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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 28 Aprile 2009 |
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PARLAMENTO EUROPEO: PAZIENTI PIÙ TUTELATI DALLE INFEZIONI CONTRATTE IN OSPEDALE |
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Strasburgo, 28 aprile 2009 - Il Parlamento europeo si è pronunciato su una proposta di raccomandazione agli Stati membri che suggerisce una serie di misure volte a prevenire e lottare contro infezioni, errori medici e complicazioni che si verificano durante o dopo un intervento chirurgico. I deputati propongono di fissare un obiettivo di riduzione del 20%, entro il 2015, di tali eventi sfavorevoli e chiedono di rafforzare la formazione degli operatori e la consapevolezza dei pazienti sui rischi e sui diritti in caso di incidenti. Si stima che negli Stati membri dell´Ue una quota compresa tra l´8% e il 12% dei pazienti ricoverati presso ospedali soffrono di "eventi sfavorevoli" (incidenti che comportano un pregiudizio per il paziente) mentre ricevono cure sanitarie, ossia un numero compreso tra 6,7 e 15 milioni di pazienti ospedalizzati ed oltre 37 milioni di pazienti che hanno richiesto cure sanitarie primarie. Fra gli eventi sfavorevoli più frequenti vi sono le infezioni nosocomiali, gli errori legati ai farmaci e le complicazioni che si verificano durante o dopo un intervento chirurgico. Se alcuni di essi sono correlati ai rischi intrinseci agli interventi o farmaci necessari, altri sono invece provocati da errori medici potenzialmente evitabili. Si ritiene inoltre che le infezioni nosocomiali (Ica) colpiscano in media un paziente su venti, ossia ogni anno 4,1 milioni di pazienti nell´Unione europea, e che circa 37. 000 decessi siano dovuti ogni anno alle conseguenze di tale infezione. Alla luce di questi dati, la Commissione europea ha presentato una comunicazione e una proposta di raccomandazione che suggeriscono una serie di azioni da attuare a livello nazionale o europeo (o in combinazione tra i due livelli), comprese la prevenzione e la lotta contro le infezioni nosocomiali. L´obiettivo dell´iniziativa consiste nel proteggere i cittadini dell´Unione europea dai danni evitabili nel settore delle cure sanitarie incoraggiando gli Stati membri ad adottare adeguate strategie per la prevenzione e la lotta contro gli eventi sfavorevoli nel settore delle cure sanitarie, comprese le infezioni nosocomiali, e nel migliorare la fiducia dei cittadini riguardo alla sufficienza, all´adeguatezza e alla comprensibilità delle informazioni sul livello di sicurezza e sulla possibilità di presentare ricorsi nel quadro dei sistemi sanitari Ue. Il Parlamento è solo consultato sulla proposta di raccomandazione (che dovrà essere adottata dal Consiglio dei Ministri Ue) ma - approvando la relazione di Lia Sartori (Ppe/de, It) con 521 voti favorevoli, 6 contrari e 5 astensioni - non rinuncia a suggerire numerosi emendamenti volti a rafforzare ulteriormente la tutela non solo dei pazienti, ma anche degli operatori sanitari. Inoltre, un emendamento chiede di fissare un obiettivo preciso di riduzione del numero di persone colpite ogni anno da infezioni nosocomiali nell´Ue: il 20% entro il 2015, che corrisponde a 900. 000 casi l´anno. A tal fine, gli Stati membri dovrebbero dotarsi degli strumenti opportuni. La Commissione raccomanda ai governi di sostenere la creazione e lo sviluppo di politiche e programmi nazionali, nonché di informare cittadini e pazienti e metterli in grado di agire attivamente al fine di assicurare la loro libertà di scelta e di decisione. A quest´ultimo proposito, i deputati chiedono di fornire ai pazienti le informazioni riguardo al rischio derivante dalle cure e all´avvio di procedure giudiziarie intese a facilitare la richiesta di indennizzi per danni alla salute, «anche nei confronti delle aziende farmaceutiche». La raccomandazione propone inoltre agli Stati membri di creare o rafforzare sistemi di segnalazione e di apprendimento relativi agli eventi sfavorevoli, al fine di fornire informazioni adeguate sulla portata, i tipi e le cause di errori, eventi sfavorevoli e situazioni che hanno quasi provocato degli incidenti. I deputati chiedono di indicare anche l´identità delle persone responsabili e di garantire che tra le autorità sanitarie nazionali avvenga uno scambio di informazioni confidenziali sul personale sanitario riconosciuto colpevole di negligenza o di errori professionali. Ma anche di fornire una formazione adeguata a tutto il personale sanitario per consentirgli di utilizzare la tecnologia medica «in modo appropriato». Gli Stati membri dovrebbero poi classificare, codificare e misurare in maniera adeguata la sicurezza dei pazienti, cooperando con la Commissione europea, e condividere conoscenze, esperienze e le migliori pratiche a livello europeo. La Commissione raccomanda inoltre agli Stati membri di adottare e attuare una strategia nazionale per la prevenzione e la lotta contro le infezioni nosocomiali. A tale proposito, i deputati chiedono di introdurre efficaci meccanismi di valutazione del rischio e di prevedere un´adeguata tutela del personale sanitario attraverso vaccinazioni, profilassi post-esposizione, screening diagnostici di routine e utilizzo di tecnologie di protezione dalle esposizioni. Propongono inoltre di aumentare l´efficacia della prevenzione degli istituti di lungodegenza e riabilitazione. A loro parere, occorre poi garantire il massimo livello di pulizia, igiene e, ove necessario, asepsi di tutto il materiale destinato a venire a contatto con i pazienti, ed è necessario promuovere l´igiene delle mani tra il personale sanitario. Un altro emendamento chiede di informare il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie in merito all´insorgere di ogni infezione nosocomiale che interessi un numero significativo di pazienti. I deputati, inoltre, propongono di condurre campagne d´informazione destinate all´opinione pubblica e al personale sanitario con l´obiettivo di ridurre le prassi che comportano una resistenza antimicrobica. La Commissione si propone di elaborare, entro tre anni, una relazione che valuti l´impatto della raccomandazione e analizzi in quale misura le azioni proposte abbiano funzionato e se sono necessarie ulteriori disposizioni. I deputati, le chiedono inoltre di individuare anche i punti in cui le vigenti norme giuridiche comunitarie potrebbero essere rafforzate per migliorare la sicurezza dei pazienti, ad esempio garantendo che, in caso di trasferimento degli operatori sanitari in un altro paese europeo, le autorità di regolazione delle professioni sanitarie si scambino informazioni sulle procedure disciplinari concluse o ancora in corso nei confronti di singole persone e non solo sulle loro qualifiche originarie. La invitano inoltre a elaborare un documento destinato ai pazienti sulla prevenzione delle infezioni nosocomiali, sulla scorta della Guida dell´Organizzazione Mondiale della Sanità. . |
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SVOLTA SULLA CAUSA DELLE INFEZIONI BATTERICHE |
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Bruxelles, 28 aprile 2009 - Ricercatori europei hanno individuato 39 proteine che interagiscono con le tossine batteriche nelle cellule umane infettate, ciò equivale a un progresso importante nella comprensione della fonte delle infezioni batteriche. La scoperta, finanziata in parte dall´Ue attraverso il progetto "Interaction proteome", in futuro potrebbe condurre a nuovi target di trattamento per le malattie dell´uomo. Lo studio è pubblicato nella rivista Cell Host and Microbe. Molti batteri, che possono introdursi nell´organimo anche toccando semplicemente la maniglia di una porta, producono tossine che danneggiano le cellule umane occupate. Ci sono batteri che introducono le tossine nelle cellule umane usando un sistema che funziona più o meno come una siringa molecolare. Appena introdotti nella cellula ospite, alcune di queste tossine interferiscono con i pathway di segnalazione cellulare vitali coinvolti nei più importanti processi, come ad esempio la divisione cellulare. Questi pathway sono ampiamente controllati da semplici interazioni proteina-proteina. I batteri possono così moltiplicarsi e sopravvivere sfruttando il meccanismo cellulare dell´ospite. Le scoperte di questa nuova ricerca rappresentano un notevole passo avanti dato che finora soltanto alcune delle proteine che interagiscono con queste tossine erano state documentate dagli scienziati. Con l´aiuto di un nuovo metodo messo a punto dal professor Matthias Mann dell´Istituto Max Planck (Mpi) in Germania, attraverso l´uso della spettometria di massa ad alta risoluzione, gli scienziati sono riusciti a fare lo screening di diverse proteine contemporaneamente esaminando i siti cellulari bersaglio delle tossine. Il team ha usato la proteomica quantitativa per accertare i propri risultati. La proteomica quantitativa - che mira alla produzione di informazioni quantitative su tutte le proteine esaminate in uno studio - è riconosciuta essere un mezzo efficace per studiare le interazioni proteina-proteina, le quali si ritiene rivestano un ruolo centrale nella patogenesi molecolare delle malattie infettive. Il dott. Matthias Selbach del Centro Max Delbrück per la medicina molecolare (Mdc), in Germania, si è detto sorpreso nello scoprire che le tossine non si erano necessariamente adattate alle strutture delle proteine umane nel miglior modo possibile; in effetti, si legano piuttosto debolmente ad ogni proteina umana. Tuttavia, possono influire su molte proteine contemporaneamente. "Una singola tossina batterica sembra agire da chiave centrale per accedere in parallelo alle diverse proteine cellulari ospite," ha spiegato il dott. Selbach. "Forse è proprio grazie a questa strategia che i batteri sono capaci di attaccare cellule tra loro molto diverse e, quindi, aumentare le loro possibilità di sopravvivenza nell´ospite. " Il dott. Selbach suggerisce che i risultati del team potrebbero contribuire allo sviluppo di modi migliori per trattare le infezioni batteriche, come ad esempio nuovi farmaci che hanno come bersaglio i meccanismi di segnalazione interrotti dalle tossine. "Interaction proteome" è un progetto integrato nell´ambito del tema "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6°Pq). Con un finanziamento dell´Ue di 12 milioni di euro, è il più grande progetto di proteomica del 6°Pq. L´ue appoggia notevolmente la ricerca sulla proteomica, un termine che contiene la parola "proteina" e "genoma", usato per definire il campo che studia le proteine (le loro funzioni e strutture) prodotte dalle cellule in grande quantità, e che richiede una tecnologia altamente efficace. Per maggiori informazioni, visitare: Interaction proteome: http://www. Interaction-proteome. Org/ Istituto Max Planck di biochimica: http://www. Biochem. Mpg. De/index. Html Centro Max Delbrück per la medicina molecolare Berlin-buch: http://www. Mdc-berlin. De/en/ Cell Host and Microbe: http://www. Cellhostandmicrobe. Com/ . |
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CHI DORME NON PIGLIA PESCI, ANCHE DI NOTTE |
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Bruxelles, 28 aprile 2009 - Ricercatori europei gettano luce su uno dei più grandi misteri: perché alcune persone danno il meglio di sé all´alba, mentre altri sprigionano tutta la loro energia soltanto verso sera? Un team di ricercatori guidato dalla professoressa Christina Schmidt del Centro di ricerca sul ciclotrone presso l´universtià di Liège in Belgio, ha indagato sul come il tempo che siamo stati svegli e l´ora del giorno, influiscono sul nostro stato d´allerta e sulla nostra capacità di concentrazione. Le scoperte dello studio di neuroimaging sono state pubblicate nella rivista Science. "Durante la giornata, la performance cognitiva si trova sotto l´influsso combinato dei processi circadiani e della pressione omeostatica del sonno. Ci sono persone che danno il meglio di sé al mattino, mentre altre sono più vigili di sera," scrivono gli autori nel loro articolo. "Questi cronotipi [a seconda se si è "allodole" o "gufi"] forniscono un modo eccezionale per studiare gli effetti della regolazione dei ritmi sonno-veglia sui meccanismi cerebrali che sostengono la cognizione. " I ricercatori hanno monitorato l´attività cerebrale di "mattinieri" e "tiratardi" estremi, usando la risonanza magnetica funzionale per immagini (fMri). Ai soggetti è stato impartito di condurre le proprie attività secondo il loro programma di sonno-veglia preferito per almeno una settimana prima dell´inizio dello studio. Nel corso dello studio, i partecipanti hanno passato due notti consecutive in un laboratorio del sonno e gli è stato chiesto di svolgere un compito che richiedeva un´attenzione particolare. Essi hanno svolto il compito a 1,5 ore dal risveglio e di nuovo a 10,5 ore dal risveglio. Non è stata rilevata alcuna differenza nella performance o nell´attività cerebrale tra i due cronotipi rispetto al compito eseguito dopo 1,5 ore. Ciò è dovuto al fatto che in quella fase la pressione del sonno è bassa. Tuttavia, i ricercatori hanno notato un cambiamento nella performance o nell´attività cerebrale dopo 10,5 ore di veglia, dovuto alla maggiore pressione del sonno. L´orologio circadiano centrale è localizzato in una delle aree di attività cerebrale. Di conseguenza, le interazioni tra il cervello e le zone che controllano i ritmi circadiani e la pressione del sonno determinano le differenze comportamentali tra mattinieri e tiratardi. Il risultato finale è che, per quanto riguarda il test eseguito a 10,5 ore di distanza dopo il risveglio, è stato registrato un picco dell´attenzione dei tiratardi, ma non per il gruppo dei mattinieri. Il ritmo circadiano regola il livello di vigilanza delle persone nel ciclo delle ventiquattr´ore. Il segnale di veglia è più intensivo durante il giorno e più debole di notte. Allo stesso tempo, la nostra dendenza a dormire aumenta durante il giorno e diminuisce di notte; questo è conosciuto come processo omeostatico. L´equilibrio tra il processo circadiano e omeostatico ci permette di mantenere stabile il livello di prestazione nelle diverse attività cognitive eseguite nel corso delle ventiquattr´ore, spiegano i ricercatori. Un´altra scoperta interessante è la reazione dei mattinieri e tiratardi alla diversa pressione del sonno nell´arco della giornata. I ricercatori hanno scoperto che le persone mattiniere mostrano una maggiore pressione del sonno verso la fine della giornata. In effetti, essi sono più sensibili alla pressione omeostatica del sonno, che a sua volta è legata al livello di attività svolta durante il compito di vigilanza nella parte del cervello chiamata area del nucleo suprachiasmatico. "Abbiamo scoperto che mantenere un´attenzione maggiore alla sera era associato ad una maggiore attività dei cronotipi serali rispetto a quelli mattutini in una zona del locus coeruleus e nell´area superchiasmatica," scrivono gli autori. "L´attività nell´area superchiasmatica diminuiva con l´aumentare della pressione omeostatica del sonno. Questo risultato mostra l´influenza diretta dell´interazione omeostatica e circadiana sull´attività neuronale alla base del comportamento umano. " Allo studio hanno anche partecipato il Centro di cronobiologia e l´ospedale psichiatrico dell´università di Basilea (Svizzera) e l´Unità di ricerca di neuropsicologia e neuroimaging funzionale dell´Université Libre de Bruxelles (Belgio). Per maggiori informazioni, visitare: Science http://www. Sciencemag. Org/ Cyclotron Research Centre http://www2. Ulg. Ac. Be/crc/en/index. Html . |
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RICERCA E INNOVAZIONE: MILANO CITTÀ LEADER NEI FARMACI, SISTEMI DIAGNOSTICI E MEDICAL DEVICES |
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Milano, 29 aprile 2009 - E’ stato presentato ieri a Palazzo Marino il rapporto “Le priorità nazionali della ricerca industriale”. Lo studio, realizzato dalla Fondazione Rosselli con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Ricerca, Innovazione e Capitale umano del Comune, esamina le tecnologie innovative che possono essere sviluppate a Milano e in Italia nei prossimi 10 anni nel campo dei farmaci, dei sistemi diagnostici e dei medical devices. Nella prima sezione della ricerca vengono analizzate le prospettive scientifiche, applicative ed economiche, delle “Scienze della Vita”. “Milano – ha detto l’assessore Luigi Rossi Bernardi - conferma la sua posizione di assoluta rilevanza nazionale nel settore della chimica, della farmaceutica, della diagnostica e della cura della salute”. “Il Comune – ha aggiunto -, attraverso l’assessorato alla Ricerca, sta dando un forte contributo al settore con finanziamenti che puntano a sostenere le reti di incubatori milanesi e alcuni specifici progetti di ricerca e sviluppo nel settore dell’alimentazione, dei farmaci biogenerici e dei nuovi antibiotici”. Nel rapporto sono state individuate quelle tecnologie che, oltre a essere in grado di generare soluzioni innovative a problemi di fondo nella cura della salute dell’uomo, possono essere sviluppate industrialmente in base alle competenze scientifiche delle strutture pubbliche di ricerca e alla capacità delle imprese del nostro Paese. In questo modo si evita di rincorrere obiettivi di innovazione che non hanno riscontro nelle competenze e nelle risorse del nostro sistema della ricerca e dell’innovazione. “I risultati del Rapporto ‘Vita umana’ indicano chiaramente la necessità e l’urgenza di modificare la strategia con cui si gestisce la sanità in Italia - ha dichiarato il professor Claudio Roveda, docente del Politecnico e membro della Fondazione Rosselli -. Occorre integrare la concezione esclusivamente assistenzialistica, orientata al contenimento dei costi, con l’approccio ad utilizzare la domanda pubblica di prodotti e servizi per la cura della salute per sostenere la generazione di innovazioni da parte delle imprese nazionali”. “Esistono ancora nel nostro Paese eccellenti capacità di ricerca scientifica in grado di sostenere il recupero di una capacità industriale nazionale competitiva in campo internazionale - ha spiegato Umberto Rosa della Fondazione Rosselli -. Occorre evitare gli errori strategici del passato allorché i poteri pubblici hanno assistito passivamente alla distruzione di grandi player nazionali dell’industria farmaceutica e delle loro consolidate strutture e competenze di ricerca”. In successivi incontri verranno presentate le altre sezioni del rapporto relative ai settori dell’Energia e della Mobilità Sostenibile. . |
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LOTTA ALL´ALZHEIMER. VALDEGAMBERI SCRIVE A STRUTTURE RESIDENZIALI PER INFORMARE CONCORSO EUROPEO PROMOSSO DA RETE ELISAN E FONDAZIONE MEDERIC: “ABBIAMO TUTTE CHANCES PER POTER VINCERE” |
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Venezia, 28 aprile 2009 - “Il Veneto ha tutte le chances, in termini di strutture innovative e di esperienze all´avanguardia nel campo della lotta all´Alzheimer, per poter aggiudicarsi il premio europeo – “Vivere con e nonostante la malattia d’Alzheimer” - che è stato promosso dalla rete sociale europea Elisan (di cui fa parte la Regione Veneto) e dalla Fondazione Médéric”. Quest´auspicio è espresso dall’Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto Stefano Valdegamberi, vicepresidente del network sociale europeo Elisan(european local inclusion & social action network), network che nella sua recente seduta tenutasi a Bruxelles ha bandito questo riconoscimento europeo a favore di realtà che combattano l´Alzheimer con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei malati e delle famiglie, la cui tenuta è spesso compromessa irreparabilmente da questa distruttiva patologia. Per informare dei dettagli del premio europeo, Valdegamberi manderà una lettera con allegato il testo del concorso a tutti i responsabili delle strutture residenziali del Veneto dove sono attivi centri Alzheimer nelle loro varie forme (diurne, continuative, a diverso grado di assistenza, con diversa sperimentalità). I rappresentanti della Fondazione Médéric, specializzata a livello continentale nell´affrontare le problematiche legate a questa patologia specifica oltre a quelle che interessano tute le forme di decadimento cognitivo negli anziani, verranno presto nel Veneto – informa l´Assessore - per conoscere da vicino le caratteristiche del modello veneto in questo settore “che si muove – fa presente Valdegamberi – tra un´integrazione stretta e funzionale del sociale e del sanitario ma soprattutto con una partecipazione attiva e di pari dignità dei familiari e delle loro associazioni nonché del volontariato, aspetti che non hanno eguali in Europa e per cui è stata espressa molta curiosità da parte degli altri partners della rete Elisan”. Il concorso europeo è aperto a tutti gli aderenti all’Elisan (che rappresenta 1011 tra città e regioni e 28 milioni d’abitanti d’Europa) e premierà i due progetti ritenuti più innovativi sia nel contesto domiciliare che in quello delle strutture residenziali che ospitano i malati, dei supporti medici e della formazione degli operatori. I progetti possono essere presentati entro il 20 giugno p. V. E la premiazione è prevista a Bruxelles il 27 ottobre p. V. E a Parigi nel prossimo novembre (per i dettagli vedi il sito www. Elisan. Eu). Va ricordato che l’Alzheimer e le altre forme di decadimento cognitivo della persona sono la quarta causa di morte nei soggetti con più di 65 anni nei paesi occidentali. Per quanto riguarda il Veneto, il numero di casi di patologie cognitive nel 2000 è di oltre 70 mila di cui almeno 30 mila imputabili all’Alzheimer e con oltre 10 mila nuovi casi l’anno di questa malattia . |
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NUOVA SCOPERTA SUL ‘RICAMBIO’ DEI NEURONI L’ISCHEMIA PUÒ PORTARE ALL’ICTUS, CHE IN ITALIA COLPISCE 200 MILA PERSONE L’ANNO ED È LA TERZA CAUSA DI MORTE. UNA RICERCA CUI HANNO PARTECIPATO IAC-CNR E FONDAZIONE SANTA LUCIA DI ROMA, PUBBLICATA SU PLOS ONE, HA INDIVIDUATO ALCUNI FATTORI CHE IMPEDISCONO LA FORMAZIONE DI NUOVE CELLULE CEREBRALI |
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Roma, 28 aprile 2009 - Una ricerca internazionale alla quale hanno partecipato ricercatori dell´Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Iac-cnr), della Fondazione Santa Lucia di Roma, dell’Università dei Paesi Baschi e dell’Istituto Leibniz di Magdeburgo in Germania, pubblicata oggi su Plos One, ha individuato alcuni fattori che, dopo un episodio di ischemia cerebrale, impediscono la formazione di nuovi neuroni ad opera di staminali cerebrali. Durante un´ischemia, quando il sangue non arriva più a una porzione del cervello, per esempio a causa dell´ostruzione o della rottura di un vaso sanguigno, alcuni neuroni cominciano a morire per mancanza di ossigeno e di altri elementi nutritivi. L’ischemia, nei casi più gravi, può portare all’ictus, che in Italia colpisce ogni anno 200 mila persone ed è la terza causa di morte. Ma, al posto di quelle ‘morte’, possono nascere nuove cellule cerebrali? In teoria sì, però nonostante l’intensa attività di ricerca degli ultimi dieci anni molte cose restano ancora da capire. “Un modello matematico”, spiega Roberto Natalini dell’Istituto per le Applicazione del Calcolo del Cnr, “ha ora permesso di confermare il ruolo di alcuni fattori inibitori della possibilità di rigenerare nuovi neuroni in un cervello adulto, oltre che di simulare l’attività di queste cellule durante la crisi ischemica, aprendo così la strada a una sperimentazione più affidabile di nuovi farmaci in grado di potenziare l’azione delle cellule staminali ‘riparatrici’”. “In seguito a un’ischemia, il cervello tenta faticosamente di ripararsi: alcune staminali di una precisa area, chiamata zona subventricolare, vengono allertate da segnali chimici emessi dalle cellule danneggiate, una sorta di ‘chiamata di soccorso’”, spiega Cinzia Volontè, ricercatrice della Fondazione Santa Lucia e dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare (Inmm) del Cnr. “Queste staminali rispondono producendo nuove cellule, chiamate precursori neuronali, che si muovono per andare a sostituire i neuroni danneggiati. Il nostro gruppo ha scoperto che l’ostacolo principale da superare, in questo caso, si chiama Atp, adenosinatrifosfato: una molecola chiave del metabolismo energetico della cellula, che viene rilasciata durante un’ischemia e che, se presente nello spazio extracellulare in dosi massicce, inibisce l´azione delle staminali e dei precursori”. La ricerca ha mostrato come questo meccanismo dipenda da un numero abbastanza ridotto di fattori, riproducendo, con un modello matematico al computer, i risultati ottenuti in sperimentazione su ‘fettine’ di cervello di topo. “La simulazione”, dice Filippo Castiglione, ricercatore Iac-cnr, “da un lato ha permesso di validare le conclusioni biologiche (i fattori considerati sono stati sufficienti a spiegare i risultati) e, dall´altro, permetterà in futuro di condurre sperimentazioni tridimensionali realistiche, che sarebbero impossibili a livello biologico, misurando e ottimizzando le prestazioni dei farmaci, allo scopo di aprire la strada a nuove terapie farmacologiche di tipo rigenerativo”. La parte biologica della ricerca si è svolta in laboratorio, utilizzando un modello cellulare formato da lamine sottili di cervello di ratto, contenenti sia parti di corteccia sia la zona subventricolare di produzione delle staminali. In queste lamine è stata indotta in vitro un’ischemia, ed è stata studiata la capacità di generazione e di migrazione di nuovi precursori. “Il composto commerciale Ppads (antagonista dei recettori per l’Apt) ha mostrato una elevata capacità di ridurre l´effetto inibitorio causato dall´Atp sui precursori attivati in seguito al danno provocato dall’ischemia cerebrale”, afferma Fabio Cavaliere, coautore dello studio, biologo del laboratorio Neurotek, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università dei Paesi Baschi. Sotto il profilo computazionale, un modello matematico ha riprodotto lo svolgersi di questi esperimenti, simulando l´attività delle cellule staminali, con o senza farmaci. “Questo modello”, conclude Natalini, “è basato su delle equazioni differenziali di bilancio di massa che tengono conto di come evolvono le densità di cellule staminali e di precursori e le concentrazioni delle molecole, inibitrici o attivatrici. Il confronto tra gli esperimenti biologici e le simulazioni numeriche ha permesso di affinare il modello matematico, fino a renderlo più preciso ed efficace, stabilendo così un sostanziale accordo tra esperimenti e simulazioni”. Secondo Fabio Cavaliere “questa ricerca è un primo passo verso la comprensione profonda di questi fenomeni. Studi ulteriori saranno necessari per capire come si comportano i precursori alla fine della migrazione, una volta arrivati nell´area danneggiata, e il modello matematico dovrà essere esteso a coprire tutto il ciclo rigenerativo. Sono sempre più convinto che discipline translazionali come neuroscienze e matematica costituiranno il futuro per lo sviluppo di nuove terapie nel campo della medicina rigenerativa”. La scheda Chi: Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr e Fondazione Santa Lucia, Roma Che cosa: un modello matematico ha simulato il ‘ricambio’ dei neuroni dopo l’ictus. Studio pubblicato su Plos One, http://www. Plosone. Org/. “A Model of Ischemia-induced Neuroblast Activation in the Adult Subventricular Zone”. Autori:maya Briani, Filippo Castiglione, Roberto Natalini, Davide Vergni: Istituto per le Applicazione del Calcolo, Cnr; Silvia Middei, Istituto di Neuroscienze, Cnr/santa Lucia; Elena Alberdi, Fabio Cavaliere, Carlos Matute: Neurotek, Dipartimento di Neuroscienze dell’Universitá dei Paesi Baschi; Klaus G. Reymann: Istituto Leibniz di Magdeburgo; Cinzia Volonté: Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare, Cnr/santa Lucia. . |
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SANITA´.CONSENSO INFORMATO,FORMIGONI: PROSEGUE NOSTRO IMPEGNO |
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Milano, 28 aprile 2009 - Il tema del consenso informato in sanità è da tempo al centro dell´attenzione di Regione Lombardia che lo ritiene un elemento fondamentale di "una sempre più stretta e proficua relazione tra medico e paziente" e di "un maggiore coinvolgimento del soggetto interessato nel percorso diagnostico-terapeutico". E´ quanto afferma il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un messaggio portato dal sottosegretario Angelo Giammario al convegno "Consenso informato, codice etico e risk management", promosso dal Dipartimento della Sanità di Forza Italia in Lombardia. "Già nelle circolari del 2004 - ricorda Formigoni - Regione Lombardia ha fatto esplicito riferimento al consenso informato quale momento di partecipazione al processo di cura del paziente, finalizzato alla condivisione dei rischi, dei benefici e delle possibili alternative di trattamento. In questi anni, anche attraverso il programma di valutazione triennale della Joint Commission International, tutte le Aziende Sanitarie si sono dotate di politiche e procedure per la gestione del consenso informato: in sede di analisi è emersa la necessità di dare vita a nuove procedure d´informazione del paziente". Per rispondere a questa esigenza, nel mese di aprile, la Regione ha realizzato un apposito workshop dedicato al tema del "consenso informato", analizzando gli aspetti normativi, giurisprudenziali e comunicativi. A questo momento di incontro hanno partecipato sia risk managers sia i componenti del Comitato Valutazione Sinistri delle Aziende Sanitarie della Regione Lombardia. L´obiettivo è stato quello di valutare il livello di attuazione e di consolidamento delle iniziative intraprese dalle Aziende, promuovendo un´azione di monitoraggio. A questo scopo sono state approntate liste di controllo nelle strutture sanitarie al fine di valutare la realizzazione delle procedure attivate. "Guardando all´immediato futuro - prosegue Formigoni - Regione Lombardia ha in programma una serie di passaggi strategici. Entro il 31 maggio 2009 attendiamo la restituzione dei dati riguardanti il consenso informato raccolti con queste liste di controllo da parte delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie locali. Entro il 31 luglio la direzione sanitaria lombarda elaborerà i dati ricevuti, diffondendone i risultati e predisponendo nuovi indirizzi". "Con questi passaggi, dunque - conclude Formigoni - Regione Lombardia prosegue il lavoro in un ambito così delicato. Continueremo a farlo nel rispetto della persona e promovendo, altresì, la salute come bene assoluto". . |
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FEGATO GRASSO, È ITALIANO IL PRIMO STUDIO CLINICO CONTROLLATO SULLA SILIBINA |
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Copenhagen, 28 aprile 2009 - Le principali malattie del fegato per quattro giorni sotto osservazione dagli epatologi europei. Gli esperti riuniti al Congresso Easl (European Association for the Study of the Liver) si confrontano sulle più diffuse patologie che minacciano la salute di questo organo e le armi per rallentarne i danni. Tra i temi la steatosi epatica, o fegato grasso, che interessa oltre 20 milioni di italiani. Ne soffre il 20% dei bambini in soprappeso, il 25% della popolazione adulta normale, il 40-100% dei pazienti con diabete di tipo Ii, il 20-80% dei dislipidemici e il 30-70% dei pazienti affetti da epatite da Hcv (virus dell’epatite C). Per arginare questa vera e propria emergenza è stata testata per la prima volta su 181 pazienti la silibina, veicolata in una nuova forma (fitosoma) al fine di favorirne la biodisponibilità. “L’arruolamento dei pazienti nello studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, di fase Iii è ormai concluso – spiega il direttore medico Carlo di Manzano -. Ora dobbiamo aspettare solo i risultati dell’analisi statistica, ma siamo molto fiduciosi. Lo studio ha valutato l’efficacia di Realsil (Ibi Lorenzini), costituito dall’associazione di silibina estratta dal cardo mariano, fosfolipidi e vitamina E, nel migliorare il danno epatico in pazienti con fegato grasso non alcolico in presenza o meno di infezione da Hcv. ” E continua: “la steatosi può essere solo il primo passo verso una steatoepatite, infiammazione che rende più sensibili le cellule epatiche, gli epatociti, alla morte cellulare programmata (apoptosi) e alla necrosi. Di conseguenza anche alla cirrosi (che colpisce il 3% della popolazione) che assieme al carcinoma epatico ogni anno miete circa 50. 000 vittime”. La silibina, sostanza naturale derivata dal cardo mariano e utilizzata anche come antidoto nell’avvelenamento da Amanita phalloides, ha potenti proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antifibrotiche. “La sua associazione con fosfolipidi quali la fosfatidilcolina, ha permesso di fare un enorme passo avanti nella biodisponibilità del principio attivo, che è assorbito in maggiori quantità per via orale, quasi come fosse iniettato”, chiarisce di Manzano. Da qui l’efficacia del Realsil, dovuta anche alla presenza di vitamina E, antiossidante e stabilizzatore di membrana. Lo studio scientifico da poco concluso ha arruolato 181 pazienti con ipertransaminasemia (aumento costante delle transaminasi da almeno 6 mesi) e steatosi o steatoepatite non alcolica, con o senza infezione da Hcv, che non abbiano avuto benefici da precedenti terapie. È stato portato avanti in diversi centri italiani ed europei, coordinati da Carmela Loguercio, Professore Associato di Gastroenterologia alla Seconda Università di Napoli, ed ha avuto come obiettivi primari la normalizzazione delle transaminasi (e/o gammaGt), il miglioramento della steatosi (rilevata all’ecografia), la riduzione dei valori dell’Homa test (Homeostasis Model Assessment), indice di insulino-resistenza e la riduzione del 50% di almeno uno dei vari indici plasmatici di fibrosi. Gli obiettivi secondari sono stati: il miglioramento dell’istologia della steatosi (rispetto alla biopsia basale) e/o almeno due dei criteri istologici di steatoepatite, la riduzione della ferritina, il miglioramento di almeno una citochina infiammatoria (Tnf-alfa, Tgf-beta) e il miglioramento della qualità di vita (valutato con questionario Sf36, riconosciuto dall’Oms). I pazienti sono stati seguiti per 12 mesi e tutti hanno effettuato biopsia epatica all’inizio dello studio; alcuni anche alla fine dello stesso. Centri che hanno partecipato allo studio: Divisione di Gastroenterologia ed Epatologia, Ospedale Molinette, Torino. Prof. A. Smedile - Dipartimento di Internistica Clinica e Sperimentale F. Magrassi, Ii Università di Napoli, Prof. C. Del Vecchio Blanco, Prof. C. Loguercio - Unità Operativa di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione, Direzione Universitaria Studi dell’Aquila e Asl 4, Prof. M. Chiaramonte - Clinica Medica Augusto Murri, Università degli Studi di Bari. Prof. P. Portincasa - Cattedra di Gastroenterologia, Policlinico A. Gemelli, Roma, Prof. A. Grieco - Cattedra di Gastroenterologia, Azienda Ospedaliera, Padova, Prof. A. Floreani - Ospedale Sant’antonio Azienda Ulss 16 di Padova Struttura Complessa di Gastroenterologia, Prof. S. Lobello - Ambulatorio di Epatologia Azienda Sanitaria, Paola (Cs), Prof. P. Andreone - Cattedra di Gastroenterologia, Azienda Ospedaliera Careggi, Firenze, Prof. S. Milani - Unità Operativa di Clinica Medica, Policlinico Martino, Azienda Ospedaliera Universitaria, Messina, Prof. M. Freni, Dr. A. Spadaro. - Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia, Ulss9 Treviso, Prof. L. Okolicsanyi - Hospital Judetean Timisoara Department of Gastroenterology and Hepatology, Prof. I. Sporea - University of Oradea Faculty of Medicine and Pharmacy Department of Gastroenterology, Ass. Prof. M. Ciprian Brisc. . |
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OSPEDALE LATISANA, VERSO SOLUZIONE EMERGENZA ESTIVA |
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Latisana, 28 aprile 2009 - L´amministrazione regionale si impegna a dare una soluzione organizzativa stabile alle criticità che puntualmente si manifestano ogni estate all´ospedale di Latisana (Ud), che incrementa la propria attività di circa il 30 per cento rispetto a quella consueta in relazione ai flussi turistici nella vicina Lignano Sabbiadoro. Lo ha assicurato l´assessore alla Salute e Protezione sociale del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, incontrando i vertici dell´Azienda per i servizi sanitari n. 5 "Bassa Friulana", amministratori, dirigenti, personale dell´ospedale. Quella di Latisana è una situazione anomala nel panorama della sanità regionale. Mentre infatti in generale le diverse sedi ospedaliere nei mesi estivi riducono l´attività e possono programmare le ferie dei propri dipendenti, il locale nosocomio, pensato per far fronte alle sole esigenze dei residenti, è chiamato a dare una risposta ai turisti, molti dei quali stranieri, in quanto è la struttura ospedaliera più vicina a Lignano, dove è attivo un pronto soccorso, che fra due anni sarà del tutto riammodernato e potenziato. Una pressione straordinaria, la cui soluzione consiste nell´ "acquistare" con risorse proprie prestazioni temporanee di medici, infermieri ed anche interpreti. Secondo quanto affermato dal direttore dell´Azienda n. 5, Paolo Bordon, sarebbe invece necessario che quello di Latisana sia riconosciuto come un presidio della rete dell´emergenza regionale, e non soltanto locale, e quindi opportunamente strutturato. In questo senso sono particolarmente importanti i lavori di ammodernamento del nosocomio. Completati nei tempi previsti i primi due lotti funzionali, che hanno finalmente dato una collocazione accogliente e funzionale all´hospice e alla Rsa, stanno infatti per partire i lavori di un terzo lotto che, con un impegno finanziario di 14 milioni di euro, prevedono la completa ristrutturazione del blocco chirurgico. . |
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400 MILA EURO IN CAMPANIA PER LA TERAPIA DEL SORRISO E LA CLOWNTERAPIA |
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Napoli, 28 aprile 2009 - La Giunta regionale della Campania, su proposta dell´assessore Alfonsina De Felice, ha stanziato 400 mila euro per il finanziamento dei progetti di terapie complementari quali la terapia del sorriso e la clownterapia. Gli interventi si svolgeranno nei reparti, opportunamente individuati dall´Assessorato alla Sanità, degli ospedali per bambini, dei malati gravi e dei lungodegenti. Le attività di clownterapia e di socio animazione, in continuità con la sperimentazione già attivata nello scorso biennio, seguono le indicazioni dell´Oms sulla salute come stato completo di benessere psicofisico e sociale e inoltre le linee guida dell’Ospedale senza dolore dell’Accordo Stato-regioni del 2001. L´intervento prevede inoltre attività di formazione e informazione sul tema delle terapie complementari dedicati al personale medico, paramedico e operatori del terzo settore. Per tale intervento sarà adottato un bando ad evidenza pubblica. . |
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LA “CATTIVA VISIONE” DEGLI ITALIANI: POCA PREVENZIONE E CORREZIONE PROVOCANO DANNI A SCUOLA, SUL LAVORO, NEL TEMPO LIBERO I RISULTATI DELL’ULTIMA RICERCA STATISTICA SU BAMBINI, ADULTI E ANZIANI AL CONGRESSO NAZIONALE DEGLI OPTOMETRISTI |
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Ospetaletto di Pescatina, 28 aprile 2009 - In Italia il 95% dei bambini assume atteggiamenti scorretti nella lettura, nella scrittura, davanti a televisione e computer. Tre su quattro che usano il pc soffrono di disagi visivi. In Italia solo il 25% dei bambini porta gli occhiali quando dovrebbero essere più del doppio, visto che circa il 66% ha bisogno di un sostegno compensativo dal punto di vista refrattivo. Le conseguenze sono immediate: più della metà dei bambini della scuola primaria sono inefficienti dal punto di vista del sistema oculomotore con ricadute indirette ma evidenti sul rendimento scolastico. Questo deterioramento è dovuto a stress visivo, ovvero a quell’insieme di atteggiamenti posturali e cognitivi scorretti dalla prima alla quinta elementare con un peggioramento graduale dei disturbi visivi. Infatti quasi la totalità dei bambini assume una postura scorretta durante lo studio. Quasi tutti, il 95%, nella lettura e nella scrittura, la totalità invece assume una presa scorretta della penna. Questi i dati definitivi della ricerca appena conclusa dall’Albo degli Optometristi e da Federottica con l’Università del Salento su un campione di circa mille bambini delle scuole elementari, presentati in occasione del 35° Congresso dell’Albo degli Optometristi a Verona dal 25 al 27 aprile 2009. Dallo studio, in particolare, emerge che fin dalla prima elementare i bambini hanno sviluppato degli schemi motori scorretti sia per quanto riguarda la scrittura che la lettura. Ma correggere si può con la prevenzione, che deve iniziare dai più piccoli quando è ancora in atto la formazione motoria. Federottica combatte questa situazione allarmante quotidianamente, con la prevenzione nelle scuole grazie a uno specifico progetto, il piano Bimbovisione nelle strutture scolastiche su tutto il territorio nazionale. La situazione italiana riflette quella sempre più allarmante di molti altri Paesi. In occasione del congresso verranno infatti presentati dal professor Silvio Mariotti, oftalmologo e coordinatore del Programma per la prevenzione della cecità Vision 2020 - lanciato nel 1999 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’International Agency for the prevention of blindness - gli ultimi dati dell’Oms sulla compromissione visiva provocata da errori refrattivi non corretti. Su 314 milioni di persone con deficit visivi, 153 milioni, quasi la metà, presentano anomalie visive determinate da errori refrattivi non corretti, seconda causa di ipovisione dopo la cecità. E di queste 8 milioni sono cieche a causa di mancata prevenzione e correzione. Non si tratta solo di Paesi del Terzo e Quarto mondo, anzi la percentuale sembra aumentare proprio in quelli industrializzati. Nei gruppi di età da 5 a 15 anni, infatti, la non correzione è dovuta soprattutto alla mancanza di screening, che si registra più elevata nelle aree urbane e industrializzate. Così in Italia il 40% degli alunni presenta un difetto visivo ma non utilizza gli occhiali, il 75% dei lavoratori al video terminale soffre di disagi oculari come affaticamento, visione offuscata e mal di testa, mentre in generale il 25% di coloro che lavorano al pc presentano anche problemi muscolo–scheletrici. Il difetto visivo non corretto naturalmente si riflette anche sulla visione e sulla qualità della vita dell’anziano. Secondo gli studi epidemiologici presentati al congresso da Robert Sanet (direttore del reparto di Optometria a San Diego) l’80% della compromissione visiva degli anziani – che influisce su equilibrio, stabilità posturale e mobilità - può essere corretta sia aggiornando la prescrizione degli occhiali sia rimuovendo chirurgicamente la cataratta. Da esperimenti diretti è stato infatti dimostrato che sui 12 milioni di persone oltre i 65 anni di età in Italia la percentuale di cadute potrebbe diminuire del 15% grazie a interventi preventivi. “Annualmente si dovrebbero eseguire i seguenti esami – raccomanda Sanet -. Acuità visiva, stato refrattivo, valutazione oculomotoria, valutazione globale binoculare, test di sensibilità al contrasto, valutazione dell’interazione visione/equilibrio, valutazione della salute oculare”. Prevenzione e sicurezza diventano pertanto fondamentali per l’attività dell’ottico optometrista nella riduzione non solo del difetto visivo ma di una serie di conseguenze di una cattiva visione come posture scorrette e scarso apprendimento nei bambini, riduzione di incidenti stradali e patologie legate a postura e affaticamento negli adulti, cadute, scarsa deambulazione e disequilibrio negli anziani. . |
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SOSTEGNO REGIONE FVG A CENTRO "I GIRASOLI" DI TRIESTE |
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Trieste, 28 aprile 2009 - Nel 1994 un gruppo volontari e di genitori di bambini portatori di handicap mentale hanno dato vita a "I Girasoli", associazione che ha creato l´omonimo centro diurno ospitato nella grande casa circondata da orto e giardino a Rupingrande (Trieste). L´obiettivo era dare uno spazio in cui crescere e coltivare interessi a giovani dai 18 ai 41 anni affetti da gravi problemi psichici e psichiatrici, coinvolgendoli in attività sviluppate secondo il metodo della pedagogia curativa ed antroposofica. Stage d´artigianato e arte, laboratori tecnici, sessioni di cucina e orticoltura, da attuare anche grazie al volontariato dei ragazzi del Collegio del Mondo Unito e ai tirocinanti dell´istituto pedagogico sloveno Slomsek, hanno trasformato "I Girasoli" in un mondo di creatività ed arte utile a far emergere potenzialità recondite e a dare agli ospiti (al momento una quindicina) un riferimento quotidiano di vivacità esistenziale, apprendimento e stimolo. Dopo aver contribuito alla realizzazione di quest´iniziativa nel corso del suo primo mandato, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, è tornato al centro per impegnarsi a valutare la possibilità di sostenere una sua estensione con il coinvolgimento degli assessori regionali al Welfare ed al Lavoro. Accolto dai genitori dei ragazzi oltre che dalla presidente e dalla vicepresidente dell´Onlus, Elizabetta Zorn ed Enrica Zanzotta, e dal presidente della cooperativa sociale "Il Campo dei Girasoli", Luciano Delpiano, il governatore ha visitato i laboratori e si è fermato a lungo con i ragazzi. "Siano riconoscenti alle istituzioni che, come la Regione, la Provincia ed i Comuni di Trieste e San Dorligo della Valle ci danno una mano - ha detto la presidente dei I Girasoli - ma non esitiamo ad impegnarci in prima persona per portare avanti i nostri progetti". Anche per soddisfare le richieste di ospitalità in aumento, la nuova sfida che i fondatori della struttura intendono cogliere è l´acquisto di una casa a Opicina da destinare in parte all´accoglienza notturna ed in parte a punto-vendita degli oggetti che i giovani del centro producono grazie all´aiuto di coloro che li seguono nella loro attività. Per questo motivo, oltre che per consentire l´inserimento nel circuito produttivo di quanti riescono a sviluppare capacità lavorative, i soci dell´Onlus hanno dato vita alla cooperativa sociale "Il campo dei Girasoli", che commercializza i prodotti realizzati nei laboratori a sostegno dell´attività svolta a favore dei ragazzi. "Già oggi, nel tentativo di affiancare i genitori nei momenti di difficoltà o per aiutare strutture analoghe alla nostra, su richiesta dei servizi sociali offriamo una sorta di servizio d´emergenza - spiega Zorn - ma i nuovi spazi ci consentirebbero di ampliare la nostra attività, dandoci al contempo la possibilità di recuperare fondi". Quest´anno il bilancio si è concluso in pareggio anche grazie all´impegno dei soci, ma l´estensione della vendita dai mercati occasionali ad una sede fissa potrebbe consentire a "I Girasoli" di ampliare il proprio impegno a favore di quello che è l´obiettivo principale: creare le condizioni per dare alle persone con "complesse necessità di dipendenza" una vita il più possibile dignitosa. . |
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BARI, DIRITTO ALLA SALUTE. PER I NUOVI POVERI, UN OBIETTIVO SEMPRE MENO RAGGIUNGIBILE |
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Bari, 28 aprile 2009 - Si svolgerà, mercoledì 29 aprile, presso la Cittadella della Cultura, in via Oreste, 45, a Bari, il Seminario voluto ed organizzato dalla Regione, con l’Ares ed il Centro Pugliese dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della povertà (Inmp), il Seminario sulla Povertà, l’Immigrazione e la Salute. “Immigrazione e povertà non sono di per sé patologie,- spiega l’assessore alla Salute, Tommaso Fiore- ma è dimostrato possano ridurre lo stato di salute e rendere più difficile l´accesso alle cure. “ In molti paesi avanzati, e nel nostro in particolare, la differenza tra chi gode del progresso, del benessere e delle più aggiornate possibilità di cure, e chi, invece, se ne vede escluso, sta aumentando a livelli sempre meno accettabili, mentre l’attuale crisi economica non fa che aggravare le profonde disuguaglianze sociali già storicamente presenti nel nostro paese. “È in questo scenario che nasce la volontà, in Puglia, di un intervento ufficiale e organico che, integrandosi con l’iniziativa nazionale ed internazionale, affianchi al volontariato, organizzazione, risorse e professionalità tipiche dell’assistenza sanitaria pubblica del nostro paese. “ “Negli ultimi anni- interviene il Direttore dell’Ares, Francesco Bux- le fasce di popolazione più emarginate si sono ampliate per l’arrivo di molti stranieri da Paesi poveri e ciò ha prodotto un ulteriore aumento sia delle disuguaglianze di salute che della esclusione sociale. “I migranti sono certamente il primo, esplicito, obiettivo del nostro lavoro. Non sono le uniche persone, però, che necessitano di uno specifico intervento. Ad essi si affiancano grandi numeri di persone colpite da una molteplicità di fenomeni, ma accomunate dall’appartenere a gruppi particolarmente vulnerabili dal punto di vista socioeconomico. “Per questi, per chi ancora non sa rivolgersi al servizio sanitario nazionale, per chi non è consapevole dei propri diritti e non è capace di usare l’assistenza pubblica, aggirando pregiudizi ed ostacoli, devono essere sviluppati interventi volti a favorire al massimo accessibilità e fruibilità dei servizi sanitari. “Facilitazione degli accessi ai servizi sanitari, coordinamento delle attività assistenziali, assistenza specialistica e di eccellenza, si affiancheranno allo sviluppo di esperienza, ricerca scientifica e formazione come attività prioritarie del Centro Pugliese dell’Inmp. “Il Centro, - prosegue il Direttore dell’Agenzia pugliese per la Sanità-che ha la sua sede ufficiale presso l’Ospedale Tatarella di Cerignola, è parte di un progetto nazionale e internazionale ma presenta le sue peculiarità: una situazione in cui migranti, condizioni precarie e svantaggiate non sono collocate ai margini di una realtà metropolitana, bensì diffuse in un territorio vasto, spesso rurale e con realtà diversificate. Su questo la nostra esperienza può costituire un modello anche per altri paesi europei e fornire un contributo valido ed unico allo sviluppo di specifiche modalità organizzative ed assistenziali di alta efficacia. “In questo senso il nostro esempio di politica sanitaria pubblica a favore dei più deboli e dei più vulnerabili può contribuire a definire anche la nostra politica su immigrazione, integrazione, tutela dei diritti e della dignità degli immigrati. “Le migrazioni continueranno ad aumentare nei prossimi anni modificando profondamente la nostra società. Incontri come questo, tra amministratori pubblici, rappresentanti delle Istituzioni, operatori del volontariato e ricercatori del settore, diventeranno indispensabili per definire gli approcci più efficaci a fornire risposte ai molti problemi sociali, politici e di salute (individuale e collettiva) delle fasce più disagiate della società. ” . . |
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INGEGNERIA CLINICA: ACCORDO INDUSTRIALE TRA “EBM” E “ITAL TBS” PER REGIONE UMBRIA EFFETTI POSITIVI SU ECONOMIA REGIONALE |
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Perugia, 28 aprile 2009 – Realizzare in questo periodo storico, caratterizzato da una grave crisi economica, un accordo industriale che vedrà nascere in Umbria, a Foligno, la sede operativa del più grande gruppo italiano specializzato nel settore dell’ingegneria clinica, e in particolar modo gestione e manutenzione di apparecchiature biomediche, è davvero un fatto di cui compiacersi. È quanto ha affermato la Presidente della Regione Umbria partecipando ieri mattina alla presentazione pubblica dell’accordo tra le società “Ebm” di Foligno, e la “Ital Tbs”, entrambe leader in Italia ed in Europa nel settore dell’ingegneria clinica. La presidente ha sottolineato inoltre che questo accordo, che ha visto la partecipazione attiva di Gepafin, la finanziaria regionale, creerà effetti molto positivi sull’economia regionale perché questa sinergia produrrà “valore” non solo in termini di mercato, ma anche di qualificazione degli addetti e darà un contributo notevole al sistema sanitario nazionale. Se poi si considera che l’intera operazione è stata realizzata senza un centesimo di debito, si comprende quanto essa sia importante, soprattutto in una fase difficile e delicata come quella che stiamo vivendo. È, ha detto, questo anche un segnale di fiducia. Si tratta di un accordo coerente con la stessa linea di intervento scelta dalla Regione Umbria, all’indomani della crisi economica quando nel varare il pacchetto di aiuti straordinari per cittadini e imprese, si è sostenuto che al tempo stesso non si dovevano assolutamente abbandonare le politiche ordinarie di sostegno alle imprese che, come in questo caso, potevano contare su solide basi di mercato e dunque andavano sostenute nei loro progetti di crescita e sviluppo. La Scheda. Ecco una scheda sulle due aziende e sull’operazione “Ebm”/”ital Tbs”. “Ebm” è stata costituita nel 1978 e, con un ininterrotto processo di crescita, è diventata una delle prime aziende italiane nel settore dei servizi di Ingegneria clinica, servizi innovativi dedicati ad una gestione efficiente, efficace e sicura delle apparecchiature biomediche e dei dispositivi medici nelle strutture sanitarie pubbliche e private. Le commesse hanno normalmente durata pluriennale e vengono acquisite tramite la partecipazione a gare pubbliche indette da Asl, Aziende ospedaliere o centrali d’acquisto come, ad esempio e in particolare, Consip. L’ingegneria clinica, oltre all’obiettivo di fornire alle strutture sanitarie pubbliche e private uno strumento moderno per la gestione delle apparecchiature biomediche installate, per abbatterne i costi di manutenzione e di esercizio e, al contempo, per aumentarne la sicurezza di impiego, si propone anche come un indispensabile supporto tecnico e ingegneristico per le consulenze sugli acquisti, i collaudi e la formazione del personale medico, paramedico e tecnico. La voce relativa al mercato della manutenzione delle apparecchiature biomediche è stimabile in oltre € 3 miliardi nel 2008 nei cinque maggiori paesi europei (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna), ed è in crescita. Per quanto riguarda le consulenze sugli acquisti e sulla gestione delle tecnologie biomediche, anch’esse in crescita, si evidenzia che il mercato dei dispositivi medici in Europa, che comprende anche le apparecchiature biomediche, manifesta un trend di crescita costante, passando dai 41,1 miliardi di euro del 1999 ai 68,92 miliardi di euro previsti per il 2008. “Ital Tbs” (controllata dal management, da Generali e da altri partner finanziari) ed “Ebm” (controllata dal management), le due aziende principali del settore, hanno deciso di accorpare in un’unica società le loro attività di Ingegneria clinica in Italia. A tal fine “Ital Tbs” ha preliminarmente concluso un aumento di capitale di 13,6 milioni di euro e Gepafin, nel dicembre 2008, ha perfezionato un’operazione di partecipazione al capitale sociale di “Ebm”, con un investimento di 1. 500. 000 mediante utilizzo dei fondi “Ati Prisma”. L’importo complessivo del deal ha una dimensione di circa 16 milioni di euro, parte cash e parte in concambio delle azioni della capogruppo. L’operazione è infatti primariamente finalizzata a favorire una estensione e un miglioramento qualitativo dei citati servizi ai clienti in Italia e, conseguentemente, comporterà l’introduzione di diverse sinergie e integrazioni operative tra le due società, senza peraltro prevedere alcuna riduzione di personale, intese a offrire al mercato maggiori risorse, sia professionali che economiche, a supporto di un costante processo di aggiornamento e innovazione in ambito tecnico, commerciale e operativo. In Italia “Ebm”, al termine del processo di integrazione tra le due strutture, che si prevede di portare a termine entro il prossimo mese di giugno, avrà un’importante quota del mercato dei servizi integrati di ingegneria clinica, sarà presente in oltre 100 Aziende Ospedaliere, Asl e Irccs di quasi tutte le regioni italiane. La presenza di “Ebm” è sempre stata particolarmente significativa (con oltre 50 commesse gestite) in Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia. “Ital Tbs”, con una presenza geografica nel mercato italiano in parte sovrapponibile a quella di “Ebm”, ha visto le sue maggiori aree di sviluppo nel Friuli Venezia Giulia, nel Veneto e in Lombardia. La risultante dell’apparentamento tra le due aziende copre dunque sostanzialmente l’intero mercato italiano con picchi di penetrazione in certe aree molto robusti. La nuova realtà industriale, che sarà il leader assoluto nel mercato italiano, opererà con il marchio “Ebm” e disporrà di una quota di mercato ampiamente superiore al 30% e, come detto, saranno oltre 100 le strutture sanitarie pubbliche servite, a cui occorre aggiungere diverse realtà della sanità privata italiana. Disporrà di circa 650 addetti, di cui 400 tecnici specialistici e 100 ingegneri clinici e biomedici. Ed è evidente che questa forte concentrazione di personale altamente qualificato e continuamente formato per la gestione delle tecnologie medicali, non potrà che potenziare, sia a livello nazionale ma anche internazionalmente, l’estensione e la qualità delle competenze ingegneristiche e tecniche di tutto il Gruppo. 75/80 milioni di euro è il volume di affari atteso. Circa 500. 000 apparecchiature biomediche gestite e 150. 000 gli interventi di manutenzione correttiva stimati ogni anno. L’integrazione delle due società è il risultato di una visione strategica comune che si è prefissa sin dall’origine l’obiettivo di offrire al mercato maggiori risorse, sia professionali che finanziarie, a supporto di un costante processo di aggiornamento e di innovazione in ambito tecnico, economico ed operativo. Anche se storicamente le due società provengono da esperienze profondamente diverse, “Ital Tbs” dal mondo della ricerca, Ebm dal settore della manutenzione; entrambe hanno maturato, nel corso dei decenni di esperienza nel settore, una visione convergente del mercato e delle sue dinamiche competitive. La nuova realtà industriale sarà perciò in grado, anche grazie al nuovo dimensionamento dei volumi e al processo di crescita in atto, di affrontare con mezzi adeguati le nuove sfide commerciali e industriali (gare di dimensioni più grandi, gare aggregate, ecc. ) che il mercato sta proponendo. Sarà inoltre possibile aumentare gli investimenti, in termini di risorse umane ed economiche, prima di tutto nella Ricerca & Sviluppo, con l’obiettivo di offrire servizi e soluzioni a sempre più alto valore aggiunto (come, ad esempio, la gestione degli ausili), e poi anche nella Industrializzazione dei processi e delle attività aziendali, con l’obiettivo di aumentarne l’efficacia e l’efficienza soprattutto in un momento come quello attuale in cui le strutture sanitarie pubbliche debbono razionalizzare la loro capacità di spesa e le loro risorse. La nuova struttura organizzativa in corso di attuazione è il risultato di un impegnativo lavoro di razionalizzazione dei processi e delle funzioni di tutti i settori di business e di supporto, particolarmente incisivi nella qualificazione dell’area commerciale e, soprattutto, nel potenziamento dell’area tecnica. Essa, una volta messa definitivamente a punto, consentirà una migliore promozione dei servizi offerti e, allo stesso tempo, l’intensificazione dei rapporti con i clienti in un’ottica di “customer care” intesa a valutarne tempestivamente il grado di soddisfazione e ad anticiparne le esigenze. Relativamente all’area tecnica, si è proceduto a: potenziare il settore della Ricerca & Sviluppo ritenuto di importanza strategica creare una nuova area denominata “Industrializzazione” finalizzata alla ottimale e continua razionalizzazione di tutte le procedure aziendali dare una nuova articolazione all’Area Operativa in grado di tenere conto delle nuove dimensioni societarie. In particolare, per il coordinamento e l’ottimizzazione di tutte le attività tecniche, sono state introdotte 6 macro-aree geografiche e, per la supervisione e il supporto all’operatività di tutti i presidi, sono stati definiti 25 centri operativi. Amministratore Delegato di Ebm sarà l’ing. Faltoni che avrà le più ampie deleghe operative. Presidente sarà l’ing. Diego Bravar, ceo di “Ital Tbs”. L’ing. Faltoni entrerà anche a far parte del Cda di “Ital Tbs”. Speriamo di aver coniato a suggello di questa operazione uno “slogan” davvero rappresentativo della nuova realtà e dei nostri dichiaratissimi intendimenti: una grande realtà industriale, un nuovo progetto per lo sviluppo dei servizi di ingegneria clinica in Italia “Ebm” e “Ital Tbs” hanno alle loro spalle storie di successo. Storie di successo che hanno richiesto tanto lavoro, tanto impegno, e anche un po’ di coraggio. “Ebm” e “Ital Tbs” sono anche consapevoli di disporre di un robusto progetto industriale, fondato sulla progettualità, sulla capacità di innovazione e su una condivisa volontà di crescita. La loro stessa storia può e deve, anche in questo senso, diventare il loro futuro. Sono anche forti della loro leadership in Italia e in Europa. Insomma in Umbria e dall’Umbria, regione che conserverà il centro pensante e direttivo delle attività di Ingegneria clinica in Italia di tutto il Gruppo, proseguirà un percorso di crescita e di rafforzamento della leadership di mercato. La nuova “Ebm” ne ha la forza, le competenze e le risorse. Ne ha soprattutto la volontà. Il gruppo “Ital Tbs” è stato fondato nel 1987 a seguito di una esperienza di ricerca condotta col Cnr di Pisa. Dopo aver sviluppato, come “Ebm”, i servizi di Ingegneria clinica e di endoscopia ha voluto allargare la sua sfera di attività anche ai settori dell’Informatica medica, della Teleassistenza e della Telemedicina. Questi servizi, sempre più diffusamente oggi definiti come servizi di e-Health o di e-Welfare, gestiscono i servizi ospedalieri e altri servizi socio sanitari con il supporto di soluzioni e di sistemi informatici medici integrati per tutte le attività cliniche effettuate sui pazienti e per supportare la gestione dei servizi di assistenza domiciliare e sociosanitaria ai cittadini anziani, disabili e/o post acuti con la gestione integrata di centrali operative telematiche avanzate nel settore della Teleassistenza e della Telemedicina. “Ital Tbs” è entrata nel settore dell’Informatica medica nel 1999 con una importante acquisizione in Austria, paese in cui detiene una quota di mercato molto importante. Nel 2002 ha acquisito la maggioranza (poi ne acquisirà il controllo totale) di Tesan di Vicenza, allargando la sua offerta di servizi nei settori della Teleassistenza e della Telemedicina. È del 2004 l’importantissima acquisizione di tutte le attività europee di Ge Healthcare Technologies nel segmento dei servizi di Ingegneria clinica (con esclusione dei servizi di manutenzione nel settore delle apparecchiature per bioimmagini), una operazione che cambiò proprio la dimensione del Gruppo, che ne uscì raddoppiato in termini di volume, e – soprattutto – ne radicò definitivamente la sua vocazione internazionale, poi sempre più accentuata. Fu infatti in quella circostanza che vennero fondate le società operative in Inghilterra, Germania, Spagna, Francia, Portogallo e Belgio. Nel 2005 è da registrare l’acquisizione dal gruppo Cardinal con le sue 3 Società operative in Germania, Italia e Olanda dedicate alla manutenzione multivendor di apparecchiature endoscopiche rigide e flessibili. Nel 2006 si concretizzò poi l’acquisizione della maggioranza (poi diventata partecipazione totalitaria) della società tedesca Subitec Gmbh, importante player nel settore dell’Ingegneria clinica in quel mercato. Sono del 2007 le acquisizioni di Slt, di Crimo e del Gruppo Panacea in Italia e di Nca in Spagna, tutte attive nell’area dell’Ingegneria clinica. “Ital Tbs” è oggi presente in oltre 1. 300 strutture sanitarie europee, pubbliche e private, dove eroga servizi di Ingegneria clinica & endoscopia integrati con servizi di Informatica medica, di Teleassistenza e di Telemedicina. “Ital Tbs” conta complessivamente oltre 1. 400 addetti. Per il 2009 è previsto un volume di affari consolidato dell’ordine dei 160/170 milioni di euro con un ebitda dell’ordine del 12%. Quali sono allo stato gli obiettivi strategici del gruppo “Ital Tbs” con “Ebm”? Il Gruppo, dopo l’operazione di integrazione con Ebm, intende di rafforzare la sua leadership europea nel settore dell’Ingegneria clinica, proponendosi sempre più come interlocutore di riferimento a livello internazionale e proseguirà nel suo progetto di crescita nei 9 paesi dove già opera in Europa, in altri paesi della stessa area geografica, nel Medio Oriente, in Asia e in Africa, non solo nel settore della gestione integrata delle apparecchiature biomediche, ma anche nell’ambito della gestione dei sistemi e delle soluzioni di Informatica medica, di Teleassistenza e di Telemedicina, aree di business queste ultime per le quali è prevista una accelerazione degli investimenti. Il Gruppo “Ital Tbs” intende presentare nei singoli paesi europei ove opera una visione moderna dell’Ingegneria clinica e offrire alle strutture sanitarie pubbliche e private, a mezzo di un unico servizio, con i suoi ingegneri e tecnici altamente qualificati e diffusamente presenti on site, la gestione integrata di tutte le tecnologie, biomediche, informatiche e telematiche per ridurre i costi operativi della gestione delle tecnologie, per ammodernare, riorganizzare e razionalizzare i processi sanitari e, infine, anche per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Punterà, sempre più convintamente e in piena sintonia con “Ebm”, su una rete di tecnici con un alto livello di preparazione nel settore dell’Ingegneria clinica, che sarà anche in grado di sviluppare i nuovi servizi previsti nei settori dell’Informatica medica, della Teleassistenza e della Telemedicina. Con un continuo processo di formazione di questa grande rete, nazionale e internazionale, di tecnici, il Gruppo sarà sempre più in grado di gestire i processi di integrazione delle tecnologie dei vari settori, in una logica di diffusa presenza territoriale. Il Gruppo continuerà ad aggregare imprese di piccole e medie dimensioni attorno ad un progetto industriale di ampliamento delle attività dell’Ingegneria clinica e nel settore dell’e-Health per acquisire una forte leadership nel mercato della gestione integrata dei processi sanitari. “Ital Tbs”, oltre a perseguire gli obiettivi di sviluppo evidenziati nel piano, intende inoltre addivenire al più presto alla quotazione del Gruppo in uno dei mercati borsistici principali d’Europa. . |
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BOLZANO: PRESENTATA LA CAMPAGNA PER LA PREVENZIONE DELL´ALCOL |
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Bolzano, 28 aprile 2009 - Presentata questa mattina dall’assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, la terza fase della campagna provinciale contro l’alcol. L’assessorato alla Famiglia, Sanità e Politiche Sociali attua, dall’anno 2006, una campagna pluriennale per il contrasto all’abuso di alcol. In tal modo s’intende formare e rafforzare una consapevolezza pubblica che interiorizzi il consumo consapevole dell’alcol come regola. La terza fase della campagna di prevenzione contro l’abuso dell’alcol è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dall’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner. Nel corso della conferenza l’assessore ha sottolineato, con una serie di dati statistici la portata sociale del fenomeno alcolismo e la necessità da parte dell’Assessorato di promuover una campagna di sensibilizzazione tra la popolazione altoatesina. Theiner ha infatti sottolineato che l’alcol ha una dimensione umana e sociale che non può essere trascurata a fronte del fatto che circa il 50% degli incidenti mortali sulle strade è causato dall’uso di alcol. Alcol significa dipendenza e malattia. Anche in Alto Adige come nel resto d’Europa circa il 5% della popolazione adulta è alcol-dipendente mentre un ulteriore 16% è a rischio. Un altro dato preoccupante mette in evidenza che circa il 70% della popolazione dichiara di essersi ubriacato negli ultimi 12 mesi; il 22,4% della popolazione al di sopra degli 11 anni assume almeno una bevanda alcolica al giorno, l’11,8% assume bevande alcoliche al di fuori dei pasti ed il 45,7% dei quindicenni ammette di bere alcolici una volta la settimana. Circa il 10% delle degenze ospedaliere è legato a patologie alcoldipendenti e l’alcolismo svolge un ruolo determinante in patologie come la cirrosi, alcuni tumori, l’ischemia e l’ipertonia. I ricoveri per malattie legate all’alcol ogni anno in Alto Adige sono circa 2400 mentre i pazienti assistiti in strutture ambulatoriali dei servizi sanitari, della Caritas di Silandro e di Hands sono 2211. L’assessore Theiner ha sottolineato inoltre che la spesa pubblica annua riconducibile a problemi legati all’alcolismo si aggira intorno ai 100 milioni di euro. La campagna promossa dall’Assessorato non punta sulla repressione o sui divieti ma mira ad una sensibilizzazione della popolazione. Il consumo consapevole significa lo zero per mille assoluto alla guida: guidare e bere non funziona mai! Però questo non deve comportare la totale astinenza sempre e ovunque. L’importante è che il consumo responsabile di bevande alcoliche in compagnia con altri diventi una norma condivisa ed inespressa, così come frattanto anche l’astensione dal fumo in locali chiusi è diventato un precetto. L’assessorato alla Sanità e Politiche Sociali intende accompagnare e sostenere tutti gli attori delle numerose iniziative dell’Alto Adige che sono attivi nella prevenzione alcol. Essi sono istituzioni pubbliche e private, associazioni, enti e persone singole. Nella terza fase di questa campagna di sensibilizzazione si è deciso di creare un simbolo semplice, ma visibile e facilmente memorizzabile, il quale accompagnerà le immagini ed i singoli messaggi riguardanti la prevenzione alcol anche nei prossimi anni e diventerà un vero e proprio marchio del mittente. Questo simbolo semplice ed incisivo è rappresentato da un tappo di bottiglia rotondo e dentellato di colore rosso. Dentro sta un punto esclamativo bianco, simile ai segnali stradali, il quale è simbolo di “attenzione”. Il tappo rosso è accompagnato dallo slogan „Trinken mit Maß/bere responsabile“. Tale immagine è già conosciuta in quanto rappresentata sui cartelloni stradali lungo le strade principali dell’Alto Adige. Il tappo rosso col punto esclamativo è, come già detto, il marchio generale per molti messaggi ed iniziative. È stato inoltre sviluppato un manifesto che rende visibile il messaggio “Sta crescendo qualche cosa di nuovo”. Si tratta di un boccale di birra, il quale però non contiene alcolici, bensì erba fresca che cresce da una terra feconda. “Sta crescendo qualcosa di nuovo”: una nuova consapevolezza, un nuovo atteggiamento, una nuova cultura del bere, ovunque in tutta la provincia. Con questo, la prevenzione alcol mostra più lati, che negli anni è cresciuta ovunque: nei servizi sociosanitari, nella scuola, nel lavoro giovanile, nelle famiglie, nel tempo libero, nel commercio e nella gastronomia. L’immagine grafica e lo slogan, mediante manifesti, spot radiofonici, inserti ed adesivi, vengono diffusi a livello provinciale in due fasi: una prima in aprile e una seconda in autunno. La pubblicità per il bere con misura e per l’autoresponsabilità in riferimento all’alcol è solo la parte visibile di una serie di misure che si compie a tutti i livelli. Così, ad esempio, ci sono fogli informativi sul tema alcol che sono stati elaborati dall’Assessorato, insieme al Forum Prevenzione ed ai Servizi per le dipendenze. C’è un nuovo sondaggio riguardo all’attuazione del regolamento comunale nell’ambito dell’alcol. Viene pubblicato un manuale dei migliori esempi pratici nel campo dell’alcol e della cultura delle feste. L’assessorato alla Sanità e Politiche Sociali ha incaricato il Forum Prevenzione all’elaborazione del manuale. A questo lavoro partecipano anche organizzatori di feste così come i rappresentanti dei vigili del fuoco e delle bande musicali. Gli Uffici giovani organizzano workshops su cocktail e drinks analcolici, così come per esempio “La Strada” presso la “Villa delle Rose” e “Girls power” in collaborazione con “Papperlapapp” così come “Jukas” a Bressanone. A fine anno verrà fatta una valutazione della campagna di prevenzione per verificare l’efficacia delle singoli immagini, delle fasi della campagna così come delle iniziative di accompagnamento della campagna. La campagna di sensibilizzazione è costata 162. 782 euro nel 2007, 199. 506 euro nel 2008 e quest’anno è previsto un costo di 86. 597 euro. Il totale dell’impegno provinciale ammonterà quindi a circa 450. 000 euro. . |
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CENTO PITTORI VIA MARGUTTA: AI NASTRI DI PARTENZA L’EDIZIONE NUMERO 81 DELLA TRADIZIONALE MOSTRA |
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Roma, 28 aprile 2009 – Apre i battenti il 29 aprile prossimo l’edizione numero ottantuno della celebre mostra “Cento Pittori Via Margutta”, uno degli appuntamenti pittorici più famosi della Capitale. Grazie alla tradizionale kermesse – in programma, come di consueto, a Roma nella storica sede di Via Margutta, fino al 3 maggio prossimo - la strada si trasformerà, ancora una volta, in un’immensa galleria d’arte a cielo aperto mentre i vicoli faranno da cornice a più di 3. 000 opere tra dipinti a olio, disegni, sculture e acquerelli, realizzati da artisti rigorosamente selezionati e provenienti da ogni parte del mondo. Invitati al taglio del nastro il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l’Assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, il Presidente del I municipio, Orlando Corsetti, il Presidente della Commissione Cultura del Campidoglio, Federico Mollicone, e alcuni rappresentanti dell’Associazione Culturale Asi Ciao (Coordinamento Imprese sociali Associazioni Organizzazioni). Tanti anche gli ospiti previsti per i cinque giorni di kermesse: da esponenti del Fai e di Emergency a Monsignor Patrizio Benvenuti, Presidente della Fondazione internazionale Kepha, da sempre vicina ai Cento Pittori e impegnata a sostenere una serie di progetti di carattere socio-educativo in favore di bambini e dei giovani che vivono nei Paesi più poveri e disagiati. Madrina d’eccezione Barbara Bouchet, attesa a partire dal pomeriggio del 29 aprile alle 18. 00. L’ex modella di origine cecoslovacca, che è stata protagonista negli anni settanta e ottanta di moltissimi film di grande successo ed oggi ancora lo è di popolari fiction televisive, è da tempo anche un’apprezzata pittrice, con al suo attivo diverse mostre, e come tale per l’intera durata dell’esposizione affronterà un nuovo, diverso pubblico. Al suo cavalletto soprattutto opere realizzate a tecnica mista, acrilico e olio, ma anche molte tele dai colori accesi, cariche di rossi vulcanici e di azzurri ultramarini che inevitabilmente evocano il forte rapporto con la terra. “Ho apprezzato molto – ha detto al Presidente Vespaziani la Bouchet – l’invito a prendere parte con i miei lavori a un evento significativo come l’esposizione dei Cento Pittori di Via Margutta anche perché questo gesto mi ha dimostrato che la stima che nutro nei confronti di questa storica associazione è reciproca”. Un saluto e una promessa sono giunti anche dal cantautore romano Claudio Baglioni, il quale - oltre ad aver augurato alla manifestazione di registrare il consueto successo - ha assicurato agli artisti che sarà presente quanto prima a Via Margutta per una kermesse firmata dall’Associazione e non ha escluso di fare una passeggiata informale tra i cavalletti già in quest’edizione. Molte le novità previste per l’edizione primaverile della famosa rassegna, che - patrocinata da Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio - è da tempo un irrinunciabile momento d’incontro per appassionati d’arte, romani e stranieri. A cominciare dalla presenza di due nomi noti dell’associazionismo no profit internazionale: il Fai - Fondo Ambiente Italiano, che da oltre trent’anni promuove il rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e ne tutela il patrimonio, ed Emergency, l’organizzazione umanitaria che offre assistenza medico-chirurgica alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà. In occasione della mostra in programma nei prossimi giorni, via Margutta sarà animata da altre due kermesse firmate dai Cento Pittori e parallele al tradizionale appuntamento di Primavera: la prima organizzata con la collaborazione del Fai, la seconda con quella di Emergency. Accanto ai cavalletti dei celebri pennelli saranno, dunque, ospitate anche le opere da loro realizzate nel corso di un’interessante sessione di “pittura dal vero”, svoltasi il 18 e 19 aprile al Parco Villa Gregoriana a Tivoli. Obiettivo è far conoscere al pubblico questo splendido Parco – che per tutto l’800 incantò quanti tra viaggiatori, poeti, artisti, re e imperatori ne fecero una delle loro mete – e concorrere a diffondere ulteriormente la conoscenza delle attività del Fai. Significativo anche il contributo che l’Associazione ha scelto di dare al Centro di Maternità realizzato da Emergency ad Anabah, in Afghanistan. Il Centro, operativo dal 2003, offre assistenza sanitaria qualificata gratuita alle partorienti di un’area che registra un tasso di mortalità materno - infantile tra i più alti al mondo. Circa cento quadri, realizzati dagli artisti dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta, saranno esposti all’interno del cortile messo a disposizione dallo stabilimento del gruppo Studio Sefit Cdc (in Via Margutta 53/a). I quadri saranno ceduti ad un prezzo simbolico (120 euro/cadauno) ed il ricavato verrà devoluto ad Emergency per sostenere le attività del Centro Maternità di Anabah dove, dal 2003 ad oggi, sono nati più di 5000 bambini. “Sono fiero di poter dire – ha precisato Alberto Vespaziani, da oltre 35 anni Presidente di questa storica associazione – che, ancora una volta, l’adesione dei pittori di Via Margutta a progetti finalizzati sia alla promozione e alla tutela dell’arte sia alla solidarietà tra i popoli si è rivelata di gran lunga superiore a qualsiasi aspettativa. Quello che mi auguro ora è che il nostro pubblico, quello che vive nei giorni di mostra questa strada e che - riconoscendo il valore dell’arte - non può essere insensibile ai valori che la contraddistinguono, non ci deluda e riesca a dare una risposta adeguata alla sensibilità dimostrata dagli artisti. ” I Cento Pittori non sono nuovi a iniziative volte a mettere l’accento su problematiche sociali. A Natale pittori e scultori dell’associazione hanno, infatti, aderito al progetto “Una mano per l’altro: Missioni nel Mondo” con una cospicua offerta di circa 100 lavori, consentendo di raccogliere fondi da destinarsi al sostegno delle opere dei Missionari nel Mondo, alla realizzazione di “scuole di villaggio” in paesi dell’Africa centrale, dell’Asia e del Sud America, e di concorrere al restauro di due quadri raffiguranti la Madonna dei Miracoli presenti nella nota chiesa della Capitale. Più volte in passato l’attenzione dell’associazione si era indirizzata verso iniziative solidali. A seguito degli episodi xenofobi registrati tra settembre e ottobre dello scorso anno, l’associazione aveva deciso di dedicare l’edizione numero 79 della mostra all’integrazione razziale. Inoltre, negli anni scorsi, gli artisti di Via Margutta avevano dato occasione di esporre le proprie opere all’interno della storica manifestazione, nella strada più prestigiosa del mondo dell’arte, sia a persone disabili sia a pittori indigenti o disagiati, così come ad artisti appartenenti alla comunità lituana o provenienti dall’Albania, dal Vietnam e da paesi fortemente disagiati. Nell’edizione in programma, particolarmente attesi da pubblico e critica diversi big dell’associazione, nomi noti della pittura che hanno fatto la storia di Via Margutta e che, dal 1950, con instancabile entusiasmo, calcano i sampietrini di questa celebre strada. Insieme a loro un numero maggiore di scultori, rispetto a quanto avvenuto in passato, e il “pittore dell’aria”, Frans, così soprannominato in quanto impiega un particolare strumento di lavoro: l’aerografo. Altra novità di quest’edizione della manifestazione è la presenza di due figli d’arte: Patrizio De Magistris, in esposizione accanto al più celebre padre, il Maestro Leonardo, e Mario Vespaziani, nipote del Presidente dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta e figlio del compianto artista Giorgio, fratello di Alberto e noto acquarellista. Limitata, invece, purtroppo la presenza di tanti talenti in erba che, fin dai mesi scorsi, richiamati dal fascino della strada e dalla fama dell’Associazione, avevano chiesto di poter prendere parte all’esposizione. “La valanga di domande che ci è giunta da tanti giovani emergenti – ha detto il Presidente Vespaziani – ci ha resi particolarmente orgogliosi e ci ha in parte ripagato degli sforzi che da sempre facciamo per garantire la prosecuzione della tradizionale esposizione. Ci è dispiaciuto non essere riusciti ad accontentare tutti in quest’occasione, ma non potevamo fare altrimenti: da un confronto con i rappresentanti della strada sono, infatti, emerse esigenze che ci hanno obbligato a ridurre il numero di cavalletti. Tuttavia sapere che tra le aspirazioni della maggior parte di questi ragazzi c’è quella di esporre insieme agli artisti di Via Margutta ci spingerà ad incrementare il nostro impegno anche in questo senso affinché lo spazio a disposizione dei colleghi più giovani possa aumentare sensibilmente quanto prima senza andare a discapito dei colleghi più anziani”. A prendere parte all’edizione primaverile della kermesse saranno in totale circa 100 pittori, tutti caratterizzati da un proprio linguaggio espressivo e da una propria tecnica artistica che va dalla figurazione all’astrattismo, passando anche per la ritrattistica, il paesaggismo, il simbolismo e il surrealismo. E, come accaduto in passato, si ripeterà ancora una volta la tradizionale trasferta degli artisti stranieri, richiamati dalla valenza della storica mostra. “Sapere che anche amici che vivono e lavorano in altri paesi desiderano partecipare a questa rassegna e vengono appositamente in Italia per farlo – ha tenuto a precisare Vespaziani – ci riempie d’orgoglio e ci stimola ad impegnarci affinché il successo e la fama di questa storica manifestazione non scemino con il passare delle edizioni”. La mostra, che, oltre a permettere come di consueto, soprattutto ai meno noti, di uscire allo scoperto per affermarsi, sarà interessante occasione per analizzare e studiare i fermenti artistici che si sviluppano di continuo e per raccogliere i diversi messaggi che ogni espositore intende “consegnare” alla collettività - rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 10. 00 alle 21. 00 (ingresso gratuito). . |
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“I MIEI CIELI, VOGLIA D’INFINITO” DI VALENTINO VAGO MILANO 23 APRILE 25 MAGGIO |
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Milano, 28 aprile 2009 - Inaugurata il 23 aprile alle ore 18: “I miei cieli, voglia d’infinito” la mostra, curata da Claudio Cerritelli, presenta gli ultimi lavori di Valentino Vago. Il percorso studiato da Progetto Arte - elm raccoglie una serie di tele singole, di medie dimensioni, ma anche dittici e trittici. Un percorso dalla doppia visione, la prima, quella d’insieme, ci dà la sensazione di essere avvolti nel colore in uno spazio sospeso come spiega, nel testo introduttivo Claudio Cerritelli: «Tra un’opera e l’altra non ci sono distanze, tutto si congiunge nella voglia d’infinito, tentazione di libertà senza confini, mondi trascendenti a portata di mano, impronte della mente che dal passato si affacciano sull’oggi, situazioni dove il colore ritrova l’incanto del primo sguardo». Nello stesso tempo ogni singola tela diventa un momento di meditazione. Valentino Vago da sempre è alla ricerca della luce e questi ultimi lavori (sono tutti della fine del 2008) sembrano giocare con l’impercettibile mutare del colore e con il suo interagire con la luce. Sono lavori basati sulla percezione cromatica e che richiedono un tempo di osservazione. Solo con una sosta prolungata il colore ha la capacità di tramutarsi in luce, una luce assoluta che trasforma l’opera in uno spazio impalpabile e senza limiti. «Valentino Vago – scrive ancora Cerritelli – torna ai cieli luminosi della sua pittura, si affida ai colori che lentamente si rivelano come tramiti verso l’infinito, prosegue il viaggio nell’emozione della luce di fronte al mistero di ogni apparizione. Il mistero è l’incanto di spazi imponderabili che si aprono oltre l’orizzonte del visibile, è la vastità del tempo in cima ai pensieri più reconditi, è la soglia del presente che trasmette l’essenza di tutte le immagini dipinte» Valentino Vago è nato a Barlassina nel 1931, vive e lavora a Milano. Appena terminati gli studi all´Accademia di Belle Arti di Brera, nel 1955 espone alla ”Vi Quadriennale d´Arte” di Roma. Nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo. Da quel momento il suo lavoro si andrà affermando come uno dei più espressivi della pittura italiana in questi ultimi decenni, inconfondibile per la qualità della luce e la liricità del segno. Nel suo lungo percorso artistico ha partecipato a numerosissime mostre personali e importanti collettive in Italia e all´estero. Si ricordano, tra le altre, le partecipazioni a rassegne realizzate alla Biennale di San Paolo, al Kunstmuseum di Colonia, alla Hayward Gallery di Londra, al Grand Palais di Parigi e, ancora, nei musei di Francoforte, Berlino, Hannover, Vienna. Milano gli ha dedicato importanti mostre, tra cui ricordiamo quelle del 1980 a Palazzo Reale e del 1983, al Pac - Padiglione di Arte Contemporanea. I suoi lavori sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche italiane e straniere. Dal 1979 a oggi si è dedicato, con continuità, alla pittura murale, affrescando ambienti pubblici e privati in Italia e all´estero. Oltre una decina di questi interventi sono all’interno di chiese. La prima, quella di San Giulio a Barlassina, è del 1982, l’ultima, dedicata a Nostra Signora del Rosario, è stata consacrata il 15 marzo 2008 a Doha, Qatar. . |
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THOMAS GILLESPIE NO COUNTRY FOR OLD MEN TOTALLY PAINTING FIRENZE 17 MAGGIO - 21 LUGLIO 2009 |
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Firenze, 28 aprile 2009 - Il 16 maggio 2009 inaugurerà, presso gli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, No Country for Old Men – Totally painting, prima mostra personale del giovanissimo artista inglese Thomas Gillespie, a cura di Lorenzo Bruni. L’artista vive e lavora tra Londra e Levadia, nella Grecia centrale, a pochi chilometri da Delfi. Queste due realtà rivivono nella sua pittura, in cui coesistono paesaggi metropolitani e orizzonti sognanti, lo spazio urbano e il sogno arcaico, il presente senza memoria e un presente mitico. Appositamente per questa esposizione Gillespie ha realizzato 32 oli su tela, alcuni di grandi dimensioni e 20 lavori su carta – nei quali l’artista interviene direttamente su pagine di libri d’epoca – che saranno presentati nella sede storica di via della Scala, mentre 10 quadri su carta, a olio e tecnica mista, saranno esposti nella Project Room di via Benedetta. Il corpo centrale della mostra è costituito dalla serie di oli su tela che raffigurano distributori di benzina, strutture di servizio tipiche del mondo occidentalizzato, sempre uguali e allo stesso tempo diverse, indipendentemente dal contesto in cui si trovano. Le immagini di Gillespie sono filtrate e rinascono attraverso il colore: le slavature del monocromo rosso, giallo, viola rivestono i soggetti di un’atmosfera che permette all’artista di rianimare spazi asettici e senza memoria. Quelli di Gillespie sono i “non luoghi” della contemporaneità, quelle zone grigie - nella definizione dell’antropologo Marc Augé – di collegamento e di attraversamento tra i diversi spazi urbani. A questi “non luoghi” l’artista dona una nuova capacità di preservare la memoria di chi li utilizza, riconosce loro una sorta di memoria personale, capace di registrare gli eventi. «La freschezza e, con essa, la fragilità dell’atteggiamento artistico di Gillespie stanno nel cercare di far coesistere la tensione verso un futuro collettivo migliore e l’esperienza del presente», osserva il curatore Lorenzo Bruni. È la stessa tensione che anima la serie dei disegni che l’artista realizza partendo da illustrazioni d’epoca. Sono immagini di una perfetta e auspicabile civiltà occidentale, con mamme dai lunghi abiti che accompagnano al parco bambini biondi e sorridenti, visitatori entusiasti tra i grattacieli della città. L’intervento di Gillespie turba la perfezione di questo scenario idilliaco, innestandovi l’inquietudine per un presente con cui l’uomo non sa confrontarsi, per un futuro collettivo che non sa costruire. Le grandi tele raffiguranti scorci di paesaggi urbani, con grattacieli che si innalzano verso un cielo opaco, non sono il risultato di una visione apocalittica, ma il tentativo di osservare in maniera oggettiva la spinta fantascientifica che ha attraversato il Novecento. «In questa nostra attuale perdita di memoria generale, necessaria in alcuni casi» dice Lorenzo Bruni, « le atmosfere di Gillespie puntano ad osservare il reale, ricercando e trovando appigli personali che mettano in risalto la possibilità di vivere questa contemporaneità. Questi paesaggi o immagini di un passato recente sono come sospesi e senza tempo, ma si presentano anche come luoghi pronti ad essere nuovamente messi in discussione e con cui è possibile confrontarsi e vivere. Così, la dimensione malinconica per un passato perduto che può rivelare anche i suoi aspetti grotteschi - come nei disegni su stampe di libri o con riferimento ad una visionarietà acida alla David Linch o al mondo fantascientifico - lascia il posto ad un tentativo di rinnovare lo sguardo sulle cose. Il “senza tempo” è la pausa per lui, il respiro con cui ridare nome alle cose del mondo, per dare nuova vita ad entrambi, come nel mito di Edipo». La mostra sarà corredata da un catalogo con testo critico di Lorenzo Bruni. Thomas Gillespie è nato a Canterbury, in Inghilterra, nell’aprile del 1986, da padre greco e madre inglese. Nel luglio 2008 si diploma presso la Byam Shaw School of Art Ba (Hons) Fine Art, al celebre Saint Martins di Londra. . |
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GOLF - LPGA: LORENA OCHOA VINCE IN CASA, 39ª SILVIA CAVALLERI |
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Roma, 28 aprile 2009 - Silvia Cavalleri si è classificata al 39° posto con 288 colpi (68 73 71 76) nel Corona Championship, il torneo del Lpga Tour svoltosi al Tres Marias Residential Cc (par 73) di Morelia in Messico e che la milanese aveva vinto nel 2007. La messicana Lorena Ochoa (267 - 65 65 69 68) ha confermato il titolo conquistato lo scorso anno imponendosi di misura, dopo una corsa di testa, sulla norvegese Suzann Pettersen (268 - 69 64 67 68). Al terzo posto con 274 la coreana Na Yeon Choi, al quarto con 275 Wendy Ward, al quinto con 276 Cristie Kerr e Yani Tseng di Taiwan. Buona prestazione di Michelle Wie, 10ª con 278, alterna l´australiana Karrie Webb, 14ª con 282, sotto tono Paula Creamer, che ha chiuso con lo stesso punteggio della Cavalleri. Non è stato facile per la Ochoa, numero uno mondiale, cogliere il secondo titolo stagionale e il 26° in carriera, perché la Pettersen, partita per il turno finale con un colpo di ritardo, si è portata in parità alla 12ª buca. La messicana, che finalmente sembra essersi liberata del complesso di giocare davanti ai propri fans, ha messo a segno due birdie decisivi alle buche 15 e 16. Inutile quello della Pettersen alla 18. La Cavalleri ha ceduto nell´ultimo giro con un 76 che le ha fatto perdere tredici posizioni. Nel suo score tre birdie, quattro bogey e un doppio bogey. Alla vincitrice sono andati 195. 000 dollari su un montepremi di 1. 300. 000, mentre la Cavalleri ne ha percepiti 6. 738. Pga Tour: Jerry Kelly Torna Al Successo Dopo Sette Anni - Jerry Kelly (274 - 68 66 69 71) ha faticato nel giro finale, ma è riuscito a cogliere il terzo titolo nell´Us Pga Tour a sette anni dai primi due conseguiti nel 2002. Sul percorso del Tpc Louisiana ad Avondale nella Louisiana, il 43enne pro di Madison (Wisconsin), ha respinto con un solo colpo di margine i decisi attacchi del sudafricano Rory Sabbatini (67 di giornata), del coreano Charlie Wi (68) e di Charles Howell Iii (68), tutti al secondo posto con 275. Al quinto con 276 David Toms e Steve Marino, al settimo con 277 Steve Stricker e Aaron Watkins. In ombra Kenny Perry, che non ha ancora assorbito la delusione patita al Masters: dopo aver veleggiato attorno al 20° posto, è precipitato al 59° con 288 dopo un 78 conclusivo. Kelly ha avuto un assegno di 1. 134. 000 dollari sul montepremi complessivo di 6,2 milioni di dollari. . |
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