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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Aprile 2010 |
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SCIENZIATI RICOMPONGONO I PEZZI DELLA RICERCA SUL PARKINSON |
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Bruxelles, 12 aprile 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue in Germania hanno scoperto che tre fattori devono coincidere affinché si sviluppi il morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa. I risultati, pubblicati sulla rivista Public Library of Science (Plos) Biology, sono un importante passo avanti nella nostra comprensione di ciò che causa questa patologia debilitante. Le nuove scoperte sono il risultato del progetto Neurone ("Molecular mechanisms of neuronal degeneration: from cell biology to the clinic"), finanziato dall´Ue con 8,3 milioni di euro attraverso l´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq), e del progetto Molpark ("Molecular mechanisms of neuronal restoration: novel approaches for Parkinson´s disease"), finanziato con 3,47 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq). Ulteriore supporto è arrivato attraverso i meccanismi di finanziamento comunitario Marie Curie. Con l´invecchiamento della popolazione mondiale, diventa sempre più cruciale scoprire i meccanismi che sono alla base di malattie degenerative come il Parkinson, che si sviluppa normalmente tra i 45 ei 60 anni di età. Il Parkinson è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale (Snc) e colpisce più di 300.000 persone nella sola Germania. Si stima che oltre 6 milioni di persone soffrono di malattia in tutto il mondo e il numero continua a crescere. Il Parkinson colpisce le capacità motorie, il linguaggio, il controllo muscolare, il movimento e l´equilibrio. Spesso chi ne soffre presenta tremore a riposo e non è in grado di controllare i movimenti delle proprie membra. Il morbo di Parkinson si sviluppa in seguito ad una riduzione dell´attività del neurotrasmettitore dopamina nel cervello. Nonostante anni di ricerche approfondite, gli scienziati non sono ancora riusciti a scoprire che cosa causa i cambiamenti molecolari che ne scatenano l´insorgenza. Negli ultimi 10 anni si sono compiuti notevoli progressi per quanto riguarda il Parkinson, tra cui l´individuazione di vari geni coinvolti nello sviluppo della forma ereditaria della malattia. Altre ricerche hanno dimostrato che i fattori di crescita delle cellule nervose, come il Gdnf (fattore neurotrofico derivato da cellule gliali), riducono il tasso con cui vengono distrutte le cellule nervose nelle aree del cervello colpite da Parkinson. Il team ha compiuto la svolta quando ha scoperto che nei modelli murini la morte delle cellule nella substantia nigra (il mesencefalo) avveniva in presenza di tre fattori di particolare: un gene malattia difettoso (il gene Dj-1), un difetto nella risposta ad un fattore di crescita e l´invecchiamento del topo. "Anche se sospettavamo che questo potesse essere il caso, fino ad oggi non ne avevamo le prove effettive", ha detto il dottor Liviu Aron dell´Istituto Max Planck di Neurobiologia a Martinsried (Germania), che è l´autore principale dello studio. "Scoprire che esiste un collegamento tra la risposta a un fattore di crescita e il gene Dj-1 è estremamente interessante", ha aggiunto il professor Rüdiger Klein, anche lui dell´Istituto Max Planck. "I fattori ambientali influenzano la disponibilità di fattori di crescita e le loro interazioni con i fattori genetici possono aiutarci a capire meglio la malattia di Parkinson". Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www.Plosbiology.org/home.action Istituto Max Planck di neurobiologia: http://www.Neuro.mpg.de/english/index2.html |
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LE REGIONI CEREBRALI PIÙ VECCHIE SONO LA CHIAVE DELL´APPRENDIMENTO INCONSCIO |
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Bruxelles, 12 aprile 2010 - Una nuova ricerca rafforza la tesi che le regioni del cervello più anziane sono coinvolte nella nostra capacità di apprendimento inconscio. I risultati potrebbero essere utilizzati per lo sviluppo di nuovi trattamenti per le patologie come il morbo di Parkinson e la malattia di Huntington, che coinvolgono queste parti del cervello. Lo studio, pubblicato online prima di andare in stampa sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), ha coinvolto scienziati del Karolinska Institutet in Svezia e dell´National Institute of Neurological Disorders and Stroke, che fa parte dei National Institutes of Health (Nih) negli Stati Uniti. Molte attività quotidiane, come ad esempio abbottonarsi una camicia, ci impongono di effettuare una sequenza di movimenti semplici nel giusto ordine. Gli scienziati sanno da tempo che ci basiamo su due sistemi di apprendimento per eseguire questo tipo di schemi di movimento. Seguendo il sistema di apprendimento esplicito, facciamo uno sforzo cosciente per addestrare il nostro cervello e siamo consapevoli di ciò che stiamo imparando. Al contrario, l´apprendimento implicito non avviene consapevolmente o intenzionalmente, si imparano cose senza pensarci, per esempio attraverso la ripetizione semplice. In pratica, la distinzione tra queste due forme di apprendimento è difficile perché - come sottolineano i ricercatori nel loro documento - "la maggior parte dell´apprendimento può essere influenzato sia dalla conoscena implicita che esplicita, a livelli finora sconosciuti". I gangli basali si trovano in profondità all´interno del cervello e sono fortemente coinvolti sia nell´apprendimento che nel controllo motorio. La dopamina, una sostanza che trasmette i segnali tra i neuroni, è fondamentale per la plasticità dei gangli basali e per la nostra capacità di imparare. In questo studio, i ricercatori hanno indagato il ruolo delle diverse parti dei gangli basali nell´apprendimento implicito ed esplicito di sequenze motorie, osservando il numero dei recettori D2 della dopamina in 15 adulti volontari sani che si sono prestati alla prova. Per distinguere tra apprendimento implicito ed esplicito, il team ha utilizzato una procedura di processo di dissociazione (Pdp), nella quale vengono confrontati i risultati ottenuti dai soggetti in due compiti diversi. Nel primo compito, sia la conoscenza esplicita che quella implicita hanno migliorato le prestazioni, mentre nel secondo compito, la conoscenza esplicita ha agevolato le prestazioni, mentre la conoscenza implicita le ha compromesse. I risultati hanno rivelato una correlazione tra la densità dei recettori dopaminergici D2 e entrambe le forme di apprendimento. Fondamentalmente, lo studio ha dimostrato che il corpo striato ventrale, una parte dei gangli basali, è coinvolto soltanto nell´apprendimento implicito. Da un punto di vista evolutivo, lo striato ventrale è la parte più antica dei gangli basali, essendo presente nei vertebrati relativamente primitivi come le lamprede, i rettili e gli anfibi. "I nostri risultati vanno a corroborare le teorie secondo cui i sistemi cerebrali di apprendimento impliciti, ovvero non consci, sono più semplici e evolutivamente anteriori", ha commentato il professor Fredrik Ullén del Karolinska Institutet in Svezia, che ha guidato la ricerca. "In altre parole, abbiamo probabilmente alcuni sistemi fondamentali dell´apprendimento in comune non solo con i ratti, i topi e con altri mammiferi, ma anche con i vertebrati più primitivi, che hanno anch´essi un corpo striato ventrale". Una maggiore comprensione dei nostri due sistemi di apprendimento potrà eventualmente essere utile ai ricercatori impegnati nella ricerca di nuove modalità di trattamento del Parkinson e della malattia di Huntington, due patologie che coinvolgono i gangli basali e sono caratterizzate da una perdita delle abilità motorie. Per maggiori informazioni, visitare: Karolinska Institutet: http://ki.Se/ Pnas: http://www.Pnas.org/ National Institute of Neurological Disorders and Stroke: http://www.Ninds.nih.gov/ |
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ENZIMA NEI LEUCOCITI RIESCE A DEGRADARE I NANOTUBI DI CARBONIO |
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Bruxelles, 12 aprile 2010 - Uno studio sui nanotubi di carbonio, condotto da scienziati in Irlanda, Svezia e Stati Uniti e finanziato dall´Ue, ha dimostrato che queste molecole straordinariamente forti possono essere suddivise in carbonio e acqua da un enzima presente nei globuli bianchi. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Nanotechnology, lascia sperare che questo nuovo materiale possa essere sfruttato in modo sicuro dal settore medico e industriale. I risultati sono stati ottenuti nell´ambito del progetto Nanommune ("Comprehensive assessment of hazardous effects of engineered nanomaterials on the immune system"), finanziato dall´Ue con 3,36 milioni di euro attraverso il tema Nmp (Nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione) del Settimo programma quadro (7° Pq). I nanotubi di carbonio sono molecole di carbonio cilindriche, più leggere e più forti dell´acciaio e dotate di proprietà elettriche eccezionali. Sono utilizzati in diversi settori industriali, per esempio nella produzione di chip di silicio, dispositivi elettronici e articoli sportivi. I nanotubi di carbonio vengono prodotti in grandi quantità (con conseguenze per la salute sul lavoro) e vengono anche utilizzati per lo sviluppo di nuovi farmaci e di altre applicazioni mediche. Il loro comportamento all´interno degli organismi viventi è, quindi, oggetto di molti studi. I ricercatori coinvolti nel progetto Nanommune stanno cercando di colmare le lacune nella nostra conoscenza degli effetti potenzialmente pericolosi dei nanomateriali ingegnerizzati sul sistema immunitario umano. "Studi precedenti hanno mostrato che i nanotubi di carbonio potrebbero essere utilizzati per introdurre farmaci o altre sostanze nelle cellule umane", ha spiegato il dottor Bengt Fadeel dell´Istituto di medicina ambientale presso il Karolinska Institutet in Svezia. "Il problema finora era l´incapacità di controllare la scomposizione dei nanotubi, che può provocare effetti tossici indesiderati e danni ai tessuti. Il nostro studio mostra ora come i nanotubi possono essere suddivisi in componenti biologicamente innocui". Recenti esperimenti sui topi hanno dimostrato che gli animali esposti a nanotubi di carbonio tramite inalazione o attraverso l´iniezione nella cavità addominale, non sono in grado di scomporre il materiale. Ciò causa gravi infiammazioni e modifiche dei tessuti, che a loro volta compromettono la funzionalità polmonare e in alcuni casi favoriscono lo svilupparsi di tumori. Questa "biopersistenza" è stata paragonata a quella dell´amianto; si è ripetutamente cercato di scoprire modi per neutralizzare la tossicità di questo materiale ingegnerizzato. I ricercatori hanno analizzato gli effetti di un enzima chiamato mieloperossidasi (Mpo) - che si trova nei globuli bianchi (neutrofili) - sui nanotubi di carbonio, sia in vitro che nei topi. Hanno scoperto che l´enzima può davvero scomporre i nanotubi in carbonio e acqua. Una volta ripartiti cessavano di avere un effetto infiammatorio nei polmoni dei topi. "Ciò significa che potrebbe esserci un modo per rendere inoffensivi i nanotubi di carbonio, ad esempio nel caso di un eventuale incidente in un impianto di produzione", ha detto il dottor Fadeel. "Ma i risultati sono interessanti anche per il futuro uso dei nanotubi di carbonio per scopi medici". I ricercatori hanno ipotizzato che l´infiammazione polmonare nei topi esposti a nanotubi di carbonio possa essere legata alle alte concentrazioni utilizzate, che potrebbero avere sopraffatto la capacità di biodegradazione del sistema enzimatico dei neutrofili. La nuova concezione della biodegradazione hMpo-mediata di questo materiale promettente apre la strada all´uso in applicazioni biomediche, quali la produzione di farmaci, "se usato in concentrazioni appropriate e facilmente degradabili". Il progetto Nanommune è coordinato dal dottor Fadeel e coinvolge 13 gruppi di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Nanommune: http://ki.Projectcoordinator.net/~nanommune Nature Nanotechnology: http://www.Nature.com/nnano |
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SANITA´ IN ABRUZZO: COMMISSARIO RIAFFIDA TETTI SPESA A GRUPPO VILLA PINI |
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Pescara, 12 aprile 2010 - Come preannunciato nei giorni scorsi, il Commissario Chiodi ha firmato le delibere con le quali la Regione riaffida i tetti di spesa alle strutture del Gruppo Villa Pini srl. I tetti sono stati definiti con la metodologia utilizzata per tutti gli altri erogatori privati. Per la Casa di Cura è stato applicato il criterio di trasferimento dei ricoveri inappropriati nei regimi diurno e ambulatoriale. Il tetto così definito ammonta a ? 19.084.169, di cui ? 13.098.328 per i ricoveri dei residenti in regione ed ? 5.985.841 per i ricoveri effettuati in mobilità attiva. Per la struttura Centro di riabilitazione ad elevata attività assistenziale di tipo intensivo ex articolo 26 è stato confermato il fatturato del 2009, pari a ? 5.117.951. Mentre per la specialistica ambulatoriale, in attesa del processo di riorganizzazione e di riqualificazione del sistema di offerta, è stato attribuito per i primi 6 mesi dell´anno il 50% del finanziamento dell´anno 2009. Infine, per quanto riguarda le prestazioni di psicoriabilitazione la Regione provvederà a definire i tetti di tutti gli erogatori privati nei prossimi giorni a causa della richiesta da parte dei Ministeri della Salute e dell? Economia di una valutazione dell´appropriatezza e delle tariffe regionali che hanno comportato un´attività di analisi. Pertanto, il tetto delle prestazioni che si riferiscono alle case alloggio del Gruppo Villi Pini verrà anch? esso deliberato nei prossimi giorni. L´attribuzione dei tetti è subordinata alla firma del contratto, come per tutte le altre strutture private, ma anche alla verifica della sussistenza dei requisiti di autorizzazione e accreditamento, la cui valutazione è compito degli organi di controllo della Asl. L´ufficio Commissariale ribadisce in questo modo il processo di applicazione di un sistema di regole ispirato agli accordi tra Stato e Regioni e al Patto per la Salute. Inoltre, conferma l´attività di riprogettazione e rimodulazione delle strutture di offerta ospedaliera e territoriale sulla base di parametri e standard dell´attività delle strutture e delle tariffe indicati con chiarezza dalle norme nazionali. |
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ANDROLOGIA, 3 GIORNI DI CONFRONTO AL SAN CARLO DI POTENZA |
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Potenza, 12 aprile 2010 - Ha avuto inizio l’ 8 aprile l´Update in Andrologia organizzato dal Centro di Andrologia dell´Azienda Ospedaliera "San Carlo" di Potenza. Il meeting è durato tre giorni ed ha vito la partecipazione di numerosi esperti provenienti da diversi Centri italiani che si confronteranno sulle principali patologie andrologiche e sulle ultime novità in campo chirurgico, oncologico e preventivo. Si è tenuta una tavola rotonda sul tema prevenzione e territorio. Il dibattito, aperto al pubblico, si è focalizzato soprattutto sul ruolo della prevenzione nelle scuole. Quest´anno, infatti, il Centro di Andrologia del San Carlo ha aderito, in collaborazione con il Comune di Potenza e la Società Italiana di Andrologia, ad un progetto nazionale di prevenzione andrologica rivolto alla popolazione scolastica maschile tra i 16 e i 18 anni, che mira a fornire ai giovani la possibilità di tutelare la propria salute riproduttiva e sessuale. "L´andrologo a scuola", questo è il nome del progetto, ha già evidenziato - si legge in una nota del San Carlo - importanti risultati. Basti pensare che un diciottenne su tre presenta problemi andrologici con ripercussioni sulla fertilità e complicazioni alla sfera sessuale. L´infertilità maschile, l´eiaculazione precoce, la pubertà precoce, il varicocele, il tumore del testicolo, sono tutte patologie spesso prevenibili e molto spesso curabili. E´ fondamentale quindi che l´educazione andrologica diventi parte integrante della formazione culturale scolastica, nel tentativo di compensare anche quell´indagine sanitaria un tempo svolta dalla visita medica di leva. L´ultima giornata dell´Update, sabato 10, è stata dedicata all´oncologia andrologica e alla patologia dell´eiaculazione precoce, patologia sempre più emergente soprattutto nella popolazione giovanile, ed oggi di facile risoluzione, nella quasi totalità dei pazienti, grazie a terapie combinate farmacologiche e sessuologiche. |
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RU486, IN DEFINIZIONE LINEE OPERATIVE PER MEDICI FVG |
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Udine, 12 aprile 2010 - La direzione regionale alla Salute e Protezione sociale sta elaborando i dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza registrate nell´ultimo triennio in Friuli Venezia Giulia per definire linee di indirizzo omogenee e condivise sul territorio a seguito dell´autorizzazione dell´Agenzia italiana del Farmaco all´immissione in commercio in Italia del medicinale Mifegyne (Ru-486). Proprio in relazione a questo provvedimento, che consente l´impiego della pillola Ru-486 nel pieno rispetto della legge 194/1978, il ministero della Salute ha inviato una nota alle Regioni con il parere espresso sull´argomento dal Consiglio superiore di Sanità. In esso si precisa che il percorso dell´interruzione volontaria di gravidanza farmacologica deve avvenire in ricovero ordinario e che le Regioni sono tenute a concordare linee di indirizzo da formulare sulla base dei dati raccolti sul territorio e comparati. A tal proposito la direzione regionale ha indetto una riunione con i medici ostetrici e ginecologi responsabili dei centri ove si attua tale pratica: in attesa però della definizione e condivisione delle linee operative in questione, le strutture sanitarie regionali sono state invitate ad attendere tali indicazioni e a non assumere determinazioni autonome sull´impiego del medicinale. Da parte della direzione regionale è stato inoltre ribadito l´impegno sul fronte delle politiche di prevenzione. I dati riportati nell´ultima relazione del ministero della Salute sull´attuazione della legge 194/1978 rilevano che il tasso di abortività del Friuli Venezia Giulia nel 2008 ha registrato un decremento del 3 per cento rispetto al 2007: è stato pari a 8 per mille donne di età compresa tra i 15 e 49 anni (la media italiana è di 8,7 e per l´Italia settentrionale il tasso nel 2008 è stato dello 9,1 per cento). |
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TRENTO: CONCORSI PUBBLICI PRESSO L´AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI LE DOMANDE VANNO PRESENTATE ENTRO IL 6 MAGGIO 2010 |
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Trento, 12 aprile 2010 - L´azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha bandito alcuni concorsi pubblici per l´assunzione di personale. Le domande vanno presentate entro il 6 maggio 2010. Bandi e modelli di domanda sono pubblicati sul sito www.Apss.tn.it. Per ottenere informazioni e per la copia del bando, ci si può rivolgere al Servizio gestione risorse umane, via Degasperi 79, Trento (0461 904092-96-97). Di seguito l´elenco. 1 posto di dirigente psicologo – disciplina psicoterapia; 2 posti di dirigente medico – disciplina psichiatria; 12 posti di collaboratore professionale sanitario – tecnico sanitario di radiologia medica; 6 posti di collaboratore professionale sanitario – fisioterapista e selezione pubblica per titoli per assunzioni a tempo determinato. |
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BASILICATA: ATTIVATO LO SCREENING NEONATALE UDITIVO UNIVERSALE |
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Potenza, 12 aprile 2010 - E’ diventato operativo il progetto regionale per lo screening uditivo da effettuare su tutti i nuovi nati nella Regione Basilicata così da garantire la diagnosi precoce delle diverse forme di ipoacusia ed allo stesso tempo mettere in atto le opportune strategie terapeutiche e riabilitative. È quanto prevede il protocollo operativo sottoscritto nei giorni scorsi tra l’Azienda Ospedaliera San Carlo, l´Asp e l´Asm, redatto in attuazione della D.g.r. N. 387 del 2008. I disturbi permanenti dell’udito interessano 1-2 nati ogni mille e si associano a disturbi importanti del linguaggio, della relazione e dell’inserimento scolastico. L´eventuale presenza di fattori di rischio consente spesso di effettuare in tempi brevi una diagnosi precoce di sordità., mentre in loro assenza la diagnosi di sordità è in genere effettuata in ritardo, fra il secondo ed il terzo anno di vita, epoca in cui il recupero del linguaggio è spesso problematico. E’ fondamentale, quindi, la diagnosi precoce della sordità fin dai primissimi giorni di vita, poiché l’assenza di stimoli acustici non permette lo sviluppo delle vie associative tra le aree del cervello durante il periodo della crescita, considerato che alcune zone del cervello si attivano soltanto ad un certo periodo della vita, per poi diminuire gradualmente rendendo di fatto del tutto inutile o estremamente difficoltoso il loro utilizzo in un fase successiva della vita del soggetto. La diagnosi precoce della sordità infantile diventa, pertanto, importante in quanto consente la rimediazione precoce, evita che il sistema di rimediazione intervenga quando siano stati adottati mezzi di comunicazione vicarianti (il gesto, il segno), consente al sistema nervoso centrale di ricevere il mondo sonoro e verbale nel periodo di massima plasticità cerebrale. Una diagnosi precoce consente l’avvio dei bambini diagnosticati come affetti da sordità neurosensoriale a terapia protesica tradizionale, all’ impianto cocleare ed alla riabilitazione. Il progetto sottoscritto prevede di dotare tutti i punti nascita della Regione Basilicata di specifiche apparecchiature di screening in grado di rilevare anomalie della sfera uditiva fin dai primissimi giorni di vita del nascituro. Una volta individuati, i neonati che risultano positivi allo screening di I livello, dovranno essere inviati presso i due Centri di riferimento di Ii livello regionali, individuati nell´Ospedale San Carlo di Potenza per l´Asp e l´Ospedale Madonna delle Grazie per l´Asm, in quanto entrambi già dotati di una specifica apparecchiatura elettromedicale omologata necessaria per l´esecuzione di un esame di Ii° livello in grado di confermare o escludere presenza di una patologia uditiva. L’esame di secondo livello dovrà garantire la certezza della diagnosi entro il quinto mese di vita e l’immediata rimediazione (protesizzazione, impianto cocleare, trattamento riabilitativo). I pazienti che necessitano di terapia implantologica della sordità afferiranno direttamente al Centro di Riferimento Regionale attivo presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza. Considerato che la percentuale di neonati positivi all’indagine di I livello oscilla intorno è del 5-10% sul totale dei nati, si stima che il numero di neonati da sottoporre allo screening di secondo livello varia ogni anno tra 250 e 500 di cui i veri positivi sono circa al 1-2 per mille, così da far stimare in Basilicata ogni anno circa 5-10 neonati affetti da ipoacusia neurosensoriale bilaterale grave - profonda. Il progetto prevede anche un dettagliato programma di formazione e addestramento di tutto il personale interessato sulla corretta esecuzione dello screening di I livello. Il coordinamento del progetto è affidato al Direttore dell’U.o. Di O.r.l. Dell’ospedale San Carlo, dott. Rocco Cantore, che si avvarrà della collaborazione di specialisti di Neonatologia e di Otorinolaringoiatria dell’Aor San Carlo, dell’Asp e dell’Asp nonché del personale medico e infermieristico dei punti nascita regionali. |
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MOLISE: OSPEDALE DI AGNONE, SMENTITE LE IPOTESI DI SOPPRESSIONE IORIO: "LA STRUTTURA MANTERRÀ LA SUA AUTONOMIA FINANZIARIA E GESTIONALE" |
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Campobasso, 12 aprile 2010 - La delegazione del Comitato altomolisano con Iorio, Passarelli e Marinelli L´ospedale "Caracciolo" di Agnone non si tocca. Lo ha ribadito il Presidente della Regione, Michele Iorio, al Comitato per la salvaguardia del nosocomio altomolisano, nel corso di un incontro, tenutosi il 7 aprile presso la Sede di Via Genova. Oltre a Iorio, erano presenti l´Assessore alla Sanità, Nicola Passarelli, e l´Assessore al Turismo, Franco Giorgio Marinelli. Hanno accompagnato il Comitato il Vescovo di Trivento, Mons. Domenico Scotti, il Sindaco di Agnone, Gelsomino De Vita, e il Sindaco di Capracotta, Antonio Monaco. Anche in quest´occasione, il Presidente Iorio ha ribadito che l´obiettivo primario della politica sanitaria molisana è quello di dare ai molisani i servizi di cui hanno bisogno in un´ottica di riorganizzazione dell´intero sistema sanitario. "Non è mai stata in discussione, né lo è adesso, e men che meno lo sarà in futuro - ha spiegato Iorio - l´esistenza dell´Ospedale di Agnone. Abbiamo voluto con chiarezza, già in occasione della legge di riforma sanitaria, agganciare quest´ ospedale ad una peculiarità territoriale e demografica già contemplata e «protetta» nelle normative speciali previste dalla Legge sulla Montagna. Un impegno che abbiamo preso allora con i cittadini dell´Alto Molise e che intendiamo assolutamente rispettare". Dunque, l´Ospedale "Caracciolo" manterrà, come già concordato nei giorni scorsi con i Sindaci dell´area, la sua autonomia finanziaria e gestionale, potrà contare su un´organizzazione funzionale capace di assicurare quattro unità operative complesse, varie unità semplici e tutte le altre strutture necessarie alla popolazione dell´area, quali, ad esempio, la riabilitazione, la lungodegenza e le R.s.a. "Dovremo certamente attuare - ha spiegato Iorio - una riforma del sistema sia per le richieste che vengono dal Governo nazionale sia per migliorare il servizio in generale e renderlo moderno ed efficiente. Ci confronteremo, quindi, in una nuova logica federalista che ci auguriamo potrà tutelare le nostre peculiarità". "Pur tuttavia - ha concluso il Presidente - rispettando l´impegno di responsabilità, dovremo eliminare i costi inutili e abbattere fortemente l´emigrazione sanitaria. In tal mondo renderemo più efficace il servizio e ridurremo anche i disagi per quei cittadini che oggi sono costretti a spostarsi in altre regioni per usufruire di alcune prestazioni. Una situazione questa che crea ancora problemi e genera un grosso costo sul bilancio sanitario complessivo dell´intero Molise ". |
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IL "CIBIO" DI TRENTO NELLA MAPPA DELLE ECCELLENZE DEL MINISTERO DELLA SALUTE RICERCATORI BIOMEDICI, IL PROGETTO DI MICHELA DENTI SARÀ FINANZIATO CON 300MILA EURO IN TRE ANNI |
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Trento, 12 aprile 2010 - Nuovo riconoscimento per la ricerca scientifica trentina nel campo della sanità, da parte del Ministero della Salute. Lo sottolinea l’Assessorato alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento: un progetto di ricerca su è infatti piazzato al 29° posto su 997 domande presentate da tutta Italia ed ha ottenuto così un finanziamento pari a 300mila euro in tre anni. Si tratta del progetto di ricerca sulle malattie degenerative della retina, condotto da Michela Denti in collaborazione con Simona Casarosa del Cibio (centro per la Biologia Integrata) dell’Università di Trento, premiato dalla Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria nell’ambito del Bando Giovani Ricercatori per l’anno 2008, riservato ai ricercatori di età inferiore ai 40 anni. Si tratta di un riconoscimento molto importante, soprattutto se si considera che soltanto 52 delle domande presentate (pari a un tasso di successo limitato al 5%) hanno meritato il finanziamento. Un successo che si somma a quello registrato a dicembre con l’uscita dei primi risultati dello stesso bando (categoria over 40) per il quale era stato premiato il lavoro di ricerca coordinato da un altro ricercatore del Cibio, Yuri Bozzi, con un finanziamento di 230mila euro per lo studio dei meccanismi di base dell’epilessia. I programmi finanziati a favore dei giovani ricercatori (per uno stanziamento complessivo di quasi 29 milioni di euro) vertono su tematiche di rilevante interesse sanitario, sia nel campo della ricerca bio-medica che della ricerca clinico-assistenziale. Il gruppo di ricerca del Cibio rientra così a pieno titolo nella mappa delle eccellenze della ricerca in Italia stilata, per la prima volta, dal Ministero della Salute. Da rilevare anche il fatto che il progetto abbia superato positivamente il rigoroso vaglio condotto, attraverso il sistema adottato a livello internazionale della peer-review, dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con i revisori, severi e indipendenti, del Center For Scientific Review del National Institutes of Health (Nih-csr), l´ente federale di ricerca biomedica statunitense. «Questo approccio selettivo e basato sul merito – si legge nella nota diffusa dal Ministero – è totalmente innovativo e permette, valorizzando le eccellenze scientifiche, di sviluppare una maggiore competitività della ricerca italiana in campo sanitario. Questo è stato possibile attraverso una valutazione effettuata secondo il sistema della peer-review, in ossequio al principio di trasparenza e merito. (…) Si tratta di un cambiamento importantissimo in Italia, poiché a tutt’oggi la maggior parte dei progetti di ricerca, finanziati da diverse istituzioni ed enti, vengono selezionati secondo criteri eterogenei, ad esempio aree tematiche, distribuzioni geografiche, in base quindi ad una “preassegnazione” che non sempre porta alla selezione della migliore ricerca. Per questi motivi, la comunità scientifica chiedeva da tempo una riorganizzazione del sistema sia per quanto riguarda i criteri di valutazione dei progetti che l’erogazione dei finanziamenti.» «Giudico questo successo davvero significativo perché si tratta del bando più competitivo forse mai uscito in ambito biomedico in Italia – ha commentato il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone – con la selezione affidata per la prima volta a revisori estremamente rigorosi ed imparziali. A due anni di distanza dalla sua partenza operativa, il Cibio si qualifica ancora una volta come partner importante dell´Azienda Sanitaria sul percorso della ricerca biomedica applicata. Proprio in questo caso, a creare valore è stata la grande collaborazione interna e il gioco di squadra, sia sul piano scientifico all’interno del Cibio, sia su quello istituzionale nel rapporto con Provincia autonoma di Trento. Dobbiamo camminare insieme, i risultati non tarderanno a venire e avranno un importante impatto anche sull´attività assistenziale». Il progetto finanziato Il progetto finanziato dal Ministero (dal titolo “Antisense Rna-mediated gene therapy of retinal dystrophies and dysfunctions”) riguarda malattie oculari molto diffuse che colpiscono la retina. Le mutazioni genetiche che interessano anche la retina sono responsabili di particolari forme di degenerazione, in alcuni casi molto serie, che possono portare alla cecità. A soffrire di queste malattie (come la distrofia retinica dei coni e bastoncelli, la retinite pigmentosa o l’amaurosi congenita di Leber) negli Stati Uniti e in Europa è circa una persona su 3000. La ricerca scientifica ha individuato e classificato finora 132 geni, responsabili di circa soltanto la metà dei casi diagnosticati. Un risultato incoraggiante che ha dato impulso alla ricerca sui trattamenti basati sulla terapia genica, ma sicuramente ancora lontano dal portare una soluzione finale. L’obiettivo del progetto di Michela Denti e Simona Casarosa è quello di analizzare le banche dati esistenti per identificare quelle mutazioni che, alterando il processo di giuntatura (“splicing”) di alcuni geni, provocano sono causa di degenerazione della retina. Il progetto mira poi ad agire già a livello genetico, “correggendo” l’Rna per ripristinare la funzionalità delle proteine alterate. Apprezzati particolarmente dalla commissione valutatrice – secondo quanto si evince dalla motivazione – la rilevanza dei temi trattati nel progetto, l’approccio innovativo, fortemente orientato alla biologia molecolare e le potenzialità dei modelli proposti nel trovare nuove strategie terapeutiche. |
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SANITA’: CONGRATULAZIONI DI ZAIA A NUOVO MINISTRO SLOVENO DORIJAN MARUSIC |
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Venezia, 13 aprile 2010 - “Con la nomina di Dorijan Marusic alla guida del Ministero della Sanità della Slovenia, il Veneto ritrova un buon amico, che conosce bene l’eccellenza del nostro sistema sanitario, e con il quale abbiamo già proficuamente collaborato in passato sia sul piano bilaterale che su quello comunitario. Sono certo che potremo sviluppare ulteriormente il lavoro comune nell’interesse dei cittadini veneti e sloveni su molti aspetti di politica sanitaria, come la telemedicina, la formazione in sanità pubblica e l’alta specialità”. Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha rivolto le sue congratulazioni al nuovo Ministro sloveno, appena nominato alla guida dell’importante Dicastero. Marusic, che è un medico, ha visitato più volte il Veneto alla guida di varie delegazioni slovene; è uno degli ospiti fissi della “Venice Summer School” che annualmente riunisce a Venezia il “gotha” delle politiche sanitarie europee; ed ha rappresentato il suo Paese nell’Osservatorio Europeo sui Sistemi Sanitari, di cui il Veneto è membro. |
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ANTEAS: AL VIA A POTENZA CORSO FORMAZIONE PER BADANTI |
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Potenza, 12 aprile 2010 - Tra le 28 partecipanti al primo corso di “formazione di base delle assistenti familiari addette alla cura degli anziani e non autosufficienti”, indetto e organizzato dall’Anteas (Associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà) Basilicata, ben 12 sono lucane. E’ questo il dato, sorprendente ma fino ad un certo punto, che emerge dalla sfida lanciata dall’associazione potentina alle istituzioni. Ci sono anche 14 donne provenienti dall’Est Europa (Romania, Ucraina, Polonia), come da stereotipo delle badanti, e 2 dal Burundi. Il corso partito il 10 aprile, nella sede di Via Vespucci, a Potenza, e si snoderà fino a metà maggio. I docenti sono tutti professionisti (un cardiologo, un pneumologo, un endocrinologo, uno psicologo, un istruttore infermiere, un cuoco, un dietista, un laureato in lingue). Sono previste lezioni teoriche e pratiche su nozioni di primo soccorso, regole di igiene della persona affidata, degli ambienti domestici e degli alimenti; nozioni su patologie quali insufficienza respiratoria e cardiaca dei vasi periferici, mobilizzazione, terapie, medicazioni, alimentazione naso-gastrica, sicurezza fra le mura domestiche, nozioni di lingua italiana. Sono inoltre previste lezioni sui diritti e doveri di chi offre assistenza, incontri con medici specialisti ed incontri relativi agli usi ed ai costumi della regione, compreso quelli gastronomici. Per l´anziano è infatti forte il desiderio della cucina tradizionale e per questo sono state inserite lezioni di cucina, per insegnare come preparare pietanze lucane ma tenendo ben presenti le prescrizioni necessarie per patologie collegate all´alimentazione. Le partecipanti, tutte domiciliate in provincia di Potenza, al termine del corso riceveranno un attestato di frequenza. Per maggiori informazioni: sede Anteas, Via Vespucci 19, Potenza. Telefono e fax 0971/411708. |
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FORMIGONI ALLE ACLI: TERZO SETTORE PROTAGONISTA UNA SOCIETA´ VIVA SA COMBATTERE MEGLIO ESCLUSIONE E POVERTA´ |
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Milano, 12 aprile 2010 - "È sempre più evidente che un ruolo fondamentale nella costruzione di una società più coesa e solidale viene svolto dal Terzo Settore, in costante crescita negli ultimi anni (da 4.800 enti nel 2001 a oltre 7.400 , ndr.). A questo proposito, penso anche e soprattutto a realtà come le Acli, movimento di grande tradizione e radicamento sociale e territoriale ed elemento centrale di quel più ampio movimento cattolico, che costituisce, oggi più che mai, un attore imprescindibile per la vita della nostra regione e dell´intero Paese". E´ quanto scrive l’ 8 aprile il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un messaggio al presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, in occasione della Conferenza organizzativa e programmatica dell´associazione, sul tema "Sentinelle del territorio, costruttori di solidarietà", che si è aperta a Milano (Formigoni, invitato, non ha potuto partecipare di persona perché impegnato a Roma in incontri istituzionali e politici). "La solidarietà - scrive Formigoni - è uno dei capisaldi della società lombarda, elemento di forte connotazione di un territorio da sempre attento agli strati sociali più deboli. In Regione Lombardia sappiamo bene che la lotta contro l´esclusione sociale può essere condotta solo unendo le forze, delle istituzioni, dei privati, del privato sociale. L´esclusione sociale e la povertà sono problemi che vengono meglio affrontati se c´è una società viva, che si fa prossima al bisogno". "E la miglior politica pubblica - prosegue il presidente lombardo - non è l´assistenzialismo, ma il sostegno sussidiario a chi porta aiuto, a chi porta cibo, a chi è capace di rimettere in carreggiata chi è in difficoltà, orientandolo, formandolo, mettendolo nelle condizioni di camminare da solo nel mondo". "Auspico perciò - conclude Formigoni - che questo appuntamento possa rappresentare una proficua occasione di dialogo, un ambito di elaborazione di idee anche nuove, per un´azione capace di essere sempre più adeguata ai tempi intensi e affascinanti che attraversiamo". |
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A PALAZZO REALE DI MILANO, I CAPOLAVORI DELL¡¯ANTICA CINA E DELL¡¯IMPERO ROMANO A CONFRONTO I DUE IMPERI |
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Milano, 12 aprile 2010 - Risultato della cooperazione pluriennale tra il Ministero per i Beni e le Attivit¨¤ Culturali della Repubblica Italiana e lo State Administration for Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese per la prima volta in Italia e al mondo una mostra dar¨¤ l¡¯opportunit¨¤ di accostare i due pi¨´ importanti Imperi della storia, l¡¯Impero Romano e le dinastie cinesi Qin e Han nel periodo che va dal Ii sec. A.c. Al Iv sec. D.c. L¡¯assessorato alla Cultura del Comune di Milano presenta un¡¯esposizione congiunta di oltre 450 capolavori italiani e cinesi, in cui saranno ricostruite le tappe e i momenti salienti del sorgere e dello sviluppo dei due imperi e verranno messi in luce aspetti della vita quotidiana, della societ¨¤ e della comunicazione sociale, del culto e dell¡¯economia. Saranno messe a confronto, ¡°in parallelo¡±, le testimonianze dei traguardi raggiunti nei vari settori dell¡¯arte, della scienza e della tecnica. Oltre agli ormai famosi guerrieri di terracotta, si potranno ammirare straordinarie statuette di ceramica che raccontano i costumi, la moda, le arti cavalleresche e militari della cultura cinese, affiancati a maestosi gruppi statuari in marmo, affreschi, mosaici, utensili in argento, altari funebri appartenenti alla tradizione artistica dell¡¯impero romano. ¡°Non solo due Imperi: quello romano e quello cinese, ma anche due grandi mondi in un ampio e importante arco temporale ¨C spiega Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura del Comune di Milano ©\. Perch¨¦ porre in dialogo due culture che incarnano e simboleggiano Occidente e Oriente significa aprirsi alla storia dei popoli, alle usanze, i costumi, le leggi, l¡¯economia, il pensiero, le arti. Attraverso un movimento che conduce all¡¯archeologia all¡¯antropologia. Per scoprire, con qualche sorpresa, che le tangenze fra civilt¨¤ apparentemente distanti non sono poche¡±. La rassegna, che si svolger¨¤ dal 16 aprile al 5 settembre 2010, a Palazzo Reale di Milano, ¨¨ il risultato della cooperazione bilaterale tra Italia e Cina ed ¨¨ organizzata da Palazzo Reale di Milano e da Mondomostre, ed ¨¨ realizzata con il contributo di Credit Suisse. Un progetto che ha visto aprire la sua prima tappa a Pechino, al Beijing World Art Museum (29 luglio 4 ottobre 2009), per l¡¯importante occasione delle celebrazioni per il 60¡ã Anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e successivamente a Luoyang, al Luoyang Museum dal 29 ottobre 2009 al 15 gennaio 2010. Dopo Milano la mostra inaugurer¨¤ l¡¯Anno della Cina in Italia il prossimo 6 ottobre 2010 a Roma, alla Curia del Foro Romano e al Colosseo. Unica nel suo genere, la mostra vede la partecipazione delle pi¨´ importanti sedi museali di Cina e Italia con quasi 50 musei coinvolti e oltre 450 oggetti. La parte italiana della rassegna ¨¨ curata dal Professor Stefano De Caro, Direttore Generale per i Beni Archeologici del Mibac mentre la sezione cinese ¨¨ curata dal Professor Xu Pingfang (Responsabile dell¡¯Istituto di ricerca archeologica dell¡¯Accademia Cinese di Studi sociali, Direttore della Societ¨¤ Cinese di Archeologia, capo editore del Yanjing Xuebao). Ben 36 sono i musei prestatori in Cina con opere provenienti dalle province dello Shaanxi, (sede della Capitale dell¡¯Impero Chang¡¯an), dello Henan, Hebei, Jiangsu, Liaoning, Hunan, Guandong, Guanxi e dal Gansu, che concedono reperti prestigiosi, alcuni dei quali classificati come tesori nazionali, e mai usciti prima dal territorio cinese. Per la parte Italia, saranno protagonisti i pi¨´ importanti siti e musei archeologici nazionali. La mostra. L¡¯obiettivo della mostra, attraverso la visione dei capolavori dei due Imperi, ¨¨ quello di accostare, per la prima volta a un livello cos¨¬ alto, le rispettive strutture sociali, investigare i rispettivi ambiti politici ed economici, e le influenze di entrambi sulle civilt¨¤ d¡¯Oriente e Occidente. La rassegna intende proporre ai visitatori un confronto che, seppur mai avvenuto concretamente e direttamente nella storia, risulta estremamente affascinante ed interessante pur nella sua apparente impossibilit¨¤. Si vedr¨¤ come in condizioni storiche e geografiche del tutto peculiari, due grandi culture abbiano sviluppato esiti ora del tutto diversi, ora simili, differenti nelle forme esterne, ma affini nella struttura funzionale. I guerrieri di terracotta, una veste funeraria di giada, un sarcofago laccato con preziosi intarsi di giada, il prezioso stendardo in seta dipinta e il corredo funerario di Mawangdui, con lacche e bronzi, affreschi di epoca Han, modelli di case, utensili in bronzo e oro, testimoni di un florido impero cinese, e molti dei quali mai usciti fin ora dai confini nazionali, saranno affiancati da altrettanto maestosi gruppi statuari in marmo, affreschi, mosaici, utensili in argento, altari funebri appartenenti alla tradizione dell¡¯impero romano. Seguendo un ideale percorso storico©\artistico realizzato per tappe tematiche, l¡¯esposizione presenter¨¤, dunque, l¡¯evoluzione della civilt¨¤ cinese in quel periodo di grande complessit¨¤ e splendore, in cui si plasm¨° e consolid¨° il primo grande impero e la capillare struttura amministrativa che ha avuto continuit¨¤ per oltre ventuno secoli. Contemporaneamente, agli antipodi dell¡¯Eurasia, Roma, nella sua epoca imperiale, rappresentava in assoluto la potenza dominante a livello politico, economico e militare nel mondo civilizzato occidentale, divenendo epicentro, altres¨¬, della produzione artistica e culturale. Impero romano e impero cinese: le radici del confronto. Le dinastie Qin e Han e l¡¯Impero Romano, avendo avuto un ruolo di assoluta e indiscussa importanza nell¡¯antichit¨¤, hanno gettato le basi di strutture politiche e sociali valide ancora oggi, stabilendo regole capaci di influenzare fortemente la storia dei secoli successivi. Agli inizi della nostra era, e per pressappoco i due secoli successivi, circa la met¨¤ dell¡¯umanit¨¤ si ¨¨ venuta a trovare sotto il controllo di uno dei due grandi poteri: l¡¯Impero Romano e l¡¯Impero Han, ai poli opposti dell¡¯Eurasia. Due Imperi di pari dimensione (controllavano direttamente circa quattro milioni di chilometri quadrati di territorio) e pari popolazione (circa 50©\60 milioni di abitanti) con burocrazie simili, divisi in un numero paragonabile di entit¨¤ amministrative, con strutture militari enormi, capaci di imporre il rispetto ai vicini oppure di assoggettarli. Entrambi si consideravano al centro del mondo, di tutto il mondo, rispettivamente dell¡¯Orbis Terrarum e del Tianxia (tutto quello che sta sotto il Cielo). Entrambi furono travolti da invasioni di popoli che consideravano ¡°barbari¡±. La Storia della Dinastia Han Occidentale riporta i costumi di Da Qin, o ʺGrande Cinaʺ, un regno vicino alla estremit¨¤ occidentale della terra. I suoi abitanti erano alti e avevano la testa rasata, indossavano abiti ricamati, piantavano alberi di gelso per i bachi da seta ed ¡°il loro sovrano occupava cinque palazzi le cui colonne erano realizzate in cristallo di vetro.¡± Il fatto che queste caratteristiche non abbiano alcuna somiglianza riconoscibile con lʹImpero romano come noi lo conosciamo potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che lʹaccesso a questo paese remoto fosse bloccato da molti leoni e tigri feroci, che attaccavano i viaggiatori e sono sempre divorati se in numero inferiore ad un centinaio di uomini armati. Gli osservatori romani erano di fronte una situazione simile: per loro, l¡¯estremit¨¤ orientale dell¡¯Asia era ʺnon di facile accesso; pochi uomini vengono da l¨¬, e raramente.ʺ Questo ha reso difficile per visitare quelli che Orazio chiamava i Seres o ʺUomini della Seta,ʺ che vivevano per pi¨´ di duecento anni, che Plinio descrive occupati a raschiare la seta dagli alberi, avevano gli occhi azzurri e i capelli rossicci (rutulis comis, caeruluis oculis). |
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ASSISTENZA FVG: INNOVARE PER OTTIMIZZARE LE RISORSE |
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Tavagnacco, 12 aprile 2010 - Un progetto alternativo alla casa di riposo che permetterà alle persone anziane di permanere più a lungo nel proprio contesto famigliare e comunitario è stato presentato il 9 aprile al convegno "L´abitare per gli anziani: a Feletto un progetto nel cuore del paese" svoltosi a Tavagnacco (Ud). La struttura, che sorgerà nel centro della località alle porte del capoluogo friulano, grazie al contributo della Regione (4,4 milioni di euro su 5 milioni d´investimento), offrirà ospitalità ad anziani colpiti da demenza ed a quelli parzialmente e totalmente non autosufficienti. L´opera, definita di piccole dimensioni, ospiterà circa 60 persone e sarà integrata nella realtà territoriale circostante. Grazie alle forti sinergie sviluppate con le famiglie degli assistiti e le associazioni di volontariato attive sul posto avrà minori costi di gestione. "Credo molto in questo progetto - ha commentato l´assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic - poiché rappresenta il modo in cui costruire lo sviluppo: si pensa, infatti, per tempo alla presa in carico degli anziani, garantendo la continuità dei servizi sul territorio con costi sostenuti". Ricordando come sia compito della politica ricercare soluzioni innovative che possano contenere i crescenti costi nel settore dell´assistenza, l´assessore Kosic ha sottolineato la necessità che l´iniziativa presentata possa diventare modello anche per gli altri Comuni del Friuli Venezia Giulia. Entrando nel dettaglio della proposta, l´assessore si è soffermato su come questa possa far sorgere - attraverso l´incontro di famiglie (con le loro specifiche problematiche) nella struttura - nuove forme di comunità nei paesi che per tanti aspetti stanno perdendo luoghi ed occasioni di socializzazione. L´importanza della ricostruzione delle reti immateriali (riqualificazione del "vivere insieme"), attraverso l´integrazione della struttura progettata nello sviluppo del territorio, è stata messa in evidenza anche dal sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta. All´incontro, inoltre, l´assessore ha sottolineato il fondamentale lavoro svolto, soprattutto in questo periodo di gravi crisi economica, dai Comuni nel campo dell´assistenza e ha menzionato le cospicue risorse della Regione messe a disposizione delle famiglie. |
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MACCHIAIOLI A MONTEPULCIANO. CAPOLAVORI E INEDITI PRIVATI AL MUSEO CIVICO PINACOTECA CROCIANI E PRESSO LE LOGGE DELLA MERCANZIA |
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Montepulciano, 12 aprile 2010 - 70 opere raccontano uno dei movimenti artistici che più seppe innovare il linguaggio figurativo tra Ottocento e Novecento. Settanta opere celebrano uno dei movimenti artistici che più seppe innovare il linguaggio figurativo tra Ottocento e Novecento. Accade nella patria del Vino Nobile, dove il prossimo 24 aprile aprirà al pubblico "Macchiaioli a Montepulciano. Capolavori e inediti privati", la grande mostra curata da Silvestra Bietoletti e Roberto Longi che resterà aperta fino al 26 settembre. L´esposizione nasce sotto gli auspici della Provincia di Siena ed è frutto della proficua collaborazione tra Fondazione Musei Senesi, Comune di Montepulciano e Vernice Progetti Culturali grazie al sostegno di Fondazione Monte dei Paschi di Siena. L’esposizione è promossa da Rotary Club Chianciano-chiusi-montepulciano con il sostegno di: Apt Chianciano Terme – Val di Chiana, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e Strada del Vino Nobile di Montepulciano, Pro Loco di Montepulciano. L´allestimento, progettato dall´architetto Andrea Milani, porterà il visitatore a scoprire la Pinacoteca Crociani e le suggestive Logge della Mercanzia proponendo una collezione privata ricca di noti capolavori e di straordinarie opere inedite, già appartenute alle più prestigiose raccolte macchiaiole del primo ‘900 - fra cui quelle di Luigi Sambalino, di Mario Galli, di Enrico Checcucci, di Vincenzo Giustiniani – a fianco delle famose opere della collezione del museo. Una raccolta che è stata composta dal suo artefice con particolare attenzione alla qualità estetica e all’importanza storica dei dipinti che la compongono così come al loro specifico significato per l’evoluzione dell’arte toscana dalle premesse della pittura macchiaiola all’affermazione dei nuovi linguaggi figurativi del Novecento. Una peculiarità che permetterà al visitatore di approfondire la conoscenza di una stagione artistica quanto mai ricca di idee e di sperimentazioni, come quella che ebbe come protagonisti Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Odoardo Borrani e infine i loro allievi, primo fra tutti Plinio Nomellini. Sei le sezioni che scandiscono in ordine cronologico lo sviluppo della "rivoluzione" introdotta dalla pittura di macchia: Sperimentazione della macchia Attraverso le opere di De Tivoli, di Gelati, di Signorini, di Cabianca, D’ancona, Borrani e del giovanissimo Sernesi, la sezione illustra la situazione artistica fiorentina della seconda metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento, fervida di tentativi di rinnovamento, dalle sperimentazioni all’aria aperta fino alla definizione di un nuovo linguaggio pittorico basato sui valori della forma: la “macchia”. Affermazione del linguaggio macchiaiolo Col prosieguo del settimo decennio del secolo, lo stile dei macchiaioli attenua il suo iniziale rigore formale, acquisendo toni più pacati e inclini al sentimento in un ritrovato interesse per il soggetto e i suoi valori narrativi; sono gli anni di Piagentina e di Castiglioncello, rappresentati in mostra da opere di Signorini, di Lega, di Fattori, ma anche di artisti più giovani quali Eugenio Cecconi, autore di due straordinarie vedute del litorale livornese: i Bagni della famiglia Gamba a Antignano, e Scogliere del Boccale. Il “Gazzettino”, sprone a nuove vie espressive Il “Gazzettino delle Arti del Disegno”, la rivista fondata nel 1867 da Diego Martelli cui Signorini contribuì fattivamente, rappresentò uno strumento decisivo per l’evoluzione del pensiero estetico a Firenze, inducendo gli artisti a confrontarsi con i movimenti dell’arte europea, in particolare francese. Contemporaneamente, i primi sentori di una situazione di crisi dovuta alla caduta di fede nei valori del Positivismo e alle disillusioni seguite all’Unità della Nazione, comportarono sentimenti di trepidazione espressi in maniera eloquente in dipinti di Fattori quali le Gramignaie o il cosiddetto Ritratto della figlia di Adriano Cecioni. Il Naturalismo Con gli anni Settanta dell’Ottocento, i macchiaioli e i loro giovani seguaci si volsero con sempre maggior interesse alle espressioni intessute di sentimento in linea con le tendenze del Naturalismo europeo, prendendo soprattutto a modello la pittura dei campi francese, in particolare di artisti come Jules Breton e Jules Bastien-lepage che per il tono eletto delle loro scene di vita contadina erano molto apprezzati dai toscani. Ne sono esempi eccellenti la Contadina fra i pioppi di Fattori, il Ritratto di contadinella di Francesco Gioli, Sulle sponde dell’Elsa di Niccolò Cannicci. La vita moderna: fuga e coinvolgimento Accanto alle vedute urbane di Signorini, sono i temi campestri di Fattori, di Adolfo Tommasi, il paesaggio di Seravezza, intessuto di sentimenti affabili per la natura e per l’uomo, di Filadelfo Simi a suggerire lo stato d’animo degli artisti, dibattuti fra il fascinoso ritmo incalzante della società moderna e il desiderio di rifuggire la città per godere dei tempi blandi della campagna. Verso il Novecento La mostra si conclude con una serie di opere esemplificative del rinnovamento artistico avvenuto in Toscana alle soglie del Xx secolo, quando l’esempio dei maestri macchiaioli divenne modello ineludibile per l’elaborazione di nuovi linguaggi figurativi da parte dei giovani toscani, primi fra tutti Plinio Nomellini presente con ben cinque quadri tra cui L’orda accolta con entusiasmo alla Biennale veneziana del 1905. Allestita presso la Pinacoteca Crociani, unico museo della Fondazione Musei Senesi che nasce da una collezione privata, la mostra intende inaugurare una serie di esposizioni temporanee che permettano di valorizzare l’attività collezionistica d’eccellenza in ambito sia pubblico che privato. Il catalogo è edito da Silvana Editoriale. Www.museisenesi.org/ |
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VENETO: AL VIA BANDO DI GARA PER I LAVORI DI ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DI RACCOLTA E SMALTIMENTO DELLE ACQUE DELLA GALLERIA SAN GIOVANNI LUNGO STRADA STATALE 434 “TRANSPOLESANA”, IN PROVINCIA DI VERONA |
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Venezia, 12 aprile 2010 - Sarà pubblicato lunedì 12 aprile dall’Anas sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il bando di gara per i lavori di adeguamento del sistema di raccolta e smaltimento delle acque della galleria San Giovanni sulla strada statale 434 “Transpolesana”, in località San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona. “Con questo bando di gara – ha evidenziato il presidente dell’Anas Pietro Ciucci – si conferma l’impegno della società ad avviare tutte le misure necessarie a mettere in sicurezza la statale 434. L’arteria infatti – ha ricordato il Presidente – per il suo stato di manutenzione è stata soggetta in passato a numerose critiche. Risolvere il problema degli allagamenti sul tracciato che scorre nel comune di San Giovanni Lupatoto e nella galleria sottostante – ha sottolineato Ciucci - rientra tra le priorità di Anas volte a salvaguardare la sicurezza degli automobilisti”. L’importo dei lavori a base gara è di 1,250 milioni di euro e l`appalto è finanziato con mezzi correnti del bilancio Anas. Le domande di partecipazione alla gara dovranno essere presentate, entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 10 maggio 2010, e inviate all’Anas S.p.a. - Compartimento della Viabilità per Veneto, via E. Millosevich, 49 – 30173 Venezia. Per informazioni dettagliate su tutti i bandi di gara è possibile consultare il sito internet www.Stradeanas.it |
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CASOLE D´ELSA RENDE OMAGGIO A UNO DEI PROTAGONISTI DELLA SCULTURA ITALIANA DEL MEDIOEVO APRE AL PUBBLICO “MARCO ROMANO E IL CONTESTO ARTISTICO SENESE FRA DUECENTO E TRECENTO” |
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Casole d´Elsa, 12 aprile 2010 - La mostra, allestita presso il Museo Civico di Casole d´Elsa ed estesa alla Collegiata, definisce la straordinaria personalità di uno scultore che contribuì a rinnovare il linguaggio espressivo della sua epoca. Con la mostra “Marco Romano e il contesto artistico senese tra Duecento e Trecento” Casole d´Elsa rende omaggio a uno dei protagonisti della scultura italiana tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. La mostra sarà allestita fino al 3 ottobre 2010, presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata della cittadina toscana. Una esposizione significativa incentrata sull’attività dello scultore - attivo tra Siena, Cremona, Casole d’Elsa e Venezia e riscoperto in tempi recenti da Giovanni Previstali - che non poteva che avere come sede proprio Casole, dove sono conservati sia il Monumento a Messer Porrina che una straordinaria Testa marmorea di Profeta, acquistata di recente dal Comune per il Museo Civico ed esposta al pubblico per la prima volta. La mostra è curata da Alessandro Bagnoli; promossa da Provincia di Siena, Fondazione Musei Senesi, Comune di Casole d’Elsa, Collegiata di Santa Maria Assunta a Casole d’Elsa, Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto e Fondazione Monte dei Paschi di Siena; prodotta da Fondazione Musei Senesi e Vernice Progetti Culturali srlu. Negli spazi espositivi sono presentate una serie di opere che ricostruiscono compiutamente l´ambiente artistico dove Marco Romano si trovò ad operare. Tra di esse sono da segnalare il Crocifisso ligneo dipinto, oggi conservato nel Museo di Colle di Val d’Elsa, ma proveniente dalla chiesa di Radi di Montagna, nonché un altro inedito Crocifisso ligneo dipinto della chiesa dell’Osservanza di Montalcino, che il restauro ha rivelato come opera strettamente legata a Marco Romano. Da Venezia giungono due sculture marmoree dell’Angelo annunciante e della Vergine annunciata, provenienti dall’altare maggiore della Basilica di San Marco. In occasione della mostra sono stati effettuati importanti restauri che hanno interessato in particolare il monumento del Porrina, permettendo sia di avanzare nuove ipotesi sulla originaria collocazione dell’edicola sia di comprendere che lo stesso era completamente dipinto al fine di aumentare l’impatto naturalistico dell’inieme. Ora sappiamo che la sua ubicazione era in stretta connessione con l’entrata della cappella Albertini dove erano conservate le spoglie mortali dell’insigne giurista Porrina e del fratello Ranieri: entrambi sono stati raffigurati da un pittore duccesco di prima generazione (ribattezzato in questa occasione ‘Maestro degli Albertini’) ai lati di una imponente Maestà e rispettivamente accompagnati da san Michele arcangelo e da san Niccolò. L’affresco, in origine collocato all’interno di un arcosolio, costituiva il fulcro di un ciclo più complesso, del quale oggi rimane una grande raffigurazione del Cristo giudice fra Angeli, che dalla volta a botte sovrasta lo spazio della cappella. Per ricostruire il contesto senese in cui dovette lavorare Marco Romano, sono inoltre esposte alcune opere significative degli scultori attivi a cavallo fra il Duecento e il Trecento, anche se la loro attività si pose spesso piuttosto a contrasto che non in sintonia con quella di Marco. Perno di questa piccola rassegna antologica è anche il Monumento funebre del vescovo Tommaso Andrei (morto nel 1303), scolpito da Gano di Fazio sempre per la Collegiata di Casole e completato da un’epigrafe alla quale Marco si ispirò nel concepire quella presente nel San Simeone di Venezia. Alcuni significativi confronti con le sculture del grande Giovanni Pisano - dallo straordinario Crocifisso ligneo dei Musei Statali di Berlino, alla Testa virile barbata (Melchisedec), proveniente dalla fontana maggiore di Perugia e conservata nella Pinacoteca di Volterra - permettono di cogliere i diversi caratteri dei due scultori. Sono inoltre presenti alcune opere di Tino di Camaino, Agostino di Giovanni Goro di Gregorio, che nel periodo immediatamente successivo alle esperienze senesi di Marco Romano seppero sviluppare nuovi linguaggi espressivi. Per la ricostruzione della produzione artistica del tempo si propongono al visitatore alcune essenziali testimonianze di pittori legati alla cultura di Duccio di Buoninsegna e che fanno da corona alle figurazioni a fresco presenti nel Monumento del vescovo Andrei (del ‘Maestro di Badia a Isola’), soprattutto a quelle tornate in luce nel recupero della cappella funebre Albertini. Infine la Madonna col Bambino della Pinacoteca Nazionale di Siena, del giovane Simone Martini, intende sottolineare come identici interessi culturali e probabilmente anche una diretta conoscenza unirono Marco e Simone nella definizione di un “classicismo gotico” teso alla restituzione di una figurazione di forte impronta naturalistica. Www.museocasole.it/ info@museocasole.It | museo@casole.It |
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ARTE: NASCE “VIEW – ROTTE DEL CONTEMPORANEO IN UMBRIA”, DA APRILE A SETTEMBRE EVENTI A MAGIONE, TREVI E CITTÀ DELLA PIEVE |
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Perugia, 12 aprile 2010 – Nasce dalla collaborazione dei Comuni di Città della Pieve, Magione e Trevi “View – Rotte del Contemporaneo in Umbria”, nuovo progetto per le esposizioni artistiche che si avvale, tra gli altri, del contributo e del patrocinio della Regione Umbria. La prima edizione, che prevede eventi dal 3 aprile al 26 settembre, è stata presentata l’ 8 aprile a Palazzo Donini da alcuni degli ideatori e organizzatori nel corso di una conferenza-stampa alla quale hanno preso parte gli assessori comunali alla Cultura Maria Luisa Meo (Comune di Città della Pieve) e Giacomo Chiodini (Magione), Maurizio Coccia, ideatore del progetto, direttore e curatore del Centro d’Arte Palazzo Lucarini Contemporary, Massimo Lauro, dell’associazione culturale “Il Giardino dei Lauri” di Città della Pieve. “View – ha spiegato Coccia – rappresenta il tentativo di coniugare il patrimonio storico, artistico, ambientale, enogastronomico dell’Umbria con le espressioni più aggiornate della contemporaneità. I tre Comuni hanno accettato questa sfida, mettendo a disposizione non solo gli spazi espositivi, ma tutta la loro ricchezza culturale per dar vita a una serie coordinata di iniziative di arte contemporanea”. Perché insieme? “Abbiamo voluto costruire una sorta di circuito – ha spiegato l’assessore Maria Luisa Meo – con tre poli del contemporaneo, inseriti nella cornice unitaria dell’Umbria, in cui si svolgono eventi che offrono la possibilità di aprire prospettive sull’arte contemporanea. Eventi – ha rilevato – che sono ospitati in monumenti e prestigiose sedi museali, la Torre dei Lambardi a Magione, la ex chiesa di Santa Maria dei Servi a Città della Pieve e Palazzo Lucarini a Trevi, con la volontà di coniugare memoria e innovazione, storia e contemporaneità dell’Umbria”. “La valorizzazione di luoghi, altrimenti monumenti vuoti – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Magione Giacomo Chiodini – è una delle motivazioni alla base della collaborazione, insieme alla volontà di investire nel’arte contemporanea e di razionalizzare le risorse, promuovendo in maniera congiunta le iniziative. ‘View’ – ha aggiunto - trae forza anche dal coinvolgimento di alcune delle più significative associazioni culturali locali orientate al contemporaneo. L’auspicio è che l’esperienza possa continuare nel tempo e, soprattutto, attragga nuovi turisti nei nostri centri e in Umbria”. La qualità dell’offerta di “View – Rotte del contemporaneo in Umbria” è stata sottolineata da Massimo Lauro, dell’associazione “Il Giardino dei Lauri”, tra i principali collezionisti. “Gli artisti presenti – ha detto – sono rappresentativi dell’arte contemporanea nel mondo, in un mix tra artisti umbri, italiani e internazionali. Sarà interessante, in particolare, vedere come si misureranno con gli impegnativi spazi espositivi di ‘View’. Due di loro, Jonathan Meese e Aaron Young, sono stati chiamati anche a colmare i vuoti di quattro ovali presenti nell’ex chiesa di Santa Maria dei Servi, sede del Museo diocesano e che ospita un’importante opera di Pietro Perugino, dove esporranno le loro opere”. La prima edizione ha preso avvio a Magione con “Ogni orizzonte è un nuovo inizio”, mostra personale di Romano Bertuzzi, considerato tra i più grandi maestri italiani del disegno. Nella Torre dei Lambardi, presenta fino al 30 maggio la sua ultima produzione, incentrata su un’attenzione di tipo antropologico alla cultura materiale delle campagne padane. Il secondo evento di questo articolato progetto sposterà l’attenzione su Trevi che, anche quest’anno, ospiterà “Premiata Officina Trevana 2010”, una mostra unica nel suo genere, dal 9 maggio al 27 giugno al Centro d’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini Contemporary. Il 15 maggio, fino al 10 luglio, si apre a Città della Pieve la mostra dell’artista tedesco Jonathan Meese, uno dei più importanti esponenti della giovane scena artistica internazionale. “View” riprende poi il suo impegno nella valorizzazione degli artisti legati al territorio, dedicando una mostra personale a Giorgio Lupattelli. “Human. All-too-human”, visibile dal 6 giugno al 26 settembre alla Torre dei Lambardi a Magione. Le ultime due proposte di “View” punteranno i riflettori sulla giovane arte internazionale, in particolare americana: alla “Generazione A.d.d.”, maturata negli anni ‘80, è dedicata “A.d.d. Attention Deficit Disorder”, a Trevi dal 17 luglio al 19 settembre; si chiude con Aaron Young, considerato uno dei più rappresentativi talenti emergenti della nuova generazione, con “You can run but you can’t hide”, dal 18 luglio al 18 settembre, a Città della Pieve. “View – ha concluso l’ideatore Maurizio Coccia – vuol allargare e radicare nel territorio la proposta culturale espressa dalle associazioni ‘Palazzo Lucarini Contemporary’, ‘Il Giardino dei Lauri’ e ‘Z.one’ una proposta accolta e condivisa dai tre Comuni che auspichiamo diventino un esempio, in modo da estendere il progetto ad altre realtà dell’Umbria”. |
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CASTELFRANCO VENETO CITTÀ D’ARTE. CONTEMPORANEA. TRANSIZIONI 2. FRANCESCO CANDELORO, CONTENITORE DEL TEMPO |
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Castelfranco Veneto, 12 aprile 2010 - Dopo … Sui miei passi, l’installazione di Valerio Bevilacqua inaugurata nel dicembre 2009, il progetto di arte pubblica transizionitransitions, promosso da Regione del Veneto e associazione culturale startup con il sostegno del Comune di Castelfranco Veneto, coinvolge nella sue seconda fase un altro artista legato al territorio, Francesco Candeloro (Venezia, 1974), nel cui lavoro i concetti di tempo, luogo, spazio e visione trovano una naturale fusione con le dinamiche interne all’arte e ai suoi linguaggi. L’intervento dell’artista intitolato Contenitore del tempo, che sarà inaugurato al pubblico venerdì 23 aprile 2010 e resterà visibile fino alla fine di luglio, interesserà le finestre sulla cinta muraria sopra Porta Vicenza, mettendole in relazione con l’antistante torre civica e rimarcando l’asse est/ovest che attraversa l’intero centro storico. Su entrambi i lati di tali aperture, l’artista posizionerà un “filtro di colore” composto da due lastre di plexiglass colorato e sagomato che, con lo scorrere del tempo unito alle variazioni della luce, darà vita ad un intenso sistema di scambi e proiezioni: un gioco di riflessi che allargherà i confini dell’opera mostrandone le possibilità di espansione fino a raggiungere la torre civica, teatro dei primi due interventi del progetto. Lo spazio delle finestre diventerà un’identità reale e concreta uscendo dall’abitudinarietà con cui viene normalmente concepito, e nel riflesso all’interno e all’esterno della porta riacquisterà un nuovo rapporto con la forma. Il gesto artificiale delle proiezioni di Arthur Duff, protagonista nel 2008 della prima edizione del progetto, diviene con Francesco Candeloro un segno dettato dalla naturale e graduale variazione dell’incidenza dei raggi del sole, che spostando nell’arco della giornata i riflessi dall’esterno all’interno, sottolineerà quel concetto di porta inteso come “luogo di passaggio e di unione” su cui Transizioni ha scelto di soffermarsi in questa edizione. Il legame di Candeloro con il territorio tuttavia, non dipende solo dall’esplicitazione di una esteticità latente o perduta, ma anche dallo studio minuzioso dei segni e delle luci degli ambienti, che l’artista fotografa in notturna per liberarne gli elementi più nascosti. La sua visione, così come il suo modo di vedere e di strutturare le opere, nasce da questa presa di possesso silenziosa della realtà, e da un interesse che nella natura più intima dell’arte trova un suo radicato fondamento. In questo senso transizioni è parte ideale di un percorso più esteso sul territorio, che prevede una serie di interventi espositivi e di arte pubblica (il progetto “Luoghi e segni” che coinvolge diversi spazi e tipologie di lavoro: Venezia, Museo Fortuny; Bagnolo di Lonigo, Vi, Villa Pisani Bonetti; Padova, Portico antistante Piazza Dante; mappatura fotografica notturna dei principali centri e delle loro periferie) volti a restituire una coscienza territoriale tramite il filtro dell’arte e dei suoi linguaggi. L’ambiguità della visione e dei suoi punti di vista è poi un altro elemento ricorrente: a Castelfranco si ritrova infatti in un’idea di forma in continua evoluzione, in costante relazione con l’ambiente, e in perenne passaggio. Proprio come la visione nell’atto stesso del guardare o dell’essere guardati. Lo sguardo sulle periferie che nutrirà gli interventi degli architetti di associazione startup, riceve quindi anche con quest’opera un impulso a una visione globale, e a un’idea di relazione con il territorio che non nasce semplicemente dall’appartenenza a certi luoghi, ma da una loro lettura più ampia e meditata. L’area individuata dal collettivo di architetti in questo caso è ritagliata tra la ferrovia e la statale Castellana, caratterizzata da uno stato di abbandono in contrasto con la sua posizione di accesso da Padova e Venezia, che lo rendono un’area dalle intrinseche potenzialità per un significativo sviluppo futuro. Contemporaneamente la proposta progettuale sull’area delle Peschiere di Villa Venezze prende forma dal dialogo stretto con l’opera “…sui miei passi”, affrontando tematiche incentrate sul binomio natura e artificio alla base del lavoro di Valerio Bevilacqua, prestando particolare attenzione alla storicità di un luogo bruscamente contaminato dalla contemporaneità, al quale il progetto darà nuova unità. |
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OGGETTI DA COMPAGNIA MOSTRA PERSONALE DI ANNA PONTEL 15 APRILE – 12 MAGGIO 2010 AREA MOSTRE PALAZZO DEL CINEMA – KINEMAX GORIZIA |
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Gorizia, 12 aprile 2010 - Il 15 aprile inaugura nell’Area mostre del Palazzo del Cinema – Kinemax di Gorizia Oggetti Da Compagnia, personale dell’artista friulana Anna Pontel. La mostra, aperta fino al prossimo 12 maggio, è organizzata dall’Associazione Arterrante e fa parte del progetto “armory – avanguardie femminili in Fvg”, ciclo di esposizioni personali di giovani artiste residenti in Friuli che ha presentato negli scorsi mesi Laura Pozzar, Nancy Rossit e Alina Zardo. Anna Pontel, nata a Gorizia nel 1974, presenta alcuni nuovi lavori creati appositamente per questa mostra: si tratta di “oggetti da compagnia”, oggetti tridimensionali di dimensioni variabili – da pochi centimetri a oltre un metro di altezza – interamente realizzati all’uncinetto, che vengono qui presentati accompagnati a circa 60 disegni che ne mostrano l’utilizzo. L’artista, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, inizia il suo percorso con alcuni lavori sul mito della Barbie, legando da subito la sua ricerca al tema dell’abito, dell’involucro; spesso giocando sull’utilizzo di dimensioni anomale – gli abiti della Barbie in dimensioni giganti -, o riutilizzando oggetti e materiali di uso comune - una collezione di microabiti realizzati in panno-spugna – Pontel tocca spesso i miti legati all’infanzia e al gioco. A questi temi ispiratori, Anna Pontel affianca una forte attitudine al “fare”: i suoi lavori – ma spesso anche le sue performances e le sue installazioni - , realizzati in toto dall’artista, sono frutto di un lungo e preciso lavoro manuale, di una cura attenta e concentrata che diventa parte integrante della creazione di ogni singolo progetto/oggetto. Gli Oggetti Da Compagnia sono un ulteriore sviluppo nel percorso artistico di Anna Pontel e ne riassumono molte delle istanze: all’aspetto giocoso uniscono l’aspetto legato alla pratica del fare – fare con le mani - e sono al contempo degli accessori da indossare, da abbracciare, da portare sul proprio corpo. Maria Campitelli, curatrice indipendente e critica d’arte, scrive a proposito del percorso di Anna Pontel e in particolare degli oggetti da compagnia: “Ecco gli oggetti da compagnia, fatti all’uncinetto, con un’anima di bambagia sintetica, integrati da una gigantografia che ne dimostra l’uso. Dall’abito enfatizzato all’oggetto da tenere con sé, come un cane pechinese, con i connotati pseudo corporei – un mix di animalesco ed umano- certo stupefacente ed inconsueto, con un aspetto psicologico inquietante. La necessità di munirsi di un oggetto rassicurante inanimato - anche se mima qualcosa di vivente - su cui riversare e ricevere calore. Al posto, forse, di un legame con i propri simili, certo più impegnativo e spesso conflittuale. Come a dire una retrocessione dei sentimenti verso gli oggetti, per un angolo di serenità, nella soffocante difficoltà del vivere quotidiano.” [da “Wonderful”, catalogo della mostra omonima, a cura di Maria Campitelli, Serre di Villa Revoltella, Trieste, 2006]. Il progetto armory - avanguardie femminili in Fvg, prende il nome dalla leggendaria esposizione Armory Show, considerata una pietra miliare nella cultura americana di inizio ‘900, che contribuì a portare negli Stati Uniti artisti quali Duchamp, Picasso e molti altri, suscitando controversie, ma al contempo stimolando fortemente i collezionisti americani e rappresentando di fatto il punto di svolta nella diffusione dell´arte moderna in America. Armory è realizzato dall’Associazione Culturale Arterrante di Gorizia, in collaborazione con il Kinemax di Gorizia e con la sponsorizzazione di Valpanera, La Casa del Refosco di Villa Vicentina e del Bar Kubik di Gorizia. Fondata a Gorizia nel 2007 da quattro giovani artiste, Arterrante – www.Arterrante.com/ - è un’associazione che si occupa di realizzare eventi artistici e socio-culturali, con forte attenzione per la specificità del territorio. Lavora sia autonomamente che in collaborazione con altre associazioni operanti in Friuli Venezia-giulia. Tra gli obiettivi primari dell’associazione vi è quello di promuovere artisti locali anche emergenti, favorendone al contempo il contatto con altre realtà di più ampio respiro. |
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