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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Marzo 2010
SALUTE: MINISTRO FAZIO,UNA VISITA "STRETTA" PER UNA SANITÀ "LARGA"  
 
 Trieste, 16 marzo 2010 - "Momenti come la visita del ministro Fazio permettono di percepire l´importanza della Sanità regionale e della costellazione di Centri di ricerca che la supportano, soprattutto nelle due Aziende Ospedaliero-universitarie e negli Irccs in cui assistenza, didattica e ricerca si amalgamano. In tale cornice, al ministro si è potuto garantire soltanto un rapido passaggio in alcune strutture esemplificative del livello assistenziale che il Friuli Venezia Giulia vuol garantire ai suoi cittadini addossandone, unica Regione in Italia, autonomamente la spesa". L´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, ha commentato così la presenza in Friuli Venezia Giulia, da ieri pomeriggio e fino ad oggi , del ministro Ferruccio Fazio. Kosic spiega che per questa ragione "si è scelto un percorso che, partendo dal Cro di Aviano (che verrà visitato oggi pomeriggio) si snoderà attraverso il Sincrotrone di Basovizza, punta di diamante della ricerca biomedicale internazionale, e l´Ospedale di Cattinara dell´Azienda Ospedaliero-universitaria di Trieste, uno dei due poli formativi regionali per la professione medica, odontoiatrica e per quelle sanitarie". "Seguirà un incontro in Consiglio regionale con i Rettori delle Università di Trieste ed Udine e della Sissa, ideale momento di condivisione con il ministro di risultati e programmi di sviluppo didattico-scientifico. La visita si concluderà alla nuova sede della Sissa, prestigiosa università di eccellenza mondiale per la ricerca in ambiti avanzati quali le neuroscienze". Secondo Kosic "mancherà il tempo per far visitare al ministro i nostri Ospedali grandi e piccoli, in cui l´assistenza trova costante implementazione grazie a ricerca e didattica che, attivissime in ambito regionale, determinano significative ricadute cliniche a vantaggio dei nostri cittadini". Una visita quindi "breve ma anche una sfida a migliorare ancora, in attesa - auspica infine l´assessore regionale - di una visita più approfondita in cui mostrare quanto personale sanitario e ricercatori regionali sanno e sapranno fare".  
   
   
"IL FUTURO DELLA FILOSOFIA DELLA SCIENZA"  
 
Tilburg, Paesi Bassi, 16 marzo 2010 - Dal 14 al 16 aprile 2010 si terrà a Tilburg, nei Paesi Bassi, una conferenza intitolata "The Future of Philosophy of Science". La filosofia della scienza si occupa delle fondamenta e dei metodi della scienza. Mentre lo scopo della filosofia della scienza non presenta contraddizioni, esistono parecchi disaccordi sulla sua metodologia. La conferenza indagherà sulle varie metodologie usate per esplorare l´argomento. L´obiettivo è di individuare gli aspetti comuni delle metodologie, affinché i ricercatori possano meglio tracciare il futuro della disciplina. La conferenza sarà composta da otto diverse sessioni plenarie, tenute da relatori invitati, i quali presenteranno riassunti dei loro argomenti di ricerca. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Tilburguniversity.nl/faculties/humanities/tilps/fps2010/    
   
   
"HOW OUR BRAIN WORKS - RECENT ADVANCES IN THE THEORY OF BRAIN FUNCTION",  
 
Bruxelles, 16 marzo 2010 – Oggi ha luogo a Bruxelles, in Belgio, una conferenza su "Come funziona il nostro cervello - progressi della teoria del funzionamento cerebrale". L´evento sarà diviso in due parti. La prima parte sarà dedicata a una teoria che propone una legge matematica che si avvicina ad una grande teoria unificata del cervello. La seconda parte consiste in un workshop pomeridiano sulla "Misurazione della funzione cerebrale - avanzamenti recenti dell´imaging del cervello" ("Measuring brain function - recent advances in brain imaging"). L´evento è organizzato dalla Stoa (Valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche) del Parlamento europeo, in collaborazione con l´Edab (European Dana Alliance for the Brain) e il Belgian Brain Council. L´evento si svolgerà in inglese. Per ulteriori informazioni, fare clic: http://www.Europarl.europa.eu/stoa/events/workshop/20100316/announcement_en.pdf    
   
   
NERVIANO (MI): RICERCA AUMENTA COMPETITIVITÀ  
 
Milano, 16 marzo 2010 - Regione Lombardia si è impegnata con azioni concrete ed efficaci e continuerà a impegnarsi a favore del Nerviano Medical Sciences perché "il Centro continui ad essere tra i più grandi centri di ricerca e sviluppo farmaceutico in Italia e uno dei maggiori poli integrati di individuazione e sviluppo di farmaci oncologici in Europa". Lo ha ribadito questa mattina il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo oggi alla tavola rotonda, organizzata dal Nerviano Medical Sciences e da Farmindustria su "Ricerca oncologica e sperimentazione clinica: confronto competitivo e collaborazione internazionale". Nerviano E Rol - Il presidente ha ricordato l´approvazione da parte della Giunta regionale lo scorso dicembre di un progetto triennale da 15 milioni per promuovere un accordo tra il network di ricerca pre-clinica e clinica della Rete Oncologica Lombarda (Rol) e il Nerviano Medical Sciences attraverso programmi di ricerca, coordinati dalla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori, dedicati allo sviluppo di biomarcatori e di farmaci anti-tumorali. "L´obiettivo finale di questo accordo - ha sottolineato Formigoni - è quello di trasferire l´innovazione in nuove modalità di prevenzione, in nuovi e più precoci strumenti diagnostici e nello sviluppo di nuovi farmaci". Grazie a questa alleanza c´è dunque la possibilità di ottenere un duplice beneficio: si salda una realtà produttiva come quella di Nerviano a una realtà di ricerca pre-clinica e clinica che consente di mettere in pratica e valorizzare nel migliore dei modi la produzione di ricerca e sapere; si ha la possibilità di testare i nuovi farmaci anti-tumorali in maniera appropriata, ovvero secondo un modello cosiddetto "traslazionale", che presuppone una stretta integrazione, con uno scambio continuo di informazioni, fra laboratorio ed attività clinica, fondamentale per poter trasferire in tempi brevi al letto del paziente i risultati della ricerca stessa. La Medicina Personalizzata - Formigoni ha indicato nella personalizzazione della medicina la direzione del futuro della scienza medica. "Questo ambito - ha sottolineato - è davvero strategico perché i risultati che saranno raggiunti favoriranno la medicina delle terapie farmacologiche personalizzate, riducendo il rischio di reazioni non desiderate ai medicinali che, nel mondo, rappresenta ancora la quarta causa di morte". "Ciò che immaginiamo - ha aggiunto il presidente - è che in futuro i cittadini possano disporre di una "tessera della salute", necessaria per prescrivere la terapia farmacologica. Tutto ciò diventa sempre più urgente anche sotto il profilo economico-gestionale: la spesa sanitaria delle Regioni rappresenta il vero banco di prova della gestione efficiente delle risorse e disporre di ´farmaci ad personam´ permetterà di ridurre il costo globale delle patologie, riducendo di conseguenza l´ospedalizzazione". Ricerca E Competitività - Secondo Formigoni "questo ambito di ricerca e applicazione rappresenta una concreta opportunità anche per rilanciare la nostra competitività". La Lombardia è la prima regione chimico-farmaceutica e biotech in Italia, con più di 100 imprese del farmaco e il 58,5% delle sperimentazioni cliniche rispetto al totale nazionale. La Lombardia, nel 2008, ha investito in questo comparto 2,5 miliardi di euro, di cui quasi 700 milioni destinati all´acquisto di farmaci innovativi ad alto costo in ambito ospedaliero (farmaci oncologici, farmaci per le malattie rare, farmaci per pazienti Hiv). Già dal 2006 la Lombardia ha previsto - prima regione in Italia - il rimborso delle terapie oncologiche innovative. Inoltre, con le nuove regole 2010, la Regione ha deciso un ulteriore aumento del 10% sul budget per gli acquisti da parte degli ospedali di farmaci ad alto costo.  
   
   
BREVETTARE NEL SETTORE BIOTECNOLOGICO: L’INIZIATIVA DELLA FAST  
 
Milano, 16 marzo 2010 - Giovedì 25 marzo 2010 la Fast organizza, presso la propria sede di p.Le R. Morandi 2 a Milano, l’incontro a partecipazione libera, previa iscrizione: “Assistenza brevettuale nel settore biotecnologico”. Nella mattinata viene fatto l’inquadramento della problematica da parte di un esperto di fama internazionale; nel pomeriggio, sempre gratuitamente ma solo per gli operatori lombardi e previa prenotazione, ci sono incontri personalizzati con i professionisti di un noto studio di consulenza. L’evento della Fast viene realizzato nell’ambito del Progetto Enterprise Europe Network dell’Unione europea. Tutte le informazioni sono sul sito www.Fast.mi.it/  o si possono chiedere al n. 02.77790309. La manifestazione si inserisce nella complessa e articolata attività della Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche destinata a sostenere le difficili fasi di impostazione, avvio e sviluppo di imprese start up o spin off a base scientifica, promuovendo sia seminari di aggiornamento su tematiche finanziarie, normative e di mercato; sia servizi personalizzati per risolvere specifici problemi incontrati dai nuovi imprenditori; sia servizi finalizzati all’internazionalizzazione attraverso la facilitazione di cooperazioni a livello globale sul piano tecnologico, scientifico e commerciale. L’intervento del 25 marzo è dedicato al sostegno degli operatori nell’affrontare la problematica brevettuale, in considerazione delle specificità della protezione della proprietà intellettuale nel campo biotecnologico. Infatti è proprio in questo comparto che, nella pratica brevettuale, sono stati messi a punto strumenti teorici e pratici particolari, quali ad esempio i criteri di distinzione tra metodi diagnostici brevettabili e non brevettabili, l’ambito di utilizzo delle cellule staminali, la necessità o meno del deposito di un microorganismo come campione biologico, la validazione delle sequenze nucleotidiche e polipeptidiche, che possono sensibilmente ottimizzare il processo di brevettazione. La sessione del mattino è aperta a tutti e prevede la relazione tecnica “Peculiarità degli strumenti brevettuali per le invenzioni nel settore biotecnologico”, a cura di Silvia Merli di Bracco Imaging; mentre gli incontri one-to-one del pomeriggio con gli esperti dello Studio Notarbartolo & Gervasi sono riservati ad aziende e centri di ricerca lombardi.  
   
   
VIA LA CATARATTA & VIA GLI OCCHIALI  
 
Milano, 16 marzo 2010 - Di seguito alcuni appunti del Prof. Francesco Bandello – Direttore Clinica Oculistica Istituto Scientifico San Raffaele,segrate Milano - Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia, Università Vita-salute, Istituto Scientifico San Raffaele - Segrate (Mi)] Con queste lentine intraoculari, già con queste in particolare, che fanno già adesso parte del “prossimo livello”, è corretto dire che chi venga operato oggi di cataratta, grazie alla loro mirata applicazione, ci vede meglio non solo di prima della cataratta, ma ampiamente meglio di quale fosse correntemente la sua visione nel corso della sua vita. Facciamo l’esempio d’una persona che ha un po’ di miopia/presbiopia e un po’ di astigmatismo, e che ha ovviamente bisogno di portare quegli occhiali che correggano i suoi due difetti di vista. Succede col tempo che sviluppa una cataratta e comincia a vederci ancora meno. Ebbene: se a questo paziente si fa l’intervento tradizionale di cataratta, all’interno del suo occhio, in sostituzione del cristallino rimosso, viene posta una lente non in grado di correggere entrambi quei suoi difetti di vista, ma appena la sola miopia. La componente astigmatica, fino a questo nuovo livello di lenti intraoculari di cui parliamo adesso, non era possibile correggerla e dopo l’intervento era comunque necessario indossare degli occhiali da vicino e da lontano che inoltre la correggessero. Il vantaggio dell’evoluzione attuale è che, nel momento in cui inseriamo all’interno dell’occhio questi cristallini artificiali, si tratta finalmente di lentine intraoculari che correggono (a) sia tutto quel difetto di vista che deriva innanzitutto dal fatto che abbiamo dovuto eliminare il cristallino naturale divenuto patologicamente opaco, ma in aggiunta a ciò (b)adesso però riusciamo anche a inserire una di queste lenti in grado di porre ora direttamente rimedio a quella quota di astigmatismo e presbiopia che il paziente aveva già di per sé. Riassumendo: precedentemente si sarebbe comunque dovuto, dopo l’intervento di cataratta, ricorrere a tradizionali lenti-e-occhiali: oggi possiamo – avendo correttamente caratterizzato il paziente - correggere con un’unica lente intraoculare, posizionata già ‘intraoperatoriamente’, porre rimedio a tutte le varie ametropie che avesse in precedenza. In tal senso abbiamo pienamente ragione se diciamo che dopo gli interventi di cataratta che possiamo effettuare adesso, il paziente si ritrova in una qualità vista migliore di quella ch’era la sua originaria. Neanche spazio per la ‘cataratta secondaria’ Queste lenti intraoculari già ‘del prossimo livello’, per la loro perfezionata specifica conformazione, che le fa collabire [combaciare compiutamente] con la superficie della capsula oculare che conteneva il cristallino rimosso, “non danno più spazio” - si potrebbe dire – a quella ‘ricaduta’ cosiddetta cataratta secondaria. Ovvero: la cataratta secondaria è dovuta ad una proliferazione di cellule (residuate dal vecchio cristallino) che tendono a moltiplicarsi sulla superficie della sua capsula naturale, in cui viene ovviamente poi impiantata la lentina intraoculare sostitutiva. Queste cellule, hanno evidentemente bisogno di spazio per potervisi moltiplicare e occupare così la superficie capsulare, su cui formano in tal modo un nuovo ‘tappeto’ cellulare, che stendendovisi causa appunto la cataratta secondaria. Per provocare ciò queste cellule ‘residuali’ hanno comprensibilmente bisogno di trovare uno spazio anatomico: ma se noi gli frapponiamo una superficie che aderisce compiutamente alla ‘capsula’, esse hanno allora difficoltà a moltiplicarvisi, e pertanto non si forma la ‘cataratta secondaria’ E la perfezionata conformazione di queste lenti intraoculari di nuovo livello è stata studiata e realizzata precisamente per evitare/ridurre la probabilità che la proliferazione cellulare possa determinarsi e con essa la cataratta secondaria. Contro la presbiopia: agganci naturali Come ben sappiamo, superata una certa età, la gran parte delle persone, per mettere a fuoco ‘da lontano’ ha bisogno di specifiche lenti ‘da presbiopia’.[Che, dal Greco, giusto significa “vista senile”]. Ebbene, queste lenti intraoculari di cui stiamo parlando, grazie alla loro conformazione ottica peculiare, sono mirate a correggere pure il difetto presbiopico, in quanto mantengono all’interno dell’occhio una situazione, anche da questo punto di vista, più prossima a quella naturale. Per capirlo occorre la pazienza di seguire una spiegazione altrettanto approfondita. Ovvero: quando per mettere a fuoco un’immagine naturalmente contraiamo il muscolo ciliare - quello che mantiene sospeso il cristallino ‘intelaiato’ all’interno del bulbo oculare, vi produciamo una serie di tensioni interne che modificano opportunamente l’assetto del cristallino. E questi nuovi cristallini artificiali sono essi pure costituiti in maniera che, quando esercitiamo comunque questo tipo di tensione, modificano parimenti sui loro supporti la propria posizione avanti-indietro: in tal modo ottengono di mandare a fuoco sulla retina le immagini di distanza ravvicinata. Tutti più soddisfatti, medici & pazienti E’ giusto concludere facendo osservare che in questo campo il recupero funzionale risulta adesso sempre più vicino a rendere il paziente concretamente felice. Perché in Oculistica noi ormai facciamo tante altre cose, che sono certo delle ‘grandi conquiste’. Però è anche vero che queste ‘grandi conquiste’ non si traducono sovente nella felicità del paziente: giusto è molto contento quando capisce, quando gli facciamo capire, quanto le cose ‘vadano meglio’ grazie a quel che gli è stato fatto. Adesso qui è diverso, qui li riportiamo veramente vicino alla loro abilità visiva ‘d’una volta’: un sessantenne, grazie a questo attuale ‘Prossimo livello’ delle lenti intraoculari può tornare a vedere come quando aveva venti/trent’anni. Insomma noi riusciamo a fare tante belle cose, ma che vadano così bene non ce ne sono poi mica tante.. Insomma: qui il paziente, senza tante spiegazioni, vede da sé che ci vede meglio, addirittura meglio che nella maggior parte della sua (non breve) vita.  
   
   
ASM: SOTTOSCRITTO CONTRATTO DECENTRATO DEL COMPARTO  
 
Materam 16 marzo 2010 - E’ stato sottoscritto ieri mattina presso la Direzione generale dell’Azienda sanitaria di Matera il contratto decentrato del comparto. E´ quanto comunica l’Asm. Si tratta della prima esperienza in Basilicata, dopo il processo di riordino del sevizio sanitario regionale avviato dalla legge 12 del 2008. Il contratto integrativo sarà applicato a circa duemila professionisti del Comparto sanità, tra infermieri, altre figure sanitarie e personale tecnico-amministrativo. L’intesa si caratterizza per l’effettiva integrazione degli istituti contrattuali del personale delle soppresse Asl, poiché dal 2010 tutti gli operatori saranno assoggettati al medesimo trattamento giuridico ed economico. Tra questi si segnalano lo straordinario, la pronta disponibilità, la disciplina degli incentivi per la produttività. E’ stato approvato il Sistema di valutazione individuale permanente, che servirà a valutare, anno dopo anno, le performance e le prestazioni offerte da ciascun operatore, cui saranno collegati la erogazione e gli incentivi e le eventuali progressioni di carriera.  
   
   
INAUGURATO L´OSPEDALE DI COMUNITA´ DI TREGNAGO (VR) CONTIENE VARI SERVIZI E LETTI “CERNIERA” PER FASE POST ACUTA. ASSESSORE REGIONALE: “SUCCESSO DEL LAVORO CON IL TERRITORIO, PUO´ CRESCERE ANCORA”  
 
 Tregnago (Verona), 15 marzo 2010 - Alla presenza dell´Assessore regionale alla Sanità, del Sindaco di Verona nella veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell´Ullss 20, di numerosi Sindaci della Val d´Illasi, e del Direttore Generale dell´Ulss 20 Giusy Bonavina, è stato inaugurato il 13 marzo a Tregnago l´Ospedale di Comunità “Giorgio Dal Bosco”, che costituisce un´importante evoluzione del “vecchio” Massalongo che, “chiuso” con la riorganizzazione ospedaliera regionale del 2002, torna a fornire importanti e innovativi servizi alla popolazione, grazie alla formula sperimentale di Ospedale di Comunità. Si tratta di una struttura dotata di posti letto che funge di fatto da “cerniera” tra l´Ospedale per acuti ed il rientro in famiglia per tutti quei pazienti che, passata la fase acuta della malattia, hanno comunque bisogno di un periodo di “stabilizzazione” prima di rientrare a casa; qui potranno essere assistiti anche quei pazienti in Assistenza Domiciliare Integrata le cui condizioni presentino un peggioramento. Di fronte a centinaia di cittadini entusiasti, la struttura è stata dedicata al dottor Giorgio dal Bosco, indimenticato medico e primario che svolse la sua attività a Tregnago dal 1966 al 2003. “Questo – ha sottolineato l´Assessore regionale alla Sanità – è un classico esempio di riconversione intelligente, attuata attraverso un percorso compiuto in sintonia tra la gente, gli enti locali, l´Ulss e la Regione. Abbiamo così evitato il rischio di trovarci con una cattedrale nel deserto indegna del Veneto e spesso simbolo degli sprechi ad altre latitudini nel nostro Paese. Oggi qui dentro ci sono servizi utili ai cittadini dell´Ulss 20, ed in particolare della Val d´Illasi e di Tregnago, inseriti in un percorso sperimentale che non va considerato concluso. A tempo debito saranno fatte le opportune valutazioni, ma non è utopia pensare ad un possibile futuro allargamento dell´attività da collocare nel terzo piano della struttura, ancora inutilizzato”. Oggi l´Ospedale ospita al piano terra i servizi amministrativi, il centro vaccinazioni, le attività di radiologia e la palestra di fisioterapia; al primo piano trovano posto i poliambulatori ed il consultorio famigliare; al secondo piano, 30 letti di Residenza Sanitaria Assistita a media intensità e i 15 nuovi posti letto di Ospedale di Comunità.  
   
   
OK GIUNTA VENETA AD INVESTIMENTO PER EMODINAMICA IN CARDIOLOGIA OSPEDALE S.BONIFACIO (VR)  
 
Venezia, 16 marzo 2010 - La Giunta regionale, nella sua seduta di ieri su proposta dell’Assessore alla Sanità, ha autorizzato l’Ulss 20 di Verona ad investire 1 milione 682 mila euro per l’attivazione del Servizio di Emodinamica ed Interventistica Vascolare presso il Reparto di Cardiologia dell’Ospedale di San Bonifacio. Allo scopo potrà essere acquistato un angiografo per le attività di rivascolarizzazione polidistrettuale multidisciplinare. L’operazione era stata valutata positivamente dalla Commissione Regionale per l’Investimento in Tecnologia ed Edilizia (Crite) nella riunione del 2 marzo scorso. “Si tratta – sottolinea l’Assessore – di un investimento importante, grazie al quale la già efficiente Cardiologia di San Bonifacio può compiere un ulteriore salto di qualità. Per i cittadini portatori di molte patologie cardiache l’utilizzo di tecniche come l’emodinamica consente di raggiungere risultati terapeutici impensabili solo fino a pochi anni addietro, perdipiù con pratiche mediche molto poco invasive, ed il rilievo che va sempre più assumendo l’Ospedale di San Bonifacio nel panorama veronese meritava di poter annoverare anche questo tipo di attività. Investire nelle tecnologie – conclude l’assessore – è una strategia che la Regione non ha mai tralasciato di attuare, anche in momenti di necessaria particolare attenzione sul fronte della spesa, perché l’aggiornamento tecnologico continuo è indispensabile per garantire agli assistiti il miglior livello di cura possibile e per mantenere l’eccellenza della sanità veneta nel panorama nazionale ed internazionale”.  
   
   
FARE L’AMORE È UNA SOFFERENZA PER UN’ITALIANA SU 7 I GINECOLOGI: “RESTA ANCORA UN TABÙ E LA COPPIA VA IN CRISI”  
 
Milano, 16 marzo 2010 – Il dolore sessuale femminile (dispareunia) è un ‘segreto’ molto diffuso: ne soffre il 15% delle donne in età fertile e la percentuale sale fin quasi alla metà in quelle in menopausa (44%). Con gravi ripercussioni sulla loro qualità di vita e sulla coppia. Tra i fattori scatenanti, quelli biologici (infezioni recidive da candida o pelviche, endometriosi, iperattività del muscolo che circonda la vagina, stipsi fin dall’infanzia), psicosessuali (paure, inibizioni educative o disturbi d’ansia), ma possono essere fonte di dolore alla penetrazione anche i preliminari frettolosi, i conflitti col partner e la scarsa compatibilità anatomica. Per far luce su questo intimo disturbo la Fondazione Graziottin e l’Associazione Italiana Vulvodinia, hanno organizzato il 12 marzo a Milano il primo corso nazionale di formazione. “Si tratta di problemi frequenti – afferma la prof.Ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano, che al dolore della donna ha dedicato la Fondazione che porta il suo nome - ma che sono tabù per i medici: non esiste una cultura specifica per affrontare il dolore sessuale in modo rigoroso e mirato e vi è una scarsa attenzione a tutti quei disturbi “di genere” direttamente o indirettamente correlati alla sessualità femminile e che spesso le donne faticano a confessare. Trascorrono in media 6/7 anni prima di giungere a una diagnosi”. “È necessario sviluppare tra i professionisti una nuova sensibilità – afferma il prof. Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) - per cogliere i “campanelli d’allarme” dall’infanzia (come la stipsi ostruttiva o i disturbi minzionali) e dall’adolescenza per intervenire precocemente. La nostra Società è fortemente impegnata nella lotta a questa sofferenza”. Ma quali sono i segnali da non sottovalutare? “La difficoltà ad inserire il tampone interno, spesso dovuta non alla scarsa dimestichezza ma ad un ipertono muscolare o a un imene troppo stretto o rigido - spiega la Graziottin -. E se la “prima volta” circa i due terzi delle ragazze sente male, nelle occasioni successive il dolore durante la penetrazione non deve più verificarsi. Anche alcuni consigli pratici possono essere d’aiuto. Come indossare biancheria intima di cotone bianco, preferire le gonne, usare protezione intima in fibre naturali, detergenti a pH 5, non profumati. In caso di vulvodinìa (la sensazione dolorosa cronica che interessa la regione vulvare), evitare esercizi fisici che comportino un eccessivo sfregamento e frizione, come la bicicletta”. “Scopo condiviso della Fondazione e della nostra Associazione è mettere al centro della diagnosi di dolore la donna e le patologie che posso concorrere al quadro clinico – aggiunge l’altro presidente del corso, il dr. Filippo Murina Primo Referente Servizio di Patologia Vulvare dell’ Ospedale V. Buzzi e Direttore Scientifico dell’Associazione Italiana Vulvodinia -. L’impegno è molto pragmatico: fornire ai colleghi linee guida e indirizzi clinici concreti, basati su un rigoroso razionale fisiopatologico, così da aumentare il numero di medici che possano curare questi problemi in modo definitivo, con piena soddisfazione della paziente e del professionista”. Maggiori informazioni sulle attività promosse dalla Fondazione sono reperibili nel sito www.Fondazionegraziottin.org/  dove è stato attivato anche un sondaggio sul dolore al femminile che per la prima volta in Italia raccoglierà dati certi su questo tema. Spesso i fattori in gioco sono di natura diversa ma contemporanei: la sindrome della vescica dolorosa, quella del colon irritabile, ma anche fibromialgia e cefalea, dolori pelvici e addominali, muscolari, sono tutte situazioni che hanno in comune uno stato infiammatorio che va affrontato in modo multidisciplinare. Fra i momenti di particolare vulnerabilità nella vita sessuale vi sono l’adolescenza, quando la più elevata promiscuità e le scarse competenze rendono le ragazze più a rischio di infezioni e altre malattie, la menopausa, che priva le donne dell’azione positiva degli estrogeni sul desiderio, e il parto. In particolare, a 6-8 settimane dalla nascita del bambino, il tempo che trascorre in media prima della ripresa dei rapporti sessuali, circa la metà delle mamme riferisce dispareunia. Dopo 6 mesi viene riportata da una su quattro ed è ancora presente nell’8% dopo un anno. Altra fase da seguire con estrema attenzione è la scelta contraccettiva: “Talvolta gli anticoncezionali ormonali vengono “accusati” di essere nemici della sessualità e del desiderio – afferma la prof.Ssa Graziottin -, ma molto spesso si tratta di una colpevolizzazione ingiustificata. È molto più semplice identificare nella pillola l’origine di un disagio piuttosto che risalire a quali sono i disturbi e le comorbilità che possono provocare dolore e secchezza. Senza dimenticare che, soprattutto in alcune formulazioni, può essere un’alleata formidabile contro l’endometriosi, un disturbo molto invalidante che colpisce tre milioni di italiane. Il dialogo medico-paziente è fondamentale per affrontare in modo appropriato anche le implicazioni sessuali della contraccezione e massimizzarne gli effetti”. Questo tema sarà al centro di una tavola rotonda durante il corso, che si tiene presso il museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”. Coinvolte direttamente anche le Associazioni rappresentanti delle pazienti: l’Associazione Italiana Vulvodinia, l’Associazione Italiana Cistite Interstiziale, l’Associazione Italiana Endometriosi O.n.l.u.s. E l’Associazione Nazionale Fibromialgia e Stanchezza Cronica. “Siamo infatti convinti – concludono Graziottin e Murina – che le associazioni svolgano un insostituibile ruolo nel supporto alle donne, che va potenziato e integrato nel sistema. Il nostro obiettivo è una crescita condivisa, scientifica e clinica, per fornire strumenti concreti per cambiare il nostro approccio quotidiano a queste malattie, guardando la persona e non il sintomo”. Intervengono alla giornata 21 relatori e oltre 150 iscritti, fra ginecologi, psicologi, ostetriche e fisioterapisti.  
   
   
LE SCOTTE ALLA AOU SIENA: APPROVATO IL PROTOCOLLO STABILITI IL PREZZO (108 MILIONI DI EURO) E I TEMPI DEL PASSAGGIO  
 
Firenze, 16 marzo 2010 - Il complesso ospedaliero senese delle Scotte passa di mano. La giunta regionale ha infatti approvato nella seduta di oggi il protocollo di intesa in forza del quale l´Università degli studi venderà le Scotte all´Azienda Ospedaliero Universitaria per 108 milioni di euro. L´azienda acquisterà l´immobile grazie a un mutuo che la Regione autorizzerà ad accendere. Il protocollo precisa ancora che la stipula del contratto preliminare dovrà avvenire entro il 15 maggio 2010. In quella occasione l´Azienda Ospedaliera corrisponderà all´Università la prima rata di 54 milioni a titolo di acconto. L´altra rata verrà versata al momento della stipula del rogito notarile di compravendita, cioè entro il 15 settembre, con un possibile posticipo al 31 dicembre 2010. Si avvia così a conclusione un lungo e complesso pe rcorso che consentirà all´Azienda Ospedaliera di divenire proprietaria di una struttura, realizzata tra il 1968 e il 1994 a stralci successivi, per la quale ha già speso negli anni circa 43 milioni per opere di manutenzione e nella quale ha svolto e sviluppato la propria attività fino dalla sua costituzione. Nell´ambito del Piano Sanitario 2008-2010, inoltre, l´Azienda ha approvato un piano di investimenti di oltre 72 milioni di euro, da utilizzare per ammodernare e ristrutturare strutture obsolete e per acquistare impianti, attrezzature, tecnologie e arredi al passo con le esigenze di qualità di un centro di eccellenza. La riunione del complesso in un´unica proprietà, si legge nel protocollo può assicurarne “una uniforme e completa strategia di sviluppo anche sotto il profilo più propriamente organizzativo e operativo” e può consentire “di perseguire anche gli obiettivi di qualità, efficienza, ef ficacia e competitività”. Quanto al prezzo pattuito, una volta presa la decisione di vendere l´Università degli studi di Siena ha incaricato una società di effettuare una valutazione del bene. La stima è stata poi validata dall´Agenzia del Territorio, Direzione regionale della Toscana, Ufficio provinciale di Siena, che ha espresso un parere di congruità tecnico economica il mese scorso.  
   
   
BASILICATA, SETTIMANA TIROIDE: INIZIATIVE ASP  
 
Potenza, 16 marzo 2010 - Le endocrinologie dell’Azienda Sanitaria di Potenza (Asp) aderiscono alla "Settimana Nazionale della Tiroide" che si svolgerà in tutta Italia a partire da oggi a venerdì 19 marzo. L’iniziativa, in particolare, consente ai cittadini di qualsiasi età, che non abbiano mai eseguito visite endocrinologiche per patologie della tiroide, di accedere liberamente e gratuitamente ( senza prenotazione e ricetta medica) negli ambulatori specialistici aziendali per essere sottoposti ad un esame clinico ed ecografico della ghiandola. Questo il calendario predisposto per l’accesso alle strutture dell’Asp: 15/03/2010 Venosa-dalle 9,00 alle 19,00 presso l´ambulatorio di Diabetologia/endocrinologia dell´Ospedale di Venosa (primo piano). 18/03/2010 Potenza dalle 9,00 alle 13,00 presso il Poliambulatorio Madre Teresa di Calcutta-ambulatorio di Endocrinologia/diabetologia. 15-19 /03/2010- Lagonegro: L´organizzazione fa riferimento all´Endocrinochirurgia di Lagonegro. Per prenotare la visita telefonare al numero verde 800199894. Per maggiori informazioni i cittadini potranno rivolgersi ai medici di medicina generale.  
   
   
 TRAPIANTI E DONAZIONI, MARCHE AI VERTICI ITALIANI.  
 
Ancona, 16 Marzo 2010 - In seguito alla Giornata Mondiale Del Rene il dirigente del Servizio Sanita` della Regione Marche dott. Carmine Ruta ha presentato i risultati dell´organizzazione e dell´attivita` della donazione e del trapianto nelle Marche. Nell´anno 2009 - alla luce dell´impegno regionale, del grande attivismo del centro Regionale Trapianti e del suo Direttore Duilio Testasecca, della professionalita` dei chirurghi trapiantatori, nonche` della fattiva collaborazione dei Coordinatori locali del settore ´ la Regione Marche ha ottenuto una elevata performance sia nell´ambito del procurement di organi, sia nell´ambito trapiantologico. Una tendenza che nel 2010 si sta confermando, lasciando ben sperare nella continuita` e conferma della raggiunta maturita` tecnologica, etica e di trasparenza, nel livello d´esperienza dell´intero sistema e della rete che si e` creata. Tutti fattori che ci pongono sia per donazione che per trapianti senz´altro ai vertici nazionali. Donazioni Per quanto attiene la donazione multiorgano con il 57 p.M.p. Di accertamenti di morte encefalica la Regione e` seconda solo alla Toscana; mentre i 56 donatori procurati hanno determinato un tasso di donazione del 36,1 p.M.p., del 33,5 p.M.p. Di donatori effettivi e del 32,2 p.M.p. Di donatori utilizzati. Risultati che collocano le Marche sempre tra le prime tre/quattro regioni italiane. Si e` registrato altresi` un significativo calo delle opposizioni all´atto della donazione, passando dal 36,2% del 2008 al 25,8% del 2009. Ottimi i risultati segnalati dal direttore Pietro Torresan anche per il settore raccolta cornee: la Banca degli occhi di Fabriano ha infatti raccolto nel 2009 n. 451 cornee, con aumento del 23,90% rispetto al 2008. Trapianti Eccellenti performance poi per quanto attiene l´attivita` trapiantologica: nell´anno 2009 sono stati effettuati 89 trapianti (46 di fegato, 41 di rene e 2 rene + pancreas). A fianco di questi dati quantitativi va sottolineato il dato qualitativo di detta attivita` dove le Marche, come dimostrato dai follow up sui pazienti trapiantati, ottengono risultati superiori alla media nazionale sia per la durata di vita dell´organo che del paziente. La qualita` del Centro Trapianti della Azienda Ospedali Riuniti Ancona, di cui ha riferito il direttore Andrea Risaliti, ha prodotto altresi` un aumento delle liste di attesa con capacita` di attrazione sulle Regioni limitrofe (esempio n. 169 soggetti in lista di attesa per trapianto di rene di cui n. 77 extraregione). Sul trapianto di rene, altra eccellenza marchigiana, ha riferito poi il direttore Giovanni Frasca` dell´Unita` operativa di Nefrologia e dialisi dell´Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, soffermandosi sul prossimo ed imminente obiettivo: il trapianto di rene da vivente. In continua crescita anche le attivita` di formazione ed informazione, realizzate queste in collaborazione con l´Aido Marche -il cui presidente regionale Norberto Marotta ha auspicato un sempre maggior coinvolgimento del Servizio sanitario Regionale - e con l´Aned rappresentata dal Vicepresidente Lamberto Serpilli, che ha colto l´occasione per ringraziare tutte le famiglie dei donatori.  
   
   
BASILICATA : CORSO FORMAZIONE PER BADANTI  
 
Potenza, 16 marzo 2010 - L’anteas (Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà) di Basilicata ha organizzato un progetto (realizzato con i fondi del 5 per mille) per un corso di “formazione di base delle assistenti familiari addette alla cura degli anziani e non autosufficienti”. L’obiettivo – si legge ina una nota Anteas – è quello di promuovere un percorso formativo con lezioni teoriche e pratiche con personale qualificato che formerà le discenti su nozioni di primo soccorso, regole di igiene della persona affidata, degli ambienti domestici e degli alimenti; nozioni su patologie quali insufficienza respiratoria e cardiaca dei vasi periferici, mobilizzazione, terapie, medicazioni, alimentazione naso-gastrica, sicurezza fra le mura domestiche, nozioni di lingua italiana. Sono inoltre previste lezioni sui diritti e doveri di chi offre assistenza, incontri con medici specialisti (uno psicologo, un cardiologo, un pneumologo) ed incontri relativi agli usi ed ai costumi della regione, compreso quelli gastronomici. Il corso (vale l’ordine cronologico di presentazione) è riservato ad un massimo di 25 partecipanti italiane, comunitarie ed extracomunitarie, domiciliate in provincia di Potenza, che al termine del corso riceveranno un attestato di frequenza. Per maggiori informazioni: sede Anteas, Via Vespucci 19, Potenza. Telefono e fax 0971/411708.  
   
   
980MILA EURO PER EMERSIONE BADANTI IN FVG  
 
Trieste, 16 marzo 2010 - Da ieri, fino ad esaurimento delle risorse disponibili (980mila euro per tutta la regione), è possibile presentare domanda alle amministrazioni provinciali per accedere agli incentivi messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il progetto Professionisti in Famiglia, per contribuire all´emersione delle badanti ed agevolare la qualificazione del lavoro di assistenza familiare. Regione Attiva Su Qualita´ - "Il Friuli Venezia Giulia - ha spiegato l´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, nel corso di una conferenza stampa - si impegna da anni a favore della qualità del servizio e della corrispondente professionalità delle badanti. Non a caso - ha aggiunto - abbiamo previsto corsi di aggiornamento veloci con moduli di 40 ore e stiamo predisponendo un Registro pubblico regionale degli assistenti familiari, una rete di sportelli ad essi dedicati ed un bando delle Pari opportunità per la conciliazione". Contributi Fino 1.250 Euro - I contributi di Professionisti in Famiglia sono suddivisi in tre tipologie e cumulabili tra loro fino ad un tetto massimo di 1.250 euro. La fetta più grossa è destinata alla voce pro-emersione, mille euro destinati ai residenti che in regione che, a partire dal 15 marzo 2010, assumono un assistente familiare con un contratto di lavoro a tempo indeterminato che preveda un orario settimanale di almeno 25 ore. 200 Euro Per Sostituzione - Altri 50 euro possono essere erogati per lo snellimento delle procedure attraverso l´assistenza nella gestione burocratico-amministrativa del rapporto lavorativo. Infine, ulteriori 200 euro andranno a coloro i quali sostituiscono, con analoga figura professionale ed anche attraverso l´utilizzo dei voucher di lavoro accessorio, l´assistente familiare (solo se contrattualizzata a tempo indeterminato) iscritto ad un corso di formazione della durata di almeno 20 ore e realizzato da uno degli enti accreditati dalla Regione. Linee Guida Etiche Fondamentali - Tra i documenti da allegare alla domanda, che si può scaricare dal sito web dell´Agenzia regionale del Lavoro, vi sono le linee guida etiche che rappresentano una sorta di vademecum pensato per sensibilizzare entrambe le parti sull´importanza della correttezza nei rapporti e del reciproco rispetto. 2.096 Nuovi Contratti Nel 2009 - Ad un anno dal suo avvio, è stato detto, Professionisti in Famiglia ha intercettato 10mila famiglie e, grazie agli sportelli dedicati, oltre 12mila badanti, portando alla stipula di 2.096 nuovi contratti di lavoro in Friuli Venezia Giulia nel corso del 2009 (877 a Udine, 652 a Pordenone, 361 a Trieste e 206 a Gorizia).  
   
   
VENETO. SANITA’ E GESTIONE DELLA SPESA: ALTA QUALITA’ DELLE PRESTAZIONI, COSTI MINORI.  
 
Venezia, 16 febbraio 2010 - “La relazione presentata dal mio collega lombardo, coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni, è la dimostrazione pratica non solo della bontà dei servizi sanitari garantiti dalla Regione del Veneto, ma anche il riconoscimento evidente dell’efficacia delle misure di contenimento della spesa che in questi anni ha adottato la nostra Regione”. L’assessore regionale al bilancio del Veneto mette in evidenza che questo studio attesta infatti che per il 2008, ultimo dato disponibile, la Regione Veneto è stata quella con la spesa sanitaria pro capite più bassa (1.590 €) , davanti a Lombardia, Marche ed Umbria. In questo dato si riassumono i risultati di cinque anni di grande lavoro, che ha sostanzialmente ridefinito un nuovo patto di stabilità tra Stato e Regioni in materia sanitaria, imponendo una sfida cruciale improntata alla maggiore qualità complessiva delle prestazioni, a fronte del rigoroso rispetto della compatibilità economica. “In sintesi – fa presente l’assessore veneto - più rigore e servizi, attraverso la riqualificazione strutturale della sanità veneta e la piena condivisione delle strategie organizzative, improntate all’efficienza, con le nostre aziende socio sanitarie. Tre miliardi di euro spesi per aggiudicare oltre 140 interventi in opere per la realizzazione di nuove strutture e la riqualificazione di quelle esistenti, hanno consentito in questa legislatura di garantire qualità e prestazioni per i nostri concittadini, con la spesa più bassa d’Italia. Certo la strada è ancora impervia e molti sono ancora gli ostacoli da superare, ma guardando dietro le spalle possiamo affermare di aver gestito con trasparenza e responsabilità un settore cruciale del nostro vivere quotidiano, lasciando come eredità conti in ordine e tante buone cose fatte. Tra queste c’è anche l’abolizione dell´addizionale regionale Irpef a conferma di una gestione economica e di una programmazione seria e vicina alle famiglie, specie in momenti di difficoltà economica e occupazionale come quello attuale”.  
   
   
VLADIMIRO ELVIERI E MARIA CHIARA TONI ALLA LESSEDRA ART GALLERY DI SOFIA  
 
Cremona, 16 marzo 2010 - Gli artisti Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni espongono, su invito, le loro opere incisorie presso la prestigiosa galleria d’arte ‘Lessedra Art Gallery’ di Sofia, Bulgaria ( www.Lessedra.com/ ), diretta da Georgi Kolev, che ospita i più significativi artisti grafici della scena internazionale oltre a una importante rassegna annuale dedicata all’incisione di piccolo formato. L’esposizione dei due autori cremonesi, reduci dal recente invito alla Triennale internazionale di Cracovia (la più importante manifestazione al mondo riservata all’arte grafica contemporanea), si terrà dal 25 marzo al 30 aprile 2010 e presenterà più di quaranta incisioni, non solo recenti, realizzate con tecniche dirette su matrici in plexiglas o pvc, stampate poi al torchio calcografico, che evidenziano una personalissima ricerca in cui, la sperimentazione tecnica è parte integrante del processo creativo e dove il colore non è un motivo decorativo aggiunto, ma un elemento che ha valore espressivo al pari del segno inciso nella definizione dell’immagine e dei suoi contenuti. La mostra è accompagnata da un testo bilingue intitolato “Sogni di giorno”, a cura della critica d’arte cremonese Donatella Migliore, che scrive: “..Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni hanno accettato sempre la notte e il giorno di se stessi, hanno sempre esercitato il benefico dubbio esistenziale, mantenendo su ogni aspetto della realtà quell’alta soglia di vigilanza che consente la critica e l’autocritica. In questa mostra sono presenti opere che sia per risultanze tecniche (le incisioni su plexiglas e pvc) sia per significato, sono il prodotto dell’esplorazione esistenziale e della dimensione conscia e inconscia che è in ognuno di noi.” Vladimiro Elvieri, disegnatore, incisore e stampatore. Nato a Schio (Vicenza) nel 1950, si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Nove. La sua produzione incisoria, iniziata nel 1975, comprende circa 560 lavori, per la maggior parte realizzati a puntasecca su plexiglas o con nuovi metodi su pvc (serie “Black Forms”). Famosi anche i suoi “disegni luminosi “ e i “graffiti su cibachrome” inizialmente ispirati all’opera letteraria di Witold Gombrowicz. Docente in numerosi corsi di tecniche dell’incisione, è l’ideatore e il curatore della Biennale internazionale di incisione “L’arte e il Torchio / Art and the Printing Press” di Cremona, giunta nel 2009 alla Vi edizione, che ha oggi acquisito grande prestigio internazionale. Numerose le mostre personali in Italia e all’estero. Invitato alle più importanti rassegna internazionali dedicate alla grafica d’arte come quelle di Lubiana, Cracovia, Portland, Tokyo, Kanagawa, Pechino, Sarcelles, Praga, Guanlan, Il Cairo, Milano, Sapporo, Sofia, Chamalières, ecc., dove ha ricevuto significativi riconoscimenti. Vive a Cremona. Maria Chiara Toni, incisore, pittrice, arredatrice. Nata a Porto Mantovano (Mantova) nel 1950. Diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Mantova, dal 1969 opera nel campo dell’Architettura d’interni. Il 1978 segna l’inizio dell’attività incisoria sotto la guida di Vladimiro Elvieri (compagno nell’arte e nella vita), attraverso la pratica delle tecniche calcografiche e la successiva sperimentazione di nuovi e più personali metodi incisori. Oltre alle mostre personali in Italia e all’estero, fra cui ricordiamo quelle alla Biblioteca Centrale di Palazzo Sormani a Milano e all’Istituto Italiano di Cultura di Cracovia. Ha esposto, su invito, alle più significative biennali e triennali d’arte grafica, fra cui quelle di Milano, Cracovia, Praga, Belgrado, Pechino, Varna, Uzice, Portland, Tokyo, Qingdao, Sofia, Budapest, Vienna, Chamalières, ecc, conseguendo importanti riconoscimenti. Le sue opere figurano in numerose collezioni pubbliche e private. Della sua opera hanno scritto tra gli altri: Mario de Micheli, Dino Formaggio, Renzo Margonari, Giorgio Trentin, Witold Skulicz, ecc.