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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Aprile 2010
VALUTAZIONE E TRASPARENZA DEI RISULTATI PER IL SISTEMA SANITARIO  
 
 Roma, 28 aprile 2010 - Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Bonaiuti, hanno presentato il 21 aprile, nella sala stampa di Palazzo Chigi, lo studio elaborato dalla Scuola Superiore Sant’anna di Pisa sui sistemi di valutazione delle performances dei servizi sanitari regionali. L’efficienza dei servizi erogati in Italia sono oggetto di verifica mediante i dati assunti con le “Schede di Dimissione Ospedaliere” (Sdo) o altri flussi ministeriali. A tal fine il Ministro della Salute ha affidato, nell’ambito del progetto “Sistema nazionale di Verifica e controllo sull´Assistenza Sanitaria” (Siveas), al Laboratorio “Management e Sanità” della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa l’elaborazione in via sperimentale di un primo gruppo di indicatori, per misurare l’appropriatezza e la qualità dei servizi sanitari erogati, elaborati a livello regionale, Asl per Asl, Azienda ospedaliera per Azienda ospedaliera. Si tratta complessivamente di un set di 34 indicatori (23 di valutazione e 11 di osservazione), utili per comprendere le criticità e gli aspetti positivi dei principali aspetti della sanità. È questo un primo strumento che andrà a comporre un intero sistema di valutazione delle performance dei sistemi sanitari regionali, attualmente allo studio dell’”Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali” (Agenas), per monitorare l’esito delle cure, l’equità di accesso delle prestazioni erogate e la soddisfazione dei cittadini. L’analisi consiste nel confronto dei risultati regionali e aziendali e prevede anche l’adozione di 5 fasce, caratterizzate da diversi colori di riferimento. Ovviamente, nel confronto tra le regioni, occorre tener conto delle diversità che caratterizzano le modalità organizzative dell’offerta tra le varie realtà territoriali italiane. Questa la definizione delle 5 fasce di riferimento secondo la logica dei “quintili”: I quintile: Risultato ottimo; Ii quintile: Risultato buono; Iii quintile: Risultato medio; Iv quintile; Risultato scarso; V quintile: Risultato pessimo. I dati sono disponibili e scaricabili via web sul portale del Ministero della Salute (www.Salute.gov.it), nella sezione dedicata al Siveas. Per questa prima tranche di valutazione sono stati analizzati solo gli aspetti più significativi del sistema sanitario, fra cui: il governo della domanda; l’efficienza; l’appropriatezza delle prestazioni mediche e chirurgiche; la qualità clinica; l’efficacia assistenziale delle patologie croniche; l’efficienza prescrittiva farmaceutica; l’efficacia dell’assistenza collettiva e di prevenzione. Nei documenti sono riportati i risultati conseguiti su questo primo set di indicatori anche con il ‘metodo del bersaglio’, dove si posizionano al centro le migliori performance, e più distanti dal centro i risultati di maggiore criticità. Si tratta pertanto di una fotografia sintetica dei punti di forza e di debolezza di ciascun sistema sanitario regionale, che permette di entrare nel dettaglio di ciascun indicatore calcolato - per gli anni 2007 e 2008 - per As o per soggetto erogatore in base alla tipologia di misura. Sulla base delle segnalazioni e dei suggerimenti pervenuti dalle Regioni al Ministero, il Laboratorio “Management e Sanità” della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa ha elaborato i dati relativi al 2008, introducendo, nel pacchetto delle misure, anche gli indicatori previsti dal “Patto per la Salute”. La selezione di questi primi indicatori proposti si basa sull’esperienza condotta dal Laboratorio “Management e Sanità” in ambito di valutazione della performance in diverse regioni italiane, nonché sul confronto con altre realtà internazionali, quali l’Ontario in Canada, la regione Valenciana in Spagna ed il sistema sanitario inglese. Il percorso verso la valutazione e la trasparenza dei risultati per il sistema sanitario nazionale sarà completato con ulteriori indicatori a cui Agenas e Ministero stanno lavorando. La sfida è certamente complessa; la trasparenza dei risultati ed il confronto quale meccanismi di crescita e di miglioramento del sistema sanitario nazionale sono, infatti, i fattori cruciali su cui puntare nei prossimi anni.  
   
   
MEDICINA RIGENERATIVA. REMEDIS 2010  
 
Iasi, 28 aprile 2010 - Dal 15 al 18 luglio 2010 si terrà a Iasi, in Romania, la conferenza internazionale Remedis 2010 dedicata alla medicina rigenerativa. L´evento sarà caratterizzato da un programma focalizzato sulla messa in rete della ricerca interdisciplinare per promuovere l´avanzamento della ricerca, l´applicazione clinica e traslazionale nel settore della medicina rigenerativa. La medicina rigenerativa è un settore in rapida crescita che coinvolge le scienze della vita, naturali e ingegneristiche. Essa mira a sviluppare cellule, tessuti, e organi sostitutivi funzionali al fine di ripristinare l´anatomia e le funzioni perdute a causa di anomalie congenite, traumi, malattie o invecchiamento. I metodi terapeutici attualmente disponibili, la chirurgia ricostruttiva, i trapianti di tessuto e organi offrono soluzioni valide per una serie di patologie. Essi presentano tuttavia ancora limitazioni cliniche. Al contempo, i prodotti per la medicina rigenerativa non conoscono ancora una vasta applicazione clinica, nonostante esista una promettente ricerca nel campo della biologia cellulare, dei biomateriali e delle biotecnologie. Tra i partecipanti all´evento ci saranno ricercatori, rappresentanti delle aziende biotecnologiche e medici. L´edizione di quest´anno aggiungerà la biotecnologia alle soluzioni scientifiche d´avanguardia per aiutare la salute, la riabilitazione e il recupero della dignità umana. Per ulteriori informazioni, visitare: http://89.120.4.153/remedis/    
   
   
IL SEGRETO DEL VERME DI RIGENERARE PARTI DEL CORPO  
 
Bruxelles, 28 aprile 2010 - Scienziati britannici hanno scoperto il gene intelligente che è alla base della capacità della planaria di rigenerare la propria testa, cervello e altre parti del corpo dopo l´amputazione. La capacità di imitare questo straordinario fenomeno naturale potrebbe un giorno permettere la rigenerazione di organi e tessuti umani danneggiati. Lo studio è pubblicato sulla rivista Public Library of Science (Plos) Genetics. Uno dei principali obiettivi a lungo termine della scienza biomedica è quello di comprendere le basi genetiche di "riprodurre" o rigenerare tessuti partendo da strutture adulte. Nel documento, il team di ricerca dell´Università di Nottingham fa notare che la capacità di rigenerarsi è molto diffusa tra gli animali; questo permette agli scienziati di studiare le risposte dell´evoluzione al coordinamento di questo processo. Il dottor Aziz Aboobaker della stessa università ha spiegato che anche un semplice verme ci offre una grande opportunità per capire la rigenerazione tissutale. "Vogliamo riuscire a capire come le cellule staminali adulte degli animali sono in grado di lavorare collettivamente per formare e sostituire organi e tessuti danneggiati o mancanti. I progressi compiuti nella comprensione del meccanismo negli altri animali possono presto risultare rilevanti per gli esseri umani", ha detto il dottor Aboobaker. La planaria ha una popolazione di cellule staminali che possono dividersi rapidamente, permettendo la generazione di diversi tipi di cellule mancanti dopo l´amputazione, come ad esempio cellule muscolari, intestinali e anche cerebrali. Il mix di geni attivi in queste cellule staminali e tessuti rimanenti sono quindi in grado di gestire il processo di rigenerazione in modo che le nuove strutture sono della giusta dimensione, forma e orientamento, e di finire nel posto giusto. Il risultato finale del processo è un organismo di nuovo perfettamente funzionante. Grazie a questa nuova ricerca, ora sappiamo che il gene "Smed-prep" è in gran parte responsabile di questa straordinaria capacità. Il gene è specificamente necessario per "coordinare la rigenerazione del cervello della planaria, probabilmente la parte più interessante della sua rigenerazione", scrivono gli scienziati. Il dottorando e co-autore dello studio Felix Daniel ha detto che la comprensione delle basi molecolari per il rimodellamento dei tessuti e la rigenerazione è fondamentale per la medicina rigenerativa. Le planarie sono note per la loro eccezionale capacità di rigenerazione, essendo questi vermi in grado di rigenerare una testa nuova dopo la decapitazione. Con il gene homeobox Smed-prep abbiamo caratterizzato il primo gene necessario per correggere il destino anteriore e il patterning durante la rigenerazione". Il dottor Aboobaker ha aggiunto che, sapendo cosa sta avvenendo quando i tessuti si rigenerano in circostanze normali, gli scienziati possono cominciare a formulare come rimpiazzare in modo sicuro gli organi, i tessuti e le cellule danneggiati e malati in caso di trauma o malattia. Queste informazioni potrebbero ad esempio portare a nuovi trattamenti per la malattia di Alzheimer, ha sottolineato. "Con questa consapevolezza possiamo anche valutare le conseguenze di ciò che accade quando qualcosa va male durante i normali processi di rinnovo delle cellule staminali, per esempio nel sistema di cellule ematiche in cui le cellule staminali "canaglia" possono causare la leucemia", ha concluso il dottor Aboobaker. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Genetics: http://www.Plosgenetics.org/home.action  University of Nottingham: http://www.Nottingham.ac.uk/    
   
   
TEST PER L’HIV SULLA SALIVA PROGETTO - PILOTA SAN RAFFAELE CONTRO L’HIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI VIROLOGIA MEDICA 2010  
 
Milano, 28 aprile 2010 – Dal 5 al 7 maggio l’Università Vita-salute San Raffaele ospiterà, presso la sede di via Olgettina, il quarto congresso nazionale della Sivim, la Società Italiana di Virologia Medica ( www.Sivim2010.org/ ), presieduto dai professori G. Antonelli, M. Clementi e A. Lazzarin. Principale obiettivo del congresso è quello di stimolare il passaggio di nuove informazioni tra la ricerca virologica e molecolare e la pratica clinica per la diagnostica e la cura delle infezioni virali. Il convegno si prefigge di promuovere lo studio della virologia medica sia per quanto riguarda la genesi delle patologie associate ad infezioni virali, sia per lo sviluppo di nuove terapie. Oggetto della tre giornate saranno i temi più stringenti e attuali della virologia, come i nuovi virus respiratori, i virus dell’epatite e l’infezione da Hiv, ma anche i temi riguardanti l’evoluzione dei virus e il passaggio all’uomo dei virus animali. Il Prof. Adriano Lazzarin, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Irccs San Raffaele e membro del comitato organizzatore del congresso: “I progressi fatti in questi ultimi anni nella diagnostica delle infezioni virali ne hanno notevolmente enfatizzato il ruolo in molte malattie che fino ad ora non avevano una diagnosi. Gli strumenti che oggi abbiamo per studiare la risposta immune dell’organismo ad un virus e la sua evoluzione non sono utili solo alla diagnosi, ma anche alla cura, in quanto forniscono le conoscenze necessarie allo sviluppo di farmaci e vaccini. Sul piano della formazione, dell’offerta e della richiesta di diagnosi e cura delle infezioni virali la pratica clinica non ha colto ancora a mio parere tutte le potenzialità che la virologia medica è in grado di offrire.” Il Prof. Massimo Clementi, Primario del Laboratorio di Virologia e Microbiologia, Irccs San Raffaele: “In questa occasione verranno presentati per la prima volta in Italia importanti studi che riguardano il trattamento con anticorpi umani di importanti infezioni virali come l’infezione dell’epatite c e da virus influenzali.” Non solo però un’occasione di incontro tra addetti ai lavori e scambio tra ricercatori e clinici: il 7 maggio, ultimo giorno del convegno, il San Raffaele e il suo servizio di medicina di laboratorio Laboraf Diagnostica e Ricerca San Raffaele aprono dalle 11 alle 18 il punto prelievi di via Spallanzani 15 a tutti i cittadini che vorranno sottoporsi al test rapido per l’Hiv sulla saliva con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione alla diagnosi precoce ed alla cura tempestiva di una infezione che trascurata può avere un’evoluzione drammatica. Si tratta di un esame rapido e non invasivo che rileva, tramite un tampone orale, la presenza di anticorpi diretti contro l’Hiv: segnala cioè se vi è stato un contatto con il virus. Il test rapido salivare, registrato dall’Unione Europea, ad oggi non è distribuito in Italia: a seguito dell’iniziativa Progetto Easy-test che ha coinvolto la popolazione milanese alla fine del 2009, il San Raffaele mette nuovamente a disposizione il suo personale tecnico per continuare a promuovere la consapevolezza rispetto al virus e alla sua trasmissione. Il test viene effettuato gratuitamente e in forma anonima: in pochi minuti viene fornito il risultato – in caso di positività al test rapido salivare la persona esaminata verrà sottoposta ad un test sul sangue di controllo. La Dott.ssa Fernanda Dorigatti, Direttore Medico di Laboraf Diagnostica e Ricerca dell’Ospedale San Raffaele: “Con i nostri punti prelievo siamo in tutto il territorio cittadino, vicini alle persone, nei luoghi di maggiore afflusso: ci sembrava importante aprire una di queste sedi per farne un luogo d’incontro, di consapevolezza e di prevenzione contro il virus dell’Hiv.” La Dott.ssa Laura Soldini, Specialista in Malattie Infettive, Microbiologia, Virologia, Responsabile delle Sedi Esterne Laboraf Diagnostica e Ricerca dell’Ospedale San Raffaele: “Dopo la positiva esperienza del Progetto Easy-test nello scorso mese di Dicembre, in cui quasi 900 persone si sono sottoposte all’esame e più di 5000 hanno chiesto informazioni sull’infezione da Hiv, speriamo che in molti, giovani e non, decidano di affidarsi il 7 maggio alla discrezione di un test efficace e rapido.”  
   
   
ICTUS ISCHEMICO: ALL’OSPEDALE DI BENEVENTO PRIMI TRATTAMENTI DI TROMBOLISI  
 
Benevento, 28 aprile 2010 – Eseguiti con successo presso la Stroke Unit della U.o.c. Di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera G. Rummo di Benevento, i primi due trattamenti di trombolisi in pazienti colpiti da ictus cerebrale ischemico. I due casi, ambedue maschi rispettivamente di 43 e 67 anni, una volta effettuate le indagini diagnostiche del caso, sono stati tempestivamente sottoposti alla terapia trombolitica, che prevede la somministrazione di un farmaco (alteplase) che agisce sciogliendo i coaguli di sangue. “Nell’ultimo decennio le problematiche connesse all’ictus hanno registrato una notevole evoluzione grazie alla proposta di modelli organizzativo-assistenziali più efficaci e all’avvento di nuove terapie per la fase acuta – ha dichiarato il Direttore dell’U.o.c di Neurologia e Stroke Unit, Dottor Michele Feleppa – Solo un’assistenza tempestiva ed adeguata può evitare, infatti, gravi disabilità se non addirittura la morte. Per questo motivo – continua il Dottor Feleppa - risulta indispensabile seguire un preciso percorso assistenziale dalle primissime fasi d’intervento: ricovero in una stroke unit con équipe multidisciplinare, accesso alla diagnostica per immagini, somministrazione della terapia trombolitica (quando indicata), fino alla dimissione protetta con reinserimento sociale e familiare del paziente”. “Il primo intervento fondamentale, infatti, è quello di accertare appena possibile, con Tac o risonanza magnetica, se si tratta di ischemia o emorragia – ha precisato il Dottor Marco Sparaco, Responsabile della Stroke Unit; nella prima ipotesi, in casi selezionati (pazienti al di sotto degli 80 anni, con deficit neurologico né troppo grave né troppo lieve, senza storia di pregresso ictus, etc.) la terapia d’elezione è la trombolisi”. Secondo le indicazioni per le quali alteplase è attualmente approvato, i pazienti devono ricevere il farmaco entro tre ore dalla comparsa dei sintomi dell’ictus, anche se i nuovi risultati emersi dello studio clinico Ecass 3 dimostrano oltre alla concreta efficacia delle terapia anche la possibile estensione del limite temporale da tre a quattro ore e mezza dall’insorgenza dell’ictus ischemico. L’ictus ogni anno colpisce in Italia oltre 190 mila persone, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive. Uno su tre, circa, di questi pazienti oggi muore entro un mese dall’evento e il 40% supera l’ictus con una disabilità residua. La patologia rappresenta, infatti, la prima causa di invalidità, la seconda di demenza e la terza di mortalità (dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie) tra gli adulti nei paesi industrializzati. “E’ oramai consolidato che per garantire al paziente il miglior risultato in termini di sopravvivenza e minor invalidità il ricovero deve essere eseguito in Stroke Unit, ovvero strutture dotate del personale medico e infermieristico, nonché delle strumentazioni necessarie a tutti gli interventi del caso – conclude il Dottor Sparaco”. “Le strutture autorizzate alla somministrazione della terapia trombolitica, come quella dell’Ospedale di Benevento autorizzata, tra l’altro, dalla Commissione del Progetto Internazionale Sitts-most – ricorda il Dottor Feleppa - sono circa 90 sul territorio nazionale con una maggior concentrazione al centro e al nord del Paese. Dovrebbero sicuramente essere di più, così da garantire a tutti i cittadini prospettive ancora migliori per la cura dell’ictus ischemico. Si coglie l’occasione per ringraziare l’attuale management nella persona del Direttore Generale, Dottor Rosario Lanzetta, che ha manifestato una spiccata sensibilità a sostegno di interventi diagnostici e terapeutici per l’ictus cerebrale. Un ringraziamento va anche al servizio 118 il cui impegno è fondamentale per l’invio in Pronto Soccorso di pazienti eligibili nelle 3 ore”.  
   
   
L’AIDS È TUTT’ALTRO CHE SCOMPARSA, MILANO NON DEVE ABBASSARE LA GUARDIA IN UN ANNO 6 NUOVI CASI OGNI 100MILA ABITANTI. PER ARGINARE IL FENOMENO INTERVENTI DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE  
 
Milano, 28 aprile 2010 - Si è svolta ieri a Palazzo Marino la premiazione del concorso Milancontrolaids per i migliori video sulla prevenzione dell’Hiv. Nel corso della manifestazione, cui ha partecipato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, sono stati presentati dati aggiornati sull’infezione a Milano e in Lombardia. Un terzo dei casi nazionali viene diagnosticato nella nostra Regione e la metà di questi solo nel capoluogo. Il ritmo del contagio è drammatico: una malattia conclamata ogni 5 contatti con il virus. Dal 1996 al 2008 è addirittura triplicata la percentuale di persone che scoprono troppo tardi di essere state infettate, e sempre più spesso non si tratta di soggetti cosiddetti a rischio, ma di persone eterosessuali di tutte le età. Frequentemente il contagio avviene all’interno di coppie fisse a causa della disinvoltura e della pericolosissima leggerezza di uno dei partner. “I giovanissimi, non hanno coscienza del rischio - ha detto l’assessore Landi di Chiavenna - e affrontano la sessualità come una sfida, una ordalia per entrare nel gruppo, una dimostrazione di maturità anticipata, un gioco, dalle conseguenze a volte tragiche. Un pericolo che riguarda in particolar modo le giovanissime sotto i 26 anni. Secondo un sondaggio della Sigo (Società Italiana Ginecologia e Ostetricia) una ragazza su 6, a 14 anni ha già avuto rapporti sessuali e quasi sempre senza profilattico. É ben del 37% la percentuale delle adolescenti che sceglie un rapporto non protetto e del 20% quella di coloro che ricorrono al coito interrotto”. “Per 6 ragazze su 10 la prima volta avviene fra i 15 e i 18 anni, ma - ha spiegato Landi - il fidanzato si rivela solo un partner occasionale che spesso non dura più dell’anno scolastico. Il 43% delle intervistate ha già collezionato 4 partner dopo il primo. Siamo, pertanto, di fronte a un gigantesco problema di prevenzione. Urge un’informazione molto più capillare di quanta se ne faccia oggi, a partire dai banchi di scuola, perché non a caso il 10% delle adolescenti si ritaglia un’alcova nei locali del proprio istituto scolastico. Alcune, precocissime, già alle medie inferiori”. “C’è inoltre – ha aggiunto - un preoccupante dilagare di comportamenti sessuali impropri, che all’affettività e all’incontro sostituiscono il commercio del corpo, per ottenere piccoli favori, denaro, oggetti griffati di culto. Conosciamo tutti la vicenda della ragazzina di una scuola media inferiore di Salò costretta dai compagni maschi a subire e prestare attenzioni sessuali durante l’ora di letteratura francese. Un fenomeno non isolato, anzi, diffuso, che non esito a definire di microprostituzione, e che come assessore alla Salute ho denunciato per primo”. “Il quadro è sconfortante – ha concluso l’assessore -. Dobbiamo pertanto proseguire il nostro impegno istituzionale a diffondere un’informazione capillare tra i giovani e a fornire adeguati strumenti di comprensione ai genitori, agli insegnanti e agli educatori”.  
   
   
ASP: CORSO A MELFI SU ANGIOMI E ANOMALIE VASCOLARI GLI OPERATORI SANITARI ESAMINERANNO IL PESO FAMILIARE E SOCIALE DELLA PATOLOGIA  
 
Potenza, 28 aprile 2010 - Organizzato dall´Asp in collaborazione con la Fondazione “Alessandra Bisceglia”, venerdì 30 con inizio alle 15,00, si terrà a Melfi, nella sala convegni del Centro Hospitalis (ex Ospedale S.giovanni di Dio), il corso di aggiornamento "Angiomi e anomalie vascolari - Il Peso Familiare e Sociale della Patologia”. Il corso, indirizzato a medici, infermieri, ostetriche e psicologi, mira a migliorare le conoscenze degli operatori sanitari nel campo degli angiomi e delle anomalie vascolari; individuare un percorso diagnostico-terapeutico appropriato; migliorare le strategie di comunicazione per meglio orientare i pazienti e le loro famiglie; razionalizzare la relativa spesa sanitaria. Alla base della iniziativa - riferisce l´Asp - vi è la consapevolezza delle difficoltà che la rarità e la non univoca classificazione delle anomalie vascolari e dei relativi meccanismi fisiopatologici creano per la loro comprensione; l’esigenza di individuare un linguaggio universalmente condiviso; la necessità di acquisire conoscenze indispensabili per un corretto inquadramento diagnostico su cui basare un “percorso protetto” per i pazienti e le loro famiglie. La realizzazione di un simile progetto permetterebbe a pazienti e famiglie una migliore qualità di vita e un corretto risultato terapeutico, mettendo fine alla disordinata e angosciosa ricerca di aiuto, che crea un dispendio di risorse, che ricade pesantemente sulla comunità, o, peggio, sui singoli cittadini, spesso senza produrre la attesa competente risposta. Relazionano Carlo Umberto Casciani, commissario straordinario Agenzia regionale Lazio Trapianti, Cosmo Ferruccio De Stefano, Direttore U.o. Chirurgia Plastica-estetica-ricostruttiva Università Tor Vergata- Roma, Francesca Malatacca-psicologa Psicoterapeuta- Roma, Giuseppe Noia, professore Medicina Età Prenatale-università Cattolica-roma, Ornella Solign, direttore Dipartimento Materno Infantile- Asp Potenza. Aprirà i lavori il direttore generale dell´Asp, Pasquale Amendola. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo.  
   
   
DISTROFIA MUSCOLARE: UNO STUDIO IN UN MODELLO MURINO DIMOSTRA L´EFFICACIA DI UNA COMBINAZIONE DI FARMACI GIÀ APPROVATI PER L´USO UMANO  
 
Bosisio Parini, 28 aprile 2010 - Un gruppo di ricercatori dell´Irccs "E. Medea" - La Nostra Famiglia, in collaborazione con ricercatori dell´Università di Milano, dell´Azienda Ospedaliera L. Sacco e dell´Irccs San Raffaele e coordinati dal Prof. Emilio Clementi, ha dimostrato che una combinazione di farmaci già utilizzati singolarmente nell´uomo, un antiifiammatorio non steroideo ed un farmaco della famiglia dei nitrati, ha efficacia terapeutica in un modello animale di distrofia muscolare, il topo privo del gene alfa-sarcoglicano. Lo studio, finanziato da Telethon Italia ed Association Francaise contre les Myopathies è stato pubblicato dalla rivista British Journal of Pharmacology. La sperimentazione è durata un anno e ha riguardato un campione murino affetto da una forma di distrofia muscolare severa con aspetti patologici simili alla distrofia muscolare di Duchenne umana. Alla fine del trattamento i topi, ai quali era stata somministrata una combinazione di farmaci con proprietà antiinfiammatoria e capaci di rilasciare nitrossido, hanno manifestato un aumento della resistenza allo sforzo muscolare, un miglioramento della struttura muscolare con riduzione delle componenti fibrotica e infiammatoria e un rallentamento del decorso della patologia murina in assenza di effetti collaterali. Il fatto che gli effetti benefici si siano mantenuti per tutto il periodo di studio è un indicatore importante di potenziale efficacia per una patologia a decorso cronico e progressivo come è la distrofia muscolare umana. L´approccio farmacologico non è certamente risolutivo di patologie su base genetica, come le distrofie, tuttavia il rallentamento del decorso clinico e il fatto che il trattamento possa essere utilizzato in più forme di distrofia muscolare è certamente un risultato importante, anche se la sua validità nelle distrofie umane necessita ancora di una prova clinica. "Il nostro intento è quello di identificare approcci farmacologici innovativi capaci in se stessi di rallentare il decorso della malattia ma che possano anche fornire sostegno adeguato alla terapia cellulare - spiega Clementi - abbiamo riscontrato in questa combinazione proprietà farmacologiche importanti, che possono migliorare il quadro patologico ed agire in sinergia terapeutica con le cellule staminali". Grazie al sostegno economico di Parent Project onlus Italia e dell´Ircss "E Medea", la tollerabilità e sicurezza del trattamento combinato con questi farmaci sono ora in uno studio clinico - il cui reclutamento si è chiuso - in un gruppo di pazienti distrofici adulti presso l´Irccs Medea stesso.  
   
   
RIUNITA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO. ZAIA: “IL DEFICIT 2009 DELLA SANTA’ CERTIFICATO A SOLI 25 MILIONI DI EURO”  
 
Venezia, 28 aprile 2010 - Il disavanzo certificato della sanità veneta per l’anno 2009 è di 25 milioni di euro. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Luca Zaia, inaugurando ieri a palazzo Balbi una nuova stagione nei rapporti con il mondo dell’informazione, che prevede un incontro con la stampa a conclusione di ogni seduta della Giunta regionale per illustrare i principali provvedimenti assunti, alla presenza degli Assessori. “Uno sforamento di 25 milioni di euro – ha detto Zaia – è un risultato molto positivo a fronte di altri anni nei quali si raggiungevano cifre anche superiori ai 100 milioni. E’ stato raggiunto grazie ad un importante lavoro dell’intera macchina sanitaria veneta, che ancora una volta è stata capace di tenere i conti in ordine e di garantire la qualità del servizio”. Sulla questione sono intervenuti gli Assessori al Bilancio, Roberto Ciambetti, e alla Sanità, Luca Coletto. “Nel rispetto della normativa vigente a livello nazionale è già stato avviato avviato il primo esame di un provvedimento per la copertura del disavanzo, utilizzando risorse che si sono già rese disponibili nell’esercizio in corso. “Siamo di fronte ad un dato quasi fisiologico – sottolineato Ciambetti – sul quale interverremo tempestivamente. La nostra Regione, anche in questo caso, dimostra di essere in grado di far fronte a situazioni di emergenza finanziaria. Ciò è possibile grazie alla professionalità di chi ha redatto i bilanci regionali, che ha usato le giuste cautele nella predisposizione del preventivo, garantendo oggi una disponibilità finanziaria che sapremo usare bene. Nel dar merito ai nostri dirigenti – ha aggiunto – rilevo che se anche la Grecia avesse operato a suo tempo con questa prudenza e avesse funzionari competenti, probabilmente non si troverebbe oggi nella situazione in cui è precipitata”. “Un deficit di 25 milioni di euro rispetto ad un flusso di cassa di circa 8 miliardi e mezzo di euro – ha detto da parte sua Coletto – è un risultato importante, che testimonia come tenere i conti quasi in ordine sia sì difficile, ma non impossibile. Vorrei ricordare che siamo ad un livello infinitamente più basso rispetto a tante altre Regioni italiane, dove il servizio sanitario è più scadente e costa anche molto di più”. Nel corso dell’incontro con la stampa, il Presidente Zaia ha illustrato anche altri argomenti affrontati oggi dall’esecutivo veneto. Tra questi, l’affinamento dell’organizzazione per far funzionare al meglio la macchina regionale ed in particolare quella degli uffici di palazzo Balbi.  
   
   
PRIMA PIETRA DEL NUOVO DISTRETTO SOCIOSANITARIO DI BRESSANONE  
 
Bressanone, 28 aprile 2010 - Il servizio di medicina di base, quello per le dipendenze, il Centro di salute mentale e la direzione amministrativa del distretto, una struttura per persone senza fissa dimora: sono alcuni dei servizi che troveranno posto nel futuro distretto sociosanitario di Bressanone in via Roma. Il 27 aprile la cerimonia di posa della prima pietra con il presidente della Provincia Luis Durnwalder e gli assessori Florian Mussner e Richard Theiner. La sede attuale del distretto sociosanitario, Ex Cassa Malati in via Roma 7 a Bressanone, risale ai primi anni Trenta ed ospita una serie di servizi ampliatisi negli anni. Da qui la decisione di costruire un edificio accessorio adiacente all´esistente, destinato a successiva ristrutturazione, per garantire spazi più adeguati ai vari servizi. Alla cerimonia di posa della prima pietra del nuovo edificio realizzazo dalla Provincia, con costi stimati in 7,7 milioni di euro, hanno presenziato il presidente Durnwalder e gli assessori Mussner (lavori pubblici) e Theiner (sanità). L’edificio, progettato dagli architetti Walter Pardeller, Josef Putzer e Michael Scherer, sarà a tre livelli fuori terra e avrà una pianta a “L”. Con il nuovo assetto si creano una piazzetta ed una corte interna adibita a giardino. Previsti anche un parcheggio interrato per 36 posti macchina, gli archivi ed i locali tecnici. Nel nuovo edificio avranno posto il distretto sanitario e gli altri servizi sanitari mentre nell’edificio esistente sono previsti vari servizi sociali. Cronologicamente si parte prima con la realizzazione del nuovo distretto sanitario (entro il 2012) e successivamente verrà ristrutturato l’edificio dell’ Ex Cassa Malati (entro il 2013), che è anche in parte sotto tutela architettonica. La cubatura complessiva sarà di 17mila mc. Nel nuovo edificio adibito a distretto sanitario troveranno posto il servizio di medicina di base, il servizio infermieristico, la ripartizione prestazioni, il centro di salute mentale e il servizio per le tossicodipendenze. Il vecchio edificio risanato ospiterà invece il servizio di assistenza domiciliare, una struttura semiresidenziale notturna e il servizio veterinario. "Proprio nel settore sociosanitario non vogliamo concentrare i servizi nel capoluogo ma estenderli anche alle valli", ha sottolineato Durnwalder. Sono una ventina i distretti sanitari nel programma provinciale in base ai mezzi finanziari disponibili, "ma la rete dei servizi sociali è ben diffusa sul territorio." Parallelamente al riordino del settore sanitario provinciale, ha aggiunto l´assesore Mussner, "devono essere costruite anche le strutture necessarie, nelle quali sia il paziente che il personale sanitario possano muoversi al meglio." L´esigenza di coordinare meglio i diversi servizi dislocati nelle varie sedi è stata ribadita dall´assessore Theiner: "Non si creano doppioni con gli ospedali, ai quali è demandata l´offerta delle prestazioni mediche specialistiche, mentre nei distretti sono assicurati i servizi di assistenza e prevenzione. E a Bressanone abbiamo previsto anche una struttura notturna per le persone senza fissa dimora." Gli ha fatto eco il direttore del comprensorio sanitario di Bressanone, Siegfried Gatscher, che ha rilevato l´importanza di contare su sedi logistiche che garantiscano i servizi sociali di base vicino alla persona. Il direttore dell´Azienda sanitaria provinciale Andreas Fabi ha infine ribadito la necessitá di mantenere un equilibrio tra l´ospedale e le strutture sul territorio, un rapporto finora ben calibrato.  
   
   
SERVIZI SOCIALI: “DONARE IN MUSICA E PAROLE” GIOVEDI’ 29 APRILE INIZIATIVE A VERONA  
 
Verona, 28 aprile 2010 - Promuovere e valorizzare la donazione degli organi da persona vivente. Questo l’obiettivo dello spettacolo musicale “Donare in musica e Parole”, in programma giovedì 29 alle ore 21, all’auditorium della Gran Guardia. L’evento, presentato il 26 aprile dall’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco, è promosso dall’associazione Rene Trapiantati Italiani di Verona in collaborazione con le associazioni veronesi Aido, Fidas, Avis, Admor, Asfa, Arti, Fevoss, Arti, Anft e Fitot e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Verona e della Regione Veneto. Presenti il presidente Arti Massimo Nidini, il presidente provinciale dell’Aido Celso Da Campo, il responsabile Centro Trapianti Renali di Verona Luigi Boschiero, il direttore Uoc Ematologia Giovanni Pizzolo ed il direttore della 1^ Chirurgia Clinicizzata Centro Trapianti Claudio Cordiano; presente anche il direttore artistico dello spettacolo “Donare in musica e Parole” Gianni Dall’aglio. “Una iniziativa dall’importante valenza sociale – ha detto Bertacco – che punta a promuovere ed accrescere fra i cittadini veronesi, con una serata di musica e di divertimento, la cultura del trapianto e della donazione degli organi”. Il concerto, costo d’ingresso 12 euro, avrà per protagonisti i Nomadi, i Ribelli, Diego Parassole, Massimo Luca, Gabriele Bolcato Quartet, Funkeys, Fase Rem, Paolo Tosi, Nuova Versione. Presenta Susanna Barcotto. Per sensibilizzare ed aumentare l’informazione su questo tema, sempre giovedì 29 aprile, dalle ore 10 alle ore 13.30, nell’aula magna del Policlinico di Borgo Roma, si terrà il seminario scientifico-culturale “Conosci la donazione?”. Nel corso dell’incontro saranno approfondite le tematiche legate ai trapianti, con particolare attenzione alle problematiche sociali e psicologiche della donazione tra persone viventi.  
   
   
ARTE,12.000 VISITATORI PER LA MOSTRA AL PIRELLI FORMIGONI: SCOMMESSA VINTA, IN PREPARAZIONE ALTRE INIZIATIVE  
 
 Milano, 28 aprile 2010 - Sono quasi 12.000 le persone che, dal giorno dell´apertura (3 dicembre 2009) al 25 aprile, giorno di chiusura, hanno visitato la mostra "Dipinti lombardi dal Rinascimento al Barocco" e l´Artbox, ospitati al Palazzo Pirelli, nell´ambito del progetto "La Regione dà luce all´arte". La rassegna dedicata al Rinascimento e al Barocco - prorogata di due mesi (dal 28 febbraio al 25 aprile) proprio per soddisfare le numerose richieste pervenute - ha dato la possibilità di ammirare 22 capolavori provenienti dal patrimonio degli ospedali lombardi (Giovanni Cariani, Moretto da Brescia, Romanino, Giovanni Battista Moroni, Camillo Procaccini, Fra´ Galgario tra gli altri). L´artbox invece, lo spazio esclusivo allestito nell´atrio del Palazzo per mettere il visitatore a tu per tu con l´opera d´arte, ha accolto quattro importanti opere: "Il Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe" di Francesco Hayez (dal 3 dicembre al 10 gennaio); il "San Benedetto" di Antonello da Messina (dal 14 gennaio al 14 febbraio); "Il Ritratto di Giulio Romano" di Tiziano Vecellio (dal 18 febbraio al 21 marzo); il "Ritratto di Carlo Carvaglio" di Mario Sironi (dal 25 marzo al 25 aprile). "Si tratta di una scommessa vinta - commenta il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - Questa nostra iniziativa ha avuto un grandissimo successo; sono state infatti moltissime le persone che hanno accolto l´invito a godere i capolavori artistici che abbiamo ospitato al Palazzo Pirelli, ´costringendoci´ a prorogare di due mesi l´apertura della mostra". "Con questo progetto - prosegue Formigoni - abbiamo voluto mettere a disposizione di tutti un patrimonio di bellezza e di arte di altissima qualità, recuperando i capolavori, spesso poco conosciuti, degli ospedali lombardi. Si tratta di un patrimonio che conta oltre 20.000 oggetti, di cui 8.000 dipinti, oltre ad archivi biblioteche e altri importanti manufatti. I cittadini hanno dimostrato di condividere e apprezzare il nostro lavoro indirizzato a recuperare e rendere fruibile questa ricchezza, anche in forme nuove". Da ricordare, a questo proposito, le proiezioni per una settimana dei quadri o di loro particolari sulla facciata del Pirelli e l´allestimento, arricchito da sistemi tecnologici innovativi: tavolo multi-mediale con schermi interattivi, filmati scaricabili su telefonino con tecnologia bluetooth, dida-frame con dettagli e sum-up delle opere). Non è la prima volta che il Palazzo Pirelli viene utilizzato per ospitare eventi culturali. Il 4 aprile del 2008 lo stesso Formigoni ha inaugurato una mostra dedicata all´arte degli anni ´50 con le opere provenienti dalla collezione di Domenico Talamoni. A luglio 2009 sono state invece ospitate due mostre fotografiche (una dedicata all´acqua e l´altra al Palazzo Pirelli) e, al 26mo piano, una annunciazione di anonimo del ´500 (due statue in legno dorato e policromo). "Abbiamo già in programma - conclude Formigoni - altre iniziative che coinvolgeranno non solo il Palazzo Pirelli ma anche Palazzo Lombardia, che sarà dotato di spazi per attività culturali, mostre, eventi e quant´altro".  
   
   
VELA/ELBA: DISPUTATO A RIO MARINA IL CAMPIONATO ZONALE LASER  
 
Rio Marina, 28 aprile 2010 – “Un grande lavoro di squadra del Comitato”, questo è stato il commento conclusivo di Piero Canovai, presidente del Comitato Circoli Velici Elbani, in occasione della terza prova stagionale del Campionato Zonale Laser disputato sul campo di regata del Centro Velico Elbano a Rio Marina. Una trentina i timonieri impegnati che hanno portato a termine due manche per le tre divisioni in gara: Standard, Radial e 4.7. Grazie alla collaborazione di tutti i circoli velici che fanno parte del Comitato le regate si sono svolte in maniera impeccabile sotto tutti i punti di vista, dalla posa delle boe alla premiazione. Un importante presupposto per poter rilanciare ai massimi livelli l’attività agonistica dello sport velico sulla principale isola dell’arcipelago toscano. Dopo le due prove disputate nella classe Laser Radial il migliore in classifica è risultato il livornese Alessandro Caroli (1-2) che preceduto lo spezzino Marcello Paesani e un altro livornese, Alberto Dalla Vacche, classificatisi rispettivamente al secondo e terzo posto. Nella divisione Laser 4.7 vittoria incontrastata della velista Claretta Tempesti di Castiglioncello che in entrambe le manche è stata la prima a tagliare la linea d’arrivo. Al secondo e terzo posto rispettivamente figurano il livornese Matteo Jeri e Sara Letizia da Talamone. In questa divisione hanno regatato anche gli elbani portacolori del Club del Mare Manuela Vitiello, Lucrezia Vivaldi e Samuele Spinetti. Infine nella divisione maggiore, la classe olimpica Laser Standard, il primo è stato il livornese William Fogli che ha concluso davanti al cecinese Francesco Bottoni e a Massimiliano Piccinetti da Pietrabianca. Anche in questa divisione era presente un velista di Marina di Campo, Federico Galli. Il Comitato Circoli Velici Elbani è composto dai seguenti sodalizi velici dell’isola d’Elba: Centro Velico Elbano/rio Marina, Club del Mare/marina di Campo, Lega Navale Italiana/portoferraio, Circolo della Vela Marciana Marina, Circolo Velico Porto Azzurro, Circolo Nautico San Giovanni, Associazione Nautica La Guardiola/procchio (Marciana), Circolo Velico Capoliveri, Circolo Nautico Cavo.