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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Febbraio 2010 |
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BRUXELLES, SVILUPPO RURALE: UN TOTALE DI 5 MILIARDI DI EURO CONFLUISCE NEI PROGRAMMI DI SVILUPPO RURALE IN SEGUITO AL RECENTE VOTO SULLE MODIFICHE DEL PACCHETTO “STATO DI SALUTE E RIPRESA ECONOMICA” |
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Il comitato per lo sviluppo rurale ha approvato il 29 gennaio le ultime proposte presentate dagli Stati membri e dalle regioni per l’utilizzo dei finanziamenti disponibili nell’ambito del Piano europeo di ripresa economica e della Valutazione dello stato di salute della Pac, nonché di altri trasferimenti all’interno della Pac, con l’intento di fronteggiare problemi come la crisi economica, la crisi del settore lattiero-caseario e i cambiamenti climatici. Nel periodo compreso fra ottobre 2009 e gennaio 2010 sono stati modificati tutti i programmi di sviluppo rurale e si dispone attualmente di un importo supplementare di circa 5 miliardi di euro che potrà essere investito nel settore agricolo, nel settore ambientale e nelle infrastrutture a banda larga per le zone rurali. Nella riunione del gennaio 2010, il comitato per lo sviluppo rurale ha votato a favore delle ultime sette modifiche (per quelle approvate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2009, cfr. Ip/09/1568 , Ip/09/1813 e Ip/09/1945 ) (vedere tabelle nell’allegato 1). I finanziamenti saranno destinati in massima parte ai settori della biodiversità (31,2% del totale, pari a 1,5 miliardi di euro) e della gestione idrica (26,9%, pari a 1,3 miliardi). Per la ristrutturazione del settore lattiero-caseario è stato stanziato il 14,5% della dotazione complessiva (ossia 0,7 miliardi di euro), mentre le misure relative ai cambiamenti climatici beneficeranno del 14,2% (0,7 miliardi) e le energie rinnovabili riceveranno un supplemento pari al 5,6% del bilancio aggiuntivo disponibile (0,3 miliardi). Lo sviluppo dell’infrastruttura a banda larga nelle zone rurali rimane un obiettivo strategico importante, per il quale gli Stati membri hanno deciso di investire il 35% dei fondi Ue per la ripresa economica, pari a 360,4 milioni di euro su un totale disponibile di 1 miliardo di euro. Questo il commento della Commissaria per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel: “L’attuale situazione economica e ambientale richiede interventi, non solo nelle città ma anche nelle campagne. A livello europeo abbiamo preso iniziative risolute e multiformi. La Valutazione dello stato di salute della Pac e il Piano europeo di ripresa economica hanno reso disponibili nuove risorse finanziarie per far fronte a problemi urgenti quali la ristrutturazione del settore lattiero-caseario e la lotta ai cambiamenti climatici. Ora spetta agli Stati membri e alle regioni utilizzare questo denaro in maniera oculata. ” Conferimenti aggiuntivi - Nel 2009, in seguito alla Valutazione dello stato di salute della politica agricola comune (Pac) e ad alcuni trasferimenti effettuati all ’interno della Pac, si è reso disponibile un eccedente di 3,9 miliardi di euro che gli Stati membri potranno investire nello sviluppo rurale 1 . A questa dotazione si è aggiunto ancora 1 miliardo di euro proveniente dal Piano europeo di ripresa economica, tra le cui priorità è stata inserita la creazione e il potenziamento della banda larga nelle zone rurali. Monitorare l ’incidenza della spesa - Gli Stati membri/le regioni rendicontano annualmente tutti i soldi spesi nell ’ambito dei programmi di sviluppo rurale (Psr), unitamente ai risultati ottenuti con questi investimenti. A partire dal 2010, il rendiconto annuale comprenderà anche i fondi aggiuntivi conferiti nei Psr in conseguenza della Valutazione dello stato di salute della Pac e del Pere. Approvazione delle modifiche dei Psr degli altri Stati membri/regioni - Per informazioni sui programmi di sviluppo rurale degli Stati membri, consultare la seguente pagina web: http://ec. Europa. Eu/agriculture/rurdev/countries/index_en. Htm . |
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LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA TEMPORANEAMENTE L´ITALIA A CONCEDERE AGLI AGRICOLTORI AIUTI DI STATO DI IMPORTO LIMITATO FINO A 15 000 EURO |
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Ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato, la Commissione europea ha autorizzato ieri la concessione in Italia di un regime di aiuti dell’importo stimato di 320 milioni di euro, destinato a fornire sostegno agli agricoltori in difficoltà a causa dell’attuale crisi economica e finanziaria. Dalle statistiche e dai dati aggiornati forniti dalle autorità italiane sono infatti emersi gli effetti prodotti dalla crisi sull’economia reale italiana e l’impatto avuto dalla recessione economica sul settore dell’agricoltura. Gli aiuti previsti dal nuovo regime potranno essere concessi fino al 31 dicembre 2010 e saranno erogati dalle autorità locali e regionali nonché dagli enti pubblici in varie forme, purché si tratti di aiuti trasparenti. Il regime italiano è stato adottato a seguito della modifica del quadro di riferimento temporaneo della Commissione europea per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica, che ha introdotto la possibilità di concedere aiuti di importo limitato ai produttori agricoli primari. Il regime di aiuti italiano è accessibile agli agricoltori operanti in tutti i comparti della produzione agricola primaria, purché le condizioni di difficoltà non sussistessero già alla data del 1° luglio 2008 (ossia prima dell’inizio della crisi), è limitato nel tempo (fino al 31 dicembre 2010) e si intende complementare ad altre misure anticrisi poste in essere dall’Italia in applicazione del quadro temporaneo anticrisi e già approvate dalla Commissione nell’ambito del caso N 248/2009. L’aiuto soddisfa tutte le condizioni previste dal quadro temporaneo anticrisi: in particolare, le autorità italiane hanno dimostrato che esso è necessario, proporzionale e appropriato a porre rimedio ad un grave turbamento dell’economia italiana e, più specificamente, del settore dell’agricoltura. La Commissione europea ritiene pertanto che il regime possa essere approvato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell’Ue. . |
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CONFERENZA A BRUXELLES SU OGM FREE E PRODUZIONI DI QUALITA’ |
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“Etichettatura Ogm-free, produzioni di qualità e strategie agricole europee” è il titolo della conferenza che si terrà i prossimi 3 e 4 febbraio a Bruxelles, presso la sede del Comitato delle Regioni, organizzata dalla Rete delle Regioni Europee Ogm-free di cui il Piemonte fa parte. E’ prevista la partecipazione di sessanta relatori rappresentanti delle regioni e delle filiere europee (Francia, Spagna, Italia, Germania, Belgio, Irlanda e, al di fuori dell’Ue, Svizzera), degli operatori e degli esperti del mercato (Brasile, India, Usa, Ucraina) con lo scopo di fare il punto della situazione su una tematica complessa e importante per i sistemi agricoli europei. “È con piacere che annunciamo questo evento” afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco “alla cui organizzazione abbiamo partecipato attivamente, curando in particolare il tema del legame tra produzioni Ogm-free e agricoltura di qualità. La nostra Regione ha sempre guardato in maniera critica agli Ogm, non solo per i possibili rischi alla salute e all’ambiente che potrebbero derivare dalla loro introduzione, ma anche sulla base di precise considerazioni dei fattori socio-economici coinvolti. Il Piemonte ha una vasta produzione di qualità nel campo agro-alimentare, che è l’elemento di forza del successo commerciale del comparto. Quello che temiamo è che l’introduzione degli Ogm possa penalizzare fortemente tutte le produzioni di eccellenza piemontesi. Vogliamo dunque ribadire con forza alle autorità europee, in questa Conferenza e insieme alle altre Regioni, la nostra convinzione circa la necessità di salvaguardare e valorizzare le realtà e le filiere Ogm-free. Questo è d’altronde coerente con il nuovo sistema di certificazione adottato dalla Giunta regionale per la creazione di un marchio per le produzioni di qualità, comprendente anche l’Ogm-free”. La Rete delle Regioni Europee Ogm-free è un’associazione cui aderiscono 50 regioni di 8 Paesi europei che persegue l’obiettivo di riunire e dare forza alle autonomie locali sensibili ai rischi della contaminazione genetica, stimolarne il confronto e fare in modo che possano interloquire a una sola voce con le Istituzioni Europee. La Regione Piemonte appartiene a questo network europeo dal novembre 2005. La partecipazione alla Conferenza è gratuita. È tuttavia necessario registrarsi on-line sul sito: www. Gmofree-euregions. Net. È prevista la traduzione in italiano di tutti gli interventi. E´ disponibile, nell´Home page del portale Regione Piemonte, sezione Piemonte Informa, Press Room: "La Regione per il Piemonte", una serie di tavole infografiche (in dimensione e risoluzione per la stampa), e un documento più esteso in pdf, che illustrano gli obiettivi raggiunti dall´amministrazione regionale nei cinque anni di mandato. Http://www. Regione. Piemonte. It/bilanciodimandato . |
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A PORDENONE NASCE LA PRIMA COLTIVAZIONE DI MAIS OGM ITALIANA AD APRILE VERRÀ COLTIVATO A VIVARO, UN CAMPO DI MAIS MON 810 |
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La varietà di mais che verrà seminata, è la Mon 810 della Monsanto, una delle circa 90 varietà registrate in Europa e già usate in Spagna. Al momento, sarà una coltivazione sperimentale in un piccolo campo di 2-3 ettari, nel Comune di Vivaro (Pordenone), a ospitare, a partire da aprile, la prima coltivazione italiana di mais Ogm (organismo geneticamente modificato). Con la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 19 gennaio, che obbliga il Ministero delle Politiche agricole a rilasciare entro 90 giorni l´autorizzazione alla semina di varietà di mais Ogm iscritte al catalogo comune sarà possibile seminare con prodotti Ogm in quel terreno. Sono 500 gli aderenti all´Associazione agricoltori federati di Pordenone già pronti a seminare, a loro volta, mais Ogm. Circa la certificazione con un marchio per i prodotti Ogm Free, una proposta con cui Dalla Libera il vicepresidente di Futuragra è d´accordo, in quanto il consumatore deve sapere quello che acquista. Il campo di Vivaro, seguito da scienziati, verrà seminato per far vedere ai cittadini, alle scolaresche, ai consumatori e agli agricoltori cosa sono le piante Ogm, piante normali, soltanto che sono sane e producono un prodotto sano, perché non hanno bisogno di essere trattate con insetticidi, dannosi per l´uomo e per l´ambiente. . . |
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AIUTI IN AGRICOLTURA, TRENTINO VIRTUOSO NELL´IMPIEGO DEI FONDI EUROPEI INCONTRO A BRUXELLES SULLO STATO DI AVANZAMENTO DEI PAGAMENTI DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE |
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La Provincia autonoma di Trento è al secondo posto, tra le regioni/province italiane, nell´utilizzo del fondi comunitari destinati all´agricoltura. La buona performance del Trentino nell´impiego delle risorse Ue è stata confermata ieri a Bruxelles in occasione dell´annuale incontro tra la Direzione Generale Agricoltura dell’Unione Europea (Dg Agri) ed i funzionari del Dipartimento agricoltura nel suo ruolo di Autorità di gestione per l´attuazione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. L´incontro si è tenuto presso la Dg Agri tra la delegazione del Dipartimento agricoltura guidata dal dirigente generale Mauro Fezzi, l’organismo pagatore Appag, i funzionari Ue e del Ministero per le politiche agricole e forestali. Obiettivo dell’incontro fare il punto sullo stato di avanzamento dei pagamenti e discutere di eventuali problemi riguardo l’applicazione del Piano di Sviluppo Rurale. Dal confronto è emerso che al 31 dicembre 2009, la Provincia autonoma di Trento ha superato il 100 per cento della capacità di spesa, seconda tra le Regioni/province autonome italiane in termini di efficienza nell’utilizzo dei fondi comunitari. In pratica, il Trentino ha già investito a fine 2009, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza di impiego, tutte le risorse che erano state attivate con la notifica a Bruxelles operata dalla Provincia nel gennaio 2008. A Bruxelles si è anche parlato dei ritardi nei pagamenti relativi ai premi a superficie (asse Ii del Psr), problema che riguarda quasi tutte le Regioni italiane, e si è convenuto sull’esigenza di accelerare i procedimenti per il pagamento degli aiuti. Per favorire il raggiungimento di questo obiettivo, la Dg Agri ha condiviso la scelta della Provincia autonoma di Trento e di Appag di dotarsi di un proprio sistema informativo in sostituzione dei servizi messi a disposizione dal Sistema informativo agricolo nazionale (Sian). I pagamenti Psr 2007-2013 al 31 dicembre 2009: Asse I - euro 17. 497. 842,52; Asse Ii - euro 39. 910. 645,72; Asse Iii - euro 3. 770. 776,69. Si ricorda che l´Asse I riguarda le misure relative alla competitività ed agli investimenti delle imprese agricole, consorzi di miglioramento fondiario, società di trasformazione dei prodotti agricoli; l´Asse Ii le misure agroambientali e le indennità compensative finalizzate al sostegno degli interventi di recupero e valorizzazione ambientale; l´Asse Iii la diversificazione e il territorio rurale, vale a dire gli investimenti finalizzati al recupero, all´infrastrutturazione del territorio e alla diversificazione dell´attività agricola. . . |
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AGRICOLTURA IN LOMBARDIA: PIANO ASSICURATIVO ANTI-MALTEMPO |
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Milano - Su proposta dell´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, la Giunta regionale ha approvato il Piano assicurativo regionale a favore delle imprese agricole contro le avversità atmosferiche. Questo ulteriore intervento regionale si aggiunge al precedente piano assicurativo, già operativo dal 2009, che ha erogato 515. 000 euro alle imprese zootecniche che nel 2008 hanno stipulato polizze per lo smaltimento delle carcasse e il mancato reddito per fermo d´allevamento "Questo nuovo provvedimento - commenta Ferrazzi - si configura come una chiara risposta al momento di crisi che sta attraversando il comparto agricolo: infatti è proprio in questa ottica che l´ente pubblico ha sentito il dovere di garantire la continuità produttiva del proprio territorio mediante il sostegno dei costi di assicurazione dei prodotti e il mantenimento di una professionalità e una cultura agricola dalla quale il territorio lombardo non può prescindere". Il Piano, in perfetta sintonia con le vigenti normative nazionali e comunitarie, ha l´obiettivo di promuovere gli interventi di difesa passiva delle produzioni agricole vegetali per far fronte ai danni causati dalle avversità atmosferiche, mediante aiuti per il pagamento del premio assicurativo, integrativo a quello previsto dalla normativa nazionale. Gli interventi si attuano tramite i Consorzi di difesa o altri organismi ad essi equiparati, i quali, previa accordi con le Compagnie di assicurazione, stipulano polizze collettive e anticipano, a proprie spese, la corresponsione dei premi assicurativi alle compagnie. "Prevediamo - conclude Ferrazzi - di erogare un contributo regionale a integrazione delle provvidenze statali fino al raggiungimento delle aliquote contributive massime previste, ossia fino al 50% del premio pagato per le polizze senza soglia e fino all´80% del premio pagato per polizze con soglia di danno 30%". La copertura finanziaria da parte della Regione è di 1,5 milioni di euro con fondi erogabili nel 2010 per le polizze stipulate nel 2009. Il provvedimento, inoltre, ha carattere continuativo ed è applicabile anche per gli anni successivi al 2009. . |
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AGRICOLTURA IN SICILIA: TRIBUTI SOSPESI PER DODICI MESI |
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Palermo – “Così come ci eravamo impegnati sabato scorso a Catania con le organizzazioni agricole, abbiamo deciso di intervenire nella crisi che attanaglia il settore con un provvedimento che può dare un primo aiuto concreto agli operatori, cioè la sospensione dei tributi per un anno”. Lo dichiara il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. “Per fronteggiare la crisi e per sostenere la riorganizzazione e la ristrutturazione delle imprese agricole e artigiane, ho adottato – dice Michele Cimino, assessore regionale dell’Economia - le necessarie iniziative per sospendere e congelare, per dodici mesi, i debiti pregressi relativi ai tributi della Regione. Potranno usufruirne le imprese che hanno domicilio fiscale, sede legale, amministrativa e operativa in Sicilia. Sono, inoltre, sospese per un anno le procedure esecutive. Il periodo di sospensione non determinerà l’applicazione di sanzioni o interessi”. Il provvedimento avrà efficacia dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Regione. . |
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AGRICOLTURA IN ABRUZZO:39MLN DI EURO PER SVILUPPO AREE RURALI E MONTANE PARCHI,UNIVERSITA´E ASSOCIAZIONI SARANNO PROMOTORI DEI GAL |
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Pescara - Quasi 39 milioni di euro saranno a disposizione dell´agricoltura e delle attività ad essa collegate con i fondi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, asse 4, approccio Leader. Tre milioni di euro in più rispetto ai fondi previsti per i programmi 2000-2006. L´annuncio è stato dato stamane dall´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo. "Le misure legate al piano di sviluppo rurale e all´approccio leader sono importanti perchè vanno ad incidere sui territori più svantaggiati della regione, in particolare le aree di montagna" ha spiegato Febbo precisando che i Gal (Gruppi di azione locale) "devono essere sempre più motori di sviluppo delle aree locali e agire in qualità di agenzie di sviluppo". Al riguardo l´assessore ha annunciato la riduzione dei Gal da 7 a 5. "Una riduzione indispensabile per garantire più investimenti sul territorio e meno posti a sedere, riducendo il numero dei consigli d´amministrazione" ha sottolineato Febbo. Promotori dei Gal saranno questa volta i Parchi nazionali del Gran Sasso e della Maiella,la Facoltà di Economia dell´Università "d´Annunzio", Coldiretti e Confartigianato regionali. "E´importante che tra i promotori dei Gal figurino anche gli enti parco - ha precisato Febbo - l´Abruzzo è la regione dei parchi, spesso però si avverte distacco tra enti locali e parchi, tra realtà locali e parchi. Ora un loro coinvolgimento pieno sarà di verifica delle possibilità di un dialogo tra realtà territoriali e parchi, su un terreno ideale per i parchi, lavorando soprattutto su prodotti di nicchia e zootecnia". "Sostanziali" sono state definite dall´assessore anche le modifiche prodotte dall´assessorato all´Agricoltura al Psr approvato nel 2008. Le modifiche sono state approvate dall´Unione europea nel dicembre dell´anno scorso. In particolare l´azione prevista dal Psr 2007-2013 mira alla valorizzazione delle produzioni agricole locali e forestali con attenzione posta soprattutto sul rafforzamento della filiera del legno, delle filiere di produzioni agricole minori, come lo zafferano ed i tartufi e dei prodotti agricoli tradizionali. Saranno attivate azioni per migliorare il potenziale boschivo e l´ambiente. Interventi sono previsti anche per realizzare piccole attività ricettive, fattorie didattiche e sociali, la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili. Microimprese verranno realizzate nel settore dell´artigianato tradizionale e del commercio. Nel nuovo programma è posta attenzione anche alla creazione di servizi sociali, come quelli destinati agli anziani e all´infanzia. Incentivazioni sono poi previste per attività turistiche, con la creazione ed il consolidamento di itinerari turistici ed enogastronomici ed interventi strutturali di rinnovamento dei villaggi con la valorizzazione ed il recupero di edifici tipici. Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale sono gli altri obiettivi del programma. Il fondo totale di 38 milioni e 841 mila euro per il Psr 2007-2013 è stato ripartito in 17 milioni 435 mila euro per la provincia dell´Aquila, 8 milioni 328 mila euro per la provincia di Chieti, 7 milioni 170 mila euro per la provincia di Teramo e 5 milioni 907 mila euro per la provincia di Pescara. L´aumento dei fondi consiste in 3 milioni 501 mila euro, rispetto al precedente Psr. Alla conferenza stampa dell´assessore Febbo hanno partecipato anche il consigliere regionale Antonio Del Corvo, presidente della commissione Agricoltura e i rappresentanti regionali di Coldiretti e Confartigianato. Da domani l´assessore Febbo avvierà incontri con categorie interessate e cittadini dedicati al Psr. Il primo incontro si svolgerà oggi, ad Avezzano, nella sede dell´Arssa. Seguiranno, nei prossimi giorni, incontri a Cepagatti e Teramo. . |
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AGRICOLTURA: UN ACCORDO PER INCREMENTARE IL COMPOST DI QUALITÀ L´INTESA SOTTOSCRITTA DA REGIONE TOSCANA, ARSIA, CISPEL E CONSORZIO COMPOSTATORI LA PRODUZIONE ANNUA (60.000 TONNELLATE) POTRÀ ESSERE RADDOPPIATA |
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Incrementare la raccolta differenziata delle frazioni organiche, migliorare la qualità del compost e favorirne l´utilizzo in agricoltura, consentendo di ridurre l´utilizzo di fertilizzanti chimici. Sono questi i capisaldi dell´accordo sottoscritto a Firenze dall´assessore regionale all´energia e all´ambiente, Anna Rita Bramerini, dal direttore dell´Arsia )agenzia regionale per lo sviluppo e l´innovazione in campo agricolo) Maria Grazia Mammuccini, dal presidente di Cispel toscana Alfredo De Girolamo, e da quello del Consorzio italiano compostatori Leonardo Ghermandi. Ogni anno in Toscana la raccolta e il successivo compostaggio di rifiuti che trattano frazioni organiche e verdi permettono di produrre circa 60. 000 tonnellate di compost di qualità. Dal trattamento di scarti verdi e biologici (che rappresentano un terzo di tutti i rifiuti urbani) deriva un prodotto che ha notevoli impieghi in agricoltura come fertilizzante. Un utilizzo, che, in virtù dell´accordo, sarà incrementato: l´obiettivo è infatti quello di raddoppiare la quantità di compost prodotto. Non solo: secondo quanto stabilito nell´intesa si punta sia a incrementare l´intercettazione della frazione organica (con particolare attenzione a quella proveniente da cucine e mense) che a promuovere un processo di qualità del compost in tutte le sue fasi di lavorazione, in modo da produrre un compost di qualità certificata che potrà trovare più ampio utilizzo sia in agricoltura, sia per il verde urbano (e in questo senso saranno stimolate le amministrazioni pubbliche). «Quest´intesa permette, di fatto, lo sviluppo di una sorta di filiera corta del compost permettendo all´agricoltore toscano di avere un prodotto di cui si conoscono perfettamente le caratteristiche, la provenienza e del quale è garantita la qualità di tutti i processi di lavorazione” ha commentato Maria Grazia Mammuccini, direttore dell´Arsia. “La tracciabilità completa di tutto il processo produttivo – ha aggiunto - consente di avere un compost certificato e garantito nella sua qualità, che così potrà rendersi più appetibile da parte degli agricoltori toscani che, per la sua acquisizione, potranno fruire anche degli incentivi previsti dal Piano di sviluppo rurale». Preliminarmente all´accordo l´Arsia ha realizzato una serie di studi con i quali sono state verificate le possibilità di impiego del compost di qualità in agricoltura. Poi Arsia ha proseguito le ricerche sul tema, ed ha attualmente in corso un progetto denominato Sofilvu: si tratta di uno studio degli effetti del compost sui terreni agricoli e nelle aree urbane e dello scenario tecnico-economico sulle prospettive organizzative e gestion ali della filiera. . |
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LA RICERCA POTREBBE CONTRIBUIRE AL CONTROLLO DELLE INFEZIONI LETALI CHE COLPISCONO I ROSPI |
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Un gruppo di scienziati, finanziato dall´Unione europea, ha scoperto che i rospi appartenenti alla specie Alytes che vivono ad altitudini considerevoli hanno maggiori probabilità di morire a causa di una grave infezione dovuta a un fungo patogeno rispetto agli esemplari della stessa specie che vivono ad altitudini meno elevate. I risultati, pubblicati sulla rivista Ecology Letters, potrebbero aiutare i conservazionisti a sviluppare strategie adeguate in grado di arrestare la diffusione della malattia. Lo studio ha visto la collaborazione tra un team di scienziati britannici dell´Imperial College London e della Zoological Society London e alcuni membri del progetto Race ("Risk assessment of chytridiomycosis to European amphibian biodiversity"), finanziato dalla Rete dello Spazio europeo della ricerca (Era-net) Biodiversa. Il team del progetto Race ritiene che delle 81 specie anfibie che popolano l´Europa 18 siano a rischio di estinzione. Il patogeno infettivo Batrachochytrium dendrobatidis (Bd) è considerato in parte responsabile di questo dato: i dati statistici, infatti, rivelano che il fungo infetta circa un terzo degli anfibi presenti sul territorio europeo. Spesso invisibile ad occhio nudo, questo fungo infetta la pelle degli anfibi e causa una malattia chiamata chytridiomycosis che, si calcola, causa il 10% di tutte le morti che colpiscono la popolazione anfibia in Europa. La diffusione della malattia è imputabile anche all´attività umana: i turisti, infatti, diffondono inconsapevolmente il fungo tra le varie nazioni. "La chytridiomycosis è un problema serio che affligge gli anfibi in tutto il mondo. La malattia sta portando all´estinzione di un gran numero di esemplari a un ritmo davvero scioccante", ha spiegato il dottor Matthew Fisher dell´Imperial College London. "Al momento non disponiamo di mezzi che ci consentano, in natura, di prevenire la malattia o di una cura per l´infezione chytridiomycosis. Pertanto dobbiamo agire rapidamente per evitare che la malattia colpisca le popolazioni sane". Sebbene in altre regioni del mondo vi sia stata una buona attività di ricerca relativa a questo fungo e ai suoi effetti, in Europa i dati disponibili sull´incidenza dello stesso prima del recente studio quinquennale erano piuttosto scarsi. La ricerca è stato condotta sugli esemplari appartenenti alla specie Alytes obstetricans, conosciuto anche come rospo ostetrico, che vive nella Penisola Iberica, in alcune regioni di Spagna e Portogallo. I rospi di questa specie, piuttosto diffusi in Europa, rivestono un ruolo importante nell´ecosistema. Il team ha scoperto che la percentuale dei rospi che vivono ad altitudini elevate che muoiono dopo aver contratto questa infezione raggiunge picchi del 100%. I rospi che vivono, invece, in ambienti posti ad altitudini minori non muoiono a causa dell´infezione cagionata dal fungo patogeno. Secondo gli scienziati l´aumento del tasso di mortalità alle altitudini maggiori potrebbe essere ascrivibile al clima più rigido che indebolirebbe i rospi di fronte all´infezione o che sarebbe più adatto al fungo stesso. Il team auspica di poter analizzare questo aspetto in modo più approfondito in futuro. Le aree poste ad altitudini elevate, come quelle montane, sono diventate accessibili ai turisti. Se poi gli stessi turisti, come sottolinea il dott. Fisher, visitano aree lacustri, potrebbero fungere da portatori di questa malattia letale. "Nel tentativo di prevenire i potenziali effettivi devastanti di questo fungo, è necessario investire fondi e mettere a disposizione competenze. L´adozione di alcune semplici misure quali, ad esempio, la disinfezione degli scarponcini dei turisti quando attraversano aree infette o mettere a loro disposizione risorse idriche non infette in modo che non diffondano le spore dei funghi tra i vari laghi, potrebbe già rivelarsi efficace. Il dott. Fisher ha aggiunto che un´ulteriore minaccia è rappresentata dall´introduzione di pesci d´allevamento nei laghi montani. Come ha spiegato, analogamente agli uomini, questi pesci potrebbero diffondere la malattia in aree ancora non infette. È necessario compiere ulteriori ricerche per determinare se il fenomeno è già in atto. Biodiversa è stato finanziato dall´Ue nel quadro del Sesto programma quadro (6° Pq). Il network, che comprende anche 19 importanti enti finanziatori provenienti da 15 paesi europei, si occupa di ottimizzare la cooperazione transnazionale per quanto concerne i finanziamenti alla ricerca sulla biodiversità. Per maggiori informazioni, visitare: Biodiversa Era-net: http://www. Eurobiodiversa. Org/ Ecology Letters: http://www. Wiley. Com/bw/journal. Asp?ref=1461-023x Imperial College London: http://www. Imperial. Ac. Uk . |
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OLTRE 100 MILIONI DI EURO PER LA MONTAGNA EMILIANO-ROMAGNOLA, PRESENTATO IL NUOVO PROGRAMMA REGIONALE DURANTE I LAVORI DELLA XII CONFERENZA. APPROVATO ODG RIVOLTO AL GOVERNO PER FINANZIARE L´APPOSITO FONDO NAZIONALE E RIMUOVERE LE NORME IN FINANZIARIA CHE METTONO IN DIFFICOLTÀ LA MONTAGNA. |
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Bologna - "La Regione Emilia-romagna sta approntando un Piano da oltre 100 milioni di euro a sostegno della montagna. Lo faremo proseguendo sulla strada intrapresa in questi anni ma rilanciando un modello di sviluppo armonico e sostenibile che deve accompagnarsi all’efficienza e ad una forte strategia unitaria che unisca tutti i soggetti pubblici e privati interessati”. È questo quanto ha sottolineato l’assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli il 29 gennaio intervenendo a Zocca (Modena) durante i lavori della Xii Conferenza della montagna. Durante il convegno è stato fatto il punto sulle politiche avviate in questi anni per rafforzare i territori dell’Appennino (oltre il 41% del territorio regionale, con 125 Comuni montani in cui gli oltre 421 mila abitanti rappresentano il 10% della popolazione regionale) e sul Programma regionale per la montagna approvato nelle scorse settimane. Nel quinquennio 2005-2010, la Regione ha investito per la montagna emiliano-romagnola una media di 80 milioni di euro all’anno: per il 2010 obiettivo è di confermare l’impegno e rafforzarlo, tenuto conto che nel 2009 l’impegno regionale ammonta già a 114 milioni di euro. "Il Programma - ha aggiunto Muzzarelli - rappresenta la cornice all’interno della quale si collocano gli Accordi che prevedono la realizzazione di progetti nei singoli territori. E’ uno strumento fondamentale per dare seguito all’impegno della Regione Emilia-romagna a favore dei territori montani. Puntiamo a consolidare una scelta di fondo: quella della montagna come luogo strategico dello sviluppo regionale. La Regione continuerà con responsabilità ad agire nell’interesse del territorio, dei cittadini e delle imprese della montagna. Non siamo però più disposti ad accettare in maniera permanente un ruolo di supplenza del Governo". Nel corso della Conferenza è stato approvato un ordine del giorno, che sarà consegnato nei prossimi giorni al Governo, in cui si ricorda che la Regione "negli ultimi anni ha fatto fronte al progressivo abbandono, da parte dello Stato, delle Comunità montane e dei relativi territori con un consistente impegno di risorse aggiuntive e integrative rispetto a quelle statali". Infatti, le risorse statali sono passate da poco più di 6,5 milioni di euro nel 2005 a poco più di 2 milioni e 277 mila euro nel 2009 mentre parallelamente le risorse regionali nello stesso arco di tempo sono passate da circa 3 milioni e 106 mila euro a oltre 8 milioni e 475 mila euro. Il documento chiede al Governo di "finanziare adeguatamente il Fondo nazionale per la montagna" e di disporre la sospensione per l’anno 2010 dei tagli previsti dalla Finanziaria "in considerazione delle gravissime difficoltà finanziarie che le Comunità montane incontrerebbero nell’immediato e dei conseguenti riflessi sul pagamento degli stipendi, e di rendere note, in caso contrario, le misure che intende adottare per far fronte all’inevitabile corto circuito del sistema territoriale locale, evidenziato dall’impossibilità strutturale di chiudere i bilanci delle Comunità montane". Nuovi obiettivi del Programma per la montagna - Una maggiore capacità di innovare (per favorire processi di cambiamento in senso innovativo del sistema produttivo e del sistema sociale locale) e una rinnovata competitività del sistema produttivo locale legato alle componenti agricole e ambientali, sono le basi su cui poggia il Programma. Il nuovo Programma regionale per la montagna individua come priorità il raggiungimento a lungo termine di una maggiore sicurezza del territorio per favorire l’insediamento e il permanere delle comunità locali ma anche di una più piacevole accoglienza, per assicurare standard di qualità della vita e del benessere degli abitanti della montagna e realizzare così modelli di “montagne ospitali”. Per questo si punterà a favorire una maggiore attrattività nei confronti di potenziali nuovi residenti e rinforzare il sistema sociale ed economico locale - da realizzare in particolare in quelle aree montane a più alto tasso di spopolamento, ma anche nei confronti di imprese e turisti. Inoltre il turismo della neve e della natura costituiscono un fattore propulsivo dello sviluppo di una rete organizzata di strutture, servizi e attività in grado di alimentare un processo di miglioramento della qualità di accoglienza turistica. A questo vanno unite le occasioni di recupero e valorizzazione del patrimonio storico culturale e la promozione della molteplicità e varietà delle iniziative realizzate nei diversi territori montani. . |
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L’ITALIA SI CONFERMA PRIMO PARTNER ORTOFRUTTICOLO DELLA GERMANIA MA LE QUANTITÀ SONO IN CALO |
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Il Cso realizza annualmente uno studio sull’andamento degli scambi commerciali di ortofrutta tra Italia e Germania per monitorare costantemente l’evoluzione di questa partnership storica . I dati analitici dello studio sono scaricabili dalla sezione approfondimenti del sito Cso ( www. Csoservizi. Com). Le esportazioni italiane di ortofrutta dal 2000 al 2008 si sono attestate mediamente su oltre 3,3 milioni di tonnellate. Analizzando le tendenze dell’export nell’ultimo decennio si evidenzia un periodo 2000-2004 di minor propensione all´esportazione, nel quale i quantitativi sono scesi da oltre 3,5 milioni di tonnellate a 3,0 milioni di tonnellate (-15%), a tale periodo ha fatto seguito una forte espansione dell’export dal 2004 al 2007, fino a raggiungere oltre 3,5 milioni di tonnellate, +19% sul 2004, riportandosi così sui valori dei primi anni duemila. Nel 2008 l´export di ortofrutta si è attestato su oltre 3,3 milioni di tonnellate, in media rispetto agli anni duemila. Per quanto riguarda la Germania essa assorbe in media il 37% dell’export italiano ma analizzando l’andamento dell’export si evidenzia un forte calo delle quote in Germania scese dal 41% dei primi anni 2000 al 32% del 2008. In crescita l’esportazione di agrumi dall’Italia, in calo le pesche, stabili le nettarine , in recupero il kiwi, in calo le pere. Per gli ortaggi i cinque prodotti più esportati sono:pomodori, carote,cavoli,cavolfiori e lattughe di cui in generale si registra una forte riduzione dei quantitativi esportati . . |
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AGRICOLTURA: IL VENETO INVESTE SUI SUOI IMPRENDITORI E ACCELERA LA SPESA DEI FONDI PSR |
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“Il Veneto sta dando una accelerata decisa alla spesa agricola del Programma di Sviluppo Rurale. Purtroppo non è così in tutte le Regioni, soprattutto al Sud, dove tra l’altro, in base alle disposizioni comunitarie, sono stati assegnati più finanziamenti che al Nord che rischiano di essere persi”. Il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato condivide le preoccupazioni del ministro delle politiche agricole Luca Zaia sui rischi di disimpegno di fondi destinati ai Psr. “Alcuni cambiamenti di procedura avevano creato qualche preoccupazione anche da noi – ha aggiunto Manzato – ma abbiamo posto rimedio. Sconcerta invece constatare che molte amministrazioni regionali del Sud non riescano a spendere per la loro agricoltura, con il conseguente rischio di perdere i soldi. E non ci sarà un’altra occasione per recuperarli”. La materia è piuttosto intricata ma nello stesso tempo semplice: i finanziamenti comunitari devono spesi entro un determinato lasso di tempo, altrimenti vengono “disimpegnati”, cioè tolti a coloro cui erano stati attribuiti inizialmente e riassegnati ai Paesi che sanno spendere meglio. “Per quanto ci riguarda – spiega Manzato – il Veneto ha avuto dei ritardi iniziali perché abbiamo limitato i “trascinamenti” del precedente Psr, destinando la spesa a misure effettivamente nuove. Abbiamo anche avuto qualche problema sul cosiddetto Asse 2(miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale) come effetto delle innovazioni delle norme europee e di alcune limitazioni comunitarie sugli impegni e sull’importo dei premi, oltre che per le modifiche circa i controlli sulle superfici. In ogni caso abbiamo già recuperato rispetto alle altre Regioni e stiamo ulteriormente accelerando: abbiamo approvato un bando da 166 milioni di spesa sugli Asse 1 (miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale) e 3 (qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia); stiamo rinegoziando con la Commissione l’entità dei premi sull’asse 2, per il quale entro un mese uscirà un ulteriore bando che renderà disponibili tutte le risorse previste per il periodo di programmazione 2008 – 2013. L’avepa, l’organismo pagatore regionale, dovrebbe inoltre pagare entro giugno sia il residuo 2008, sia il saldo 2009 delle misure a superficie dell’asse 2. Ad Avepa – conclude Manzato – abbiamo pure imposto di migliorare le performance di pagamento, facendoci interpreti delle esigenze dei nostri imprenditori agricoli”. . |
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ORISTANO - BIOENERGIE IN AGRICOLTURA: SEMINARIO |
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Un seminario sulle bioenergie in agricoltura è stato organizzato dalla Camera di Commercio di Oristano. Si svolgerà giovedì prossimo, 4 febbraio, alle 15. 30, nella sala riunioni camerale di via Carducci 23/25, a Oristano. Interverranno il responsabile nazionale del Settore Ambiente della Coldiretti, Stefano Masini, il responsabile del Laboratorio Scientifico per le biomasse di Sardegna Ricerche, Efisio Scano, e l’esperta per le Energie Rinnovabili della Sea, Agenzia per l’Energia sostenibile della Provincia di Oristano, Giuseppina Cancedda. Obiettivo del seminario è quello di approfondire i temi che legano le bioenergie all’agricoltura, con riferimento all’adattamento ambientale ed ai collegamenti con il sistema produttivo locale. Si parlerà, in particolare, di energia da biomasse e colture bioenergetiche, di solare fotovoltaico e di impianti eolici nel contesto agricolo. Il nuovo mercato delle bioenergie, che interessa anche le imprese agricole di piccola dimensione, offre numerose opportunità al settore primario, oltre a ricadute positive sull’intera società. . |
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CONVEGNO: QUALE FUTURO PER L’AGRICOLTURA VENETA –MERCOLEDÌ A ROVIGO |
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Il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato parteciperà mercoledì prossimo, 3 febbraio, al convegno sul tema “Crisi… come guardare oltre”, in programma nella sala convegni dell’Interporto di Rovigo, in viale delle Industrie n. 53, con inizio alle 9,30, promosso dalla Coldiretti. Si tratta del tradizionale appuntamento d’inizio anno, organizzato dall’organizzazione professionale per i propri soci e dirigenti, aperto alle istituzioni locali e alle cooperative agricole, che quest’anno cade in una congiuntura molto negativa per l’agricoltura italiana e mondiale. Nell’occasione saranno illustrate le proposte di Coldiretti per far fronte alla situazione e sarà fatto il punto sullo stato di realizzazione degli impegni assunti dalla Regione lo scorso anno. I lavori saranno aperti dal presidente di Coldiretti Valentino Bosco. Seguiranno gli interventi dell’assessore provinciale all’Agricoltura Claudio Bellan, del responsabile dell’Area economica di Coldiretti nazionale i Pietro Sandali, del vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato e di Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto. . |
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POMODORO, PARTE LA TRATTATIVA PER LA CAMPAGNA 2010. L´ACCORDO TRA LE PARTI È CONDIZIONE ESSENZIALE PER MANTENERE E RAFFORZARE LA LEADERSHIP DELL´EMILIA-ROMAGNA IN QUESTO COMPARTO |
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Bologna – Mantenere nell’area padana una filiera forte del pomodoro da industria, nonostante le difficoltà che sta attraversando il comparto. E’ la comune posizione espressa ieri a Parma dalle organizzazioni dei produttori e dalle associazioni degli industriali che si sono incontrati per l´avvio della trattativa sul contratto quadro per la campagna di trasformazione 2010. Al centro dell’incontro le modalità di coltivazione, di raccolta, di trasporto, di conferimento, di controllo della qualità e il prezzo base del prodotto consegnato alle industrie che operano nel centro nord del nostro Paese. L´avvio della trattativa - che sarà seguita e supportata, come richiesto dai rappresentanti della filiera, dalla Regione - e la condivisione delle strategie per affrontare la complessa situazione di mercato rappresentano – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – “un fatto positivo che potrà certamente favorire le prossime fasi del confronto. ” Dopo la recente riforma europea che, a partire dal 2011, porterà alla completa eliminazione degli aiuti per gli agricoltori che producono pomodoro, il destino del settore, secondo Rabboni “è affidato esclusivamente alla definizione delle reciproche convenienze tra agricoltori e trasformatori e alla loro capacità di programmare le quantità e le tipologie di trasformati in funzione delle richieste del mercato. La coltivazione e la trasformazione del pomodoro da industria, che ha ormai raggiunto livelli qualitativi di primissimo piano, rappresentano uno dei punti di forza dell´agroalimentare emiliano - romagnolo e caratterizzano in modo notevole l´economia di alcune province regionali". “L´accordo tra le parti - ha concluso l’Assessore regionale- rappresenta la condizione essenziale per mantenere e rafforzare, anche in un quadro generale di difficoltà per l’economia nazionale e mondiale, la leadership dell’Emilia - Romagna e del nord Italia in questo settore produttivo”. Tutti i partecipanti all´incontro hanno espresso forte preoccupazione per la situazione del settore che, dopo il positivo andamento della campagna 2009, deve confrontarsi con l´aumento dei costi di produzione, sia agricoli che industriali, e con la riduzione generalizzata del prezzo dei trasformati a causa dell’esubero di offerta mondiale. E’ stata comunque ribadita la comune volontà di mantenere, nell´area padana, una filiera forte, senza trascurare l’opportunità di un Accordo Nazionale che armonizzi i comportamenti fra le diverse zone di produzione italiane. Tutte le Organizzazioni dei Produttori presenti hanno concordato sulla inderogabile esigenza di programmare le superfici da coltivare in funzione della domanda che, in relazione alla situazione del mercato mondiale, si prevede in sensibile calo. Per rispettare le regole comunitarie che impongono la stipula dei contratti entro fine febbraio, produttori e industrie di trasformazione hanno concordato la composizione della Commissione ristretta che ha iniziato i lavori per la definizione dell’Accordo di Area Nord. . |
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AGROALIMENTARE, LA REGIONE AL FORUM DI MILANO MARITTIMA |
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"Meglio un contadino laureato che un avvocato disoccupato". Con questa relazione, l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato, ha dato il suo contributo al 7° Forum Cdo Agroalimentare in svoltosi il 30 e 31 gennaio a Milano Marittima (Emilia Romagna). Il tema della due giorni è stato “Collaborare per competere: come realizzare le reti nell’agroalimentare?”. Economisti e imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia hanno raccontato la propria esperienza per definire i concetti di reti di impresa e di impresa a rete, riassumibili nel motto “l’unione fa la forza”. L’intervento di Prato era inserito nella sessione del forum dedicata al capitale umano, perché la rivoluzione immaginata dall’assessore può essere realizzata solo rimettendo l’uomo al centro della vita e dell’economia. “Solo il ritorno alla campagna consentirà all’uomo di oggi di conciliare lavoro, famiglia e tempo libero e di ritrovare, così, il suo equilibrio”. Prendendo le mosse dalla crisi del lavoro in Sardegna, sfociata ieri nell’occupazione dell’aeroporto di Cagliari da parte dei lavoratori Alcoa, Prato ha delineato un futuro nel quale le aziende agricole ricominceranno a produrre ricchezza seguendo la strada delle energie rinnovabili e della multifunzionalità in senso turistico. Per fare la rivoluzione bisogna partire dalla scuola. “Spieghiamo ai nostri ragazzi che è inutile che studino Scienze della comunicazione e Giurisprudenza, non ci sono sbocchi professionali. Però come faremo a convincerli se noi per primi non facciamo che lamentarci? Dobbiamo riuscire a comunicare ai giovani l’emozione della campagna”. Una campagna vissuta non da dilettanti, ma da professionisti, cioè appunto da “contadini laureati”, competenti e capaci di fare impresa. Nel suo intervento, l’assessore Prato ha ricordato inoltre la necessità di valorizzare le specificità locali perché “non è possibile che gli hotel di tutta Italia, da nord a sud, propongano gli stessi identici alimenti. Non possiamo avallare l’appiattimento enograstronomico del panorama italiano”. Al forum hanno preso parte diversi studiosi come Angelo Frascarelli, professore al Dipartimento di Scienze economico-estimative e degli alimenti nell’Università degli Studi di Perugia. Contributi a proposito della crisi economica sono arrivati, inoltre, dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi, autore del libro “Bluff- perché gli economisti non hanno previsto la crisi e continuano a non capirci niente”. Secondo Cobianchi, le difficoltà delle aziende agricole italiane in parte derivano, paradossalmente, dai troppi aiuti che ricevono, perché “un’azienda aiutata è un’azienda sotto ricatto: vedi la Fiat”. E a proposito di aiuti, Franco Sotte dell’Università politecnica delle Marche ammonisce: “La Politica agricola comune non sarà più la stessa e i contributi europei per l’agricoltura sono destinati a calare in modo vertiginoso”. . |
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FAI-CISL BASILICATA: PRONTI ALLO SCIOPERO DEI LAVORATORI AGRICOLI |
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Anche in Basilicata si va verso lo sciopero dei braccianti agricoli. I lavoratori incroceranno le braccia per otto ore nella prima decade di febbraio per protestare contro l´emendamento presentato in senato al decreto milleproroghe che sopprime gli elenchi anagrafici agricoli. Per il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, “in caso di approvazione dell´emendamento sarebbe modificato in maniera strutturale, senza peraltro un preventivo confronto con le parti sociali, il sistema previdenziale e assistenziale in agricoltura in funzione del fatto che dagli elenchi anagrafici dipende il riconoscimento delle prestazioni sociali”. Lapadula si dice “contrario alla sostituzione degli elenchi con una dichiarazione trimestrale della manodopera occupata da parte delle aziende perché metterebbe i lavoratori agricoli in condizione di totale sudditanza verso le imprese ed il caporalato”. Per Lapadula “la riforma del mercato del lavoro e della previdenza agricola non si può improvvisare con emendamenti dell´ultimo minuto, serve al contrario una discussione seria e una riforma che salvaguardi i diritti dei lavoratori e contrasti i fenomeni di precarizzazione strisciante che stanno interessando il lavoro in agricoltura”. . |
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AGRIEST 2010 PRIMO PASSO DEL RINASCIMENTO RURALE |
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Udine - "Agriest può rappresentare il primo segnale forte, lanciato in modo corale dall´intero settore primario del Friuli Venezia Giulia, per stimolare il rinascimento rurale e agricolo della nostra terra". Così l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Claudio Violino, ha voluto evidenziare il ruolo svolto da Agriest 2010, la 45. A edizione del salone dell´agricoltura rivolto all´area dell´Alpe Adria tenutosi lo scorso fine settimana al quartiere fieristico di Torreano di Martignacco. Lo slogan di questa edizione, ha ricordato Violino, era "Coltivare il futuro", un invito raccolto direttamente dai giovani tanto che il padiglione allestito dall´Ersa è stato visitato da un pubblico attento e partecipe. Così le scolaresche, gli studenti e le famiglie hanno avuto la possibilità di comprendere, anche attraverso le realistiche esemplificazioni presentate, l´essenza della civiltà contadina e delle radici del territorio. Soprattutto nella giornata di domenica sono stati numerosissimi i contatti avuti dallo stesso Violino e dal suo staff, dal direttore generale dell´Ersa, Mirko Bellini, e dai suoi collaboratori. Non soltanto di agricoltori e imprenditori agricoli già introdotti nel settore, ma anche di semplici cittadini, interessati a comprendere le reali prospettive dell´agricoltura regionale. Dai diretti interessati sono inoltre stati molto apprezzati i convegni di carattere tecnico sul Programma di sviluppo rurale e sul Fondo di rotazione. Ma anche hanno suscitato interesse le degustazioni organizzate dall´Unione cuochi del Friuli Venezia Giulia, di prodotti e ricette tipiche del territorio. Ma una novità assoluta per Agriest è stata rappresentata proprio dalla disponibilità di Violino a partecipare a tutte e quattro le giornate di apertura della rassegna. Scelta che gli ha consentito di tastare il polso della situazione del mondo rurale, ma anche di essere più vicino agli operatori agricoli. "Abbiamo voluto dare un segnale importante - commenta l´assessore - di presenza al fianco degli agricoltori, non soltanto per individuare assieme a loro le vie d´uscita dalla crisi, ma soprattutto per impostare il futuro dell´agricoltura, che dovrà essere caratterizzato dalla promozione del territorio e delle sue eccellenze". "Mi ha fatto molto piacere - ha concluso - verificare la presenza di molti giovani ad Agriest: è un segno della vitalità del settore agricolo che fa ben sperare per il futuro della nostra regione". . |
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UN MARCHIO PER RISTORANTI “DIETA MEDITERRANEA” |
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Palermo – Un marchio di riconoscimento per i ristoranti italiani che propongono menù della dieta mediterranea. L’iniziativa è stata lanciata il 28 gennaio a Milano nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna annuale le “Arance della Salute”, organizzata dall’Associazione italiana per la ricerca contro il cancro e sostenuta direttamente dalla Regione siciliana. Obiettivo del marchio è sostenere i consumi di prodotti agricoli italiani e invogliare il consumatore a stili alimentari che riducano il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. “Siamo disponibili a fare la nostra parte per una iniziativa di questo tipo – spiega Michele Lonzi, capo di gabinetto dell’assessorato siciliano alle risorse agricole ed alimentari – che combacia con la linea politica del governo che crede nella necessità di un forte sostegno promozionale ai prodotti siciliani, da raggiungere anche con la creazione di un marchio di garanzia per le nostre produzioni di eccellenza e con un accurato sistema di controlli”. . |
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COMUNITA´ MONTANE IN ABRUZZO: TUTELATI I DIPENDENTI |
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Pescara - Garanzie per i circa centoventi dipendenti delle comunità abruzzesi e legge di riforma degli enti montani, in un quadro complessivo di politiche in favore delle aree interne e dell´associazionismo tra Comuni. Lo ha garantito l´assessore al Bilancio, Carlo Masci, nel corso del´incontro con i sindacati regionali, il direttore regionale del settore, Filomena Ibello e la dirigenti del Servizio, Mariangela Virno, sulla riorganizzazione delle comunità montane. In primo luogo, sulla questione del personale, l´assessore Masci ha assicurato che l´Ente regione ha "fatto tutto il possibile per garantire i livelli occupazionali"; mentre in relazione al taglio delle risorse statali, l´Assessore ha riferito che "anche con il contributo della Regione Abruzzo, la Conferenza delle regioni ha approvato un ordine del giorno con il quale si chiede di sospendere la norma della finanziaria che cancella i fondi destinati alle Comunità montane. "Nel frattempo - ha spiegato Masci - sono aperti tavoli di confronto settimanali sia con l´Uncem e sia con l´Anci, per ragionare su tutto un orizzonte di attività da porre in essere. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che gli enti sono strumenti per garantire i diritti dei cittadini ad avere servizi efficienti e a basso costo". In definitiva, per l´assessore "sarebbe fuorviante fare barricate per un nome: comunità montane o associazioni di comuni che siano - ha detto - quello che conta è rispondere ai bisogni dei cittadini e, soprattutto, di quelli residenti nelle aree più svantaggiate". In quest´ottica andrebbe posta anche la questione del personale che - sempre secondo l´Assessore - troverebbe una adeguata risposta da una coerente strategia politica". Proprio sull´associazionismo, Masci ha voluto sottolineare la volontà della Regione, anche con leve incentivanti, di sollecitare l´unione dei comuni, soprattutto di quelli più piccoli: "Riteniamo che per alcuni servizi, come per esempio quelli sociali, i comuni debbano essere protagonisti. E non lo diciamo solo a parole visto che abbiamo deciso di investire una cifra consistente pari a 6 milioni di euro a valere sui fondi Fas, con la previsione di una premialità per quei comuni che, non facendo più parte delle Comunità montane decidono costituirsi in associazione". Più in generale, sul piano dell´attuazione del riordino degli enti montani, l´Assessore ha riferito di "dover attendere le nuove decisioni del Governo nazionale rispetto al documento della Conferenza delle regioni che, oltre al ripristino delle risorse per le comunità montane, ha chiesto di conoscere le politiche a tutela delle aree interne, anche alla luce del mancato riparto del fondo 2009 per la montagna . Su quest´ultimo aspetto e anche in risposta ai Sindacati, l´assessore Masci ha riaffermato di voler collocare la riforma complessiva delle comunità montane dentro un disegno politico organico che mira, da un canto, a strappare dalla marginalità le aree più depresse e, dall´altro, a garantire più servizi ai cittadini al minor costo. . |
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L’ASPARAGO DI BADOERE VERSO L’“IGP” PRODOTTO IDENTITARIO DELLA TERRA VENETA |
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Altri sei mesi d’attesa, poi anche l’Asparago di Badoere verrà inserito ufficialmente nell’elenco dei prodotti a Indicazione Geografica Protetta tutelati dall’Unione Europea. La richiesta d’iscrizione, con il relativo disciplinare, è stata infatti pubblicata oggi, 29 gennaio 2010, nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue: se non ci saranno osservazioni o opposizione da parte di qualche Paese della Comunità, anche questo caratteristico prodotto della pianura trevigiana giungerà al traguardo dell’Igp. “E’ un periodo particolarmente fecondo per i riconoscimenti di qualità delle produzioni venete - ha commentato il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato -, con la pubblicazione di numerose richieste di iscrizione formulate dai produttori con lo scopo di esaltare la qualità del prodotto, tutelare i consumatori e valorizzare produzioni locali di altissimo livello che affondano la loro storia nell’identità del territorio d’origine. In particolare, l’Asparago di Badoere ha una lunghissima tradizione: l’origine sembra risalire alla conquista da parte dei Romani delle terre venete”. Il Veneto, oggi, è la prima regione d’Italia per numero di prodotti di qualità certificata e a denominazione. La Marca trevigiana di recente ha salutato il riconoscimento dell’Igp Marrone di Combai e dell’Igp Marroni del Monfenera. Tra qualche mese all’Igp Asparago bianco di Cimadolmo potrebbe affiancarsi l’Igp “Asparago di Badoere”, dando lustro ad una produzione tipica che trova nelle acque tra Piave e Sile terreno fertile per la sua coltivazione. L’asparago di Badoere appartiene alla famiglia delle liliacee, genere Asparagus, specie Officinalis; due le tipologie riconosciute dal disciplinare: quella “bianca” (5 varietà) e quella “verde” (5 varietà). Quello bianco presenta un sapore dolce, non acido né salato, tenero e privo di fibrosità; quello verde ha invece sapore marcato, non acido né salato, con aroma fruttato ed erbaceo persistente. Viene prodotto nell’areale che include i comuni di Piombino Dese e Trebaseleghe (Padova), Casale sul Sile, Casier, Istrana, Mogliano, Morgano, Paese, Preganziol, Quinto, Resana, Treviso, Vedelago, Zero Branco (Treviso) e Scorzè (Venezia). . . |
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BASILICATA: RICERCA FONDAMENTALE PER RILANCIO AGRICOLTURA |
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Mercoledì 3 alle ore 11,30 nell’aula magna dell’Istituto tecnico agrario statale (Itas) “G. Briganti” di Matera si svolgerà il quarto incontro del ciclo di seminari “La storia dell’agricoltura lucana raccontata dai protagonisti” avente per tema “La ricerca e l’innovazione in agricoltura”. Gli appuntamenti sono organizzati dall’Itas, dal Dipartimento agricoltura della Regione Basilicata, dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali e dal Collegio dei periti agrari e periti agrari laureati di Matera. Protagonisti dell’incontro, moderato da Vincenzo Castoro del Dipartimento Agricoltura, saranno Michele Cascino, già assessore regionale ed ex presidente della società Metapontum Agrobios e Francesco Cellini, direttore dell’area scientifica della stessa società di ricerca. “ L’incontro – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti- si tiene in un momento importante per il rilancio della ricerca in agricoltura nella nostra regione che, come è stato ribadito lo scorso sabato a Metaponto nel corso del Rapporto dell’Agricoltura, avrà un ruolo fondamentale per lo sviluppo di prodotti e processi innovativi legati alle nuove sfide. In tale quadro è in corso di elaborazione la stesura dello statuto del Polo Biogreen di Metaponto che avrà lo scopo di promuovere e svolgere attività di ricerca applicata nel settore delle tecnologie verdi e che avrà come sede proprio la Metapontum Agrobios. La missione del Polo Biogreen – ha continuato Viti- oltre alla ricerca dovrà essere la trasferibilità dell’innovazione al mondo imprenditoriale. Con tale compito il Polo realizzerà un circuito di eccellenza teso ad implementare infrastrutture tecnologiche e programmi di ricerca, supportando iniziative agricole, agroalimentari, industriali, e nei settori dell’energia e dell’ambiente”. . |
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NON PIÙ NEL LAVANDINO GLI OLII ALIMENTARI ESAUSTI: SI AVVIINO PROCEDURE VIRTUOSE DI RACCOLTA PER LA PRODUZIONE DI BIODIESEL. |
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Gli olii alimentari esausti sono residui generalmente derivati dalla frittura di oli di semi vegetali di diversi tipi: per ovvie ragioni le alte temperature a cui vengono sottoposti causano una radicale trasformazione della struttura molecolare polimerica conseguenza dell’ossidazione e dell’assorbimento delle sostanze derivanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari. La conseguenza immediata del processo della frittura è, infatti, che l’olio si trasforma in un rifiuto speciale causa di grave inquinamento qualora non venga effettuato un corretto smaltimento se disperso nell’ambiente e quindi attraverso la rete fognaria come avviene nelle case della stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Proviamo ad immaginare la quantità di olio fritto disperso attraverso i lavandini degli italiani: certamente una quantità notevole che neanche i migliori depuratori difficilmente riescono efficacemente a smaltire senza lasciare residui dannosi per l’ambiente. Ciò avviene perché in Italia non esiste una normativa che obblighi i privati cittadini a raccogliere i residui della frittura in appositi contenitori come avviene per bar, ristoranti ed in genere negli esercizi di ristorazione e nelle industrie alimentari. La questione però che ancora tarda a prender quota nella mente di gran parte degli italiani è quella di considerare il cosiddetto “rifiuto”, specie se di difficile smaltimento, una vera e propria risorsa da utilizzare anche a fini di lucro. Al contrario in altri Paesi che hanno compreso il business, nascono imprese che del recupero e del riutilizzo degli scarti che Noi italiani pensiamo inutilizzabili, fanno la loro ragion d’essere. E’ questo il caso di una piccola società californiana che ha ben pensato di avviare una vera e propria raffineria di olii alimentari esausti per la produzione - udite udite - di biodiesel a costi ridotti di trasporto, stoccaggio e trasformazione. Se molti pensavano che il rapporto costi – benefici (leggasi profitto) della trasformazione degli olii esausti in biocarburante fosse troppo basso, con i sistemi innovativi messi a punto all’estero dovrà ricredersi e forse pensare che in Italia sia giunto il momento di cambiare rotta anche in questo settore. Per queste ragioni, Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, ritiene imprescindibile l’avvio di procedure virtuose di raccolta degli olii alimentari esausti anche nelle case dei privati per il recupero e la produzione di biodiesel. Occorre, infatti, l’emanazione di normative incentivanti che partendo dai comuni che costituiscono il livello base per la raccolta dei rifiuti obblighino i cittadini a non disperdere questa preziosa “nuova” fonte di energia e a non continuare ad inquinare l’ambiente. . |
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FVG: CLASSIFICATE ZONE DI PRODUZIONE DI MOLLUSCHI BIVALVI |
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Su proposta dell´assessore alla Salute, Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha approvato una delibera con cui vengono individuate e classificate le zone dell´arco costiero del Friuli Venezia Giulia ove sono consentite la produzione, la raccolta e la stabulazione (ovvero la depurazione naturale) dei molluschi bivalvi vivi (vongole, ostriche, capesante, cozze, ecc. ). Con lo stesso provvedimento, che sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione e consultabile sul sito www. Regione. Fvg. It, viene indicata anche la denominazione delle diverse aree e ne viene precisato lo stato sanitario. Parallelamente, per quanto riguarda le zone adibite ad allevamento, sono elencati anche gli impianti. La deliberazione dell´esecutivo regionale non manca di precisare che tale classificazione andrà aggiornata con frequenza triennale. Inoltre sono anche approvate le linee guida per la sorveglianza periodica delle zone di produzione, raccolta e immissione sul mercato dei molluschi. Infine è stata data via libera al testo del protocollo d´intesa tra l´Autorità locale competente per i controlli ufficiali veterinari e gli operatori del settore alimentare del comparto dell´allevamento e della pesca dei molluschi bivalvi vivi. Finalizzato al miglioramento della sicurezza alimentare, rappresenta una assoluta novità. . |
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CCIAA POTENZA: 11 AZIENDE INCONTRANO OPERATORI NOD EUROPEI |
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Nell´ambito del progetto di sistema "Sapori d´Italia nel Mondo Iv", la Camera di Commercio di Potenza, in collaborazione con l´Azienda Speciale Forim, organizza la partecipazione di una delegazione di aziende agroalimentari della provincia agli eventi previsti dal 2 al 5 febbraio 2010. Le 11 aziende ammesse per la provincia di Potenza parteciperanno all’incontro del 2 febbraio, a Roma, al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi (in Via Xxiv Maggio). Per l’occasione, verranno realizzati incontri Be-to-be con operatori esteri provenienti dai Paesi del Nord Europa. Dal 3 al 5 febbraio, poi, verranno realizzate specifiche visite aziendali guidate allo scopo di far conoscere da vicino la realtà territoriale e produttiva, con l’auspicio di chiudere favorevolmente accordi e contratti di partnership. “Si tratta di una delle molteplici azioni di supporto che la rete del sistema camerale mette in campo per sostenere le imprese locali operanti nel settore agroalimentare – spiega il presidente della Cciaa potentina, Pasquale Lamorte -, favorendo nuove opportunità di business con Paesi esteri emergenti e fortemente interessati alle produzioni tipiche dell’agrofood italiano, come quelli scandinavi e delle Repubbliche Baltiche. Le eccellenze selezionate potranno godere di canali privilegiati per provare ad entrare su mercati vasti ed emergenti, in cui il made in Italy è sempre molto appetibile e i consumatori sono sempre più attenti alla qualità”. Opportunità reali, dunque, per le aziende che avendo manifestato interesse partecipano al progetto: Cantina di Venosa, Carbone vini di Melfi, Casa Maschito, Terra dei Re di Rionero, Cantina Madonna delle Grazie di Venosa, Basilisco vini di Barile, Tenuta le Querce di Potenza (vino); Le Contrade Soc. Coop di Potenza (frutta e verdura fresche e trasformate), Italmiko di Senise (Conserve in olio e al naturale, Mousse e patè, salse e sughi), Clematis di Filiano (Sughi pronti e pesti, conserve), Consorzio Bontà Mediterranee di Lavello (prodotti agroalimentari vari, vino). Saranno ben 50 i buyer provenienti da Norvegia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia, Lettonia, Ungheria e Lituania. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l´Ice (Istituto Commercio Estero), Unioncamere e il coordinamento di Promofirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze. . |
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VETERINARIA, VIA IN CAMPANIA AL FUNZIONAMENTO DEL CRIUV. DIVENTA OPERATIVO IN QUESTI GIORNI IL CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE PER L’IGIENE URBANA VETERINARIA (CRIUV). |
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Il Criuv, che fa capo al Settore Veterinario dell’Assessorato Regionale alla Sanità, coordinerà tutte le attività del comparto con funzioni di indirizzo, verifica e controllo. Il Centro nasce da una collaborazione tra l’Università degli Studi di Napoli Federico Ii (Facoltà di Medicina Veterinaria), l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici e la Asl Na 1, che ospiterà la sede operativa nell’Ospedale Veterinario per animali senza padrone già attivo da oltre un anno all’ex ospedale psichiatrico Frullone di Napoli. Questi gli obiettivi del Criuv: •sviluppo di modelli di gestione del rischio infettivo legato alla presenza negli agglomerati urbani di animali selvatici; •supporto ai Servizi veterinari territoriali sia in occasione di eventi straordinari ed emergenziali in materia di prevenzione del randagismo, sia per l’erogazione di prestazioni clinico – chirurgiche e diagnostiche di elevata specialità; •accesso alle prestazioni di diagnostica e specialistica clinica e chirurgica anche alle aziende sanitarie che non hanno ancora dotato i propri Servizi Veterinari delle risorse necessarie; •approfondimento epidemiologico sulle realtà di tipo infettivo e ambientale, partendo dal monitoraggio degli animali inurbati che rappresentano indicatori affidabili dello stato di salute dell’ecosistema urbano; •ricerca scientifica attraverso collaborazioni, tra l’altro già in essere, con l’Università degli Studi di Napoli “Federico Ii”, Facoltà di Medicina Veterinaria. Il Cruiv si avvarrà delle strutture dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno sia per le attività diagnostiche riferibili alla presenza di agenti infettivi e tossici sia per la ricerca applicata. . |
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BOLZANO: ENTRO IL 5 FEBBRAIO ISCRIZIONI ALLA PROVA PER ASPIRANTI GUIDE ALPINE |
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Entro venerdì 5 febbraio vanno inoltrate all´Ufficio provinciale turismo e alpinismo le domande per l´iscrizione alla prova di ammissione ai corsi per aspirante guida alpina. La prova si svolgerà il 27 e 28 febbraio e il 29 maggio. La Ripartizione provinciale Turismo informa che le domande per l´iscrizione alla prova pratica di ammissione al ciclo triennale dei corsi di prima formazione per aspiranti guida alpina devono essere inoltrate entro il prossimo 5 febbraio all´Ufficio provinciale turismo e alpinismo. Il candidato deve avere esperienza triennale in alpinismo su roccia, su ghiaccio e scialpinismo, che verrà testata nella prova attitudinale, prevista il 27 e 28 febbraio e il 29 maggio 2010. Per ulteriori informazioni è a disposizione l´Ufficio provinciale turismo e alpinismo, via Raiffeisen 5 a Bolzano (tel. 0471 413727), a cui va indirizzata la domanda per l’iscrizione, che può essere scaricata anche dal sito Internet della Rete civica www. Provincia. Bz. It/turismo . |
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FIRMATA CONVENZIONE TRA EXPO 2015 S.P.A. E LA FONDAZIONE MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI PER LO SVILUPPO DI PROGETTI EDUCATIVI E CULTURALI SUL TEMA DELL’ALIMENTAZIONE |
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Giuliano Urbani entra nel Gruppo Cultura di Expo 2015 S. P. A. L’amministratore Delegato di Expo 2015 S. P. A. , Lucio Stanca, e il Presidente della Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, Giuliano Urbani, hanno siglato la convenzione che sancisce la collaborazione in vista dell’esposizione universale. La convenzione prevede lo sviluppo di progetti educativi e culturali, con l’obiettivo di sviluppare per il grande pubblico tematiche tecnico-scientifiche correlate al tema di Expo “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. In occasione di eventi scientifici, saranno sviluppate iniziative di comunicazione e di promozione dell’Expo 2015 attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, dei centri di ricerca e di divulgazione scientifica e culturale. In particolare, la convenzione avvia la collaborazione su due progetti dedicati al tema dell’alimentazione e già avviati dalla Fondazione: la mostra interattiva Bon appétit – l’alimentation dans tous les sens e il laboratorio interattivo Alimentazione. “Questo accordo – ha dichiarato Lucio Stanca – testimonia che l’Expo è un evento essenzialmente culturale e particolarmente attento alle nuove generazioni. La firma della convenzione ci consente di stringere rapporti con il mondo della scuola e della cultura, realtà fondamentali per la crescita intellettuale e culturale dell’Expo Generation. È importante intraprendere una collaborazione fin da ora, perché il processo di crescita che sfocerà nell’esposizione universale è parte integrante dell’Expo stessa e vogliamo costruire un percorso da qui al 2015 capace di proseguire anche oltre l’evento. Lavoriamo per una crescita progressiva e per una progressiva presa di coscienza del tema, delle nuove tecnologie e delle tecniche per risolvere i problemi legati all’alimentazione. La convenzione sottoscritta con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, tra i più significativi documenti fra quelli finora siglati, ci consente di stabilire fin da subito un contatto con le nuove generazioni, anche attraverso fatti concreti e lo sviluppo di attività educative, permettendo ai più giovani di crescere nei prossimi anni con la consapevolezza di un tema che riguarda tutta l’umanità e al quale nessuno può sottrarsi”. “La convenzione sottoscritta tra la Società Expo 2015 S. P. A. E la nostra Fondazione – ha detto il Presidente della Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Giuliano Urbani - va a sancire un rapporto di collaborazione che ha la finalità di sviluppare progetti educativi e culturali già in programma al Museo, come il nuovo laboratorio interattivo dedicato all’alimentazione, che presenteremo il 9 febbraio, e come la mostra internazionale sull’alimentazione, progetto che ci vede partner insieme alla Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi e ad altre istituzioni scientifiche e che debutta a Parigi il 2 febbraio. Insieme realizzeremo iniziative rivolte al grande pubblico su argomenti di carattere tecnico–scientifico in tema di alimentazione in vista dell’Expo di Milano del 2015”. Giuliano Urbani, Presidente del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, è entrato a far parte del Gruppo Cultura di Expo 2015 S. P. A. . |
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OLIO LIGURE DOP PER IL PESTO GENOVESE. SPAZIO ANCHE ALL’OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA DOP RIVIERA LIGURE NELLA RICETTA FUTURA DEL PESTO GENOVESE STG.
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Nuovi scenari e opportunità commerciali potrebbero portare rinnovato slancio alla filiera olivicola d’eccellenza ligure. La notizia giunge dal Presidente del Consorzio per la tutela del Pesto genovese Andrea Della Gatta, che è stato ospite della trasmissione “Occhio alla Spesa”. Durante la trasmissione, interamente dedicata al pesto, il Presidente Della Gatta ha spiegato che il Pesto genovese ha intrapreso il cammino che lo porterà a ricevere un importante riconoscimento da parte dell’Unione Europea: si tratta del marchio di qualità STG (Specialità Tradizionale Garantita), grazie al quale la ricetta tradizionale del Pesto genovese potrebbe presto entrare nel novero dei prodotti garantiti. Tra gli ingredienti necessari per la preparazione del Pesto genovese, Andrea Della Gatta ha menzionato anche l’Olio Extra Vergine di Oliva Dop Riviera Ligure, che affiancherà altri prodotti tutelati dalla Dop come il Basilico Genovese, il formaggio Pecorino e il Parmigiano Reggiano. “Le qualità organolettiche del’Olio Extra Vergine Dop della Riviera Ligure – ha dichiarato a margine il Presidente della Dop dell’olio Francesco Bruzzo – sono ormai ampiamente riconosciute e dimostrate. Nella preparazione di un pesto genovese tradizionale non poteva quindi mancare un prodotto d’eccellenza della Liguria come l’Olio Extra Vergine Dop Riviera Ligure che, grazie agli strumenti di certificazione e tutela predisposti, potrà garantire al Pesto genovese Stg tanto le caratteristiche di tipicità quanto i corretti valori nutritivi, a tutto vantaggio della salute dei consumatori”. L’inserimento dell’Olio Dop Riviera Ligure nella ricetta del Pesto genovese Atg rappresenta un’opportunità per tutta la filiera olivicola, che potrà così beneficiare di un sensibile aumento della domanda di prodotto ligure certificato e tutelato. Costituitosi nel 2001 il Consorzio per la Tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva D. O. P. Riviera Ligure, forte della partecipazione dei soci olivicoltori, frantoiani ed imbottigliatori e grazie al riconoscimento ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha nei suoi obiettivi la tutela di un prodotto dalle caratteristiche uniche e svolge un’azione di promozione e vigilanza dell’Olio Ligure nelle sue tre menzioni geografiche (Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante) per offrire ai consumatori una qualità d’olio tra le più ricercate dagli intenditori. . |
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DOCG PER IL DOLCETTO DI DIANO D´ALBA SALGONO A 15 LE DOCG PIEMONTESI |
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La Doc Dolcetto di Diano D’alba è diventata Docg, con l’approvazione all’unanimità del Comitato Vitivinicolo Nazionale il 27 gennaio. La Docg “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” ha attualmente un superficie di circa 300 ettari con una produzione rivendicata di circa 8000 ettolitri e interessa il territorio del Comune di Diano. Con quest’ultimo riconoscimento la nostra Regione porta a 15 le sue Docg, mentre sono 46 le Doc. “Si tratta di un riconoscimento importante e atteso – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – Il dolcetto di Diano era da trent´anni una denominazione d’origine e ha una storia produttiva e commerciale che trova origine in tempi ancora più lontani. Oggi compie un passo avanti significativo, andando a collocarsi nell’elenco delle nostre eccellenze Docg, e potrà fregiarsi anche delle menzioni geografiche “Sorì”, finora riservate a Barolo e Barbaresco. Si tratta inoltre di un altro importante riconoscimento per la viticoltura dell’albese, dopo la recente approvazione della Doc Alba, un territorio da sempre vocato al turismo enogastronomico che potrà trovare ulteriori elementi di valorizzazione nelle nuove denominazioni. Ricordo che la Regione ha lanciato il progetto di comunicazione e valorizzazione “Piemonte Agriqualità”, che abbraccia le produzioni Doc e Docg, accanto alle Dop, Igp e ad altri prodotti che la Regione stessa andrà a censire e certificare, un progetto che intende comunicare organicamente, con un marchio e un sito web, la qualità dell’agroalimentare piemontese. In questo contesto, mi auguro che campagne di promozione e nuovi riconoscimenti possano sostenere sui mercati un vitigno come il Dolcetto, che insieme al Barbera rappresenta una delle denominazioni più estese in Piemonte . ” Dopo le menzioni geografiche inserite nella modifica della Docg Barolo e Barbaresco, anche per questa denominazione si inseriscono nel disciplinare di produzione le “menzioni geografiche aggiuntive” (ai sensi del D. M. 22 aprile 1992): le uve per le quali si rivendica la “menzione geografica aggiuntiva” devono essere prodotte esclusivamente da vigneti ricadenti nella zona dalla quale prendono il nome. Le menzioni geografiche del Diano saranno indicate in etichetta come “Sorì” ,dal dialettale “soleggiato”, nome proveniente da un progetto di individuazione delle zone più vocate per la viticoltura, presenti sul territorio del Comune di Diano d’Alba. Lo studio, iniziato nel 1985, trova in questo riconoscimento di una ulteriore definizione della piramide qualitativa che valorizza il legame fra prodotto e territorio. Le Docg piemontesi: Asti; Moscato d’Asti; Barbaresco; Barbera d’Asti; Barbera del Monferrato Superiore; Barolo; Brachetto d’Acqui o Acqui; Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba; Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada; Dogliani; Gattinara; Gavi o Cortese di Gavi; Ghemme; Roero; Roero Arneis. . |
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VITICOLTURA BIOLOGICA, NUOVE STRATEGIE PER LA DIFESA |
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Ricercatori e tecnici provenienti da diversi paesi europei, tra cui Spagna, Germania, Francia, Italia e Svizzera, si sono confrontati il 28 gennaio, all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, sull’utilizzo del rame in agricoltura biologica. Riflettori puntati sulle alternative per ridurre ed eventualmente sostituire questo elemento, usato nel biologico in alternativa ai comuni anticrittogamici di sintesi per controllare le malattie e oggetto di dibattito dato che alcuni paesi del nord Europa ne chiedono un ridimensionamento nell´utilizzo e altri, tra cui l´Italia, lo ritengono ancora necessario per difendere le colture. Nel corso dell´incontro, organizzato in collaborazione con l’Aiab, Associazione italiana agricoltura biologica, si è parlato della normativa europea che regola l´impiego di questo elemento. Il rame è stato incluso nel Regolamento europeo per l´utilizzo in agricoltura biologica in quanto è un composto presente in natura e considerato di uso tradizionale. Tuttavia dopo anni di utilizzo si accumula nel suolo dove esercita una forte tossicità nei confronti della microflora e microfauna presente (ma non per l’uomo!). Per questo motivo l´Unione Europea ha deciso di ridurne l´uso fissando delle soglie che però non sono sufficienti per controllare la peronospora in alcune aree, anche del Trentino, dove le condizioni ambientali - cadono in media 900 millimetri di pioggia ogni anno- facilitano lo sviluppo della malattia. Ne consegue che le alternative al rame, da sole, non sono sufficienti per combattere la peronospora e vanno integrate con bassi dosaggi di rame. L’istituto Agrario valuta da tempo l´efficacia delle alternative al rame e nel corso degli anni ha sperimentato numerosi formulati di origine naturale quali estratti vegetali, argille, nonché "agenti di biocontrollo" cioè sostanze prodotte da microrganismi (lieviti o batteri) che hanno un’azione tossica nei confronti dei funghi che attaccano le piante coltivate. “Questi prodotti –spiega Enzo Mescalchin del Centro Trasferimento Tecnologico- hanno dato risultati interessanti in laboratorio, ma nelle prove in campo non sono in grado di fornire una protezione soddisfacente. Finora i maggiori progressi nel controllo della peronospora col metodo biologico si sono registrati nella progressiva riduzione delle dosi di rame impiegato: attualmente si utilizzano dosi circa tre volte inferiori rispetto a quelle usate 15 anni fa. Questo è reso possibile da una maggiore tempestività negli interventi, dalla maggiore efficienza delle attrezzature meccaniche impiegate e dal costante controllo che viticoltori e tecnici impegnati nel biologico esercitano in campagna. C’è da dire, inoltre, che nei nostri ambienti la matrice calcarea dei terreni che comporta ph subalcalini e l’inerbimento naturale dei terreni che li arricchisce di sostanza organica permette un’ottima trattenuta di questo metallo nei primissimi centimetri del suolo impedendone la sua propagazione nel terreno”. Durante l’incontro sono state illustrate le varietà di vite tolleranti a peronospora e oidio la cui coltivazione diminuirebbe in modo significativo la necessità di trattamenti. Sono state inoltre presentate relazioni sull´uso del rame nella difesa della patata e del melo. . . |
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CARTA DEI VINI DI LOMBARDIA: A.I.S. LOMBARDIA ANCORA UNA VOLTA A FIANCO DELLA RISTORAZIONE LOMBARDA |
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Presentato il nuovo progetto frutto del connubio fra enologia e gastronomia: il concorso “Carta dei Vini di Lombardia”. Risultato di un impegno costante di Ais Lombardia a supporto del patrimonio enogastronomico regionale, il concorso è l’evoluzione di un progetto che mira a diffondere la conoscenza delle produzioni enologiche regionali nel circuito della ristorazione. Uno strumento utile a far conoscere ai consumatori i vini lombardi nelle diverse tipologie prodotte: spumanti, bianchi, rosati, rossi, dolci o passiti, la nostra regione offre infatti un variegato panorama produttivo con punte di vera eccellenza. Nata anche con l’obiettivo di sensibilizzare la ristorazione regionale a riservare alla produzione enologica del nostro territorio una posizione di rilievo nella proposta al consumatore, la “Carta dei Vini di Lombardia” si rivolge dunque ai Ristoratori chiamati a stilare una propria carta dei vini lombardi utilizzando nella selezione le cantine presenti nella guida Viniplus2010 in cui l’ampia gamma dei vini presenti è stata valutata da una severa e motivata commissione di sommeliers degustatori. I Ristoratori interessati al Concorso devono elaborare una “Carta dei Vini” che rispetti tre requisiti: selezione di almeno dieci etichette provenienti da minimo tre zone vinicole differenti e segnalate nella Guida Viniplus2010 indicazione dei seguenti dati: nome del vino / nome del produttore / annata / prezzo indicazione dei vini serviti anche a bicchiere Una copia della “Carta dei Vini di Lombardia”, completata a livello grafico e “confezionata” così come sarà proposta alla clientela, dovrà essere spedita entro il 19 febbraio 2010 presso la Sede Ais Lombardia (via Panfilo Castaldi, 4 - 20124 Milano). Una commissione di esperti sommeliers e professionisti verificherà la corrispondenza delle proposte ai parametri minimi richiesti, conferendo alle carte correttamente eseguite il sigillo di “Carta dei Vini di Lombardia” certificata. Ai ristoranti scelti sarà quindi inviata una vetrofania che segnalerà al consumatore la certificazione ottenuta. Le migliori carte dei vini saranno premiate e tutti i ristoranti che avranno ottenuto la certificazione potranno partecipare a una rassegna gastronomica dedicata che porterà loro grande visibilità. Www. Aislombardia. It . |
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I DOLCI COCKTAIL TANQUERAY NO. TEN: TRE CREAZIONI FIRMATE DAI PIÙ NOTI BARTENDER ITALIANI, ABBINATI A ESCLUSIVI FINGER-FOOD |
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Un connubio di profumi e sapori in cui i cocktail si accompagnano a originali finger food: sono i cocktail realizzati in esclusiva per Tanqueray No. Ten da tre fra i più affermati bartender italiani come Dario Comini, Domenico Maura e Marino Lucchetti. Ricette che utilizzano ingredienti inusuali come il tabasco rosa e alcune gocce di Brunello di Montalcino per creare drink raffinati in cui Tanqueray No. Ten, unico gin al mondo distillato con aromi e agrumi freschi – lime, arance e pompelmi – selezionati e tagliati a mano, esprime appieno tutta la sua perfezione. Tanqueray ten “igiene orale” di Dario Comini - capo barman e titolare del bar Nottingham Forest, Milano. Servito in un packaging provocatorio, quello di un tubetto da dentifricio accompagnato da uno spazzolino, è un drink inedito, fresco e leggermente piccante, da accompagnare con un cremoso finger food al sapore di patate. The brunello ten berries cosmopolitan di Domenico Maura – bar manager del Grand Hotel di via Veneto – Time Sea Food Cafè, Roma. In omaggio al colore degli innamorati un cocktail rosso in cui il sapore agrumato di Tanqueray No. Ten si sposa con i frutti rossi del kirsch e del framboise, con il profumo di arancia del Cointreau, la piacevole acidità del lime, il contrasto della mandorla e il piacevole calore delle gocce del Brunello di Montalcino. Tanqueray spiced ten di Marino Lucchetti – capobarman del bar Skyline dell’Hotel Molino Stucky Hilton, Venezia. Un drink pieno di sorprese, capace di equilibrare il sapore speziato del ginger ale, il gusto pungente della cannella e il sapore fruttato di Tanqueray No. Ten: . |
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