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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 26 Giugno 2009 |
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ANNI CINQUANTA: MODENA E L´ITALIA DELLA RINASCITA IN OLTRE 150 SCATTI |
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Dal 18 settembre al 22 novembre il Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena espone all´ex ospedale Sant´agostino oltre 150 foto degli anni Cinquanta: scatti di un complesso decennio che ha visto la ricostruzione, la rinascita economica e il graduale delinearsi di una nuova società Foto degli anni Cinquanta che testimoniano la rinascita globale non solo di una città – Modena – ma anche di un intero paese, l’Italia. La mostra “Anni Cinquanta. Modena e l’Italia della rinascita” presenta una selezione di oltre 150 foto che intendono offrire uno sguardo sulla Modena del tempo, considerata come una città simbolo delle trasformazioni storiche, sociali e culturali che hanno interessato, in quegli stessi anni, l’intera nazione. La rassegna, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è allestita nei rinnovati locali dell’ex ospedale Sant’agostino e sarà aperta al pubblico a partire da venerdì 18 settembre, in concomitanza con l’inaugurazione del festivalfilosofia, che avrà quest’anno per tema la “comunità”; ed è proprio quest’ultima al centro delle fotografie esposte, realizzate dai maggiori studi fotografici di Modena e attualmente custodite negli archivi del Fotomuseo Panini. Gli scatti, per quanto riferiti ad ambiti diversi fra loro, offrono lo spaccato di un’epoca e dei suoi protagonisti: dai “fatti di Modena” del 9 gennaio 1950, culminati tragicamente con l’uccisione di sei operai delle Fonderie per mano della polizia in seguito a uno sciopero, alla nuova classe sociale, operaia e piccolo borghese, che da subito si è imposta in quegli anni di rinascita globale. Fino al 22 novembre sarà possibile ammirare foto di un decennio e di un’epoca dove Modena, città di provincia, è esempio e portavoce di trasformazioni in atto in tutta Italia: basti pensare ai già citati “fatti di Modena”, che costituirono una data simbolica per la storia del Paese nei durissimi anni del secondo dopoguerra: gli scatti realizzati dai fotografi Botti & Pincelli testimoniano sia i momenti che hanno preceduto la sparatoria, che i funerali a cui parteciparono migliaia di cittadini e personalità politiche di rilievo nazionale, tra cui Togliatti. E ancora foto relative all’espansione urbanistica, con la diffusione dell’edilizia popolare; alla ripresa economica e industriale, in una selezione di immagini riguardanti il panorama industriale modenese (Officine Rizzi, Acciaierie Ferriere, Fiat Trattori e Manifattura Tabacchi); alla rinascita dello spettacolo, dalla musica leggera a quella jazz. Ma anche fotografie di sport (da ricordare, in particolare, quelle legate al nuovo Aereautodromo, costruito e inaugurato in quello stesso decennio), che contribuiscono a delineare l’identità di una nuova classe sociale, così come quelle delle prime feste de l’Unità. Le immagini di “Anni Cinquanta. Modena e l’Italia della rinascita” sono capaci di far cogliere allo spettatore lo spirito di quegli anni, in una trasformazione sociale che ha come protagoniste le nuove utilitarie, simbolo delle prime gite fuori porta delle famiglie, dalla Fiat 500 alla Bianchina, i primi ciclomotori, dalla Vespa alla Lambretta, emblemi dell’emancipazione giovanile e dei nuovi miti cinematografici, e l’oggetto per eccellenza più all’avanguardia, la televisione; tutto questo fino alla più spicciola e colorita quotidianità. Gli scatti in mostra, provenienti da fondi fotografici del Fotomuseo Panini, quali Orlandini, Bandieri, Roli, Botti & Pincelli e dall’Archivio Fotografico del Comune e della Provincia di Modena, visti nella loro eterogeneità, ci consentono di cogliere non solo l’identità di un luogo, ma anche di una storia collettiva cha ha posto le basi del nostro presente. Oltre alla fotografie, sarà possibile vedere filmati riguardanti la Modena degli anni Cinquanta nei suoi diversi aspetti: dai documentari divulgativi sulla vita economica, sportiva e sociale della città (tra cui “Modena città dell’Emilia Rossa”, realizzato dal regista di Carlo Lizzani), ai primi cortometraggi pubblicitari animati della trasmissione Carosello, realizzati in quegli anni negli studi cittadini della Paul-film. Verranno inoltre esposti documenti significativi del periodo, provenienti non solo dal Museo della Figurina e dalla Galleria Civica, ma anche da collezioni private. “Anni Cinquanta. Modena e l’Italia della rinascita” A cura di: Anna Lisa Bondioli, Stefano Bulgarelli Inaugurazione: 18 settembre ore 19 Periodo: fino al 22 novembre Luogo: Modena, ex ospedale Sant’agostino, via Emilia Centro 228 Orari: venerdì 18 settembre ore 9 - 23; sabato 19 settembre ore 9 - 2; domenica 20 settembre ore 9 - 22; dal 22 settembre al 22 novembre: martedì – domenica 11-19 Ingresso: gratuito Catalogo: a cura di Anna Lisa Bondioli, Stefano Bulgarelli. 15 euro (gratuito per i sostenitori Fotomuseo 2009) Con testi di: Anna Lisa Bondioli, Stefano Bulgarelli Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena Un milione e mezzo di foto storiche conservate, duecentomila cartoline italiane e straniere, quattromila volumi sulla fotografia e la storia locale, oltre 80. 000 fotografie digitalizzate e consultabili attraverso il sito: questi e altri sono i numeri del Fotomuseo. Dotato di ben 130 metri quadrati di ambienti per la conservazione delle raccolte a condizioni microclimatiche controllate, il Fotomuseo conta oltre a una delle più ampie collezioni italiane di cartoline regionali, italiane e di carattere militare, più di 200mila fotografie che documentano con dovizia di particolari ogni aspetto della storia di Modena dagli ultimi decenni dell´800 fino agli anni Ottanta del secolo scorso . |
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CERVIA: VIII EDIZIONE FESTIVAL DELLE ARTI - PIAZZA DEI SALINARI – CERVIA - DAL 26 AL 28 GIUGNO 2009 |
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Un weekend dedicato all’arte in strada per il festival popolare diventato negli anni un appuntamento irrinunciabile. Più di 70 artisti che lavorano in diretta, i laboratori per i bambini, gli incontri con grandi interpreti, il cinema e gli spettacoli. L’estate a Cervia (Ra) inaugura con il “Festival delle arti”, la popolare manifestazione si svolge nell’accogliente atmosfera della Piazza dei Salinari a ridosso del Porto Canale e di fronte al complesso archeologico dei Magazzini del Sale Darsena di Cervia. Organizzato dall’Associazione Culturale “Il Cerbero”, in collaborazione con il Comune di Cervia, con il patrocinio della Provincia di Ravenna e della Regione Emilia Romagna, il festival è giunto all’ottava edizione grazie al successo di pubblico conquistato. La “tre giorni” dedicata alle arti visive in strada, negli anni è diventata, per turisti e residenti, una delle feste popolari più attese dalla cittadina balneare. Centinaia di persone si radunano per assistere, come in un grande atelier a cielo aperto, alle esibizioni degli artisti che creano in diretta, mentre i bambini si organizzano tra colori, pennelli e matite sognando di diventare gli artisti del futuro. Sono 71 quest’anno gli artisti coinvolti: Silvano Angelini, Marzia Avallone, Cinzia Baccarini, Giulia Badessa, Alexandra Baglio, Irene Balducci, Serena Baroncioni, Deborah Baroni, Francesca Bartolini, Marcella Belletti Vittorio Berardi, Daniele Bianchetti, Francesca Bortolaso, Silvio Canini, Antonio Caranti, Silvana Cardinale, Gianpaolo Carroli, Barbara Casabianca, Silvia Casavecchia, Silvano Ceroni, Samuele Contarini, Pietro Coraggio, Giovanna Corsini, Gaia Cortesi, Massimo Di Bartolomeo, Daniele Di Tecco, Rino Di Terlizzi, Nicoletta Donini, Federica Fabbri, Simonetta Fontani, Donatella Forastieri, Jonathan Giordani, Carolina Gordini, Paolo Grande, Nives Guazzarini, Giancarlo Guidi, Alice Iaquinta, Claudio Irmi, Pasqualina Lacopo, Silvia Limarzi, Luisa Magarò, Mauro Magri, Giampiero Maldini, Claudia Majoli, Massimo Marchetti, Erika Marchi, Mascia Margotti, Luciano Medri, Cinzia Montanari, Vilma, Migani, Morena Mussoni, Erica Olivieri, Oria, Fabrizio Pavolucci, Riccardo Resta, Martina Roberts, Graziella Salbaroli, Loretta Samorì, Ilse Sanftl, Carla Saraceni, Francesco Scaramuzzo, Luca Scarpellini, Giorgia Severi, Maria Serra, Vincenzo Silvestroni, Margherita Tedaldi, Teresio Troll, Raffaella Vaccari, Andrea Zaffi, Maddalena Zuddas, Paolo Zanoli. Articolato e complesso il programma 2009 che a partire dalle ore 21 di venerdì 26 giugno per tutto il weekend, trasformerà il piazzale dei Salinari in uno spazio denso di atmosfere, dividendo in punti ideali la piazza tra pittori, scultori, mosaicisti e fumettisti da un lato, proiezioni e spettacoli dall’altro. Un occhio di riguardo è dedicato ai bambini, a grande richiesta i laboratori per i più piccoli vantano la bravura degli addetti alla didattica coinvolti nella kermesse. All’interno del festival si impara a costruire un aquilone con Cervia Volante, si realizzano i cartonages, si manipola la creta, si impara l’arte del mosaico con Paola Maltoni, si pittura su stoffa, infine si partecipa al laboratorio di pittura degli artisti Maldini, Irmi e Medri. Cinema. Il Festival delle Arti rende omaggio al cinema d’autore: sono proiettati tutti gli anni i Cortodoc di bellariafilmfestival anteprimadoc 2009 per il cinema indipendente italiano. Di grande interesse anche la proiezione dei corti dell’Associazione Culturale Impresa Sociale F. Lli Rosenkreuz. Inoltre una serata è dedicata ai corti d’autori indipendenti come Giacomo Banchelli e Vitaliana Pantini con “Drinnks and dreams” e “La lavandaia” a seguire Silvio Canini con “E il Dado?”. Musica. Venerdì 26 giugno apriranno il sipario sul palcoscenico del festival il gruppo Caiman. Un viaggio immaginario nel mondo della musica latinoamericana visto e interpretato dalla band argentino-cubana che da circa vent´ anni propone nelle maggiori piazze d´Italia un concerto caliente e travolgente fatto di cover d´autore e brani inediti, con: Alejandro Bruhn: Voce, Ivan Federico Bruhn : Voce, Congas, Ives Corneli Bruhn: Voce, Tastiere, Daniel Alberto Bruhn: Voce, Chitarra, Asnaldo Garcia Labarrera: Timbales, Bongos, Percussioni, Harold Ingles: Tromba. Sabato 27 il gruppo musicale Oroboro propone un repertorio originale ispirato alle aree dei Balcani della Pervia del Medio Oriente con: Fabio Cimatti ai saxofoni, Luca Savorani alla chitarra, Enrico Versari alle percussioni, Stefano Passaretti alla batteria. Infine domenica 28 giugno il concerto dei Limonchiki chiude la kermesse. Il gruppo, di giovane formazione, nato dal desiderio di eseguire e interpretare musiche popolari di diverse estrazioni è formato da 5 componenti. Fisarmonica, organetto, flauti, contrabbasso, percussioni e voci per proporre un viaggio attraverso varie culture. I Limonchiki sono: Ilaria Petrantuono, Mauro Casadio, Gabriele Naldoni, Gabriele Gnudi e Enrico Giorgi. A finire la serata l’esibizione dei Caffe’ Toubab in uno spettacolo ispirato alle poliritmie, ai canti e alle danze tradizionali del west africa incrementato da elementi scenici quali l’acrobatica, la giocolieria col fuoco e interventi di body percussion eseguiti dallo stesso pubblico. Con: Mauro Casadio: percussioni, acrobatica cori; Lorenzo Ciucci: percussioni, cori; Michele Abate: percussioni; Luca Zaccherini percussioni; Diana Botti: danze, acrobatica, giocolieria, voce; Gaia Graldi: danze e voce. Il Festival è reso possibile con il contributo: Comune di Cervia, Autorità Portuale, Consorzio Ravennate, Bolognesi e Evangelisti (Impresa Edile). Festival Delle Arti - Dalle 20. 30 alle 23. 30 - Ingresso gratuito - Informazioni: Associazione culturale Il Cerbero - cell: 335 8151821, 3334317970 - info@ilcerbero. It - www. Ilcerbero. It . |
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GIOTTO E I SAPORI DELL’UMBRIA: PRESENTATI GLI ITINERARI TURISTICI ED ENOGASTRONOMICI CHE LEGANO IL MAESTRO FIORENTINO ALLE PECULIARITÀ DEL TERRITORIO UMBRO |
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Il 18 giugno, al Vittoriano di Roma, la Regione Umbria e le Strade del Vino e dell’Olio, in concomitanza con la importante esposizione romana sul maestro fiorentino e sul percorso figurativo giottesco, hanno presentato una serie di nuovi prodotti turistici che legano gli itinerari giotteschi ai percorsi del Vino e dell’Olio, collegando gli appassionati dell’arte al buon vivere e al buon mangiare. L’obiettivo è quello di legare l’aspetto artistico anche alle tradizioni enogastronomiche con particolare attenzione all’olio e al vino proponendo, grazie ad appositi pacchetti turistici, dei fine settimana all’insegna del gusto, dell’enogastronomia, della cultura, della natura e di paesaggi unici, passando non solo per Assisi (luogo simbolo dell’arte del maestro fiorentino), ma anche per gli itinerari giotteschi più segreti e nascosti sparsi in tutta la regione. Una ricerca del tempo perduto nel presente, lungo le Strade del Vino e dell’Olio Extravergine d’Oliva Dop Umbria: un’unica lunga strada dei Rossi, dei Bianchi e del Verde-oro, legata alle principali colture e ai prodotti che più e meglio connotano il territorio, ne rappresentano l’unicità e ne costituiscono i più quotati indicatori di qualità enogastronomica. Le Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria - progetto che unisce grazie ad un Coordinamento guidato da Avelio Burini, le quattro Strade del Vino (Strada dei Vini del Cantico, Strada dei Vini Etrusco Romana, Strada del Sagrantino e Strada dei Vini Colli del Trasimeno) con la Strada dell’Olio Extravergine d’Oliva Dop Umbria – continuano in questo modo a voler rappresentare l’unicità dell’intero territorio regionale con un’azione congiunta che si sta sempre più dimostrando vincente per la promozione integrata dell’Umbria a 360 gradi e soprattutto dei suoi prodotti d’eccellenza, i vini Doc e Docg e l’Olio Dop. In questa lunga e articolata strada del gusto - le quattro Strade del Vino e la Strada dell’Olio Dop Umbria – sono, insieme alle eccellenze vino e olio, le risorse che attraggono il visitatore: splendidi paesaggi, capolavori dell’arte, prelibatezze enogastronomiche e tradizioni folcloristiche e artigianali esaltano la vocazione artistica e rurale dell’Umbria, dal lago Trasimeno incorniciato di borghi, ai vigneti del Sagrantino, dalle tracce archeologiche romane di Amelia, al fascino medievale di Bevagna e alla maestosità della rupe di Orvieto, passando per le colline olivate di Trevi e Spello e una costellazione di borghi minori. Insomma, mille combinazioni per tutti i gusti e per tutte le esigenze, nel nome di una gradevole villeggiatura o di una breve sosta dedicate al gusto e al relax in ogni mese dell’anno, complici i profumi, i colori e i sapori dell’Umbria. Per informazioni sulle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria: www. Stradevinoeolio. Umbria. It . |
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CONCERTO IL VIOLINO ROMANTICO: VENERDI’ 3 LUGLIO ORE 21.00 VILLA GIULINI |
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Si terrà venerdì 3 luglio alle ore 21. 00 presso Villa Giulini (Lazzago, Co) la serata di musica classica “il Violino Romantico” con la partecipazione del maestro Daniel Moos (pianoforte) e del premio stradivari Barbara Ciannamea (violino). Il programma comprende musiche di F. Kreisler, J. Brahms, E. Elgar, J. Massenet, M. De Falla, P. De Sarasate e V. Monti. Il concerto, inserito nell’ambito della stagione musicale “Concerti Segreti”, si terrà nel parco di Villa Giulini, una grande cornice naturalistica che conserva l’antico impianto barocco a stanze territoriali, un giardino all’italiana e uno all’inglese. Cuore della tenuta è l’antico borgo formato dal nucleo storico di Lazzago, la villa seicentesca con l’annesso giardino formale. La tenuta, un tempo di proprietà della famiglia Erba Odescalchi (tra gli ospiti illustri proprio Papa Innocenzo X Erba Odescalchi), nel 1836 è divenuta di proprietà della famiglia Giulini di Giulino, che tuttora se ne prende cura. Toe@lazzago. Com www. Grandigiardini. It Che cos’é grandi giardini italiani Fondata dieci anni fa da Judith Wade, inglese di nascita e italiana di adozione, Grandi Giardini Italiani si occupa di promuovere e far conoscere i grandi giardini italiani visitabili. Il circuito raccoglie 71 giardini in 13 regioni (dal 2005 uno anche a Malta) e rappresenta nel suo insieme 500 anni di storia del paesaggio. Per entrare a far parte di Grandi Giardini Italiani è necessario superare una selezione d’eccellenza e avere precisi requisiti: un alto valore botanico, artistico e storico e un livello di manutenzione perfetto. È grazie a questa garanzia di qualità che, ogni anno, i giardini del circuito attraggono più di cinque milioni di visitatori paganti. La scelta di Grandi Giardini di aprire un anno fa la proprio sede operativa a Como non è per nulla casuale, visto che sei dei più importanti giardini che fanno parte del circuito si trovano proprio nel territorio lariano: i giardini di Villa Giulini a Lazzago, di Villa Melzi d’Eril a Bellagio, di Villa D’este a Cernobbio, di Villa Balbianello a Lenno e di Villa Carlotta a Tremezzo e la Fondazione Minoprio. L’apertura della sede a Como è il segno di una volontà precisa: entrare a far parte integrante del territorio e della società lariana promuovendo, da una parte, iniziative culturali volte ad avvicinare il pubblico alle tematiche ambientali, e dall’altra attività che favoriscano la formazione nel settore a livello locale. Grandi Giardini Italiani ha infatti tra i suoi principali obiettivi quelli di avvicinare il pubblico, e soprattutto i giovani, all’ecosostenibile; di promuovere e organizzare convegni, giornate di studio e mostre per diffondere la conoscenza e la sensibilità verso l’ambiente, il verde storico e “d’autore”, ma anche creare un indotto economico ed occupazionale sul territorio . |
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PERUGIA: XX EDIZIONE DEL FESTIVAL “MOMENTI” |
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Ci saranno artisti provenienti da Norvegia e Lettonia, da Germania, Spagna e Turchia, ma non mancheranno spettacoli e concerti proposti da gruppi locali e nazionali durante la Xx edizione del Festival “Momenti”, la rassegna internazionale di teatro, danza, video, musica e cultura giovanile che si svolgerà da venerdì 26 giugno a domenica 26 luglio al Parco della Pallotta di Perugia. Il programma è stato presentato stamani a Palazzo Donini da Federico Menichelli, presidente di “Lavori in Corso”, l’associazione culturale che ha organizzato l’iniziativa, e da Rossano Pastura, in rappresentanza dell’assessorato alla Cultura della Regione Umbria, uno degli enti che l’hanno patrocinata. Oltre alle esibizioni aperte al pubblico, tutte con inizio in tarda serata, il calendario prevede anche 18 giorni di incontri tra gruppi di giovani provenienti da tutta Europa. “Il festival - ha detto Menichelli - sarà infatti il luogo più adatto per concretizzare il Progetto comunitario ‘Gioventù In Azione’ finalizzato ad uno scambio multilaterale europeo. Il suo spirito - ha aggiunto - sta nella nostra volontà di unire una dimensione sperimentale al desiderio di aggregare la comunità perugina”. Secondo Pastura, “Momenti” è un evento da “far crescere” e rappresenta uno degli appuntamenti culturali che in Umbria “ancora riesce a dare spazio ai giovani artisti e alle compagnie emergenti che, altrimenti, non avrebbero visibilità”. Negli anni passati, il festival ha ospitato, tra le altre, compagnie come Fontemaggiore, Area Piccola, Liminalia, Teatro di Sacco, Casa delle Culture, Tieffeu, Dance Gallery, Photopassion, Free Dance, gli Scavalcamontagne di Marsciano, l’associazione Harvey di Gualdo Cattaneo, il Gruppo Danza Contemporaneamente di Spoleto, il Centro Studi Danza di Umbertide, Lagodarte di Castiglione del Lago, Ciformaper, Moon Walker Studio Dance, Uthopia tra Cielo e Terra sulla Strada del Sagrantino, Emergency. Molte sono state, e continuano ad essere, le collaborazioni con gruppi e artisti appartenenti alla più ampia realtà di ricerca nazionale: fra questi, Marco Paolini, l’attrice Catie Marchand dello storico Living Theatre, l’attore e narratore Roberto Anglisani, l’argentino Hector Malamud, il regista Fernando Solanas, il musicista Manuel De Sica, l’Associazione nazionale dei Teatri Invisibili. Altrettanto numerosi sono stati gli scambi con la maggior parte dei paesi europei, ma anche con l’Argentina e il Messico. Per ulteriori informazioni: tel. /fax 075. 35473 - www. Ass-lavoriincorso. It . |
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MUSICULTURA CALA I SUOI ASSI |
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Un brindisi con spumante rigorosamente marchigiano per la Ventesima edizione di Musicultura che gia` dalle premesse si preannuncia´ incandescente. Sia per le sorprese annunciate in conferenza stampa dal direttore artistico Piero Cesanelli e che si susseguiranno all´Arena Sferisterio il 26-27 e 28 giugno per la finale presentata da Fabrizio Frizzi, con ospiti del calibro di Pfm, Alice, Irene Grandi, Simone Cristicchi, Banco, New Trolls, Capossela e molti altri, sia per le iniziative collaterali, dalla degustazioni di prodotti tipici e vino locale alla lettura di poesie, alla celebrazione di Fabrizio De Andre`, fondatore di Musicultura insieme al poeta Giorgio Caproni, ai concerti in piazza a Macerata e alla presentazione dell´ultimo libro di Zavoli. Poi la gara, per aggiudicarsi il premio di ventimila euro posto in palio dall´Ubi Banca popolare, per i sei finalisti (su 800 partecipanti). Il plauso del Presidente Gian Mario Spacca e` andato anzitutto ai giovani che con la loro musica tengono alto il livello della manifestazione e delle Marche: ´Vent´anni, tempo di bilanci ´ ha detto Spacca ´ Musicultura e` l´esempio di che cosa riescono a fare la determinazione, il coraggio e la bravura artistica, anche con pochi mezzi a disposizione. Dobbiamo ringraziare tutta l´organizzazione di Musicultura per quest´evento straordinario che da` immagine e qualita` alla nostra regione e soprattutto questi giovani talenti che dimostrano ogni volta vitalita` e professionalita`. Ecco dunque l´obbligo per le istituzioni tutte ad incentivare e sostenere tale iniziativa che ben rappresenta la qualita` e l´eccellenza espressa dalle Marche´. ´Musica e Cultura si incontrano a Macerata in un evento nazionale e internazionale ´ ha aggiunto l´assessore Vittoriano Solazzi ´ a testimonianza di quanto l´eccellenza sia anche nella musica d´autore, tutt´altro che evento secondario o di nicchia, visto il successo che ha da vent´anni con la partecipazione del fior fiore della canzone italiana! Per la Regione Marche anche questa rassegna e` uno strumento prezioso di promozione e di conoscenza che ci qualifica a tutti i livelli´ . |
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TRENTO: LA GRANDE MUSICA SI ALTERNA ALLA RIFLESSIONE |
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Nella due giorni di “Sentiero di Pace” le esibizioni musicali di artisti italiani e stranieri si alternano con gli interventi di sei importanti nomi del teatro e della scrittura. David Riondino, Aram Kian, Laura Curino, Serena Sinigaglia, Mario Perrotta e Ascanio Celestini propongono letture e nuove creazioni sul tema della pace espressamente ideate per l’evento roveretano. Due giorni dedicati al dialogo tra i popoli, attraverso il linguaggio universale della musica e anche attraverso le parole di sei narratori i quali, partendo da proprie creazioni o attingendo dal patrimonio mondiale della letteratura e del teatro, propongono un personale viaggio tra storie e temi legati alla pace. In occasione di “Sentiero di Pace”, il 27 e 28 giugno dalle ore 20, dalle sale del Palazzo dell’Istruzione, nelle adiacenze del Mart, davanti ai microfoni di Radio 2 Rai si alterneranno, David Riondino, Aram Kian e Laura Curino (sabato 27) e Serena Sinigaglia, Mario Perrotta e Ascanio Celestini (domenica 28). A presentarli sarà Massimo Cirri, voce e volto di “Caterpillar”. La scelta dei testi proposti dai “narratori” spazia tra i generi letterari di ogni tempo. Si comincia con David Riondino, artista eclettico che si muove tra musica, scrittura, televisione, radio e cinema, che leggerà Il bosco degli animali, un racconto di Italo Calvino, tratto dalla raccolta Ultimo viene il corvo. A seguire, Aram Kian, attore formatosi alla “Civica scuola d´arte drammatica Paolo Grassi” e ora regista. Proprio dal suo ultimo lavoro Synagosyty, propone un adattamento ideato per “Sentiero di Pace” dal titolo G2 Generazione Seconda: storia di un ragazzo italiano, figlio di un iraniano e di un´italiana, che viene considerato senza appello, un immigrato. La serata di sabato vede infine anche la presenza di Laura Curino, fondatrice, assieme a Gabriele Vacis, di Laboratorio Teatro Settimo e, oggi, una delle voci più rappresentative del teatro di narrazione al femminile. Per l’evento roveretano reciterà Geremiade, un testo scritto espressamente per Sentiero di Pace. In un percorso che vede la musica lasciare il posto alle parole e viceversa, la prima voce narrante a percorrere l’etere domenica 28 giugno, sarà quella di Serena Sinigaglia. Giovane ma già affermata regista, creatrice di un teatro profondo, puro ed energico, si cimenta in un personalissimo “Guerra e pace”. Una riflessione su questi due temi, che prende spunto da vari passaggi storici: dalla guerriglia rivoluzionaria di Che Guevara agli scontri tra polizia e manifestanti al G8 di Genova, dall´attentato terroristico alle Twin Tower alla shoah e ai massacri di civili nell´Unione Sovietica di Stalin e nella Cecenia, teatro di quotidiane violazioni dei diritti umani perpetrate dagli uomini di Putin. Uno sguardo su un mondo nel quale la pace sembra morta e la guerra più viva che mai. Mario Perrotta, già noto e apprezzato nella nostra provincia non solo per i propri lavori attenti alle tematiche dell’emigrazione, ma anche per l’opera “Prima Guerra” dedicata al conflitto del ´14-´18 visto con gli occhi delle popolazioni di confine trentine, si presenta a Rovereto con “La pace di Eraclito” nel quale ragiona su questo bene prezioso, partendo dal paradigma filosofico del noto filosofo di Efeso e del suo arco: gli uomini, per capire che cosa sia la pace hanno dovuto prima inventarsi la guerra. Ancora oggi pensiamo alla prima come ad una assenza della seconda. In caso contrario, forse, ce ne dimenticheremmo e prederemmo anche i suoi molti nomi: pax, paix saalam, shanti, vrede, musango… L’ultimo intervento è affidato ad una delle voci (e volti) più note del nuovo teatro italiano: Ascanio Celestini. Da sempre indagatore della narrazione orale che ha proposto nei suoi spettacoli o anche in monologhi per programmi televisivi come “La storia siamo noi” e “Parla con me”, l’attore romano questa volta racconta ne “Il piccolo paese” la storia di un pacifico centro abitato, delle disavventure dei suoi cittadini e dei suoi governanti. Un giorno il piccolo borgo viene colpito da una terribile epidemia e sarà un semplice becchino a suggerire la cura per farlo tornare a vivere in pace. L’evento è organizzato da Radio Rai, Ebu, Assessorato al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, Trentino S. P. A. , Comune di Rovereto, Apt di Rovereto e Vallagarina, Mart, Fondazione Opera Campana dei Caduti e della Pace, Museo Storico Italiano della Guerra con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. |
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MILANO: MOSTRA “SCAPIGLIATURA UN ‘PANDEMONIO’ PER CAMBIARE L’ARTE” A PALAZZO REALE |
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Il 26 giugno apre a Palazzo Reale la mostra “Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare l’arte”, dedicata al celebre movimento artistico e letterario che si sviluppò dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad inizio Novecento. “La mostra di Palazzo Reale – ha detto l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory – riscopre questa corrente che trovò in Milano il suo centro propulsivo. Saranno esposte 250 opere tra dipinti, sculture, incisioni, fotografie, testi e spartiti musicali. Facendo propria, in questo modo, la vocazione del gruppo che è stato un antesignano nella concezione di ‘un’arte totale’, in cui si fondono, ad esempio, letteratura, scena e musica nel più puro spirito wagneriano”. “L’esposizione – ha aggiunto l’assessore – ricorda i protagonisti di questo movimento nell’impeto delle loro creazioni artistiche in una Milano che è di nuovo palcoscenico di letture teatrali, esecuzioni musicali, pièces e proiezioni cinematografiche. Per riassaporare insieme il clima della Scapigliatura senza farne una caricatura, al contrario cogliendone l’intatta interrogazione”. Trentotto gli artisti presenti in mostra, da Giovanni Carnovali detto Il Piccio a Daniele Ranzoni, da Tranquillo Cremona a Giuseppe Grandi, da Gaetano Previati a Medardo Rosso, a Pierre Troubetzkoy, per celebrare un movimento che seppe coinvolgere tutte le arti. La mostra, che rimarrà aperta fino al 22 novembre, si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana ed è promossa dal Comune con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano. L’esposizione è curata da Annie-paule Quinsac, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Giuseppe Farinelli per la letteratura, Paolo Repetto per la musica, Gaetano Oliva per il teatro, Anna Finocchi per i rapporti con l’architettura. Durante il periodo della mostra, presso la Biblioteca di via Senato verrà approfondito l’aspetto letterario e giornalistico del movimento con la mostra “La Scapigliatura e Angelo Sommaruga”, che presenta per la prima volta il “Fondo di Angelo Sommaruga”, una preziosa raccolta tra lettere, biglietti postali, cartoline (fra cui alcune inedite di Gabriele D’annunzio e Giosuè Carducci), volumi e riviste fra cui “Cronaca Bizantina” e “Forche Caudine” di cui è stato editore. Per tutta la durata della mostra, a Milano sono in programma esecuzioni musicali, liriche, letture di testi, pièce teatrali, proiezioni cinematografiche. Sono stati ricostruiti anche alcuni itinerari tipici degli scapigliati: osterie, caffè e atelier, come quello di Eugenio Pellini di via privata Siracusa 6. Il percorso espositivo è organizzato per periodi storici e prende il via dalla sezione Gli anni ’60 La nascita di un’estetica. Qui si trovano le opere de Il Piccio, un precursore che, nelle ultime stagioni della sua vita, elaborò una pittura sfumata, tutta d’atmosfera, e di Federico Faruffini, che sperimentò l’intensità coloristica intesa come lingua delle emozioni, accanto al quale s’incontrano i lavori di Filippo Carcano, innovatore nel linguaggio pittorico ma meno propenso all’intimismo. I protagonisti della sezione Gli anni ‘70. Il momento d’oro sono Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona e Giuseppe Grandi che, in sodalizio, elaborarono la ‘macchia’ scapigliata e la scultura pittorica, sostituendo al finito accademico, basato sul disegno della forma, una materia fluida, in cui la forma è colore carpito alle zone d’ombra, suggerendo, e non descrivendo, il reale. Gli anni ’80 è dedicata all’affermazione della scultura scapigliata che prende avvio dal rifiuto del concetto rinascimentale di statuaria come plastica e apre così la via alla cosiddetta “scultura impressionista”. In mostra si trovano i lavori di Giuseppe Grandi, del quale per la prima volta vengono presentati i gessi - restaurati per l’occasione - del monumento alle Cinque Giornate, di Ernesto Bazzaro, del giovane Paolo Troubetzkoy, allievo di Ranzoni, del primo Leonardo Bistolfi e di Medardo Rosso. L’ultima sezione, Gli anni ‘90, evidenzia come, in pittura e scultura, l’apporto delle nuove leve permette l’elaborazione di un vero e proprio accademismo del linguaggio scapigliato (come nel caso dello scultore Eugenio Pellini o del pittore Camillo Rapetti), mentre la visione scapigliata diventa un banco di prova per i futuri “divisionisti”, come ad esempio Gaetano Previati. Informazioni: www. Comune. Milano. It/palazzoreale . |
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