all´australiano Peter O´malley. Sarà seguito con particolare calore, anche se non competerà per il titolo, Greg Norman, il cinquantaquattrenne grande campione australiano sempre nel cuore dei suoi connazionali. Il montepremi è di 1. 450. 000 euro dei quali 235. 892 riservati al vincitore. Us Pga Tour: Attesa Per Ryo Ishikawa - Nel mentre si rincorrono le voci sulla data del rientro di Tiger Woods, che viene dato per imminente (venerdì si saprà se sarà in campo nell´Accenture Match Play, 25 febbraio-1 marzo), l´Us Pga Tour propone il Northern Trust Open (19-22 febbraio) al Riviera Cc di Pacific Palisades in California. C´è molta curiosità per la prima gara nel circuito dell´astro nascente giapponese, il giovanissimo Ryo Ishikawa, che si troverà competere con alcuni dei giocatori più forti al mondi quali Phil Mickelson, Vijay Singh, Ernie Els, Jim Furyk, Retief Goosen, Mike Weir, Geoff Ogilvy, Angel Cabrera, Padraig Harrington e Kenny Perry, attuale leader della money list. Ishikawa, che è divenuto popolarissimo dopo le sue imprese sul tour di casa, è stato anche invitato al Masters. Il montepremi è di 6,3 milioni di dollari con prima moneta di 1. 134. 000 dollari. Gli Azzurri Al Portuguese Amateur Championship - Prima uscita stagionale degli azzurri impegnati nel Portuguese International Amateur Championship (19-22 febbraio) sul percorso del Troia Golf Championship Course a Grandola, nei pressi di Lisbona, in Portogallo. Scenderanno in campo: Leonardo Motta, Nino Bertasio, Andrea Chiapuzzo, Joon Kim, Nunzio Lombardi e Claudio Viganò. La gara si disputa sulla distanza di 72 buche, medal, con taglio dopo tre giri che lascerà in gara i primi 40 classificati. . |
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