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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Febbraio 2010
TEAM DI RICERCATORI RIVEDE TEORIA SU UNA PROTEINA LEGATA AL CANCRO  
 
 Bruxelles, 2 febbraio 2010 - Sta per essere messa in dubbio la teoria finora diffusa sul comportamento di una proteina dell´organismo umano legata alla formazione dei tumori. Lo studio in questione, pubblicato nel Journal of Biological Chemistry, dovrebbe condurre a nuove ricerche sui modi per prevenire che la proteina "attivi" i geni coinvolti nella produzione di cellule anomale. La ricerca è stata in parte finanziata dal progetto Map Kinase, finanziato attraverso la linea di bilancio "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" del Quinto programma quadro (5º Pq) dell´Ue. L´organismo è composto da cellule che comunicano tra loro e con l´esterno tramite i recettori presenti sulla loro superficie", ha detto l´autore principale dello studio, la professoressa Diane Lidke dell´Università del New Mexico negli Stati Uniti. "Per produrre una risposta cellulare, vengono attivate vie del segnale, che innescano il movimento delle proteine verso punti specifici all´interno delle cellule, in particolare verso il nucleo cellulare che contiene il Dna". Una di queste vie è la chinasi regolata dai segnali extracellulari (Erk), che è alterata in circa il 30% dei casi di cancro nell´uomo. Da tempo i ricercatori sospettavano che le alterazioni in questo pathway potevano essere responsabili della mutazione che causa il cancro. Le Erk si comportano da molecole messaggero, collegando i segnali extracellulari ricevuti con il nucleo cellulare. Per farlo, l´Erk deve spostarsi dal fluido intracellulare in cui si trova verso il nucleo cellulare, dove attiva alcuni geni e ne disattiva altri. Questo processo provoca la divisione o differenziazione cellulare. Negli ultimi dieci anni gli scienziati erano convinti che due molecole di Erk dovevano accoppiarsi dopo la loro attivazione per poter penetrare nel nucleo cellulare; ma lo studio in questione mostra che in realtà l´accoppiamento delle proteine non è necessario affinché questo avvenga. "Invece, si è scoperto che il processo dipende soltanto dal livello degli stimoli che attivano l´Erk", ha spiegato Philippe Lenormand dell´Università di Nizza, in Francia, che fa parte del team. Le origini di questa ricerca risalgono al 1998, quando un gruppo di scienziati durante uno studio creò una forma mutante dell´Erk; essi notarono che la forma mutante si introduceva nel nucleo cellulare in maniera insolita. In questo ultimo studio e in altri test indipendenti, i risultati hanno mostrato che il mutante penetra nel nucleo allo stesso modo delle Erk normali. "Il nostro lavoro ha chiarito le cose, riconciliando i dati esistenti che a prima vista sembravano contraddittori", ha detto il dott. Lenormand. "L´introduzione nel nucleo del mutante e lo scambio all´interno e all´esterno del nucleo erano più lenti di quelli delle Erk normali, il che potrebbe spiegare le conclusioni tratte in seguito alle osservazioni del 1998, secondo cui il mutante non riusciva a penetrare nel nucleo. Era solo una questione di tempi". Il professor Lidke ha fatto notare che il fatto che il mutante è attivato in ritardo è collegato alla ritardata introduzione nel nucleo. "Di conseguenza, è la prima volta che un ritardo nell´attivazione riesce a provocare un ritardo nell´introduzione dell´Erk nel nucleo cellulare, indicando che la penetrazione dell´Erk nel nucleo è una conseguenza diretta dell´attivazione", ha detto. Si auspica che la nuova ricerca condurrà ad una migliore comprensione del processo di regolazione della migrazione nucleare dell´Erk e quindi allo sviluppo di nuove terapie per controllare il suo effetto sui geni coinvolti nella proliferazione anomala delle cellule. Ciò è anche importante in vista dei trial clinici sulle sostanze chimiche che bloccano l´attivazione dell´Erk. "La migliore comprensione della segnalazione Erk offerta da questo studio apre nuove strade alla ricerca", ha osservato il dott. Lenormand. "Ciò è importante, dal momento che questa via di segnale, sregolata in molti tipi di cancro, è essenziale per la cognizione, formazione della memoria e differenziazione cellulare". Per maggiori informazioni, visitare: Journal of Biological Chemistry: http://www. Jbc. Org/ University of New Mexico: http://www. Unm. Edu/ Istituto Max Planck di chimica biofisica: http://www. Mpibpc. Mpg. De/english/start/index. Php Università di Nizza: http://portail. Unice. Fr/jahia/jahia/ . .  
   
   
DUE PROTEINE PER RIPARARE IL CUORE INDIVIDUATE CRIPTO E TBX1, PROTEINE COINVOLTE NELLO SVILUPPO DELLE CELLULE STAMINALI CARDIACHE. GRAZIE AD UN MECCANISMO NATURALE CHE CONSENTE DI ESPANDERE E PREVENIRE IL DIFFERENZIAMENTO PREMATURO DELLE CELLULE STAMINALI CARDIACHE, È POSSIBILE RIPARARE I DANNI AL CUORE.  
 
Roma, 2 febbraio 2010 - La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte nei paesi industrializzati. Nonostante i recenti progressi nel trattamento dello scompenso cardiaco, le terapie farmacologiche risultano ancora inadeguate. Due studi indipendenti, condotti da Antonio Baldini e Gabriella Minchiotti, rispettivamente direttore e ricercatrice dell’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati Traverso’ (Igb-cnr) di Napoli, aggiungono nuove conoscenze ai meccanismi della biologia delle cellule staminali cardiache. Il primo lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Circulation Research (organo ufficiale dell’American Heart Association), riguarda la proteina Cripto. “Una molecola”, spiega Gabriella Minchiotti, “in grado di promuovere il differenziamento delle cellule staminali in cardiomiociti, agendo come interruttore molecolare nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale dei mammiferi: se accesa determina il ‘destino cardiaco’ delle cellule; se spenta o assente blocca la cardiogenesi, promuovendo la formazione di neuroni”. Ulteriori studi su questa proteina nelle cellule staminali embrionali del topo, “hanno portato all’identificazione di due nuove molecole: un recettore di membrana ‘Apj’ ed il suo ‘ligando Apelina’, entrambi bersagli dell’azione di Cripto nel processo molecolare che determina il destino cardiaco delle cellule staminali,” prosegue la ricercatrice dell’Igb-cnr. I risultati dimostrano che “esiste una relazione funzionale fra Cripto e sistema Apj/apelina e che queste molecole svolgono una funzione fondamentale nel differenziamento cardiaco delle cellule staminali”, continua la ricercatrice. Il lavoro apre nuovi orizzonti sia nella comprensione dei meccanismi molecolari della cardiogenesi sia nella ricerca sul cancro. Il secondo studio, anch’esso pubblicato su Circulation Research, riguarda invece la proteina Tbx1 ed è stato eseguito da Antonio Baldini, insieme al suo team. “Il gene che codifica Tbx1”, afferma Baldini, “è coinvolto nella sindrome di Digeorge o Velocardiofacciale, una malattia genetica relativamente frequente che comporta anche difetti cardiaci”. Studi precedenti avevano evidenziato una mutazione di Tbx1 nelle cardiopatie congenite, “ma solo oggi”, chiarisce il direttore dell’Igb- Cnr, “sono certi i meccanismi regolatori. Esiste una popolazione di cellule ‘tri-potenti’ capaci di differenziare tre tipi cellulari diversi essenziali per la formazione del tessuto cardiaco: cardiomiociti, cellule endoteliali dei vasi e delle cavità cardiache, e cellule della muscolatura liscia che circondano i vasi all’interno del cuore”. Quando questa popolazione non produce più Tbx1, le cellule iniziano a differenziarsi. “I risultati della ricerca”, prosegue Baldini, “dimostrano che Tbx1 è necessario per una proliferazione delle cellule tri-potenti sufficiente per il normale sviluppo del cuore. E allo stesso tempo ne impedisce il differenziamento precoce, affinché venga mantenuto un ‘serbatoio’ di cellule indifferenziate per la crescita del cuore”. Motivo per cui “in topi ingegnerizzati in cui manca Tbx1, i progenitori cardiaci vanno incontro a differenziamento prematuro e il cuore presenta importanti difetti strutturali. Nei topi in cui si ha un eccesso di Tbx1, i progenitori cardiaci non differenziano normalmente o differenziano troppo tardi, causando comunque difetti cardiaci”. “Cripto e Tbx1”, conclude il direttore dell’Igb-cnr, “pur agendo sullo stesso ‘lineage’ cellulare, sono due proteine distinte nelle fasi di sviluppo. La prima agisce a monte, durante la fase di ‘decisione’ del fato cellulare, la seconda a valle, quando il fato cellulare è già deciso ma le cellule sono ancora immature e in grado di differenziare i tipi cellulari del tessuto cardiaco”. Questa ricerca permette di iniziare a capire come si formino i cardiomiociti dalle cellule staminali e quindi di identificare i bersagli molecolari per sviluppare terapie per la rigenerazione del tessuto cardiaco. I laboratori dell’Igb sono impegnati a raggiungere tale obiettivo. .  
   
   
RICERCA TELETHON: IDENTIFICATO UN NUOVO GENE RESPONSABILE DI UNA FORMA DI SLA LA SCOPERTA FATTA DA RICERCATORI DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA E DELL’UNIVERSITÀ “TOR VERGATA” DI ROMA È FRUTTO DI UN’AMPIA COLLABORAZIONE INTERNAZIONALE  
 
Roma, 2 febbraio 2010 - Identificato il gene responsabile di una forma ereditaria di sclerosi laterale amiotrofica (Sla): ad annunciarlo è uno studio* finanziato da Telethon e pubblicato sulle pagine della rivista Brain da Antonio Orlacchio**, responsabile del laboratorio di Neurogenetica dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma e docente di Neurologia presso il dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Roma “Tor Vergata”. La Sla è una malattia neurodegenerativa letale che colpisce progressivamente i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In genere si manifesta tra i 40 e i 50 anni e l’aspettativa di vita non supera i dieci anni. Esistono però anche forme più rare a esordio giovanile (il 5% di tutti i casi), in cui i pazienti sopravvivono anche 40-50 anni. È proprio osservando le caratteristiche cliniche di persone affette da questo tipo di Sla che Orlacchio e il suo gruppo hanno ipotizzato che potesse trattarsi di una forma con peculiarità genetiche sovrapponibili a quelle di altre malattie neurologiche. I loro sintomi clinici, l’età di esordio e la progressione della malattia erano infatti molto simili a quelli riscontrati in pazienti affetti da un’altra patologia neurodegenerativa, la paraplegia spastica ereditaria con assottigliamento del corpo calloso. Questa malattia è dovuta a difetti nel gene Spg11, che si trova sul cromosoma 15 e contiene le informazioni per la spatacsina, una proteina fondamentale per la sopravvivenza dei motoneuroni. I ricercatori si sono quindi chiesti se alla base delle due patologie potesse esserci un difetto a carico del medesimo gene. Per verificare questa ipotesi hanno studiato il patrimonio genetico di 25 famiglie di persone affette da questa particolare forma di Sla, provenienti da tutto il mondo: oltre a pazienti italiani, sono stati infatti reclutati malati di origine turca, brasiliana, canadese e giapponese. Orlacchio e il suo gruppo sono così riusciti a mettere insieme la più ampia casistica mondiale finora disponibile, avvalendosi della collaborazione di importanti centri internazionali di ricerca come il dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Roma “Tor Vergata”, il dipartimento di Genetica medica dell’Istanbul University Cerrahpasa School of Medicine (Turchia), il dipartimento di Neurologia dell’Università federale di Paraná (Brasile), il Centro di ricerca sulle malattie neurodegenerative e il dipartimento di Medicina dell’Università di Toronto (Canada), il dipartimento di Neuroscienze cliniche dell’Università di Cambridge (Gran Bretagna) e il dipartimento di Neurologia dello Hyogo Brain and Heart Center di Himeji (Giappone). Grazie alle attrezzature di ultima generazione dell’Irccs Fondazione Santa Lucia (www. Hsantalucia. It/neurogen/index_it. Htm) è stato possibile analizzare dettagliatamente il Dna dei pazienti e confermare come presentassero un difetto proprio a carico del gene della spatacsina. Per questo, il gene sarà d’ora in poi classificato con un doppio nome: Spg11 e Als5, a riprova di come un suo malfunzionamento possa essere responsabile di due diverse malattie genetiche. Salgono così a undici i geni finora individuati come responsabili di forme ereditarie di Sla. Per quanto nella maggior parte dei casi la malattia sia sporadica (non venga cioè ereditata dai genitori), le forme genetiche possono dare informazioni molto utili per comprendere i meccanismi molecolari con cui si sviluppa questa grave malattia neurodegenerativa. Una ricaduta più immediata dello studio è invece la possibilità di diagnosticare con precisione questa particolare forma di Sla a partire dai sintomi clinici e pianificare così gli interventi più adeguati. Infine, la proteina codificata dal gene Als5 potrà rappresentare un bersaglio molecolare per un razionale sviluppo di nuovi farmaci. In Italia il lavoro di Antonio Orlacchio è stato finanziato, oltre che da Telethon, dal ministero della Salute, dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams) e da fondi raccolti con varie iniziative nella città di Gubbio. .  
   
   
ECCO COME SCONFIGGERE VELOCEMENTE L´INFLUENZA  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - Qual è il modo migliore per sconfiggere l´influenza? È agire rapidamente, rispondono gli esperti. Il progetto Portfastflu ("Portable automated test for fast detection and surveillance of influenza"), finanziato dall´Unione europea, ha come obiettivo lo sviluppo e la validazione di test diagnostici rapidi per l´influenza. Finanziato con quasi 3 milioni di euro nel quadro del Settimo programma quadro (7°Pq), il progetto utilizzerà questi test diagnostici come sistemi Poc (point-of-care) sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Gli esperti sono concordi nell´affermare che la diagnosi rapida dell´influenza è essenziale per la salvaguardia della salute umana. Secondo i partner di Portfastflu, l´analisi dell´acido nucleico rappresenta il metodo più adatto per ottenere una diagnosi precoce e un monitoraggio a lungo termine dell´influenza. L´analisi dell´acido nucleico viene utilizzata sia nei laboratori virologici di riferimento dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che in quelli dell´Organizzazione mondiale della salute animale. I partner del progetto ritengono che questo sistema innovativo permetterà ai medici di effettuare una diagnosi automatica in tempi rapidi e di classificare con precisione i sottotipi dei virus influenzali individuati nei campioni clinici e nei campioni prelevati sul campo. L´efficacia del sistema è dovuta all´´identificazione dei geni del virus influenzale che ha colpito il paziente. "Il nostro approccio si basa sull´integrazione di una cartuccia consumabile di tipo Lab on Chip (Loc) preposta all´estrazione e all´amplificazione automatiche dell´Rna [acido ribonucleico] del virus (portatore delle informazioni genetiche relative a quest´ultimo) con l´ibridazione e il rilevamento in tempo reale di un microarray: il tutto in un dispositivo portatile e di facile utilizzo chiamato "piattaforma di diagnostica integrata" (integrated diagnostics platform - Idp)", affermano i partner. Secondo i nove partner del consorzio Portfastflu il dispositivo Poc integrerà la preparazione del campione, l´amplificazione dell´acido nucleico, l´ibridazione del microarray e la visualizzazione fluorescente in unico sistema. Coordinato da Genewave, società francese specializzata in sviluppo, produzione e commercializzazione di tecnologia microarray per la diagnostica e la ricerca clinica, Portfastflu ha messo a punto e validato con successo tutti i primer Pcr e le sonde microarray nel corso dei primi due anni d´attività. Il progetto ha inoltre dimostrato l´estrazione del Rna mediante il chip di un montaggio sperimentale, l´amplificazione e l´ibridazione di microarray del gene originario dell´influenza A. Per quanto riguarda il virus H1n1v, i partner del progetto hanno evidenziato che sono riusciti a dimostrare in tempi estremamente rapidi che i primer e le sonde del progetto Portfastflu in grado di amplificare e rilevare i virus H1n1 permettono l´individuazione e la classificazione precisa per sottotipo del nuovo virus H1n1v di derivazione suina. I ricercatori hanno inoltre messo a punto primer e sonde che facilitano la distinzione tra i virus isolati H1n1 di tipo stagionale da quelli pandemici. Il progetto, che è stato avviato nel 2008 e si concluderà nel dicembre 2010, riunisce ricercatori e aziende provenienti da Belgio, Irlanda, Spagna, Francia e Gran Bretagna. I partner intendono finalizzare l´integrazione dei diversi componenti in un dispositivo integrato completamente automatico e validare il procedimento diagnostico per l´influenza su campioni umani e animali entro la fine dell´anno. Per maggiori informazioni, visitare: Portfastflu: http://www. Portfastflu. Com 7° Pq - Salute: http://ec. Europa. Eu/research/fp7/index_en. Cfm?pg=health .  
   
   
CONFERENZA MED-E-TEL 2010,  
 
Lussemburgo, 2 febbraio 2010 - La conferenza Med-e-tel, dedicata all´eHealth, telemedicina e tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) per la salute, si svolgerà dal 14 al 16 aprile 2010 al centro esposizioni e congressi Luxexpo, in Lussemburgo. Il programma di tre giorni prevede una serie di attività e discussioni dedicate a questo settore. Per tutta la durata della conferenza si terranno sessioni tematiche su argomenti come ad esempio l´assistenza infermieristica telematica e le tecnologie spaziali per la sanità. Le presentazioni riguarderanno tra l´altro: esperienze commerciali riuscite, attività di ricerca, progetti pilota ed esperienze pratiche di fornitori di cure sanitarie. Il programma della conferenza prevede eventi dedicati all´istruzione, alla messa in rete e alle imprese. Le parti interessate di questi settori avranno l´opportunità di condividere e informarsi sugli ultimi sviluppi e ricerche, e di esplorare nuove opportunità per avviare potenziali partenariati commerciali. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Medetel. Eu/index. Php?rub=home&page=defaut .  
   
   
SANITÀ,FORMIGONI:CURE EFFICIENTI E BILANCIO PARI PRESENTATA PRIMA RICERCA IN ITALIA SU EFFICACIA PRESTAZIONI  
 
Milano, 2 febbraio 2010 - La prima ricerca in Italia e tra le prime in Europa sull´efficacia delle prestazioni ospedaliere, realizzata da Regione Lombardia sul proprio sistema sanitario, è stata presentata ieri in un convegno all´Auditorium Gaber. Lo studio, svolto dalla Direzione generale Sanità, insieme al Crisp (Centro di ricerca interuniversitario per i sevizi di pubblica utilità dell´Università Bicocca) e al Cesp (Centro di studio e ricerca sulla sanità pubblica), ha permesso di misurare diversi parametri, così da restituire una fotografia completa sull´efficacia delle cure e di elaborare un modello di valutazione. "Il nostro obiettivo - ha detto il presidente Roberto Formigoni aprendo i lavori - è di perfezionare sempre il nostro sistema sanitario, tendendo verso l´alto. La sfida è sempre quella di garantire servizi efficienti a costi sostenibili". L´obiettivo di mantenere e incrementare "qualità ed eccellenza" va dunque perseguito anche creando "addizionalità di risorse, esplorando sempre nuovi modelli di collaborazione con soggetti privati" e perseguendo "una costante razionalizzazione delle risorse, riducendo a zero gli sprechi, gli errori e le inefficienze grazie ad azioni sempre più incisive su una serie di ambiti". Tra questi, riveste un ruolo determinante quello dell´appropriatezza delle prestazioni, resa possibile dalla capacità del Sistema di poter valutare correttamente le proprie performance. "La Lombardia - ha aggiunto Formigoni - ha saputo garantire un costante innalzamento della qualità e al contempo un´estrema razionalizzazione delle risorse". E questo è avvenuto "senza aggravi ulteriori di costi per i cittadini, potendo usufruire di una percentuale di fondi pro capite inferiori alla media delle altre Regioni e chiudendo il bilancio in equilibrio senza disavanzi per gli ultimi otto anni consecutivi, ovvero da quando tale obbligo è stabilito per legge" "Lavoriamo giorno per giorno - ha aggiunto l´assessore Luciano Bresciani - per migliorare ulteriormente il nostro sistema, contenendo i costi impropri, così da poter avere risorse in più per altre attività. Siamo disponibile a mettere la nostra esperienza a disposizione di tutti, collaborando con i nostri contributi sia in Italia sia all´estero". I Principali Dati - Secondo gli ultimi dati disponibili, presenti nella pubblicazione presentata oggi, la Lombardia rimane la Regione con il rapporto spesa sanitaria/Pil più basso d´Italia. Tale valore si attesta al 6,7% contro una media nazionale dell´8,7% (dati Istat). Questo dato viene confermato da quello sulla spesa sanitaria pubblica corrente pro capite che, nello stesso periodo di riferimento, risulta in Lombardia corrispondente a 1. 603 euro contro una media nazionale di 1. 703. Si tratta del dato più basso a livello assoluto, fatta eccezione per tre Regioni (Puglia, Basilicata e Calabria) il cui livello di offerta di servizi non risulta però paragonabile. La ricerca costante della massima appropriatezza e la costruzione di percorsi terapeutici integrati tra ospedale e territorio ha saputo generare nel tempo una stabilizzazione e una progressiva riduzione dei tassi di ospedalizzazione, unita ad un aumento del valore degli indicatori di complessità della casistica ospedaliera. Questo è ciò che è avvenuto in Lombardia, dove il tasso di ospedalizzazione è sceso nei primi 12 anni di vita della riforma sanitaria dal valore di 176,7 per 1000 residenti nel 1997 al valore di 135,3 per 1000 residenti nel 2008. I servizi erogati sono andati in modo evidente verso un incremento significativo delle prestazioni ambulatoriali e verso una riduzione sia dei ricoveri sia dei day hospital diagnostici inappropriati. Tutto questo è avvenuto nonostante un contestuale incremento di popolazione pari a 800. 000 abitanti, dimostrando il notevole lavoro fatto per promuovere il ricorso appropriato al ricovero. I Controlli - Tra le attività volte a garantire l´obiettivo di una sempre maggiore appropriatezza, senza dubbio occupa un posto di particolare rilievo il continuo perfezionamento del sistema dei controlli. Fin dal 2004 Regione Lombardia ha controllato un numero di cartelle superiore (quasi il triplo: 5,9% nel 2008) alla percentuale del 2% stabilita dalla normativa nazionale. Con il 2009 è stata raggiunta una soglia di controlli pari al 10% delle prestazioni erogate sui ricoveri e al 3,5% sulla specialistica e per il 2010 si confermano e si consolidano i metodi e le quantità svolte. Sempre in tema di appropriatezza, è stato inoltre introdotto nel 2009 l´accreditamento dinamico o a termine: in sostanza viene superata la logica dell´accreditamento a tempo indefinito per tutte le strutture pubbliche e private, collegandolo invece a verifiche triennali sul rispetto del mantenimento di alti livelli qualitativi. Laddove venga riscontrato un livello qualitativo non in linea con gli indirizzi stabiliti, si procederà alla revoca dell´accreditamento. D´altra parte, ha ricordato ancora il presidente Formigoni, il processo di miglioramento della qualità dell´offerta è cominciato con la riforma stessa del sistema sanitario lombardo (legge regionaòe n. 31 del 1997). Nel 1998 è stato introdotto il sistema di accreditamento, l´attività dei Noc (Nuclei operativi di controllo delle Asl) e il controllo dei tempi d´attesa, così come la diffusione della certificazione Iso per le strutture pubbliche e private. Dal 2000 è invece stata avviata la collaborazione con la Joint Commission (conoscenza e messa in atto di 200 standard qualitativi) e con un gruppo di Università (sviluppo di un sistema di valutazione). .  
   
   
SANITA’, RIORGANIZZAZIONE LABORATORI, IL TAR DELLA SICILIA NON SOSPENDE IL DECRETO  
 
 Palermo, 2 febbraio 2010 – Non verrà sospeso il provvedimento di “riorganizzazione della rete delle strutture private accreditate di diagnostica di laboratorio” varato dall’assessorato regionale per la Salute e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La prima sezione del Tar, presieduta da Giorgio Giallombardo, ha infatti respinto la domanda di sospensione dell’efficacia del decreto presentato da alcune strutture private di laboratorio che avevano sollevato critiche su una presunta indeterminatezza dell’oggetto del provvedimento e che sostenevano l’esistenza di difetti motivazionali oltre che una violazione dell’articolo 32 della Costituzione riguardante il diritto alla salute. “Il pronunciamento del Tar – spiega l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo – spegne le tante polemiche che qualcuno aveva sollevato qualche settimana fa in modo spesso strumentale e con toni che in alcuni casi hanno abbondantemente travalicato i confini della corretta dialettica istituzionale. E’ la conferma che il provvedimento è stato adottato in modo corretto, nel rispetto delle norme vigenti e con l’obiettivo finale di assicurare ai cittadini prestazioni di maggiore qualità. C’era l’esigenza di riorganizzare il settore e lo abbiamo fatto seguendo le indicazioni del Piano di rientro, le linee guida elaborate da un apposito gruppo di tecnici ministeriali e secondo una logica di rete che intende valorizzare l’integrazione tra erogatori pubblici e privati. Inoltre abbiamo recepito le indicazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali apportando al testo finale alcune modifiche richieste. Prosegue dunque senza soste il nostro cammino verso una sanità più moderna ed efficiente, nel solco di quanto previsto dalla legge di riforma del sistema sanitario”. Il provvedimento in questione è quello che riguarda la possibilità di un’aggregazione funzionale, su base volontaria, fra le strutture private che erogano prestazioni di medicina di laboratorio: aggregazioni incoraggiate da incentivazioni concordate con le direzioni aziendali delle Asp. Le singole strutture che intendono aggregarsi dovranno fare apposita comunicazione all’assessorato regionale entro il 31 marzo 2010. .  
   
   
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: LA REGIONE TOSCANA INVESTE ALTRI 12,5 MILIONI DI EURO SUL SOCIALE FIRMATO L´ACCORDO DI PROGRAMMA 2009-2010 GLI INTERVENTI SONO 126, IL COSTO TOTALE SI AGGIRA SUI 57 MILIONI DI EURO  
 
Firenze, 2 febbraio 2010 - Altri 12,5 milioni di euro dalla Regione per investimenti in campo sociale. Regione, Comuni, Asl, Comunità Montane e Società della Salute hanno firmato ieri , a Palazzo Strozzi Sacrati, l´accordo di programma che da attuazione, per il biennio 2009-2010, al Programma straordinario degli investimenti in campo sociale. Si tratta di altri 126 interventi destinati ad ammodernare e potenziare l´offerta di servizi alla persona, prevalentemente quelli rivolti alle fasce deboli della popolazione. In totale verranno spesi quasi 57 milioni di euro, 12 e mezzo dei quali provenienti dalle casse regionali. «Il programma di investimenti in campo sociale che abbiamo portato avanti in questi cinque anni – ha spiegato l´assessore Gianni Salvadori - ci ha permesso di mettere a disposizione di anziani, bambini, immigrati, disabili e famiglie strutture e servizi in grado di dare una risposta alle loro necessità . Un impegno importante che si è tradotto in oltre 86 milioni di euro capaci di attivare investimenti per 317 milioni. Quattro accordi di programma, dei quali quello firmato stamattina arriva a conclusione della legislatura, che hanno consentito di potenziare il sistema di servizi alla persona e rendere la Toscana ancora più vivibile ed accogliente». Anche una sorta di ´risposta´ al governo che in questi anni ha diminuito in maniera considerevole il proprio impegno in un settore così delicato. «Rischiamo – ha aggiunto l´assessore - di trovarci in una situazione drammatica. Il governo, secondo le previsioni, nel 2011 potrebbe trasferire alla Toscana una somma compresa tra i 6 e i 7 milioni di euro. Negli ultimi due anni il trasferimento è diminuito di circa 42 milioni di euro, che diventeranno 48 quest´anno. Si parla di federalismo fiscale, ma concretamente arriverà solo nel 2013, col rischio di trovarci con un paese in ginocchio . Forse nell´immediato si potrebbero anche pensare a forme di sostituzione delle regioni nei confronti dello Stato, perchè in questo modo non siamo in grado di farcela». I 126 progetti ammessi al finanziamento riguardano servizi rivolti a minori, giovani, famiglie, disabili, anziani, persone con problemi psico-sociali, immigrati e nomadi. Un quarto circa, 31, sono destinati agli anziani, 38 riguardano invece la disabilità e l´abbattimento di barriere architettoniche, 14 i giovani, 12 le donne, i minori e la famiglia, 10 gli immigrati e i nomadi, 21 la realizzazione di strutture polivalenti. 26 progetti saranno realizzati in provincia di Arezzo, 20 a Lucca, 18 a Pisa, 16 a Firenze, 14 a Grosseto, 11 a Pistoia, 9 a Siena, 6 a Prato e 3 ciascuno a Massa Carrara e Livorno. Gli accordi di programma precedenti hanno messo a disposizione poco più di 260 milioni di euro, con un cofinanziamento regionale di quasi 74 milioni di euro. I progetti approva ti sono stati 659 e finora ne sono stati realizzati un po´ meno della metà. Gran parte degli interventi hanno riguardato l´eliminazione di barriere architettoniche. .  
   
   
BASILICATA, LABORATORI ANALISI: ANISAP, VERSO NUOVO MODELLO TERRITORIALE  
 
Potenza, 2 febbraio 2010 - I mutamenti demografici determinati dall’invecchiamento della popolazione, l’incremento di portatori di patologie croniche altamente inabilitanti, l´esigenza di diminuire il ricovero ospedaliero, favorendo la deospedalizzazione, determinano la necessità di migliorare l´assistenza a livello territoriale. In tale contesto l´erogazione dei servizi di laboratorio riveste un ruolo strategico, che andrà via aumentando per tipologia e complessità delle indagini diagnostiche. E’ quanto sottolinea, in una nota, l’Anisap Basilicata, Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private, che è l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa a livello nazionale e locale, oltre che accreditata presso il Ministero della Salute. La necessità di assicurare una continuità tra assistenza ospedaliera e territoriale andrà ad aumentare le esigenze di standardizzazione, di confrontabilità dei risultati, nonché di omogeneità dei livelli di riferimento e dei criteri interpretativi. Nel sottolineare che, dopo l’incontro della scorsa settimana con il Ministro alla Salute prof. Ferruccio Fazio, un gruppo di lavoro dell’Anisap Basilicata sta approfondendo questi problemi, l’Associazione evidenzia la necessità di un nuovo sistema basato sulla creazione di reti e di network di strutture, pubbliche e private, che siano in grado di dare risposte coerenti ai bisogni clinici dei cittadini, sia in regime di ricovero che ambulatoriale. Il modello per il quale si sta lavorando al Tavolo di Lavoro insediato dal Ministro Fazio e che sarà definito in un nuovo incontro al Ministero convocato per il 9 febbraio prossimo – si legge nella nota - dovrà rendere compatibile la rete per l’erogazione delle prestazioni specialistiche, l’esigenza di contenere e razionalizzare i costi ed armonizzare la spesa con le disponibilità assegnate all’espletamento della specifica funzione sanitaria. Nel ricordare che con la Legge Finanziaria dello Stato del 2007 è stato previsto l’obbligo per tutte le Regioni di presentare un piano di riorganizzazione della rete dei laboratori clinici, l’Anisap Basilicata ribadisce l’esigenza, prima ancora di aggiornare il tariffario, di “verificare da parte delle Regioni concretamente, sul campo, l’idoneità delle strutture pubbliche e private a svolgere con efficacia ed appropriatezza l’attività analitica”. La revisione del sistema “nomenclatore-tariffario” – è la tesi condivisa al Tavolo di Lavoro tra Anisap e Ministro Fazio – è assolutamente indispensabile nel contesto dei progetti di riorganizzazione dei laboratori clinici anche al fine di “legalizzare” l’erogazione di servizi ed esami innovativi che abbiano dimostrato efficienza ed efficacia clinica. .  
   
   
CENTRO DI FLEBOLOGIA E PATOLOGIE ESTETICHE DI AREZZO A 25 ANNI DAL SUO ESORDIO IN ITALIA LA FLEBECTOMIA AMBULATORIALE ESTETICA VEDE LA SUA EVOLUZIONE CON NUOVE TECNICHE MININVASIVE  
 
 Milano, 2 febbraio 2010 - A 25 anni dal suo esordio in Italia la Flebectomia Ambulatoriale Estetica, perfezionata dal professor Pierantonio Bacci, Docente di Flebologia e Chirurgia Estetica Università Siena e Direttore Centro di Flebologia e Patologie Estetiche di Arezzo, vede la sua evoluzione con nuove tecniche mininvasive svolte nel pieno rispetto dell’estetica e si conferma una metodica vincente che risolve in anestesia locale senza i segni e le antiestetiche cicatrici del passato le malattie venose delle gambe - varici e capillari che colpiscono oltre 20 milioni di italiani (uno su due). Nelle donne, la patologia è 4 volte superiore che nell’uomo,anche se le ulcere e le flebiti invalidanti colpiscono maggiormente il sesso maschile. “I problemi venosi alle gambe” , dice il professor Bacci, “sono ora sempre più diffusi tanto da rappresentare una vera e propria epidemia e un problema socio sanitario - i primi disturbi, in base a un’indagine Istat, cominciano già 20 anni nelle donne e a 30 negli uomini . Le patologie venose delle gambe comprendono varici, gonfiori e forme miste che si manifestano con antiestetiche tortuosità bluastre che se non trattate possono determinare serie conseguenze come flebiti e ulcere venose. All’origine del problema c’è una predisposizione familiare associata a vari fattori come alterazioni della postura , sovrappeso, obesità, mancanza di movimento, professioni che costringono a restare tutto il giorno in piedi o seduti, case troppo riscaldate, clima caldo e umido , lunghi viaggi in auto o in aereo. Anche i difetti del piede, l´ andatura alterata e le calzature con tacco troppo alto hanno conseguenze negative. Le varici riguardano soprattutto la grande safena, la piccola safena e le vene collaterali e si formano quando le pareti delle vene si dilatano a causa di un’aumentata pressione della circolazione venosa e all’indebolimento delle pompe muscolari che si attivano ad ogni passo nel piede e nella gamba e spingono regolarmente il sangue verso l’alto o al mal funzionamento delle valvole che si trovano all’interno delle vene deputate al controllo della velocità e della direzione del flusso sanguigno . Allo stato iniziale una sofferenza venosa può non essere visibile tanto che nel nostro Paese oltre il 25 % della popolazione ne è colpita da tempo senza saperlo. I sintomi che devono mettere in allarme sono il senso di pesantezza e di calore alle gambe, i formicolii, l’ irrequietezza notturna (la cosiddetta “sindrome da gambe senza riposo”), a volte anche crampi e dolori”. Oggi , grazie a diagnosi molto più precise, all’ecodoppler e altri esami, è possibile intervenire tempestivamente e in modo selettivo grazie alle nuove tecniche di Flebectomia Ambulatoriale Estetica - Fae . “Le innovative metodiche”, spiega il professor Bacci , “curano le patologie venose delle gambe nel pieno rispetto dell’estetica si effettuano in anestesia locale, in regime ambulatoriale e consenteno un’ immediata ripresa delle normali attività: il paziente può camminare subito dopo l´intervento. Rispetto alle tecniche del passato - lo stripping tradizionale - le nuove ma ormai collaudate tecniche risolvono il disturbo all’origine eliminando in modo selettivo e mirato solo i tratti varicosi e risparmiando le vene non danneggiate, non presentano controindicazioni e riducono le complicazioni di emorragie ed ematomi, garantendo così ottimi risultati clinici ed estetici. La Flebectomia Ambulatoriale Estetica risolve varici e varicosità, attraverso piccole incisioni di pochi millimetri lungo i decorsi varicosi in corrispondenza dei vasi venosi malati, che consentono di legare o eliminare la varice senza punti di sutura. Per le vene collaterali che non presentano una grande pressione interna si associa il flebolaser - Endo Light 808 - , che agisce con una sottilissima fibra laser direttamente all’interno della vena unendo la chirurgia all’ estetica. La microsonda ,introdotta nella vena attraverso un piccolo foro raggiunta l’area interessata invia il fascio di luce laser alle pareti venose che vengono “incollate” chiudendo il vaso e ripristinando così una regolare circolazione sanguigna”. Per le più piccole varicosità e i capillari - telangiectasie - finissime linee rosse intradermiche, e difficilissime da trattare per via del loro calibro spesso al di sotto del millimetro occorre un trattamento più sofisticato poiché il calibro è veramente molto piccolo e perché è richiesto il miglioramento dell’aspetto estetico. Infatti il loro calibro rendeva difficile qualsiasi trattamento . Questo limite è stato superato grazie a innovative metodiche ideate dal professor Bacci che usate in sinergismo si affiancano alla flebectomia ambulatoriale estetica e alla terapia sclerosante : Micro Elettrocoagulazione laser - sottilissime microfibre laser inviano l’ energia luminosa direttamente all’ interno dei capillari chiudendoli ,Termoterapia - sfrutta invece le proprietà del calore ,un impulso termico erogato attraverso un sottilissimo ago appoggiato al capillare scalda il vaso e lo chiude e Micro Flebo Tattoo - elimina meccanicamente i piccoli vasi introducendo un gel sclerosante dall’esterno, come un tatuaggio. “Le varici, le varicosità e le teleangectasie ” , conclude infine il professore , “costituiscono un grande capitolo delle patologie estetiche perché sono insieme malattia e inestetismo e richiedono un trattamento in grado di risolvere l’alterazione funzionale emodinamica venosa migliorando contemporaneamente anche l’aspetto esteriore della gamba”. “La rivitalizzazione venosa Rinven”, dice il professor Bacci, pioniere in Italia della metodica, “è una novità della flebologia estetica , combatte il gonfiore e la pesantezza alle gambe e rinforza il tono venoso e capillare con infiltrazioni profonde a base di un mix di sostanze fitoterapiche, nel sottocute linfoadiposo e lungo i tratti venosi maggiori. Per prevenire gli edemi sono utili anche integratori flebotonici a base di vite rossa, escina, rutina e fitosostanze . Spesso si associa a - Lpg-endermologie -Endospheres Microvibrazione Compressiva La cellulite (l’associazione fra cellulite e varicosi è presente nel 90% dei flebopatici di sesso femminile ed è spesso la causa e non l’effetto della insufficienza venulo capillare e della gambe gonfie e dolorose), in particolare quella edematosa, si ripresenta con facilità nelle persone sedentarie e predisposte, occorre quindi tenerla sotto stretto controllo per prevenire altre varicosità con un trattamento preventivo e di mantenimento basato sull’uso di una particolare crema in grado di ridurre i radicali liberi tessutali, attivare il metabolismo linfoadiposo migliorando gli inestetismi delle manifestazioni cellulitiche. ” Vademecun Flebologico - Non restare in posizione protratta. Eretta o seduta o fermi per troppo tempo. Durante il giorno alzare ogni tanto le gambe o alzarsi sulle punte dei piedi. Se costretti a letto per interventi chirurgici muovere spesso le gambe. Utilizzare integratori o farmaci flebotonici solo se consigliati dal medico. Non Indossare indumenti troppo stretti e scarpe non idonee ( troppo alte o troppo basse). Evitare fonti di calore, in particolare quelli provenienti dal basso che riscaldano piede e gambe. Evitare bagni o docce con acqua troppo calda , saune, bagni turchi e l´esposizione ravvicinata a qualsiasi fonte di calore intenso. Dormire con il letto leggermente rialzato in basso (basta un cuscino) solo se si hanno vene varicose altrimenti può diminuire la profondità del sonno. Combattere il sovrappeso . Ridurre carboidrati , dolci e cibi conservati mangiare molte verdure, legumi frutta particolarmente ricchi di fibre per combattere la stitichezza che peggiora il problema , Diminuire il fumo e gli alcolici, Quando si viaggia in bus o macchina, ogni tanto fermarsi a camminare, in aereo muovere ogni tanto le gambe - Utilizzare calze elastiche soltanto se indicate e consigliate dal medico. Attenzione anche alla scelta dello sport. Non tutti fanno bene. Nuoto, aquagym, bicicletta, tapis roulant, sci di fondo, camminate , golf , rendono più fluida la circolazione e tonificano la parete delle vene. Invece attività come body/building, pesistica , sci , calcio sollecitano troppo il tessuto venoso. La salute delle gambe, secondo recenti dati, rappresenta un serio problema per oltre 20 milioni di italiani (uno su due). Nelle donne, la patologia è 4 volte superiore che nell’uomo,anche se le ulcere e le flebiti invalidanti colpiscono maggiormente il sesso maschile. “Se in passato”, dice il professor Pier Antonio Bacci, docente di Flebologia e Chirurgia Estetica nella Scuola di Specializzazione in Chirurgia dell’Università di Siena e Direttore Centro di Flebologia e Patologie Estetiche di Arezzo, le patologie venose, dalla flebostasi cronica alle varici, per finire nei casi più seri con le flebiti, si riscontravano prevalentemente nelle persone anziane, oggi si sono estese assumendo l’aspetto di una vera e propria epidemia. I primi sintomi, in base a un’indagine Istat , si avvertono già dai 15- 20 anni per le donne e a partire dai 30 per gli uomini. All’origine di questi disturbi c’è una predisposizione genetica associata a vari fattori come sovrappeso, obesità, mancanza di movimento, professioni che costringono a restare tutto il giorno in piedi o seduti, case troppo riscaldate, lunghi viaggi in auto o in aereo. Anche i difetti del piede, l´andatura alterata e le calzature con tacco troppo alto e gli zatteroni influiscono negativamente. Le malattie venose delle gambe comprendono varici, gonfiori e forme miste che si manifestano anche con antiestetiche tortuosità bluastre. Colpiscono soprattutto la grande safena, che decorre lungo la parte interna della gamba e della coscia e la piccola safena, che risale lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio e le vene collaterali. Le varici si formano quando le pareti delle vene si dilatano a causa di un’aumentata pressione della circolazione venosa: il sangue invece di scorrere liberamente dagli arti al cuore ristagna lungo il percorso oppure refluisce verso il basso. Le cause sono dovute all’indebolimento delle pompe muscolari che si attivano ad ogni passo nel piede e nella gamba e spingono regolarmente il sangue verso l’alto o al mal funzionamento delle valvole che si trovano all’interno delle vene deputate al controllo della velocità e della direzione del sangue”. Sintomi. Allo stato iniziale una sofferenza venosa può non essere visibile tanto che nel nostro Paese oltre il 25 per cento della popolazione ne è colpita da tempo senza saperlo. “I sintomi che devono che devono mettere in allarme” ricorda il professor Bacci “sono il senso di pesantezza e di calore alle gambe, i formicolii, l’ irrequietezza notturna (la cosiddetta “sindrome da gambe senza riposo”), a volte anche crampi e dolori. Fortunatamente oggi le diagnosi sono molto più precise e, grazie all’ecodoppler e ad altri esami, è possibile intervenire per tempo e in modo selettivo”. Le cure . Dopo 25 anni di esperienza la Flebectomia Ambulatoriale Estetica- Fae - ideata da Robert Muller, dermatologo vascolare, e introdotta e perfezionata in Italia dal professor Bacci vede la sua evoluzione con nuove tecniche mininvasive spesso abbinate tra loro in sinergia, svolte nel pieno rispetto dell’estetica si conferma una metodica vincente e sicura nel campo della chirurgia delle vene in grado di risolvere senza i segni e le antiestetiche cicatrici del passato le patologie venose delle gambe - varici e capillari . “Le innovative metodiche”, spiega il professor Bacci , “si effettuano in anestesia locale, in regime ambulatoriale e consentono un’ immediata ripresa delle normali attività: il paziente può camminare subito dopo l´intervento. Rispetto alle tecniche del passato - lo stripping tradizionale - le nuove ma ormai collaudate tecniche, alcune a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale nei limiti consentiti dalla legislazione, risolvono il disturbo all’origine eliminando in modo selettivo e mirato solo i tratti varicosi e risparmiando le vene non danneggiate, non presentano controindicazioni e riducono le complicazioni di emorragie ed ematomi, garantendo così ottimi risultati clinici ed estetici Fino al 1987 si asportava l’intera safena oggi - si rimuovono solo alcune parti della vena safena che viene corretta attraverso piccolissime e praticamente invisibili incisioni. Inoltre è possibile intervenire solo sulla parte di vena malata risparmiando così la safena ancora funzionale. Prima dell’intervento si esegue una cartografia, la mappa delle varici da correggere, con una matita dermografica o con un tamponcino di cotone colorato. La Flebectomia Ambulatoriale Estetica risolve varici e varicosità , prevede solo l’asportazione di alcune varici e la legatura funzionale della giunzione all’inguine: dopo aver legato la valvola venosa della safena sfiancata si effettuano numerose microincisioni praticate con un ago ad intervalli di 4 – 10 centimetri lungo i decorsi varicosi in corrispondenza dei vasi venosi malati da cui viene fatta fuoriuscire la vena che viene asportata a tratti. Si accostano infine i margini delle incisioni con dei cerottini e si fa indossare una calza elastica Per le vene collaterali che non presentano una grande pressione interna si associa il flebolaser (Endo Light 808 ) , una metodica che, senza anestesia e senza incisioni, spara un flash luminoso che colpisce il vaso e lo chiude unendo quindi la chirurgia funzionale all’ estetica. L’intervento, della durata di 30 minuti, si effettua in anestesia locale che viene praticata all’altezza del malleolo con un particolare apparecchio privo di ago. La microsonda, introdotta nella vena attraverso un piccolo foro a livello della caviglia, viene guidata dall´ecocolordoppler, che permette di seguire, passo per passo e con estrema precisione, il percorso del vaso. La sonda, raggiunta l’area interessata invia il fascio di luce laser alle pareti venose che vengono “incollate “chiudendo il vaso e ripristinando così una regolare circolazione sanguigna. Finito l’intervento il paziente indossa una calza e può camminare. Il Laser Endo Light Eufoton 808, made in Italy ,è caratterizzato dalla possibilità di adattare la metodologia alle differenti misure e colori delle vene e capillari. Se invece si tratta di varici più piccole e che non interessano i tronchi venosi principali, la scleroterapia mini invasiva, cioè l´iniezione locale di sostanze che chiudono il tratto dilatato, resta una metodica di elezione. Il successo di ogni trattamento flebologico si basa sempre sulla diagnosi accurata necessaria per identificare il tipo di disfunzione emodinamica. Indispensabile quindi per la valutazione della velocità e direzione del sangue, delle aree dei reflussi, dei vasi perforanti (le porte di comunicazione tra il circolo venoso superficiale e profondo) e delle varici”. Per le più piccole varicosità e per i capillari occorre qualche cosa di ancora più sofisticato poiché il calibro è veramente molto piccolo e perché è richiesto il miglioramento dell’aspetto estetico. I capillari e le telangiectasie, quelle finissime linee rosse intradermiche, molto diffuse, e difficilissime da trattare rappresentano il nemico numero uno dei flebologi. Infatti il loro calibro, spesso al di sotto del millimetro, rendeva difficile qualsiasi trattamento . Questo limite è stato superato grazie a innovative metodiche ideate dal professor Bacci che usate in sinergismo si affiancano alla flebectomia ambulatoriale estetica e alla terapia sclerosante : Micro endo laser, Termoterapia e Micro Flebo -Tattoo . La termoterapia, sfrutta le proprietà del calore: un impulso termico erogato attraverso un sottilissimo ago appoggiato al capillare scalda il vaso e lo chiude. “Il trattamento” spiega il professor Bacci, “si effettua senza anestesia e senza alcuna incisione elimina i piccolissimi vasi usando il calore. Un ago ultrafine appoggiato al capillare eroga per un brevissimo tempo una fonte di calore ( fino ad 80 gradi) che restringe il vaso facendolo scomparire. Può rimanere talvolta una piccola crosticina rossa che cade nel giro di qualche giorno”. Micro Endo Laser E’ la rivoluzione nella terapia delle vene e dei capillari. “Si tratta” continua il professor Bacci, “di un laser che attraverso una microfibra piccola come un capello entra nel capillare e lo chiude dall’interno, oppure lo schiarisce dall’esterno senza uso di aghi. Il vantaggio del nuovo laser rispetto a quelli che agiscono per via esterna e cioè da fuori sulla pelle, è quello di raggiungere profondità superiori e di ridurre quindi le recidive. Questa tecnica non richiedendo limiti di sostanze chimiche da smaltire attraverso i reni, permette di velocizzare la durata dei trattamenti e la quantità di capillari o di reticoli varicosi da trattare nella stessa seduta Il trattamento non richiede alcuna anestesia ma solo una piccola compressione sulla parte trattata”. Micro Flebo Tattoo “E’ il trattamento più moderno”, precisa il professore, “per rifinire i piccoli capillari rossi senza uso di energia o di calore, sfrutta l’azione meccanica di un ago a tre punte collegato ad un apparecchio da tatuaggio che introduce dentro la cute,dove è il capillare, una sostanza che chiude il vaso chimicamente come un tatuaggio. Indicato anche per stabilizzare i risultati o per aggredire zone particolari o in persone con pelle di colore scuro dove la luce pulsata non può essere usata. ” La Termoterapia, l’Endolaser e il Micro Tattoo sono totalmente privi di effetti collaterali e di reazioni allergiche e grazie a queste caratteristiche sono indicati anche per il trattamento di base della couperose del viso. Dopo i trattamenti che non causano alcun sanguinamento si usa una semplice calza aderente e la persona può camminare subito. Unici accorgimenti da seguire sono :la protezione dal sole diretto, non bisogna quindi esporsi ai raggi solari, evitare piscina per qualche giorno ed usare un’idratazione dell’area trattata con una crema specifica . Biorivitalizzazione venosa - “La Biorivitalizzazione venosa Rinven, una novità della flebologia estetica “ dice il professor Bacci pioniere in Italia della metodica , “combatte il gonfiore e la pesantezza alle gambe e rinforza il tono venoso e capillare migliorandone il tono e la struttura parietale. Per prevenire la formazione di edemi, vengono utilizzati integratori flebo tonici che hanno azione sia sulla parete sia sulla depurazione e attività metabolica della matrice, composti da vite rossa, escina, rutina e fitoprodotti per la matrice. I pazienti che presentano anche un qualche tipo di malattia cellulitica, soprattutto edematosa con linfostasi (l’associazione fra cellulite e varicosi è presente nel 90% dei flebopatici di sesso femminile ed è spesso la causa e non l’effetto della insufficienza venulo capillare e della gambe gonfie e dolorose), sono trattati periodicamente con metodiche di “Biorivitalizzazione venosa - Riven. Si tratta dell’ infiltrazione profonda, nel sottocute linfoadiposo e lungo i tratti maggiori venosi, di una miscela di prodotti fitofarmaci che ha la capacità di diminuire l’acidità tessutale, favorire il tono venolinfatico e depurare la matrice interstiziale dalla stasi di tossine linfatiche. Con una micro cannula di 1 mm attraverso piccolissimi fori si infiltra la soluzione senza necessità di anestesia locale. La Riven – Biorivitalizzazione venosa, si esegue ogni due – quattro mesi a seconda dei sintomi di pesantezza ed edemi degli arti inferiori. Spesso si associa a trattamenti fisioterapici di Lpg-endermologie o di Endospheres Microvibrazione Compressiva. Questo trattamento determina un’alcalinizzazione e una detossicazione dei tessuti cellulitici con un controllo dello stato vascolare e metabolico della matrice interstiziale procurando uno stato di benessere soggettivo al paziente che facilita anche l’intervento operatorio e il miglioramento clinico ed estetico. La malattia cellulitica, in particolare quella edematosa, è una patologia che si ripresenta con facilità nelle persone sedentarie e predisposte e occorre quindi controllarla per prevenire la comparsa di altre varicosità. Come trattamento preventivo e di mantenimento sia usa una particolare crema (Slim & Sharp della Energy Cosmetic Linda’s) messa a punto dopo una lunga ricerca volta da una clinica dermatologica in Germania che permette di ridurre i radicali liberi tessutali, attivare il metabolismo linfoadiposo per ridurre sia i segni estetici della buccia d’arancia che le alterazioni locali delle manifestazioni cellulitiche” . .  
   
   
ALLARME NUOVE DROGHE: IN ITALIA INFUSI DI GIACUBE E RAINHA, UNA NUOVA MODA NELLE SETTE O COMUNITÀ RELIGIOSE?  
 
Lecce, 2 febbraio 2010 - Nuove tendenze, nuove mode nelle sette o comunità religiose. Non si tratta né di abbigliamento né di alimentazione ma di pericolosi infusi a base di sostanze di derivazione vegetale ed apparentemente innocue ma con potenti proprietà allucinogene e psicoattive che pare circolino senza troppi controlli ma purtroppo di difficile catalogazione tra le sostanze stupefacenti note ed individuate da apposite norme di legge. Di recente, infatti, pare che il Ministero della Salute, sia stato informato del ricovero di alcuni soggetti per gravi turbe psicomotorie, in seguito al consumo di una bevanda denominata “Ayahuasca” utilizzata all’interno di comunità religiose o sette per raggiungere l´estasi, la trance ecc. ,. Tale infuso deriva da un estratto vegetale di alcune erbe di piante locali: Giacube (liana della foresta amazzonica) e Rainha (foglie) utilizzato dai popoli amazzonici per lo svolgimento di particolari riti propiziatori. Le analisi di laboratorio hanno identificato tracce di potenti sostanze stupefacenti quali la dimetiltriptamina ed attualmente risultano ancora in corso ulteriori accertamenti. Il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori Giovanni D’agata, raccomanda alle Autorità di Frontiera un aumento dei controlli doganali tesi al controllo di erbe spacciate per prodotti officinali provenienti da paesi esotici prima che si diffondano anche tra i giovani sempre in cerca di novità e di nuove emozioni. .  
   
   
ARTE/ DIMEZZATO IL GIRO D’AFFARI NEL 2009 A CAUSA DELLA RECESSIONE GLOBALE. I DATI NEL RAPPORTO 2010 DELL’OSSERVATORIO NOMISMA SUL MERCATO DEI BENI ARTISTISTICI (OMBA)  
 
Bologna, 2 febbraio 2010 – Il 29 gennaio è stato presentato il "Rapporto 2010 - Il mercato dei beni artistici: un´anteprima sull´arte moderna e contemporanea". All’evento sono intervenuti: Gualtiero Tamburini, presidente Nomisma, e Guido Candela, professore di Politica Economica all’Università di Bologna. Il giro d’affari complessivo dell’arte in Italia è stimato per il 2009 in 1 - 1,2 miliardi di Euro, dopo aver sfiorato i 2 miliardi di Euro nel 2008, al termine di un significativo ciclo di espansione. Per la prima volta Nomisma ha elaborato i dati aggregati dei diritti di seguito corrisposti alla Siae, dai quali risulta, per il comparto dell’arte moderna e contemporanea, un giro d’affari pari a 114 milioni di Euro nel 2009, con un calo del 52,7% rispetto ai 242 milioni dell’anno precedente. Nonostante il dimezzamento del commercio dei beni artistici moderni e contemporanei, dovuto alla recessione globale che ha investito le economie a partire dal terzo trimestre del 2008, il mercato italiano, rispetto all’andamento del mercato internazionale, ha fatto registrare una migliore performance tra il 1995 e il primo semestre del 2008, e una migliore tenuta dopo lo scoppio della crisi. Rispetto ad investimenti alternativi, l’arte contemporanea è risultata, nel periodo 1995-2009, l’asset a più alto rendimento medio annuale (pari a 4,04%), mentre l’arte moderna è l’unico segmento che, a prescindere dal periodo di riferimento, è sempre riuscito a proteggersi dall’inflazione. .  
   
   
URSAP: SEGNALAZIONE GARANTE SU PROGRAMMAZIONE SANITARIA GRANDE VITTORIA PER SANITA’ PRIVATA  
 
Roma, 2 febbraio 2010 - “La recente segnalazione del Garante per la concorrenza nei confronti del Ministero della Salute riguardo alla regolazione dei compiti della programmazione sanitaria, è una grande vittoria per tutto il comparto della Sanità privata”. Queste le parole del Presidente di Ursap Federlazio, Claudia Tulimiero Melis, in merito alla formale segnalazione al Ministero della Salute, da parte del Garante, nella quale si legge che la programmazione sanitaria “deve essere regolata in modo chiaro e trasparente, demandando i compiti programmatori soltanto alla Regione, con esclusione delle Asl”. Una battaglia che l’Ursap ha iniziato nel 1998 quando segnalò, per la prima volta in Italia, sia all’Autorità Garante per la Concorrenza, sia alla Commissione Europea, l’abuso di posizione dominante da parte delle Aziende Usl nei confronti delle strutture private accreditate, le tariffe sottodimensionate per le prestazioni specialistiche e le violazioni alla normativa sugli aiuti di Stato per i pagamenti “a pié di lista” alle Aziende Usl. Nelle successive segnalazioni del 2007 fatte al Garante sulle delibere che avevano dimezzato le tariffe di laboratorio, poi annullate dal Tar del Lazio, si faceva presente la scandalosa situazione di altre regioni in cui le strutture private venivano costrette a “negoziare” con le Aziende Usl, proprie dirette concorrenti, i contratti, dovendo accettare spesso budget irrisori. Ora, grazie a questo passaggio nella legislazione sanitaria, le strutture pubbliche non potranno più essere privilegiate per pura ideologia rispetto alle strutture private accreditate, con vantaggio soprattutto per i cittadini. Altro importantissimo passaggio della segnalazione del Garante al Ministero è quello relativo alle tariffe, dove si legge che “l’Autorità auspica un intervento normativo in modo che sia garantita la trasparenza delle procedure e in modo che la determinazione delle tariffe sia effettivamente fondata sul livello dei costi sopportati dalle più efficienti strutture accreditate, private e pubbliche” e che “Anche la tempestività dell’aggiornamento delle tariffe dovrebbe essere tenuta in considerazione dall’amministrazione sanitaria: il ritardo nella determinazione delle tariffe può comportare effetti negativi sull’innovazione tecnologica e sull’appropriatezza delle prestazioni erogate”. “A distanza di 12 anni dalla nostra prima denuncia, abbiamo oggi ottenuto un risultato straordinario per tutto il comparto della Sanità privata del Lazio – ha dichiarato Claudia Tulimiero Melis . La parità nei confronti delle Ausl e l’adozione di procedimenti trasparenti per la determinazione e l’aggiornamento periodico delle tariffe rappresentano due principi fondamentali per la sopravvivenza di tutta la categoria”. .  
   
   
VITA A VENEZIA COLORE E SENTIMENTO NELLA PITTURA VENETA DELL’800  
 
Milano 13 febbraio – 20 marzo 2010 Milano 2 febbraio 2010 - La Galleria Bottegantica di Bologna, in occasione del 25° anniversario della sua fondazione, inaugura la nuova sede espositiva in via Manzoni a Milano con la rassegna “Vita A Venezia. Colore e sentimento nella pittura veneta dell’800”, a cura del suo direttore Enzo Savoia. In mostra, dal 13 febbraio al 20 marzo 2010, opere dei Maestri più noti dell´Ottocento veneto: Bartolomeo Bezzi, Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Pietro Fragiacomo, Cesare Laurenti, Alessandro Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito, Federico Zandomeneghi. Piazze, scorci cittadini, interni di una società umile dell´Italia post-unitaria sono i temi pittorici di quel realismo sociale dove lo studio della luce e del colore rende uniche le doti espressive di questi grandi maestri. La rassegna presenta 16 opere di ineguagliabile bellezza provenienti da importanti collezioni private, che successivamente all’esposizione milanese di Bottegantica, faranno parte del corpus di opere di due importanti mostre pubbliche a Roma e in Veneto volte a celebrare il grande collezionismo storico dell´Ottocento italiano. I dipinti qui presentati esemplificano perfettamente le tematiche ricorrenti nella pittura italiana dell‘800, fra cui: le scene di genere, il paesaggio e la ritrattistica. Esempi ne sono la suggestiva “Bottega della fioraia” di Favretto; la raffinata composizione “Allo specchio” di Ettore Tito; il pathos espressivo del “Refugium peccatorum” di Luigi Nono; il seducente movimento delle figure nella “Piazza S. Marco” di Ettore Tito. Rimarcano, inoltre, quella suggestione di vita quotidiana, matrice di opere straordinarie e coinvolgenti che nei maestri italiani dell’800 ha trovato la sua più alta espressione poetica e artistica, capolavori quali: “Mattino della Domenica” di Luigi Nono, “L’arrotino” di Alessandro Milesi, “In pescheria” di Cesare Laurenti ed “El va” di Giacomo Favretto. Straordinarie le vedute paesaggistiche che emergono dalle opere di Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo, Bartolomeo Bezzi, accomunate dalla ricerca della linea dell’orizzonte e da un’atmosfera lirica, intima, malinconica e volutamente alternativa a quella della consueta veduta che negli anni Ottanta ha ancora molti esponenti: da Grubacs a Querena a Caffi ad Antonietta Brandeis. Opere come “Piazza San Marco” di Ettore Tito, invece, testimoniano il ritorno in auge delle scene in costume tipico del revival settecentesco, grazie alla riscoperta della pittura tiepolesca e dei temi goldoniani avvenuta principalmente ad opera di Pompeo Gherardo Molmenti. Chiude la rassegna lo splendido dipinto di Federico Zandomeneghi “La lecture” che mette a confronto la pittura veneta e la coeva pittura internazionale. Il successo internazionale della pittura veneta già a fine ottocento è testimoniato dal riconoscimento da parte del pubblico e della critica. Un solo esempio: nel 1885 all’Esposizione Universale di Anversa il mercante inglese Walter Dodeswell acquista ben quattro quadri di Nono, Tito, Dall’oca Bianca e Lancerotto e il critico del Daily Telegraph, recensendo l’Esposizione l’8 Gennaio, definisce il dipinto “La fa la modela” di Ettore Tito “an impressionist composition”. Perché a Milano: La Lombardia ha visto nascere le più importanti e prestigiose collezioni dell´arte del Xix° secolo, quali la Collezione Jucker, la raccolta Ingegnoli, la Lodigiani, la Mario Galli, la Carraro-rizzoli, la Rossello, la Finazzi, e molte altre ancora non meno importanti. Questo collezionismo è cresciuto anche grazie al costante e puntuale lavoro di grandi Gallerie milanesi della prima metà del Xx° secolo, quali la Pesaro, la Scopinich, la Dedalo e la Galleria dell´Esame. Furono proprio queste ad allestire le prime grandi mostre monografiche sulla pittura italiana dell´Ottocento a Milano, in particolare quelle dedicate agli artisti veneti, tra cui ricordiamo le esposizioni organizzate dalla Galleria Pesaro su Pietro Fragiacomo nel 1918, quelle di Ettore Tito nel 1919 e nel 1928, quella di Bartolomeo Bezzi nel 1921 e di Federico Zandomeneghi del 1922, l’esposizione dedicata ai pittori Ciardi nel 1923, e infine la mostra allestita nel 1934 dalla Galleria Scopinich su Luigi Nono. .  
   
   
AGATARTE ICONA MAGNIFICA DAL 3 AL 15 FEBBRAIO 2010 PALAZZO DELLA CULTURA – EX CONVENTO S. PLACIDO CATANIA  
 
Catania, 2 febbraio 2010 - L’associazione culturale Dietro le quinte, la galleria Arionte Arte contemporanea e l’associazione Onlus “Agata donna per le donne” organizzano la 3ª edizione della mostra d’arte contemporanea di beneficenza Agatarte Icona Magnifica una mostra d’arte contemporanea a scopo benefico a favore dell’associazione Agata donna per le donne Onlus con il patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana, Assessorato ai beni culturali del Comune di Catania, Assessorato ai beni culturali della Provincia Regionale di Catania, Accademia di Belle Arti di Catania. Il curatore della mostra è il Prof. Francesco Gallo, partecipano 50 artisti di livello internazionale che interpretano il tema di “Agata”, donna, icona religiosa, martire, simbolo e patrona della città di Catania La mostra si aprirà al pubblico con l’inaugurazione ufficiale giorno 3 febbraio alle ore 18. 30 al Palazzo della Cultura – Ex Convento S. Placido La mostra si concluderà giorno 15 Febbraio 2010 e sarà visitabile nei seguenti orari tutti i dalle ore 9. 00 alle 13. 00 e dalle 17. 00 alle 20. 00. Questi gli artisti che hanno aderito all’iniziativa: Alberto Abate, Adalberto Abbate, Vichi Albeggiani, Daniele Alonge, Arcangelo, Guido Baragli, Paolo Baratella, Angelo Barone, Matteo Basile’, Alessandro Bazan , Giuseppe Bertolino, Marco Brandizzi, Rosario Bruno, Ciriaco Campus,angela Carrubba Pintaldi ,Arturo Casanova,michele Ciacciofera,rossella Cosentino, Michele Cossyro, Santolo De Luca, Cinzia De Luca, Fabrice De Nola,alessandro Di Giugno,andrea Di Marco, Giacomo Failla, Omar Galliani,lillo Giuliana,laboratorio Saccardi, Giovanni La Cognata, Alfonso Leto, Giovanni Iudice,giovanni, Lombardini,gian Ruggero Manzoni, Giovanni Manfredini, Gian Marco Montesano, Gianfranco Notargiacomo, Alberto Parres, Luca Maria Patella, Rossella Pezzino de Geronimo, Luca Pignatelli, Franca Pisani, Franco Politano, Nicola Pucci, Salvatore Pulvirenti, Giovanni Rizzoli, Paola Romano, Stefania Romano, Cetty Scuto, Luca Spataro, Rene’ Vincon. Arte e solidarietà, questo l’obiettivo di Dietro le Quinte Arte, nella persona di Daniela Arionte che in questi tre anni ha creduto nel connubio tra causa sociale e arte contemporanea. Un’occasione unica che avvicina questi due mondi, confermando e implementando ogni anno il valore artistico delle opere in mostra, grazie all’adesione numerosi di artisti di grande livello internazionale e non che vogliano contribuire per una buona causa. Importante e prestigioso il contributo artistico e culturale rappresentato dalla presenza del curatore Francesco Gallo. Il ricavato ottenuto dalla vendita delle opere sarà devoluto all’Associazione Agata donna per le donne Onlus che ormai da diversi anni si occupa di promuovere e sensibilizzare le donne alla prevenzione del tumore al seno. L’impegno sociale dell’associazione Agata donna per le donne, per volontà della Presidente Dott. Ssa Sara Pettinato, si lega concettualmente al martirio della Santa Patrona di Catania sia nel supporto alle donne colpite da questa malattia che, come la Santa, sono deturpate in uno degli aspetti principali della loro femminilità, sia a favore di tutte quelle donne che acquisendo un comportamento consapevole nei confronti della prevenzione impediscono il ripetersi del martirio per se stesse e per le loro famiglie. L’associazione in questi anni ha promosso un tour itinerante effettuato con un camper attrezzato di mammografo, permettendo di riuscire a fare diagnosi precoce di 6 casi su 245 donne ed il successivo anno di 4 casi di tumore al seno su 450 mammografie eseguite. Malgrado ciò, nel 2009 in Sicilia è stato registrato un dato ancora assai allarmante; invero, sono state effettuati circa il 65% di interventi di mastectomia a fronte del 45% di interventi di chirurgia conservativa; mentre al nord Italia, la percentuale di interventi di chirurgia conservativa è stata appena del 25%. .  
   
   
PER LOCARNO CITTÀ D’ARTE: ANTICIPAZIONI SUL CALENDARIO INTERNAZIONALE 2010 DELLE MOSTRE AL RIVELLINO  
 
 Locarno, 2 febbraio 2010 - Dal Nouveau Roman alle letture poetiche, dalle mostre di pittori e scultori a quelle fotografiche e di architettura, dal teatro alla musica, dalle installazioni di Peter Greenaway, ai disegni di Leonardo da Vinci (che saranno presentati l’anno prossimo). Sono alcune delle mostre promosse dal team del Rivellino di Locarno per il 2010/2011, presentate ad un gruppo di potenziali sponsor allo Studio Rivellino dai titolari Arminio e Paolo Sciolli, esponenti della famiglia proprietaria della porzione più significativa del bastione di Leonardo. L´obiettivo è di "puntare sulla convergenza delle conoscenze e sul ritorno dell´arte pubblica", attraverso performance e installazioni "tecnologiche e artistiche" anche in giro per la città, che uniscano anche teatro, musica, danza. Quest’anno sono due le importanti manifestazioni culturali: 1. Le installazioni di Peter Greenaway, con la partecipazione di Carlo Pedretti e catalogo in coedizione Elr/cartei e Bianchi, Losone-firenze; 2. La mostra dedicata al Nouveau Roman, con materiali inediti, scritti originali e le immagini dei principali protagonisti nelle fotografie di Mario Dondero, a cura di Antonio Ria e Giuseppe Curonici, con catalogo delle edizioni Elr di Losone. Ci saranno ovviamente altre attività di cui verrà data notizia prossimamente. "Oggi più che mai – ha commentato Arminio Sciolli - la cultura si fa mezzo di conoscenza tra i popoli". E per questo, "forte del proprio risultato", il Rivellino Studio d’arte di Locarno quest´anno "vuole osare e provocare, proponendo un´offerta culturale al di fuori degli schemi". Ma non solo. Un’anticipazione sulle attività collaterali che riguardano il progetto “installazioni tecnologiche e artistiche in giro per la città” è l’idea di portare a Locarno la grande scultura, installata in Piazza Duomo a Milano, ispirata dal disegno di Giacomo Balla del 1915 “Linee di forza del pugno di Boccioni” sintesi della concezione futurista, simbolo di irruenza, energia, dinamismo e velocità. L´installazione si intitola Toy Building n. 1 a cura di Change Performing Arts su progetto di Italo Rota, arricchita dalle sonorità create dall´artista americano Dj Spooky, ispirate ai celebri concerti per intona-rumori di Luigi Russolo. Oltre alle mostre, hanno evidenziato i promotori: "vogliamo lasciare alla città anche nuovi luoghi in cui vivere la cultura: il Rivellino, ovviamente se le condizioni lo permetteranno, ma anche altre strutture che stiamo progettando, ovviamente se la città e la direzione del Festival internazionale del Cinema manifesteranno collaborazione e sostegno alle nostre iniziative”. L’anno scorso abbiamo presentato un programma internazionale che ha suscitato grande interesse anche fuori dal Ticino, in particolare: le installazioni di Bob Wilson e la mostra delle prime immagini di San Pietroburgo del fotografo ticinese Ivan Bianchi, allestita grazie alla collaborazione con l’editore Jean Olanisyzn e inaugurata alla presenza di Joseph Kiblitsky, responsabile dei progetti espositivi del Museo Statale Russo di San Pietroburgo e di Alexander Kolyakin, direttore amministrativo del Museo Statale della Storia di San Pietroburgo, e con la partecipazione al finissage della rappresentante dell’Ermitage di San Pietroburgo Dott. Tatiana Kustodieva e di Igor Zhuravkov della Fondazione Costantino di San Pietroburgo. Senza dimenticare la visita guidata al Rivellino, alla presenza di un folto pubblico proveniente dall’Italia, con il Prof. Carlo Pedretti, uno dei maggiori esperti viventi della vita e delle opere di Leonardo Da Vinci, titolare della cattedra di studi su Leonardo presso l’Università della California a Los Angeles di cui dirige il centro Hammer di Studi Vinciani nella sede italiana di Urbino, e con il Prof. Marino Viganò, noto storico e studioso, al quale è stato commissionato uno studio sul Rivellino le cui conclusioni sono state pubblicate nel suo libro: Leonardo a Locarno. Documenti per una attribuzione del “rivellino” del castello (1507), edizioni Casagrande, Bellinzona 2009. .  
   
   
DELTAPLANO E PARAPENDIO: APPUNTAMENTI 2010  
 
Torino, 2 febbraio 2010 - Per il volo libero in deltaplano e parapendio si annunciano tempi di assoluto impegno dal punto di vista organizzativo e come mantenimento del primato mondiale conquistato dai piloti azzurri. L´italia sta al vertice internazionale per i tanti titoli vinti, primi fra tutti i quattro mondiali di deltaplano, ala flessibile ed ala rigida, a squadre ed individuale, grazie al trentino Alex Ploner questi ultimi. La scorsa estate il romano Andrea Iemma ai Wag 2009, cioè i giochi mondiali dell´aria, ha conquistato la medaglia d´oro in acrobazia. Nel parapendio l´Italia ha vinto la superfinale di Coppa del Mondo a Poggio Bustone (Rieti), è vice campione del mondo e terza agli europei. Grazie a questi titoli ed ai piazzamenti internazionali dei nostri piloti, siamo volati in testa alla classifica per nazioni. I prossimi appuntamenti ci vedranno competere in aria e protagonisti a terra come organizzatori: dal 30 luglio al 8 agosto 2010 nel sito del Monte Cucco (Sigillo, Perugia) l´Italia organizzerà i pre-mondiali di deltaplano, evento staffetta dei campionati del mondo che ospiteremo nella stessa località e periodo l´anno successivo. I piloti di parapendio saranno impegnati tra maggio e giugno nei campionati europei ad Abtenau (Austria), nei pre-mondiali di metà luglio a Piedrahita (Spagna) e nella superfinale di Coppa del Mondo 2010 a Denizli in Turchia a settembre, ultima tappa dopo le gare in Brasile, Giappone, Cina, Grecia, Italia (San Potito Sannitico, Caserta), Stati Uniti e Portogallo. Nel frattempo presso l´aeroporto di Roma Urbe si è svolta Gate Xxi, prima esposizione internazionale dedicata al mondo dell´aeronautica, che ha raccolto la partecipazione di una settantina di espositori e l´interesse di vasto pubblico. .