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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Giugno 2010
L´IMPEGNO DELL´UE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE INIZIA DALLA RICERCA  
 
Il comitato consultivo scientifico della nuova iniziativa di programmazione congiunta (Ipc) dell´Ue su agricoltura, sicurezza alimentare e cambiamento climatico si è riunito per la prima volta il 10 giugno a Parigi (Francia). In occasione dell´incontro lo stesso comitato ha lanciato un´iniziativa di ricerca congiunta volta a garantire la sicurezza e la sostenibilità dell´approvvigionamento alimentare in Europa. La Commissione europea, che ha avuto un ruolo determinante nel portare avanti l´iniziativa di programmazione congiunta, ha promesso di stanziare circa 2 milioni di euro perché sia realizzabile l´obiettivo che ci si è prefissati a tale proposito. Nell´ambito dell´Ipc, 10 paesi europei lavoreranno fianco a fianco per definire, sviluppare e implementare agende di ricerca comuni e strategiche da avviare nelle aree importanti per i cittadini, in particolare per quanto concerne le problematiche che incidono su benessere e prosperità. L´iniziativa di programmazione congiunta ha come obiettivo primario il rafforzamento della cooperazione tra i ricercatori, il miglioramento dell´efficacia dei fondi nazionali che dovrebbero raggiungere la soglia di 1 miliardo di euro a paese, il coordinamento del lavoro potenziale in modo da massimizzare il valore dell´investimento ed evitare inutili duplicati e la condivisione dei risultati di ricerca disponibili. L´iniziativa è coordinata dall´Istituto nazionale per la ricerca in ambito agricolo (Inra), in Francia e dal Consiglio della ricerca per la biotecnologia e le scienze biologiche (Bbsrc), nel Regno Unito. "Quella della sicurezza alimentare è una questione di vita o di morte, senza la quale non può esserci altro tipo di sicurezza", ha detto Máire Geoghegan-quinn, commissario europeo per la ricerca, l´innovazione e la scienza. "Giustamente, il settore pubblico e quello privato hanno investito miliardi di euro per affrontare questa sfida di grandi proporzioni. Ma nessuno Stato membro può farcela da solo. Possiamo sfruttare l´intero potenziale della ricerca pubblica solo lavorando fianco a fianco", ha sottolineato. "L´iniziativa di programmazione congiunta sarà uno strumento utile a sostituire frammentazione e duplicati con coerenza e coordinazione, rappresentando pertanto un importante contributo per la Strategia Europa 2020". Meno del 15% della ricerca pubblica è coordinata a livello europeo e il bilancio Ue copre appena il 5% dei fondi pubblici per la ricerca. Per rispondere adeguatamente a questa problematica, la Commissione europea è determinata ad assumere un ruolo chiave per coordinare il restante 95%. Infine, lo scopo dell´Iniziativa, ovvero raggiungere una visione condivisa, non riguarda solo un approvvigionamento alimentare stabile, sicuro e sostenibile, ma anche controllare l´impatto del cambiamento climatico sull´agricoltura. I dati Ue dimostrano che la popolazione mondiale stanzierà, nel corso dei prossimi 40 anni, 9 miliardi. Questo aumento influirà sulla richiesta di cibo, che dovrebbe aumentare del 50% entro il 2030. Al contempo, gli europei dovranno convivere con penuria d´acqua, temperature più elevate e condizioni climatiche imprevedibili. Secondo gli esperti, le emissioni legate all´agricoltura sono responsabili del 14% delle emissioni di gas a effetto serra. Accanto ai partner provenienti da Francia e Regno Unito, lavorano al successo dell´iniziativa partner provenienti da Austria, Repubblica ceca, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Turchia. Hanno fornito contributi chiave al comitato consultivo scientifico dell´iniziativa di programmazione congiunta (Ipc) sull´agricoltura, sicurezza alimentare e cambiamento climatico 12 importanti scienziati. Due di questi scienziati provenivano da Stati Uniti. I funzionari ritengono che l´Ipc integrerà il lavoro attualmente portato avanti a livello comunitario. A partire dal 2005, la Commissione europea ha destinato circa 300 milioni di euro per progetti congiunti in aree coperte dall´Ipc mediante il suo Programma quadro per la ricerca. Vi sono anche 12 programmi Era-net (European Research Area Network) atti a coordinare vari sforzi di ricerca nazionali in Europa negli stessi settori. Gli europei non sono gli unici e trovarsi ad affrontare queste sfide che, infatti, come nel caso di cambiamento climatico e dell´aumento della domanda di generi alimentari interessano la popolazione mondiale. Ecco dove entra in gioco la programmazione congiunta… Per maggiori informazioni, visitare: Spazio europeo della ricerca - Programmazione congiunta http://ec.Europa.eu/research/era/areas/programming/joint_programming_en.htm    
   
   
PROGETTO QUBIC DALL´EUROPA UN PROGETTO PER VALORIZZARE LA RAZZE AUTOCTONE  
 
Valorizzare e rendere più competitive le produzioni tipiche legate alle razze autoctone attraverso un trasferimento di innovazione e conoscenze tra partner di vari Paesi europei: è questo l´obiettivo di fondo del progetto europeo Qubic, “Qualità, biodiversità, innovazione e competitività” cui partecipa anche l´Arsia, Agenzia regionale per lo sviluppo e l´innovazione in agricoltura. Il progetto, che è in pieno corso (si concluderà nel 2011), ha vissuto una significativa due giorni in Toscana, con epilogo lk’ 11 giugno a Siena, dove protagonista è stata la razza autoctona presa in esame per la nostra regione, cioè la cinta senese. Il lavoro di ricerca di Qubic ha infatti preso in esame soprattutto specie suine dei quattro Paesi coinvolti: Italia, Grecia, Spagna e Francia. L´appuntamento di Siena curato da Arsia ha permesso a tutti i soggetti partecipanti (si tratta in gran parte di istituzioni di ricerca) di conoscere a fondo la realtà regata alla razza suina cinta senese sia nel contesto della storia e della tradizione toscana sia conoscendo le realtà prodottive che caratterizzano l´allevamento. «In questa fase – ha spiegato Maria Grazia Mammuccini, direttore Arsia - il progetto Qubic sta approfondendo la conoscenza di varie realtà autoctone; è una fase di studio preziosa perchè ci consente di confrontare il nostro lavoro di ricerca e di valorizzazione con quello di altre realtà europee. Ma lo scopo di fondo cui mirerà questa iniziativa è, attraverso la condivisione di un patrimonio di esperienze, di avere a disposizione strumenti da una parte per salvaguardare un serbatoio di varietà genetica molto importante per la biodiversità e dall´altra di riscoprire e rilanciare un patrimonio collettivo di conoscenze legate ai territori e ai saperi contadini e offrendo nuove opportunità di sviluppo a chi opera nel settore, a partire dagli allevatori». Il progetto, che rientra nel programma di cooperazione territoriale Med ed è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, affronta tutti gli aspetti sia tecnici che organizzativi della produzione e della catena distributiva. Tre, si legge nel documento di presentazione, gli obiettivi specifici che saranno perseguiti: la valutazione della struttura e dello stato attuale della produzione dei prodotti di origine animale, attraverso l´esame delle varie fasi della catena di produzione; la valutazione delle esigenze formative per acquisire un più elevato livello di efficienza e di sostenibilità, e infine la razionalizzazione e organizzazione della catena, affinché si integrino le attività del progetto nel contesto del mercato e della distribuzione.  
   
   
L’ASSESSSORE ALL’AGRICOLTURA DELLA CALABRIA HA INCONTRATO A BRUXELLES I RAPPRESENTANTI DELLA COMMISSIONEN EUROPEA  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra ha incontrato, il 12 giugno a Bruxelles, i rappresentanti della Commissione europea- Direzione generale “Agricoltura e Sviluppo Rurale” Agata Zdanowicz (Capo unità Agri.e.4), Gianfranco Colleluori (Coordinatore Italia del Feasr) e Fanni Keresztes (Responsabile Calabria). Con Trematerra vi erano anche il Dirigente Generale regionale del Dipartimento Agricoltura Giuseppe Zimbalatti e l’Autorità di Gestione del Psr Calabria 2007/2013 Mario Toteda. L’assessore Trematerra, nel corso dell’incontro, ha tenuto ad illustrare gli orientamenti e gli intendimenti della nuova Giunta regionale in virtù della notevole importanza che essa attribuisce al comparto agricolo-forestale. Sono state affrontate le problematiche attuali relative alla competitività del comparto, alla valorizzazione e qualificazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari, alle nuove sfide relative all’utilizzo razionale delle risorse idriche, all’implementazione delle fonti di energia rinnovabile ed ai cambiamenti climatici. Problematiche, queste, con le quali l’agricoltura e il Psr Calabria debbono confrontarsi. E’ stato, quindi, esaminato lo stato di attuazione del P.s.r. 2007/2013 e la Commissione ha rappresentato la preoccupazione del ritardo nell’avanzamento della spesa che può comportare il disimpegno di parte delle risorse per il mancato raggiungimento dell’obiettivo N+2. Problema comune a molte Regioni italiane, in particolare a quelle dell’obiettivo “Convergenza”. L’assessore all’Agricoltura della Calabria, pur condividendo la preoccupazione, ha comunicato che, proprio per fronteggiare il problema, ha messo in atto una serie di iniziative per velocizzare le istruttorie ma anche i tempi di attuazione e, conseguentemente, della spesa del programma di sviluppo rurale. Ha, inoltre, riferito che se è vero che il livello di spesa attuale è basso, la situazione della Calabria è migliore di quella presente in altre Regioni perché sono stati emanati i bandi per la concessione di aiuti a valere su tutte le Misure del Psr, nonché sui P.s.l., i Pif ed i P.i.a.r. In particolare, per le annualità 2007-2009 e l’annualità 2010 sono state messe a bando risorse pari e circa 400.000.000 di euro e le graduatorie definitive relative al bando 2007 – 2009 sono state già pubblicate o sono in fase di pubblicazione per un importo complessivo di 330.000.000 di euro. In funzione di tutto ciò, l’Assessore Trematerra ha manifestato la profonda convinzione “che è possibile raggiungere l’obiettivo di spesa previsto dall’N+2”. Si è, poi, passati ad affrontare le problematiche riguardanti le modifiche al Psr che saranno apportate con la prossima notifica che sarà inviata in tempi brevi. Su questo argomento, Trematerra ha avuto assicurazione sulla possibilità di innalzare i tetti di riferimento per la concessione delle garanzie e la disponibilità ad esaminare l’eventualità di ricomprendere, fra gli interventi ammissibili del Psr, le richieste di finanziamento in conto interesse per il rinnovo del parco macchine purchè inserite in una logica di riduzione dei costi e dell’impatto ambientale. Tra le cose che saranno notificate a Bruxelles, vale la pena segnalare alcuni inserimenti e/o modifiche significative che subirà il Psr, quali ad esempio l’inserimento di nuove specie agricole tra cui il castagno, il noce ed il nocciolo tra quelle che potranno usufruire dei premi sull’agricoltura biologica. Inoltre, l’integrazione di nuovi aree vocate nelle misure “214” e “121”; l’inserimento tra gli obiettivi ed i criteri di selezione delle misure “111” e “114” di tematiche innovative, tra cui i sistemi di vendita diretta, la multifunzionalità aziendale e l’associazionismo; la modifica dei criteri di selezione della misura “121”, al fine di premiare le aziende che creano più occupazione; l’inserimento delle tematiche riguardanti progetti di prodotti innovativi rivolti alla ristorazione collettiva tra gli obiettivi ed i criteri di selezione della misura “124”; l’inserimento della misura “125”, che intende incentivare le azioni volte alla razionalizzazione del consumo ed al risparmio della risorsa idrica; della misura “215”, che affronta le problematiche riguardanti il benessere degli animali, della “126” che riguarda gli aiuti alle aziende danneggiate dalle calamità naturali, la misura che riguarda gli investimenti per lo sviluppo della banda larga nelle zone rurali.  
   
   
BASILICATA: PSR, OLTRE 7 MEURO PER BANDA LARGA NELLE AREE RURALI I FONDI STATALI SARANNO PRESTO RECEPITI NEL PROGRAMMA LUCANO  
 
Nuovi fondi nel Piano di sviluppo rurale per dare impulso alla diffusione delle infrastrutture in “Banda Larga” nelle aree rurali. Ammontano a 7milioni e 700mila euro le risorse dello Stato messe a disposizione del Psr lucano con l’intento di garantire a tutti i cittadini entro il 2015 la quasi totalità della copertura Internet ad alta velocità e quindi il superamento del divario digitale presente nei territori rurali. Il Psr ha già recepito le incisive modifiche (Health Check Pac, Recovery Plan), introdotte nel corso del 2009 nell’ambito dello “Sviluppo Rurale”, modificando il programma. Per mettere a punto le modalità di attuazione e avviare le procedure del regime di aiuto (n. 646/09) nei giorni scorsi a Roma si è svolta una riunione presso il ministero delle Politiche Agricole, alla quale hanno partecipato il dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Carmen Santoro, e funzionari dell’Autorità di gestione del Psr. A breve sarà comunicata l’adesione formale al nuovo regime di aiuto e messi in atto gli adempimenti per inserirlo nel Psr Basilicata. Il contributo del Programma (a valere sul Fondo Feasr) alla diffusione della Banda Larga nelle aree rurali si innesta sinergicamente all’interno del più articolato Piano Regionale per il superamento del “digital divide”, nella consapevolezza che un accesso rapido alle rete telematica gioca sia in termini di competitività dell’impresa che di miglioramento della qualità della vita nelle aree marginali.  
   
   
FORIM: CORSO SU CERTIFICAZIONE PRODOTTI AGROALIMENTARI  
 
La Forim, azienda speciale della Camera di Commercio di Potenza, organizza per il 22 e 23 giugno prossimi un corso sulla certificazione di prodotto nell’agroalimentare. L’obiettivo è di illustrare, in maniera comparata, gli strumenti applicabili in ambito regolamentato e volontario per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari che vantano una specifica origine territoriale. E’ un’azione che si rivolge a operatori del settore agroalimentare, consulenti, rappresentanti di associazioni di categoria e di tutela dei consumatori, ordini professionali. “E’ opportuno innalzare e qualificare il livello delle competenze tecniche sui marchi di valorizzazione – spiega il presidente della Forim, Pasquale Lamorte – poiché questi sono un segno di identificazione e di distinzione dei prodotti, di garanzia verso il mercato ma anche di valore aggiunto verso il contesto di riferimento, essendo preminente la centralità del territorio nelle sue risorse e tradizioni”. In particolare saranno approfondite le regole ed i requisiti applicativi dei marchi Dop/igp/stg, marchi collettivi e della certificazione volontaria di prodotto. Il programma prevede focus su: Il quadro legislativo di riferimento; Dop/igp/stg: requisiti, iter di riconoscimento, protezione giuridica, etichettatura; Certificazione volontaria di prodotto: requisiti, iter di riconoscimento, protezione giuridica, etichettatura; differenze e relazioni tra le diverse forme di riconoscimento. Docente del corso sarà Orazio Olivieri del Dintec, Consorzio per l’innovazione tecnologica. La quota di partecipazione è Euro 180 Iva inclusa comprensiva di materiale didattico. E’ prevista la consegna dell’attestato. Le adesioni devono pervenire entro il 18 giugno. Per info e scheda di adesione: www.Forimpz.it/    
   
   
MONTENEGRO-AUSTRIA, ACCORDO PER SETTORE AGRICOLO  
 
Il ministro montenegrino dell´Agricoltura, Milutin Simovic, e il suo omologo austriaco, Niki Berlakovic, hanno firmato un accordo di cooperazione, finalizzato alla realizzazione di progetti congiunti nei settori dell´agricoltura biologica, della meccanizzazione, dell´utilizzo delle biomasse, della viticoltura e della produzione vinicola, del marketing agricolo, del controllo di qualità, della sicurezza alimentare e della formazione professionale. Commentando l´accordo, Simovic ha sottolineato che i partner austriaci sono pronti a trasferire conoscenza al Montenegro in preparazione all´ammissione Ue, in particolare al fine di riformare ulteriormente la politica agricola e lo sviluppo rurale. L´austria è pronta a sostenere le istituzioni del Montenegro e la loro necessità di rafforzarsi nel settore agricolo.  
   
   
PIÙ CEREALI CON MENO FERTILIZZANTI  
 
Uno studio finanziato dall´Unione europea è riuscito a stimolare la crescita delle piante sfruttando alcuni specifici batteri delle radici allo scopo di ottimizzare la resa delle varietà di cereali più performanti nel Regno Unito. Per l´agricoltura moderna, questo risultato si traduce in un utilizzo ridotto di fertilizzanti chimici e in raccolti potenzialmente migliori sul piano qualitativo. Il progetto Rhibac ("Rhizobacteria for reduced fertiliser inputs in wheat") ha ricevuto finanziamenti per 2 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. L´attività di ricerca effettuata nell´ambito dello studio quadriennale dimostra che l´inoculazione rizobatterica delle coltivazioni che si trovano nell´emisfero nord consentirebbe di sostituire 50 chilogrammi per ettaro di fertilizzanti azotati, ovvero il metodo utilizzato normalmente per la coltivazione dei cereali. Il professor Nicolaus von Wirén della Universität Hohenheim, coordinatore del progetto Rhibac, ha spiegato che già da 30 anni i ricercatori studiano la possibilità di utilizzare rizobatteri che favoriscono la crescita (Pgpr, plant growth-promoting rhizobacteria) nelle coltivazioni di cereali e mais pur ottenendo rese ridotte e una riproduttività limitata. Sebbene lo stesso docente si sia affrettato ad aggiungere che è necessario che i risultati del team siano convalidati rispetto a una serie di condizioni e ambienti perché sia possibile quantificare il risparmio sotto il profilo commerciale, lo stesso ha evidenziato come potremmo essere di fronte a risultati rivoluzionari. "Siamo, tuttavia, molto soddisfatti dei progressi compiuti nel corso degli ultimi quattro anni. Abbiamo accorciato le distanze tra l´enorme potenziale dei Pgpr e la realtà commerciale per i coltivatori di cereali presenti in Europa. In particolare, abbiamo capito molto meglio come utilizzare questi preziosi microbi che vivono nel suolo nei moderni sistemi di produzione ", ha affermato. I campi del progetto a Wiltshire, nella regione sud-occidentale dell´Inghilterra, sono stati spesso teatro del lavoro davvero pionieristico effettuato nell´ambito del progetto Rhibac. Negli stessi sono state introdotte quattro moderne varietà di cereali (Robigus, Viscount, Alchemy, Oakley) coltivati con diversi livelli di fertilizzanti a base di azoto e quattro ceppi di Rhiab incorporati nel seme durante la semina. In media, le rese delle quattro varietà si sono rivelate superiori a 0,70 t/ha (terra/ettaro) o al 6% in due diverse prove dove al regime di fertilizzazione normale erano stati aggiunti rizobatteri selezionati. Confrontando questi risultati a quelli ottenuti solo con i fertilizzanti a base di azoto, i ricercatori hanno scoperto che l´inoculazione batterica corrispondeva a una quantità di azoto compresa tra i 50 e i 100 chilogrammi per ettaro (kg N/ha). "Sono risultati estremamente incoraggianti per l´intero progetto", ha spiegato il dott. Lloyd di Masstock Arable Research (Regno Unito), partner del progetto. "Postulando che i ceppi di Rhibac possano sostituire 50 kg N/ha, stiamo parlando di un risparmio annuale di 225.000 tonnellate di nitrato d´ammonio solo per quanto riguarda i milioni di ettari (1,85) utilizzati per la coltivazione del frumento nel Regno Unito". Il dott. Lloyd ha poi continuato aggiungendo che i ricercatori dall´Università di Yeditepe (Turchia), partner del progetto, hanno rilevato un miglioramento sia nella quantità di micronutrienti che nella resa dei grani negli esperimenti paralleli. "È forse altrettanto rilevante che abbiamo iniziato a raccogliere risultati statisticamente significativi quando abbiamo spostato l´attenzione nei nostri esperimenti dai batteri con attività azotofissatrice ai batteri noti per la proprietà di solubilizzazione dei fosfati", ha aggiunto il dott. Lloyd. "Il fatto di aver registrato questi miglioramenti nel corso di un inverno caratterizzato da una temperatura del suolo tra le più basse lascia supporre che gli insetti fossero perfettamente a loro agio anche con il nostro clima rigido". I risparmi che deriverebbero da questa evoluzione, come anche le variazioni che comporterebbe per produzione, trasporto e utilizzo, secondo il dott. Lloyd, favorirebbero il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra. Per maggiori informazioni, visitare: Progetto Rhibac: http://www.Rhibac.org/  Universität Hohenheim: https://www.Uni-hohenheim.de/    
   
   
SSICA: APRE IL TAVOLO ISTITUZIONALE IN PROVINCIA PARLAMENTARI, ISTITUZIONI E PARTI SOCIALI DISCUTONO DEL FUTURO DELLA STAZIONE SPERIMENTALE  
 
Parma - La volontà di tutti i protagonisti di salvaguardare il futuro della Stazione Sperimentale delle conserve di Parma (Ssica), per la quale il decreto “anticrisi” del Governo ne prevede la soppressione. Il tavolo istituzionale apertosi ieri in Provincia ha affrontato la vicenda a partire da un comune sentire: la consapevolezza della strategicità della struttura di Parma e dell’importanza del lavoro di ricerca che vi si svolge per il Paese. A ragionare di un’azione condivisa si sono ritrovati i rappresentanti delle Istituzioni, il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari e del Comune Paolo Zoni, i parlamentari Albertina Soliani, Carmen Motta e Fabio Raineri, i lavoratori del Centro di ricerca con il direttore Luigi Palmieri, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, il direttore dell’Upi Cesare Azzali. “ I parlamentari presenti si sono dichiarati disponibili perché in sede parlamentare si possa porre rimedio a quella che comunque è stata definita una soppressione da rivedere – spiega Ferrari al termine dell’incontro – Non è in discussione l’ancoraggio alla Camera di Commercio, quello che va messo in evidenza è che la stazione sperimentale ha una valenza nazionale e internazionale, e che svolge un lavoro importantissimo di ricerca a beneficio di due comparti fondamentali per nostra economia: quello delle carni e del pomodoro. Si è anche detto che verrà combattuta l’eventuale ipotesi di smembramento, se questo verrà posto. Vogliamo garantire le risorse umane, quelle stabili e i precari perché sappiamo che questi ultimi svolgono un ruolo avanzato per le ricerche e quindi vanno tenuti in considerazione in questa trattativa”. Il tavolo istituzionale resterà aperto per seguire con attenzione la discussione sul decreto in Parlamento, che sarà prima al Senato poi Camera. Allo stesso tempo continuerà il dialogo con la Camera di Commercio, punto fondamentale dell’iniziativa che il Governo ha in mente di fare sulle stazioni sperimentali.  
   
   
AGRICOLTURA: PRESTO LA RIORGANIZZAZIONE DEL SETTORE PRIMARIO VENETO  
 
“Nel giro di otto mesi ridisegneremo il settore del primario insieme a tutti gli enti strumentali, alle categorie, agli operatori privati e pubblici del Veneto”. Lo ha annunciato l’assessore all’agricoltura della Regione del Veneto, Franco Manzato, intervenuto il 10 giugno alla Centrale del Latte di Caposile, in provincia di Venezia, alla presentazione del nuovo prodotto della Latteria Soligo “il latte ad alta digeribilità”. A breve, ha proseguito l’assessore, daremo il via alla conferenza veneta sull’agricoltura, il cui lavoro durerà circa otto mesi e al quale saranno chiamati a collaborare gli operatori, i rappresentanti del mondo agricolo, gli accademici. Lo scopo - ha precisato – è di definire una strategia di medio e lungo termine che renda il settore primario veneto più competitivo sul mercato internazionale. Parallelamente a questo – ha aggiunto Manzato – stiamo ridisegnando le varie strutture regionali, a cominciare dal ruolo di Veneto Agricoltura, compresa la Direzione regionale, che dovranno organizzare la propria struttura interna per essere più flessibili. E questo non solo nella capacità di risposta alle esigenze del territorio, ma anche nella ricerca, e nell’essere sempre a disposizione degli imprenditori. Abbiamo già avviato una revisione all’interno di Avepa e presto toccheremo gli ispettorati, creeremo lo sportello unico regionale per le imprese agricole e metteremo in atto nuovi strumenti finanziari a disposizione del comparto. Proseguirà l’opera di sburocratizzazione del settore nei limiti concessi dalla Comunità Europea, per alleggerire le incombenze delle imprese, che determinano costi alle aziende e quindi meno capacità competitiva. In questo programma di riorganizzazione molto spazio verrà dato alle nuove tecnologie e all’informatica, con la creazione, ad esempio, del video sportello, che consentirà di interloquire in maniera diretta tra Regione e imprenditori e avere in tempio reale dal territorio quegli input utili a migliorare il servizio. Manzato ha poi affrontato il tema della grande distribuzione, rispetto alla quale , ha ribadito, la Regione farà una politica aggressiva, non escludendo la partecipazione nel capitale della grande distribuzione stessa. “Su questo fronte – ha precisato – stiamo lavorando con il sistema cooperativo e con i soggetti privati, coinvolgendo anche Veneto Sviluppo, la finanziaria della Regione, la cui funzione, credo, non possa più essere staccata dal destino del settore primario”. La forza del Veneto – ha concluso Manzato – è la capacità di guardare avanti e i due prodotti presentati oggi ne sono la dimostrazione  
   
   
MOLFETTA, UN OSSERVATORIO SULLA REDDITIVITÀ DELLA PESCA IN ADRIATICO: UNICA VIA PER USCIRE DALL’EMERGENZA. NO ALL’EUTANASIA ASSISTITA DEL SETTORE  
 
 La marineria molfettese torna a salpare in mare dopo quasi due settimane di protesta contro il nuovo regolamento europeo sulla pesca nel Mediterraneo. Non si ferma, tuttavia, lo stato di agitazione dell’intera categoria: da Molfetta parte la proposta di un Osservatorio nazionale sulla redditività della pesca in Adriatico con il compito di documentare l’impatto che le nuove regole avranno su imprese e lavoratori del settore. Già portata sul tavolo del ministro delle Politiche Agricole e Pesca, Giancarlo Galan, e in un’audizione della commissione Agricoltura e Pesca al Senato, l’iniziativa di avviare un monitoraggio puntuale sul sistema produttivo pesca ha già trovato l’adesione dei rappresentanti di Assopesca, Federpesca Puglia e dei pescatori delle marinerie di Molfetta, Mola, Monopoli e Bisceglie, nel corso di un incontro tenuto venerdì scorso con il sindaco di Molfetta, senatore Antonio Azzollini. All’incontro ha preso parte anche il consigliere regionale Antonio Camporeale. «Il ritorno al lavoro è certamente un fatto positivo ma non significa che i problemi sono risolti» ha affermato Azzollini ribadendo che «l’unica strada percorribile per salvare la pesca italiana, e in particolare quella pugliese, rimane la modifica del nuovo regolamento europeo. Fronteggiare questa emergenza esclusivamente con misure temporanee e non strutturali sarebbe come rassegnarsi all’eutanasia assistita dell’intera categoria.» Il sindaco di Molfetta si appella, quindi, a una norma dello stesso regolamento europeo 1967/2006 (articolo 9, comma 3, punto 3) che prevede la possibilità di adeguare opportunamente la dimensione minima delle reti – entro il 30 giugno 2012 - sulla scorta delle informazioni fornite dagli Stati membri. «L’istituzione di un Osservatorio ad hoc – spiega Azzollini – sarebbe utile per monitorare l´impatto effettivo del nuovo regolamento in termini di volumi di pescato, risorse e redditività delle imprese. Sulla scorta di questi risultati, poi, le marinerie italiane potranno sostenere la richiesta di una correzione urgente dei vincoli imposti a livello europeo.» A tal proposito, in linea con la proposta già avanzata dal Rac Mediterraneo, Azzollini raccoglie e rilancia l’idea di anticipare i tempi di verifica previsti dal regolamento europeo. Il sindaco di Molfetta, infine, propone di avviare forme di collaborazione tra le organizzazioni di categoria del settore pesca, Università e istituti di biologia marina «allo scopo di sottoporre all’esame della Commissione Europea proposte alternative per la tutela della risorsa mare e il ripopolamento delle specie.»  
   
   
CRISI DELLA PESCA: RICEVUTI IN REGIONE GLI ARMATORI PUGLIESI.  
 
“Dobbiamo agire su due fronti: quello delle misure di accompagnamento per arginare la crisi e gli effetti dell’entrata in vigore del “Regolamento Mediterraneo” e quello strategico- strutturale per ammodernare il sistema Pesca pugliese e per affrontare positivamente le sfide del futuro Così si è espresso l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno incontrando, insieme con l’Assessore alle Infrastrutture Guglielmo Minervini, la delegazione degli armatori pugliesi presso la sede dell’Assessorato sul Lungomare Nazario Sauro. “Ancora una volta – sottolinea Stefàno – negli incontri a livello ministeriale ho ritenuto inserire le rivendicazioni della marineria pugliese nel più vasto contesto del Sistema delle Regioni per non sminuirne l’efficacia”. “All’istanza di accompagnare con misure di sostenibilità sociale l’attuazione del regolamento facendo ricorso ai Fondi Fas – continua Stefàno – abbiamo dovuto amaramente constatare che vi è la volontà del Governo nazionale di utilizzare invece le risorse del Fep per far fronte ai disagi degli operatori della pesca, nonostante avessimo sottolineato a più riprese la funzione strategica e strutturale dei Fep le cui risorse, se dovessero essere distolte, potrebbero cancellare i processi di ammodernamento della Pesca pugliese e ritardare l’applicazione dei più moderni metodi ecosostenibili”. “Insieme alle altre Regioni, siederemo ad un tavolo scientifico con Cnr e Ispra per studiare le specificità regionali al fine di proporre finestre disapplicative del regolamento e garantire, in tale modo, l’attività degli operatori della Pesca”. "Dopo questa fase acuta di sofferenza c’è il banco di prova strutturale da dover affrontare – aggiunge l’assessore alle infrastrutture Minervini – e sarà lì che si verificheranno le capacità del settore di accogliere le sfide del cambiamento. Il regolamento apre alla possibilità di adeguare le misure restrittive alle peculiarità specifiche del nostro mare. Occorrerà studiare gli interventi adeguati e spingerli a livello nazionale. Poi sarà necessario che la marineria se ne faccia carico al fine di rendere sostenibile e compatibile il sistema di pesca”. “Nei prossimi giorni – ha concluso poi Stefàno – incontrerò con i miei colleghi delle altre Regioni, il Ministro per reiterare le proposte, che trovano una sostanziale convergenza anche da parte delle Associazioni di categoria, e per conoscere gli esiti della verifica che Galan sta effettuando con gli uffici in merito all’inserimento di peculiarità regionali in grado di “ammorbidire” il regolamento”.  
   
   
PESCA: ASSOCIAZIONI, BENE AUDIZIONE SENATO SU CRITICITÀ SETTORE  
 
“Apprezziamo l’impegno e l’attenzione che, il Senato e il presidente della Commissione Agricoltura Paolo Scarpa Bonazza Buora, stanno dando per fronteggiare le criticità in atto nel settore ittico”. Commentano così Buonfiglio (Agci Agrital), Coccia (Federcoopesca-confcooperative), Giannini (Federpesca), Ianì (Lega Pesca) al termine dell’audizione dei rappresentanti di settore, presso il Senato della Repubblica, sulle problematiche relative all’entrata in vigore del Regolamento del Mediterraneo 1967/2006, che ha visto la partecipazione anche del presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzolini,. “Ci auguriamo – proseguono le associazioni- che la “manovrina” finanziaria approdata ora all’esame del Senato consenta di trovare quegli strumenti finanziari per dar vita a misure tampone per fronteggiare l’emergenza, in linea con le scelte di indirizzo presentate ieri dal ministro Galan”. Oltre agli interventi mirati a dare una boccata di ossigeno, dalla categoria arriva l’invito a partire con un monitoraggio dell’impatto reale che il regolamento comunitario ha su risorse, pescato e sistema produttivo. “Solo così – proseguono Buonfiglio, Coccia, Giannini, Ianì- avremo gli elementi per correggere quelle storture insite nella normativa per il Mediterraneo, ispirata ad un vecchio modo di concepire la pesca, che produce forti ripercussioni anticicliche sull’economia del mare”.  
   
   
PESCA, AL VIA L´UNITÀ DI CRISI REGIONALE IN EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna - Un’unità di crisi regionale per far fronte alle conseguenze delle nuove regole europee sulla pesca; una sperimentazione per verificare l’impatto sul pescato delle nuove reti; la definizione entro settembre di un Piano di gestione locale in collaborazione non solo con la Regione Veneto, ma anche con il Friuli Venezia Giulia e le Marche; la richiesta da parte dell’assessore regionale all’agricoltura, attività ittiche e venatorie Tiberio Rabboni al ministro Galan dello sblocco delle risorse destinate all’Emilia-romagna del Fondo europeo per la pesca: 6 milioni di euro già assegnati, ma fermi ancora a Roma. Sono questi i risultati della riunione sul nuovo regolamento europeo della pesca, svoltasi oggi a Bologna, cui hanno partecipato le principali associazioni di pescatori e Marinerie dell’Emilia-romagna. “L’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla pesca sta provocando serissime conseguenze alle imprese del settore e per questo abbiamo deciso di costituire un nucleo anticrisi di cui fanno parte oltre alle Istituzioni e al mondo della pesca anche biologici e naturalisti – ha sottolineato Rabboni –vogliamo in questo modo cercare soluzioni che possano mitigare l’impatto delle nuove regole, confrontandoci con il Ministero e con l’Europa. Siamo convinti che sia possibile trovare un punto d’intesa tra l’esigenza di salvaguardare l’ambiente e l’attività di tanti pescatori.” Proprio con questo duplice intento la Regione finanzierà un progetto scientifico per sperimentare in concreto l´impatto sulle risorse ittiche delle nuove reti previste da Bruxelles. Ad una primo utilizzo infatti tali reti sembrerebbero produrre maggiori danni al pescato rispetto alle reti tradizionali. I risultati di tale sperimentazione saranno inviati a Bruxelles per sostenere richieste di deroga motivate e suffragate da dati tecnici e scientifici. Quanto al Piano di gestione locale comune con la Regione Veneto, già annunciato nei giorni scorsi, Rabboni ha sottolineato l’esigenza di ampliare il confronto anche ad altre Regioni adriatiche: le Marche ed il Friuli Venezia Giulia innanzi tutto. Quest’ultima in particolare fa già parte insieme a Emilia-romagna e Veneto del "Distretto della pesca dell’Alto Adriatico" . Una prima riunione al riguardo verrà convocata nei prossimi giorni. Infine Rabboni ha annunciato che scriverà al ministro Galan per chiedere lo sblocco delle risorse destinate all’Emilia-romagna dal Fondo europeo per la pesca. Si tratta di 6 milioni di euro, in parte già assegnati in base a bandi e relative graduatorie, ma non liquidabili ai beneficiari per la mancanza di approvazione da parte dell’Ue del "Sistema di gestione dei controlli e di certificazione della spesa" che deve essere predisposto dal Ministero. “Di questi 6 milioni – ha sottolineato Rabboni – ben 3 sono finalizzati all’ammodernamento delle imbarcazioni. Si tratta di risorse preziose tanto più in questo periodo di difficoltà che vanno assegnate al più presto ai pescatori”.  
   
   
STEFÀNO:"PLAUSO PER SEQUESTO PESCE FILIPPINO A FOGGIA. ADESSO RIFLETTERE SU NORME"  
 
“Esprimo plauso per l’operazione della Guardia di Finanza del comando di Foggia che ha portato al sequestro a Cagnano Varano di vongole e cozze di provenienza filippina e senza alcun requisito igienico”. Così l’assessore alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, ha commentato la notizia di oggi. “L’operazione della Gdf arriva in un momento nel quale si sta discutendo un regolamento che sta disciplinando la pesca nei paesi Ue del Mediterraneo. E questa coincidenza – prosegue l’assessore – appare singolare perché sarebbe una beffa per i nostri produttori e pescatori quella di vedere ingiustamente modificati i propri sistemi di pesca, con l’obiettivo del ripopolamento dell’ecosistema, mentre però parallelamente si trovano esposti alla concorrenza sleale che vede introdurre nel nostro paese prodotti delle stesse specie, venduti senza alcuna specificazione della provenienza e spacciati come pugliesi e senza avere alcuno standard di sicurezza alimentare”. “Spesso le forze dell’ordine trovano questi prodotti non conformi e quindi è arrivato il momento di riflettere: l’Ue e il governo ci pensino, perché se è necessario ripensare ai processi produttivi è anche utile mettere al riparo i nostri prodotti da piraterie quotidiane come quella denunciata oggi a Foggia”.  
   
   
FANGHI CONTROLLATI DA FORESTALI E CARABINIERI  
 
Trieste - Agenti della Forestale appartenenti al Nucleo Operativo per l´Attività di Vigilanza Ambientale e della Stazione Forestale di Monfalcone, hanno svolto numerosi controlli presso alcune aziende agricole dell´Isontino e della Provincia di Udine, dove vengono utilizzati quali ammendanti e concimanti, fanghi derivanti da diversi impianti di depurazione presenti in regione. Visto il pericoloso impatto ambientale che un uso illecito dei fanghi da depurazione in agricoltura potrebbe comportare, il personale Forestale operante nei territori dell´isontino, congiuntamente con i militari dell´Arma dei Carabinieri della Stazione di Staranzano, si sono attivati per dei controlli specifici nel settore. Nei primi giorni di giugno, sono state riscontrate diverse irregolarità, che riguardano i tempi di utilizzo, mancata comunicazione di utilizzo e stoccaggio illecito dei fanghi a carico di un´azienda agricola. Poiché queste violazioni sono illeciti di natura penale, il personale operante della Forestale e dei Carabinieri ha denunciato alla Procura della Repubblica di Gorizia un soggetto operatore del settore, segnalando altresì il fatto alla Direzione Sviluppo Territorio e Ambiente della Provincia di Gorizia, quale autorità competente per legge al rilascio delle autorizzazioni per lo spandimento. La normativa di riferimento, è il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992 nr. 99 che dà attuazione alla Direttiva Europea 86/278/Cee, concernente la "protezione dell´ambiente e in particolare del suolo, nell´utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura". La norma vuole garantire un corretto ed efficace utilizzo di questi materiali, evitando sopratutto che possano essere causa di fenomeni di inquinamento dei terreni agricoli. Per questo l´utilizzo dei fanghi provenienti da depuratori è subordinato a un´apposita autorizzazione che viene rilasciata dalla provincia competente per territorio, all´interno della quale sono previste severe e inderogabili prescrizioni che devono essere rispettate da colui che intende utilizzare tali materiali. Le prescrizioni riguardano i tipi e le caratteristiche dei fanghi da utilizzare, i tipi, le caratteristiche e le località dei terreni, opportuni sistemi di spandimento, tempi di utilizzo, comunicazioni di spandimento e verifiche analitiche. Durante il mese di maggio, analoghi controlli sono stati operati sempre da personale del Nucleo Operativo per l´Attività di Vigilanza Ambientale del Corpo Forestale e dalla Stazione Forestale di Tarcento, riscontrando anche in quel caso diverse violazioni alla normativa di settore, tra cui false dichiarazioni di utilizzo su terreni agricoli. I controlli operati rientrano in una più vasta opera di controlli e vigilanza posti in essere dal Corpo Forestale Regionale, volti non solo a reprimere gli illeciti in questo delicato settore; si ricorda che i fanghi da depurazione sono a tutti gli effetti dei rifiuti e come tali devono essere gestiti per dare le giuste garanzie di salubrità e qualità dei terreni e dei prodotti in essi coltivati.  
   
   
AGROALIMENTARE FVG: UN OSSERVATORIO PER CREARE SISTEMA  
 
Un Osservatorio sui processi di valorizzazione dei prodotti agroalimentari d´eccellenza del Friuli Venezia Giulia per risollevare le sorti dell´agricoltura, che sta attraversando una profonda crisi strutturale, invitando gli operatori ad abbandonare il classico "fai da te" ed a privilegiare azioni di sistema. E´ questo lo scopo dell´iniziativa sperimentale, presentata oggi nella sede della Regione a Udine, che legherà l´azione programmatica della direzione regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali alla mission dell´istituto bancario Friuladria Credit Agricole. L´osservatorio, la cui progettazione e gestione sono state affidate all´Istituto per la ricerca sulle tecniche educative e formative (Irtef) di Udine, sarà uno strumento utile per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali. Permetterà, infatti, di intercettare nuovi mercati extraregionali dove promuovere le eccellenze delle nostre imprese agricole, consentendo di programmare piani strategici di settore in ragione delle sofferenze strutturali del comparto. "In momenti di crisi come quello attuale - ha spiegato l´assessore regionale alle Risorse agricole, Claudio Violino - accanto alle misure utili a tamponare le situazioni d´emergenza servono delle vere politiche d´accompagnamento che, in base alle indagini di mercato, possono indicare le opportunità che gli imprenditori agricoli avranno nel futuro". "L´osservatorio sarà uno strumento dinamico, flessibile ed aggiornato nel tempo - ha aggiunto il direttore centrale delle Risorse agricole, Luca Bulfone - che ci garantirà di capire gli stili alimentari ed i consumi dei prodotti tipici che permetteranno poi alla Regione di promuovere le politiche di sostegno ai produttori". L´iniziativa, frutto di un gruppo di lavoro interdisciplinare, farà uso delle tecnologie informatiche e fornirà quasi in tempo reale le informazioni. Il progetto, è stato sottolineato, rimane aperto alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati. Per l´avvio dei lavori la Regione ha stanziato 25 mila euro, ai quali si è aggiunto un importo di pari entità messo a disposizione da Friuladria Credit Agricole. "L´osservatorio - ha commentato Violino - non registrerà soltanto ciò che succede in Friuli Venezia Giulia, ma anche le realtà esistenti fuori regione ed all´estero. Non sarà un carrozzone o una cattedrale nel deserto ma rappresenterà il minimo che qualsiasi settore economico dovrebbe fare e che purtroppo negli anni scorsi in agricoltura non è stato fatto". I primi risultati scientificamente appurati saranno a disposizione degli addetti ai lavori entro quest´anno. Per quanto riguarda il futuro, Violino è stato chiaro: "Vorremmo puntare su alcune produzioni che per quantità e qualità caratterizzano il Friuli. Il cibo esprime infatti l´identità delle persone che lo producono e lo consumano ed il background rurale caratterizza da sempre i friulani. Nulla da inventare - ha concluso - perché il legame cibo-identità può rappresentare la chiave di volta per il rilancio dell´agricoltura friulana".  
   
   
SARDEGNA: POLITICHE AGRICOLE PSR: ASSE 1 E ASSE 2 DATI AL 9 E 11 GIUGNO 2010  
 
Cagliari - Prosegue l’attività dell’agenzia regionale Argea nella chiusura di istruttorie e nelle proposte di pagamento (che effettua Agea, l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) relative all´Asse 2 del Programma di sviluppo rurale 2007/2013. Ecco la situazione dei pagamenti aggiornata all´11 giugno 2010: Per quanto riguarda la misura "Forestazione", annualità 2007, il totale dei pagamenti Sardegna (incluse anticipazioni) ammonta a euro 4.740.104,35. Annualità 2008: euro 3.428.249,28; Annualità 2009: euro 621.002,08. Misure 211 e 212 2008 (Indennità compensativa) Totale pagamenti Sardegna (incluse anticipazioni): euro 36.225.794,04. Misura 214 (annualità 2008) Totale pagamenti Sardegna (incluse anticipazioni): euro 1.217.763,84. Misura F 2007 (Benessere animale) Totale pagamenti Sardegna (incluse anticipazioni): - Annualità 2007 (aggiornamento al 27 maggio): euro 50.355.869,21; - Annualità 2008: euro 32.595.661,00; - Annualità 2009: euro 1.039.526,88. Argea comunica anche la situazione relativa a diverse misure dell’Asse 1 del Psr (misure: 121, 123 azioni 1 e 2, 132, 112) con i dati aggiornati al 9 giugno e divisi per Servizio territoriale, consultabili sul sito della Regione e sul portale Sardegna Agricoltura. Negli allegati pubblicati sul sito della Regione e sul portale Sardegna Agricoltura si può consultare la situazione divisa per Servizio territoriale.  
   
   
CONTRIBUTI PER ALLEVAMENTI SELEZIONATI DEL MOLISE, LE DOMANDE SLITTANO DI UN MESE BUONE NOTIZIE PER GLI ALLEVATORI MOLISANI.  
 
Scadevano il 14 giugno, infatti, i termini per la presentazione delle domande per accedere ai contributi in regime "de minimis" previsti dalla Commissione Europea per l´acquisto di capi riproduttori selezionati della specie bovina, bufalina, ovina, caprina ed equina. L´assessore regionale all´Agricoltura, Nicola Cavaliere, ha disposto la proroga al prossimo 15 luglio. "Abbiamo deciso la proroga di trenta giorni - ha spiegato l´Assessore - al fine di evitare il sorgere di problemi di natura tecnico-procedurale e consentire a tutti gli aventi diritto di poter presentare regolarmente la propria domanda". "Riteniamo indispensabile - ha aggiunto - fronteggiare le problematiche che investono il settore zootecnico che hanno condizionato lo sviluppo dell´intero patrimonio zootecnico, soprattutto per quanto riguarda le linee genetiche selezionate, nel corso degli anni passati". "In un momento difficile - ha concluso - con la crisi che sta interessando anche questo settore, sia in termini di abbandono delle attività che di riduzione dei margini di reddito delle imprese, vogliamo essere sempre più vicini alle esigenze dei nostri allevatori".  
   
   
CREDITO AGRARIO IN SICILIA: SU SITO REGIONE ELENCO BANCHE MORATORIA ABI  
 
Palermo - Il dipartimento per gli interventi strutturali in agricoltura comunica che e´ stato pubblicato sul sito internet della Regione Siciliana, il nuovo elenco della Banche convenzionate con l´Assessorato regionale per le risorse agricole e alimentari per la moratoria Abi. Si ricorda che, con decreto dell´Assessore regionale dell´Economia (il n. 48 del 04.05.2010) e´ stato approvato l´elenco delle leggi regionali, per le cui agevolazioni creditizie si applica l´avviso per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese(Pmi) verso il sistema creditizio, in virtu´ dell´accordo sottoscritto il 3 agosto 2009 al Ministero dell´Economia e delle Finanze dall´Abi e dalle Associazioni imprenditoriali. Inoltre, si avvisano le imprese agricole interessate che Ugf Banca ha stipulato la convenzione con l´Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari per la concessione dei prestiti agevolati di conduzione e dei prestiti ad ammortamento quinquennale (Legge regionale 14 maggio 2009, n.6, art. 17). Le banche convenzionate sono: Credito Siciliano, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Nuova, Federazione siciliana delle Banche di Credito cooperativo, Banco di Sicilia, Banca Agricola popolare di Ragusa, Monte dei Paschi di Siena, Credito Emiliano, Intesa San Paolo, Banca Sella Sud Arditi Galati, Banca Popolare di Lodi e Ugf Banca.  
   
   
THAI FOOD… LA CUCINA THAILANDESE HA ACQUISTATO UNA GRANDE POPOLARITÀ IN TUTTO IL MONDO, ANCHE IN ITALIA  
 
Tina Ujlaki, giornalista di Food & Wine Magazine, una delle testate più famose d’America per quanto riguarda il cibo ed il vino, spiega come mai la cucina thailandese abbia acquistato una grande popolarità in tutto il mondo: "Proprio perché ci sono così tanti sapori nella cucina thailandese che sono già familiari al nostro palato: sapori dolci, il cocco, il peperoncino e le erbe aromatiche. Ogni ingrediente, preso da solo, è parte della nostra cucina di tutti i giorni." Sicuramente la globalizzazione e il turismo di massa hanno influito in maniera notevole sulla diffusione della cucina thailandese: tornando a casa i turisti desiderano spesso ricreare e rivivere i sapori della loro vacanza in Thailandia. C’è poi una maggiore disponibilità di ingredienti thailandesi all´estero: erbe aromatiche, spezie e radici sono ormai vendute in tutto il mondo, sia che siano importate o che vengano coltivate localmente. Altrettanto importante è l´emergere di prodotti pronti in commercio: in ogni supermercato è possibile trovare del curry oppure dei preparati per cucinare alcuni piatti tipici. Tutti ora possono ricreare gli autentici sapori thailandesi a casa. Inoltre, in un momento in cui tutti vanno sempre più di fretta, la cucina veloce thailandese è l’ideale. Verdure al vapore e carni bollite condite con spezie saporite e profumate, sono cibi squisiti e anche comodi da preparare.  
   
   
DADI OLDER NATURALI E GENUINI DI EUROFOOD  
 
E’ il marchio leader in Italia nell´importazione e nella distribuzione delle più prestigiose specialità alimentari da tutto il mondo, ha recentemente acquisito nel suo ricco catalogo di bontà un nome storico nel settore dei dadi da cucina: Older. Brescia, 1960: è nella città lombarda che nasce un´idea imprenditoriale che ben presto si trasforma in una solida realtà. Older è il marchio storico tutto italiano che porta nel mondo l´altissima qualità di un prodotto indispensabile per la realizzazione di piatti gustosi e appetitosi. Older porta sulla nostra tavola una gamma completa di dadi da cucina il cui comune denominatore è la lavorazione accurata e all´insegna della tradizione, pur utilizzando i macchinari più moderni e all´avanguardia. Non per niente il claim che viene proposto su tutte le confezioni Older è "specialità nella tradizione", che certamente ben riassume lo spirito con cui vengono selezionati gli ingredienti e prodotti i famosi dadi. Alla base di tutta la gamma Older c´è la peculiarità di non utilizzare glutammato, inosinati e guanilati per mantenere tutto il gusto naturale del vero dado. Inoltre non si fa uso di conservanti, antiossidanti e grassi idrogenati. Tutto ciò a conferma che l’Azienda è alla continua ricerca della semplicità e della genuinità. Ecco il dado per brodo gusto vegetale, uno dei maggiori successi di Older, perfetto come base per ogni preparazione grazie al sale marino (e non iodato come nelle marche concorrenti), alla importante percentuale di verdure disidratate (carote, cipolle, sedano e prezzemolo) e all´assenza di grassi idrogenati aggiunti. Un´altra peculiarità del dado Older è quella di essere più ricco di estratto di lievito che di estratto di proteine vegetali. Il dado per brodo vegetale è disponibile nella confezione da 6 dadi. Il dado per brodo gusto vegetale è anche disponibile nella versione "biologica", senza lievito e senza lattosio - ideale quindi per chi soffre di intolleranze alimentari - e, come sempre, senza glutammato aggiunto. Tutto è garantito dalla rigorosa Certificazione Europea che certifica che le materie prime utilizzate provengono esclusivamente da coltivazioni biologiche. Il dado per brodo gusto vegetale biologico è disponibile nella confezione da 6 dadi.