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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Ottobre 2010
SCIENZIATI FINANZIATI DALL´UE IDENTIFICANO UNA CELLULA CHIAVE NELLA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA  
 
Bruxelles, 19 ottobre 2010 - La barriera emato-encefalica (Bee) ha un ruolo fondamentale per la protezione del cercello da sostanze nocive, ma questo potente scudo può creare problemi quando i medici devono introdurre farmaci nel cervello. Adesso in Svezia alcuni ricercatori finanziati dall´Ue hanno suggerito un altro componente della Bee che potrebbe portare a nuove cure per diverse malattie. Presentato sulla rivista Nature, lo studio suggerisce che i periciti, conosciute anche come cellule di Rouget, sono il pezzo mancante di questo puzzle. La ricerca è stata sovvenzionata in parte dal progetto Lymphangiogenomics ("Genome-wide discovery and functional analysis of novel genes in lymphangiogenesis"), che ha ricevuto 9 Mio Eur nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. I periciti sono cellule dei tessuti connettivi che si trovano nei capillari del sangue e in questo nuovo studio i ricercatori del Karolinska Institute in Svezia rivelano che sono strumentali per la regolazione della struttura. "I nostri nuovi risultati mostrano che la barriera emato-encefalica è regolata dai periciti, e può essere aperta in modo da permettere il passaggio di molecole di dimensioni diverse mantenendo le funzioni basilari del cervello attive," spiega il professor Christer Betsholtz del Dipartimento di biochimica medica dell´istituto, sotto la cui guida è avvenuto lo studio. Altri organi del corpo umano non sono impermeabili come la Bee; lasciano che le sostanze si spostino dai capillari verso i tessuti circostanti. Al contrario, la Bee blocca questo percorso in modo che alcune sostanze che danneggiano le cellule nervose, come le proteine del plasma, non possono entrare nel cervello. Quando la Bee è compromessa, possono insorgere malattie; nel tempo, i ricercatori hanno associate la permeabilità capillare nel cervello a vari disturbi tra cui il Parkinson, l’Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), comunemente detta morbo di Lou Gehrig. "Le nostre conoscenze su come la Bee è regolata potrebbero essere usate in due modi," spiega il professor Betsholtz. "Per proteggere il cervello in condizioni come l´ictus e l´infiammazione che porta all´apertura della Bee e il rilascio di sostanze nocive; e per aprire la barriera temporaneamente per permettere il trasporto di farmaci contro malattie neurodegenerative e altri disturbi che colpiscono il cervello." In breve, i periciti assicurano il funzionamento senza problem della Bee tramite un meccanismo molecolare non identificato. Quando mancano i periciti, si avvia un processo di trasporto chiamato transcitosi; questo apre un percorso attraverso le pareti capillari in modo che molecole di varie dimensioni, anche le nocive proteine del plasma, possono passare dal sangue al cervello. I ricercatori affermano che i periciti regolano anche gli astrociti che contribuiscono alla Bee attraverso speciali estensioni, i cosiddetti pedicelli, che ricoprono i capillari e regolano i flussi di acqua e ioni. "Un´altra scoperta interessante è che il farmaco per il cancro Imatinib, che inibisce certi segnali proteici per la crescita delle cellule, ha un effetto simile in presenza di periciti nel senso che anch´essi chiudono i percorsi di trasporto delle pareti capillari," dice il professor Betsholtz. Hanno contribuito a questo studio ricercatori dell´Accademia Sahlgrenska in Svezia. Per maggiori informazioni, visitare: Karolinska Institutet: http://ki.Se/  Nature: http://www.Nature.com/  Lymphangiogenomics: http://www.Lymphomic.org/    
   
   
UN PROGETTO DELL´UE CERCA RISORSE FARMACEUTICHE NEL MARE  
 
Bruxelles, 19 ottobre 2010 - Uno dei prodotti più apprezzati per la cura della pelle in tutto il mondo è "Crème de la Mer", una crema che contiene alghe fermentate usate per idratare la pelle. Questa crema era stata originariamente sviluppata da Max Huber, uno scienziato dell´agenzia spaziale statunitense, la Nasa, per curare gravi ustioni chimiche. Diverse compagnie di tutto il mondo stanno lavorando per identificare e sfruttare varie fonti naturali di composti che potrebbero rivelarsi efficaci in farmaci e altri prodotti. Un team di ricercatori finanziati dall´Ue sta dando il proprio contributo a questo impegno ricercando sostanze biologicamente attive negli organismi marini che potrebbero costituire una base per prodotti farmaceutici. Il progetto Marex ("Exploring marine resources for bioactive compounds: from discovery to sustainable production and industrial applications") ha ricevuto 6 Mio Eur nell´ambito del Tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" (Kbbe) del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue per raccogliere, isolare e classificare organismi marini, tra cui anemoni di mare, tunicati e micro e macro alghe, nel Mediterraneo, nel Mar Baltico e Arabico e negli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. Coordinati dall´Università di Helsinki in Finlandia, i partner di Marex stanno esaminando al microscopio composti isolati da organismi marini e modificati chimicamente sotto il microscopio per assicurare un uso medico adatto. Il team di Marex dice che sebbene il processo sia complesso, una programmazione completa e attenta è fondamentale e offrirà buone opportunità per "interessanti composti attivi per lo sviluppo di prodotti farmaceutici" contro diversi disturbi come il cancro. La prima cosa da fare consiste nella raccolta di campioni, il consorzio, che conta 19 membri, assicura che questo processo non danneggia l´ecosistema di oceani e mari. Mentre vengono usate le collezioni di campioni già esistenti, i partner stanno concentrando le loro attività su materiali che non sono mai stati testati prima d´ora. "Sin dall´inizio, vedremo se un alga o altra materia prima proveniente dal mare possa essere utilizzata su scala industriale," spiega la dott.Ssa Päivi Tammela, ricercatrice della Facoltà di Farmacia presso l´Università di Helsinki. Da parte loro, il professore universitario Jari Yli-kauhaluoma e la dott.Ssa Paula Kiuru sottolineano che i composti raccolti dagli organismi marini hanno di solito una struttura chimica molto complessa. I partner mirano a identificare le parti strutturali più fondamentali dei "composti più interessanti". Una volta ottenute le informazioni, il team sarà in grado di semplificare la struttura di un composto complesso senza alterare l´attività biologica. Ricercatori e industrie provenienti da Belgio, Cile, Finlandia, Francia, India, Italia, Libano, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia e Turchia stanno dando importanti cotributi a questo progetto. Oltre a riguardare lo sviluppo industriale di prodotti, i risultati di Marex contribuiranno a promuovere la crescita e la produttività della biotecnologia marina in Europa. I partner lavoreranno per informare sulla fonte dei prodotti di biotecnologia marina e della biodiversità e del potenziale dei mari. I partner del progetto Marex, che è stato lanciato ad agosto 2010 e si concluderà a luglio 2014, aiuteranno in definitiva le industrie europee a incrementare la loro gamma di prodotti in varie applicazioni nel settore farmaceutico, nutraceutico, della cosmetica, agrochimico e della lavorazione degli alimenti. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Helsinki: http://www.Helsinki.fi/university/  Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie del 7° Pq (Kbbe): http://cordis.Europa.eu/fp7/kbbe/home_en.html    
   
   
STUDIO SUGGERISCE CHE LA COMPLESSITÀ POLITICA SI EVOLVE A PICCOLI PASSI  
 
Bruxelles, 19 ottobre 2010 - Secondo una nuova ricerca finanziata dall´Ue e pubblicata sulla rivista Nature, la complessità politica nella società umana si evolve in piccoli passi progressivi. Gli scienziati, il cui lavoro è messo in evidenza sulla copertina della rivista, sono giunti alle loro conclusioni grazie all´utilizzo di metodi solitamente applicati allo studio dell´evoluzione biologica. L´ue ha sostenuto il lavoro, che ha coinvolto scienziati in Giappone, Nuova Zelanda e Regno Unito, attraverso il progetto Cultrworld ("The evolution of cultural norms in real world settings") del Consiglio europeo della ricerca (Cer) con un finanziamento di 1,8 Mio Eur. "Un modello storico generale di crescente complessità politica, da piccoli gruppi di individui imparentati alle grandi società, è stato osservato in tutto il mondo a partire dalla fine dell´ultima glaciazione," ha detto il professor Russell Gray dell´Università di Auckland in Nuova Zelanda, uno degli autori dello studio. "Molto si è dibattuto se questo processo avvenisse attraverso una serie di piccoli passi progressivi, dalle tribù ai chiefdom e poi agli stati, o attraverso balzi più grandi e non sequenziali. Il ruolo delle diminuzioni di complessità nel modello generale è stato anche poco chiaro." Tuttavia, fino ad oggi vi è stata carenza di ciò che i ricercatori descrivono come test "rigorosi e quantitativi" per esaminare quali teorie meglio riflettono la realtà. I biologi da molto tempo usano dati genetici per costruire alberi filogenetici. Più recentemente, ricercatori linguistici hanno scoperto che confrontando i vocabolari di base in diverse lingue, è possibile costruire alberi che gettano luce sulla storia delle popolazioni. "Mappando i dati riguardanti le caratteristiche delle società sulle estremità di questi alberi, noi possiamo utilizzare metodi comparativi filogenetici per trarre conclusioni su come le società erano in passato e su come esse sono cambiate nel tempo," hanno scritto i ricercatori. "In questo studio abbiamo misurato statisticamente modelli concorrenti di evoluzione politica usando dati provenienti da società parlanti lingue austronesiane del Pacifico e del sud-est asiatico insulare." In totale, il team ha sottoposto a test 6 modelli di evoluzione politica in 84 società. I modelli sotto esame comprendono sia quelli che si basano sulle teorie tradizionali, in cui la complessità politica cambia in piccoli passi, sia quei modelli che ammettono passi più grandi e non sequenziali. Il modello che meglio si adatta ai dati è quello in cui la complessità politica aumenta e diminuisce in una serie di piccoli passi. "I nostri risultati indicano che l´evoluzione politica è costretta a seguire solo aumenti progressivi nella complessità," fanno notare i ricercatori. "Questo potrebbe essere dovuto a fattori quali una sviluppata psicologia sociale adattata alla vita in gruppi ridotti, la difficoltà di riorganizzare le istituzioni esistenti che si basano sulla coordinazione di grandi numeri di individui, o la necessità di sviluppare altre istituzioni prima che un´organizzazione più gerarchica sia stabile." Secondo il team, le scoperte sono anche in linea con l´idea che l´evoluzione di forme maggiormente gerarchiche di organizzazioni politiche si presenta quando unità più piccole preesistenti si uniscono. Ad esempio, nelle Hawaii degli inizi del 1800, gli stati si formavano quando un chiefdom complesso conquistava i chiefdom confinanti. Curiosamente, un altro modello che bene si adatta ai dati era uno in cui gli incrementi nella complessità sono sempre piccoli, ma le diminuzioni nella complessità possono essere grandi. In altre parole, la complessità può diminuire di molti livelli in un colpo solo. "Questo può succedere se piccoli gruppi periferici sfuggono al controllo di uno stato centralizzato o di un chiefdom complesso per fondare nuove società con meno livelli di organizzazione politica, o può accadere come parte di un rapido collasso sociale molto diffuso e lo sfacelo delle istituzioni politiche," ipotizzano i ricercatori. Gli scienziati concludono: "Nonostante i numerosi sentieri contingenti della storia umana, ci sono delle regolarità nell´evoluzione culturale che possono essere individuate usando metodi filogenetici computazionali." Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/nature  University of Auckland: http://www.Auckland.ac.nz/  Cer: http://erc.Europa.eu/    
   
   
SANITA’ PRESIDENTE UMBRIA MARINI ASSUME DELEGHE RIOMMI; GIUNTA CHIEDE AD ASSESSORE DI RICONSIDERARE DECISIONE  
 
Perugia, 19 ottobre 2010 - La Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha informato ieri la Giunta regionale della decisione dell’assessore regionale alla sanità, Vincenzo Riommi, di rassegnare le dimissioni, comunicatale nella giornata di venerdì scorso. Una decisione, quella dell’assessore, giunta a seguito delle indiscrezioni di stampa secondo le quali egli stesso sarebbe stato raggiunto da informazione di garanzia, con il risultato evidente di delegittimare il suo operato e quello della Giunta regionale in un momento politico molto delicato, soprattutto per le vicende legate al sistema sanitario regionale. Già nella giornata di venerdì la presidente Marini, nel corso di un lungo colloquio con l’assessore Riommi, aveva avuto modo di invitare lo stesso a riflettere e soprassedere alla decisione in considerazione del fatto che nei suoi confronti non risultava alcun provvedimento da parte delle autorità giudiziarie, circa l’inchiesta che riguarda la Asl n.3 di Foligno. Fatto poi formalmente confermato nella giornata di sabato da una nota della Procura della Repubblica di Perugia con la quale si precisava che l’assessore Riommi non risultava indagato. Inoltre la presidente ha riferito alla Giunta le motivazioni addotte dall’assessore, e cioè la sua ferma intenzione di voler mettere al riparo l’azione del governo regionale e salvaguardare la trasparenza che ha sempre caratterizzato il suo operato. Sin da subito la Presidente ha apprezzato lo stile e la sensibilità istituzionale dell’assessore Riommi. La stessa Giunta, dopo aver ascoltato la presidente, ha all’unanimità riconfermato all’assessore Riommi piena fiducia. L’esecutivo ha ribadito come le dimissioni dell’assessore rappresentano un atto non dovuto, ed alla luce delle formali precisazioni da parte della Procura della Repubblica, un gesto di grande sensibilità, correttezza politica, attenzione e rispetto per le istituzioni e per i cittadini. Un comportamento – quello di Riommi – davvero raro in un Paese dove in determinate circostanze nemmeno formali richieste di arresto per reati gravissimi inducono personaggi politici che rivestono ruoli istituzionali a dimettersi. La Giunta regionale ha altresì sottolineato come in questi anni l’Umbria ha raggiunto obiettivi rilevanti nella organizzazione e gestione del servizio sanitario regionale, dimostrandosi capace di produrre innovazione, qualità e salvaguardia degli equilibri di bilancio, tanto da essere ora pronta ad affrontare le nuove sfide imposte dal federalismo fiscale, pur in una fase difficilissima e nonostante i tagli decisi dal governo nazionale alle Regioni. Così come l’esecutivo è fermamente impegnato a portare avanti le scelte indicate nel Programma di legislatura nel settore sanitario e sociale perché fermamente convinta della necessità di proseguire sulla strada delle riforme per la difesa di un servizio che deve rimanere pubblico e universalistico nell’interesse di tutti i cittadini. Per queste ragioni tutti i membri della Giunta regionale hanno convenuto di chiedere all’assessore Vincenzo Riommi di riconsiderare la sua decisione. Nel frattempo, nel corso della seduta odierna, la presidente ha formalizzato, con suo Decreto, l’assunzione diretta, al momento, delle competenze già attribuite all’assessore Riommi in materia di sanità.  
   
   
L’EMA APPROVA L’ASSOCIAZIONE TELMISARTAN E AMLODIPINA, LA NUOVA TERAPIA COMBINATA IN COMPRESSA SINGOLA, CHE ESPLICA UN’ELEVATA RIDUZIONE DEI VALORI PRESSORI NELL’ARCO DELLE 24 ORE  
 
 Ingelheim, Germania, 19 ottobre, 2010 - Boehringer Ingelheim ha annunciato che la Commissione Europea ha confermato il giudizio positivo dell’Emea, approvando l’associazione telmisartan e amlodipina come farmaco per la terapia dell’ipertensionein adulti che non riescono a raggiungere un adeguato controllo pressorio con amlodipina e in quei pazienti che sono già in terapia con telmisartan e amlodipina in compresse separate, consentendo loro di assumere entrambi i principi attivi allo stesso dosaggio, in un’unica somministrazione. L’associazione telmisartan e amlodipina è il nuovo farmaco antipertensivo altamente efficace e ben tollerato, che associa in un’unica compressa telmisartan, antagonista del recettore dell’angiotensina Ii (Arb), al calcio-antagonista amlodipina. Il farmaco ottiene riduzioni dei valori pressori sino a 50 mmHg, con mantenimento del controllo pressorio nell’arco delle 24 ore in una percentuale di pazienti che arriva circa all’83%.1-4 L’associazione telmisartan e amlodipina riduce i valori pressori in modo omogeneo in una vasta popolazione di pazienti che soffre di ipertensione lieve, moderata e grave, ed è particolarmente efficace nei soggetti ipertesi a maggior rischio cardiovascolare per patologie concomitanti come obesità, sindrome metabolica e diabete. Esistono numerose e consistenti prove sulla sicurezza cardiovascolare sia di telmisartan che di amlodipina. Il nuovo farmaco di Boehringer Ingelheim associa telmisartan e amlodipina, i principi attivi a maggiore durata d’azione nelle rispettive classi farmacologiche. 1-4 Inoltre, telmisartan è l’unico antagonista del recettore dell’angiotensina Ii (Arb) con l’indicazione di protezione cardiovascolare in pazienti a rischio di evento cardiaco severo (infarto del miocardio e ictus).5,12 “Per i pazienti affetti da ipertensione grave, quindi a maggior rischio di malattia cardiovascolare – ha dichiarato il Professor Michael Böhm, Direttore e Capo Divisione di Medicina Interna e Cardiologia dell’Università della Saar, Germania - l’associazione di questi due principi attivi in un’unica compressa offrirà enormi vantaggi in termini di efficacia rispetto alle rispettive monoterapie, e probabilmente anche rispetto ad altre terapie combinate. Il farmaco è, inoltre, ben tollerato, con possibili minori effetti collaterali rispetto ad amlodipina assunta singolarmente. Queste considerazioni sono molto importanti nelle decisioni del medico curante, soprattutto nell’ottica di migliorare l’aderenza dei pazienti alla terapia”. L’approvazione dell’associazione di telmisartan e amlodipina da parte della Commissione Europea giunge a seguito dell’esame dei risultati di tre studi clinici cardine, che dimostrano che il farmaco 2-4,13-15: • ha ottenuto riduzioni dei valori pressori significativamente maggiori e uniformi rispetto alle rispettive monoterapie nelle formulazioni 40-80mg/5-10mg • ha consentito all’82,7% dei pazienti di raggiungere l’obiettivo di controllo pressorio nell’arco delle 24 ore (<130/80 mmHg secondo i criteri Aha) nella formulazione 80mg/10mg. Inoltre, i risultati di un recente studio randomizzato in doppio cieco controllato condotto su pazienti con ipertensione grave (Teamsta severe Htn) hanno dimostrato che: • l’associazione di telmisartan e amlodipina ha ridotto la pressione sistolica in media di circa 50 mmHg. Questa importante diminuzione osservata in quasi la metà dei pazienti, è fra le più alte riduzioni dei valori pressori mai raggiunte in studi su antipertensivi.1 “Siamo lieti di aver ricevuto l’approvazione dell’autorità europee perl’associazione di telmisartan e amlodipina – ha commentato il Professor Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim - I dati dimostrano l’efficacia e la tollerabilità in una popolazione di pazienti ipertesi, compresi coloro che presentano ulteriori fattori di rischio quali diabete e obesità e crediamo possa offrire un’importante opzione terapeutica sia per i medici che per i pazienti per il raggiungimento di un buon controllo pressorio”. L’ipertensione è un grave fattore di rischio cardiovascolare e quello che più di altri (ipercolesterolemia, diabete o tabagismo) è causa di mortalità.4 I risultati di una vasta metanalisi di 61 studi che hanno riguardato circa 1 milione di pazienti, indicano che riduzioni della pressione sistolica anche solo di 2 mmHg diminuiscono il rischio di evento cardiovascolare grave quale ischemia del miocardio o ictus del 7–10%.16 L’associazione di telmisartan e amlodipina è stata approvata negli Stati Uniti a ottobre 2009. Boehringer Ingelheim è impegnata a rendere disponibile quanto prima questa preziosa nuova opzione terapeutica a pazienti e operatori sanitari.  
   
   
LA NUOVA LEGGE SULLA TERAPIA DEL DOLORE: VERA SVOLTA O MANIFESTO? ISTITUZIONI E MEDICI SPECIALISTI A CONFRONTO A PARMA, NEL CORSO DEL 64° CONGRESSO NAZIONALE SIAARTI, PER UN SEMINARIO CHE TRACCIA UN PRIMO BILANCIO SULLA LEGGE PER GARANTIRE L’ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE E ALLA TERAPIA DEL DOLORE.  
 
 Parma, 19 ottobre 2010 – Tutelare il diritto a non soffrire per milioni di Italiani affetti da dolore cronico o malati terminali, garantendo equità nell’accesso all’assistenza medica e farmacologica e fornendo adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale. Questi gli impegni presi dal Parlamento lo scorso 9 marzo, data in cui è stata definitivamente approvata la Legge 38 sulla terapia del dolore e cure palliative. Un primo bilancio di ciò che è stato fatto, a sei mesi dall’entrata in vigore della normativa e un’analisi delle prospettive di attuazione delle disposizioni sono i temi al centro dell’incontro dal titolo: “La nuova legge sulla terapia del dolore: vera svolta o manifesto?”, organizzato da Medtronic Italia, svoltosi il 15 ottobre all’interno del 64° Congresso Nazionale Siaarti. Al simposio, introdotto dal professor Guido Fanelli, Ordinario di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Università di Parma e Coordinatore della Commissione Ministeriale sulla Terapia del Dolore e Cure Palliative, prendono parte il senatore Antonio Tomassini, Presidente della Xii Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato, il senatore Giuseppe Pizza, Sottosegretario di Stato all´istruzione, all´Università e alla Ricerca, la senatrice Franca Biondelli, Componente Xii Commissione Igiene e Sanità del Senato, il dottor Claudio Cricelli, Presidente Nazionale S.i.m.g - Società Italiana di Medicina Generale, il dottor Cesare Bonezzi, Direttore dell’Unità Operativa Medicina del Dolore della Fondazione S. Maugeri di Pavia e il dottor Maurizio Dal Maso, Dirigente dell’Azienda Sanitaria di Firenze. La Legge 38 è nata da una precisa volontà, trasversale agli schieramenti politici, di definire le linee guida degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali in materia di terapie antalgiche e cure palliative e rispondere così al ritardo legislativo in cui si trovava l’Italia. “Questa Legge è una pietra miliare, perché tutela chi soffre e garantisce un rapido ed omogeneo accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative – dichiara Antonio Tomassini, Presidente della Xii Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato, - Il dolore è una malattia da curare, perché mina l’integrità fisica e psichica del paziente, con un notevole impatto negativo sulla qualità della vita, la capacità lavorativa, e le relazioni sociali. E grazie alla Legge 38, questo sta diventando più facile”. I risultati, dopo i primi 6 mesi, mostrano un quadro incoraggiante: pur mantenendo sempre attivo il monitoraggio sugli eventuali problemi di attuazione, in 60 giorni il Governo ha prodotto 60 atti di indirizzo, con linee guida e programmi di formazione. “Nel primo trimestre dal via libera alla Legge la prescrizione di farmaci oppioidi orali è aumentata del 14% rispetto allo stesso trimestre del 2009 – spiega Guido Fanelli - e l´Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) stima che nel 2010 questa potrebbe attestarsi attorno al 20%”. “L’italia, però, – aggiunge Fanelli – resta sempre il 1° mercato al mondo per il consumo di farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), che continuano a essere prescritti, nonostante la loro inappropriatezza. Invece di usare in modo incauto i Fans, è necessario incrementare l’uso degli oppiacei, che oltre ad essere efficaci, non presentano i pesanti effetti collaterali degli antinfiammatori. Ci vorrà ancora un po’ di tempo - dichiara Fanelli – soprattutto per raggiungere i 60 mila medici di famiglia, con attività informative e formative ad hoc. Attività a cui abbiamo già dato vita con un progetto pilota in quattro Regioni: Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Sicilia”. “La legge consente e favorisce l’accesso alle terapie più innovative per tecnologia ed efficacia curativa. Grazie a questa legge i medici specialisti hanno la possibilità di ricorrere ad armi terapeutiche ben più avanzate per quei pazienti con dolore cronico importante. Sono tanti i pazienti che fino ad oggi non hanno potuto ricevere le cure adeguate creando situazioni di forte impatto e disagio sociale.” dichiara il senatore Antonio Tomassini. Una delle principali disposizioni previste dalla Legge è l’attivazione e integrazione delle reti delle cure palliative e della terapia del dolore a livello regionale e nazionale, al fine di garantire uno standard uniforme delle strutture ospedaliere e assistenziali e delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, dal punto di vista qualitativo e quantitativo: su questo punto la Commissione Ministeriale ha avviato già un percorso di attuazione. “Abbiamo già realizzato le linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali messe a punto a giugno, approvate a luglio dal Consiglio Superiore di Sanità e ora al vaglio del Ministero dell´Economia, che dovrebbe licenziarle a breve – spiega Fanelli - La Commissione ha previsto anche un passaggio nella Conferenza Stato-regioni per una totale condivisione con le stesse Regioni." Una prospettiva ottimista che riguarda il processo di accreditamento regionale delle strutture di assistenza, domiciliari e residenziali, al fine di ridurre le diseguaglianze esistenti nelle diverse aree del Paese. "Si sta lavorando - aggiunge Fanelli - sui requisiti minimi e sulle modalità organizzative per l´accreditamento delle strutture della rete di cure palliative: questo darà sviluppo concreto alla Legge, permettendo di accreditare strutture di qualità e adeguate alle esigenze. Si tratta di un documento in fase di perfezionamento al quale lavorano tre sotto-commissioni (rete terapia del dolore, rete palliative, terapie in età pediatrica) in modo da garantire tutte le esigenze peculiari." E’ stato, inoltre, approvato il progetto “Ospedale e Territorio senza dolore”, previsto dall’articolo 6 della Legge, la cui proposta di accordo ora è al vaglio delle Regioni, con la quale verranno ripartiti 2.450.000 euro per progetti di formazione e 350.000 euro per campagne di informazione. All’ordine del giorno della Commissione Ministeriale ci sono, poi, iniziative cruciali come quelle relative all’Articolo 8 della Legge sulla formazione delle figure professionali che lavorano nelle strutture sanitarie preposte alla terapia del dolore e alle cure palliative. “E’ stato istituito – conclude Fanelli - un tavolo di confronto tra Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca e Ministero della Salute per definire i curricula professionali di chi si occupa di terapia del dolore. Stiamo studiando una rete a maglie strette, con requisiti stringenti. Solo così possiamo garantire che la lotta al dolore si faccia bene e in modo uniforme in tutto il Paese”.  
   
   
IL PRESIDENTE TEDESCO CHRISTIAN WULFF, IN OCCASIONE DEL SUMMIT RUSSIA-GERMANIA, VISITA UN CENTRO DIALISI DI FRESENIUS MEDICAL CARE GESTITO ON LINE DA PALAZZO PIGNANO (CR)  
 
Palazzo Pignano (Cr), 19 ottobre 2010 - Il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Christian Wulff, in visita di stato in Russia, ha effettuato il 15 ottobre un sopralluogo presso il centro di Ulyanovsk, uno dei 10 poli di eccellenza per la dialisi gestiti in Russia dal gruppo tedesco Fresenius Medical Care. Nel corso della visita l’Ing. Emanuele Gatti, Ceo Europa, America Latina, Medio Oriente ed Africa, nonché membro del Cda del Gruppo a Francoforte, ha presentato al Presidente tedesco il funzionamento del Centro e, in particolare, un´applicazione denominata Euclid per la gestione dei centri dialisi del Gruppo. Questo software è una cartella clinica orientata al paziente con insufficienza renale. Attualmente Euclid è in uso in più di 380 centri in 22 nazioni dalla Colombia alla Russia appunto. L´architettura del sistema permette la raccolta e la gestione dei dati clinici del paziente rispettando severe norme di privatezza dei dati. I dati così raccolti vengono analizzati per il continuo miglioramento della terapia del paziente e allo stesso tempo, in forma anonimizzata, costituiscono una base per la ricerca ed innovazione in campo nefrologico. Il Centro di Palazzo Pignano, storicamente sede di Fresenius Medical Care in Italia, raccoglie inoltre le attività produttive e commerciali del Gruppo. Da alcuni anni ha integrato la sua attività, divenendo il centro mondiale per lo sviluppo e l’applicazione del sistema Euclid. Costituito 10 anni fa con 4 addetti, oggi il centro conta una cinquantina di persone. È previsto un piano di crescita e da qui alla fine del 2011 verranno assunte altre 6 persone. Età media 31 anni. “Presso gli uffici di Fresenius Medical Care Italia è presente un polo tecnologico che si occupa dello sviluppo” ha sottolineato l’Ing. Gatti. “Circa 50 collaboratori altamente qualificati lavorano ai cicli di sviluppo del software e alla ricerca di nuovi algoritmi di modellazione. Moltissimi di loro sono laureati, provenienti dall´Università degli Studi di Milano, Polo di Crema". Un modo per confermare il radicamento della società nel tessuto imprenditoriale ed universitario lombardo. Fresenius Medical Care è il più importante gruppo al mondo nella produzione di dispositivi medici e nella gestione globale di servizi per il trattamento dell’insufficienza renale, una condizione che colpisce più di 1.890.000 individui in tutto il mondo. Il Gruppo, che opera in 115 paesi del mondo, gestisce una rete di circa 2.600 centri dialisi, con oltre 200.000 pazienti in trattamento dialitico (circa 4 volte il numero complessivo dei pazienti in dialisi in Italia). Fresenius Medical Care è anche il principale fornitore mondiale di prodotti per la dialisi come macchine per l´emodialisi, dializzatori e relativi prodotti usa e getta. In Italia, Fresenius Medical Care è presente con uno stabilimento a Palazzo Pignano (Cr), occupando complessivamente circa 470 addetti. Il fatturato nel 2009 è stato pari a 124 milioni di Euro. In Campania e in altre regioni Italiane, è inoltre presente con un’importante rete di ambulatori di dialisi, direttamente gestiti da Nephrocare, in grado di seguire oltre 1.300 pazienti in dialisi cronica, con uno staff di 500 persone tra medici e personale infermieristico. Dallo scorso anno, Fresenius Medical Care ha avviato anche in Italia la commercializzazione di una linea di farmaci dedicati ai pazienti in insufficienza renale cronica.  
   
   
OSPEDALE DI PARMA: OBIETTIVO ECCELLENZA PRESENTAZIONE NELL’UFFICIO DI PRESIDENZA DELLA CTSS DEL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA LEONIDA GRISENDI  
 
 Parma, 19 ottobre 2010 – Spingere per raggiungere il massimo dell’eccellenza, con un’attenzione forte alle relazioni e risorse umane, tenendo fermo il ruolo centrale della Ctss nella programmazione della sanità parmense. La presentazione , il 14 ottobre, nell’Ufficio di presidenza del nuovo direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma Leonida Grisendi è stata l’occasione per un confronto sul mandato ricevuto e sugli impegni da affrontare, criticità comprese come quelle che si sono manifestate nei reparti di Chirurgia, Ortopedia, Radiologia, Pronto soccorso, Neurochirurgia e Pediatria. “L’ospedale di Parma è un presidio strategico per i nostri cittadini e per la rete territoriale che si compone delle strutture sanitarie di Vaio e Borgotaro. Quello che ci aspettiamo è il massimo dell’eccellenza da parte di una struttura che deve esercitare attrattività”. E’ il presidente della Ctss e della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli a spiegare il senso di un incontro che, oltre agli auguri di buon lavoro, è servito per mettere a fuoco punti importanti. “La sanità è un terreno delicato dove la domanda di quantità e qualità può essere infinita – ha detto il presidente - Viviamo un momento drammatico per le risorse, la Regione subirà un taglio nel prossimo anno di 373 milioni di euro, ciò comporterà sacrifici e il bisogno di far quadrare esigenze e risorse. E’ una scommessa ardua che vogliamo portare avanti insieme alla Regione”. Bernazzoli ha ricordato che l’Ospedale di Parma ha fatto negli ultimi anno un balzo in avanti sul fronte della struttura e delle apparecchiature, divenendo una azienda prestigiosa, come ha detto il nuovo Dg, in cui lavorano più di 4000 professionisti con un incremento in sette anni di 409 unità, soprattutto personale infermieristico e tecnico. Nell’ultimo decennio gli investimenti in conto capitale hanno costituito l’11,2% rispetto a un “peso” (la quota media ponderata) del 9,9% delle altre strutture regionali. Per le attrezzature, dal 2002 sono stati stanziati 50 ml di euro. A ciò vanno aggiunte le quote investite direttamente dall’azienda e quelle di privati e fondazioni. “ Al nuovo direttore generale chiediamo il massimo impegno per valorizzare le risorse umane e rafforzare l’integrazione con il territorio – ha detto Bernazzoli - Alla Regione chiediamo che siano rivisti i criteri di assegnazione delle risorse, che rischiano oggi di favorire strutture meno efficienti, introducendo criteri che premino l’equilibrio finanziario e l’alta qualità della rete dei servizi”. “Sono in una fase d’ascolto, di presa di contatto con i problemi e ho potuto riscontrare l’elevato livello di attesa dell’azienda e della città per le scelte che si andranno a fare – ha detto Grisendi – Non mi sorprende perché siamo in un territorio di eccellenza e la domanda non può che essere di eccellenza. Questo è l’obiettivo”. Il nuovo Direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria non si nasconde le difficoltà, soprattutto in questo momento difficile che tocca la sanità, gli enti locali e il Paese. Le due linee guida che lo accompagneranno nel lavoro di direzione dell’Ospedale di Parma saranno l’attenzione alle relazioni - “il vero capitale dell’azienda” - e il Pal 2009-11, approvato dalla Ctss “il luogo nel quale dovranno essere condivisi problemi e proposte, avendo consapevolezza del punto di partenza e del punto finale” – ha spiegato Grisendi. Del rapporto con l’Università ha parlato il preside di Medicina Loris Borghi, presente insieme a Paolo Carbognani: “ Confermo la completa disponibilità alla collaborazione, in un cammino comune che va proseguito in modo più accentuato”. Il Preside di Medicina è intervenuto in particolare sulla cosiddetta fuga di cervelli dall’Ospedale di Parma, affermando che “è vero che ci sono professionisti che hanno lasciato l’azienda, ma sarei preoccupato del contrario perché vorrebbe dire che non riusciamo a esportare i talenti che formiamo” ha detto Borghi citando il positivo caso della nefrologia della nostra Università che da un decennio fornisce i migliori professionisti all’Italia. Borghi ha anche fornito aluci dati che quantificano la parte universitaria dell’azienda ospedaliera: 281 dipendenti, 16 corsi di laurea, più di 4000studenti, oltre 500 medici specializzandi in formazione. Oltre al vicepresidente della Ciss Fabrizio Pallini e al Direttore generale dell’azienda sanitaria locale Massimo Fabi, all’incontro dell’Ufficio di Presidenza sono intervenuti per il Distretto delle Valli del Taro e Ceno il sindaco di Borgotaro Salvatorangelo Oppo, per il distretto Sud est il sindaco di Langhirano Stefano Bovis, per il distretto di Fidenza l‘assessore Marilena Pinazzini l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani, il presidente dell’Ordine dei Medici Tiberio D’aloia.  
   
   
TAVERNERIO(CO), A VILLA SANTA MARIA ALLA STRUTTURA CON EUROPARLAMENTARE COMI  
 
Tavernerio/co, 19 ottobre 2010 - L´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli ha visitato ieri Villa Santa Maria di Tavernerio (Co), un centro di eccellenza per la cura e la riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da autismo infantile, da pluriminorazioni e da ritardo cognitivo di diverso grado. Ad accompagnare l´assessore Boscagli, oltre alla dottoressa Gaetana Mariani, presidente e direttore generale di Villa Santa Maria, era presente l´europarlamentare Lara Comi. "Villa Santa Maria - ha commentato l´assessore Boscagli al termine della visita - è una struttura all´altezza dalla grande sfida rappresentata da un settore di notevole importanza come è quello della riabilitazione ed educazione di minori interessati da patologie neuropsichiatriche. Visitando le varie parti colpisce il patrimonio umano e professionale dei suoi dipendenti, una dedizione all´assistenza dei più deboli che merita di essere conosciuta". Tra le molteplici attività messe a punto dai professionisti di Villa Santa Maria, la comunicazione verso l´esterno e le relazioni con la realtà sociopolitica rappresentano un momento importante per far conoscere la struttura e fare in modo che i bambini e le loro famiglie sentano un interesse per il loro problemi provenire anche dal mondo circostante. Villa Santa Maria ospita circa 160 bambini e ragazzi che sono seguiti da uno staff di oltre 100 professionisti. "Regione Lombardia - ha proseguito Boscagli - ha creato negli anni una normativa che ci permette di sostenere chi ogni giorno si prende cura di questi ragazzi. Attualmente nel nostro territorio è presente una variegata rete d´offerta, formata da 249 Centri diurni integrati per disabili, con 6.241 posti, 144 Comunità socio sanitarie, con 1.256 posti, e 77 Residenze sanitario assistenziali per disabili, con 3.652 posti". "La situazione attuale - ha concluso l´assessore - è però sempre più delicata. Infatti, a fronte di una domanda di assistenza sempre maggiore, i fondi provenienti da Roma sono sempre minori e questo compisce sia la Regione sia i Comuni. Per questo credo sia giunto il momento di realizzare, almeno in parte, un ripensamento delle risorse pubbliche, così da mantenere l´eccellenza delle nostre strutture socio-sanitarie". Al termine della visita Boscagli ha incontrato i responsabili della struttura e si è confrontato con loro sulle necessità e le future sfide di Villa santa Maria. Gaetana Mariani ha sottolineato la positività del progetto di cooperazione internazionale avviato con omologhe strutture che operano in Israele, un progetto già finanziato da Regione Lombardia e circa il quale Boscagli ha assicurato l´interesse regionale a proseguire anche nel futuro. Il Centro Neuropsichiatrico Villa Santa Maria è dotato di numerosi servizi: una struttura terapeutico-riabilitativa di neuropsichiatria dell´infanzia e dell´adolescenza, che ospita bambini e ragazzi fino ai diciotto anni; un Centro diurno di neuropsichiatria dell´infanzia e dell´adolescenza; una Residenza Sanitaria Disabili con una capacità complessiva di 60 posti letto. Inoltre, all´interno della struttura, è possibile per il paziente assolvere l´obbligo scolastico attraverso la frequenza della sezione di scuola statale attivata presso il presidio di riabilitazione.  
   
   
URSAP-FEDERLAZIO: FARMACIE NON POSSONO SVOLGERE COMPITI DEI MEDICI SPECIALISTI  
 
Roma, 19 ottobre 2010 - Intervento della dott.Ssa Claudia Tulimiero Melis, Presidente di Ursap-federlazio (Unione Regionale Sanità Privata). “Sono semplicemente aberranti i decreti che assegnano alle Farmacie compiti che sono esclusivamente dei Medici specialisti presenti sul territorio, pubblici, privati e classificati. Da una parte il Ministro si preoccupa di stabilire una soglia per assicurare la qualità delle analisi ai laboratori già regolarmente autorizzati e accreditati (200.000 analisi), dall’altra dà il via libera ai farmacisti per l’esecuzione delle analisi con test autodiagnostici che dovranno essere poi confermati dai ‘veri laboratori’. Dunque: doppia spesa pubblica in una sanità completamente politicizzata e con sprechi enormi inarrestabili. Per non parlare delle prestazioni di Medicina fisica e Riabilitazione che potranno essere svolte in uno spazio dedicato in farmacia e che escludono completamente il medico specialista di branca. Siamo stanchi di una politica sanitaria che premia i più potenti, impoverendo professionalità e anni di studi dei medici che da decenni svolgono un lavoro in trincea sul territorio laddove erano inesistenti i servizi di Medicina specialistica. Visto che in Regione Lazio in questi giorni si sta lavorando per imporre requisiti minimi a chi esercita ‘lo stesso mestiere’ con costi enormi per le piccole imprese, chiediamo al Ministro Fazio di aprire l’autorizzazione per i laboratori ed ambulatori accreditati alla distribuzione diretta dei farmaci preannunciando sconti considerevoli. Nel frattempo invitiamo la Regione Lazio a non dare esecuzione ai decreti e a ricorrere nel contempo alla Corte costituzionale per la violazione delle prerogative regionali in materia di autorizzazione che questi decreti attuano. E in tutto questo l’Ordine dei Medici cosa fa per tutelare i suoi iscritti contro l’avanzata delle Farmacie in Sanità?”  
   
   
A DICEMBRE LA SECONDA EDIZIONE DI «EUNOMIA SANITA’» FOCUS SU “SANITÀ E FEDERALISMO” APERTE LE ISCRIZIONI PER IL CORSO DI ALTA FORMAZIONE SULLE POLITICHE PER LA SALUTE.  
 
 Firenze, 19 ottobre 2010 – Sono aperte le iscrizioni per la seconda edizione di Eunomia Sanità, il Corso di Alta Formazione sulle politiche per la salute. L’appuntamento è dal 16 al 18 dicembre 2010 a Firenze. Il master, quest’anno alla sua seconda edizione, unico nella sua dimensione tecnico –politica, nasce come momento di riflessione e di approfondimento sul tema della Sanità, sulla scia delle precedenti esperienze di Eunomia Master - Corso di Alta Formazione Politica. Al centro dell’edizione 2010 ci sarà l’analisi dei rapporti fra assetto federale e sanità, con una particolare attenzione al ruolo istituzionale dei Comuni. Eunomia Sanità, che viene realizzata in collaborazione con l’Assessorato al Diritto alla Salute della Regione Toscana e con Anci Toscana, si articola in una serie di workshop, incontri e lezioni di alto livello, il cui intento è quello di generare proposte innovative che facciano capo ad un modello di sanità integrato e rispondente alle esigenze dei cittadini. Docenti del corso sono personalità di rilievo del mondo delle istituzioni, della ricerca e degli operatori pubblici e privati del settore sanitario. Nella passata edizione hanno partecipato come docenti e ospiti di Eunomia Sanità, fra gli altri, per l’area tematica dedicata alle competenze per il buon governo in sanità Sabina Nuti, Direttore del Mes, Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, Tommaso Langiano, Direttore Generale dell’Azienda universitario-ospedaliera Meyer di Firenze, per l’area relativa all’innovazione, Massimo Casciello, Direttore generale della ricerca scientifica e tecnologica del Ministero della Salute, per la sessione dedicata ai nuovi modelli sanitari, Aldo Ancona, Dirigente del Settore Federalismo Fiscale della Regione Toscana. Sono inoltre intervenuti all’incontro Agorà Salute: Maurizio Lupi, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Teresa Petrangolini, Segretario Generale di Cittadinanza Attiva, Guido Riva, Presidente del Comitato Tecnico Sanità di Confindustria, Enrico Rossi, ex Assessore alla Salute ed attualmente Presidente Regione Toscana ed Gianpaolo Donzelli, Direttore Scientifico di Eunomia Sanità e Professore ordinario della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze. Il corso è indirizzato a giovani (under 40) dirigenti di strutture sanitarie pubbliche e private, politici, esperti nel settore organizzativo della Sanità, quadri dirigenti (di società scientifiche, aziende farmaceutiche, ecc.) e rappresentanti di associazioni di pazienti. L’associazione Eunomia e la Fondazione Eunomia, grazie ai contributi degli sponsor, mettono a disposizione degli interessati 40 borse di studio destinate alla integrale copertura delle spese di partecipazione al Corso di alta formazione e di ospitalità per i borsisti residenti fuori del Comune di Firenze. Le iscrizioni sono ammesse fino al 22 novembre 2010. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.Eunomiaonline.it, sezione Sanità.  
   
   
MERCOLEDI’ 20 OTTOBRE “GIORNATA MONDIALE DELL’OSTEOPOROSI”: VISITE GRATUITE AL SAN PAOLO  
 
Milano, 19 ottobre 2010 - Mercoledì 20 ottobre, l’ospedale San Paolo, in collaborazione con O.n.da., offrirà prestazioni gratuite in occasione della “Giornata Mondiale dell’Osteoporosi”. L’osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.n.da) ha deciso infatti di coinvolgere oltre 70 ospedali, tra cui il nosocomio milanese, premiati nel 2010 con il “Bollino Rosa”, per organizzare una serie di Open Day dedicati alle donne e all’osteoporosi, con esami gratuiti, incontri con specialisti e distribuzione di materiale informativo. L’ospedale San Paolo partecipa all’iniziativa coinvolgendo i cittadini di entrambi i sessi e invitandoli a prenotarsi al numero 02.81843060 per effettuare una stima del rischio di frattura da fragilità: al momento dell’arrivo in ospedale verrà consegnato un questionario di rilevazione dei fattori di rischio; in seguito, i soggetti che saranno da considerarsi a rischio osteoporosi effettueranno una Moc e incontreranno uno specialista ortopedico che calcolerà il rischio e indicherà la necessità di ulteriori accertamenti o di intervento terapeutico.  
   
   
GIOCO D’AZZARDO, ABUSO DEL WEB, SPESE FOLLI: ECCO LE NUOVE EMERGENZE DELLA PSICHIATRIA ITALIANA IL PROF AGUGLIA: “UN NUMERO CRESCENTE DI PERSONE SOFFRE DI ‘COMPORTAMENTI COMPULSIVI’ SINTOMI DI DISAGIO SOCIALE”. VA AFFRONTATA ANCHE LA DEPRESSIONE IN CHI È COLPITO DA ICTUS, INFARTI, CANCRO, DIABETE  
 
 Riccione, 19 ottobre 2010 - La malattia mentale cambia aspetto: non è più solo evidente stato di alterazione psichica e comportamentale, ma si nasconde dietro a fenomeni sociali molto diffusi e per questo spesso non considerati patologici. E’ quanto emerge dal congresso nazionale “La psichiatria del nuovo millennio: bisogni formativi, competenze cliniche e rischi professionali” organizzato dalla società dei giovani psichiatri della Sip (Società italiana di Psichiatria). “La nostra specialità sta assistendo a un cambiamento epocale – spiega il prof. Eugenio Aguglia, presidente eletto della Sip - Non più solo schizofrenia, depressione, disturbi bipolari, ma uno scenario più sfumato, diffuso ma non per questo meno preoccupante. Osserviamo nuovi aspetti clinici da trattare come il diffondersi dei casi di gioco d’azzardo patologico, la shopping mania, cioè l’acquisto compulsivo di oggetti di cui non si ha realmente necessità, o ancora l’utilizzo eccessivo del web, persone che ‘vivono’ più su Internet che nella vita reale, mascherati dietro personalità inventate su Facebook”. Le competenze cliniche in psichiatria sono oggi molto diverse e più articolate rispetto al passato e i bisogni formativi delle ‘nuove leve’ notevolmente cambiati. Sono 7.500 gli psichiatri italiani chiamati ogni giorno a interpretare i nuovi disagi e le vulnerabilità che talvolta aprono la strada a vere e proprie patologie psichiatriche. “Siamo in continua evoluzione, con rinnovati obiettivi per la fine del 2010. – spiega ancora il prof. Aguglia - attendiamo importanti innovazioni per la categoria, come l’arrivo del nuovo sistema nosografico Dsm V, per una sempre migliore definizione dei quadri clinici, al passo con i cambiamenti sociali. Abbiamo, inoltre, la necessità sempre più forte di implementare la nostra collaborazione con gli altri specialisti, cardiologi, oncologi, internisti per affrontare il problema della comorbidità”. La depressione, ad esempio, è in continuo aumento: sono circa 60 milioni in Europa le persone colpite di cui oltre la metà soffre di una forma grave e invalidante. In Italia, un adulto su quattro nel corso della vita è interessato da un episodio di depressione maggiore, le donne più degli uomini (12,8% contro il 5,9%). Secondo l´Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) la malattia rappresenterà nel 2020 la seconda causa di disabilità nel mondo, dopo le patologie cardiache. Un problema serio che coinvolge famiglie e mondo del lavoro e non di facile soluzione: una persona depressa su 3 lo è ancora dopo un anno, una su 10 deve continuare la terapia dopo 5 dal primo episodio, oltre la metà avrà una ricaduta nell´arco della sua esistenza. Secondo alcuni studi, questa condizione riguarda fino al 50% delle persone che hanno avuto un ictus, dal 17 al 23% di chi ha subito un infarto miocardico acuto, può arrivare al 27% nei diabetici, al 22% in chi soffre di Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (Bpco) e ipertensione. I malati di cancro soffrono di depressione in una percentuale che va dal 18 al 39%, mentre dal 10 al 37% di pazienti con malattia di Parkinson ne sono affetti. La depressione in comorbidità con altre malattie tocca, insomma, circa la metà dei malati ed è associata a una peggiore qualità della vita e a scarso miglioramento clinico dopo le cure: per questo va affrontata con ogni mezzo a disposizione dei medici e trattata insieme alla patologia organica che colpisce il paziente depresso. Ma occorre maggior attenzione, avverte il prof. Aguglia: “Solo il 40% dei 4.200.000 italiani in terapia antidepressiva ottiene remissione dei sintomi, cioè benefici sul tono dell’umore, sul sonno, l’appetito, l’interesse per la vita sociale. Uno dei motivi principali dell’insoddisfazione dei pazienti – continua il prof. Aguglia - è il ritardo dell´efficacia delle terapie finora disponibili, che si avverte solo a 3-6 settimane di trattamento. Effetti collaterali come aumento di peso e problemi alla sfera sessuale possono indurre ad abbandonare le cure. Ma oggi è disponibile una nuova classe di farmaci efficaci negli episodi di depressione, più rapidi, meglio tollerati”. Capostipite di questi farmaci denominati melatoninergici è l´agomelatina, che ha un meccanismo d’azione completamente diverso dai farmaci tradizionali. Agisce stimolando i recettori della melatonina (Mt1 e Mt2) e inibendo un tipo di recettore della serotonina (5-Ht2c). I vantaggi sono osservabili su tutti i limiti delle attuali cure antidepressive: efficacia più rapida, con sollievo di alcuni sintomi fin dalla prima settimana di trattamento, migliore risposta rispetto ai farmaci e assenza degli effetti collaterali e della sindrome da interruzione. “Aspetto cruciale è anche la normalizzazione del ritmo sonno-veglia – conclude il prof. Aguglia - che potrebbe ridurre la somministrazione di farmaci ipnotici spesso associati alle terapie tradizionali. Al momento il farmaco è in fascia C ed è auspicabile che in tempi brevi sia inserito in fascia A per essere accessibile a tutti i pazienti colpiti da depressione”.  
   
   
L’AFAM – AZIENDA DELLE FARMACIE COMUNALI DI FOLIGNO – È STATA UNA DELLE ECCELLENZE E DELLE ASSOLUTE PROTAGONISTE DELLA RECENTE EDIZIONE DE “I PRIMI D’ITALIA”.  
 
Foligno, 19 ottobre 2010 - Il “Villaggio senza Glutine” allestito e gestito nella taverna del rione Pugilli, ha infatti registrato un boom delle presenze e delle degustazioni che va oltre il 40% nonostante l’edizione di quest’anno abbia subito un vistoso calo dell’affluenza. Grazie all’Afam – in collaborazione con il dottor Dante Mattoli, dietista diplomato in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica Applicata – circa cento persone di tutte le età, hanno potuto effettuare un test assolutamente gratuito sulle intolleranze alimentari, senza prelievo e ad esito immediato. <L’iniziativa degli alcol test gratuiti messi a disposizione durante le serate di Quintana ha avuto un successo oltre ogni aspettativa e ci ha permesso di sensibilizzare molti giovani, nonché di ‘salvare’ decine di patenti – dichiara Alessandro D’ingecco, presidente dell’Afam – in occasione di un altro grande evento per Foligno, come ‘I Primi d’Italia’ l’azienda ha voluto offrire un altro importante servizio alla cittadinanza, nell’ottica dell’educazione e della salute alimentare. Abbiamo registrato un flusso continuo ed ininterrotto, dai bambini agli adulti – fa sapere D’ingecco – con una media di età intorno ai 45 anni. Praticamente tutti coloro che si sono sottoposti al test bioelettronico con circa 40 fiale a base di alimenti freschi, hanno riscontrato un’allergia ad una o più sostanze alimentari. Un’operazione che si potrebbe quantificare in circa 15.Ooo euro di verifiche gratuite>. Sul fronte della proposta culinaria,invece, il “Villaggio Afam” ha sfornato prodotti per celiaci - rigorosamente senza glutine – servendo, gratuitamente, agli avventori oltre 500 degustazioni con 150 kg di penne e fusilli e due quintali e mezzo di gnocchi. Particolarmente partecipate anche le tre conferenze su “Mangiare bene, vivere a lungo”, “Dialogo sull’Osteoporosi” e “Intolleranze Alimentari: moda o realtà” ? Mentre il corso di cucina e di preparazione di prodotti senza glutine, svoltosi nel cortile della taverna, ha fatto registrare il tutto esaurito con partecipanti anche da fuori regione. <Ringrazio tutto il personale dell’Afam per il lavoro svolto ed il sentito legame con l’azienda che è sempre più una grande realtà del territorio e a servizio del territorio – tiene a sottolineare il presidente Alessandro D’ingecco – essendo diventata un punto di riferimento a livello nazionale nel settore della celiachia e della sana alimentazione>.  
   
   
LA PITTURA NAPOLETANA DELL’OTTOCENTO TRA INNOVAZIONE E INTERNAZIONALITA’ MILANO, GALLERIA BOTTEGANTICA 23 OTTOBRE-23 DICEMBRE 2010  
 
 Milano 18 ottobre 2010 - “I Napoletani sono gli artisti più moderni del nostro tempo, sono forse i soli, interamente originali”. Con queste parole il critico Luigi Chirtani riconosceva già nel 1880 l’audacia rivoluzionaria della pittura napoletana e il suo primato nel contesto sia nazionale che straniero. Una vicenda intensa che, dopo la stagione del paesaggismo “romantico” spinse a Napoli a tentare vie più idonee alla formulazione di un linguaggio comune, unitario e “nazionale”. Un linguaggio capace soprattutto di esprimere e tradurre in immagine, con immediatezza e forte senso d’attualità, nuove ansie di libertà del fare artistico e nuovi bisogni di verità e concretezza nell’esprimersi e comunicare. Le tappe fondamentali di questa grande stagione dell’arte italiana, che vide artisti “napoletani” (abruzzesi e pugliesi, calabresi, campani e siciliani) concorrere con toscani e lombardi, piemontesi e veneti alla maturazione e allo sviluppo di una pittura del “vero”, sono ripercorse nella bella mostra La pittura napoletana dell’Ottocento tra innovazione e internazionalità organizzata dalla galleria Bottegantica, a cura del suo direttore, Enzo Savoia, che avrà luogo nella sede di Milano di via Manzoni 45 dal 23 ottobre al 23 dicembre 2010, e allestita in anteprima in occasione della Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma dal 1 al 10 ottobre. Attraverso una selezione di una trentina di opere di alta qualità, la mostra ricostruisce le vicende dei protagonisti del “realismo” napoletano: da Filippo Palizzi, che si dedicò con instancabile amore ai soggetti di una realtà rustica e umile, resa con felice immediatezza per mezzo di una pennellata rapida e sapiente; ai pittori della “Scuola di Resina”, Federico Rossano e Giuseppe De Nittis in primis, radunatisi nei primi anni Sessanta a Portici per tentare un’esperienza comune di pittura di paesaggio, con il dichiarato scopo di recuperare, su basi di rigoroso rispetto del vero, i valori della veduta nella sua essenza quotidiana, opponendosi sia alla retorica del Romanticismo di Domenico Morelli, sia al micrografico verismo di Filippo Palizzi. Oltre a sottolineare gli aspetti “innovativi” della pittura napoletana, la rassegna dedica particolare importanza anche alla sua dimensione internazionale, e in particolare a quel filo diretto che legò Napoli a Parigi, grazie alla presenza cospicua dei mercanti francesi di passaggio per la città, che misero sotto contratto molti artisti, invitandoli a soggiornare per lunghi periodi nella capitale francese. Proprio la modernità dello spettacolo offerto da Parigi è la chiave di lettura di molte opere di Giuseppe De Nittis, Federico Rossano, Edoardo Tofano, Francesco “Lord” Mancini, Pietro Scoppetta e Ulisse Caputo che celebrano il ritmo veloce della vita nelle piazze e nei nuovi Boulevards di Haussmann, le corse ippiche a Longchamp, ma anche la bellezza sofisticata – tanto mondana e contemporanea, quanto ideale e immaginaria – delle parigine, protagoniste degli anni ruggenti della Belle Epoque. A Parigi vissero la loro bohème artistica anche Antonio Mancini e Francesco Paolo Michetti, fautori, una volta fatto ritorno in Italia, di una pittura personalissima, ricca di colore e di effetti luminosi, capace di coniugare le predilette tematiche regionali a un gusto internazionale più elegante e ricercato, molto apprezzata dai collezionisti francesi, come pure da quelli inglesi e americani. Una sezione della mostra è dedicata pure alla raffinata produzione veneziana di Vincenzo Caprile, che, al pari di Rubens Santoro, seppe trasmettere la sua totale ammirazione per la città lagunare, per i suoi monumenti, per i suoi canali d’acqua, in una serie di vedute caratterizzate da sofisticati effetti atmosferici e da una condotta pittorica impeccabile. L’esposizione si conclude con un gruppo cospicuo di dipinti di coloro che furono gli indiscussi cantori della terra e del mare partenopeo: Vincenzo Migliaro, Giuseppe Casciaro, Attilio Pratella e Vincenzo Irolli, che con la loro opera traghettarono la pittura napoletana verso il Novecento. Tra le opere più rappresentative presenti in mostra, si ricordano: la scenografica Passeggiata davanti Palazzo Ducale di Vincenzo Caprile, datata 1905, in cui tutta l’atmosfera vibra del chiarore soffuso del cielo riflesso dalle acque della laguna veneziana; Alla toeletta, incantevole tela di Ulisse Caputo, che condensa con maestria l’acuta osservazione dell’intimità muliebre con lo studio sottile degli effetti luminosi; nel segno della pittura sfavillante di Mariano Fortuny sono invece le Sirene moderne, seducente capolavoro di Edoardo Dalbono, datato 1874, dal piacevole soggetto e dall’ampio taglio paesaggistico, risolto con una pittura luminosa, ancora in parte debitrice del verismo maturato a Resina; l’enigmatico, quanto elegante Prima del ballo di Giuseppe De Nittis, selezionato per la grande mostra dedicata al pittore di Barletta che si terrà entro fine anno al Petit Palais di Parigi; l’incantevole Bevo la birra di Antonio Mancini, eseguita nel 1888 e documentata in passato nelle prestigiosi collezioni Tessitore, De Angeli, Tesorone, Casciaro e Coppa; la mondana Caccia alla volpe di Francesco “Lord” Mancini; Al mare, luminosa tela eseguita nel 1875 da un giovane, ma professionalmente maturo Federico Rossano, dove già sono portati a felice compimento gli insegnamenti appresi alla “Scuola di Resina”; per concludere, infine, con il toccante L’innamorato timido di Francesco Paolo Michetti, straordinario scrutatore di orizzonti remotissimi, capace di far convivere l’Abruzzo e l’Oriente bizantino, le presunte tradizioni popolari con l’altrettanto presunto ieratismo assoluto.  
   
   
ERGOT: UN PROGETTO DI MARCO MAZZONI E CRISTINA GILDA ARTESE MILANO 5 NOVEMBRE - 23 DICEMBRE 2010  
 
Milano, 19 ottobre 2010 - Marco Mazzoni e Cristina Gilda Artese presentano alla Nur Gallery un progetto che supera i confini di una personale d’arte. Da un incontro e dal comune interesse per le tematiche esoteriche e magiche e dalla fascinazione per il fenomeno della stregoneria, si sviluppa un progetto espositivo ed editoriale che unisce immagini e testi. Il progetto “Ergot” è dedicato alla visionarietà, vista non necessariamente in termini negativi ma come stato di iper-sensitività e di iper-percettività. “Ergot” è una risposta alla paura di giudizio e di condanna della donna, una dichiarazione di appartenenza alla natura e di potenza. La pubblicazione, che non ha nulla a che vedere con un catalogo d’arte, si presenta come un diario di donna, una figura a metà tra il reale e l’immaginario, la cui collocazione spazio-temporale è incerta e non precisata. Nell’arco di sette notti, a partire dal sabato, dies Saturni, in una notte di Shabbat, la donna racconta il proprio essere sospesa tra il timore di un’incombente condanna per “comportamenti al di fuori della comune morale” e l’aspirazione all’oblio, tra totale dichiarazione di appartenenza alla natura e desiderio di autodeterminazione del proprio destino ed affermazione del sè. Ergot in francese significa "sperone del gallo" ed è il nome dato ad un fungo ascomiceta che attacca le graminacee. L´ergot contiene un alcaloide molto potente ed in grado di provocare forti allucinazioni: lo stesso alcaloide che agisce come principio attivo della Lsd. L´ergot causò per secoli una grave malattia, che degenerava in manifestazioni di inquietanti stati allucinatori. Nur Gallery è lo spazio dove prendono forma le idee di Cristina Gilda Artese, collezionista, talent scout e fondatrice di arsprima, associazione per le arti contemporanee. Nur Gallery è lo spazio privato di arsprima dove la cultura ritrova un confronto costruttivo, il dialogo e l’intimità di un salotto culturale dove il fine è la condivisione dell’arte.  
   
   
L´ARTE DI ARRIGO POZ DONA LA SPERANZA  
 
Udine, 19 ottobre 2010 - "E´ un omaggio che mancava ad un grande artista cristiano della nostra regione qual è Arrigo Poz che, in questo modo, festeggia con il giusto risalto al suo impegno figurativo i 65 anni di attività". L´assessore regionale Roberto Molinaro è così intervenuto il 16 ottobre all´apertura di un´intera giornata dedicata al grande artista friulano originario di Castello di Porpetto, nel corso della cerimonia inaugurale della mostra "Epifania della luce: le vetrate di Arrigo Poz" allestita nella chiesa di Sant´antonio Abate, a Udine. A questa inaugurazione sono seguite, nel corso della giornata, analoghe cerimonie a Villa Caselli di Cortello di Pavia di Udine (Tra mito e realtà: il Friuli di Arrigo Poz) e nella sala polifunzionale di Bicinicco (Il racconto di un paese). E´ infatti stato ideato un percorso culturale di visita a questi siti dove sono proposte le opere dell´artista friulano, nell´ambito di un´iniziativa denominata "Arrigo Poz nel cuore della Storia del Friuli". Come ha precisato Molinaro, queste iniziative espositive sono di carattere innovativo perché generate dal basso, cioè dalla volontà della gente. Sono infatti stati i Comuni interessati dal suo lavoro artistico e gli enti locali a sostenerle. Poz, secondo l´assessore, nella sua vita artistica ha saputo trasmettere sempre, in ogni situazione raffigurata, il messaggio essenziale della speranza, ponendo nel contempo al centro delle sue opere la figura dell´uomo quale assoluto protagonista. "L´ha fatto - secondo Molinaro - passando dall´influenza neorealistica della prima maniera della sua carriera figurativa, caratterizzata dalla dolcezza del tratto e dell´uso del colore, all´elevazione laica nei modi, ma cristiana nell´ispirazione, fino al grande messaggio della speranza trasmessa con vigore nelle opere realizzate dopo il dramma del terremoto del Friuli del 1976". Poz si è altresì contraddistinto, ha aggiunto Molinaro, per una presenza diffusa nei luoghi e negli edifici, impiegando materiali e cromatismi sempre diversi, che dimostrano l´attualità del suo impegno anche nell´età contemporanea. Un artista che ha segnato la storia della cultura nel Friuli Venezia Giulia, distintosi, ha poi precisato il presidente della Fondazione Crup, Lionello D´agostini, anche per rappresentare i caratteri tipici della gente friulana, quali la sobrietà, l´eleganza, la discrezione, la concretezza sostituita alla istintiva tendenza all´apparire. Per il presidente della provincia di Udine, Pietro Fontanini, l´opera di Poz è importante perché trasmette in tante piccole comunità locali, anche attraverso il suo lavoro sulle vetrate negli edifici del culto, i valori veri della vita e della nostra terra.  
   
   
LA REALTÀ IN UNA DIMENSIONE ASTRATTA ALLA SALA SAN ROCCO DI LUGANO GRANDE MOSTRA PERSONALE DI GIANNI PICCARDO  
 
 Lugano, 19 ottobre 2010 - Il Maestro Gianni Piccardo presenta venerdì 22 ottobre 2010 dalle ore 18.00 nella Sala San Rocco, Piazzetta San Rocco, Lugano, la sua mostra personale “La realtà in una dimensione astratta”. Le opere esposte prendono spunto da una singolare visione della Natura e dell’Uomo secondo un nuovo canone della realtà che sostituisce quello legato alla pittura di genere come fatto estetico razionale, coniugando astrazioni di verità e bellezza. Presenta la mostra Luca M. Venturi. Gianni Piccardo “La realtà in una dimensione astratta” Sala San Rocco, Piazzetta San Rocco, Lugano venerdì 22 ottobre 2010 dalle ore 18.00 Orario fino al 1 novembre e festivo: sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 martedì, giovedì, venerdì dalle 17.  
   
   
CLAUDIO VERNA IL COLORE DIETRO LE QUINTE PADOVA DAL 13 NOVEMBRE AL 18 DICEMBRE.  
 
Padova, 19 ottobre 2010 - Anfiteatro Arte prosegue la sua intensa stagione espositiva con una retrospettiva intitolata “ Il colore dietro le quinte”. I suggestivi ambienti della sede patavina ospiteranno le opere del maestro Claudio Verna in un percorso che va dal 1969 al 2010. Quella di Claudio Verna è una vita dedicata alla pittura, allo studio dei colori e delle geometrie, spettatrice di una evoluzione artistica che ha portato ad importanti riconoscimenti e che oggi viene finalmente consacrata con l’uscita del catalogo generale. L’inaugurazione sarà infatti l’occasione per la presentazione ufficiale del volume ragionato a cura di Marco Meneguzzo e Volker W. Feierabend, edizioni Silva Editoriale. L’artista presenzierà all’evento. Claudio Verna è considerato uno dei massimi esponenti della Pittura Analitica detta anche Pittura Pittura, movimento sviluppatosi contemporaneamente in Europa e in America alla fine degli anni Sessanta, che proponeva una rivalutazione e una rinascita della pittura in contrapposizione con i dettami sostenuti dall’arte concettuale. L’esposizione, aperta al pubblico dal 13 novembre al 18 dicembre, offre l’opportunità di analizzare il lavoro dell’artista grazie alla presenza, a fianco di alcune tele storiche, del progetto su carta che ha preceduto la realizzazione dell’opera stessa. Un passo essenziale per comprendere la profonda e continua ricerca di Claudio Verna che sottende ogni singola realizzazione. L’analitica della pittura di Verna è qui: nel chiedersi sempre cosa ci stia comunicando l’opera mentre la si sta facendo. Certo, è un concetto di analiticità non sempre coincidente con l’analiticità tutta razionale richiesta alla pittura analitica negli anni Sessanta, visto che l’emozione e lo stupore di fronte all’”irrinunciabilità della pittura” sono parte vitale di questa azione/osservazione della pittura nel suo farsi, ma sicuramente l’aspetto processuale del fare arte e del fare pittura appare in Verna essenziale quanto e forse più di ogni altro artista “analitico”, soprattutto considerando il fatto che la pratica della pittura per lui si rinnova sempre di fronte ad ogni opera, e non diventa mai applicazione di uno “statuto processuale” sempre uguale a se stesso, una volta che questo sia identificato e accettato.  
   
   
A PORDENONE EUROPEI KATA E TRICOLORI JUDO  
 
Pordenone, 19 ottobre 2010 - Due grandi eventi di livello nazionale e internazionale vedranno protagonista il Friuli Occidentale il 6 e 7 novembre prossimi. Si tratta dei campionati Italiani di judo in programma al Palamichieletto di Sacile e i campionati Europei di kata ospitati al palazzetto dello Sport di Pordenone. I dettagli sono stati illustrati ieri nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede pordenonese della Regione, alla quale hanno partecipato l´assessore allo Sport del Friuli Venezia Giulia, Elio De Anna, il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, il vicepresidente del Consiglio regionale, Maurizio Salvador, il presidente regionale del Coni, Emilio Felluga, i rappresentanti dei Comuni di Sacile e Pordenone, Claudio Salvador e Giulia Bevilacqua. L´organizzazione dei due eventi è curata dal Comitato regionale Fijlkam, rappresentato dal vicepresidente Edoardo Muzzin, federazione che si avvale della collaborazione di diverse società del Friuli Venezia Giulia e del vicino Veneto. Il kata (che significa forma) è un´arte marziale che si compone di una serie di movimenti prestabiliti, quali parate e attacchi, raffiguranti un combattimento reale con più avversari immaginari. Diversi i motivi per cui i campionati europei di questa disciplina rappresentano un appuntamento importante per il nostro territorio: solo in un´altra occasione, infatti, si sono svolti in Italia e, inoltre, in questa circostanza saranno presenti squadre e atleti di altissimo livello. Ovvio, quindi, il risvolto turistico dell´evento: gli Europei di kata e la Coppa Italia di judo porteranno sul territorio centinaia di persone, tra atleti, famiglie, arbitri di gara, tecnici e appassionati. "Ai campionati di judo - ha spiegato Muzzin - parteciperanno 400 atleti, mentre per il kata saranno in 350 provenienti da 22 nazioni. In più, calcoliamo un indotto di circa 700 persone tra accompagnatori e staff sportivi. In questo momento il territorio pordenonese è la capitale del judo". Come spiegato da De Anna, questo tipo di eventi trova spazio in Friuli Venezia Giulia grazie a una perfetta intesa tra organizzatori e federazioni: "Un campionato europeo o uno mondiale trovano il pieno appoggio della Regione se a chiedere l´evento è la Federazione nazionale o regionale con il sostegno di una società sportiva locale. Per dare risposta a queste grandi manifestazioni infatti è necessario preparare un percorso che va al di fuori dei nostri top event e quindi vanno stanziati fondi ulteriori attraverso una norma in finanziaria. Questo è il corretto percorso individuato in questo caso dalla Fijlkam ed è quindi stato premiato sia per il livello tecnico proposto sia per la peculiarità della manifestazione". Ciriani, dal canto suo, ha evidenziato come, oltre all´aspetto puramente sportivo, questa iniziativa rappresenti anche una grande opportunità per promuovere il Friuli Venezia Giulia a un pubblico di livello internazionale.