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Notiziario Marketpress di Venerdì 29 Gennaio 2010
LA CITTÀ DI SEGRATE COMPIE 140 ANNI - UNA MOSTRA RACCONTA UN SECOLO E MEZZO DI STORIA DEL COMUNE NEL NUOVO CENTRO CIVICO “CASCINA OVI”  
 
Domenica 31 gennaio alle ore 10. 15 si terranno l’inaugurazione del Centro civico “Cascina Ovi” – Via Olgia (angolo via Cassanese) e la presentazione della mostra “Segrate 1870-2010: 140 anni di storia comune, tradizioni, immagini”. Segrate festeggia il suo secolo e mezzo di vita come comune unito, con l’assetto e il territorio attuali, raccontandosi nella prima mostra in assoluto che ne ripercorre la storia, attraverso documenti, immagini, oggetti, di ieri e di oggi, e i progetti di domani. Con il Regio Decreto 5167 del 21 giugno 1869, entrato in vigore il 1 gennaio 1870, Vittorio Emanuele Ii sopprimeva i comuni di Rovagnasco e Novegro aggregando il loro territorio a quello di Segrate. Finiva così il processo di unificazione degli attuali quartieri iniziato con Redecesio, annesso nel 1849. La storia della città di Segrate come comune unico, è cominciata da qui. Una raccolta di documenti, immagini, oggetti, con molti contenuti multimediali e “touch screen” per muoversi in modo interattivo tra passato, presente, futuro, racconta le radici contadine di Segrate, tra fontanili e cascine, e quello che la città è diventata nel tempo: una realtà dinamica, dalle tante eccellenze, che ha saputo crescere e cambiare guardando al futuro. La mostra è allestita nello spazio museale realizzato nella trecentesca Cascina Ovi, che, recuperata nella sua bellezza originaria, diventerà un importante centro di cultura e aggregazione, ritrovo e punto di riferimento per la vita e le attività della Segrate di oggi. In occasione dei 140 anni della storia di Segrate, l’associazione culturale Il Sinantropo e il Comune lanciano un concorso di pittura estemporanea che si svolgerà nei mesi estivi. Il soggetto, da rappresentare con tecnica libera, sarà la nostra città in tutte le sue sfaccettature. Maggiori informazioni arriveranno a breve. Una medaglia ricordo con lo stemma araldico del Comune è stata realizzata per i 140 anni della storia di Segrate. La mostra “Segrate 1870-2010: 140 anni di storia comune, tradizioni, immagini” sarà aperta a Cascina Ovi – Via Olgia (angolo via Cassanese) dal martedì al sabato, dalle 10. 00 alle 12. 30, e il giovedì e il venerdì dalle 15. 00 alle 18. 30. Prati, marcite, campi coltivati, alberi e canali, mulini, strade bianche all’incrocio delle quali sorgevano le cascine. E poi le cave di sabbia e ghiaia, richieste dallo sviluppo della vicina Milano, che la presenza dei fontanili trasformò in piccoli e grandi laghi, come quello di Redecesio, uno dei primi spazi attrezzati per il tempo libero. La mostra racconta i luoghi della Segrate di ieri. La vita contadina è stata ricostruita attraverso gli attrezzi del lavoro agricolo e quelli necessari per l’allevamento e la cura del bestiame. Sono state ricostruite anche una cascina, che era il cuore della comunità, e una cucina, l’ambiente più vissuto, riprodotta in dimensioni reali, con elementi recuperati da cascine vicine, come la Lirone, e utensili che appartengono a famiglie segratesi da generazioni e generazioni. La mostra dà spazio al lavoro femminile di un tempo, ma si troveranno anche abiti, trini e belletti, particolari della moda di allora, dove l’eleganza era privilegio per poche. Sulla scala che dall’ingresso del centro civico conduce al piano superiore, fotografie in cui qualche segratese forse avrà modo di riconoscersi raccontano la storia della prima metà del secolo scorso. Una sezione della mostra ospita anche una selezione di documenti dell’archivio storico comunale in cui ritroviamo gli eventi che segnarono la storia di Segrate, ma anche curiosità legate al vivere quotidiano. Costruito intorno al 1920 perchè anche Milano avesse uno scalo per gli idrovolanti, l’Idroscalo fu la prima importante infrastruttura realizzata sul territorio del Comune. Qualche anno dopo lì vicino sarebbe nato l’aeroporto di Linate. Mentre immagini e pannelli ne ricostruiranno la storia, nello spazio della mostra sembrerà pronto al decollo un vecchio Dakota della Lai, Linee Aeree Italiane. Su una parete, un’elica ricorderà gli esordi dell’epopea del volo, prima dell’arrivo degli aerei a reazione. Una parte della mostra è dedicata alla Segrate di oggi e al suo sviluppo, ai suoi luoghi di interesse e alle testimonianze urbanistiche e architettoniche di rilievo internazionale che si trovano sul territorio. Un’altra sezione illustra invece, la “Nuova Segrate”, quella dei grandi interventi, in primis il Centroparco, che la stanno portando a essere una città vicina, per eccellenza e qualità della vita, ai più moderni centri internazionali. La mostra è stata pensata come luogo vivo in cui ritrovare il passato e immaginare il futuro, senza tralasciare il presente. Mappe interattive e postazioni multimediali permetteranno di viaggiare virtualmente tra la Segrate di oggi e quella di ieri e scoprire, nello stesso modo, anche i progetti di domani. Sarà possibile inoltre approfondire i contenuti tematici di maggiore interesse. Dalla ricostruzione della vita in cascina, dei metodi di allevamento del bestiame, dell’orto che con i suoi frutti bastava al sostentamento delle famiglie alla riproduzione della falda da cui nacquero i fontanili, che trasformarono le cave di sabbia e ghiaia in laghi: la mostra vuole essere percorso e spazio didattico per gli studenti. Le scuole potranno prenotare visite inviando un fax all’Ufficio Scuola del Comune, al numero 02. 26902304, o scrivendo all’indirizzo mail servizi. Educativi@comune. Segrate. Mi. It. Uno straordinario contributo alla realizzazione della prima mostra in assoluto sulla storia della città, dopo la raccolta prevalentemente iconografica di “Segrate dalle radici al futuro”, è stato dato da cittadini e associazioni che hanno messo a disposizione oggetti, fotografie, lettere, effetti personali. La raccolta è volutamente un “work in progress”, aperto a tutti coloro che vorranno inviare materiale, documenti, ricordi per arricchirne i contenuti. La prima testimonianza di Cascina Ovi risale al 1346. Negli Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano di quell’anno vengono infatti nominate le “Cassine de Ove de la Pieva de Segrà”, ovvero le Cascine degli Ovi inferiore e superiore. Al Cardinal Giovanni Paolo della Chiesa, proprietario nel Xvi secolo, si deve forse la presenza di una zampa di leone in marmo rosa incastonata nell’edificio, proprio di fronte alla vicina Chiesetta del Crocefisso. La Cascina, con la grande aia rettangolare, era il cuore della vita e dell’attività contadina. I campi circostanti erano coltivati a erba per le mucche da latte, riso, granoturco e frumento. Nelle marcite si riuscivano a fare anche 13-14 tagli d’erba l’anno. Tra gli abitanti della cascina esisteva una ferrea gerarchia: alle strette dipendenze del padrone c’era il fittavolo, con tutta la famiglia. Poi, il fattore, il fatùr, che vigilava su ogni cosa e distribuiva ogni giorno il lavoro da svolgere, quindi il camparo, il campè, addetto alla conduzione delle acque. Infine, il caporale, responsabile dei contadini che usavano la falce. Degli animali si occupavano cavallanti, garzoni e il cavalantin. Poi c’erano i mungitori (i famei) e i manzolai (manzulè). Tutti vivevano stabilmente nella cascina con le rispettive famiglie. Ma c’erano anche gli artigiani specializzati: l’uomo che faceva il formaggio, il lattè, il falegname, legnamè, il fabbro-maniscalco, ferrè, il selè, che aggiustava i finimenti degli animali da lavoro. Figura di passaggio era il tupè, addetto alla caccia e alla cattura delle talpe che infestavano la campagna rovinando i raccolti. La cascina ospitava dunque tra le proprie mura una piccola comunità in sè autonoma, dove i ritmi dell’esistenza individuale erano modellati sui tempi della campagna e della vita in gruppo. Il cuore della comunità di un tempo mantiene oggi la sua funzione di punto di riferimento e diventa centro civico e museo, spazio della memoria e luogo di cultura e aggregazione. Qui si svolgeranno anche incontri, convegni, rassegne. La cascina, con i suoi edifici e le sue attività, era un microcosmo autonomo. Oggi, perfettamente integrata nel contesto cittadino, con le sue funzioni e i suoi spazi, lo valorizza e lo arricchisce di servizi. Si crea una continuità nuova tra Lavanderie e Milano Due, già collegati dalla passerella che attraversa la Cassanese, dalle piste ciclopedonali e dagli spazi verdi realizzati in precedenza. La Segrate di ieri ritrovata unisce due quartieri e regala eccellenza alla città. Nell’ambito del programma integrato di intervento che ha interessato il comparto di Cascina Ovi, Comune e operatore privato si sono posti l’obiettivo di recuperare gli edifici e gli spazi esterni e realizzare un sistema di piazze e cortili tra i fabbricati agricoli e la Chiesa del Crocefisso. Il Comune ha curato in particolare la ricostruzione e la riqualificazione della parte di Cascina che ospitava le stalle al piano terra e i fienili al primo piano e che andò distrutta nel 1944 a causa della caduta di un aereo. Cotto naturale e legno richiamano i materiali originali, coppi e travi a vista legano il presente al passato. E’stata recuperata anche l’Arla, impalcatura di legno che serviva per immobilizzare le mucche tra due tronchi orizzontali nelle operazioni di medicazione e pulizia. Nel volume retrostante a questa particolarissima testimonianza delle nostre origini contadine, dove un tempo c’era la stalla sono stati sistemati gli impianti tecnici del nuovo edificio. Al piano terra del centro civico sono già attrezzate un’aula studio per i giovani e una saletta con postazioni internet fisse, anche se, grazie alla tecnologia wi-fi, si potrà navigare “senza fili” in tutto l’edificio. Ci saranno poi la biblioteca e un’emeroteca –sala lettura con giornali e riviste. Al primo piano si aprono il museo, che funzionerà anche come spazio espositivo, e una sala conferenze dotata delle più avanzate tecnologie multimediali e con circa cento posti a sedere. Il portico esterno, dove è conservato uno degli ultimi carri agricoli che hanno caratterizzato il passato contadino della città, sarà un accogliente punto di ritrovo soprattutto nella bella stagione. Su due pareti dello spazio espositivo di Cascina Ovi, sono stati riprodotti gli affreschi del Quattrocento che si possono ammirare nella Chiesetta del Crocefisso e quelli più tardi, del 1700, “strappati” durante il recupero dell’oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Con il benestare della Soprintendenza ai Beni Culturali, queste pregevoli testimonianze artistiche del passato, dalla Parrocchia di Lavanderie, dove sono attualmente custodite, troveranno sistemazione nel Museo di Segrate .  
   
   
MILANO: A PALAZZO REALE DAL 25 FEBBRAIO LA MOSTRA “SCHIELE E IL SUO TEMPO”  
 
Dal 25 febbraio al 6 giugno Palazzo Reale ospiterà la mostra “Schiele e il suo tempo”, realizzata dal Comune in collaborazione con il Leopold Museum di Vienna, dove ha sede la maggiore raccolta al mondo di opere del grande artista austriaco. Curata da Franz Smola, conservatore del museo austriaco, l’esposizione presenta circa 40 dipinti e opere su carta di Schiele, accompagnati da altrettanti capolavori di Klimt, Kokoschka, Gerstl, Moser e vari altri protagonisti della cultura viennese del primo Novecento. “Egon Schiele e la Vienna del primo Novecento rivivono nelle sale di Palazzo Reale con la grande esposizione promossa dal Comune di Milano che pone al centro dell’attenzione una stagione della Mitteleuropa attraversata da un intenso fermento culturale e insieme dalle contraddizioni e dai conflitti che porteranno alla prima guerra mondiale – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. L’obbiettivo è, infatti, quello di restituire al pubblico la ricchezza di un’epoca irripetibile e di una città-simbolo, Vienna, che in quegli anni rappresenta il tormentato destino del vecchio Continente”. La mostra ricostruisce attorno alla figura di Egon Schiele, il clima culturale di Vienna nei primi anni del Xx secolo, partendo dalla fondazione della Secessione, attraversando le tendenze espressioniste della generazione successiva, fino al 1918, anno segnato dalla fine della prima guerra mondiale e dalla morte di Klimt e Schiele. Un breve ma intenso periodo, in cui Vienna, da centro della cultura mitteleuropea, diventa teatro di rovina della vecchia Europa. Tra le opere di Schiele si potranno ammirare Donna inginocchiata in abito rosso (1910), Moa (1911), Autoritratto con alchechengi (1912), Case con bucato colorato (1914), Donna accovacciata con foulard verde (1914), Nudo disteso (1917). Accanto ad esse altri capolavori dell’Espressionismo austriaco come Ritratto di Henryka Cohn del 1908 di Richard Gerstl, Venere nella grotta del 1914 di Koloman Moser, Autoritratto con una mano che sfiora la guancia del 1918-1919 di Oskar Kokoschka, che per la prima volta sono riuniti insieme in un progetto ambizioso, completo ed esaustivo. Schiele nasce nel 1890 a Tulln, una cittadina nei pressi di Vienna. A quell’epoca, la capitale asburgica conosce una straordinaria crescita demografica ed è un centro commerciale e culturale fiorente e di forte richiamo, riferimento per le menti più vivaci dell’impero. Il clima artistico è animato in quegli anni dallo scontro di correnti di stampo opposto e dall’affermarsi di spinte innovative quali, prima fra tutte, la Secessione fondata nel 1898 e presieduta da Gustav Klimt. Essa riconosce all’arte il ruolo di forza propulsiva, ma anche di denuncia della realtà e, in quanto tale, di forza redentrice dal falso moralismo della società dominante. L’inclinazione a contenuti simbolici, così come l’abbandono della prospettiva, la centralità della figura umana incastonata in uno spazio piatto, sono elementi tipici dell’arte secessionista, ripresi ed estremizzati dall’Espressionismo. All’epoca della fondazione della Secessione, Schiele è solo un bambino, sebbene artisticamente dotato e con una forte passione per il disegno. Più tardi, studente dell’Accademia, il suo stile sembra aver già assorbito molto delle innovazioni della nuova corrente artistica e, in particolare, della lezione di Klimt. Ma già un anno dopo queste relazioni sembrano superate. In un lasso di tempo brevissimo, infatti, in Austria, e più propriamente a Vienna, si assiste allo sviluppo di controtendenze, ovvero di tendenze espressioniste, da parte di giovani artisti “dissidenti”, primi tra tutti Schiele, Kokoschka, Gerstl, appartenenti alla generazione successiva a quella di Klimt, Moll, Moser e di altri secessionisti. Tutto ciò accade in un frangente storico significativo, cioè mentre l’Impero Asburgico avanza nel proprio declino, mettendo in crisi un mondo dalle fondamenta secolari. Non a caso, proprio in questo momento storico, mentre Freud scrive l’Interpretazione dei sogni, interrogandosi sulle pulsioni e le paure umane, a Vienna forti spinte creatrici demoliscono i saldi principi delle maggiori arti. Se in ambito musicale Schönberg introduce il metodo dodecafonico, dal punto di vista prettamente formale, il vincolo della linea netta e regolare tipico della Secessione, viene superato a favore di un tratto più libero e sciolto – si pensi all’ultimo Klimt – per diventare tormentato nei giovani Schiele e Kokoschka. Ciò che accomuna sotto la stessa etichetta i giovani artisti, è il rifiuto della tradizione, l’uso di un segno primitivo ed elementare, l’impiego antinaturalistico del colore, la tendenza alla deformazione e alla riduzione delle forme a pure sagome (particolarmente evidenti in Albin Egger-lienz), un linguaggio pittorico convulso e corposo, come per Anton Kolig nelle cui opere, le campiture cromatiche e le costruzioni spaziali sono tipiche del Fauvismo e memori di Cézanne; o nelle opere di Herbert Boeckl, pittore del secondo Espressionismo, che sintetizza la poetica di Schiele e Kokoschka con quella cezanniana. Dal punto di vista concettuale, l’attenzione degli espressionisti per l’auto rappresentazione, per i soggetti tratti dalla vita privata e per le vicende autobiografiche, deriva da un forte individualismo, dalla perdita del senso d’appartenenza a una collettività e persino a un movimento artistico. Schiele, come Kokoschka e Gerstl, spettacolarizzano la fisicità dei corpi, ma il corpo non è altro che il tramite verso l’interiorità dei personaggi rappresentati. Quindi, non è il mero dato oggettivo ciò su cui i tre artisti indagano, ma l’introspezione dell’Io e dunque, il peso psicologico delle espressioni e dei gesti. L’attrazione di Schiele per la fisicità inizia a diventare predominante a partire dal 1910, anche grazie alla frequentazione con artisti di discipline che fanno del corpo stesso il proprio strumento, come il mimo Erwin van Osen e la danzatrice esotica Moa. Come Freud, anche Schiele si addentra nell’animo umano. Prima di lui, nessun altro artista era stato così spregiudicato nel ritrarre le pulsioni più intime delle proprie modelle. La sua composizione perde i “bizantinismi” di Klimt, a favore di una maggiore essenzialità, il disegno è più nervoso e immediato, lo spazio si annulla, i punti di vista sono arditi e inconsueti, le posture disarticolate e sgraziate tanto da rendere i corpi mutili e ridotti nelle parti anatomiche. Anche nella rappresentazione dei paesaggi, Schiele rinuncia a qualsiasi connotazione topografica, rinnegando la prospettiva, tanto da ridurli a una giustapposizione di forme geometriche. Solo più tardi, durante la guerra, il suo stile diventa significativamente più realistico, le figure acquistano maggiore tridimensionalità, ma l’indagine dell’interiorità del soggetto non viene mai meno. Anche il dato biografico dei singoli artisti gioca un ruolo fondamentale nella loro produzione. Basti pensare alle vicende personali di Schiele. Ai passaggi dolorosi della propria infanzia, come la morte del padre malato di depressione, si unisce un carattere da vero borderline. La vita dissoluta condotta con l’amante Wally Neuzil (la donna dai capelli rossi e dagli occhi verdi che campeggia in molti suoi disegni), l’esperienza del carcere in seguito all’accusa di abuso su minori, vanno di pari passo con la crescita della sua visibilità nel panorama artistico, all’interno del quale egli partecipa attivamente, esponendo presso le maggiori istituzioni di Vienna, Berlino, Dresda, Praga e Zurigo. Ma la sua carriera viene stroncata da una morte prematura, all’età di soli 28 anni. A rendere la mostra un evento di primo piano, oltre alla bellezza delle opere esposte, contribuisce anche la collaborazione con il Leopold Museum di Vienna, la cui raccolta di capolavori (in parte messa a disposizione del pubblico italiano, proprio grazie alla mostra di Palazzo Reale) è depositaria di un momento cruciale della storia che ha profondamente segnato l’intera cultura europea del secolo scorso .  
   
   
MILANO: L’ASSESSORATO ALLA CULTURA DEL COMUNE DI MILANO E LA FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA PRESENTANO A PALAZZO REALE LA PRIMA GRANDE MOSTRA, PER RICCHEZZA E COMPLETEZZA, DEDICATA ALLA VASTISSIMA PRODUZIONE ARTISTICA DI GILLO DORFLES: DIPINTI, CERAMICHE, GIOIELLI  
 
Sotto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e con i Patrocinii dei Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri, l’iniziativa si propone di celebrare la figura poliedrica di Gillo Dorfles (Trieste 1910), ponendo l’accento sulla sua identità di artista, oltre che critico d’arte ed estetologo con laurea in medicina e psichiatria, in rapporto alla città di Milano. Verranno infatti esposte circa 150 opere tra dipinti, disegni, sculture, grafiche, gioielli e ceramiche dagli esordi metafisico-surreali all’adesione al Movimento Arte Concreta nel decennio 1948-1958, fino alle recenti, originalissime composizioni pervase da una sottile ironia. Fin dagli anni giovanili – i primi lavori risalgono agli anni ’30 - Dorfles si è dedicato con passione alla pittura, seguendo una vena metafisica surreale. Si tratta di composizioni fantastiche dipinte a tempera grassa all’uovo, una tecnica usata dai maestri del ‘400 e adottata in tempi moderni da pochi, raffinati pittori. Nel 1948, con Munari, Soldati e Monnet, è tra i fondatori del Movimento Arte Concreta, movimento d’avanguardia che reagisce polemicamente tanto ai dogmi della figurazione quanto a quelli dell’astrazione postcubista. In quest’ambito, centrale diviene il ruolo di Dorfles quale critico e teorico. I “concretisti italiani” si battono per l’assoluta libertà e indipendenza dell’arte da qualunque ideologia, ponendosi in polemica diretta contro ogni condizionamento esteriore all’arte e soprattutto contro la pittura neorealista, vittima di strumentalizzazioni politiche. Gli aderenti al Mac aspirano a consolidare legami con il mondo della produzione, il loro desiderio di crescita industriale li rende attenti alle nuove tecniche e ai nuovi materiali in una città, come Milano, attraversata da un forte desiderio di ricostruzione e di sviluppo dopo i drammatici eventi bellici. Altro tema centrale per il Mac è rappresentato dalla sintesi delle arti, un effettivo rinnovamento del gusto alla luce della interdisciplinarientà in tutti i settori della vita moderna, fondendo in un unico corpo pittura, scultura, design, architettura, grafica. Questa auspicata collaborazione tra gli artisti del Mac e il mondo dell’industria italiana porterà alla realizzazione di alcune mostre in cui l’arte viene posta al servizio della tecnica; ricordiamo le due tenutesi alla Saletta dell’Elicottero a Milano, nel 1952, che vedono la partecipazione anche di Dorfles: Materie plastiche in forme concrete e 2° Mostra di Esperienze e di Sintesi tra le Arti: Studi per forme concrete nell’Industria Motociclistica. Segue un periodo di inattività artistica, in cui Dorfles pubblica numerosi libri, tra i quali “Le oscillazioni del gusto”, “Il Kitsch”, nonché numerosi volumi dedicati all’architettura e al design. Insegna nel frattempo Estetica presso l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Cagliari. Agli inizi degli anni ‘80 riprende a disegnare e a dipingere, creando inediti personaggi, organismi anomali, indefinibili, nati da contaminazioni tra mondo umano, animale e vegetale, fluttuanti e dinamici in un perenne processo di evoluzione: una pittura libera, carica di immagini fantastiche, dove l’immagine torna nell’opera, non più dalla natura esteriore, ma piuttosto da quella interiore dell’artista, assumendo gli infiniti aspetti e la poesia che le relazioni delle forme suggerite dalla fantasia possono determinare. In mostra saranno esposte circa 150 opere, in prevalenza dipinti e opere grafiche, ma anche ceramiche, gioielli e una serie di fotografie. Oltre alla collezione personale dell’artista e di altre collezioni private italiane, verranno presentate opere provenienti da musei italiani, tra cui il Csac – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma. Completano l’allestimento una sezione fotografica dove verranno presentati i ritratti dell’artista insieme ad amici intellettuali ed artisti; una sezione documentaria con i volumi più celebri di Dorfles e un video con interviste a Dorfles a cura di critici e artisti. Mazzotta - Dorfles è un binomio che nasce con la pubblicazione del “Kitsch”, nel 1968. Giunto alla sua settima edizione, il volume di Gillo Dorfles esamina il fenomeno dilagante, subdolo e corrosivo del kitsch, sempre più insinuato nelle strutture della società dei consumi di cui è diretta emanazione. Successivamente, nel 1979, Mazzotta pubblica “Mode & Modi”, altra bibbia del costume contemporaneo. L’attività del pittore è parallelamente seguita dal mecenate e collezionista Mazzotta, che acquista una serie di sue opere. In seguito, nel 2001, Mazzotta pubblica il catalogo della mostra su Dorfles e gli artisti del Mac, tenutasi al Pac. Presso le Edizioni Mazzotta sta per essere ultimato il catalogo ragionato dell’opera di Dorfles, a cura di Luigi Sansone, quale indispensabile strumento per conoscere l’intera produzione dell’artista. Il nuovo progetto di Palazzo Reale nasce dall’esigenza di rendere pienamente conto dell’imponente vena artistica di Gillo Dorfles, in assoluta autonomia rispetto alla dimensione del critico e saggista. Oltre al Catalogo ragionato delle opere di Gillo Dorfles, di prossima pubblicazione presso le Edizioni Mazzotta (a cura di Luigi Sansone con testi del curatore e di Claudio Cerritelli e una ricca antologia critica), in mostra sarà in vendita un volume dal formato più ridotto, Gillo Dorfles pittore, con le opere in mostra e un saggio di Luigi Sansone. L’esposizione dovrà essere vissuta dalla città di Milano come un omaggio ad una figura a tutto campo di artista e intellettuale, che ha partecipato da protagonista a un serie di movimenti artistici del Xx secolo, ma ha anche espresso una poetica personale molto variegata e sempre interessante. Una sezione didattica verrà allestita all’interno della mostra, per rendere meglio fruibile l’operato dell’artista alle scuole di ogni ordine e grado . .  
   
   
TRIESTE, CASTELLO DI MIRAMARE: IL BACIO. UN CAPOLAVORO PER L’ITALIA  
 
La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, delle cui celebrazioni, che si concluderanno nel 2011, si fa promotore il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’esposizione ruota intorno al capolavoro del pittore Francesco Hayez (1791-1882), indiscusso caposcuola del romanticismo italiano: “Il bacio”. L’opera, che più di ogni altra in Italia rappresenta gli ideali dell’epopea risorgimentale, raffigura con particolare realismo una scena interpretata già all’epoca come “il bacio del volontario”, costretto a scegliere tra l’amor di patria e l’amore individuale. Di questo celeberrimo dipinto si presenta al pubblico la versione che Hayez realizzò nel 1861, quale dichiarato omaggio all’appena costituita Unità italiana, allusa nel tricolore scelto per le vesti dei due amanti che si baciano appassionatamente. Preludio dell’atto politico da cui nacque l’Italia, l’opera nella versione del 1861 divenne il simbolo delle lotte risorgimentali, essendo sintesi formale delle istanze patriottiche di Hayez e di un preciso momento storico. Hayez si trovò a operare proprio quando la pittura, alla stregua del romanzo storico a sfondo patriottico, divenne un mezzo per diffondere nell’animo degli italiani una comune coscienza di nazione e libertà. Il quadro presente in mostra, successivo di due anni alla nota versione della Pinacoteca di Brera, è di collezione privata come lo sono i tre rari acquarelli di Hayez che i visitatori potranno inoltre ammirare: “L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta” (1830 ca. ), “Un pensiero malinconico” (1842), “Il bacio” (1859). Il capolavoro viene esposto in una residenza asburgica, importante vetrina della città di Trieste e sito romantico per eccellenza, luogo ideale per accogliere l’opera più popolare di Hayez, divenuta icona del Romanticismo italiano. A completare l’esposizione saranno presenti pannelli esplicativi in italiano e inglese e la proiezione di un video che ripercorre la storia dei più famosi baci della cinematografia italiana. Fino a domenica 15 agosto 2010. Www. Castello-miramare. It .  
   
   
TRIESTE: PROTOCOLLO PER MUSEO SUL CARSO GORIZIANO  
 
Il più grande museo d´Europa dedicato alla Prima guerra mondiale, un museo unico, realizzato all´aperto con tecniche interattive per promuovere il turismo sul Carso goriziano come luogo unico in cui si fondono valori storici ma anche ambientali e paesaggistici. Lo prevede il Protocollo d´intesa siglato oggi a Trieste tra la Regione Friuli Venezia Giulia, il ministero della Difesa, la Provincia e la Camera di commercio di Gorizia, i Comuni del Carso isontino. Il documento è stato sottoscritto dal sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, dal presidente della Regione Renzo Tondo, dal presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, da quello della Camera di commercio Emilio Sgarlata e dai sindaci dei sei Comuni interessati (Doberdò del Lago, Fogliano Redipuglia, Monfalcone, Sagrado, Savogna d´Isonzo, Ronchi dei Legionari). Alla firma erano presenti anche il prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu, il commissario generale Onoranze ai Caduti in Guerra generale Vittorio Barbato e il sindaco del capoluogo isontino Ettore Romoli. "Il ministero della Difesa - ha detto il sottosegretario Cossiga - ha il compito di tutelare la memoria e la sacralità dei luoghi. Crediamo che l´accordo firmato oggi sia di estrema importanza, lo consideriamo anzi un modello su come realizzare nel migliore dei modi questo obiettivo". Il presidente Tondo ha sottolineato come i luoghi della memoria, di cui il Friuli Venezia Giulia è ricco, rappresentino un patrimonio storico da trasmettere alle nuove generazioni ma anche un´occasione di promozione turistica e quindi di sviluppo per l´intera regione. Siamo di fronte a un progetto condiviso da tutte le istituzioni che, ha rilevato ancora il presidente, ha mobilitato energie, risorse umane e finanziarie. Per il presidente della Provincia di Gorizia Gherghetta "oggi si realizza un sogno". La Provincia, che secondo il Protocollo avrà il ruolo di Ente coordinatore, intende lanciare un bando di idee su scala europea. L´obiettivo è portare a termine il progetto entro il 2011, con un investimento stimato in 4,8 milioni di euro. L´idea del museo all´aperto parte dalla constatazione che il territorio del Carso si presenta come un ambiente naturale suggestivo ma poco curato, come un sito storico di grande interesse ma non ancora sufficientemente valorizzato e adeguatamente conosciuto dai turisti. Per far scoprire e riscoprire il Carso si punta quindi alla sistemazione organica dei luoghi e delle testimonianze della memoria della Prima guerra mondiale, per "metterli a sistema" e raccordarli poi in percorsi tematici che sappiano valorizzare la storia e nello stesso tempo l´ambiente circostante. Di questi luoghi della memoria un elemento centrale è proprio la zona monumentale del Monte San Michele, sottoposto all´alta sorveglianza del Commissariato generale Onoranze dei Caduti in guerra.  
   
   
GORIZIA: FUTURISMI DI FRONTIERA  
 
Tre delle più rilevanti istituzioni di Gorizia - il Comune, la Provincia e la Fondazione Cassa di Risparmio - si sono messe insieme per dar vita a un progetto culturale organico: tre mostre, incontri, manifestazioni tutte intorno al tema "Gorizia, Futurismi di Frontiera". Dove la frontiera è da un lato quella geografica, con la vicina Slovenia e più in generale con il vicino Oriente europeo, ma anche culturale, seguendo la linea di demarcazione segnata dal futurismo tra modi diversissimi di interpretare la realtà. Progetto che si articola in tre diverse mostre ospitate in contemporanea nel capoluogo isontino. Dal 28 novembre 2009 al 28 febbraio 2010 sono visitabili “Futurismo. Filippo Tommaso Martinetti, l’avanguardia giuliana e i rapporti internazionali” e “Gli anni Trenta. Omaggio a Tullio Crali”. Visitabile dal 19 dicembre al 1° maggio 2010 invece è “Futurismo – Moda – Design. La ricostruzione futurista dell’universo”. A completare le proposte del progetto “Gorizia, Futurismi di Frontiera” saranno incontri, laboratori didattici, letture, in un susseguirsi di proposte ed iniziative che contribuiranno a fare di Gorizia la città di riferimento per le celebrazioni futuriste per un territorio ampio, italiano certo ma anche dei Paesi contermini. Ciò che le mostre goriziane evidenziano è infatti la dimensione internazionale del grande movimento italiano, il suo influsso sull´avanguardia tedesca, la nascita e lo sviluppo dei movimenti d´avanguardia collegati al Futurismo nell´area giuliana e in particolare nel mondo culturale sloveno, nonché i rapporti (ricchi e quasi inesplorati) con il mondo dell´avanguardia europea. Da sabato 28 novembre 2009 a domenica 28 febbraio 2010 e da sabato 19 dicembre 2009 a sabato 1° maggio 2010. Www. Turismofvg. It .  
   
   
UDINE: PROGETTO "FORTEZZA TAGLIAMENTO"  
 
Sottrarre al degrado ed all´oblio le fortificazioni esistenti lungo il Tagliamento che sono legate alla Grande guerra per valorizzarle e promuoverle sia dal punto di vista culturale che turistico in Italia, Europa e nel mondo. E´ questo lo scopo del progetto "Fortezza Tagliamento", presentato oggi a Udine e concernente varie iniziative, che l´Associazione di storia militare Military Historical Center (Mhc) intende realizzare in collaborazione con lo Stato Maggiore dell´Esercito, la Regione, l´Università e la Provincia di Udine, il Conservatorio J. Tomadini ed il Museo memoriale di Verdun in Francia. Il progetto, che per gli organizzatori dovrà avere una ricaduta sul territorio in termini occupazionali per le giovani generazioni, prevede il recupero di ben 35 fortificazioni esistenti sul territorio che va da Chiusaforte al mare. Il Mhc si propone così di conservare la memoria e di avvicinare, con l´utilizzo di approcci e tecnologie moderni, il tema della prima guerra sotto vari punti di vista "lontano" dai giovani. "Trattasi di un´operazione attuale e moderna - ha commentato l´assessore regionale alla Cultura Roberto Molinaro -, che la Regione è ben felice di sostenere poiché porterà ad una nuova considerazione ed ad una rilettura di quel passato, così come darà un´utilizzazione futura agli immobili nei quali si riconoscono le comunità locali". Il Mhc, dopo aver instaurato rapporti di collaborazione diretta con i vari Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale, ha già stipulato una convenzione pluriennale con il Musèe Mémorial de Verdun (presente alla conferenza il direttore), che comporterà uno scambio di mostre sulle fortificazioni e sulla guerra in generale e lo sviluppo di una serie di convegni storici, sia in regione che in Francia. Tra le iniziative in corso di realizzazione è da citare anche la convenzione recentemente stipulata tra gli organizzatori e l´Università di Udine per l´istituzione di borse di studio riguardanti le discipline di turismo-storico, storia contemporanea, architettura fortificata ed informatica al fine della preparazione dei master universitari europei nelle stesse materie. Per il progetto il Mhc può già contare sul sostegno del territorio attraverso la partecipazione diretta delle amministrazioni comunali di Chiusaforte, Cavazzo Carnico, Gemona, Osoppo, Buja, Pinzano al Tagliamento, Ragogna, Colloredo di Montalbano, Rive d´Arcano, San Daniele, Fagagna, Moruzzo, Tricesimo, Montenars, Tarcento, Codroipo, Sedegliano, Latisana, Teor, Varmo e Precenicco, tra le quali è prevista la creazione di un futuro consorzio. In conclusione l´assessore Molinaro, ricordando come il turismo legato alla prima guerra mondiale sia uno dei pochi del settore ad essere in costante crescita, ha sottolineato la singolarità dell´ambizioso progetto "che creerà un´unica rete d´infrastrutture riguardanti la Grande guerra sul territorio regionale e porterà ad una riappropriazione di una parte della storia locale" .  
   
   
PRIMAVERA D’AUTORE PER RACCONTARE UN GOLFO: ANCHE QUEST’ANNO PRENDE IL VIA LA RASSEGNA FESTA DI PRIMAVERA CHE PONE AL CENTRO L’ARTE NELLE SUE FORME PIÙ DIVERSE AVENDO COME SCENARIO LO SPLENDIDO GOLFO DIANESE  
 
Il Golfo Dianese diventa protagonista già nei primi mesi dell’anno con la nuova edizione della rassegna Primavera d’Autore, un contenitore di eventi che durerà fino alla fine del mese di maggio. Musica, teatro, letteratura e qualsiasi altra forma d’arte in grado di stimolare i cinque sensi troveranno il loro spazio tra i sette Comuni del Golfo. Un territorio che è il fiore all’occhiello della Provincia di Imperia, un’insenatura naturale tra le più belle della Riviera dei Fiori che costituisce un’importante destinazione turistica del Ponente ligure. I suoi comuni: Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Cervo, Villa Faraldi, Diano Arentino, Diano Castello e Diano San Pietro, si caratterizzano per la bellezza dei luoghi e per l’importanza delle tradizioni, diventando così location suggestive per ospitare i numerosi eventi della manifestazione. Il calendario degli appuntamenti prevede una grande stagione teatrale al Teatro Politeama Dianese di Diano Marina che ospiterà attori del calibro di Lella Costa in “Nelle lande scoperchiate del fuori”. A San Bartolomeo al Mare spazio alla letteratura, con “Il tea con l’autore”. Una serie di incontri dedicati agli scrittori liguri. Cervo, come da tradizione, dedicherà i suoi appuntamenti alla grande musica con la Rassegna Giovani Musicisti nelle date 8-9 e 15-16 maggio. Anche la fotografia trova spazio, con una serie di mostre organizzate nel Castello dei Clavesana, sempre nel suggestivo borgo di Cervo. Diano Arentino invita tutti gli sportivi il 24 di aprile alla passeggiata trekking sul Pizzo d’Evigno, tra le orchidee e le aromatiche spontanee. Chi invece al camminare preferisce l’ascoltare, il 2 maggio all’Oratorio di Diano Arentino verrà ospitato il Concerto di fisarmoniche “Dal melodramma a Gershwin tra intermezzi popolari”. Tra gli appuntamenti imperdibili del mese di maggio non si può mancare alla Festa Patronale di San Nicolò sul tema dell’aria (mostra fotografica, voli in elicottero e banda musicale) nel centro storico di Diano Castello. Infine l’appuntamento con il gusto e la solidarietà. I Comuni di Cervo e Diano Castello ospitano il concorso dolciario “Dolcezze di Primavera”. Un dolce appuntamento che prevede la battitura all’asta di tutte le torte presentate al concorso e il ricavato verrà donato alla Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori). Un programma ricco e diversificato che raccoglie una quarantina di appuntamenti in grado di soddisfare i gusti di tutti i curiosi e soprattutto di raccontare una terra magica e piena di fascino. Fra il mare e la montagna c’è una Liguria ancora da scoprire.  
   
   
BOLZANO: STAGIONE INVERNALE NEI CENTRI VISITE DI QUATTRO PARCHI NATURALI  
 
Durante la stagione invernale sono aperti al pubblico quattro di sette Centri visite dei Parchi naturali. Accanto alle esposizioni permanenti è possibile ammirare mostre itineranti dedicate a temi particolari. L´offerta si completa di altre attrazioni per conoscere ed apprezzare le peculiaritá degli habitat naturali altoatesini. Benché i Centri visite siano strutturati ed allestiti in modo differente, a tutti sottende un´unica concezione: solleticare l´interesse del visitatore verso i vari aspetti naturalistici in modo accattivante attraverso illustrazioni ed esposizioni, ma anche offorendo la possibilità di interazione, soprattutto per i giovani ospiti, con oggetti da manipolare, microscopi e laboratori creativi. Presso il Centro visite Vedrette di Ries-aurina a Campo Tures è possibile ammirare la mostra "Nel regno dell´aquila reale". Ogni martedì, inoltre, dalle ore 16. 00 alle 18. 00, per i bambini c´è il laboratorio creativo di Daksy Al Centro visite Dolomiti di Sesto a Dobbiaco sono esposte due mostre. Fino al 13 febbraio è possibile vistare l´esposizione "Evolution" realizzata dall´Istituto pedagogico italiano in occasione dell´anno darwiniano, mentre per tutta la stagione invernale presso il centro sarà ospite la mostra realizzata dall´Ufficio caccia e pesca della Provincia "Il ritorno del cinghiale". La mostra itinerante "Parco naturale Puez-odle. Espressioni di un paesaggio" è ospite presso il Centro visite Fanes-senes-braies a San Vigilio di Marebbe. In mostra vi sono 18 modelli e sculture realizzati nell´ambito del concorso indetto dall´Ufficio parchi naturali della Provincia e dall´associazione "Unika" di Ortisei per celebrare il trentennale del Parco naturale Puez-odle. Inoltre grazie ad un simulatore di volo è possibile visitare virtualmente i parchi naturali altoatesini secondo la prospettiva dei volatili. Infine, al Centro visite Puez-odle a S. Maddalena/funes inaugurato solo tre settimane fa, l´esposizione permanente è incentrata sulla geologia e consente grazie a riprese aeree di conoscere nei dettagli l´area montuosa della zona nella sua unicità. Tutti e quattro i Centri visite sono aperti fino al sind bis 31 marzo 2010, da martedì a sabato, dalle ore 9. 30 alle 12. 30 e dalle 16. 00 alle 19. 00. A Carnevale, Giovedì Grasso e Martedì Grasso, resterranno chiusi di pomeriggio. L´ingresso è libero. Informazioni: www. Provincia. Bz. It/parchi. Naturali .  
   
   
MILANO: MUSEO DIOCESANO DI MILANO PERSONALE DI GIOVANNI FERRARIO  
 
Dal 29 gennaio al 28 febbraio 2010, al Museo Diocesano di Milano si tiene il nuovo appuntamento di Mudi Contemporanea, con la personale di Giovanni Ferrario, L’orto dei semplici. L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, presenterà una serie di lavori recenti e inediti dell’artista milanese (1973). La cifra caratteristica dell’opera di Ferrario risiede nell’utilizzo di materiale molto fragile, degradabile, organico, come fiori, verdura, candele e altro. Attraverso questi materiali, Ferrario costruisce delle piccole composizioni-sculture che, poste sul piatto dello scanner, vengono digitalizzate, stabilizzandole e fissandole nel tempo, prima che deperiscano definitivamente. La mostra al Museo Diocesano proporrà il video L’orto dei semplici; le immagini sono state catturate utilizzando la medesima tecnica, ovvero eseguendo delle scansioni di un mazzo di margherite che, mosse durante l’operazione di acquisizione, assumono dei colori che non appartengono alla normale cromia dei fiori ma, al tempo stesso, spezzandosi, danno vita a nuove forme e rimandano a un’idea di delicatezza e di caducità. Accanto a esso, si troverà la serie Corteccie: sono cinque libri - Vanità, Cosmicomiche, Devozioni domestiche, La traversata dell’oasi, Storia semplice – realizzati con stampe digitali su carta cotone. Anche in questo caso, Ferrario pone sul piatto dello scanner le copertine dei volumi originali, le muove in modo tale che il testo assuma delle colorazioni particolari e la resa che ne risulta sia visibilmente distorta; in questo modo, l’artista milanese raggiunge il risultato di fondere in una sola immagine, forma e contenuto. Come afferma Paolo Biscottini nella presentazione del volume L’orto dei semplici. Dialogo sull’immagine e sull’arte (Edizioni Biblion) che accompagna la mostra, “Giovanni Ferrario raccoglie elementi rarefatti della natura e li propone in un nuovo insieme, dove è possibile valutare l’intensa poesia del dettaglio: petali, fili d’erba, pistilli. Ciò che resta di un fiore. In una successione indeterminata di immagini si viene ricomponendo un giardino ideale, dove è possibile riconoscere la verità della bellezza dalle sue sofisticazioni. Ciò che era, ancora sarà, perché questo è il miracolo dell’arte. E questa la questione dell’immagine, a cui l’artista non può sfuggire. Non solo l’idea, non solo il concetto, ma ciò che ancora prima dell’idea, del concetto l’occhio vedeva, le dita toccavano… margherite, erbe”. Giovanni Ferrario ha insegnato all’Istituto Europeo di Design di Milano e dal 2004 insegna Fenomenologia e critica d’arte presso l’Università Cattolica di Milano. Nel 2007 pubblica per Utet Passeggiata minima e nel 2009 con Stefano Arienti il libro d’artista La danza delle polveri, per le edizioni Corraini. Nel 2003 vince il Computer art award presso il Mart di Rovereto. Tra le numerose mostre si ricordano quelle presso il Museo della Permanente (Milano), C/o Care of (Milano), Cact (Bellinzona), Isola Art Center (Milano), Analix Forever (Geneve), Gian Ferrari Arte Contemporanea (Milano), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Luciano Inga-pin Contemporary Art (Milano), Galleria Neon (Bologna), Corraini arte contemporanea (Mantova), Armory (Perugia), Mart (Rovereto), Gam Civica Galleria d’arte Moderna (Gallarate). Info: Giovanni Ferrario - Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95) - 29 gennaio - 28 febbraio 2010 - Orari: dal martedì alla domenica, 10-18, lunedì chiuso - Biglietti: intero: 8 Euro; ridotto 5 Euro; solo il martedì: 4 Euro - Catalogo: Paolo Biscottini - Giovanni Ferrario, “L’orto dei semplici. Dialogo sull’immagine e sull’arte” (Edizioni Biblion) - tel. 02. 89420019 - info. Biglietteria@museodiocesano. It - www. Museodiocesano. It .  
   
   
MILANO: “MI CHIAMO STEFI E TU?”, UNA MOSTRA ITINERANTE DI FUMETTI MULTILINGUE  
 
Si chiama Stefi ed è lo straordinario personaggio nato negli Anni Settanta dall’altrettanto straordinaria fantasia di Grazia Nidasio. Dal “Corriere dei Piccoli” che l’ha resa celebre e amata, la Stefi oggi esce per accompagnare una mostra itinerante di fumetti multilingue e laboratori didattici dal titolo “Mi chiamo Stefi e tu?”, che “debutta” a Milano dove sarà allestita nel Cortile d’Onore di Palazzo Litta in corso Magenta dal 5 al 27 febbraio 2010. Prodotta da Caminito S. A. S. Agenzia letteraria e curata da Ivan Giovannucci, in un progetto condiviso con la Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici della Lombardia, il patrocinio del Touring Club Italiano, in collaborazione con Touring Junior, Provincia di Pavia Assessorato alla Solidarietà sociale e Parità e Fondazione Adolescere, la mostra è composta da 40 pannelli con 46 tavole a colori in italiano, cinese, arabo, spagnolo e inglese. E dopo Milano, la mostra sarà al Palazzo delle Arti di Napoli fino al 10 aprile, alla Fondazione Adolescere di Voghera sino alla fine del mese e quindi andrà in tournée attraverso l’Italia dal Veneto alla Sicilia, dall’Emilia Romagna alla Puglia. Il 5 febbraio a Milano l’inaugurazione è in programma alle 11. 00 nella Sala Azzurra di Palazzo Litta in corso Magenta 24, alla presenza del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia Mario Turetta, del Presidente del Touring Club Italiano Roberto Ruozi e della creatrice del personaggio di Stefi, Grazia Nidasio. La mostra sarà visitabile a ingresso libero tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 9. 00 alle 17. 00. Stefi è uno dei più famosi personaggi dell’autrice di fumetti, disegnatrice e sceneggiatrice Grazia Nidasio. Nasce nel 1969 sul Corriere dei Ragazzi dapprima quale comprimaria nelle avventure del personaggio Valentina Mela Verde, nel ciclo dei fumetti durato fino al 1976. Da questa data in poi, Stefi inizia ad apparire autonomamente sul Corriere dei Piccoli e da allora il suo colloquio con i ragazzi più piccoli, suoi coetanei, si è svolto attraverso diverse forme di fumetto: dal diario alla posta sceneggiata, dall’avventura ecologica al Tg Zero, il telegiornale di notizie narrate per i bambini. Attualmente appare settimanalmente sul Corriere della Sera come vignetta di attualità nelle Pagine della Cultura. I cartoni animati della Stefi sono in onda su Rai Tre. Alla mostra sono inoltre collegati alcuni laboratori didattici ideati da Carlo Carzan dell’Associazione Culturale “Così per Gioco” che ben esprimono il progetto di accoglienza contenuto nel progetto. I giochi e le sperimentazioni laboratoriali saranno infatti volte a sviluppare gli scambi verbali e di scrittura attraverso un viaggio nelle emozioni di un bambino, nel suo quotidiano rapporto con gli amici e soprattutto con gli adulti. Un viaggio che diventa multiculturale quando con Stefi ci rendiamo conto che a ogni latitudine e in qualsiasi paese c’è sempre qualcosa che ci accomuna. Perché la felicità, la rabbia, la curiosità, l’amore, la vita in famiglia sono emozioni che appartengono a italiani, tedeschi, spagnoli, rumeni, cinesi, arabi, europei, africani, asiatici,… insomma, a ogni bambino del mondo, perché ogni bambino del mondo ha dentro di sé un pezzetto di Stefi, quella bambina che dal suo apparire ne combina di tutti i colori e che dunque diventa un po’ simbolo di infanzia serena, intensa, pura, quella che, proprio con Stefi, si chiede “perché ai bambini si possono fare tante domande e ai grandi no?” e che non accetta mai una regola senza prima averla capita. E così, tra quelle domande impertinenti eppure così semplici, tra quelle critiche a un mondo di adulti fatte con la testa di un bambino che sa ragionare, ecco nascere questa mostra itinerante che è pensata per far dialogare i bambini, anche di diverse etnie, sul loro rapporto con i coetanei e con gli adulti, attraverso un percorso di alfabetizzazione emotiva. Proprio per questo motivo le attività di laboratorio e i giochi legati alla mostra sono pensati per relazionarsi con gli altri in modo verbale, scritto, ludico. Giochi alla scoperta dell’altro attraverso aspetti della sua personalità, ma anche sui diversi modi di salutarsi nel mondo, sui modi di dire, sul conoscersi e sul raccontarsi paragonandosi a pianeti circondati da satelliti importanti, sull’amicizia, ma anche sul riuscire a sorridere a se stessi e agli altri. Il tutto in una sorta di viaggio creativo nei diversi paesi del mondo. Non solo: i sedici giochi ideati da Carlo Carzan per i laboratori saranno raccolti in un catalogo di 48 pagine ideato da Caminito. La quota di partecipazione al laboratorio, comprensiva dell’abbonamento alla rivista Touring Junior (8 numeri l’anno) e la tessera vantaggi e sconti riservata ai piccoli Soci Touring è di 65 euro a classe (+ 2 euro per ogni bambino non socio Touring) .  
   
   
PIANCAVALLO AVRÀ UN "PARCO ACROBATICO FORESTALE"  
 
Il vicepresidente della Regione Fvg con delega al Turismo, Luca Ciriani, ha annunciato che Piancavallo si doterà nei prossimi mesi di una nuova infrastruttura turistica, un "parco acrobatico forestale". Sarà un incrocio fra un parco a tema e un percorso naturalistico, con numerose piattaforme sugli alberi, collocate a diverse altezze e collegate tra loro da varie strutture di attraversamento come ponti di corde, ponti nepalesi, tibetani e teleferiche. I percorsi così costruiti offriranno un´esperienza ludica basata su giochi di equilibrio e abilità motorie, e potranno essere affrontati da adulti e bambini in completa sicurezza grazie a imbracature e altri strumenti simili a quelli usati nelle ferrate. I diversi percorsi corrisponderanno a cinque differenti livelli di difficoltà, descritti come nello sci con un sistema di colori che va dal giallo (molto semplice), al nero (difficilissimo). A questi si aggiungeranno le zone baby per bambini sotto i 5 anni e percorsi ad altezze di poco superiori al metro per bambini più grandi. "Si tratta di una importante novità - ha commentato Ciriani - che potrà essere realizzata grazie ad uno stanziamento di 180mila euro di Promotur Spa, già assegnato al Comune ed ora esplicitamente destinato alla realizzazione del parco. Sarà un´opera rivolta ad un pubblico molto vasto, dalle famiglie con bambini piccoli fino agli sportivi amanti delle arrampicate, che si potranno cimentare con i percorsi più impegnativi. La Regione - ha aggiunto il vicepresidente - crede molto nell´importanza turistica di Piancavallo e questo nuovo intervento, mirato ad ampliarne ulteriormente l´offerta soprattutto estiva, aiuterà gli operatori ad allungare la stagione oltre i classici mesi invernali". Sulla stessa lunghezza d´onda il vicesindaco di Aviano, Mauro Vita, che ha commentato: "Ringrazio il vicepresidente Ciriani per aver creduto e sostenuto questo progetto, che non sarebbe mai partito senza una forte volontà politica tanto del Comune quanto della Regione che lancia così un ulteriore messaggio di fiducia verso Piancavallo. Il parco acrobatico offrirà una esperienza divertente ma anche didattica; essendo completamente immerso nel bosco potrà essere usato infatti anche dalle scuole per avvicinare i più giovani alla natura. Contiamo di poterlo inaugurare già nel luglio di quest´anno, fornendo così la nostra località di una nuova attrazione per il periodo estivo, che sta diventando sempre più importante per il turismo di Piancavallo" .  
   
   
ROVIGO: MOSTRA TIEPOLO: IL ´700 VENETO, PINACOTECA DI PALAZZO ROVERELLA, 30 GENNAIO 2010 - 13 GIUGNO 2010  
 
Alcuni lo conoscono solamente per un´opera da Guiness: il più esteso affresco unitario di tutti i tempi e luoghi: 5500 metri quadri di finissima pittura per l´enorme cupola ellittica (anch´essa da primato, essendo la più grande al mondo) del Santuario di Vicoforte, in Piemonte. Un´opera colossale, più o meno delle dimensioni di un intero campo da calcio, considerata il capolavoro del barocco piemontese, affrescata per celebrare la Beata Vergine e, insieme, la gloria di Casa Savoia. Mattia Bortoloni (Canda di Rovigo, 1696 - Bergamo, 1750), famoso, e molto richiesto in vita, è passato poi nel dimenticatoio, considerato "solo" come uno dei migliori aiuti di Giovan Battista Tiepolo, al punto che in non pochi capolavori del grande maestro è ancora oggi difficile distinguere ciò che si deve al pennello dell´uno o dell´altro. Negli ultimi 20 anni, studi più approfonditi hanno gradualmente portato a riscoprire la grandezza del tutto autonoma di Bortoloni. Oggi è possibile dire, senza remore, che egli fu artista straordinario, originalissimo, "soffocato" in vita e nella fama dall´aver operato con i titani dell´arte veneta del Settecento, dal veronese Balestra (di cui fu allievo) ai Tiepolo. La mostra, curata da Alessia Vedova, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dall´Accademia dei Concordi, e dal Comune di Rovigo, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza, con il patrocinio e la collaborazione della Regione del Veneto e della Provincia di Rovigo. La grande esposizione propone una selezione di capolavori del Bortoloni vis à vis con una trentina e più di opere straordinarie dei Tiepolo, del Piazzetta, del Ricci, i "titani" del Settecento Veneto. Tra i capolavori esposti, vanno segnalate fondamentali opere giovanili del Tiepolo come la "Gloria di San Domenico" e le "Tentazioni di Sant´antonio", accanto a prove di soggetto mitologico quali "Diana e Atteone" e "Il Giudizio di Mida" concesse dalle Gallerie dell´Accademia di Venezia. Del Piazzetta sarà in mostra una struggente pala raffigurante l´ "Estasi di San Francesco" proveniente dal Museo Civico di Vicenza, accanto ad una prova giovanile di Sebastiano Ricci raffigurante "Ercole al Bivio", proveniente dalla storico Palazzo Fulcis di Belluno. Di Giambattista Pittoni saranno messe a confronto due tele, la prima ispirata ai temi di Torquato Tasso che raffigura "Olindo e Sofronia", ancora di impaginazione seicentesca, la seconda, "Diana e le ninfe" che è già di gusto rocailles. Del maestro del Bortoloni, Antonio Balestra, saranno presenti in mostra una inedita "Natività" e due straordinarie tele, provenienti dal monastero benedettino di San Paolo d´Argon, recuperate dopo un lungo intervento di restauro. La mostra sarà arricchita da una preziosa sezione di bozzetti dei più grandi frescanti del Settecento: oltre ai Tiepolo (Giambattista e Giandomenico), Piazzetta ed allo stesso Bortoloni, anche Diziani, Crosato, Fontebasso, Guarana che di quest´arte furono gli ultimi grandi epigoni. A completare, per la prima volta, una fotografia di gruppo della quale, per troppo tempo, era stato dimenticato uno dei protagonisti: quel Mattia Bortoloni che di questa grande mostra è il fulcro. Bortoloni fu artista tanto apprezzato da ottenere, a soli 20 anni, un incarico ambitissimo come quello di affrescare gli interni di Villa Cornaro a Piombino Dese, capolavoro del Palladio. Un´impresa in cui egli, giovanissimo, seppe anticipare il rococò che il suo futuro compagno di strada e di lavoro, Gianbattista Tiepolo, seppe poi declinare in modo magnifico. Luci e ombre accompagnano la sua lunga carriera che, insieme ad altri ma molto spesso da solo, lo ha visto impegnato in una attività ciclopica anche per quei tempi, in grandi lavori a Venezia, nel Veneto, Lombardia, Piemonte. Tra i suoi capolavori i cicli affrescati per il Duomo di Monza, per il Santuario della Consolata e per Palazzo Barolo a Torino, per Palazzo Clerici e Palazzo Dugnani a Milano, Villa Vendramin Calergi a Fiesso Umbertiano, Villa Albrizzi a Preganziol, Villa Raimondi a Birago di Lentate e Visconti-citterio a Brignano d´Adda, le Chiese veneziane dei Santi Giovanni e Paolo e di San Nicolò ai Tolentini, Ca´ Sceriman e Ca´ Rezzonico, sempre a Venezia, sino al suo capolavoro assoluto, l´imponente ciclo per il Santuario di Vicoforte, più di 5 mila metri quadri di finissimo affresco per la cupola ellittica più grande del mondo. L´affresco più grande mai dipinto, per dare immortalità al pantheon di Casa Savoia. All´attività di frescante Bortoloni affiancò quella di grande autore di teleri, opere dove la necessità del racconto va di pari passo con una del tutto originale capacità interpretativa. Per ovvi motivi è soprattutto questa importante produzione ad essere indagata dall´attesa mostra di Palazzo Roverella. Sono opere spesso studiate per la prima volta, attribuzioni inedite, tele mai svelate al pubblico e altre difficilmente visibili, opere che restituiscono a Bortoloni la fama, meritatissima, di cui godette al suo tempo, prima di trovarsi offuscato dalla magnificenza dell´arte tiepolesca. In queste pale, Bortoloni si dimostra pittore dotato di estro e originalità. Sono composizioni impaginate in modo antiaccademico, ironico, talvolta irriverente, certamente in controtendenza rispetto alla pittura religiosa dell´epoca. La tela con San Tommaso di Villanova dell´Accademia dei Concordi rappresenta in questo senso uno degli esiti più alti: Bortoloni segna infatti il superamento della tradizione tardo seicentesca sorprendentemente in anticipo rispetto anche al grande Tiepolo e, come dimostrano i due teleri con l´Adorazione dei Magi e dei Pastori di Fratta Polesine (Ro), in piena consonanza con le innovazioni del Pittoni e del Ricci. Ciò che in mostra fisicamente non può esserci, ovvero i grandi cicli affrescati, vi compare in versione multimediale. La mostra si avvale infatti di un sistema integrato di tecnologie e apparati multimediali che esaltano la piacevolezza e l´interattività della fruizione: il visitatore avrà infatti modo di esplorare gli spazi e i contenuti espositivi in modo estremamente accattivante grazie all´utilizzo di tour e ricostruzioni virtuali, proiezioni 360°, installazioni multimediali con postazioni touch screen, integrandosi e arricchendo non solo le esistenti ambientazioni scenografiche e gli apparati museali ma anche dando la possibilità di collegamenti visuali e tematici a contenuti che non sono fisicamente esposti, nonché a illustrare con completezza il valore del progetto di valorizzazione culturale del territorio. La mostra pone particolare attenzione anche ai visitatori sordi e non vedenti: sono stati infatti predisposti servizi ad hoc, con visite guidate con il linguaggio dei segni e una presentazione in braille per non vedenti con contenuti tratti dal catalogo. Bortoloni Piazzetta Tiepolo: Il ´700 Veneto, Rovigo, Pinacoteca di Palazzo Roverella, via Laurenti 8/10; 30 gennaio 2008- 13 giugno 2010. Informazioni: Pinacoteca di Palazzo Roverella, Tel. 0425 460093. Cell. 348 3964685; www. Palazzoroverella. Com - info@palazzoroverella. Com. Mostra a cura di: Alessia Vedova. Comitato Scientifico: Marisa Elisa Avagnina; Caterina Bon Valsassina; Marina Dell´omo; Fabrizio Magani; Paola Marini; Giuseppe Pavanello; Giandomenico Romanelli; Leobaldo Traniello. Catalogo: Silvana Editoriale.  
   
   
MILANO: MOSTRE 2010. DA GOYA A DALI’ PASSANDO PER CINA E PAESI ARABI: UN CALENDARIO INTERNAZIONALE CHE PORTA L’ARTE PER LE STRADE DELLA CITTA’  
 
Arte antica, moderna e contemporanea, fotografia, moda, design, installazioni pubbliche ed esposizioni didattiche. Dopo il grande successo di pubblico registrato nel 2009, con oltre un milione e trecentomila visitatori (+30% rispetto al 2008), l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano ha studiato per il 2010 un nuovo e più ricco calendario di mostre che verranno ospitate all’interno delle sedi espositive del Comune: Palazzo Reale, Pac Padiglione d’Arte Contemporanea, Palazzo della Ragione, Gam - Galleria D’arte Moderna, Rotonda di Via Besana, Castello Sforzesco. Spazio anche alla città che sarà protagonista di una serie di esposizioni e istallazioni di altissimo livello. Accanto alle mostre, inoltre, il 2010 regalerà alla città 3 nuovi importanti spazi dedicati all’arte e alla cultura: il Museo del ‘900, Palazzo Morando –Costume, Moda, Immagine e il Museo del Fumetto. “Sono orgogliosa di presentare il cartellone delle mostre 2010 di Milano che conferma l´importante ruolo internazionale della nostra città – ha esordito il Sindaco Letizia Moratti - Anno dopo anno cresce il numero dei visitatori. Milano sa essere attrattiva con proposte culturali e artistiche che riscuotono successo di pubblico, mettendo pazientemente in coda estimatori in arrivo da tutto il mondo. Forte del proprio risultato, Milano quest’anno vuole osare e provocare, proponendo un’offerta culturale al di fuori degli schemi. Allestiremo grandi mostre dedicate a Dalì e a Goya. Porteremo a Milano alcune “prime” assolute come la mostra di fotografia di Stanley Kubrick. Saremo innovativi offrendo al grande pubblico l’artista lituano Èiurlionis, il cinese Zhang Huan e l’iraniana Shirin Neshat. Si tratta di eventi realizzati grazie alla collaborazione con altri Paesi e con le più importanti istituzioni e Gallerie d’arte internazionali”. “Con questo piano vogliamo trasformare il cittadino in visitatore – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory – con una nuova e diversa proiezione dell’arte in città, per restituire un paesaggio urbano capace di far pensare, per intercettare i flussi della gente spesso distratta e indifferente”. Da qui un piano articolato che prevede un progetto dove protagonisti saranno i writers che interverranno su location grigie della città. In occasione dei 60 anni dalla nascita della serie a fumetti ”Peanuts”, dell’americano Charles Schulz, la città si colorerà di cartoni animati di grandi dimensioni per poi scaldarsi con sette videoinstallazioni dell’artista Fabrizio Plessi, realizzate in occasione della mostra “L´anima del Fuoco”. Torna in città Peter Greenaway con una grande installazione in piazzetta Reale dedicata all’acqua, mentre Anish Kapoor porterà un’opera monumentale nell’ambito dell’arte contemporanea. Prima assoluta a Milano per la personale di Maurizio Cattelan, che porterà 10 opere in giro per la città. “Il cinema – ha continuato Finazzer Flory – entra inoltre in modo sempre più pregnante e dialoga con l’arte: lo dimostra la prima mostra fotografica di Stanley Kubrick e la mostra scelta per inaugurare il nuovo spazio di Palazzo Morando dedicata ai costumi nei film curata dal Premio Oscar Gabriella Pescucci”. Il nuovo anno si apre con due importanti occasioni. Palazzo Reale, dato il successo di Edward Hopper (oltre 170 mila visitatori) offre la possibilità di vedere la mostra sabato 30 e domenica 31, ultimi due giorni dell’esposizione, fino all´una di notte, con ultimo ingresso possibile alle ore 24. 00. Proroga invece per la mostra di Steve Mccurry a Palazzo della Ragione, che rimarrà aperta fino al 28 febbraio, per rispondere al grande interesse suscitato dagli straordinari scatti del fotografo americano. Come lo scorso anno il programma delle mostre si sviluppa su due direttrici: - “Milano si racconta”, che vuole valorizzare l’ identità artistica propria della nostra città; - “Milano-mondo”, Milano come crocevia internazionale, grazie anche alle importanti e significative collaborazioni con gli altri Paesi e con le più importanti gallerie d’arte internazionali. L’obiettivo di “Milano si racconta” è quello di coinvolgere e connettere saperi e culture diverse nell’ambito dell’offerta espositiva milanese in grado di valorizzare un luogo e il suo patrimonio. Milano si racconta, ci racconta le sue storie, verità, conflitti, leggende e misteri, ma soprattutto emozioni. Seguono questa linea la mostra “Sacro Lombardo. Dai Borromeo al Simbolismo” e la personale dedicata a Gillo Dorfles in programma a Palazzo Reale; la mostra di Carla Maria Maggi alla Gam, che racconta la Milano degli anni Trenta, e alla Rotonda di via Besana “Il Grande Gioco”, una rassegna che guarda a quarant’anni di storia italiana attraverso la lente d’ingrandimento dell’arte, sviluppata su tre sedi espositive: Milano, Lissone e Bergamo. Con “Milano-mondo”, invece, la città collabora con le istituzioni di diversi Paesi del mondo. Un’iniziativa chiamata, da una parte, a fotografare la dimensione internazionale di Milano, dall’altra a elaborare e proporre linee concrete di azione per la sua crescita nel panorama artistico globale in previsione di Expo 2015. L’obiettivo è quello di coinvolgere e connettere saperi e culture diverse, in grado di valorizzare la città e il suo patrimonio. E se il 2009 si era sviluppato intorno a Stati Uniti e Giappone (Edward Hopper, Camera Work, Steve Mccurry, Yayoi Kusama, Shunga, Samurai, Giappone Potere e Splendore), nel 2010 verranno approfondite invece la cultura araba e l’arte cinese. La Cina con Shangai ospiterà infatti l’Expo 2010. La programmazione milanese diventa, così, un ponte tra l’esposizione di quest’anno e il 2015, quando Milano si imporrà sulla scena internazionale con l’Expo, un ponte fatto di cultura e di arte. In accordo con il Governo cinese e quello italiano, Milano organizzerà la mostra “I due Imperi: l’aquila e il dragone”, che mette in relazione l’impero cinese e l’impero romano. Per la prima volta in assoluto una spettacolare esposizione si pone l’obiettivo di indagare le interazioni tra la nostra cultura classica e lo sviluppo artistico e culturale cinese attraverso un confronto tra i più importanti Imperi della storia mondiale, l’Impero Romano e le Dinastie cinesi Qin e Han nel periodo che va dal Ii sec. A. C. Al Ii sec. D. C. Dalla Cina antica si passa alla Cina contemporanea con la prima retrospettiva europea, in un’istituzione pubblica, del celebre performer e artista contemporaneo Zhang Huan che si terrà al Pac. Ai Paesi Arabi e all’arte islamica invece Milano dedicherà una delle più importanti mostre mai realizzate: un’esposizione, curata da Giovanni Curatola, basata sulla straordinaria collezione Al – Sabah proveniente dal Kuwait e costituita da circa 23 mila oggetti. Ponte tra l’est e l’ovest sarà la mostra “L’avanguardia e L’oriente”, con una selezione di opere dell’avanguardia russa provenienti dai musei di Nukus e Taskent e realizzata in collaborazione con il governo dell’Utzbekistan. Le relazioni culturali internazionali si ampliano nel 2010 anche con significativi scambi in ambito europeo. Grazie alla prestigiosa collaborazione con il Leopold Museum di Vienna, sarà infatti la mostra “Schiele e il suo tempo” a dare il via, il 25 febbraio, alla nuova programmazione di Palazzo Reale. In occasione del nuovo semestre di Presidenza dell’Unione Europea, Milano apre una finestra sulla cultura artistica spagnola. Ecco allora la mostra “Goya e il mondo moderno”, realizzata a Palazzo Reale in accordo con il Governo spagnolo e in collaborazione con la Fondazione Goya di Aragona. Sempre grazie ad un coordinamento con la Spagna, arriva a Milano anche “Salvador Dalì. Il sogno si avvicina”, esposizione che verrà realizzata in autunno a Palazzo Reale con la collaborazione scientifica della Fondazione Gala-salvador Dalì di Figueras. Grande novità per Milano e per l’Italia, l’esposizione dedicata a Èiurlionis, il più importante artista lituano: iniziatore dell’arte astratta, era riconosciuto anche da Kandisky come suo punto di riferimento. Sarà Palazzo della Ragione invece ad ospitare una prima mondiale dedicata all’attività artistica iniziale di Stanley Kubrick: la fotografia. L’esposizione verrà realizzata in collaborazione con Library of Congress di Washington e il Museum of the City di New York. Grande attesa anche per Anish Kapoor, per Peter Greenaway , che realizzerà un’installazione multimediale in Piazzetta Reale in occasione del Salone del Mobile 2010, e per l’iraniana Shirin Neshat, al Pac in autunno con una personale. Grandi nomi del panorama artistico contemporaneo internazionale arricchiranno quindi il programma culturale milanese. Spazio anche alla didattica con “Le stanze della fotografia”, un’ esposizione sulla tecnica fotografica con esempi di illustri autori provenienti dalla collezione di Fabio Castelli. E se sul fronte della creatività e del design il Pac dedica una retrospettiva alla vita e al lavoro di Armando Testa, Milano celebrerà il mondo della moda da una parte con un approfondimento sui lavori di Roberto Cappucci a Palazzo Reale, dall’altra con l’apertura, il 1° marzo, di Palazzo Morando - Museo dei Costumi, dell’Immagine e della Moda in via Sant’andrea 6 con la mostra “Milano e lo stile di una città tra ‘700 e ‘900”. Durante la settimana della Cultura, promossa dal Comune di Milano e Louis Vuitton in occasione della settimana della Moda Donna dal 24 febbraio al 3 marzo 2010, Milano ospiterà nell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele l’installazione “House of Shades” di Sudarshan Shetty. L’installazione sottolinea una delle caratteristiche peculiari della programmazione 2010: l’attenzione all’arte pubblica, oltre al coinvolgimento di tutte le arti. Le mostre non si esauriranno infatti all’interno dei musei e delle sedi espositive, bensì tutta la città vivrà d’arte con istallazioni ed eventi che coinvolgeranno il teatro, la musica, la danza e, perché no, anche la cucina, come accadrà con la mostra di Gualtiero Marchesi ospitata al Castello Sforzesco.  
   
   
LIGURIA, TOSCANA ED EMILIA-ROMAGNA FIRMANO UN ACCORDO PER VALORIZZARE LE AREE PROTETTE DELLA DORSALE APPENNINICA  
 
Regioni Liguria, Toscana ed Emilia-romagna insieme per promuovere i parchi della Dorsale appenninica, un’area dalle straordinarie risorse naturali, storiche e paesaggistiche, situata in una posizione strategica, a metà tra due importanti bacini turistici quali quello dell’Adriatico e del Tirreno e vicina a grandi città come Genova, Firenze e Bologna. L’intesa firmata oggi a Sarzana dagli assessori all’ambiente della Liguria Franco Zunino, dell’Emilia-romagna Lino Zanichelli e della Toscana Marco Betti, punta in particolare ad avviare progetti comuni per la tutela della biodiversità, il turismo sostenibile, la gestione ed la difesa integrata del territorio, il recupero delle tradizioni storiche e culturali locali, coinvolgendo i numerosi Parchi che esistono nell’area. La collaborazione fra le tre Regioni era già iniziata alcuni anni fa con l’avvio del progetto pilota “Una città di villaggi tra Padana e Tirreno”. Con l’intesa odierna questo lavoro comune verrà esteso e rafforzato avviando nuove e più estese iniziative comuni. “Con questo accordo – ha spiegato l’assessore Zanichelli della Regione Emilia-romagna – vogliamo rafforzare l’integrazione tra territori così variegati in quanto a valori naturali e culturali ma allo stesso tempo così vicini. Insieme potremo fare quello che spesso i singoli Enti Parco singolarmente non riescono a fare e che invece rappresenta un motore di sviluppo locale fondamentale: azioni coordinate di valorizzazione turistica, di difesa delle risorse naturali, di qualificazione del patrimonio storico”. Un impegno centrale questo per la Regione Emilia-romagna che ha già stanziato per lo sviluppo dei parchi regionali oltre 21 milioni di euro con il Programma triennale per la ere protette 2009-2011. Zanichelli ha ricordato come l´Emilia-romagna sia impegnata in particolare a dare vita, grazie ad accordi con altre Regioni , ad un sistema di "aree protette di mare e di Appennino". Nella parte occidentale il nuovo sistema coinvolge Liguria e Toscana e ruota attorno ai Parchi nazionali dell’Appennino Tosco Emiliano e delle Cinque terre, in Romagna invece interessa a nord il Veneto e a sud le Marche e la Toscana. A seguito dell’ingresso in regione di 7 Comuni marchigiani, è nato inoltre il primo parco interregionale italiano, “Simone e Simoncello”, che va ad arricchire l’offerta dei Parchi delle Foreste Casentinesi e del Delta. Presenti alla firma anche Franco Bonanini e Fausto Giovannelli, presidenti rispettivamente dei Parchi nazionali delle Cinque Terre e dell’Appennino tosco-emiliano, il presidente del Parco regionale Monte Marcello Magra Valter Baruzzo e Matteo Tollini di Legambiente nazionale. Tra gli altri Parchi coinvolti, quelli delle Alpi Apuane, di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, dell’alto Appennino Modenese, delle Valli del Cedra e del Parma.  
   
   
SIENA: MOSTRA STRAORDINARIA IL SUO PRIMO RINASCIMENTO  
 
Parigi e Londra saranno le sedi dove verrà presentata la grande mostra “Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento” che si terrà a Siena dal 26 marzo al 10 luglio 2010. Fervono i preparativi per l’esposizione che avrà come sede il Complesso di Santa Maria della Scala e l’Opera Metropolitana e che rappresenterà un´occasione unica per fare rientrare a Siena pezzi da lungo tempo all´estero e per ricostruire polittici che nel corso dei secoli sono stati smembrati e le cui parti sono oggi disperse tra vari musei, quali ad esempio il Polittico dell´Arte della Lana o il Polittico dell´Altare Pecci. Proprio per questa valenza a livello europeo è stato deciso di presentare l’evento presso i due più prestigiosi Istituti Italiani di Cultura all’estero. Realizzata attraverso l´organizzazione ed il sostegno della società strumentale della Fondazione Mps, Vernice Progetti Culturali, il progetto a cura di Max Seidel è stato sviluppato in collaborazione con importanti istituzioni locali e nazionali: Comune di Siena, Fondazione Mps, Università degli Studi di Siena, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto, Opera Metropolitana di Siena, Archivio di Stato, Istituto di Ricerca per la Storia dell’Arte e dell’Architettura Marx-planck di Firenze, Scuola Normale di Pisa, Biblioteca Comunale degli Intronati, Fondazione Musei Senesi. Fondamentale l’apporto della locale Soprintendenza ai Beni Artistici, che oltre a curare la direzione della mostra, ha favorito numerosi prestiti nazionali e esteri e che sta curando un’apposita sezione presso la Pinacoteca Nazionale di Siena in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure. Oltre 300 opere per ripercorrere attraverso sculture, pitture, oreficerie, arredi, manifatture, manoscritti la trama dell´arte senese della prima metà del Quattrocento che, a venti anni di distanza dalla grande rassegna newyorkese del 1989, permetterà di presentare nuove acquisizioni degli studi, accanto a opere note e celebrate. Una catena di articolate appendici, poi, prolungherà la mostra a pochi passi di distanza dal Santa Maria della Scala. L´accesso al Duomo permette di conoscere il meraviglioso tempio a cui furono destinate diverse testimonianze artistiche ammirate nel percorso espositivo, mentre nel vicino Museo dell´Opera sarà allestita una sezione dedicata alla sopravvivenza del Gotico nella Siena dei primi decenni del Quattrocento. Scendendo nella "cripta", al di là dell´atrio decorato con emozionanti pitture murali duecentesche, si potrà scoprire il mondo dell´oreficeria senese del Quattrocento: intorno alla paradigmatica Lupa di Giovanni di Turino ruotano calici, croci e reliquiari luccicanti d´oro, d´argento e di smalti. Infine si raggiunge il Battistero. Importante il contributo destinato ai restauri che ha reso possibile, su Siena, il recupero di importanti opere quali il grande Polittico detto "dei Gesuati" di Sano di Pietro della Pinacoteca Nazionale, l´Assunta di Domenico di Bartolo della Fondazione Conservatori Riuniti, oltre ad alcuni codici e biccherne dell´Archivio di Stato e della Biblioteca civica. In occasione della mostra, alcune realtà museali della Fondazione Musei Senesi (in particolare San Gimignano, Montepulciano, Buonconvento, Asciano, Montalcino e Pienza) saranno coinvolte nel progetto di promozione, permettendo così di poter valorizzare, attraverso percorsi tematici, anche il territorio di Siena e le sue ricchezze .  
   
   
PARCHI: SULLA NEVE, DI GIORNO O AL CHIAR DI LUNA  
 
Dal 29 al 31 gennaio - escursioni sulla neve al Parco Nazionale Gran Paradiso (Piemonte, Valle d´Aosta) - Sleep And Trip - Escursioni con guide escursionistiche e naturalistiche. Attrezzatura per le escursioni sulla neve, Tourist Card del Consorzio Gran Paradiso Natura. Valle: Parco Gran Paradiso Valtourenche. Alloggio: Cogne. Escursioni: una diurna e una notturna in calendario. Ora e luogo appuntamento: arrivo dopo le ore 16. 00 di venerdì; partenza entro le ore 10. 00 di domenica. Foresterie da 6 posti letto (2 camere, cucina, servizi) a Lillaz o Valnontey. Costo e notte: soggiorno comprensivo di alloggio in foresteria attrezzata, spese incluse. Costo ad alloggio: 300 Euro. Informazioni e prenotazioni: Coop. Habitat - www. Ambientenatura. Com - Tel. 0165/363851 - Cell. 335/8118731 - 329/9042298. Altre info sul Parco Nazionale del Gran Paradiso: http://www. Parks. It/parco. Nazionale. Gran. Paradiso. --- Il 30 gennaio - notturna con ciaspole e scialpinismo al Parco dell´Alpe Veglia e dell´Alpe Devero (Piemonte) - Magica Luna Piena - Escursione notturna con ciaspole e scialpinismo. Ritrovo alle 18. 00 al parcheggio a Maulone. Salita con accompagnatore al rifugio: disl. M 850, circa h 3 (possibilità di noleggio ciaspole su prenotazione). Cena: antipasti, due secondi con polenta, vino, dolce, caffè e digestivo (Euro 20 per la cena oppure Euro 35 compreso il pernotto e la colazione). Dopo la cena veloce discesa con sci su pista battuta o pernotto al caldo in rifugio. Disponibili camere da 5/6 posti letto riscaldate e bagni in comune con acqua calda. Sacco lenzuolo obbligatorio o acquistabile in rifugio (Info: 340/8259234 oppure info@rifugiocrosta. It ). Prenotazione consigliata: Tel. 340/8259234 - Info: www. Rifugiocrosta. It. Altre info sul Parco Alpe Veglia Devero: http://www. Parks. It/parco. Alpe. Veglia. Devero. --- Il 30 gennaio - emozionante escursione serale al Parco dei Cento Laghi (Emilia-romagna) - Una Notte Sul Monte Caio - Emozionante escursione serale alla luce della prima luna piena del 2009. Silenzio e stelle intorno e sopra di noi mentre saliamo dolcemente verso il Corno di Caneto da cui si apprezza uno splendido colpo d´occhio sul crinale illuminato dalla luna. Grado di difficoltà: E - Basso. Dislivello complessivo: fino al corno di Caneto in salita e discesa 216 m - fino al Monte Caio 378 m. Tempo percorrenza: 2 ore fino a Corno Caneto. Aggiungere un´altra ora e mezza per la cima del Monte Caio. Percorso: ritrovo a Schia (1206 m s. L. M. ) si sale a fianco della pista e si attraversa il bosco fino a raggiungere la vecchia pista Maltempo. Risaliremo fino a toccare la cima del Corno di Caneto (1423 m s. L. M. ). Se le condizioni della neve lo permetteranno proseguiremo in costa fino a toccare la cima del Monte Caio (1584 m s. L. M. ). Una breve pausa per ammirare le stelle e la luna piena e, dopo un sorso di tè caldo, inizieremo a scendere lungo la strada di collegamento delle piste che, in breve, riporta al punto di partenza e alla meritata cena in Rifugio. Ritrovo e partenza: Loc. Schia (Comune di Tizzano Val Parma - Pr) presso il parcheggio all´arrivo del campo scuola alle ore 17. 00. Luogo e ora (presunta) del ritorno: Loc. Schia (Comune di Tizzano Val Parma - Pr) alle ore 20. 30. Numero minimo di partecipanti: 5. Organizzata da: Roberto Piancastelli. Guida: Roberto Piancastelli. Costo a persona per giornata: 10,00 Euro adulti, 6,00 Euro fino a 12 anni. Cena facoltativa presso il Rifugio Bocchi a Schia. Possibilità di pernottamento nei dintorni di Schia in Agriturismo o B&b, contattare la Guida. Prenotazione obbligatoria: cell. 339/4876053 - E-mail: piancastelliroberto@hotmail. Com. Altre info sul Parco dei Cento Laghi: http://www. Parks. It/parco. Cento. Laghi. --- Il 30 gennaio - tra leggende e masche al Parco delle Alpi Marittime (Piemonte) - Ciaspolata Al Chiar Di Luna - Escursione con le racchette da neve attorno alla faggeta di Palanfrè e al "Joeg ´d la bala", località dove secondo la tradizione locale le masche si danno appuntamento per il sabba che si svolge nella notte tra il sabato e la domenica. Al rientro cena al rifugio del Parco "L´arbergh". Per partecipare è necessario avere abbigliamento termico e una torcia elettrica. Prenotazioni entro le ore 15. 00 del giorno precedente l´uscita all´Ufficio turistico di Entracque: Tel. 0171/978616. Altre info sul Parco delle Alpi Marittime: http://www. Parks. It/parco. Alpi. Marittime. --- Il 31 gennaio - animali favolosi al Parco Fluviale Regionale del Taro (Emilia-romagna) - Storie Di Tritoni, Pipistrelli E Toporagni - Curiosità e segreti di animali favolosi del mondo reale. Al Parco del Taro tornano le laboteche, l´ormai tradizionale appuntamento per famiglie che coinvolge bambini e genitori in divertenti momenti di animazione teatrale a cui si integrano laboratori di creatività. L´iniziativa si terrà presso il teatro alla Corte di Giarola, sede del Parco del Taro e del Centro di Educazione Ambientale "Borgo della Pulce". Per informazioni e contatti: Parco del Taro - Centro Parco Corte di Giarola - Strada Giarola, 11 - 43044 Collecchio (Pr) - Tel. 0521/802688 - www. Parcotaro. It - E-mail: info@parcotaro. It. Altre info sul Parco del Taro: http://www. Parks. It/parco. Taro. --- Il 31 gennaio - alla scoperta del Parco Naturale ed Area Attrezzata del Sacro Monte di Crea (Piemonte) - Camminare Il Monferrato - Nell´ambito delle manifestazioni per il 30° anniversario, previste per domenica 31 gennaio, il Parco del Sacro Monte di Crea propone una camminata della serie "Camminare il Monferrato" con partenza dal piazzale del Santuario verso le ore 14. 00. Dopo il saluto ai partecipanti da parte del Presidente Gianni Calvi, si prenderà il sentiero detto del "Riposo" che, in ripida discesa scende alla 2° Cappella, dove potremo vedere dall´alto l´opera di sistemazione della famosa frana di S. Eusebio. Un breve tratto di asfalto e si tornerà a scendere lungo i boschi che volgono a Forneglio, che raggiungeremo agevolmente percorrendo la strada detta dell´Angelo Custode. Attraversato il caratteristico centro abitato, si ritroverà lo sterrato che in salita porta al Bricco Bensoli, piccolo rilievo alle falde del colle di Crea. Raggiunto il serbatoio dell´acquedotto, si imboccherà la strada vicinale detta Dietro le Vigne che, correndo per un bel tratto lungo i confini del Parco, porta sul Viale nei pressi della 8° Cappella, e quindi al punto di partenza. Questa escursione della durata di ore 1. 30 sarà guidata dai Guardiaparco che, mediante apposite fermate illustreranno gli aspetti più importanti del territorio attraversato. Si consiglia l´uso di calzature ed abbigliamento idoneo. Il percorso è segnato solo in parte quindi sarà indispensabile seguire le guide. Per ulteriori informazioni, contattare l´Ente Parco: Tel. 0141/927120 – Fax 0141/927800 - parco. Smcrea@reteunitaria. Piemonte. It. Altre info sul Parco Sacro Monte di Crea: http://www. Parks. It/parco. Sacro. Monte. Crea. --- Il 31 gennaio - percorso escursionistico al Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili (Lazio) - Da Vicovaro A Roccagiovine Per La Fonte Della Rocca - Un´antica via per il commercio del carbone e importante arteria montana che collegava la valle dell´Aniene con il reatino, dimenticata da secoli e trasformata poi in seguito in strada sterrata per il passaggio dei mezzi per il taglio dei boschi, ci porterà nei pressi delle rovine dell´antica chiesa della Madonna dei Ronci. Si salirà poi di quota fino alle fresche acque delle fonti per poi ridiscendere a valle con un comodo sentiero. Ritrovo alle ore 9. 00 presso il campo sportivo di Vicovaro; rientro previsto per le ore 16. 00. Dislivello: 500 metri circa. Abbigliamento/attrezzatura: abbigliamento adeguato alla stagione, scarponcini da trekking, almeno 1,5 litri di acqua, pranzo al sacco. Accessibilità: bambini da 10 anni in su. Quota di partecpazione: 8 Euro a persona. Per informazioni contattare il 328. 8140784 - escursioni@naturalucretile. It. Altre info sul Parco dei Monti Lucretili: http://www. Parks. It/parco. Monti. Lucretili. --- Il 31 gennaio - visita guidata all´Area Naturale Protetta del Monteferrato (Toscana) - Colori D´inverno - Visita guidata a cura di Deanna Tozzi, con ritrovo alle ore 15. 00 al Centro di Scienze Natuali via di Galceti, 74 - Prato. Verranno osservate le caratteristiche ambientali della stagione invernale: differenze tra conifere e caducifoglie, il letrago degli animali; osserveremo tutti i segnali che ci raccontano come la natura si mette a dormire. Ingresso: Euro 4. 00. Prenotazioni: Tel. 0574/460503. Altre info sull´Anp Monteferrato: http://www. Parks. It/anp. Monteferrato. --- Il 31 gennaio - alla scoperta del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (Umbria, Marche) - Sulle Tracce Del Lupo - Da Acquacanina a Fonte Trocca: alla ricerca delle tracce dei silenziosi abitanti di questa vallata. Ritrovo alle ore 9. 30 presso la Casa del Parco di Fiastra (Mc). Tempo percorrenza: 4 ore. Dislivello: 150 m. Difficoltà: E. Quota individuale: Euro 20 compreso uso delle racchette da neve. Per ulteriori informazioni, contattare la Guida del Parco Maurizio Fusari: Tel. 328/1662427 - info@quattropassi. Org. Altre info sul Parco Nazionale dei Monti Sibillini: http://www. Parks. It/parco. Nazionale. Monti. Sibillini. --- Il 31 gennaio - escursione invernale ai Parchi e Riserve Naturali Cuneesi (Piemonte) - Monte Pigna - Escursione impegnativa lungo la strada che da Vigna sale al Gias Mascarone per poi raggiungere il Monte Pigna. Dislivello: + 950 m. Durata: 9. 00 - 17. 00. Ritrovo alle ore 8. 45 in Loc. Fiolera-fraz. Vigna (Chiusa P. ). Quota di partecipazione: 9,00 Euro. Per informazioni e prenotazioni (entro le ore 19. 00 del 30/01): Orizzonte Outdoor srl (Massimo 338/9479171; Enrico 335/8216227) - info@orizzonteoutdoor. Com - www. Orizzonteoutdoor. Com. Altre info sui Parchi e Riserve Cuneesi: http://www. Parks. It/parchi. Cuneesi. mailto:Tuttoparchi-bounces@parks. %20It. .  
   
   
NUOVI PARCHI NAZIONALI SICILIANI: VERTICE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE  
 
Saranno definite entro il 31 marzo le ipotesi di perimetrazione degli istituendi parchi nazionali di Pantelleria, delle isole Egadi e delle isole Eolie mentre per il parco degli Iblei una prima ipotesi di definizione delle aree interessate sarà approntata entro il 31 aprile prossimo. Questo uno dei risultati della giornata di confronto svoltasi oggi presso il Ministero dell’Ambiente alla presenza del Ministro Stefania Prestigiacomo, della Regione, nella persona dell’assessore Armao, del capo di gabinetto dell’assessorato territorio ambiente, del capo di gabinetto del presidente Lombardo e dei sindaci e presidenti di provincia interessati. In particolare per il parco di Pantelleria si è registrato il pieno consenso del territorio per l’istituzione del parco e dell’area marina protetta. Per quanto riguarda il parco delle Egadi tutti i soggetti intervenuti compreso il sindaco di Favignana hanno manifestato l’intesa e la necessità di dare immediata attuazione alla legge istitutiva del parco. Per le Eolie è stato inoltre sottolineato che l’ente parco sarà anche l’ente gestore del sito Unesco , per quanto riguarda infine gli Iblei è stato ribadito che la definizione della perimetrazione e tutte le procedure relative al costituendo parco avverranno in modo concordato dalle istituzioni locali e nazionali e che quindi non hanno valore le ipotesi di perimetrazione, prodotte da una associazione che non ha alcun collegamento con il ministero dell’Ambiente e che sono circolate recentemente sul territorio prodotte da una. “E stato avviato un percorso positivo - ha commentato il Ministro Prestigiacomo - che si basa sulla interlocuzione forte tra il ministero dell’ambiente e le istituzioni locali in vista della creazione dei 4 parchi nazionali siciliani. Ritengo che questo metodo sia essenziale per giungere a scelte condivise e capaci di coniugare le istanze del territorio con le complessive esigenze di tutela del patrimonio ambientale nazionale. Quanto infine al costituendo parco degli Iblei credo che si siano finalmente poste le basi per una ipotesi credibile di parco dopo le molte e spesso confuse proposte che si sono susseguite nell’ultimo periodo. E’ interesse di tutti che la Sicilia arricchisca il proprio patrimonio di aree protette con progetti seri scientificamente inattaccabili e in clima di coesione fra tutte le istituzioni . Su questa strada proseguiremo con il massimo impegno “ .  
   
   
MASSACHUSETTS: UNA MOSTRA DEDICATA AL PITTORE GIOVANNI BOLDINI - DAL 14 FEBBRAIO AL 25 APRILE 2010  
 
Durante la sua vita, il pittore italiano Giovanni Boldini (1842-1931) ottenne gran popolarità in Europa e negli Usa, celebrato per i suoi ritratti e le colorate pennellate sulle sue tele. La carriera del pittore si forgiò a Parigi, ove visse e dipinse ritraendo le affollate strade parigine, i teatri, i paesaggi assolati delle campagne circostanti dell’area suburbana, con uno stile unico. La mostra dei dipinti dell’epoca Impressionista parigina inizia il 14 Febbraio nello splendido museo d’arte The Clark, situato nella cittadina collegiale ed elegante di Williamstown, nell’ovest dello stato del Massachusetts, sulle romantiche colline del Berkshires, a circa 200 km. Ad ovest di Boston. “La collaborazione con Ferrara Arte, che raccoglie il meglio delle opere pittoriche di Boldini durante il periodo ferrarese, ha contribuito a portare la mostra dall’altra parte dell’Atlantico”, come afferma Michael Conforti, direttore del The Clark. Chi ama Boldini ed il suo sguardo pittorico innovativo verso la Parigi impressionista, potrà quindi esplorare gli eleganti ambienti del The Clark ed ammirare i dipinti che ritraggono luoghi, intrattenimenti, svaghi e abitanti di un’epoca che vide i maggiori impressionisti allo studio a Parigi. Circa una settantina di tele su olio e schizzi sono il fulcro di Giovanni Boldini in Impressionist Paris, con ritratti della società parigina tra il 1890 ed il 1900. I lavori esposti alla mostra dimostrano il vasto interesse di Boldini nell’arte tradizionale ed innovativa, nei metodi storici così come contemporanei. La mostra è organizzata su filoni di temi che illustrano paesaggi, scenari urbani, vita notturna e scene di genere, così come ritratti casuali o più formali. The Clark espone anche cinque lavori di Ernest Meissonier, Camille Pissarro, Pierre-auguste Renoir, Edgar Degas e Edouard Manet per rendere evidente l’influenza dell’Impressionismo e di altri pittori sui primi lavori svolti da Boldini. Il Museo The Clark è un gioiello del Berkshires e vanta la più vasta collezione di tele di Boldini negli Stati Uniti d’America. Sterling e Francine Clark - fondatori del The Clark - acquistarono il maggior numero di tele di Boldini durante la vita del pittore, molti di questi a Parigi quando entrambi lì vissero durante l’epoca di maggior successo del pittore italiano. Le opere esposte dal 14 Febbraio sono prestiti di collezioni private e museali, anche del Museo d’Orsay di Parigi e del Museo Giovanni Boldini di Ferrara. Il catalogo della mostra sarà eccezionalmente bilingue, inglese ed italiano; la versione inglese rappresenta la vera prima pubblicazione dedicata a Boldini da generazioni, contando 232 pagine con 134 illustrazioni a colori, e riferimenti importanti sulla trattativa tra Boldini e la galleria Goupil. La mostra dura fino al 25 Aprile 2010. Il The Clark si trova in ambientazione rurale in circa 57 ettari di terreno nel Berkshires, ed è uno dei pochi musei importanti che serve quale centro internazionale leader nella ricerca e nella formazione educativa. Oltre alla straordinaria collezione d’opere, Il Clark organizza mostre atte a presentare nuove correnti, e programmi pubblici e d’aggiornamento. Nel 2008 il Clark intraprese un progetto d’espansione dell’edificio e del campus, realizzato da Tadao Anto, lo Stone Hill Center. Ora, ultimata questa prima fase, il museo sta procedendo con la seconda fase sempre curata da Tadao Anto, per realizzare nuove gallerie espositive, servizi per i visitatori, e spazi per riunioni e conferenze. Questa fase terminerà nel 2014 e comprenderà anche lavori di rinnovo dei locali negli attuali edifici, per mano di Annabelle Selldorf. Il Clark si trova al 25 di South Street a Williamstown e le gallerie sono aperte da Martedì a Domenica, dalle 10. 00 alle 17. 00, ed in Luglio ed Agosto ogni giorno della settimana. Gli adulti pagano l’ingresso dal 1° Giugno al 31 Ottobre; i ragazzi hanno accesso gratuito fino ai 18 anni. Così come gli studenti dietro presentazione di una tessera studentesca. Info: clark. Edu Info: Ufficio Turismo Massachusetts – c/o Thema Nuovi Mondi Srl – www. Massvacation. It – bostonma@themasrl. It .  
   
   
RIO DE JANEIRO: PRESENTATO IL PIANO AQUARELA 2020 PER LA PROMOZIONE TURISTICA INTERNAZIONALE IN VISTA DELLA COPPA DEL MONDO 2014 E DEI GIOCHI OLIMPICI DEL 2016  
 
Aumentare del 304% le entrate legate alle spese dei turisti stranieri, arrivando a 17,6 miliardi di dollari nel 2020 e raggiungere la quota di 11,1 milioni di visitatori nei prossimi dieci anni. Questi sono alcuni degli obiettivi chiave fissati dal Piano Aquarela 2020, lo studio che definisce le strategie di promozione del turismo internazionale del Brasile, presentato nei giorni scorsi a Rio de Janeiro. Ospitare grandi eventi sportivi è senza dubbio un’occasione unica per il turismo del Paese che ne è sede. Il Brasile - che si è già affermato come destinazione leader in Sud America ed emergente su scala mondiale - avrà l’occasione grazie alla Coppa del Mondo e ai Giochi Olimpici, di fare un ulteriore salto di qualità nella sua attività di promozione legata al turismo globale. Per cogliere al meglio questa sfida il Ministero del Turismo, attraverso Embratur, ha presentato ai principali protagonisti del settore, sia pubblici che privati, il Piano Aquarela 2020, ossia il Piano di Marketing Turistico Internazionale che definisce le strategie, gli obiettivi e le azioni previste per i prossimi dieci anni. Alla presentazione ufficiale, che è avvenuta nei giorni scorsi a Rio de Janeiro, hanno partecipato il Ministro del Turismo Luiz Barretto, la presidente di Embratur Jeanine Pires, il segretario del turismo della città di Rio de Janeiro Antônio Pedro Figueira de Mello e tutte le principali autorità del settore. Obiettivi strategici del Piano Aquarela 2020. Nel panorama internazionale abbiamo vari esempi di come un Paese possa incrementare la sua economia, trasformare i paesaggi urbani e migliorare la sua immagine agli occhi dei turisti stranieri grazie alla grande visibilità ottenuta prima, durante e dopo queste importanti manifestazioni. Il Piano Aquarela tiene conto di quello che sarà il posizionamento globale del Brasile dopo la realizzazione di questi grandi eventi - quando tanto l’immagine quanto le infrastrutture del Paese avranno fatto un decisivo salto di qualità – e fissa obiettivi specifici per quanto riguarda il numero di visitatori stranieri e l’entità delle entrate valutarie fino al 2020. Gli studi alla base del Piano hanno analizzato i dati relativi alla crescita del numero dei turisti nei Paesi che hanno ospitato i medesimi eventi, tenendo altresì in considerazione le eventuali differenze rispetto al Brasile: influenza dei Paesi confinanti, differente accessibilità via terra o via aerea, ore di volo necessarie a raggiungere il Paese, valutazione del Paese quale meta turistica ed eventi realizzati negli anni precedenti. Valutando questi presupposti, i principali obiettivi strategici fissati per questo periodo sono stati: aumentare del 113% il numero di turisti stranieri dal 2010 al 2020, arrivando a accogliere nel Paese un totale di 11,1 milioni di turisti stranieri alla fine del prossimo decennio; aumentare del 304% le entrate valutarie legate alle spese dei turisti stranieri in Brasile dal 2010 al 2020, raggiungendo i 17,6 miliardi di dollari; aumentare di 500 mila il numero dei turisti in Brasile nell’anno della Coppa del Mondo 2014; e incrementare del 15% - rispetto all’anno precedente - il numero dei turisti in occasione dei Giochi Olimpici 2016; mantenere un ritmo di crescita di almeno 1 punto percentuale più alto rispetto alla media degli altri Paesi del Sud America; consolidare la propria posizione di leadership in Sud America, accogliendo nel Paese il 27% del totale dei turisti che visitano il continente. -- Agenda 2010 e Coppa del Mondo 2014. Una delle grandi sfide dal punto di vista della promozione internazionale del turismo brasiliano è quella di unificare i messaggi chiave che saranno veicolati in questa occasione di visibilità su scala mondiale. Embratur produrrà un kit di materiale promozionale e informativo unificato per tutte le città che ospiteranno i Mondali di Calcio, materiale che sarà divulgato all’estero a partire dal luglio 2010. Il programma delle azioni previste per il 2010 sarà il punto di partenza per poter cogliere le grandi opportunità che si presentano all’orizzonte e avrà inizio a partire dalla chiusura della Coppa del Mondo in Sudafrica quando il Brasile, come da regolamento Fifa, potrà cominciare ufficialmente la sua attività di promozione in qualità di Paese sede della Coppa del Mondo 2014. Durante lo svolgimento della Coppa del Mondo in Sudafrica, il Brasile avrà ha disposizione degli spazi espositivi e potrà avviare contatti con le imprese, con gli opinion leader, con i dirigenti sportivi e naturalmente con il grande pubblico presente. Il programma prevede la partecipazione agli eventi cui sarà presente la nazionale brasiliana, la promozione dei prodotti brasiliani in spazi commerciali e l’organizzazione di manifestazioni che possano mostrare la ricchezza culturale e l’allegria contagiosa del Paese che ospiterà la Coppa del Mondo 2014. In altre città del mondo sono in programma eventi legati alla promozione del Brasile nelle Fan Fest della Fifa. La campagna di comunicazione globale del Brasile come sede della Coppa del Mondo 2014 includerà pubblicità e azioni di relazioni pubbliche in diversi Paesi.