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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Settembre 2010
SCIENZIATI SVELANO UN "MECCANISMO ASSOLUTAMENTE FOLLE" ALLA BASE DELLA DIVERSITÀ GENETICA  
 
Bruxelles, 9 settembre 2010 - Scienziati britannici hanno gettato nuova luce su un gene che si ritiene essere di impulso a gran parte dell´evoluzione e diversità genetica umana. La ricerca, pubblicata nella rivista Nature Genetics, è stata condotta dal professor Sir Alec Jeffreys dell´Università di Leicester, il padre dell´impronta digitale del Dna (acido deossiribonucleico). Il gene è alla base di quello che il professor Jeffreys chiama un "meccanismo assolutamente folle" che gioca un ruolo chiave nel promuovere la diversità genetica. Secondo i ricercatori, questi risultati dovrebbero migliorare la nostra comprensione dei processi che ci rendono geneticamente unici, ma che possono anche portare a malattie genetiche quando funzionano male. Al cuore dello studio ci sono i cosiddetti "minisatelliti", tratti di Dna caratterizzati da livelli molto più alti di variazione genetica rispetto ad altre parti del genoma. Questi minisatelliti, che il professor Jeffreys descrive come parti piuttosto bizzarre di Dna, sono la chiave per il successo dell´impronta digitale del Dna. Le variazioni nel numero di unità ripetute nei minisatelliti sono uniche per ciascun individuo (con la ovvia eccezione dei gemelli identici). In questo recente studio, il professor Jeffreys e il suo team si sono concentrati sul contributo della ricombinazione alla diversità genetica. Quando i nostri corpi producono cellule uovo e spermatozoi, coppie di cromosomi (uno ereditato da nostra madre e uno da nostro padre) si allineano e si scambiano informazioni. A volte questo processo funziona male e il risultato sono le malattie genetiche. I minisatelliti compaiono in punti caldi dell´attività di ricombinazione. "In ciascuna generazione il nostro corredo genetico viene ´rimescolato´ - come un mazzo di carte genetico - da un processo chiamato ricombinazione, un motore fondamentale della diversità", ha spiegato il professor Jeffreys. "Il lavoro che abbiamo fatto negli ultimi 10 anni a Leicester è stato fondamentale per comprendere la ricombinazione negli esseri umani, e ha permesso la definizione molecolare degli ´hotspot´ di ricombinazione, ovvero piccole regioni in cui si concentra il processo di rimescolamento". I ricercatori hanno concentrato i loro sforzi su un gene chiamato Prdm9 che è responsabile della produzione di una proteina che si lega al Dna e innesca l´attività dell´hotspot. Persone differenti hanno versioni differenti del gene Prdm9 e i ricercatori erano ansiosi di scoprire se versioni differenti del gene producevano effetti differenti sui livelli di ricombinazione. "La scoperta entusiasmante è che persone con versioni differenti del gene Prdm9 mostrano comportamenti di ricombinazione profondamente diversi, non solo negli hotspot ma anche nei riordinamenti cromosomici che causano alcune malattie genetiche", ha dichiarato il professor Jeffreys. Ma c´è anche un colpo di scena in tutto questo, la variazione del Prdm9 è essa stessa dovuta a un minisatellite nel gene. Come sottolineato dal professor Jeffreys, "Una possibilità affascinante è che sia d´impulso alla sua stessa evoluzione". Lo studio sembra anche fornire una risposta ad uno dei misteri che circondano gli hotspot di ricombinazione, ovvero la loro tendenza a comparire e scomparire rapidamente durante tutta l´evoluzione. "Noi abbiamo mostrato che gli hotspot possiedono una strana propensione all´autodistruzione; ma come possono allora esistere? Il minisatellite Prdm9 ci fornisce la risposta: esso si evolve rapidamente, come ogni altro minisatellite instabile, e continua a sfornare varianti che possono innescare nuovi hotspot, rimpiazzando quelli che hanno commesso suicidio", ha aggiunto il professor Jeffreys. "Un meccanismo completamente folle per assicurare la continuazione della ricombinazione, che è però tipico delle bizzarre soluzioni che l´evoluzione può scovare". Per maggiori informazioni, visitare: University of Leicester: http://www.Le.ac.uk/  Nature Genetics: http://www.Nature.com/ng    
   
   
UE: RIDURRE L´USO DI ANIMALI PER ESPERIMENTI SCIENTIFICI: ECCO LE NUOVE REGOLE  
 
Strtasburgo, 9 settembre 2010 - Il numero di animali utilizzati per esperimenti scientifici dovrebbe ridursi in futuro, a seguito dell´approvazione da parte del Parlamento dell´accordo raggiunto col Consiglio su una nuova legislazione che traccia un punto d´equilibrio fra protezione del benessere degli animali e le necessità della ricerca scientifica. La direttiva, approvata ora in via definitiva, prevede l´obbligo per le autorità competenti nazionali di valutare le implicazioni sul benessere degli animali per ogni test scientifico effettuato. L´obiettivo della nuova legislazione è anche la promozione di metodi alternativi di ricerca scientifica e la riduzione dei livelli di dolore inflitti alle cavie. Essa stabilisce anche limiti più severi per l´uso di primati e un regime di ispezioni per assicurare il rispetto delle regole. Gli Stati membri avranno ora due anni per conformarsi alle nuove regole. Elisabeth Jeggle (Ppe, De), relatrice per il Parlamento, ha affermato, durante il dibattito tenutosi in mattinata di mercoledì, che il compromesso raggiunto é un buon accordo e ha detto ai deputati: "se volete proteggere il benessere degli animali, sostenete la relazione". Priorità a metodi alternativi - Tutti gli Stati membri dovranno garantire l´utilizzo, ove possibile, di una procedura alternativa, scientificamente soddisfacente e riconosciuta dalla legislazione europea, che non comporti l’uso di animali. Un´altra disposizione garantisce che potranno essere approvati solo le procedure di sperimentazione che implicano metodi di soppressione che provocano il minimo di dolore, sofferenza e angoscia possibile. L´utilizzo di animali è pertanto consentito per la ricerca di base e per, ad esempio, la cura di malattie di esseri umani, animali o piante, i test di efficacia dei farmaci, ma anche per l’insegnamento superiore e le indagini medico-legali. Una serie di clausole di salvaguardia sono state introdotte per lasciare la possibilità ai governi nazionali di derogare ad alcune specifiche disposizioni per rispondere a situazioni di emergenza, ma solo nel caso che tale deroga sia scientificamente giustificabile e dopo aver informato la Commissione. L´eventuale utilizzo di tali clausole deve comunque essere approvato dagli altri Stati membri Ridurre l´uso di primati senza ostacolare la ricerca - Il divieto proposto dalla Commissione sull´uso di grandi primati quali lo scimpanzé, il bonobo, il gorilla o l´orangutango, è stato in linea generale confermato dal testo approvato. Tuttavia, la proposta della Commissione avrebbe anche limitato l´uso di altri tipi di primati, quali ad esempio i macachi e gli ustiti, con il possibile effetto, secondo i deputati, di ostacolare la ricerca europea a fini medici per malattie neurodegenerative quali l´Alzheimer. Pertanto, il Parlamento ha deciso di permettere l´uso di tali primati, qualora sia scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo stesso risultato utilizzando specie diverse. Classificazione della gravità delle procedure - La nuova legislazione introduce una serie di categorie del dolore inflitto alle cavie ("non risveglio", "lievi", "moderate" o "gravi"), secondo un emendamento approvato dal Parlamento durante la prima lettura della legge. Per evitare la ripetizione della sofferenza infitta alle cavie, la Commissione aveva proposto di permettere il riutilizzo dell´animale solo per le procedure di sperimentazione con un livello di dolore al massimo classificato come "lieve". I deputati hanno invece ritenuto che tale limite potesse risultare troppo severo e avere l´effetto indesiderato di richiedere l´uso di un maggior numero di animali per il raggiungimento dei risultati scientifici. Pertanto, in accordo coi governi nazionali, i deputati hanno deciso di consentire il riutilizzo delle cavie per esperimenti classificati come "moderati", dopo aver consultato un veterinario. Ispezioni e clausola di revisione - Per assicurare il rispetto delle nuove regole, i deputati europei hanno insistito sulla necessità di ispezioni regolari dei laboratori che effettuano esperimenti scientifici con l´uso di animali. L´accordo raggiunto con il Consiglio prevede che siano ispezionati, annualmente, almeno un terzo dei laboratori, con una porzione di tali ispezioni da effettuarsi senza preavviso. La Commissione dovrà vegliare al rispetto di tale disposizione. Infine, la Commissione dovrà presentare una relazione sull´efficacia della nuova legislazione, insieme a una proposta di revisione, 5 anni dopo la su entrata in vigore. Interventi dei deputati italiani - Durante il dibattito della mattina di mercoledì, sono intervenuti 4 deputati italiani. Giancarlo Scottà (Efd) ha sottolineato che il testo trova un punto di equilibrio che permette di "utilizzare metodi che provocano il minor dolore possibile ... Senza ostacolare la lotta contro le malattie". Paolo De Castro (S&d), presidente della commissione per l´agricoltura, ha ricordato che la votazione arriva dopo un anno e mezzo di "difficili negoziati", affermando che il testo in esame "migliora la direttiva del 1986, ormai obsoleta" e rappresenta "un avanzamento rispetto alla legislazione attuale". Cristiana Muscardini (Ppe) ha espresso la speranza che l´accordo sia presto rivisto per smettere di "esercitare esperimenti inutili e ripetitivi", aggiungendo che con esprimenti in vitro o con simulatori del metabolismo umano "si possono raggiungere obiettivi più certi di quelli delle sperimentazioni animali". Elisabetta Gardini (Ppe) ha invece sostenuto che "purtroppo, la ricerca sugli animali resta fondamentale e non esistono ancora alternative... A detta dei ricercatori". "Grazie a questi metodi, abbiamo cure contro leucemia, diabete e certi tipi di tumori", ha concluso. Prima dell´inizio della votazione, Sonia Alfano (Alde) ha criticato l´accordo, poiché permette "l´esperimento per scopi didattici e il riutilizzo degli animali anche con metodi che provocano dolore" e "non incentiverà l´uso di metodi alternativi". Ha quindi chiesto il rinvio del testo in commissione parlamentare ma l´´Aula ha respinto a maggioranza tale richiesta e dato il suo via libera al testo.  
   
   
BIMBO PREMATURO SALVATO DA INTERVENTO 3 VOLTE ECCEZIONALE OPERATO A MASSA A CUORE E TRACHEA IN SIMULTANEA. ORA STA BENE E´ IL PRIMO CASO IN ITALIA  
 
Firenze, 9 settembre 2010 - Un doppio intervento chirurgico, eseguito contemporaneamente, al cuore e alla trachea, ha permesso di salvare la vita ad un bambino nato prematuro in Toscana. L´intervento che è durato 9 ore è stato eseguito all´ospedale del cuore “Fondazione Toscana G. Monasterio” di Massa da un´equipe congiunta di altissima specializzazione, guidata dai dottori Murzi (ospedale del cuore di Massa) e Mirabile (ospedale pediatrico Meyer) formata da 11 persone, delle quali 7 medici (3 chirurghi: Murzi, Bernabei, Arcieri; due anestesisti cardiotoracici: Moschetti, Del Sarto; e due endoscopisti: Mirabile e Baggi) due perfusionisti e due infermieri di sala operatoria. E´ la prima volta in Italia che viene eseguito contemporaneamente un doppio intervento cuore-trachea. Ma l´operazione è stata ancora più eccezionale perchè eseguita su un bimbo così piccol o: appena 2 mesi per 3 kg di peso. Particolarità dell´intervento è stato inoltre l´uso del laser, per via endoscopica a torace aperto, per completare l´operazione alla trachea. Una procedura “ibrida” di questo genere, chirurgica e interventistica, non risulta mai eseguita nei bambini. Il piccino, che era nato prematuro (8 mesi di gestazione circa) era affetto da due gravissime patologie congenite, una rarissima stenosi alla trachea e la “tetralogia di Fallot” al cuore (la patologia conosciuta anche come “morbo blu”: un buco fra i ventricoli del cuore e stenosi dell´arteria polmonare) ora sta bene ed è ricoverato all´ospedale Meyer dove verrà seguito per la convalescenza. I medici sono ottimisti e ritengono che il piccolo, con buonissime probabilità, non avrà più bisogno, nel corso della sua vita, di interventi operatori per le patologie cui si riferiscono i due interventi attuali. «La notizia di questo intervento mi rende doppiamente orgogliosa e felice – dice l´assessore alla sanità della Regione Toscana Daniela Scaramuccia. In primo luogo sono felice – prosegue l´assessore - perchè è stata salvata la vita ad un bambino che ora sta bene e che, probabilmente, non soffrirà più delle patologie congenite per cui è stato operato. Poi sono orgogliosa perchè questo bimbo è stato operato in Toscana e perchè la Toscana, al momento, è l´unica regione in Italia dove si è riusciti ad eseguire un doppio intervento, contemporaneo su cuore e trachea, oltretutto su un bambino così piccolo. Tutto questo è possibile non soltanto perchè abbiamo competenze e strutture d´eccellenza ma anche perchè siamo in grado di far funzionare in rete tutte le nostre strutture sanitarie. Se qu esto bambino è salvo e avrà una vita normale – sottolinea l´assessore – lo si deve all´ospedale di Massa, dove è stato operato, all´opedale di Careggi dove è nato e dove è stato assistito fino al momento dell´intervento, all´ospedale Meyer dove si trova attualmente per la fase post intervento. Voglio inviare le mie felicitazioni alla famiglia del bambino, ma anche il mio “grazie” a tutto il personale, medico e infermieristico, che ha permesso questo intervento e che ogni giorno, in Toscana, ci rende orgogliosi di una sanità che funziona.» Il bambino era nato a Careggi alla 35 esima settimana di gestazione. Alla nascita pesava 1,8 kg. Per circa 2 mesi è stato assistito alla neonatologia di Careggi fino a quando ha raggiunto i 3 kg di peso, ma le sue condizioni, a causa delle due gravi patologie congenite, erano sempre più critiche. Al momento dell´arrivo a Massa le sue condizioni erano tali da richiedere sia l´intubazione sia la ventilazione meccanica. Di fronte alla situazione i medici hanno deciso di intervenire contemporaneamente per la doppia patologia. L´intervento, che complessivamente è durato dalle 8 del mattino alle 17, è stato eseguito in circolazione extracorporea per 4 ore e il cuore è stato fermato per un´ora circa, mentre la trachea è stata ricostruita utilizzando i tessuti del piccolo. L´equipe congiunta Meyer-fondazione Toscana G.monasterio (Pediatric Tracheal Team) è attualmente l´unico gruppo italiano che si cimenta con interventi tracheali su pazienti di piccolo peso e che esegue interventi singoli con queste caratteristiche. Il Pediatric Tracheal Team toscano ha ormai al suo attivo numerosi interventi di ricostruzione tracheale. Il doppio intervento in contemporanea non era mai stato eseguito.  
   
   
UNA RICERCA PER IMPEDIRE LA CECITÀ FINANZIATA DAL MINISTERO DELLA SALUTE AD UNA GIOVANE RICERCATRICE DEL TRENTINO  
 
Trento, 9 settembre 2010 - La Provincia autonoma di Trento, in qualità di destinatario istituzionale, ha partecipato al bando di invito del Ministero della Salute per progetti di giovani ricercatori, presentando, fra gli altri, la ricerca: "Terapia genica mediata da Rna antisenso per la cura delle distrofie e delle disfunzioni retiniche" della dottoressa Michela Denti. Il progetto è stato accolto e finanziato per un importo pari a 292.961 euro. Lunedì 6 settembre a Roma, presso il Ministero della Salute, Direzione della Ricerca scientifica e tecnologica, è stata firmata la convenzione per il progetto finanziato, erano presenti il dott. Bruno Campione, dirigente del Ministero della salute, il dott. Luciano Pontalti, dirigente del Servizio Organizzazione e qualità delle attività sanitarie della Provincia di Trento e la dott.Ssa Denti. Michela Denti è ricercatrice universitaria presso la Facoltà di Scienze dell’Università trentina, la ricerca, della durata di 3 anni, verrà svolta presso i laboratori del Centro per la Biologia Integrata (Cibio) di Trento, e riguarda uno studio sulle mutazioni genetiche che possono causare forme specifiche di degenerazioni retiniche e, in ultima analisi, portare alla cecità. In particolare, il progetto è rivolto allo studio della cecità notturna stazionaria congenita legata al cromosoma X. Dall´assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, sono arrivate parole di stima e di riconoscenza sia alla dott.Ssa Denti, una giovane ricercatrice impegnata in un progetto originale sotto il profilo scientifico e di indubbia validità in campo medico e sociale, sia al Servizio sanitario provinciale, che ha fatto da tramite e ha canalizzato questa importante possibilità di sviluppo dell´attività di ricerca medica trentina.  
   
   
OSPEDALE CARIATI, IL PRESIDENTE SCOPELLITI HA INCONTRATO I SINDACI DELL’ALTO IONIO CALABRESE  
 
Catanzaro, 9 settembre 2010 - Si è svolto a Palazzo “Alemanni” l’incontro tra il Presidente Scopelliti ed una delegazione di Sindaci dell’alto Ionio calabrese, guidata dal primo Cittadino di Cariati, in merito alla situazione dell’Ospedale di Cariati. Nel corso della riunione prevista già da qualche giorno, si sono affrontati i temi legati al “piano di rientro” del settore Sanità e la conseguente rete di riorganizzazione dell’intero comparto. Il Presidente Scopelliti, coadiuvato dal Dirigente di Settore dell’Assessorato alla Sanità, Gianluigi Scaffidi, ha illustrato ai presenti le ipotesi previste dal “piano” per il territorio della sibaridite. Dalla riunione sono emerse le esigenze portate avanti dai Sindaci del comprensorio, con alcuni punti di contatto già al vaglio del gruppo tecnico del “piano di rientro”. Le parti hanno stabilito di rivedersi la prossima settimana per arrivare ad una proposta concreta, la più possibile condivisa. “Siamo fortemente convinti che la condivisione di certi percorsi con i Sindaci – ha affermato il Presidente Scopelliti – possa alleggerire certe tensioni che si stanno creando sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di offrire a tutti i Calabresi un servizio sanitario di qualità. Il piano di rientro è una necessità impellente, questo però non ci deve far dimenticare che la nostra missione è quella di programmare una sanità di livello per tutto il territorio regionale. Con i Sindaci vorremmo fare una discussione costruttiva, l’obiettivo generale è quello di un miglioramento dei servizi erogati”. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, i Consiglieri regionali, Gallo e Caputo ed i Sindaci dei Comuni di Cariati, Mandatoriccio, Caloveto, Cropalati, Umbriatico, Crucoli, Crosia, Pietrapaola, Scalacoeli, Terravecchia.  
   
   
SANITA´ IN SICILIA: SALTATO L´INCONTRO CON I SINDACATI DELLA DIRIGENZA MEDICA  
 
 Palermo, 9 settembre 2010 - "Il confronto con i sindacati confederali che si e´ svolto questa mattina e´ stato molto utile per focalizzare alcuni punti della riforma sanitaria che saranno oggetto di un monitoraggio mensile. Questa collaborazione sara´ fondamentale per accompagnare la concertazione a livello locale sull´attuazione di quanto devono porre in essere le aziende sanitarie per l´adozione delle piante organiche e in vista della assunzione a tempo indeterminato di quasi 3.000 persone nell´ottica del superamento del precariato. Il clima e´ stato molto sereno e costruttivo ed e´ stato dato atto all´assessorato di avere sviluppato alcuni importanti punti di programmazione che prevedono notevoli investimenti". Lo ha detto l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, al termine della riunione di ieri mattina con i sindacati confederali sui temi della sanita´. Ieri pomeriggio invece solo la Cisl e la Fassid hanno preso parte alla riunione con i rappresentanti sindacali della dirigenza medica convocata dall´assessore Russo. "Avevo recepito nei giorni scorsi il malessere di alcune sigle sindacali della dirigenza medica che avevano addirittura dichiarato lo stato di agitazione. Forse c´e´ una divergenza di vedute all´interno di alcuni sindacati ma non posso che interpretare l´assenza odierna come una inammissibile fuga dalle responsabilita´. Non vorrei che si trattasse di una chiusura corporativa con la quale si tenta, senza alcuna possibilita´ di successo, di bloccare il cambiamento: viene sbandierata la presunta assenza di un confronto con l´assessorato per motivare prese di posizioni che, alla luce di quanto accaduto oggi, appaiono strumentali. Infatti, la verita´ documentata e documentabile con i verbali sottoscritti e´ che gia´ a luglio ai sindacati della dirigenza medica sono stati illustrati, nei dettagli, sia la ratio delle linee guida, ispirate al rispetto dei parametri nazionali indicati dal Patto per la Salute, che le ragioni della nostra celerita´: nel 2011, infatti, la legge finanziaria blocchera´ i rinnovi del 50% dei contratti a tempo determinato e si rischiera´ di non poter rinnovare contratti a 1.500 unita´ di personale. E´ forse questo quello che vogliono alcuni sindacati?".  
   
   
ENTRO SETTEMBRE LA NOMINA DEI DIRETTORI GENERALI DI AZIENDE SANITARIE DELL’’EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 9 settembre 2010 - “Non è ancora compiutamente definito il percorso per le proposte di nomina dei direttori generali di Aziende sanitarie in scadenza nelle prossime settimane ”: lo ha comunicato l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti annunciando che “tale percorso si concluderà entro il mese di settembre” e che “alle scelte regionali al riguardo sarà data la massima diffusione”. Per l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove l’incarico di direttore generale affidato a Giovanni Baldi scade il prossimo 9 settembre, Lusenti ha assicurato che l’Istituto continuerà “senza alcun pregiudizio” a svolgere le proprie funzioni e attività. L’assessore ha infatti ricordato che, dalla data di scadenza dell’incarico, la norma prevede che possano passare 60 giorni prima della nuova nomina; nel periodo le funzioni di direttore generale sono assunte dal direttore amministrativo o dal direttore sanitario.  
   
   
SANITA´ IN PIEMONTE: MOLINETTE BLITZ A SORPRESA IN MATTINATA DEL PRESIDENTE COTA  
 
Torino, 9 settembre 2010 - Nella mattinata di ieri mattinata il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota si è recato a sorpresa, senza comunicazioni alla stampa, al pronto soccorso dell´ospedale le ‘Molinette’ per rendersi conto della situazione nella struttura. Per questa mattina è stato convocato in Regione il direttore generale delle ‘Molinette’ Giuseppe Galanzino per una relazione sulla tragedia avvenuta nei giorni scorsi a causa di una sacca di sangue.  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI,DA SINDACI DIMOSTRAZIONE DI RESPONSABILITA´  
 
L´aquila, 9 settembre 2010 - "Un incontro positivo che ha messo in evidenza il senso di responsabilità dei sindaci dei comuni i cui ospedali sono interessati al processo di riordino". È stato questo il commento del presidente della Regione e commissario per la Sanità, Gianni Chiodi, al termine dell´incontro che i sindaci di sette comuni abruzzesi, Casoli, Guardiagrele, Gissi, Tagliacozzo, Pescina, San Valentino e Avezzano, hanno avuto stamane con il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Il Ministro è arrivato stamane all´Aquila su invito del commissario Chiodi, che ha avuto modo di ringraziarlo per la disponibilità mostrata, per un breve confronto con gli amministratori delle città interessate alla prima fase di attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera. "I sindaci sono consapevoli che la strada è segnata - ha spiegato Chiodi - sono consapevoli che una situazione del genere, che è stata ereditata, non può essere più sopportata dalla Regione Abruzzo, hanno capito che andare avanti sulla vecchia strada significa dequalificare la sanita regionale e quindi conoscono la realtà e condividono questo nostro indirizzo. Quello che temono soprattutto è che in questa fase di riconversione, cioè nel passaggio da ospedali per acuti a ospedali di comunità o presidi territoriali, ci sia un allungamento dei tempi. Posso dire fin da ora che il nostro impegno è ridurre i tempi e che saremo quanto più possibile vicini ai sindaci con i quali andremo a condividere anche le diverse ipotesi di riconversione in un processo di partecipazione più ampio possibile". Il presidente della Regione ha poi annunciato che incontrerà in due diverse riunioni i sindaci della Asl di Chieti e successivamente quelli marsicani della Asl dell´Aquila insieme con i massimi responsabili delle aziende sanitarie. Chiodi ha poi confermato che l´attenzione del governo al processo di risanamento della sanità abruzzese è confermata dal fatto che l´Abruzzo avrà quella priorità necessaria per quanto riguarda la realizzazione dei nuovi cinque ospedali, "che andranno a razionalizzare ulteriormente il sistema in un seconda e terza fase".  
   
   
OGGI CONVEGNO AL GALLIERA DI GENOVA SU: ARCHITETTURA E COMFORT OSPEDALIERO CON GLI INTERVENTI DELLE “ARCHISTAR” ALBERT DE PINEDA (BARCELLONA) E AYMERIC ZUBLENA (PARIGI)  
 
Genova, 9 settembre 2010 - "La realizzazione di strutture ospedaliere di nuova concezione". E´ questo il titolo del convegno che si svolge oggi giovedì 9 settembre, presso il Salone Congressi dell´ospedale Galliera e al quale parteciperanno gli architetti di fama internazionale Albert De Pineda, progettista del Nuovo Ospedale Galliera di Genova, e Aymeric Zublena. “Un momento di grande interesse – spiega Luciano Grasso, Direttore Amministrativo del Galliera – per approfondire nuove tecniche finalizzate a realizzare strutture sanitarie dell´ultima generazione, dove i concetti di centralità del malato e umanizzazione generano le coordinate per sviluppare progetti innovativi di alto valore tecnologico e comfort”. Tra i temi al centro dell´attenzione dell´evento: Ospedale per intensità di cura, tecniche lean, funzionalità, ergonomia, alta tecnologia, sicurezza, inserimento ambientale, uso di fonti di energia rinnovabili. Il convegno si rivolge non solo a operatori di aziende sanitarie territoriali e ospedaliere, ma anche a liberi professionisti (architetti, ingegneri) e al relativo settore universitario di specifica competenza. “Il convegno di domani fa parte di un primo nucleo di nove incontri formativi che come Ente abbiamo voluto dedicare ai nuovi modelli organizzativi in management sanitario, gestionale e organizzativo. L´obiettivo - continua Grasso - avviandoci concretamente alla realizzazione del Nuovo Ospedale Galliera, è quello di proporre e condividere una proposta formativa su temi innovativi grazie alla diretta esperienza dell´Ente maturata nella progettazione strategica di tutte le funzioni amministrative, sanitarie e tecniche, impegnate nella realizzazione di una delle più importanti opere edilizie dei prossimi anni”.  
   
   
MAL DI SCHIENA: AL FATEBENEFRATELLI DI MILANO TECNICHE MICROCHIRURGICHE INNOVATIVE PER LE PIU’ DIFFUSE PATOLOGIE DELLA COLONNA VERTEBRALE  
 
 Milano, 9 settembre 2010 - Con l’invecchiamento della popolazione sono aumentati anche gli italiani che accusano disturbi alla colonna vertebrale. Dopo i 45 anni, il 50% degli italiani soffre di mal di schiena più volte l’anno. L’impatto sociale di queste patologie e gli effetti sulla qualità della vita sono estremamente negativi se si pensa che 1/3 dei casi deve sospendere temporaneamente l’attività lavorativa. E’ evidente che le cause del mal di schiena sono diverse, ma i fattori “meccanici” come discopatie, stenosi, spondilolistesi e fratture sono di gran lunga l’origine più diffusa del disturbo (dall’85% al 90% secondo le statistiche). Nella maggior parte dei casi, per queste patologie viene consigliata una terapia non chirurgica come farmaci antinfiammatori, riposo a letto, busto ortopedico e opportuna rieducazione per rinforzare il tono dei muscoli lombari e addominali e migliorare il sostegno della colonna, riducendo il dolore. Tuttavia, non tutte queste patologie possono sempre essere risolte efficacemente con i trattamenti conservativi: quando questi approcci risultano fallimentari è possibile fare ricorso al trattamento chirurgico che, grazie alla continua evoluzione dei dispositivi utilizzati, è diventato sempre meno invasivo. “Il numero di interventi chirurgici per patologie della colonna vertebrale è in continua crescita: nel nostro reparto abbiamo operato negli ultimi 5 anni circa 200 pazienti in totale, ma è soprattutto negli ultimi 3 anni che abbiamo riscontrato un aumento dei casi – dichiara il dottor Roberto Assietti, Responsabile della Struttura Semplice di Day-surgery dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano - Oggi, le discopatie degenerative della colonna vertebrale come lesioni o cedimenti strutturali possono essere trattate con successo grazie all’adozione di innovative procedure chirurgiche percutanee mininvasive grazie alle quali è possibile recuperare in modo eccellente l’assetto anatomico-funzionale della colonna vertebrale, a fronte di una riduzione sostanziale del trauma chirurgico, limitando la perdita ematica, e delle complicanze post operatorie – dolore, cicatrici estese, rischio di infezioni e lunghi tempi di ripresa per il paziente – che comporterebbe l’impiego delle procedure chirurgiche convenzionali. “Le nuove tecniche consentono la stabilizzazione dei segmenti vertebrali lesionati attraverso l’impianto, per via percutanea, di dispositivi di bloccaggio collegati ai segmenti vertebrali tramite piccole viti, permettendo al paziente di mantenere una completa motilità della colonna – continua Assietti - Grazie a queste tecniche, è possibile preservare l’integrità della muscolatura della schiena e attuare una decompressione dei nervi limitando enormemente la perdita ematica. L’intervento, infatti, viene eseguito attraverso un’incisione minima, al massimo di 1,5 cm, sotto controllo scopico del chirurgo e richiede una degenza al massimo di 4 giorni.” Per il trattamento delle ernie del disco o delle stenosi spinali lombari che causano la compressione di una o più radici nervose, poi, esiste una procedura di decompressione chirurgica mininvasiva per alleviare la pressione sui nervi spinali attraverso l’inserimento per via percutanea di ‘spaziatori interspinosi’. L’intervento avviene in anestesia locale, attraverso una piccola incisione, con una minore perdita ematica rispetto alla chirurgia “tradizionale” (laminectomia e artrectomia, faccetectomia, discectomia), minori complicanze e un più rapido recupero funzionale. La colonna vertebrale viene preservata il più possibile: non c’è alcuna rimozione di tessuti o strutture ossee, lasciando aperte eventuali altre opzioni di trattamento.  
   
   
IN REGIONE MOSTRA DEDICATA ALLA LOTTA ALL´AIDS DICIOTTO DIPINTI DI CARLO CORDUA AL PIRELLI DAL 16 SETTEMBRE INAUGURAZIONE CON FORMIGONI E IL PREMIO NOBEL LUC MONTAGNIER  
 
Milano, 9 settembre 2010 - Dal 16 al 30 settembre lo Spazio Eventi del Palazzo Pirelli ospita la mostra "Qualcosa in più della speranza". La rassegna - realizzata grazie ad una collaborazione tra Regione Lombardia e l´Associazione Arte e Vita - raccoglie 18 dipinti del maestro Carlo Cordua dedicati alla lotta all´Aids. Le opere invitano a riflettere su questa malattia, sulla sua diffusione e sulla necessità di combatterla attraverso l´informazione e la prevenzione. Cordua descrive attraverso la metafora arborea il ciclo della malattia: dalla primavera dell´innocenza all´estate dell´incoscienza, dall´autunno della scoperta all´inverno della solitudine e del declino. Oltre le stagioni, però, resta l´orizzonte della speranza. L´esposizione è già stata ospitata presso la Camera dei Deputati nel maggio di quest´anno, sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Comune di Roma e della Fondazione Mondiale Prevenzione e Ricerca Aids, presieduta dal Premio Nobel Luc Montagnier. Lo stesso Montagnier sarà presente il prossimo 15 settembre, insieme al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, all´inaugurazione della mostra, che sarà visitabile gratuitamente dal 16 al 30 settembre. L´allestimento a Palazzo Pirelli della mostra "Qualcosa in più della speranza" si inserisce nel percorso - avviato a dicembre 2009 con l´evento espositivo "La Regione dà luce all´arte - Scoperte e riscoperte del Patrimonio artistico della Lombardia" - volto a fare del capolavoro di Gio Ponti, vera e propria opera d´arte, un contenitore di altre opere d´arte. Alla mostra "Dipinti lombardi dal Rinascimento al Barocco" e all´Artbox che l´ha affiancata - visitati da 12.000 persone dal 3 dicembre 2009 al 25 aprile di quest´anno - è seguita la rassegna "Marino Marini - Segno e colore nell´opera grafica" (26 maggio - 8 agosto) mentre altri eventi culturali coinvolgeranno la sede della Regione Lombardia nei prossimi mesi. Scheda - La mostra è organizzata da Regione Lombardia in collaborazione con l´Associazione Arte e Vita. "Qualcosa in più della speranza" - Palazzo Pirelli (via Fabio Filzi, 22 - Milano) 16 settembre - 30 settembre 2010 Spazio Eventi - primo piano. - Orari da martedì a venerdì 15.00 - 19.00 sabato e domenica 10.00 - 19.00 - Ingresso libero.  
   
   
A MARGINE DELL’ESTATE: 150 POSTER D’AUTORE ORIGINALI DA “CONTEMPLARE”.  
 
Milano, 9 settembre 2010 - È una Mostra di immagini inconsuete, quella promossa dall’Associazione dei Marchigiani & Umbri di Milano e Lombardia. L’invito è ad entrare in un particolare percorso di “istantanee”: pagine singolari stilate da uno sguardo estetico e poetico assolutamente originale. La Personale - Aforismi e Poesie per immagini. Il Tuo sguardo sulle Cose - di Antonio De Paolis , è già patrocinata dalla Regione Umbria, dalla Provincia e Comune di Perugia, e con patrocinio della Regione Lombardia. Chi vorrà visitarla la trova al Centro Culturale Rosetum di Milano, negli spazi espositivi della Galleria d’Arte Velasquez di Via Pisanello 1 dal 6 al 22 Settembre 2010, con apertura feriale 16,00-19,30, e prefestiva e festiva anche 10,30-12,30. Per il suo valore pedagogico e simbolico, è stata definita dalla critica come assolutamente eccezionale. In una visione impegnativa di soggetti vari: un viandante, un volto, le mani al lavoro, una casa, la luna, un’ombra umana, una goccia d’acqua, un campo di grano maturo, un rigo musicale… Chi non ha cessato di amare le “cose che sono” può ritrovare in questa Personale aspetti importanti ed entrare in dialogo con la potenza dei simboli. Cuore e mente possono essere nuovamente pro-vocati da frammenti del quotidiano per leggere il contingente in un modo nuovo, attraverso l’interpretazione poetica; mentre ragione e cuore possono aprirsi al trascendente. Dunque, si tratta di una nuova occasione per incontrare ancora una volta il Vero, il Bello e il Bene, con un linguaggio ora disarmante, ora più impegnativo, ora di giocosa ironia, ora trascendente. Venerdì 10 settembre alle ore 17,00 l’Autore racconterà la genesi delle sue opere, con una riflessione sul tema “L’immagine è Parola”. Domenica 19 settembre alle ore 17,00 ci sarà la Presentazione di Critici d’Arte e l’intervento del M° Antonello Madau Diaz - vicepresidente dell’Associazione Marchigiani & Umbri di Milano e Lombardia - e di altre autorevoli personalità del mondo dell’Arte, della Cultura e della Comunicazione.  
   
   
ATLETICA, OGGI ALL´ARENA LA NOTTURNA DI MILANO  
 
Milano, 9 settembre 2010 - E´ tutto pronto per l´undicesima edizione della Notturna di Milano, il Meeting International Athletics, che si svolge oggi, all´Arena Civica, dalle 21 fino alle 23.00. L´iniziativa è stata presentata ieri, nel palazzo della Regione, dall´assessore regionale allo Sport e Giovani, Monica Rizzi. Alla conferenza stampa erano presenti diversi atleti di livello internazionale che prenderanno parte alla manifestazione: dai campioni nostrani Andrew Howe, Antonietta Di Martino e Simona La Mantia fino ad arrivare agli atleti Christophe Le Maitre, Asbel Kiprop e Caster Semenya. "La Notturna di Milano - ha detto l´assessore Rizzi - è un evento che, proprio per la sua unicità, è capace di attirare ed emozionare non solo sportivi e appassionati, ma anche chi desidera semplicemente godersi una serata decisamente entusiasmante. Un meeting sportivo che accenderà, ancora una volta, i riflettori sul capoluogo lombardo". L´assessore Rizzi ha sottolineato inoltre l´importanza di questa iniziativa culturale anche in vista di Expo 2015. "Il mondo dello sport - ha ricordato Monica Rizzi - così come quelli dedicati a ricerca e volontariato, rappresentano per noi Lombardi eccellenti biglietti da visita, testimonianza concreta della passione e dell´impegno che sappiamo mettere in ciò che ci sta a cuore. Nella nostra regione il movimento sportivo costituisce una comunità vastissima, fatta di migliaia di atleti, tecnici e dirigenti che, ad ogni livello, offrono il proprio contributo per favorire lo svolgimento di attività sportive destinate a diventare uno straordinario fattore di integrazione sociale".  
   
   
PUGLIA: VIA AI FORUM PROVINCIALI DELLO SPORT  
 
Bari, 9 settembre 2010 - Al via i Forum provinciali dello sport che contribuiranno alla predisposizione del Piano regionale triennale di interventi per l’impiantistica sportiva 2011-2013. Sei incontri per un mese di lavoro e di confronto (il primo Forum si svolgerà il 10 settembre a Brindisi, l’ultimo il 7 ottobre a Lecce) che l’assessore regionale allo Sport Maria Campese ha inteso promuovere quali “luoghi indispensabili di confronto con i rappresentanti dei Comuni di ciascuna provincia”. Verificare le esigenze organizzative e recepire le proposte operative da parte dei territori interessati, saranno elementi imprescindibili non solo per la formazione del Piano regionale triennale per l’impiantistica sportiva 2011-2013 ma anche per la formulazione di nuove “Linee guida sulla programmazione dello sport per tutti” e per l’istituzione dell’Osservatorio del sistema sportivo regionale. “Obiettivo della Regione - ha detto l’assessore Campese - è rafforzare il percorso collaborativo già avviato con i rappresentanti delle Province, coinvolgendo i rappresentanti dei Comuni, delle istituzioni scolastiche, del Coni e delle Associazioni sportive, per promuovere la pratica sportiva nella nostra società abbattendo barriere sociali, fisiche, economiche, culturali e divulgare un corretto stile di vita, specialmente tra i più giovani”. L’avvio dei Forum è da inquadrare nell’imminente scadenza del Programma regionale per l’impiantistica e degli spazi sportivi 2008-2010 e nella conseguente necessità di dover procedere alla programmazione degli interventi per il triennio successivo 2011-2013.