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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Marzo 2010 |
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CELLULE ESIGENTI POTREBBERO CONDURRE A MEDICINALI PIÙ SPECIFICI |
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Bruxelles, 11 marzo 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno utilizzato test di screening avanzati per individuare oltre 4.000 geni coinvolti nella endocitosi, il processo utilizzato per trasportare le sostanze dall´ambiente esterno verso l´interno delle cellule. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, potrebbero portare allo sviluppo di trattamenti e test diagnostici per una serie di malattie. L´unione europea ha supportato lo studio attraverso il progetto Endotrack ("Tracking the endocytic routes of polypeptide growth factor receptor complexes and their modulatory role on signalling"), che ha ricevuto un finanziamento di 11 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Le cellule non hanno bocca, ma hanno bisogno di assumere sostanze dall´esterno; lo fanno attraverso l´endocitosi, ovvero la formazione di vescicole endocitiche nella membrana plasmatica. Queste vescicole - dette endosomi - convogliano poi le sostanze ingerite verso il citoplasma. L´endocitosi è coinvolta in molti processi vitali, tra cui l´assorbimento dei nutrienti, la segnalazione intracellulare, lo sviluppo, e la difesa immunitaria (le cellule immunitarie assorbono e scompongono gli agenti patogeni negli endosomi). Le interruzioni nel processo di endocitosi sono state collegate a una serie di patologie, comprese le malattie infettive, le malattie cardiovascolari, il cancro, la corea di Huntington, il morbo di Alzheimer e il diabete. La comprensione del meccanismo endocitico rimane, comunque, insufficiente. Per esempio, non sappiamo come le molecole segnalatrici raggiungono la corretta destinazione all´interno della cellula e trasmettono le loro informazioni. Rimane altresì sconosciuto il modo in cui l´endocitosi è integrata nel sistema cellulare complessivo. Nello studio in questione, scienziati in Germania e in Russia si sono basati su una serie di tecnologie avanzate per verificare il ruolo di ogni singolo gene umano, per determinarne il ruolo (se esiste) nell´endocitosi. "Abbiamo sviluppato una strategia nuova che unisce numerosi componenti in un unico sistema di analisi: uno schermo genomico Rnai [interferenza dell´acido ribonucleico], la microscopia ad alta risoluzione automatizzata, l´analisi dell´immagine e la potenza di calcolo multi-parametrica", ha spiegato il dottor Marino Zerial, direttore dell´Istituto Max Planck di biologia cellulare molecolare e genetica. In primo luogo, gli scienziati hanno bloccato l´attività di tutti i 24.000 geni umani uno per uno. Il team ha poi usato sostanze fluorescenti per marcare due proteine che le cellule esaminate ingerivano tramite endocitosi. Il colorante fluorescente ha reso gli endosomi risultanti visibili alla microscopia ad alta risoluzione e al software per l´analisi delle immagini. Gli esperimenti hanno prodotto una banca di oltre 2,5 milioni di immagini, ognuna delle quali doveva essere analizzata secondo una serie di 62 parametri riguardanti diversi aspetti dell´endocitosi. A tale scopo, il team ha utilizzato un supercomputer gestito dal Zentrum für Informationsdienste und Hochleistungsrechnen (Zih) e dal Politecnico di Dresda, in Germania. Lo studio ha identificato oltre 4.000 geni che sono direttamente o indirettamente coinvolti nell´endocitosi. Importanti scoperte includono il fatto che il blocco di alcuni geni risulta nell´arresto degli endosomi vicino alla parete cellulare, invece di essere trasportati al centro della cellula. Inoltre, sostanze diverse come i nutrienti e i fattori di crescita sembrano essere guidati a destinazioni da gruppi di geni diversi. "I nostri risultati dimostrano che le cellule non individuano e ingeriscono le sostanze casualmente, trattandole tutte allo stesso modo", ha commentato il dottor Zerial. "Al contrario, ciò di cui hanno bisogno, quando e in che quantità, è definito in maniera ben precisa, e anche la destinazione all´interno della cellula". Inoltre, si sa che molti dei geni esaminati nello studio sono anche coinvolti in alcune malattie umane. Ciò conferma il ruolo dell´endocitosi in queste patologie e fornisce nuovi obiettivi per lo sviluppo di farmaci. Il passo successivo per il team è quello di testare il sistema di screening sulle cellule che simulano le varie patologie e disturbi umani. Questo rivelerà le potenzialità del sistema per la scoperta e lo sviluppo di nuovi farmaci. Ivan Baines, direttore di servizi e strutture presso l´Istituto Max Planck di biologia cellulare molecolare e genetica, ha spiegato: "Se riusciremo a distinguere la tossicità dei farmaci come un´attività separata dalla loro efficacia - come suggerito dall´approccio di profiling quantitativo di questo studio - allora forse saremo in grado di scoprire farmaci migliori con meno effetti collaterali". Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Max Planck di biologia cellulare molecolare e genetica: http://www.Mpi-cbg.de/ Nature: http://www.Nature.com/nature Endotrack: http://www.Endotrack.org/ |
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PIÙ SOLE PER UN SISTEMA IMMUNITARIO PIÙ EFFICIENTE |
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Bruxelles, 11 marzo 2010 - Le cellule T (timo) sono la difesa dell´organismo umano contro le infezioni. Individuando e distruggendo i patogeni esterni, queste cellule ci aiutano a rimanere sani. Una nuova ricerca svolta in Danimarca rivela che le cellule T necessitano di dosi fisiologiche di vitamina D nel sangue per poter essere attive e compiere il proprio ruolo di difesa in modo adeguato. Quest´ultima scoperta, i cui particolari sono pubblicati sulla rivista Nature Immunology, potrebbe aiutare i medici a risolvere i casi di reazioni autoimmunitarie e anche a contrastare il rigetto di organi trapiantati. Le cellule T sono un tipo di leucociti che rivestono un ruolo centrale nel sistema immunitario. Per poter trovare, reagire e combattere le varie infezioni dell´organismo, le cellule T devono trasformarsi, da dormienti e innocue, in cellule attive in grado di uccidere virus e batteri spesso anche pericolosi. Gli scienziati dell´Università di Copenaghen, in Danimarca, hanno scoperto che la vitamina D è fondamentale per la funzionalità delle cellule T. In assenza di fonti sufficienti di questa vitamina nel sangue - dicono i ricercatori - le cellule rimangono dormienti e sono quindi incapaci di "attivarsi" per combattere gli agenti patogeni esterni. "Quando una cellula T è esposta ad un agente patogeno esterno, essa attiva un dispositivo di segnalazione o "antenna" - noto come recettore della vitamina D - con cui cerca di individuare la vitamina D", ha dichiarato Carsten Geisler, professore dell´università. "Ciò significa che le cellule T hanno bisogno della vitamina D, altrimenti la loro attivazione cesserà. Se le cellule T non riescono a trovare abbastanza vitamina D nel sangue, neanche inizieranno a mobilitarsi". La luce del sole è una fonte di vitamina D naturale (e anche la più ovvia), spesso presente come sottoprodotto naturale dell´esposizione della pelle al sole. Pochissimi alimenti contengono quantità elevate di questa vitamina. Tra le fonti migliori ci sono i pesci grassi, come ad esempio il salmone, il tonno e lo sgombro, mentre piccole quantità di vitamina D si possono trovare nel formaggio, nel latte e nel tuorlo d´uovo. Sebbene gli esperti raccomandino una dose giornaliera compresa tra i 25 e i 50 microgrammi di vitamina D, non esistono studi esaustivi per determinarne la quantità ottimale. Gli scienziati sono riusciti a seguire la sequenza biochimica legata alla trasformazione di una cellula T dalla sua forma inattiva alla sua forma attiva. Questa capacità di monitorare la sequenza permette di intervenire in molti punti diversi per modulare la risposta immunitaria. La scoperta principale è stata che le cellule T inattive non contengono il recettore della vitamina D ed una molecola specifica (Plc-gamma1). Per il professor Geisler e il team, questo risultato rappresenta un importante passo avanti. "Gli scienziati sanno da tempo che la vitamina D è importante per l´assorbimento del calcio e che essa sembra anche coinvolta in malattie come il cancro e la sclerosi multipla. Ma ciò che ancora non si sapeva è quanto sia fondamentale per l´attivazione del sistema immunitario", ha detto. Infatti, questo nuovo particolare potrebbe potenzialmente contribuire alla regolazione della risposta immunitaria, che è importante non solo per combattere la malattia, ma anche per evitare le reazioni autoimmunitarie dell´organismo e il rigetto di organi (dopo i trapianti, le cellule T possono attaccare l´organo del donatore come un invasore esterno). Il professor Geisler ha aggiunto che la ricerca potrebbe addirittura aiutare a combattere le malattie infettive e le epidemie a livello mondiale. "[I risultati] saranno particolarmente utili nello sviluppo di nuovi vaccini, che funzionano proprio sulla base sia di abituare il nostro sistema immunitario a reagire che di sopprimere le difese naturali dell´organismo in situazioni in cui questo è importante, come ad esempio nel caso di trapianti di organi e malattie autoimmunitarie". Per maggiori informazioni, visitare: Nature Immunology: http://www.Nature.com/ni/index.html Università di Copenaghen: http://www.Ku.dk/ |
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GLI EUROPEI SI PROPONGONO DI SPIEGARE LE CAUSE DELL´INSUFFICIENZA RENALE CRONICA |
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Bruxelles, 11 marzo 2010 - L´insufficienza renale cronica (Irc) è una malattia silente che colpisce 1 su 10 europei. Nonostante la ricerca condotta sulla Irc, è necessario migliorare la diagnosi precoce e la cura personalizzata. Un´altra questione urgente è la mancanza di informazione sulla patofisiologia della malattia. Il progetto Syskid ("Systems biology towards novel chronic kidney disease diagnostic and treatment") è determinato a trovare una soluzione a questi problemi. Il progetto, della durata di 60 mesi, è sostenuto nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) con ben 11,8 milioni di euro. L´irc è una malattia grave che ha conseguenze negative sul benessere del paziente poichè provoca un´insufficienza renale acuta, complicazioni cardiovascolari e disturbi del metabolismo delle ossa. I partner del progetto Syskid sostengono che identificheranno i meccanismi molecolari e cellulari responsabili dello sviluppo della malattia e metteranno queste informazioni in relazione con i fattori di rischio clinico, il che a sua volta permetterà di fare luce sui biomarcatori della malattia. I ricercatori sottolineano che i biomarcatori forniranno al team le informazioni chiave di cui ha bisogno per condurre studi preclinici su nuovi metodi di cura per fermare l´avanzare dell´Irc. Il team otterrà inoltre il materiale necessario per sviluppare e valutare strumenti per la diagnosi precoce e per monitorare la prognosi e la terapia. L´integrazione di biologia molecolare e cellulare, biologia computazionale, statistica e epidemiologia farà da supporto all´impegno del team per costruire un framework di "Biologia dei sistemi" per l´Irc. Oltre a questo impegno c´è l´esperienza clinica dei ricercatori e l´uso di un un´ampia raccolta di campioni di Irc e di dati clinici. A contribuire al successo del team del Syskid, composto da 25 gruppi di ricerca, c´è una commissione di consulenza di alto livello in grado di coprire questioni riguardanti scienza, sviluppo del prodotto e la prospettiva dei pazienti. I ricercatori del Syskid sottolineano che la maggior parte delle persone che soffrono di Irc si trovano allo stato iniziale della malattia. La diagnosi precoce può aiutarli a stroncare il problema sul nascere e in particolare ad allontanare il ricorso alla dialisi o al trapianto di rene, per fare ciò sono però necessari metodi più avanzati. Secondo i partner del Syskid, l´Irc è spesso causata dal diabete e dall´ipertensione e potrebbe essere legata all´artereosclerosi generalizzata. In particolare i casi di diabete in Europa sono molto aumentati negli ultimi anni: circa il 7% degli europei soffre di questa malattia debilitante. L´aumento di diabete e ipertensione avrà un effetto anche sull´Irc, dicono i ricercatori, precisando che crescerà anche il numero di decessi legati a queste malattie. La diagnosi precoce e la prevenzione sono fondamentali per combattere questo disturbo. "Seguendo un approccio di biologia dei sistemi all´avanguardia, il Syskid traccerà un quadro esaustivo delle conseguenze di diabete e ipertensione sui reni," spiega il dott. Bend Mayer della emergentec biodevelopment Gmbh, l´azienda con sede in Austria che coordina il Syskid. "Ci concentreremo sugli stadi iniziali dell´insufficienza renale cronica e mireremo a identificare le migliori strategie per la prevenzione e per nuove opzioni di diagnosi e terapia in modo da migliorare la qualità della vita dei pazienti." Il Syskid riunisce 25 gruppi di ricerca provenienti da Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Ungheria. Per maggiori informazioni, visitare: Syskid: http://www.Syskid.eu/ emergentec biodevelopment Gmbh: http://www.Emergentec.com/ |
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TRAPIANTI: PATTO TRA 140 COMUNI DEL LAZIO PER DONAZIONE ORGANI |
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Roma, 11 marzo 2010 - Sono 140 i Comuni del Lazio che questa mattina, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, hanno sottoscritto il "Patto di solidarietà per la vita"promosso dall´Agenzia regionale per i trapianti del Lazio (Art). Primo dei firmatari il Comune di Roma che ha rinnovato l´adesione all´iniziativa lanciata per la prima volta nel 2005. In particolare, hanno firmato questa mattina il patto i comuni di Rocca Priora, Rocca di Papa, Ciampino, Tivoli, Monteflavio, Ladispoli e Palestrina in Provincia di Roma; Alatri, Atina, Fiuggi e Pico in Provincia di Frosinone; Grotte di Castro, Oriolo Romano, San Lorenzo Nuovo, Vetralla, Tessennano e Monterosi in Provincia di Viterbo; Minturno, Cisterna di Latina e Priverno in Provincia di Latina. "I sindaci - ha spiegato il commissario straordinario dell´Agenzia regionale per i trapianti, Carlo Umberto Casciani - hanno siglato questo patto impegnandosi a divulgare la cultura della donazione di organi e tessuti fra i propri concittadini. Donare un organo infatti, è un grande atto di amore e generosità verso chi non ha altra speranza di vita se non il trapianto". Alla cerimonia della firma è seguita quella della premiazione dei venti studenti vincitori della quarta edizione del concorso "I giovani per la promozione della vita" che ha visto 2500 ragazzi impegnati nell´elaborazione di temi, disegni, dvd e lavori teatrali sul tema della donazione. Al concorso hanno partecipato l´Istituto tecnico Ennio Visca di Nettuno e le scuole superiori di Pomezia, Velletri, Valmontone, Marino, Colleferrro ed Albano associate ad Albafor spa, Istituto superiore di formazione e ricerca. "Come in passato - ha sottolineato Anna Laganà Madia, l´organizzatrice che da sempre affianca l´Art nelle manifestazioni a sostegno della donazione - abbiamo realizzato una serie di incontri nelle scuole per affrontare i delicati aspetti della morte, della donazione e del trapianto. I ragazzi hanno risposto con entusiasmo ed hanno prodotto lavori molto interessanti". A ricevere un riconoscimento anche i vincitori del concorso "Il bersagliere corre per la vita", al quale ha partecipato la sezione di Albano dell´Associazione nazionale bersaglieri. L´agenzia dei trapianti ha inoltre coinvolto per la prima volta anche il mondo dello sport. La Federazione italiana giuoco calcio (Figc), la Federazione italiana pallavolo (Fip) e 30 associazioni sportive della provincia di Roma parleranno di donazione facendo indossare ai propri atleti le magliette realizzate dall´Art in ogni gara o partita disputata nel corso dell´anno. |
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DOCUMENTO SINDACATI MEDICI A CANDIDATI PRESIDENTI DI REGIONE |
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Roma, 11 marzo 2010 - (regioni.It) Centinaia di medici hanno manifestato a Roma sotto il palazzo sede della Conferenza delle Regioni per chiedere a politica e istituzioni di prendersi impegni concreti per salvare il sistema sanitario nazionale. La protesta unisce tutte le sigle sindacali della dirigenza medica (Anaao Assomed - Cimo-asmd – Aaroi-emac – Fp Cgil Medici – Fvm – Fassid – Fesmed – Sds Snabi – Aupi - Sinafo – Fedir Sanita’ – Sidirss ) e ha già toccato Milano e Napoli. I camici bianchi consegnano a tutti i candidati alle prossime elezioni regionali un documento da sottoscrivere e da portare avanti una volta eletti. Tra gli impegni che si devono assumere i futuri Presidenti di regione lo stop a tagli indiscriminati di servizi e di personale, così come alla ´rottamazione´ dei dirigenti e la richiesta di un percorso di stabilizzazione per i precari. Il Documento Unitario - L’attualità politica e sindacale registra un indiscriminato attacco, all’interno del pubblico impiego, ai medici, ai veterinari e all’intera dirigenza del Ssn, rivolgendo aggettivi ignobili a chi cura e tutela la salute dei cittadini. E’ la tipica politica demagogica che, inserendosi nella linea di frattura tra attività della pubblica amministrazione e consenso popolare, non opera distinzioni che salvaguardino la delicatezza e la specificità di settori deputati alla difesa di beni costituzionalmente protetti. Il Finanziamento Del Ssn - Per la prima volta nella storia del Ssn siamo in presenza di uno stanziamento per l’anno 2010 addirittura inferiore al 2009 e per il biennio 2010-2011 si prevede una sottostima del finanziamento di 7 miliardi di euro rispetto al fabbisogno. Questo significherebbe costringere tutte le Regioni ad andare in deficit o a tagliare servizi sanitari e sociali. La previsione di un’ulteriore diminuzione dello standard di posti letto, tagliandone 10.000 – contenuta nel Patto per la salute proposto dal Governo - non tiene conto dell’impossibilità a breve tempo di poter ristrutturare ed adeguare la rete ospedaliera per assenza di progetti regionali e di fondi necessari. Non viene peraltro considerata la necessità di creare una efficiente rete territoriale che garantisca l’adeguatezza delle cure ai pazienti cronici ed alle disabilità senza sovraccaricare ulteriormente le strutture ospedaliere. Già oggi negli ospedali è sempre più difficile governare una domanda di prestazioni di crescente complessità in un sistema organizzativo che vede il lavoro medico e degli altri dirigenti sanitari complessivamente svolto pari a 14 mesi in un anno e livelli di contenzioso, civile e penale, senza eguali in Europa. Da una parte, quindi, si tagliano i posti letto ospedalieri e dall’altra non c’è alcun reale investimento per il necessario potenziamento del territorio. Il sistema dell’emergenza, della prevenzione, della salute mentale, delle dipendenze e più in generale i diversi servizi distrettuali sono sempre più impoveriti. Ma ciò che è più grave è il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro di una categoria che ha visto peraltro vanificate le prospettive professionali. La previsione di una riduzione stabile degli organici, in assenza di profondi processi riorganizzativi e strutturali, aggrava drammaticamente la situazione dei medici, dei veterinari e dell’intera dirigenza del Ssn che denunciano un impegno sempre più gravoso che produce milioni di ore non retribuite oltre il normale orario di lavoro. Questo sovraccarico di lavoro del personale sanitario, inoltre, espone sempre più i cittadini a possibili eventi avversi. Il previsto ridimensionamento dei fondi della contrattazione integrativa, conseguente alle riduzioni stabili di personale, esaurisce le risorse necessarie a premiare le professionalità ed i risultati migliori. Così facendo si ottiene esattamente l’effetto opposto di quello che si dichiara di voler perseguire: la Sanità italiana avrà meno risorse, meno personale, meno tutela dei diritti, meno cure. Occorre sottolineare che le osservazioni delle Regioni al Patto per la salute, oltre l’incremento del Fondo Sanitario Nazionale, rivendicano solo una loro autonomia e non determinano un reale cambiamento della situazione in atto. Un Modello Inaccettabile Di Federalismo - L’attuale contesto del Ssn appare ancora in fase di transizione e profonda trasformazione nel rapporto tra Stato e Regioni e tra Regioni ed Autonomie locali. La riforma del titolo V della Costituzione, approvata nel 2001, ha creato una situazione permanente di conflitto di competenze tra Stato e Regioni che rende impossibile ogni tentativo di correggere le attuali disfunzioni del sistema sulle quali nessuno vuole seriamente intervenire. Si è acuita di conseguenza la crisi del carattere unitario del Servizio sanitario la cui disarticolazione, con la presenza di più sistemi a diversa velocità di crescita, comporta una perdita complessiva di coesione sociale e un progressivo smantellamento di garanzie formali e sostanziali. La stessa qualità e sicurezza delle cure, come le cronache dell’ultimo anno dimostrano, è divenuta funzione del codice postale. Il rischio clinico una variabile della latitudine. Oggi appare fondato il rischio di una modulazione inaccettabile dei diritti dei cittadini, a fronte dell’incapacità di troppe Regioni di organizzare e gestire un Servizio sanitario efficiente ed efficace con la grave conseguenza di acuire sempre di più il divario tra Nord e Sud. Oltre all’aumento delle diseguaglianze tra Nord e Sud, relative ai meccanismi di tutela della salute, l’introduzione del federalismo all’interno di un Ssn finanziato dalla fiscalità generale, comporta anche un mutamento nei principi della redistribuzione che, anziché dipendere da indicatori oggettivi relativi alle caratteristiche della popolazione assistita, diventa una perequazione tra Regioni ricche e Regioni povere. Il livello di servizi sanitari, a cui i cittadini di alcune Regioni possono accedere, rischia di dipendere essenzialmente dal grado di solidarietà manifestato dagli abitanti delle Regioni ricche. Il che cambia radicalmente lo spazio dei diritti e muove verso un contesto in cui essi cessano di essere un bene pubblico nazionale per assumere una valenza locale. Se la strada verso la devoluzione regionale appare senza ritorno, alcuni elementi fondamentali devono essere mantenuti nell’ambito di una competenza unitaria e quindi nazionale. In particolare: la definizione ed il finanziamento dei Lea, accompagnati da pochi e chiari indicatori di offerta e da standard qualificanti, soggetti però a rigorosa verifica, lasciando a livello regionale il compito di organizzare la risposta. Un fondo di perequazione di tipo verticale gestito dallo Stato; l’uniformità dei requisiti di accreditamento di strutture e professionisti; l’omogeneità dello stato giuridico del personale. Lo Stato Giuridico - L’applicazione indiscriminata anche ai medici, ai veterinari e all’intera dirigenza del Ssn della rottamazione al raggiungimento di 40 anni contributivi con eccezioni di dubbia costituzionalità, è un attacco particolarmente grave. Malgrado le proteste e gli appelli unitari della categoria, i dubbi di alcuni ministri e le ripercussioni sul bilancio Inpdap, valutabili in un aggravio di spesa di circa 3 miliardi di euro, con ostinazione degna di miglior causa, il Governo ha reintrodotto con il decreto anticrisi questa norma incomprensibile, coercendo la precedente palese volontà contraria del Parlamento con due voti di fiducia. Cambiando le regole in corso si sottrae ai medici la libertà decisionale, acquisita a proprie spese, in merito all’età di quiescenza per attribuirla alle amministrazioni sanitarie, lasciando in balia del potere discrezionale e ricattatorio delle direzioni generali una generazione di professionisti che costituiscono la spina dorsale del sistema sanitario. E dire che il portavoce del ministro Brunetta ha irriso le organizzazioni sindacali dei medici dei veterinari e dell’intera dirigenza del Ssn perché protestavano contro un provvedimento, la rottamazione, a suo dire, inesistente!! Espellere questi professionisti a soli 58-60 anni di età vuol dire aggravare ed anticipare la crisi demografica della professione medica, in netta controtendenza con le declamate politiche previdenziali ed in contraddizione con lo stesso aumento dei limiti di età di quiescenza decretato per le donne del pubblico impiego, dottoresse comprese. Si priva, così, il Ssn di esperienze e competenze professionali senza alcuna garanzia di ricambio, con gravi rischi per la tenuta del sistema sanitario pubblico. • In questo contesto il decreto di riforma del pubblico impiego promette lo svuotamento della contrattazione contraddicendo il processo di privatizzazione del rapporto di lavoro, ulteriori sanzioni, l’accorpamento delle aree contrattuali con limitazione della stessa autonomia dell’area medica, mentre giacciono in Parlamento su binari morti, anche per la netta opposizione delle Regioni, provvedimenti legislativi di interesse della categoria, come quello sulla Governance e quello sul rischio clinico. Senza dimenticare che non si prende alcun provvedimento concreto sulla sorte della libera professione intramoenia a pochi mesi dalla scadenza dell’ennesima proroga. • Il sistema formativo ha ormai raggiunto il livello di allarme, per la persistenza di condizioni di extraterritorialità per le Facoltà di Medicina, ancora una volta variabile indipendente del sistema. • La cosiddetta Operazione Trasparenza, che coinvolge il pubblico impiego, ma non altre categorie pure pagate dai cittadini quali magistrati ed universitari, dimostra ulteriormente una politica forte con i deboli, ma incapace di colpire le principali cause del degrado del sistema Italia, dietro le quali si nasconde chi è in grado di esercitare forti pressioni sulla classe politica. Governo Clinico - Da anni si discute di riformare il sistema sanità ed ogni Governo cerca di mettervi mano, vanamente. Sembrano tutti solidali, Governo, opposizione, forze sindacali, organizzazioni manageriali, ma quando si arriva al dunque tutte le forze tirano a ridurre la vera consistenza delle riforme, ovvero il venir meno del controllo politico. La Commissione Affari Sociali della Camera ha licenziato un progetto unificato di riforma che non sembra essere riuscito a modificare, rispetto alla “medicina basata sull’evidenza” le storture del sistema il vero problema della sanità italiana. I professionisti dovrebbero fare del governo clinico non solo un mezzo per partecipare attivamente alle scelte strategiche ma un vero e proprio mezzo di rilancio culturale, scientifico ed operativo. Si deve sostituire una visione dirigista con quella fondata su una maggiore responsabilità degli attori del sistema. Certo alla politica competono le decisioni di programmazione in sanità e la scelta dei modelli organizzativi, ma non è più tollerabile l’ingerenza della logica partitica nelle nomine dei Direttori Generali o, quella ancora più grave, dei Direttori di Struttura Complessa. Le nomine, le scelte, dovrebbero sempre avvenire su una selezione che parta dal “saper fare” e da quello “che hai fatto”. Una selezione che valuti, in tutti i campi, i risultati raggiunti. La sanità ha bisogno di non essere più considerata un costo ma una risorsa che produce il bene più prezioso, la salute. Ciò che veramente dobbiamo garantire sono gli obiettivi di salute. Non partendo dall’appropriatezza delle prestazioni, si finisce nell’equivoco che la politica possa migliorare la clinica. L’adozione dei principi delle scelte tecniche deve diventare usuale per arrivare ad una collocazione più appropriata, efficace ed efficiente della tecnologia sanitaria sia in sede ospedaliera che territoriale. Responsabilita’ Clinica - Recenti studi della Fiaso (la Federazione delle Aziende sanitarie e Ospedaliere) hanno dimostrato che circa l‘85% degli eventi avversi sono da ricondurre a problemi di natura organizzativa che, tuttavia, espongono i cittadini a danni evitabili e i professionisti sanitari a contenziosi logoranti con un aumento progressivo della medicina difensiva (il cui valore è calcolato in circa 12mld di euro/anno) oltre ad incrementi dei costi di gestione e dei premi assicurativi. Da precisare, inoltre, che la dirigenza sanitaria viene riconosciuta responsabile, in sede processuale, solo entro un range tra il 10 e il 20%, nonostante le numerose cause in sede civile e penale presentate (circa 30.000 nel 2007). Tutto questo richiede una profonda rivisitazione della legislazione sul rischio clinico con l’introduzione di strumenti quali: il riconoscimento della responsabilità civile a carico della struttura; la costituzione di un fondo per l’alea terapeutica; la realizzazione di camere di conciliazione in sede stragiudiziale e l’istituzione indifferibile di “vere” unità di risk management in tutte le aziende. Le Condizioni Di Lavoro - Strutture di Pronto soccorso sature e prive di una adeguata collocazione dei pazienti. Mancata sostituzione di personale indispensabile per garantire i servizi e persistenza del precariato. Tagli alla disponibilità delle risorse necessarie per affrontare l’aumento delle patologie croniche. Mancanza di programmazione dei carichi di lavoro con turni massacranti che incidono sullo stato di salute degli operatori e sulla qualità dell’assistenza. A ciò si aggiungono strutture spesso fatiscenti e tecnologie obsolete e inadeguate, direttori generali che vengono valutati solo sui risparmi. Se non è il quadro di un sistema al collasso ci somiglia molto. I medici sono stanchi di mettere la loro faccia davanti al disagio dei malati ed alle critiche per un sistema condannato a galleggiare perché incapace di tagliare sprechi, di incidere sulla corruzione e di programmare i servizi in maniera da rispondere ai bisogni dei suoi cittadini. Un sistema la cui riorganizzazione procede tra annunci e fughe in avanti, con porte spalancate alla migrazione in altre Regioni, o all’estero, con l’ossessione del controllo dei costi. A chi serve una sanità sfinita, demotivata ed impoverita nelle sue professionalità sia pure con il bilancio in pareggio? Quello che è successo nell’ultimo anno, specialmente al Sud, rimanda a problemi organizzativi e strutturali e non è riconducibile esclusivamente agli inevitabili errori medici. In particolare la categoria denuncia il mancato rispetto di normative e chiede la riorganizzazione della rete ospedaliera per assicurare non un ospedale per campanile, ma strutture organizzate a rete, in sinergia con un territorio potenziato. Occorre garantire la qualità dei servizi e l’equità di accesso, riqualificare la spesa al riparo dalle invadenze della politica assumendo la qualità professionale e la gestione del rischio clinico come obiettivi di politica aziendale. Se il Ministro del Welfare è ancora dell´idea che “la valorizzazione del personale del Ssn, a partire dalla dirigenza, è condizione imprescindibile per salvaguardare la sanità pubblica” questo è il momento di dimostrarlo. Liste D’attesa - Liste d’attesa con tempi eccessivamente dilatati, nonostante l’impegno profuso dai medici, sono troppo spesso frutto di una inefficace coordinamento tra servizi ospedalieri e territoriali, di disservizi, di inadeguata programmazione organizzativa, oltre che dell’impoverimento delle risorse disponibili. Questo danneggia la qualità del lavoro e, troppo spesso, costringe i cittadini a rivolgersi al privato. Ospedale-territorio - Il territorio deve essere capace di fornire la maggior parte delle prestazioni mentre l’ospedale, non più al centro del sistema, riceve il malato al crescere delle sue necessità. Da anni si è coniato il concetto della sanità piramidale, con l’individuazione crescente di centri di eccellenza dove convergere i casi più importanti e specificatamente versati in settori in cui si faccia medicina di èlite. Basta con gli ospedali poliambulatori che forniscono una pletora di esami il più delle volte non indispensabili e soprattutto eseguibili sul territorio. Gli ospedali dovranno, invece, essere sempre più integrati in rete. E’ quindi sterile e controproducente una contrapposizione tra ospedale e territorio, anzi potremmo definirla anti storica, ma certamente il territorio deve essere potenziato. Uno degli elementi fondamentali che deve essere alla base di una moderna cultura della tutela della salute è quella della personalizzazione dei servizi, ovvero la necessità di creare prestazioni che si adattino alle necessità dei destinatari. La persona deve tornare ad essere soggetto e non più oggetto della tutela della salute. Nei servizi personalizzati l’utilità deriva non solo dal processo che porta alla prestazione, ma, in primo luogo dalla relazione tra operatore e soggetto da aiutare. Il rischio maggiore è quello che una diminuzione dei costi possa influire su tale fattore. Quindi il criterio guida delle scelte non può essere quello della convenienza economica ma deve essere quello della coerenza con i valori predominanti che vengono dalle istanze della società. Il Precariato - Sono ormai decine di migliaia i professionisti della sanità operanti nel sistema pubblico con contratti atipici, spesso di breve durata, a causa del blocco delle assunzioni imposto dalle leggi finanziarie e dai vari piani di rientro. In questa situazione, appare indispensabile avviare in tutte le Regioni procedure di consolidamento in ruolo di tale personale per non disperdere importanti professionalità. Quando il precariato dura, come spesso accade, 8 o 10 anni siamo di fronte a drammi personali e professionali che non è più possibile sottovalutare. Contratto Di Lavoro - Viene sancita una riduzione secca della capacità economica della categoria senza che questa sia controbilanciata da eventuali benefici fiscali, senza una chiara previsione di un recupero del tasso inflattivo e senza, soprattutto, la rivalutazione dell’indennità dell’esclusività di rapporto, ferma dal 1 gennaio 2002, che di fatto sottrae oltre 300 euro mensili per ciascun anno dallo stipendio del dirigente sanitario. Per di più, l’Atto di indirizzo per il biennio 2008-2009, predisposto dal Comitato di Settore, prevede il passaggio della retribuzione individuale di anzianità (Ria), maturata dai medici dipendenti andati in quiescenza, dal fondo di posizione al fondo di risultato, trasferendo un’importante componente economica della retribuzione medica, dalla valutazione del merito e della professionalità acquisita a quella puramente gestionale. Questo comporterà l’impossibilità di una graduazione dell’esperienza professionale, economicamente adeguata, che avrà ricadute imprevedibili e pericolose per la sua stessa tenuta. I decreti delegati approvati dal Consiglio dei Ministri, dopo il via libera da parte del Parlamento e delle Regioni, prevedono una sterilizzazione della contrattazione affidando la disciplina di importanti aspetti organizzativi alla legge e non alla negoziazione tra le parti. Con buona pace della tanto sbandierata privatizzazione dei rapporti di lavoro e nella logica di volere cambiare tutto tranne la prassi di non rispettare i patti sottoscritti. Chiara l’intenzione di non remunerare un lavoro al quale non si riconosce né ruolo né valore, sebbene venga svolto in condizioni sempre più difficili, tutti i giorni e le notti dell’anno, a tutela della salute, un bene costituzionalmente protetto. In assenza di certezze sul futuro economico e normativo dei contratti di lavoro cresce la rabbia e la frustrazione di una categoria che rimane il perno centrale di una Sanità Pubblica che pur si vuole più equa ed efficiente. Conclusioni - L’intera dirigenza del Ssn merita e chiede più rispetto ed una maggiore valorizzazione della fatica e della complessità del compito che ogni giorno si assume a tutela del diritto alla salute che la Costituzione riconosce ai cittadini. Nessuno pensi di potere costruire aziende sanitarie tecnocratiche senza la cultura professionale dei medici o addirittura contro i medici. Il senso di responsabilità di una categoria che non può e non vuole sfuggire al ruolo anche di parte della classe dirigente e la passione civile che la fa identificare con i luoghi del suo lavoro, ci induce a sollecitare una maggiore considerazione per l’impegno e le difficoltà con cui quotidianamente assicuriamo la tutela della salute dei cittadini. Solo l’apertura di una nuova stagione di lotta da parte di tutte le forze che hanno a cuore il patrimonio del Ssn potrà salvarlo da un evidente e progressivo abbandono. Noi faremo la nostra parte ma la sfida è per tutti. |
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SMART INCLUSION ARRIVA A FIRENZE INAUGURATO AL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA IL PROGETTO DEL MINISTERO PER LA P.A E L’INNOVAZIONE, TELECOM ITALIA, CNR L’INIZIATIVA CONSENTIRÀ AI PICCOLI PAZIENTI DI PARTECIPARE ALLA VITA SOCIALE COLLEGANDOSI CON SCUOLA E CASA E AI MEDICI DI OTTIMIZZARE I PROCESSI DI CURA |
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Firenze, 11 marzo 2010 - E’ stato inaugurato ieri , alla presenza del Ministro Renato Brunetta, presso l’Unità di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze, il progetto “Smart Inclusion”, realizzato grazie al sostegno del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, al supporto tecnologico di Telecom Italia, alla supervisione scientifica del Cnr-isof di Bologna e al finanziamento della Regione Toscana e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Si tratta della quarta realizzazione in Italia di questa iniziativa, un ulteriore passo in avanti rispetto al piano di estensione a livello nazionale di Smart Inclusion, fortemente voluto dal Ministro Renato Brunetta dopo la prima applicazione, realizzata il 6 Febbraio 2009 da Isof-cnr e da Telecom Italia presso il Policlinico S.orsola–malpighi e l’Istituto Comprensivo n. 6 di Bologna. Appositamente realizzato per i lungodegenti dei reparti di Oncoematologia pediatrica, “Smart Inclusion”, integra, su un’unica piattaforma tecnologica realizzata da Telecom Italia, servizi di teledidattica, intrattenimento e gestione dei dati clinici, consentendo ai bambini di partecipare, in maniera semplice ed immediata, alla vita sociale collegandosi con la scuola e la famiglia e, al personale sanitario, di disporre di strumenti evoluti a supporto dei processi di cura dei piccoli pazienti. Il progetto si basa totalmente su tecnologie open source, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, consentendo avanzate performance e risparmi economici di circa € 1.000 per ogni postazione ed € 500 per ogni terminale ospedaliero. Attraverso l’innovativo video-terminale touchscreen Olivetti “Smart Care”, dotato di telecamera e postazione a bordo del letto, il bambino, con una semplice pressione del dito, è in grado di interagire con la propria classe e partecipare alle lezioni, grazie all’installazione in aula della postazione Smart School, composta da una lavagna interattiva collegata ad un totem multimediale per l’insegnamento. Inoltre può accedere a programmi di intrattenimento attraverso canali televisivi tematici, a giochi interattivi o effettuare videochiamate con i propri familiari a casa. Grazie alle postazioni Smart School, inoltre, docenti, studenti e famiglie potranno fruire del portale “Innova Scuola” e accedere a materiali didattici e esercizi multimediali, e a tutti gli strumenti sviluppati secondo le direttive del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del dipartimento per la digitalizzazione della Pa e l’innovazione tecnologica. La realizzazione presso l’Unità di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze prevede l’integrazione, attraverso 17 terminali “Smart Care”, di tutti i bambini del reparto con cinque scuole della provincia di Firenze: Scuola Elementare Don Minzoni, Scuola Media Masaccio, Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, Liceo Classico Machiavelli e Liceo Linguistico Pascoli per un totale di 20 classi collegate. La componente scolastica del progetto è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Regione Toscana che ha finanziato la rete di interconnessione Ospedale - Scuole e tutte le postazioni scolastiche degli istituti coinvolti. Il progetto Smart Inclusion, già attivo presso gli Ospedali Sant’orsola di Bologna, Bambino Gesù di Roma e l’Azienda Ospedaliera di Padova, sarà esteso, in base agli accordi già stipulati tra il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, il Cnr-isof e Telecom Italia, ad altri 8 ospedali entro il 2010, tra cui l´Ospedale Pediatrico Istituto G. Gaslini di Genova e l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. |
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“SMART INCLUSION” COMES TO FLORENCE MINISTRY FOR PUBLIC ADMINISTRATION AND INNOVATION, TELECOM ITALIA AND CNR INAUGURATED AT THE MEYER HOSPITAL’S ONCO-HAEMATOLOGY WARD THE INITIATIVE ENABLES YOUNG PATIENTS TO TAKE PART IN SOCIAL LIFE AND CONNECT TO SCHOOL AND HOME, AS WELL AS ALLOWING DOCTORS TO OPTIMIZE TREATMENT PROCESS MANAGEMENT |
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Florence, 11 March 2010 - The “Smart Inclusion” project was inaugurated yesterday at the Meyer Hospital’s Paediatric Onco-haematology Ward in Florence, at a ceremony attended by Minister Renato Brunetta. The project has been made possible thanks to support from the Ministry of Public Administration and Innovation, Telecom Italia’s technology input, scientific supervision from the Cnr-isof of Bologna, and funding from the Tuscany Regional Administration and the Ente Cassa di Risparmio di Firenze. This is the fourth implementation of the project in Italy, and the latest step forwards in the plan to extend Smart Inclusion nationwide. The plan has garnered strong support from Minister Renato Brunetta; the project was first unveiled on 6 February 2009, when Isof-cnr and Telecom Italia installed the system at the Policlinico S.orsola–malpighi and the Istituto Comprensivo n. 6 in Bologna. Specially designed for long-term patients at paediatric onco-haematology wards, “Smart Inclusion” is based on an all-in-one technology platform conceived by Telecom Italia that combines distance learning, entertainment and clinical data management services. The system allows children simply and immediately to enjoy a social life and connect to their school and homes. It also enables healthcare professionals to use advanced tools to support treatment of their young charges. The project is based wholly on open source technologies, in compliance with European Union recommendations, and offers advanced performance as well as generating savings of around €1,000 on each workstation and around €500 on each hospital terminal. The advanced Olivetti “Smart Care” touchscreen video terminals used in the project are equipped with a video camera and a bedside workstation. Simply by applying finger pressure, children can interact with their classmates and attend lessons, thanks to classroom installations of Smart School workstations linked to interactive whiteboards and multimedia teaching totems. Young patients can also access entertainment via themed Tv channels and interactive games, or videoconference with their relatives at home. The Smart School workstations also allow teachers, students and family members to access the “Innova Scuola” Portal, where they will find teaching materials, multimedia exercises, and a full range of tools developed to meet the specifications recommended by the Ministry of Education, University and Research, and the Department for the computerization of public administration and technological innovation. The Paediatric Onco-haematology unit project at the Meyer Hospital in Florence uses 17 “Smart Care” terminals to integrate all of the children on the ward into five Province of Florence schools: the Don Minzoni Elementary School, the Masaccio Middle School, the Leonardo da Vinci Scientific High School, the Machiavelli Classics High School, and the Pascoli Languages High School, which, together, are providing a total of 20 connected classes. The educational side of the project has been developed in partnership with the Tuscany Regional Administration, which provided funding for the hospital/schools interconnection network, and all of the school-based workstations. The Smart Inclusion project is already up and running at the Policlinico Sant’orsola in Bologna, the Ospedale Bambino Gesù in Rome, and the Azienda Ospedaliera in Padua. Contracts have already been signed by the Ministry for Public Administration and Innovation, the Cnr-isof and Telecom Italia to take the project into another 8 hospitals by the end of 2010, including the Ospedale Pediatrico Istituto G. Gaslini in Genoa, and the Ospedale Infantile Regina Margherita in Turin. |
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PESCOPAGANO: LA STRUTTURA D’ECCELLENZA DELLA RIABILITAZIONE |
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Potenza, 11 marzo 2010 - Sarà il Polo ospedaliero di Pescopagano a ospitare la prima struttura di alta specializzazione per le attività di riabilitazione in Basilicata. La delibera della Giunta regionale del 9 febbraio ha approvato la proposta progetto dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza per la costituzione di un centro riabilitativo di alta specialità a Pescopagano. E’ quanto comunica una nota dell’Ospedale San Carlo di Potenza. La struttura di terzo livello, l’unica della Basilicata, prevede dieci posti letto per gravi celebrolesioni e unità spinale (lesioni midollari) e sarà affiancata da un reparto di riabilitazione intensiva (Ii livello) e da un reparto di riabilitazione estensiva (I livello), per un totale complessivo di 64 posti letto. Per la prima volta, tra l’altro, sono istituti, nel reparto di primo livello, diciotto posti letto per lungodegenti. Nel reparto di secondo livello sono previsti servizi di riabilitazione cardiaca ( 6 posti letto) e respiratoria (6 posti letto), gli unici dell’intera provincia di Potenza, e 24 posti letti per la riabilitazione neuromotoria. Sono previsti consistenti lavori di ristrutturazione dell’edificio per un importo superiore ai 6 milioni di euro. Il nuovo polo riabilitativo prevede anche significativi mutamenti negli aspetti organizzativi intra-aziendali, con l’adozione di modelli per processi di cura di tipo specificamente riabilitativo, orientati alla disabilità e non alla patologia, al “prendersi cura” piuttosto che al curare, alla presa in carico della famiglia oltre che del paziente, all’individualizzazione del progetto riabilitativo. |
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DISABILI. A MILANO UN CENTRO DIURNO PER BAMBINI PRESENTATO IL BILANCIO DELL’ATTIVITÀ SVOLTA DALL’OFFICINA DELLE ABILITÀ |
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Milano, 11 marzo 2010 - Due anni di sperimentazione (dal gennaio 2008 al dicembre 2009), 34 bambini di età compresa tra i 4 e gli 11 anni presi in carico, il 65% dei casi associato a disagio sociale, 11 famiglie migranti sulle 34 accolte. Sono questi alcuni dati tra i più significativi dell’Officina delle abilità, il primo centro diurno che aiuta i piccoli con disabilità e le loro famiglie a integrarsi nella vita sociale. Il centro è stato aperto due anni fa presso la sede dell’Opera Don Guanella di via Mac Mahon 92 ed è in funzione dalle ore 11.30 alle 18.30. L´officina delle abilità, nata come sperimentazione finanziata dall´Assessorato alla Salute e dalla Fondazione De Agostini e che da gennaio è un servizio accreditato e convenzionato, è curata dall’Associazione L’abilità Onlus che opera per sviluppare nei bambini con disabilità alcune semplici competenze, come imparare a chiedere informazioni, saper fare piccoli acquisti, comportarsi sui mezzi pubblici, pensare alla propria igiene personale e mangiare in autonomia. L’attività del centro è finalizzata all’incremento dell’autonomia individuale e a rinforzare l’apprendimento (dai percorsi di pregrafismo al potenziamento della letto-scrittura e del calcolo). Nelle attività sono coinvolte le famiglie attraverso incontri di ascolto dei bisogni e delle difficoltà e la condivisione dei percorsi di abilitazione. "I risultati raggiunti con questa sperimentazione, che è anche una sfida, sono molto importanti - ha affermato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -. Si tratta di un progetto innovativo che mira a garantire pari opportunità, accessibilità e assenza di discriminazioni ai bambini con disabilità. Il coinvolgimento sul piano scientifico di importanti aziende ospedaliere, come il Niguarda e il Sacco – ha aggiunto Landi - dà il necessario supporto tecnico professionale per garantire qualità ed efficacia nel raggiungimento degli obiettivi". “La Fondazione De Agostini ha sostenuto, promosso e finanziato in questi due anni le attività de L’officina delle abilità, perché fin dall’inizio ha creduto nella bontà di questo progetto e nel valore delle persone che lo hanno proposto e realizzato. Ora, a due anni dall’avvio, siamo felici di condividere la nascita del primo Cdd dedicato ai bambini con disabilità. Un grazie particolare va all’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, nella persona dell’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna e del Direttore Generale Marino Pron, che hanno seguito e sostenuto con noi le attività del Centro, luogo di eccellenza per i bambini con disabilità e le loro famiglie - ha dichiarato Roberto Drago, Presidente della Fondazione De Agostini -. Questo progetto si coniuga perfettamente con la nostra mission: il desiderio di impegnarci a favore delle categorie più deboli, bambini e disabili, e fornire concrete risposte ai loro bisogni”. “L’officina delle abilità rappresenta un esempio di buona prassi in cui i bisogni dei bambini con disabilità e delle loro famiglie diventano un punto di partenza su cui costruire un modello di intervento - ha commentato Laura Borghetto, Presidente dell’associazione L’abilità Onlus –. Il lavoro non termina qui per la nostra associazione. Vogliamo continuare a perfezionare il metodo di lavoro e arrivare a definire un modello replicabile anche in altri territori. Siamo convinti che il fattore di innovatività del progetto, oltre alla quotidiana prassi di lavoro in rete con la scuola, la neuropsichiatria infantile e i servizi sociali, sia l’attivazione di processi di abilitazione costantemente verificati e monitorati. Nell’officina si lavora gli uni accanto agli altri, in un unico ingranaggio, crescendo insieme, giorno dopo giorno”. Un importante contributo nella fase di monitoraggio della sperimentazione è stato dato dalla Direzione Generale Famiglia e Solidarietà sociale della Regione e dall’Asl di Milano. |
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I GINECOLOGI: “TROPPE 70.000 ISTERECTOMIE L’ANNO IN ITALIA” IN 6 CASI SU 10 LA SPIRALE MEDICATA PUÒ SALVARE UTERO E FERTILITÀ |
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Milano, 11 marzo 2010 – Il 60% delle donne a cui oggi viene asportato l’utero potrebbe ottenere una più efficace soluzione terapeutica con un semplice dispositivo intrauterino, Mirena. E mantenere così la capacità riproduttiva. È il clamoroso risultato di uno studio pubblicato sulla rivista “Acta Obstetricia et Gynaecologica” che ha coinvolto 228 donne. In Italia ogni anno vengono eseguite 70.000 isterectomie. “Sono troppe – spiega la dott.Ssa Valeria Dubini, ginecologa all’Ospedale S. Giovanni di Dio di Firenze e vicepresidente nazionale Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) – anche perché spesso praticate in modo improprio, soprattutto per risolvere patologie benigne come le mestruazioni abbondanti. La ricerca, pubblicata dalla prof.Ssa Margit Dueholm del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Università danese di Aarhus, ha evidenziato l’importanza di proporre alle donne colpite da questo disturbo un’alternativa valida ed efficace all’intervento chirurgico”. Mirena, il dispositivo intrauterino a rilascio di levonorgestrel, è già indicato dalle linee guida internazionali e della Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) quale metodo di prima scelta per affrontare i flussi eccessivi. Ne soffre il 20% delle pazienti che si rivolge al ginecologo ma sono ancora la maggioranza quelle che lo considerano un fatto fisiologico e sopportano disagi talvolta pesanti. “Non possono uscire di casa, devono rinunciare a viaggiare, sono costrette ad indossare ingombranti assorbenti con una significativa compromissione della sfera relazionale - afferma il dott. Giampietro Gubbini, ginecologo responsabile del progetto Mestop (progetto salva-utero) -. Un problema socialmente rilevante che spesso non viene però gestito nella maniera corretta. La comunità scientifica è infatti concorde: il trattamento più favorevole è il sistema intrauterino a lento rilascio di levonorgestrel, raccomandato come prima scelta, che rappresenta una valida alternativa farmacologica ad interventi demolitivi come l’isterectomia o l’ablazione endometriale”. L’asportazione dell’utero resta il più diffuso intervento al mondo dopo il taglio cesareo. L´hanno subita negli Usa e nel sud Australia una ultrasessentenne su tre, nel Regno Unito una su cinque. “Si avverte la crescente esigenza di un cambiamento culturale – continua la dott.Ssa Dubini -. È infatti necessario promuovere campagne di sensibilizzazione per coinvolgere sempre più le donne. Un’esperienza di alcuni anni fa avviata nel Canton Ticino si è strutturata in diverse fasi: sono stati coinvolti in un primo tempo i medici di base e gli specialisti, ma senza alcun risultato dal punto di vista della riduzione del numero delle isterectomie. Il tasso è calato sensibilmente solo quando è stata avviata una campagna rivolta alle donne per mostrare loro che esistono davvero alternative valide. In Italia purtroppo l’attenzione al problema è recente e si comincia ad affrontarlo solo ora, anche se una donna su cinque rischia nel corso della vita di dover essere sottoposta a questo tipo di intervento. Nel nostro Paese abbiamo assistito a un significativo incremento ad esempio delle tecniche endoscopiche, ma non a una riduzione sostanziale dell’incidenza delle isterectomia anche per patologie benigne”. Mirena assicura maggiore appropriatezza terapeutica e minori costi, dal punto di vista psicologico e sociale, ma anche economico. “Dopo un anno dall’inserimento di questo dispositivo – conclude il dott. Gubbini - più della metà delle pazienti ha notato anche una diminuzione del dolore mestruale. Dopo una gravidanza è necessario attendere almeno sei settimane dal parto prima di posizionarlo, per permettere all’utero di tornare alle sue dimensioni normali. Può essere tranquillamente utilizzato durante l’allattamento senza effetti negativi sullo sviluppo del bambino. Un altro aspetto importante da considerare è che questo sistema permette di recuperare completamente la capacità riproduttiva dopo la sua rimozione. Il ciclo mestruale infatti riprende entro 30 giorni”. |
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CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ PER IL CENTRO SENOLOGICO DI BRESSANONE-MERANO |
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Bolzano, 11 marzo 2010 - Seconda certificazione di qualità, nel giro di tre anni, per il centro senologico di Bressanone-merano, specializzato nella prevenzione e nella cura dei tumori al seno. Il progetto è stato presentato, nel corso di una conferenza stampa, dall´assessore Richard Theiner. Tra le novità la formazione delle prime due infermiere specializzate nella cura delle malattie del seno. Il carcinoma alla mammella rappresenta il tumore maligno più frequente per la donna: in Provincia di Bolzano si registrano circa 380 casi all´anno, con un´incidenza piuttosto alta, visto che una donna altoatesina su nove se ne ammala nel corso della propria vita. Uno dei centri senologici maggiormente specializzati è quello di Bressanone-merano, che per la seconda volta nel giro di tre anni ha ricevuto la massima certificazione di qualità da parte della "Deutsche Krebsgesellschaft" e della "Deutsche Gesellschaft für Senologie". "E´ molto importante - ha sottolineato l´assessore alla sanità Richard Theiner - che nell´ambito della riforma clinica in corso i centri presenti sul territorio possano offrire dei servizi di elevata qualità. Da questo punto di vista vorrei sottolineare la positiva collaborazione tra i reparti di Bressanone e Merano, che sono riusciti ad accorparsi e a creare un centro di competenza di alto livello: si tratta di un modello da prendere come esempio". A far nascere l´idea di unire le forze, circa cinque anni fa, è stata proprio la prospettiva da parte del primario di ginecologia dell´ospedale di Bressanone, Arthur Scherer, di ottenere la certificazione di qualità: il numero delle pazienti era però insufficiente per rientrare nei criteri stabiliti dall´ente germanico (150 all´anno) e da qui è nata la collaborazione con Merano e la nascita del centro senologico, che ha come partner di riferimento l´Università di Innsbruck. "Siamo riusciti a rispettare i rigidi parametri per la certificazione - hanno spiegato i due primari Arthur Scherer e Herbert Heidegger - ciò significa che anche in futuro saremo in grado di offrire un servizio di cura alle nostre pazienti di livello assolutamente elevato. Le donne che verranno curate dal centro senologico di Bressanone-merano sanno già che otterranno il massimo a livello di diagnosi, terapie e assistenza". Proprio per quanto riguarda l´assistenza alle pazienti, ma anche il sostegno ai loro familiari, il centro si è dotato delle prime due infermiere specializzate nella cura delle malattie del seno di tutto l´Alto Adige, le cosiddette "Breast Nurses". Si tratta di Anni Pürgstaller e Herta Leiter, che circa un mese fa hanno completato il proprio periodo di formazione universitaria ad Innsbruck. |
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GIORNATA MONDIALE DEL RENE: IN PIAZZA ESAMI E INFORMAZIONI MEDICI, INFERMIERI E VOLONTARI SARANNO GIOVEDÌ 11 MARZO, IN PIAZZA CESARE BATTISTI A TRENTO |
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Trento 11 marzo 2010 –Oggi in occasione della «Giornata mondiale del rene» il personale dell’unità operativa di nefrologia e dialisi dell’ospedale di Trento e i volontari dell’Associazione provinciale amici della nefrologia (Apan) e della Croce rossa italiana (Cri) saranno presenti, dalle ore 9.00 alle ore 14.00, in piazza Cesare Battisti a Trento. Forniranno informazioni sulle patologie renali e sulla loro prevenzione ed effettueranno la misurazione della pressione arteriosa e l’esame delle urine. Le malattie renali rappresentano oggi un rilevante problema di salute pubblica. Si stima che il 7-10 per cento della popolazione mondiale abbia un danno renale, ma spesso non ne sia a conoscenza perché i reni sono organi che non mostrano i sintomi della malattia finché non risultano irrimediabilmente danneggiati. In questi casi il rischio di sviluppare un’insufficienza renale è elevato e lo è ancora di più quello di sviluppare, in concomitanza di un danno renale moderato, una malattia cardiovascolare invalidante o mortale. Alcune persone sono considerate più a rischio di sviluppare questo tipo di patologie: le persone con più di 60 anni o che hanno familiari con malattie renali, coloro che soffrono di ipertensione arteriosa, diabete mellito, obesità, malattie immunologiche o che fanno uso prolungato di farmaci (soprattutto antinfiammatori e analgesici) senza controllo medico. In questi casi è importante misurare la pressione arteriosa ed eseguire l’esame delle urine una volta all’anno. Negli scorsi decenni molto è stato fatto per assicurare ai pazienti trattamenti di qualità e per aumentare il numero dei trapianti renali. Ma tutto ciò non basta e per aumentare l’attenzione nei confronti del danno renale cronico e sottolineare l’importanza della diagnosi precoce è nata la «Giornata mondiale del rene». Giovedì in piazza Cesare Battisti a Trento sarà quindi possibile avere informazioni sulla prevenzione delle malattie renali, misurare la pressione arteriosa e, coloro che porteranno un campione di urine raccolte al mattino, potranno effettuare gratuitamente il test delle urine finalizzato alla ricerca delle anomalie urinarie quali proteinuria ed ematuria. |
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NAPOLI, INAUGURATO NUOVO OSPEDALE DI SANT´AGATA DEI GOTI |
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Napoli, 11 marzo 2010 - Dichiarazione del presidente della Giunta Regionale della Campania: "L´apertura del nuovo ospedale di Sant´agata dei Goti rappresenta un ulteriore passo in avanti per avere in provincia di Benevento un servizio sanitario sempre più efficiente. Si tratta, infatti, di una struttura moderna e all´avanguardia, che a regime potrà avere fino a 200 posti letto. Il nostro obiettivo è fare in modo che tutto il territorio sannita abbia una rete assistenziale completa e rispondente alle esigenze dei cittadini. In quest´ottica, anche grazie al lavoro fatto in collaborazione con gli enti locali e le altre strutture interessate, abbiamo confermato il presidio ospedaliero di Cerreto Sannita, dove investiamo 500mila euro per il miglioramento della struttura. Infine, nelle prossime settimane, attiveremo il Psaut (Presidi Sanitari Assistenziali Unità Territoriali) presso l´ospedale di San Bartolomeo in Galdo, che entrerà a tutti gli effetti nelle rete dei servizi emergenziali della nostra regione. Si tratta di un servizio molto atteso dai cittadini della Valle del Fortore e anche dai residenti nei comuni confinanti delle province di Foggia e di Campobasso". |
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FVG: ASSISTENZA AUTONOMIA POSSIBILE |
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Udine, 11 marzo 2010 - Si è conclusa la seduta di ieri a Udine del Consiglio delle Autonomie Locali, presieduto da Attilio Vuga. Uno dei punti all´ordine del giorno (espresso parere positivo con sedici voti favorevoli su sedici consiglieri delle autonomie presenti), sottoposto dall´assessore alla Salute e Protezione Sociale, Vladimir Kosic, riguardava una deliberazione della Giunta regionale inerente il Regolamento di modifica del regolamento di attuazione del Fondo per l´autonomia possibile e per l´assistenza a lungo termine. Si tratta di uno strumento di aiuto, che si riferisce alla legge numero 6 del 2006. Ovvero al sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. Kosic ha accolto le proposte del Consiglio delle Autonomie, formulate dopo un attento approfondimento da parte dell´apposita specifica commissione di tale organismo, e della Conferenza socio sanitaria dei sindaci, che era rappresentata nel corso della riunione dal presidente, Vittorino Boem. In particolare è stato proposto di dare la possibilità ai Comuni di reimpiegare i fondi, non completamente utilizzati sotto forma di contributi per i singoli casi di disabilità, ai fini dell´ottimizzazione dei servizi, a vantaggio delle stesse persone diversamente abili. Questo regolamento, che ha ottenuto pieno consenso da parte delle autonomie locali, come ha voluto precisare l´assessore Kosic è stato redatto a conclusione di un percorso lungo il quale sono stati coinvolti i rappresentanti delle parti sociali e delle associazioni dei disabili. Secondo Kosic è comunque importante, accanto al giusto sostegno economico delle famiglie dei disabili, perseguire la strada del miglioramento qualitativo dei servizi. Occorrerà pertanto poter aggregare maggiori risorse anche nelle azioni di risposta concreta al bisogno espresso dalle persone meno fortunate. Kosic ha citato a esempio relativamente al settore della salute mentale l´esperienza maturata a Pordenone da cinque persone che si sono aggregate, creando ´una famiglia´ con l´aiuto dei servizi sociali, e trovando poi occupazione. Ed è questo, per Kosic, uno degli obiettivi che i servizi sociali dovranno perseguire in futuro. Dovranno dare risposte appropriate, tra le altre, alle situazioni sul territorio come quella di Pordenone, ove è possibile e necessario intervenire con una adeguata assistenza per raggiungere risultati di qualità. Kosic ha infine ricordato l´approvazione del Piano socio-sanitario, nel quale sono contemplati contributi per la residenza e la domiciliarità del malati, e per i servizi loro dedicati. |
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ASSOCIAZIONI PROMOZIONE SOCIALE: ENTRO 30 APRILE TERMINE PER RICHIEDERE CONTRIBUTO REGIONE VENETO 2010 PER PROGETTI SU ANZIANI, DONNE, PATRIMONIO LOCALE E MALATTIE RARE |
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Venezia, 11 marzo 2010 - Le associazioni di promozione sociale iscritte al registro regionale specifico potranno, entro il 30 aprile 2010, avanzare domanda di contributo per l’anno in corso alla Giunta veneta. Il provvedimento è stato approvato dal governo regionale su proposta dell’Assessore alle politiche sociali. Le A.p.s. Sono disciplinate dalla legge regionale n.28 del 2002 che prevede interventi strutturali a favore del terzo settore, e sono sostenute dalla Regione che concede contributi a valorizzazione di questa importante forma di associazionismo liberamente costituito. I progetti che saranno ammessi al contributo regionale quest’anno dovranno avere come obiettivo lo sviluppo della persona nella comunità e riguardare almeno una delle seguenti aree: il miglioramento della qualità della vita nella persona anziana, le iniziative a sostegno della donna, la salvaguardia delle tradizioni locali e del patrimonio culturale, le iniziative di propaganda per la conoscenza delle malattie rare. Il numero delle associazioni iscritte al registro è notevolmente aumentato nell’ultimo biennio: attualmente risultano in attività circa 1300 associazioni, esse costituiscono una parte importante del mondo e delle attività di volontariato e non profit che caratterizzano nel Veneto la cifra della solidarietà e della partecipazione attiva e consapevole alla società. Un successivo provvedimento della Giunta regionale fisserà il riparto dei contributi. La domanda di contributo va inviata a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno entro il 30 aprile 2010 alla Direzione Regionale Servizi Sociali, Servizio Terzo Settore, Ufficio Volontariato, Promozione Sociale e Progettualità Trasversali, Rio Novo, Dorsoduro 3493, 30123 Venezia. |
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SALUTE, DOMENICA A LAURIA INCONTRO SULLA CELIACHIA |
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Potenza, 11 marzo 2010 - Domenica 14 dalle 10,00 alle 13,30 nel ristorante Happy Moment (contrada Mosella di Galdo di Lauria) si svolgerà un incontro dibattito dal titolo “Celiachia: associarsi per una migliore qualità della vita”. L’incontro è organizzato dall’Associazione italiana Celiachia Basilicata Onlus. L’ingestione del glutine, complesso proteico presente nel frumento, orzo, segale, farro, kamut, spelta, determina in soggetti geneticamente predisposti, la comparsa di alterazioni della mucosa intestinale con conseguente difficoltà di assorbimento dei nutrienti. Unico rimedio è una dieta rigorosa priva di cereali “vietati” e degli alimenti preparati con essi: pasta, pane, biscotti, salse, pizza, dolci. Scopo dell’incontro - riferisce una nota degli organizzatori - è quello di illustrare le iniziative avviate dall’Associazione per promuovere la conoscenza della celiachia in ogni ambiente e per migliorare la qualità della vita dei celiaci. |
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STRUTTURE SOCIOSANITARIE DESTINATE A ANZIANI DISABILI MINORI. RIPARTO 2010 DI 38,3 MLN € PER INTERVENTI PROMOSSI DA COMUNI E ENTI PRIVATI VENETI |
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Venezia, 11 marzo 2010 - La Giunta veneta ha approvato un provvedimento con cui sono stati assegnati 38.260.000 euro di ripartizione dei contributi per il 2010 a strutture del settore sociosanitario, pubbliche e private, per rispondere al meglio al bisogno di assistenza e cura da parte degli anziani, dei disabili, dei minori. Il provvedimento è previsto dall’articolo 36 della legge regionale n.1 del 2004, per interventi di aggiornamento e miglioramento di strutture. Ne informa l’Assessore regionale alle politiche sociali. Con la deliberazione del 23 dicembre scorso la Giunta veneta ha delineato il programma degli investimenti da attuare nel triennio 2010-2012 approvando l’elenco delle domande di contributo in conto capitale. Si tratta di azioni costanti portate avanti negli anni su tutto il territorio veneto per raggiungere l’obiettivo che il Veneto si è posto: mettere al centro della propria azione istituzionale la dignità della persona e il suo diritto a ricevere la migliore assistenza possibile. Per quanto riguarda l’applicazione della legge regionale n.1 del 2004, l’Assessore regionale ricorda che nei sei anni di programmazione dal 2004 al 2009, la Regione, ha erogato oltre 140 milioni di euro per circa 500 interventi. Una quantità ingente d’ investimenti che evidenzia, con le risorse attribuite ora per il 2010, l’importanza delle politiche sociali nell’intera programmazione istituzionale della Regione Veneto e mostra le ricadute non solo sociali ma anche strettamente economiche che queste operazioni mettono in moto, tanto più importanti ora in fase di crisi. Del contributo regionale complessivo di 38,3 milioni di euro la ripartizione per provincia vede:9,7 milioni di euro a strutture del veronese;8,9 milioni di euro a strutture del trevigiano;6,6 milioni di euro a strutture vicentine; 5,4 milioni di euro a strutture del veneziano;3 milioni di euro a strutture del padovano, 2,6 milioni di euro a strutture polesane; 2,1 milioni di euro a strutture del bellunese. |
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AS SOON AS POSSIBLE L’ACCELERAZIONE NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA FIRENZE DAL 14 MAGGIO AL 18 LUGLIO 2010 IL NUOVO PROGETTO ESPOSITIVO DEL CCCS FIETE STOLTE - AFFRONTERANNO LA TEMATICA DEL TEMPO ALL’INTERNO DELLA “HIGH SPEED SOCIETY” |
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Firenze, 11 marzo 2010 - Dal 14 maggio al 18 luglio 2010, al Cccs - Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Fondazione Palazzo Strozzi è in programma la mostra As Soon As Possible. L’accelerazione nella società contemporanea. L’esposizione, nata da un progetto del Cccs, diretto da Franziska Nori, affronterà la tematica del tempo all’interno della cosiddetta “high speed society”, il modello di vita caratterizzato dalla rapidità di comunicazione e produzione dettata dalle possibilità delle nuove tecnologie, attraverso il lavoro di 10 artisti internazionali: Tamy Ben-tor, Marnix de Nijs, Mark Formanek, Marzia Migliora, Julius Popp, Reynold Reynolds, Jens Risch, Michael Sailstorfer, Arcangelo Sassolino, Fiete Stolte. Il tempo è il paradigma di riferimento della società contemporanea, il cui ritmo vitale è scandito dalla pretesa di una costante crescita di produttività e da orari di lavoro sempre più lunghi. L’ambizione di rendere ogni cosa più efficiente e una continua iper-attività influenzano tutti i settori della vita e non si fermano nemmeno davanti alla sfera privata, sviluppando fenomeni come lo speed dating (per la sfera emotiva), il power nap (per la rigenerazione fisica), il quality time (da dedicare alla famiglia) o il fast food (come forma di nutrizione). La volontà di controllare e ottimizzare ogni attività della propria vita si scontra con la sensazione di una ricorrente mancanza di tempo, il quale diviene quindi bene primario di ciascuno. Una iper-velocità dettata dagli sviluppi della tecnologia, che ha portato alla straordinaria mobilità delle persone a livello globale, all’ininterrotto flusso di comunicazione, al concetto di un’economia globalizzata e in perenne espansione, all’idea di una produttività sempre in crescita. Da qualche decennio a questa parte si sta tuttavia arrivando quasi al limite di questa crescita accelerata, come si può vedere dal progressivo collasso degli ecosistemi naturali per la mancanza dei necessari tempi di rigenerazione e, per quanto riguarda l’uomo, dall’ansia e dalla depressione che rivelano il disagio di chi vive al limite delle proprie possibilità in un mondo così accelerato. Quello che caratterizza la società di oggi è ciò che il filosofo Paul Virilio definisce come “dromocrazia”, una dittatura della velocità governata dal principio per cui “se il tempo è denaro, la velocità è potere”, evidenziando tuttavia il paradossale effetto di reale immobilità che alla fine l’uomo subisce, sommerso da nuovi e sempre più veloci mezzi tecnici, arrivando a una sclerosi culturale e di idee. Sistematizzando posizioni di questo tipo, il sociologo tedesco Hartmut Rosa parla di “accelerazione sociale” come fenomeno tipico del mondo occidentale, in cui la velocizzazione tecnica ha prodotto la sempre maggiore rapidità in ogni fenomeno della vita sociale. La vita privata, il lavoro, ma anche le relazioni sociali o amorose sono classificate sulla base della loro connotazione temporale e non più sulla base della loro effettiva qualità. Ciò che emerge è il costante stato di pressione e ansia che questa condizione comporta. Insicurezza e relativismo sono i pericoli evidenziati dal filosofo Zygmunt Bauman, che ha coniato il termine ‘modernità liquida’ per indicare come ogni certezza o verità del mondo sono destinate a cadere sotto i colpi della velocità corrosiva di una società consumistica che mira solo al godimento momentaneo. Le opere degli artisti selezionati sono espressioni sintomatiche di questa condizione del mondo presente. Ciascuno di essi è stato scelto secondo la propria diversa modalità di affrontare le tematiche del tempo, della velocità, dell’accelerazione o di una controreazione a tutto ciò. La mostra creerà un percorso capace di coinvolgere gli spettatori in esperienze spazio-temporali che metteranno in evidenza le contraddizioni della nostra società ‘iper-veloce’. Arcangelo Sassolino (Italia, 1967) interpreta la tensione dell’accelerazione moderna tramite la creazione di Dilatazione pneumatica di una forza viva, un ambiente trasparente chiuso che crea una realtà a sé stante, in cui un contenitore di vetro viene progressivamente riempito di gas fino a giungere a un’improvvisa esplosione. Tamy Ben-tor (Israele, 1975) propone il video Normal nel quale una donna, in preda alle nevrosi e alle ansie della vita moderna, interpreta un frenetico monologo che rende partecipe il pubblico della sua corrispondenza mail, dei suoi obblighi lavorativi e del suo fitto calendario di attività. Allo stesso modo, Fiete Stolte (Germania, 1979) pone se stesso al centro di un progetto che mette in luce il contrasto tra tempo vissuto e tempo reale: egli “ruba” tre ore a ogni giorno della settimana, ricavando così un ottavo giorno e sperimentando la compressione del tempo e lo straniamento dell’uomo in costante lotta contro l’accelerazione del mondo. Le opere di Michael Sailstorfer (Germania, 1979) si focalizzano sulla logica intrinseca di materiali e oggetti nella loro azione in spazio e tempo reali. Zeit ist keine Autobahn mostra un pneumatico che ruota ad alta velocità su un muro non spostandosi ma consumandosi sul posto, diventando così metafora del rapido deperimento delle cose in una paradossale “accelerazione immobile”. Lo scultore Jens Risch (Germania, 1973) arriva a dare una fisicità al tempo. Egli realizza sculture composte da un’infinita di nodi su fili di seta lunghi fino a un chilometro inventariando metodicamente il processo del suo lavoro nella durata degli anni. Marnix de Nijs (Olanda, 1970) presenta l’installazione interattiva Accelerator in cui ogni visitatore sarà chiamato a mettere a confronto la reattività fisica del proprio corpo di fronte all’accelerata visione di immagini di una grande metropoli contemporanea. La video-installazione Secret Life di Reynold Reynolds (Usa, 1966) ritrae, invece, la condizione di una donna intrappolata nel proprio appartamento, dove lo scorrere del tempo diventa un’esperienza fisica e psicologica in cui tempo naturale e umano divergono profondamente, creando un mondo a metà tra realtà e immaginazione. Con l’opera Bit.fall, Julius Popp (Germania, 1973) dà forma all’incessante inondazione di contenuti provenienti dai media: parole chiave prese da internet appariranno sotto forma di gocce d’acqua visibili, solo per un attimo, in una spettacolare cascata. Marzia Migliora (Italia, 1972) cita invece un eroe della velocità e dei media come Marco Pantani. L’artista presenta un tappeto con le sembianze di una strada su cui la frase Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia è sintomatica dell’ansia da prestazione e della tragicità di questa figura. Mark Formanek (Germania, 1967), con la collaborazione di Datenstrudel, propone Standard Time, un orologio dall’aspetto digitale ma con un “circuito umano” di settanta operai che spostano e montano continuamente minuti e ore secondo un’ironica corsa contro il tempo stesso. Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue (italiano-inglese; ediz. Alias – Mandragora) che presenterà un approfondimento sui temi della mostra con testi di Hartmut Rosa (docente di Sociologia all´Università di Iena) sulla nozione di accelerazione sociale e sul tempo come risorsa primaria, Andrea Ferrara (professore di Cosmologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa) sul tempo e la sua relatività nel contesto dell’astrofisica, Alessandro Ludovico (critico e direttore della rivista Neural, dedicata alla cultura digitale) sul concetto di tempo e di accelerazione in una società sempre più virtuale e tecnologizzata, Zygmunt Bauman (sociologo, filosofo e professore emerito dell´Università di Leeds) sul concetto di vita e modernità liquida, e Sandra Bonfiglioli (docente al Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano) sulla nascita di progetti urbanistici legati alle strutture temporali delle città. |
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UN VIAGGIO INFINITO PERSONALE DI RAFFAELLO OSSOLA DAL 24 MARZO AL 2 MAGGIO 2010 |
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Milano, 11 marzo 2010 - Un viaggio infinito fra la terra e il cielo, fra il concreto e l’immaginario, fra lo spirito e l’essere, è cosi che si presenta la mostra dell’Artista Raffaello Ossola allestita a Milano presso Eleonora D´andrea Contemporanea dal 24 marzo al 2 maggio 2010. Sono città perdute nel tempo, formate da terrazze a sbalzo su spazi inesplorati, infiniti orizzonti, vasche colme d’acqua che nel profondo vuoto si dissolve, gonfie e soffici nuvole cullano questi paesaggi tanto ancestrali quanto onirici, giocando con la linea sottile fra realtà e misticismo. Portare il pensiero oltre il limite della parola forse è questo l’obiettivo dell’artista, personaggio al quanto singolare, che attraversando il mondo, no come principe ma come suo cittadino, riporta nelle sue tele acriliche le sensazioni raccolte sulla propria strada, enfatizzandole al di là del comprensibile. Raffaello Ossola nasce a Locarno in Svizzera nel 1954. Si diploma alla scuola d’arte di Locarno. Dallo studio approfondito della figura la sua ricerca pittorica arriva al genere informale e, nel 1978, si propone per la prima volta al pubblico con una personale in Galleria. Gli anni ‘90 sono per lui anni di svolta, dopo il lungo viaggiare trova finalmente dimora in Italia, ma le molteplici terre sfiorate rendono il cambiamento pittorico ormai inarrestabile, questo lo porterà alla presentazione della “sua nuova figurazione”, lavoro su cui oggi lo troviamo. Molte le Personali in spazi pubblici e privati, intensa la collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali. Espone a Padova, San Gimignano, Positano, Capri, Heidelberg, Ottawa, Dubai e Milano, città che lo conosce sopratutto attraverso la particolare collaborazione con Samuele Mazza, mente creativa del Marchio Visionnaire Design del Gruppo Ipe Cavalli di Bologna e Visionnaire Milano. |
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MILANO: SPORT. FIRMATO ACCORDO CONI, COMUNE, PROVINCIA ED EXPO |
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Milano, 11 marzo 2010 - Riqualificazione dei vecchi impianti e realizzazioni di nuove strutture per arrivare all’appuntamento di Expo 2015 con una città all’altezza delle aspettative, anche dal punto di vista dello sport. Più che un accordo, un impegno concreto che Comune, Coni e Provincia, con la partecipazione di Expo 2015, hanno firmato ieri a Palazzo Marino, con il primo investimento di 400.000 euro che il Coni verserà per la ristrutturazione del Centro Xxv Aprile. Hanno sottoscritto l’accordo l’assessore allo Sport Alan Rizzi, in rappresentanza del Sindaco Letizia Moratti, il Segretario Generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, l’assessore allo Sport Cristina Stancari in rappresentanza della Provincia di Milano e l’amministratore delegato di Expo 2015 Spa, Lucio Stanca. L’impegno prevede che entro il 30 aprile di ogni anno, fino al 2015, gli enti coinvolti dall’accordo (che costituiranno un comitato) individuino i nuovi investimenti da realizzare. Allo studio anche la possibile realizzazione di un Centro di preparazione olimpica nazionale che si affiancherà alle analoghe strutture già presenti sia presso il Centro Sportivo “Saini” di via Corelli, sia presso il Parco dell’Idroscalo. "Oggi è stato sottoscritto un patto che impegna i quattro Enti a fare lavoro di squadra per la promozione delle attività sportive e per la valorizzazione delle strutture della città, da oggi fino alla conclusione di Expo 2015. Lo sport è la cartina di tornasole per eccellenze non solo sportive, ma anche urbanistiche, economiche e organizzative", ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti. "Nel 2009 Milano Capitale Europea dello Sport ha ospitato tre campionati mondiali di baseball, canoa e pugilato - ha proseguito il Sindaco - oltre a campionati europei delle più svariate discipline. Questa vocazione sportiva di Milano deve essere sprone per migliorare ed estendere il proprio patrimonio di eccellenze. L´accordo siglato oggi è un importante passo in questa direzione". "Sport, salute e corretta alimentazione sono i temi dell´esposizione universale. La capacità della città di proporre eventi sportivi ai più alti livelli- ha concluso Letizia Moratti - sarà un aspetto centrale della manifestazione e con il Protocollo di oggi facciamo un passo in più verso questo obiettivo". "Dopo mesi di lavoro - ha dichiarato l´assessore allo Sport Alan Rizzi - siamo giunti a questo accordo che sancisce il ritorno di investimenti del Coni nazionale, dopo trent´anni, sugli impianti sportivi milanesi. Inizieremo dal Centro Xxv Aprile, dove si fa attività sportiva di base con l´atletica leggera. Il Comune parteciperà alla ristrutturazione con un investimento di circa 2 milioni di euro. E prevista anche la realizzazione di una pista indoor per l´allenamento dei velocisti". Anche la Provincia partecipa al questo progetto di ammodernamento degli impianti con il Parco dell’Idroscalo, il “mare” di Milano. “Idroscalo è un polo di attività ricreative e sportive, capace di competere a livello internazionale con le eccellenze sportive degli altri Paesi e che conta circa due milioni di fruitori all’anno. Il “mare” di Milano è stato individuato come sito di Expo 2015, anche grazie all’accordo quadro di sviluppo promosso dalla Regione Lombardia che ha concesso finanziamenti per 3 milioni di euro proprio per agevolare e accelerare i primi interventi di riqualificazione del Parco. Con l’accordo siglato oggi Provincia, Comune e Coni si impegnano a valutare la possibilità di realizzare un nuovo centro di preparazione Olimpica nazionale avendo come riferimento proprio le strutture dell’Idroscalo”, ha aggiunto l’assessore Cristina Stancari. L’accordo firmato oggi, oltre alla riqualificazione delle strutture sportive, ha come finalità la formazione dei cittadini, l’ educazione dei giovani e il benessere collettivo attraverso lo sport, anche mediate l’evento “Expo 2015”, in vista del quale gli enti si impegnano alla realizzazione di manifestazioni nazionali e internazionali. "Il protocollo firmato oggi - ha detto Lucio Stanca, Amministratore Delegato Expo 2015 S.p.a. - indica concretamente la strada per il potenziamento delle infrastrutture sportive della città di Milano. Una città e un territorio che hanno tutte le carte in regola non solo per offrire ai visitatori dell´Expo un ricco programma di eventi sportivi, ma anche per candidarsi ad ospitare manifestazioni di rilievo internazionale. "Expo 2015 ha tra i suoi principali valori quelli della sana alimentazione, che arricchisce la pratica sportiva, e il corretto stile di vita. "In questo contesto la nostra attenzione va in particolar modo ai giovani che praticano attività sportiva e costituiscono la vera ricchezza della nostre federazioni che il Coni rappresenta, e molto spesso tengono alti i colori italiani nelle diverse discipline sportive. "Insieme al Coni stiamo definendo intese e progetti di attività con le istituzioni sportive italiane per diffondere questi temi, non solo durante i sei mesi dell´esposizione universale del 2015 ma anche nel corso degli anni che la precedono". |
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