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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Marzo 2009 |
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CRISI: ACCORDO TRA GRUPPO MONTEPASCHI E CREDITAGRI COLDIRETTI |
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E’ stato siglato a Siena, il 24 marzo, l’accordo quadro tra il Gruppo Montepaschi e Creditagri Coldiretti che sancisce l’avvio di una partnership finalizzata al miglioramento nell’accesso al credito per le imprese, la messa a punto di prodotti e servizi della Banca specifici per il comparto e l’allineamento dei processi necessari alla valutazione creditizia delle richieste di finanziamento delle imprese agricole. L’accordo quadro costituisce la base progettuale per la sottoscrizione delle convenzioni operative che i Confidi e le società di servizio di Creditagri andranno a sottoscrivere con le Banche del Gruppo, a partire da Banca Antonveneta che nei prossimi giorni andrà a stipulare i primi accordi. Il Presidente di Creditagri Coldiretti Giorgio Piazza ha sottolineato l’importanza del settore agricolo che, soprattutto nell’attuale scenario di forte crisi finanziaria, si ripropone come direttrice di sviluppo per l’economia “reale” attraendo molti giovani imprenditori che trovano ottime motivazioni per iniziare l’attività nel settore. Da qui la necessità di assistere le imprese, vecchie e nuove, con servizi all’avanguardia e che consentano un accesso al credito funzionale alle loro aspettative. Il Responsabile Nazionale Credito e Confidi di Coldiretti Roberto Grassa ha ricordato le linee strategiche che condurranno il sistema dei Confidi dell’associazione verso un’integrazione sempre più forte, sino alla nascita di un unico organismo nazionale con delegazioni regionali, iscritto all’albo degli intermediari vigilati e che consentirà alle imprese associate di beneficiare di garanzie “elegible” ai fini di Basilea 2. Ha inoltre ribadito l’importanza dell’accordo che costituisce la base essenziale sulla quale costruire una serie di cantieri legati all’evoluzione del sistema di valutazione creditizia delle imprese agricole, alla creazione di una piattaforma di comunicazione tra Banche e Confidi e per il lancio di iniziative specifiche per il comparto. Dal canto loro Enzo Nicoli e Paolo Delprato, rispettivamente Responsabile dell’Area Corporate e dell’Area Retail della Capogruppo Banca Monte dei Paschi di Siena hanno confermato l’attenzione che la Banca ha sempre rivolto al comparto agrario, rinnovato con la sottoscrizione dell’accordo quadro e testimoniato dalla presenza, nel gruppo, di presidi specialistici a supporto delle imprese agricole anche nella fase di costruzione di progetti innovativi, per il rispetto dell’ambiente e per l’utilizzo di energia alternativa. Per dare immediata operatività all’accordo, verranno attivati i tavoli tecnici che si occuperanno dello sviluppo delle varie progettualità concordate e saranno programmate specifiche iniziative territoriali. . |
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QUOTE LATTE: SENTENZA DEFINITIVA DEL CONSIGLIO DI STATO DA RAGIONE ALLA REGIONE PIEMONTE |
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Ora si procedera´ in base ai dettami del nuovo Decreto Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Piemonte, con pronuncia definitiva in appello, sulla riscossione dei prelievi (le cosiddette multe) per la produzione di latte fuori quota relative all’annata lattiero-casearia 2004-2005. L’iter giudiziario risale ai primi mesi del 2008: una prima sentenza del Tar Piemonte del gennaio 2008 annullava i provvedimenti con cui Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) aveva avviato i prelievi supplementari (le “multe”) nei confronti dei produttori fuori quota, e le relative cartelle esattoriali emesse dalla Regione. La motivazione della sentenza si basava principalmente sulla presunta incoerenza tra la normativa nazionale e la regolamentazione europea. Il prelievo supplementare e i successivi atti di riscossione si riferiscono esclusivamente all’annata lattiero-casearia 2004/2005, e coinvolgono circa 220 aziende agricole fuori quota, per un ammontare complessivo di somme dovute superiore ai 33 milioni di euro. La Regione Piemonte ha presentato appello contro la sentenza del Tar e il Consiglio di Stato, dopo aver deciso una sospensiva, si è definitivamente pronunciato accogliendo le tesi sostenute dalla Regione, annullando quindi la sentenza del Tar. In particolare, il Collegio non ritiene via sia alcun contrasto fra la norma nazionale e la disciplina comunitaria, relativa ai meccanismi di calcolo e di imputazione del prelievo sugli esuberi produttivi. Viene quindi confermata la correttezza del prelievo imputato da Agea, nonché la validità dei recuperi delle somme dovute svolta dalla Regione nei confronti dei produttori. Si tratta di una sentenza storica in materia di quote latte: infatti, per la prima volta, il massimo organo di giustizia amministrativa si pronuncia in modo articolato sull´obbligo del pagamento del prelievo e tali principi di diritto costituiranno un precedente nei confronti di tutti i Tribunali Amministrativi Regionali, anche per le cause relative alle annate precedenti e successive. La riscossione del prelievo 2004/05, che dopo la sentenza risulta esigibile, proseguirà dunque con le modalità individuate dal Decreto legge n. 4 del 5 febbraio 2009, attualmente in fase di conversione parlamentare, che ha introdotto sostanziali novità in merito alle modalità di versamento del prelievo attraverso la possibile rateizzazione. “Siamo estremamente soddisfatti del risultato di una lunga vicenda giudiziaria – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – che ha ribadito la correttezza comportamentale della linea fin qui seguita dalla Regione, improntata alla correttezza, alla trasparenza e alla difesa della legalità. Nel contempo, ribadiamo la nostra più forte preoccupazione sui contenuti del Decreto quote latte, in discussione alla Camera. Le modifiche finora proposte non risolvono i nodi essenziali, che sono quelli della rinuncia ai contenziosi per poter accedere ai benefici della rateizzazione e una diversa priorità nell’assegnazione delle nuove quote. Ci auguriamo che gli indirizzi fissati dalla nuova legge non distolgano dalla strada della trasparenza e del rispetto della legalità che riteniamo l’unico percorso corretto di risoluzione della questione. ” . |
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ROMA: MENSE SCOLASTICHE, ARRIVA LA FRUTTA BIOLOGICA |
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Frutta biologica sulle mense scolastiche romane. Lo ha deciso la Giunta capitolina e lo rende noto l´assessore alle Politiche Educative, Laura Marsilio. Per la precisione, "frutta fresca biologica stagionale". Aumenta dunque la varietà dei tipi di frutta a mensa: uva, mandarini, mandaranci, arance, susine, albicocche, pesche noci, mele. Tra i vantaggi, sottolinea l´assessore, la possibilità di mangiare la frutta con la buccia, a beneficio della nutrizione (in genere è la buccia a contenere più vitamine e fibra) e dei denti in crescita. Il biologico nelle mense scolastiche sarà incentivato anche grazie alla partecipazione a progetti europei dedicati. In vista – fa sapere Marsilio – un programma sull´educazione alimentare e il consumo di ortofrutta, con il Comune di Roma come capofila. . |
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A MELFI IL COORDINAMENTO MERIDIONALE ALL’AGRICOLTURA |
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Una piattaforma comune da sottoporre in occasione della prossima audizione al Senato. Questo l’esito più importante della due giorni del coordinamento meridionale degli assessori provinciali all’Agricoltura, che si è riunito ieri e l’altro ieri a Melfi, nel salone degli stemmi del Palazzo Vescovile. “Una piattaforma – come ha spiegato la presidente del coordinamento Anna Paladino – che punta, tra l’altro, sul decentramento delle funzioni delegate, sulla possibilità di creare un “Distretto meridionale”, sulla necessità di ripristinare l’accesso al Fondo di solidarietà nazionale per l’agricoltura meridionale e di affermare il marchio “Tipicamente Sud”, garantendone la presenza al prossimo G8 agricolo previsto a Treviso”. “L’unione fa la forza”, sembra essere questo il motto del nuovo organismo. “E’ la prima volta - ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Potenza Antonio Vitucci - che si è dato vita in Italia al coordinamento meridionale degli assessori provinciali all’Agricoltura. Crediamo sia importante coordinare le diverse azioni svolte dalle singole Province alfine di ottimizzare i risultati e fare “massa critica” per poter adeguatamente competere in un mercato globale”. D’altra parte, la necessità di mettere al centro l’agricoltura, in un periodo di crisi economica, quale volano di sviluppo è stato il leitmotiv di diversi interventi. A partire dal vescovo della diocesi di Melfi-rapolla-venosa Gianfranco Todisco che ha rimarcato l’esigenza, “nell’area del Vulture-melfese, della presenza non solo della Fiat e dell’indotto, ma di nuove forze giovani da indirizzare al settore agricolo”. Settore in continua evoluzione, nel quale, come ha spiegato anche l’assessore alle Attività produttive del Comune di Melfi Cristina Albanese, è fondamentale l’organizzazione aziendale e la formazione. In particolare, sul tema dei distretti si sono espressi i rappresentanti delle associazioni di categoria agricole. Da Antonio Sonnessa (presidente provinciale Confagricoltura) che ha detto “di sposare la piattaforma quale strumento per un nuovo protagonismo del Sud” a Donato Distefano (presidente regionale Cia), secondo il quale i distretti diventano necessari per rispondere alle sfide poste dal Mediterraneo; da Franco Perillo (presidente Gal sviluppo Vulture-alto Bradano) che ha parlato di una “agricoltura multifunzionale per una crescita più o meno certa” a Giuseppe Brillante (direttore Coldiretti), secondo cui l’agricoltura ha bisogno di investimenti al credito, nelle infrastrutture e nella ricerca. “Questo coordinamento – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno Corrado Martinangelo – rappresenta una sponda per trovare nuove alleanze con le Regioni, le associazioni di categoria, la chiesa. Noi crediamo sia importante mettere al centro dell’attenzione l’agroalimentare e predisporre risorse per investire in qualità”. Impostazione condivisa dal presidente della Camera di Commercio di Potenza Pasquale Lamorte, il quale ha ricordato che esiste già un protocollo d’intesa tra l’Ente da lui rappresentato e la Provincia di Potenza. “Apprezzo la piattaforma, soprattutto per la sua idea forte di piena attuazione della modifica del Titolo V della Costituzione. Riguardo al concetto di “Distretto meridionale” – ha affermato Lamorte – credo sia necessario lavorare piuttosto su consorzi interregionali, dove in qualche modo i territori abbiano interessi e produzioni agricole convergenti”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale all’Agricoltura Vincenzo Viti, per il quale “si deve arrivare al “Distretto meridionale” tramite accorpamenti interregionali. In questo contesto, la Regione assumerebbe al ruolo di punto di coordinamento alto. Dalla crisi profonda che il mondo sta attraversando – ha detto Viti – anche il sistema di valori ne uscirà rivoluzionato. Ecco perché credo che l’agricoltura, quale accumulatore di risorse e ricchezze, possa essere rimessa al centro del quadrato nelle politiche di sviluppo nazionali e internazionali”. . |
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LA TECNOLOGIA RFID PER IL FOOD & BEVERAGE WORKSHOP GRATUITO |
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Si terrà a Roma il prossimo 31 marzo il workshop gratuito dedicato all’introduzione e allo sviluppo delle tecnologie Rfid nel settore alimentare. Organizzato dalla rivista “Alimenti&bevande” e dal C. A. T. T. I. D. Dell’università di Roma “Sapienza”, l’evento si svolgerà presso l’aula convegni del laboratorio, in viale dell’Università, 36 (livello -1). Le etichette a radiofrequenza, già da alcuni anni, sono entrate a pieno titolo nel settore alimentare. Le ragioni di una così rapida diffusione sono dovute soprattutto alla recenti normative, alla crescente necessità di tutelare il consumatore, certificare la qualità degli alimenti e rendere più efficiente la gestione del processo produttivo. Sulla base di una serie di sperimentazioni condotte dal laboratorio Rfid del C. A. T. T. I. D. È emerso come la tecnologia Rfid sia uno strumento estremamente affidabile per la tracciabilità sia in ambito agroalimentare che in ambito zootecnico. All’incontro parteciperanno Federalimentare (Avv. Dario Dongo), lo Studio Legale “Corte&andreis” (Avv. Gianclaudio Andreis), ricercatori del C. A. T. T. I. D. E docenti dell’Università di Roma “La Sapienza”, che esamineranno la normativa che regola il “mondo” della tracciabilità e alcune soluzioni Rfid studiate per il settore alimentare. Il workshop è rivolto a aziende agricole, industrie alimentari e delle bevande, grande distribuzione organizzata, consulenti, ricercatori e aziende fornitrici di soluzioni Rfid. La partecipazione è gratuita, ed possibile registrarsi compilando la “Scheda di Registrazione” al seguente indirizzo:http://www. Insic. It/eventi/workshopfb/iscrizione. Asp . |
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LA PROPOSTA DELL’ARCICACCIA BASILICATA SUL PROBLEMA CINGHIALE |
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Il presidente regionale dell’Arci Caccia, Alfonso D’amato, in una nota inviata all’assessore provinciale Vitucci, al presidente del Parco Gallipoli Cognato e al commissario del Parco del Pollino ha avanzato le proposte dell’Arcicaccia in merito alle difficoltà che incontrano queste aree protette nel controllo dei cinghiali che in forte crescita creano gravi danni alle colture agricole e ai cui risarcimenti spesso non si riesce a far fronte. “Gli Enti parco – sostiene D’amato - stanno intervenendo con battute selettive affidate a squadre di cosiddetti selecontrollori in modo da ristabilire un giusto equilibrio della specie all’interno di essi. Ma i risultati non sembrano essere soddisfacenti e comunque vi è un ulteriore dispendio economico nella organizzazione di questi prelievi. Contestualmente succede che nel resto del territorio della Regione, in seguito alla istituzione del Parco della Val d’Agri-lagonegrese e di altre aree protette, il territorio adibito all’attività venatoria si è ristretto di molto, soprattutto quello vocato alla specie cinghiale, procurando conseguentemente una maggiore pressione venatoria nelle aree in cui la caccia è consentita e di conseguenza questo selvatico si è ridotto significativamente. La proposta dell’Arcicaccia mira a risolvere entrambi i problemi ed essere anche una soluzione per il reperimento dei fondi necessari per il risarcimento dei danni agli agricoltori. Essa prevede che gli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc), che lamentano la diminuzione dei cinghiali sul territorio di propria competenza si impegnino, con propri mezzi e senza alcuna spesa da parte degli Enti parco, alla cattura dei capi in eccesso per poi rilasciarli nelle aree vocate in cui l’attività venatoria è consentita. In cambio, per ogni capo catturato, gli Atc verseranno agli Enti Parco un adeguato contributo. Come si potrà facilmente intuire – conclude il presidente di Arci Caccia - si risolverebbero in questo modo sia il problema dell’esubero dei cinghiali nei Parchi, sia il problema dei danni alle colture agricole da essi provocati. Contestualmente gli Atc potranno disporre dei cinghiali necessari per il ripopolamento delle aree da loro gestite per l’attività venatoria”. . |
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VICENDA DEL MATTATOIO DI CORRIDONIA. GLI ALLEVATORI MACERATESI INCONTRANO L``ASSESSORE MARCOLINI. |
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Gli allevatori maceratesi arrivati il 24 Marzo in Consiglio regionale per sottoporre agli organi regionali i problemi relativi alla riapertura del mattatoio comunale di Corridonia, sono stati ricevuti dall´assessore regionale al Bilancio, Pietro Marcolini. All´incontro erano presenti anche i consiglieri regionali Sara Giannini, Franco Capponi e Fabio Pistarelli L´assessore Marcolini ha confermato la previsione di impegno nell´assestamento di bilancio di 200 mila euro e la necessita` di un approfondimento tecnico sul progetto per assicurarsi che non vi siano difficolta` o problemi dal punto di vista dell´efficacia dell´opera che potrebbe servire un piu` ampio bacino d´utenza che interessa la Bassa Valle del Chienti. . |
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PREMIATI I MAESTRI PASTICCIERI VINCITORI DEL CONCORSO PER LE SCULTURE, INDETTO IN OCCASIONE DI “CIOCCOLATO´" |
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Torino – L a Sala Marmi di Palazzo Cisterna ha ospitato la cerimonia di premiazione delle opere vincitrici del concorso tra i maestri pasticcieri, bandito dalla Provincia di Torino in occasione dell’edizione 2009 di Cioccolatò. A premiare i vincitori è stato il Presidente, Antonio Saitta, il quale ha affermato che “il coinvolgimento del territorio provinciale in alcune grandi manifestazioni come Cioccolatò ed il concorso tra i pasticcieri sono l’ennesimo esempio del lavoro che la Provincia sta facendo, devo dire con successo, per accrescere la notorietà e l’attrattività del territorio stesso, puntando sulle peculiarità locali, spesso ignote persino a chi nel Torinese vive e lavora. L’industria e l’artigianato di alta qualità del cioccolato figurano senz’altro tra queste peculiarità”. “L’incremento di presenze turistiche registrato dalla nostra provincia negli ultimi anni, - ha aggiunto Saitta – è dovuto certamente alla grande occasione olimpica, ma anche al grande lavoro che è stato fatto per estendere ben oltre il capoluogo subalpino le ricadute dei grandi eventi torinesi e per legare la metropoli al suo retroterra”. A Torino come nei 14 Comuni della provincia che avevano aderito alla manifestazione, il motivo conduttore della kermesse dolciaria quest’anno era la seduzione scatenata dal cioccolato, a cui la Provincia ha voluto dedicare l’ormai tradizionale sfida tra i pasticcieri, le cui opere erano esposte nello stand che l’Assessorato al Turismo ha allestito in piazza Vittorio Veneto a Torino dal 6 al 15 marzo. Si è trattato di una doppia sfida, poiché al voto popolare tramite le cartoline distribuite nello stand della Provincia (ben 3. 659 i torinesi ed i turisti che hanno espresso la loro preferenza), si è affiancato quello di una giuria di giornalisti, di cui facevano parte Gigi Padovani (scrittore ed editorialista de “La Stampa”, autore di numerosi libri sul cioccolato e sulla sua storia) ed Angelo Mistrangelo (critico d’arte de “La Stampa”). La Cioccolateria Poretti di Mezzenile (che partecipava al concorso in rappresentanza della Città di Lanzo) si è aggiudicata il 1° premio espresso dal voto popolare, con 1. 312 preferenze. Al secondo posto la Pasticceria Franco di Aldo Bernardo di Giaveno, al terzo la Pasticceria Grossi di Aragona & C. Di Collegno. Il 1° premio della giuria giornalistica è andato invece alla Pasticceria Giordana di Nichelino, per la fantasia, l’ironia ed il cromatismo della composizione. Il secondo premnio è stato assegnato alla Pasticceria Franco di Giaveno, il terzo alla Pasticceria Poretti di Mezzenile. Al concorso hanno partecipato la pasticceria Ruffatto di Rivarolo Canavese, la pasticceria Katia e Roby di Rivoli, la pasticceria Grossi di Aragona & C. Di Collegno, la pasticceria Franco di Aldo Bernardo di Giaveno, la pasticceria Rivetti di Moncalieri, la pasticceria Giordana di Nichelino e la cioccolateria Poretti di Mezzenile. . |
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GLI ITALIANI SCOPRONO LA SVIZZERA A TAVOLA: UN’INDAGINE DI ASTRA RICERCHE PER SWITZERLAND CHEESE MARKETING ITALIA RIVELA CHE LA TERZA ECCELLENZA SVIZZERA RICONOSCIUTA DAGLI ITALIANI SONO I FORMAGGI |
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Gli Italiani considerano i formaggi svizzeri un’eccellenza superiore alle banche della Confederazione Elvetica. Questa è solo una delle sorprese che Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, ha svelato con la sua ultima indagine “L’immagine della Svizzera e degli Svizzeri in Italia”, condotta nel mese di gennaio 2009 su un campione rappresentativo di oltre 45 milioni di Italiani adulti. “Sono eccezionali la conoscenza e l’immagine dei formaggi svizzeri” conferma Finzi, da anni membro del comitato scientifico di Assolate. “Da un lato, essi costituiscono, con il cioccolato e con gli orologi, uno dei piloni portanti del Made in Switzerland; dall’altro godono di un apprezzamento ampio e intenso, tanto più rilevante in quanto gli Italiani reputano giustamente di essere, così come i Francesi, tra i grandi leader mondiali dei prodotti caseari. Infine, essi risultano connotati da una notevole variegatezza in termini di prodotti con una forte personalità, ossia originali e distintivi, non banali e anzi qualificati e sicuri”. Dalla ricerca risulta che i formaggi svizzeri, vera sintesi dell’essenza elvetica, rappresentano un connubio di tradizione, tutela della natura e cura artigianale, insieme di elementi che contribuiscono a garantire la qualità percepita e a farne delle varietà da intenditori. Una competition diretta con i nostri formaggi: il 78% degli Italiani consuma – più o meno spesso – formaggi svizzeri; l’assoluta leadership è dell’Emmentaler, mangiato o usato per preparazioni alimentari dal 76% dei nostri connazionali. La qualità percepita deriva anche da quella della materia prima (il latte svizzero è eccellente per l’87% degli intervistati) e dalla cura artigianale con cui i formaggi sono da sempre prodotti, per di più in modo rispettoso dell’ambiente. In anni di particolare preoccupazione collettiva per la sicurezza alimentare è confortante che il 76% li consideri privi di ogni rischio, e che ben il 42% sappia che alcuni di essi – a partire dall’Emmentaler e dal Gruyère – sono adatti a chi è intollerante al lattosio. Secondo la ricerca, i formaggi elvetici piacciono agli uomini e alle donne, come agli anziani e ai giovani, e 85% degli Italiani li reputa adatti ai bambini e agli adolescenti (malgrado siano in genere prodotti a pasta non molle e piuttosto sapidi). “Che i formaggi svizzeri godessero di ottima salute in Italia ce lo aspettavamo, ma sicuramente il riscontro di notorietà e apprezzamento che emerge dalla ricerca va oltre le nostre aspettative”, commenta Giovanna Frova, Amministratore delegato di Scm Italia, la società che riunisce produttori, esportatori e consorzi dei formaggi elvetici. “Lo considero da una parte un positivo bilancio dei nostri ultimi dieci anni di attività in Italia e dall’altra un ottimo auspicio per le attività a venire, che ci vedranno impegnati a far apprezzare gli splendidi formaggi elvetici a target sempre più ampi e diversificati”. . |
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NUOVA E BUONA LA PASTA DI RISO MADE IN ITALY, FIRMATA RISO SCOTTI |
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Riso Scotti lanciò la Pasta di Riso nel 2002, con il claim “Il rito della pasta, il benessere del riso”, che comunicò agli italiani i vantaggi di un prodotto che prima non c’era: il primo piatto della tradizione italiana, senza però i problemi del primo piatto. La leggerezza e la digeribilità sono stati i plus che negli anni hanno avvicinato a questo prodotto milioni di consumatori, non solo celiaci. La forza del marchio, la comunicazione - tanta, incisiva e con un testimonial straordinario, una distribuzione capillare: questo fu il mix del successo iniziale. Sono trascorsi sette anni, durante i quali abbiamo monitorato il mercato, raccolto suggerimenti ed elaborato critiche, e specialmente accolto le aspettative dei consumatori. Abbiamo così deciso di ripensare il “progetto pasta di riso” in modo radicale, agendo su alcuni punti fondamentali: produzione - bonta’ – promesse – prezzo. Il segreto e’ nel mix di farine La pasta di riso è un progetto che affonda le radici negli usi e nelle abitudini legate al riso in Giappone. Dove esiste una popolazione longeva, conseguenza di un’alimentazione sana. Sette anni fa, tecnici giapponesi e cultura italiana hanno traslato il concetto orientale di noodle a quello nostrano di pasta. Da allora, intercettando le richieste del consumatore italiano, abbiamo percorso un processo di ricerca industriale per avere il controllo del processo di filiera, per produrre direttamente qualcosa di innovativo. Abbiamo impiegato specialisti ed istituti universitari per studiare le farine e le loro trasformazioni, fino a produrre nei nostri stabilimenti una gamma differenziata di pasta di riso per un consumatore attento al proprio benessere, consapevole della propria salute. Ma c’e’ di più: il riso recupera la sua gemma! Il know how, che abbiamo acquisito e perfezionato in 150 anni di storia, ci ha spinti proprio in questo delicato momento congiunturale ad accelerare, mentre tutti frenano, sulla ricerca industriale e a specializzare ulteriormente le nostre lavorazioni. In questa chiave è nato il progetto di estrarre e stabilizzare la preziosa Gemma di riso, di cui il riso viene privato a seguito del processo di brillatura, e che utilizziamo oggi come ingrediente dei nostri prodotti. Ascoltando la tradizione e la cultura, e sposandole con la capacità ingegneristica dei nostri esperti, abbiamo messo a punto un’innovazione che pone l’Azienda all’avanguardia per quanto riguarda la qualità alimentare dei suoi prodotti, che sono così caratterizzati non da un ingrediente estraneo, bensì dalla parte più preziosa del riso stesso. Assommando le frazioni positive contenute nel riso grezzo, il nostro prodotto è così innovativo, e con una maggiore palatabilità. Con caratteristiche di unicità e di difficile replicabilità da parte dei follower. I nostri prodotti, buoni e sani, sono diventati così unici. L’esperienza come produttori e gli importanti investimenti in ricerca e sviluppo, volti a garantire il controllo del processo produttivo, e non ultimo la non facile stabilizzazione della Gemma di riso, ottenuta con un processo naturale brevettato, hanno consentito il raggiungimento di questo grande risultato. E’ stato realizzato, nello stabilimento Scotti di Bivio Vela a Pavia, un sofisticato mulino, è stato acquistato un impianto di estrusione per la preparazione del prezioso mix di farine di riso, cuore della pasta; è stata allestita una nuova linea di confezionamento apposita per la pasta corta. Oggi Riso Scotti nella pasta il cuore l’ha messo davvero, creando un prodotto eccezionale e con caratteristiche esclusive difficili da copiare. Oggi, pastariso e’ nuova e buona Dietetica, Senza Glutine, con Gemma di riso. Più sapore, più tenuta in cottura. Nasce la nuova Pastariso senza glutine, nei formati Spaghetti, Rigatini, Fusilli. Contiene la preziosa gemma di riso, quella parte del chicco che durante la lavorazione tradizionale viene persa insieme alla ricchezza delle sue sostanze nutritive. Riso Scotti, con una nuova tecnologia brevettata, la recupera utilizzandola come ingrediente per la nuova Pastariso. Nel cuore della pasta c’è la Gemma di riso che le conferisce, oltre ad una maggiore ricchezza di proprietà nutritive, un bel colore paglierino e un delicato sapore di cereale; e poi c’è un mix di farine di riso opportunamente pre-gelatinizzate, che danno alla pasta un’ottima consistenza e tenuta in cottura. Leggerezza e digeribilità: sono le caratteristiche della pasta, oltre naturalmente al benessere del riso e della sua preziosa gemma. Inoltre è certificata dietetica senza glutine dal Ministero della Salute. • Il Prezzo Il controllo della produzione fino al confezionamento consente a Riso Scotti di controllarne il prezzo. L’impegno e’ quello di rilanciare la pasta di riso posizionandola ad un prezzo appetibile ed equilibrato per il trade e per il consumatore. Non ci siamo fermati qui. Riso Scotti oggi presenta un’altra novità esclusiva. Sei italiani su dieci hanno problemi di colesterolo. Che, come ormai è noto, in parte proviene dall’alimentazione. I betaglucani, queste «fibre»,agiscono sul colesterolo nel momento in cui lo si assimila. Proprio per questo Pastariso Attiva è il veicolo migliore per i Betaglucani: che agiscono efficacemente durante il pasto, mentre il colesterolo viene ingerito. Pastariso Attiva è la novità esclusiva Riso Scotti che incontra le esigenze del consumatore moderno. E’ presentata nei formati Linguine, Conchiglie, Penne rigate. E’ indicata per chi ha problemi di colesterolo, per chi vuole sentirsi in forma, oltre a rappresentare una fonte di fibra. Contiene la preziosa gemma di riso, quella parte del chicco che durante la lavorazione tradizionale viene persa insieme alla ricchezza delle sue sostanze nutritive. Riso Scotti, con una nuova tecnologia brevettata, la recupera utilizzandola come ingrediente per la nuova Pastariso. . |
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LʼOITREPÒ PAVESE ALLA UE: «IL ROSÉ È LʼETICHETTA DI UNO STILE, LA MENZIONE FACOLTATIVA UN GRANDE BLUFF» |
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Broni (Pv) - I viticoltori oltrepadani, che si preparano al Vinitaly con il marchio collettivo del «Cruasé», speciale Rosé Docg ottenuto esclusivamente da uve Pinot nero vinificate con il Metodo Classico, chiedono di più, la tutela dellʻitalian style dalla vigna alla tavola. «La proposta del commissario Ue allʼAgricoltura Fischer Boel, accolta dai 27 Stati membri, non è sufficiente a difendere la qualità italiana del vino Rosé dalla vigna alla tavola». Il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Alberto Panont, mette in guardia: «Si prevede troppa discrezionalità, si lascia troppo ai singoli Paesi. Non si possono prendere in giro i consumatori e stupisce che si cada nellʼerrore di fermarsi solo a una menzione in etichetta, per di più facoltativa. Bisogna pensare ai singoli territori del vino, alla difesa della storia delle aree viticole europee. Se da un lato è vero che solo i Rosé originali potranno chiamarsi “vino rosato tradizionale”, cʼè dʼaspettarsi che i concorrenti tenteranno certamente unʼinvasione di mercato con gli stratagemmi più strani. Il consumatore meno esperto rischia di esser tratto in inganno». Panont, uno dei primi a prendere una posizione netta nei giorni scorsi alla notizia del possibile via libera europeo ai “rosé da laboratorio”, invita a un ripensamento, a stabilire norme più restrittive: «La Ue ha sbagliato a prevedere la dicitura facoltativa ´rosato da miscelazione´ se il vino è frutto di tagli tra bianchi e rossi. Di fatto - sottolinea il direttore del Consorzio oltrepadano - significa ammettere che possa esistere un Rosé di sintesi. Il nostro vino italiano non è un prodotto di laboratorio, lo sappiamo bene noi in Oltrepò Pavese che al Vinitaly porteremo il Cruasé, un marchio collettivo che è identità territoriale. Sarà lʼunico spumante rosa italiano, Metodo classico Docg, naturalmente ottenuto dallʼuva a bacca rossa del nostro Pinot nero. Il Cruasé è qualità certificata e tracciabile dal filare al bicchiere, un patrimonio nazionale. Non può finire sullo scaffale insieme a vini colorati, prodotti chissà come». . |
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EXPORT VINICOLO ITALIANO 2008 SI CHIUDE UN ANNO DIFFICILE -7% IN VOLUME E +2% IN VALORE |
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Andrea Sartori: “Se guardiamo il contesto internazionale e quello che è accaduto ai nostri vicini di casa francesi oppure agli australiani, non possiamo certo lamentarci” Si chiude un anno difficile per il vino italiano sui mercati internazionali. Come era ampiamente prevedibile, visto l’andamento al ralenti intrapreso sin da gennaio e registrato dall’Istat, il 2008 chiude con il segno meno sul fronte export, a 17,8 milioni di ettolitri, per una variazione negativa del 7%. In leggera crescita invece i valori, saliti del 2% a 3,6 miliardi di euro. Male il segmento dello sfuso, precipitato del 16% a volume, mentre l’imbottigliato contiene il calo a -4% per un fatturato stabile a 2,8 miliardi. Segni meno in questo segmento sia per i vini da tavola (bianchi -4% e rossi -10%) sia per i Doc-docg (bianchi -4%, rossi -8%). In gran spolvero il comparto spumanti, che archivia l’ennesimo anno di grazia, con aumenti in volume del 15%, a 1,4 milioni di ettolitri, e valori su dell’11%, a poco meno di mezzo miliardo. È soprattutto l’Unione europea il mercato su cui soffriamo di più: in un anno il saldo è negativo per il 10% a volumi, mentre i Paesi terzi tengono, con un +2%. In Europa stentano la Germania, il primo acquirente di vini italiani a volume, che con i 5,6 milioni di ettolitri importati nei 12 mesi segna un calo del 10%, la Francia (-27%), l’Austria (-25%), la Danimarca (-6%). Stabile a volumi il Regno Unito (-1%), seconda piazza per il nostro vino, mentre soffrono gli Stati Uniti, terzo mercato a volume (-2%) e primo a valore con quasi 800 milioni di euro di fatturato (-4%). Fra gli altri grandi acquirenti, stabile a volumi la Svizzera (-1%), in leggera ripresa il Canada (+2%) e a doppia velocità la performance della Repubblica Ceca, che a un calo in volume del 3% affianca una crescita a valori del 13%. Sui mercati di “seconda fascia”, invece, volano le performance della Russia (+36% a volume e +12% a valore), che si attesta come 12° piazza per il nostro vino; bene il Giappone (+6%), la Polonia (+10%), Svezia e Norvegia, mentre in grossa sofferenza sono l’Ungheria, che ha praticamente dimezzato gli acquisti, e la Slovacchia (un terzo). A un Brasile in calo del 2% da contraltare un Messico in piena espansione (+34%), mentre sul mercato asiatico, a Cina e Corea che “prendono fiato” (+1% e -1%) e a un’India in crisi (-17%) fanno da contrappeso le spettacolari performance registrate sulle piazze di Hong Kong (+29%) e Singapore (+17%). Segnaliamo infine la crescita esplosiva registrata sul mercato degli Emirati Arabi, con volumi aumentati del 50% e valori più che raddoppiati. “Chiudiamo un anno difficile – spiega Andrea Sartori, presidente di Unione Italiana Vini – in cui comunque il nostro prodotto ha tenuto le posizioni guadagnate in passato. Se guardiamo il contesto internazionale e quello che è accaduto ai nostri vicini di casa francesi, specialmente negli Usa e in particolare con lo Champagne, oppure agli australiani, che per la prima volta in 15 anni hanno dovuto mettere il segno meno sui loro bilanci, non possiamo assolutamente lamentarci. Certo, è anche vero che quelli che vengono definiti a torto come ‘nuovi competitor’, ovvero Stati Uniti, Argentina, Cile e Sudafrica, hanno approfittato di questo anno di transizione per erodere quote di mercato ai produttori europei. La sfida per quest’anno e per i prossimi, se la crisi non darà segni di cedimento, sarà quella di essere sempre più competitivi, alzando la qualità media dei nostri prodotti e soprattutto comunicando di più e meglio le valenze del vino italiano. I fondi messi a disposizione dalla nuova Ocm per la promozione del nostro vino - conclude Sartori - sono un’occasione unica, che non va sprecata in mille iniziative particolari e a volte concorrenziali tra loro. Forse sarà proprio la crisi a renderci per una volta più uniti in nome di un obiettivo comune, ovvero la salvaguardia di un prodotto che pur in un anno difficile è l’unico nel panorama dell’agroalimentare italiano a segnare un saldo import-export fortemente in attivo (+3,3 miliardi di euro)”. . |
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A VINITALY IL NUOVO VESPAIOLO SPUMANTE DOC BEATO BARTOLOMEO. LE “BOLLICINE ALTERNATIVE” |
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Ottenuto il riconoscimento a Doc, il Vespaiolo Spumante Beato Bartolomeo si presenta a Vinitaly Il Vespaiolo Spumante Beato Bartolomeo festeggia l´inserimento nell´elenco dei vini Breganze Doc regalandosi una nuova etichetta. Un nuovo look che ripropone le due versioni delle bollicine autoctone - Demi Sec ed Extra Dry - in modo giovane ed accattivante. “Crediamo sia un prodotto con fortissime potenzialità di crescita – spiega Giuseppe Sartori, coordinatore commerciale della Beato Bartolomeo – che si inserisce nel felice mercato degli spumanti come vino autoctono e quindi in grado di calamitare l´attenzione del pubblico”. Per la Cantina Beato Bartolomeo la rifermentazione del Vespaiolo ha origini ben lontane nella storia. “È il frutto di una felice intuizione della nostra cantina risalente già agli anni Sessanta – commenta il presidente, Piergiorgio Laverda – ma oggi ancor più di ieri il Vespaiolo Spumante rappresenta un´efficace alternativa di territorio per gli appassionati di bollicine. Un vino mai banale, lontano dai soliti gusti”. La spiccata freschezza, propria dell´autoctona vespaiola, insieme ad una piacevole aromaticità che spazia tra le note fruttate e un delicato floreale, ne fanno una piacevole proposta alternativa a tante bollicine standardizzate. La Denominazione d´Orgine Controllata è giunta con la modifica al disciplinare della Doc Breganze del 1° agosto 2008, insieme ad altre variazioni sulle composizione dei vini Breganze Rosso e Breganze Bianco e all´introduzione in etichetta delle denominazioni Merlot e Tai. . |
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DALLA TRADIZIONE DI CASA CINZANO AL GUSTO CONTEMPORANEO DI CINZANO SODA, L’ APERITIVO FRIZZANTE A BASE VINO. |
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Campari, leader del momento aperitivo, lancia un nuovo prodotto che completa la sua offerta di aperitivi monodose, ideali per l´aperitivo breve. Dal prossimo mese la gamma Cinzano ripropone Cinzano Soda, un aperitivo monodose frizzante a base vino. Cinzano riscopre il gusto di un prodotto della propria tradizione, che ha contribuito a fare la storia del brand e che darà nuovo brio al momento dell’aperitivo. Erano gli anni Cinquanta quando Cinzano iniziava ad utilizzare volti noti per pubblicizzare i suoi prodotti. Le immagini di Totò costruite con uno stile fumettistico reclamizzavano proprio Cinzano Soda. E chi non ricorda Rita Pavone, che in una serie di Caroselli degli anni Sessanta, cantava "Cin-cin cinsoda / una voglia da morir". Cinzano Soda è l’aperitivo perfetto da bere al bar o da offrire a casa agli amici. Da gustare in ogni occasione, è l’ideale per chi ama un aperitivo con gli amici prima di una cena a casa o per chi davanti al bancone vuole un aperitivo vivace ed esuberante. Grazie al suo carattere informale Cinzano Soda dà un tocco di vivacità all’autorevole storia della famiglia Cinzano. . |
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SANBITTÈR: TUTTO IL GUSTO E L’ITALIANITÀ PER UN APERITIVO INIMITABILE |
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Dai mitici anni ’60 per approdare al nuovo millennio. Sin dall’anno della sua nascita, il 1961, Sanbittèr, il primo aperitivo analcolico italiano, con il suo gusto unico e distintivo e l’inconfondibile bottiglia by Giugiaro Design, ha conquistato intere generazioni affermandosi come un vero e proprio drink di culto. Sinonimo di allegria e socialità, Sanbittèr, con la sua anima ironica e innovativa e il suo spirito autenticamente italiano, si lega sempre agli ambienti più glamour e raffinati, non solo in Italia ma anche all’estero, diventando, così, l’icona di chi ama vivere con un preciso stile allegro, moderno e frizzante ma allo stesso tempo originale e distintivo. Uno stile dinamico e spensierato, quello di Sanbittèr, ideale per accompagnare le occasioni in cui la convivialità è protagonista, per creare quella atmosfera di socialità di cui è emblema indiscusso. Grazie al suo sapore deciso e alle sue noti invitanti, infatti, Sanbittèr diventa l’aperitivo ideale per vivere momenti di divertimento, il partner perfetto per concedersi piacevoli attimi di gusto. A base di zucchero, estratti agrumari, spezie e piante officinali, dall’aspetto e dal sapore unici e accattivanti, Sanbittèr si caratterizza per essere il primo aperitivo analcolico italiano. Se Sanbittèr Rosso, lo storico, il più amato analcolico, è pensato per chi ha voglia di assaporare un inconfondibile gusto deciso, Sanbittèr Dry, con il suo colore chiaro, è particolarmente apprezzato dalle donne, mentre Sanbittèr Gold, dal colore giallo, è perfetto per chi ama note più dolci e stuzzicanti. Socialità, convivialità, eleganza ed ironia, questi i valori che caratterizzano Sanbittèr, emblema di quel saper vivere tipicamente italiano a cui si ispirano tutti coloro che, condividendone lo spirito, hanno fatto della simpatia e della spensieratezza uno stile di vita. Un vero e proprio mondo fatto di persone frizzanti e allegre, che amano circondarsi della qualità di cui Sanbittèr è portavoce, trascorrendo il tempo libero con gli amici in modo leggero e disimpegnato. . |
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