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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Novembre 2010
UNA VARIANTE GENETICA ASSOCIA PREDOMINANZA MANUALE A DISLESSIA  
 
Bruxelles, 10 novembre 2010 - La recente mappatura genetica effettuata su un campione di bambini affetti da dislessia ha permesso di fare chiarezza sulla relazione tra la predominanza manuale, ovvero la tendenza ad utilizzare una mano piuttosto che l´altra, e i disturbi del linguaggio, confermando almeno in parte un´ipotesi formulata da tempo. Nel Regno Unito alcuni scienziati hanno scoperto una variante del gene denominato Pcsk6 collegato appunto alla predominanza manuale nei bambini affetti da dislessia. Lo studio, pubblicato per la prima volta sulla rivista Human Molecular Genetics, è stato parzialmente finanziato dal progetto Neurodys ("Dyslexia genes and neurobiological pathways"), che ha ricevuto più di 3 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq), proprio per analizzare i fattori biologici che sono alla base della dislessia. È un dato di fatto che i destri sono molto più numerosi dei mancini: secondo gli esperti, la predominanza è imputabile al fatto che la parte sinistra del cervello controlla la parte destra del corpo (e viceversa) e al controllo esercitato dall´emisfero sinistro sulle funzioni motorie. L´emisfero sinistro ha un ruolo predominante anche sotto il profilo del linguaggio. Alcuni studi svolti in passato avevano dimostrato che le persone che avevano riportato danni all´emisfero sinistro del cervello presentavano delle difficoltà sul piano del linguaggio. "Questo studio dimostra per la prima volta l´esistenza di un legame genetico tra la predominanza manuale, l´asimmetria cerebrale e la capacità di lettura", ha spiegato il professor Tony Monaco del Wellcome Trust Centre for Human Genetics dell´Università di Oxford (Regno Unito), uno degli autori dello studio. "Sebbene fossimo a conoscenza della funzione biologica del gene Pcsk6, questo è il primo studio dedicato alla predominanza manuale. Il fatto che questa associazione sembri palese anche nei soggetti affetti da dislessia fornisce uno spunto interessante per analizzare se davvero predominanza manuale e disordini del linguaggio siano collegati". Fino ad oggi molti ricercatori avevano teorizzato che l´inclinazione della popolazione ad utilizzare la mano destra fosse ascrivibile all´evoluzione del linguaggio, presupponendo dunque che vi fosse un legame tra la predilezione per l´uso di una mano, i disordini dello sviluppo del linguaggio, come i disturbi specifici del linguaggio (specific language impairment - Sli) e l´autismo. Questo recente studio ha messo in luce un legame concreto tra una variante del gene Pcsk6 e la capacità manuale dei bambini che presentano difficoltà di lettura. Analizzando un campione composto da 192 persone (senza legami di parentela) con difficoltà di lettura, gli scienziati hanno scoperto che coloro che presentavano una nuova variante del gene Pcsk6 avevano una capacità più spiccata ad utilizzare la mano destra rispetto ai soggetti privi di questa variante. I ricercatori riconoscono che il prodotto proteico del gene Pcsk6 interagisce con la proteina Nodal che a sua volta ha un ruolo essenziale nella formazione della simmetria sinistra-destra nei primi stadi dello sviluppo embrionale. Le varianti del gene Pcsk6 potrebbero contribuire, così affermano i ricercatori, allo sviluppo preliminare del sistema sinistra-destra nell´embrione, ripercuotendosi poi sullo sviluppo della asimmetria cerebrale e dunque sulla predominanza manuale. "Negli esseri più simili a noi, gli ominidi, non è ravvisabile questa predominanza schiacciante dell´uso della mano destra", spiega William Brandler, uno degli autori dello studio e ricercatore presso il Wellcome Trust Centre for Human Genetics. "Arrivare a capire meglio la base genetica della predominanza manuale potrebbe quindi consentirci di fare luce sul processo evolutivo". I risultati di questo studio potrebbero essere utilizzati per effettuare ricerche future dedicate alla biologia dei disordini del linguaggio e a un possibile collegamento tra predominanza manuale e linguaggio. Per maggiori informazioni, visitare: Neurodys: http://www.Neurodys.com/  Wellcome Trust Centre for Human Genetics: http://www.Well.ox.ac.uk/home  University of Oxford: http://www.Ox.ac.uk/  Human Molecular Genetics: http://hmg.Oxfordjournals.org/    
   
   
UNO STUDIO MOSTRA COME UNA PROTEINA LEGATA ALL´ALZHEIMER PUÒ SPOSTARSI NEL CERVELLO  
 
Bruxelles, 9 novembre 2010 - Alcuni ricercatori hanno scoperto che il tessuto esterno del cervello che contiene la proteina beta amiloide mal ripiegata può spostarsi e "infettare" il cervello. Depositi patologici della proteina sono stati riconosciuti come strettamente legati alla genesi della malattia neurodegenerativa chiamata morbo di Alzheimer. La ricerca è stata sostenuta dal progetto Era-net Neuron (Network of European Funding for Neuroscience Research), che ha sovvenzionato il progetto Miprotran coinvolto in questo studio. Era-net Neuron, da parte sua, ha ricevuto quasi 3 Mio Eur nell´ambito del meccanismo di finanziamento Era-net del Sesto programma quadro (6° Pq). Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Science. Il morbo di Alzheimer è la più commune forma di demenza che comincia in una fase avanzata della vita e nella quale i sintomi peggiorano gradualmente. La malattia è incurabile e gli scienziati brancolano ancora nel buio per quanto riguarda le sue cause. Di solito viene diagnosticata in persone di oltre 65 anni di età anche se la forma precoce e meno diffusa di Alzheimer può manifestarsi molto prima. Ci sono oltre 27 milioni di malati in tutto il mondo e si prevede che la malattia colpirà 1 persona su 85 a livello mondiale entro il 2050. In questo recente studio, che mirava a ottenere una maggiore comprensione della malattia, gli scienziati dell´Istituto Hertie di ricerca clinica sul cervello presso l´Università di Tübingen (Ut) e del Centro di malattie neurodegenerative tedesco (Dzne) hanno iniettato tessuto cerebrale contenente amiloide proveniente da topi più anziani nell´addome di topi più giovani. Diversi mesi dopo l´iniezione, i topi più giovani mostravano segni della presenza di amiloide nel cervello. Sia il morbo di Alzheimer che una malattia vascolare del cervello chiamata angiopatia cerebrale beta-amiloide sono caratterizzati dall´accumulo di un frammento di proteina detta Abeta. Nel morbo di Alzheimer, la Abeta mal ripiegata si deposita principalmente nelle cosiddette placche amiloidi, mentre nell´angiopatia cerebrale beta-amiloide, la proteina Abeta si accumula sulle pareti dei vasi sanguigni, interferendo con la loro funzione e, in alcuni casi, causandone la rottura con conseguente emorragia intra-cerebrale. Nel 2006, i ricercatori di Tübingen, sotto la guida del professor Mathias Jucker, hanno riferito che l´iniezione di estratti diluiti di tessuto del morbo di Alzheimer, o del tessuto Abeta-landen dei topi, nel cervello di topi transgenici (geneticamente modificati per produrre la forma umana di Abeta) stimola l´aggregazione all´interno del cervello del topo. In questo studio, i ricercatori hanno scoperto che il deposito di Abeta può essere indotto nel cervello del topo transgenico dalla somministrazione intraperitoneale di estratti di cervello di topo contenenti Abeta mal ripiegata. Hanno anche scoperto che il tempo necessario per indurre il deposito di amiloide nel cervello era molto più lungo per la somministrazione periferica rispetto a quella diretta al cervello. Ma in entrambi i casi, il deposito di amiloide indotto provocava anche diversi cambiamenti neurodegenerativi e neuroinfiammatori osservati comunemente nel cervello di malati di Alzheimer e di angiopatia cerebrale beta-amiloide. "La scoperta che esistono meccanismi che permettono il trasporto di aggregati di Abeta dalla periferia al cervello solleva la questione del se l´aggregazione e la propagazione della proteina, che potrebbe essere coinvolta in altre malattie cerebrali neurodegenerative, possa essere indotta da agenti originati nella periferia," ha commentato il professor Jucker. Insieme ai suoi colleghi suggerisce inoltre che la proteina amiloide potrebbe avere qualità simili ai prioni. I prioni sono fatti principalmente di proteine e possono essere trasmessi per provocare disturbi del cervello come il morbo di Creutzfeldt-jakob. Affermano comunque che "nonostante questa notevole osservazione e le apparenti similarità meccanicistiche tra l´Alzheimer e le malattie prioniche, non ci sono prove che il morbo di Alzheimer o l´angiopatia amiloide siano trasmessi tra mammiferi o umani nella stessa maniera delle malattie prioniche". Queste scoperte forniscono nuove informazioni sui meccanismi patogenetici sottostanti al morbo di Alzheimer, dicono, aggiungendo che ulteriori studi potrebbero portare a delineare nuove strategie per la prevenzione e la cura. Per maggiori informazioni, visitare: Neuron-eranet: http://www.Neuron-eranet.eu/en/118.php  Science: http://www.Sciencemag.org/   
   
   
SISTEMA INFORMATIVO PER LA SALUTE MENTALE  
 
Roma, 10 novembre 2010 - Un sistema ad hoc per la rilevazione di dati sulle attività assistenziali dei dipartimenti di salute mentale che mira alla piena condivisione delle informazioni tra aziende sanitarie, regioni o province autonome e amministrazioni centrali, in risposta ai bisogni di salute dell´utenza. E´ quanto prevede il Decreto del Ministro della Salute che istituisce il Sistema informativo per la salute mentale (Sism), pubblicato sulla Gu dello scorso 29 ottobre. La trasmissione delle informazioni rientra nell´ambito del Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis). Il sistema informativo nazionale per la salute mentale, nel rispetto della privacy dei cittadini-utenti, è concepito per costituire una base dati integrata, incentrata sul paziente, dalla quale rilevare informazioni relative all´assistenza a persone adulte con problemi psichiatrici. Tutto ciò ritenendo che l’organizzazione della raccolta dei dati individuali, così come il cittadino li genera nelle varie fasi del suo rapporto con il Ssn, permetta una valutazione di efficacia, efficienza ed appropriatezza delle organizzazioni sanitarie e dei trattamenti effettuati. Il sistema si basa su tracciati record di scambio, consentendo così la cooperazione ed integrazione dei diversi sistemi informativi localmente in uso che rimangono pertanto gestiti in piena autonomia dalle singole amministrazioni regionali. Esso si applica agli interventi sanitari e socio-sanitari erogati da operatori afferenti al Ssn, nell´ambito dell´assistenza rivolta a persone adulte con problemi psichiatrici e alle loro famiglie. Le regioni e le province autonome comunicano al Sism e mantengono aggiornate le informazioni anagrafiche dei Dipartimenti di salute mentale secondo le modalità indicate nel disciplinare tecnico. Il disciplinare tecnico, allegato al decreto, contiene una descrizione puntuale del sistema informativo, le modalità di abilitazione degli utenti e quelle di trasmissione dei dati, le garanzie per la sicurezza della trasmissione, gli standard tecnologici per la predisposizione dei dati, i servizi di analisi, i contenuti informativi delle strutture, del personale e delle attività (territoriali, residenziali e semiresidenziali). Entro sei mesi dall´entrata in vigore del decreto, le regioni e le province autonome hanno la facoltà di mettere a disposizione del Sistema informativo salute mentale (Sism) i dati del 2010 relativi all´assistenza a persone adulte con problemi psichiatrici.  
   
   
SALUTE: LA LINEA DELLA REGIONE LIGURIA È UNIFORMARE LE VOCI DI SPESA  
 
Genova, 10 novembre 2010 - "La linea della Regione è proprio quella di ottimizzare e uniformare le voci di spesa: a questo proposito abbiamo ottenuto notevoli risultati, sia sul fronte della farmaceutica che del rischio clinico". Lo ha detto l´assessore regionale alla salute rispondendo alla consigliera del Pdl Della Bianca. "Per quanto riguarda la farmaceutica – ha detto Montaldo – con le gare unificate abbiamo risparmiato 13 milioni di euro sui farmaci territoriali e 18 milioni di euro, nella passata legislatura, sul fronte dei farmaci anti-reflusso. Sul rischio clinico è attiva una commissione regionale che sta valutando i possibili risparmi per le assicurazioni". "Un´azione di contenimento della spesa - ha concluso l´assessore - che proseguirà con il coordinamento tra tutte le aziende territoriali e ospedaliere".  
   
   
SEE & TREAT, E AL PRONTO SOCCORSO TROVI L´INFERMIERE OPPORTUNAMENTE FORMATI, CURERANNO ALCUNI PROBLEMI CLINICI "MINORI" AL VIA UNA SPERIMENTAZIONE ORGANIZZATIVA DI SEI MESI IN SEI OSPEDALI TOSCANI  
 
Firenze, 10 novembre 2010 - See & Treat, che significa "Vedi e tratta". La sperimentazione partirà nei prossimi giorni nei pronto soccorso di sei ospedali toscani: Santa Maria Annunziata di Firenze (Ponte a Niccheri), Misericordia e Dolce di Prato, Misericordia di Grosseto, Valdelsa a Campostaggia, Felice Lotti di Pontedera, ospedale di Livorno. Si tratta di una nuova modalità organizzativa per affrontare i problemi clinici "minori". Infermieri esperti, opportunamente formati, affiancati per i 6 mesi di sperimentazione da un medico tutor, gestiranno e daranno risposta a una serie di problematiche minori, definite e approvate dal Consiglio Sanitario Regionale: per esempio, piccole ferite e abrasioni, contusioni minori, ustioni solari, punture di insetti, rinite, congiuntivite, ecc. Gli infermieri che lavoreranno negli ambulatori See & Treat hanno seguito un corso di formazione regionale di 180 ore per la certificazione delle competenze esperte ed opereranno in base a protocolli elaborati da un gruppo di professionisti (medici e infermieri) individuati dal Consiglio Sanitario Regionale, che ha proposto questa modalità di lavoro. Questa mattina l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha consegnato agli infermieri che parteciperanno alla sperimentazione l´attestato che certifica il superamento della parte teorica del corso. «Questo nuovo approccio, oltre a valorizzare la professione infermieristica - ha detto l´assessore Scaramuccia - potrà offrire in prospettiva molti vantaggi: ridurre le attese e la permanenza di tutti i cittadini che si recano al pronto soccorso per quei problemi clinici minori, che possono essere gestiti da personale qualificato, anche se non medico; destinare il personale medico prevalentemente alle vere urgenze e assicurare così un trattamento più tempestivo e adeguato anche per le urgenze maggiori». Il See & Treat è una modalità di lavoro già da tempo in atto in molti Paesi europei, in particolare nel Regno Unito, dove nasce come tentativo di risposta al sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza e alle lunghe attese per la maggior parte dei problemi clinici meno urgenti. Questo tipo di risposta ha trovato più facile applicazione nei Paesi nord europei dove, nonostante gli infermieri ricevano una formazione di livello inferiore rispetto a quella dell´Italia (dove gli infermieri conseguono oggi una laurea triennale o quinquennale), da molti anni vengono utilizzati in autonomia professionale in compiti di assistenza clinica che da noi sono culturalmente riconosciuti come propri della professione medica.  
   
   
ASSEGNATA LA PRIMA START CUP CNR – IL SOLE 24 ORE: DISPOSITIVI PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE, SISTEMI PER LA RIGENERAZIONE DI TESSUTI A PARTIRE DA CELLULE STAMINALI  
 
Roma, 10 novembre 2010 - Si è conclusa il 4 novembre, con una sfida tra i 15 team finalisti tenutasi nell´ambito del Festival della scienza di Genova, la prima edizione della Start Cup Cnr – Il Sole 24 Ore, la competizione volta a favorire le start up del Consiglio nazionale delle ricerche, cioè la nascita di imprese high tech a partire dai più promettenti risultati di ricerca. L´iniziativa è stata organizzata dall´Ente in partnership con la principale testata economica nazionale, in collaborazione con la società in-house di trasferimento tecnologico Rete Ventures, Pni Cube e Iban (Italian business angels network association) e con il supporto di Mediocredito e Intesa San Paolo quali sponsor ufficiali. La giuria, tenendo conto dei business plan e della presentazione svoltasi nella sala del Minor consiglio del Palazzo Ducale, ha decretato fra le tre idee vincitrici. Per il Centro ha vinto ´Quipu´, la società sviluppata da ricercatori dell´Istituto di fisiologia clinica (Ifc-cnr) e dell’Università di Pisa che ha realizzato un prodotto ad alto contenuto tecnologico per la diagnosi precoce del rischio cardiovascolare. Per il Sud ´Sm&t´, l´idea nata all’interno dell’Istituto Nanoscienze del Cnr di Lecce, che promette di realizzare innovativi sistemi microstrutturati per la rigenerazione di tessuti a partire da cellule staminali.  
   
   
TERAPIA DEL DOLORE: LE RETI DI ECCELLENZA DELLA CITTÀ AL SERVIZIO DEI MILANESI E DELLE LORO FAMIGLIE  
 
Milano, 10 novembre 2010 - “Sono particolarmente lieta di vedere i risultati di questo lavoro comune e ringrazio la Fondazione Bernardelli, tutti i medici e i loro collaboratori per gli importanti risultati che verranno illustrati qui oggi. Il Comune di Milano ha risposto subito positivamente alla proposta della Fondazione Bernardelli di affrontare questo problema umano, sociale, scientifico, economico e ha finanziato il progetto con 300mila euro”. Così è intervenuta ieri il Sindaco Letizia Moratti, insieme con l’assessore alla Salute Giampaolo Landi Di Chiavenna, alla presentazione di un’indagine epidemiologica e dello studio di fattibilità di un Centro di Medicina del Dolore, realizzati con il contributo dell’Assessorato alla Ricerca, Innovazione, Capitale Umano e dell’Assessorato alla Salute del Comune. Il progetto illustra lo sviluppo di un’indagine epidemiologica sulla prevalenza del dolore cronico nella popolazione milanese: uno studio di fattibilità per l’attivazione di una struttura di studio, ricerca e terapia del dolore, grazie alla collaborazione della Fondazione Bernardelli e della Clinica S. Carlo e, infine, lo sviluppo di un corso di formazione a distanza per medici e personale infermieristico sulle terapie del dolore. “Vorrei ricordare – ha proseguito il Sindaco – che Milano è stata la prima sede universitaria europea ad attivare l’insegnamento di Fisiopatologia e terapia del dolore nel 1982, oltre ad avere il primo Centro italiano di terapia del dolore con cure ambulatoriali presso la clinica neurochirurgica del Policlinico di Milano. Sempre a Milano, l’Istituto dei Tumori ha dato il via al Movimento delle cure palliative con le prime esperienze di assistenza domiciliare e di centri per le cure di fine vita, esperienze che si sono diffuse in tutto il territorio nazionale”. “Ancora una volta le città, le reti di eccellenza del territorio, riescono a produrre innovazione a livello nazionale e sistemico, è una ricetta che Milano conosce bene, perché è quella che applica da secoli, immettendo innovazione in tutti i campi, a partire dalla scienza”, ha commentato Letizia Moratti. “L’assessorato alla Salute ha sposato con convinzione l’indagine che presentiamo questa mattina, sostenendo i principi che sono a fondamento di una riflessione seria, circostanziata sul tema del dolore- ha affermato l’assessore Landi Di Chiavenna - Un tema che non si esaurisce evidentemente nella definizione di percorsi terapeutici all’interno delle strutture ospedaliere, ma che ha assunto uno spessore culturale che non possiamo ignorare. La legge n. 38 ha segnato un passo in avanti molto importante: il diritto di tutti i cittadini a non soffrire e il riconoscimento del dolore e delle sue conseguenze non solo fisiche, ma anche emotive. Questa giornata di studio rappresenta una tappa del lavoro di monitoraggio che vede anche il Comune di Milano impegnato accanto al Ministero della Salute nella implementazione e applicazione dei principi della nuova legge e nel miglioramento sostanziale della qualità della vita di migliaia di pazienti e delle loro famiglie”.  
   
   
RIORDINO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE DELLE MARCHE: FLESSIBILITA` E ADEGUAMENTO SENZA RIVOLUZIONE.  
 
 Ancona, 10 Novembre 2010 - ´Non era necessaria una rivoluzione, ma una riorganizzazione significativa del sistema sanitario regionale, improntata alla flessibilita`, alla semplificazione, alla responsabilizzazione, alla separazione netta tra politica e tecnocrazia, all´aggiornamento, per adeguare la macchina complessa della Sanita` alle mutate esigenze. ´ Cosi` l´assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani ha spiegato le scelte che stanno alla base della proposta di legge ´Modifica della L:r: 13/2003 (Riorganizzazione del servizio sanitario regionale) e soppressione dell´Agenzia regionale sanitaria (Ars)´ licenziata dalla Commissione regionale ´ Sanita` e che sara` portata in aula la prossima settimana. La p.D.l e` stata illustrata oggi nel corso di una conferenza stampa dal relatore di maggioranza Francesco Comi, presidente della V Commissione. Nel ringraziare la Commissione per l´impegnativo e approfondito lavoro di consultazione sulla proposta, l´assessore Mezzolani ha spiegato ´la filosofia che ha ispirato la giunta regionale nelle scelte di modifica della legge, partendo da un doveroso interrogativo: per quanto riusciremo a mantenere i livelli di qualita` che ci annoverano nelle graduatorie nazionali come seconda regione virtuosa per la gestione delle spese della sanita` e nella rosa delle cinque regioni, punto di riferimento per la riforma del federalismo fiscale? ´Viste le ristrettezze economiche con cui dobbiamo convivere - ha risposto l´assessore - probabilmente il nostro modello virtuoso non poteva mantenersi tale per molti anni, basandosi su rendite di posizione. Da qui l´esigenza di ridisegnare rapidamente delle linee di adeguamento e tracciare un percorso graduale di revisione. In primo luogo, affiancando al processo di riassetto strutturale ospedaliero ispirato a logiche di unitarieta`, un approccio flessibile, non rigido quindi, ma aperto alle esigenze reali del sistema sanitario e soprattutto alla domanda di salute della comunita`. Superando i problemi che ci poneva il riconoscimento della personalita` giuridica all´Area Vasta ´ ha proseguito - abbiamo restituito un ruolo protagonista per la programmazione territoriale a questo organismo che diventera` il punto di riferimento per i Sindaci e le parti sociali e il luogo dell´integrazione socio sanitaria, oltre che soggetto interlocutore per la contrattazione sindacale.´ Sull´agenzia Regionale Sanitaria, di cui nella proposta di legge era prevista la soppressione, Mezzolani ha spiegato che sarebbe stata un´operazione non conveniente dal punto di vista del risparmio in bilancio, dal momento che l´assorbimento nell´organico regionale delle 57 unita` (tra dirigenti, precari e personale a tempo indeterminato) che fanno capo al servizio sanitario nazionale, avrebbe comportato uno sforamento in bilancio dei parametri di contenimento della spesa previsti per legge. L´ars restera` dunque nelle sue funzioni di ricerca e indagine diventando ente strumentale della Regione. ´Notevole anche la revisione organizzativa delle figure verticistiche ´ ha poi rimarcato Mezzolani - con la netta separazione dei poteri tra politica e gestione sanitaria. Abbiamo recepito l´esigenza che la politica non ingerisse nelle scelte dei tecnici e cosi` sara` il Direttore dell´Asur, nominato dalla giunta regionale, a scegliere gli organi a capo della gestione delle zone e dell´ area vasta sulla base delle competenze tecniche. Alla Regione spettera` definire la programmazione e gli indirizzi secondo obiettivi politici e sulla base delle stesse finalita` di giustizia sociale, di valore della sanita` pubblica, di appropriatezza che hanno sempre ispirato il governo regionale e che finora hanno permesso di tenere saldo e coeso il nostro sistema sanitario, diventato esempio nel panorama nazionale´.  
   
   
CALL CENTER ONCOLOGICO, 2.640 CHIAMATE IN UN ANNO IL BILANCIO DI UN ANNO DI ATTIVITÀ NEL CONVEGNO AL FULIGNO  
 
Firenze, 10 novembre 2010 - Un anno di attività e 2.640 chiamate da parte di pazienti oncologici, familiari, operatori: per chiedere informazioni, esprimere disagi e difficoltà, avere ascolto e sostegno psicologico. Il Centro di counseling oncologico regionale fa il bilancio del suo primo anno di attività con un convegno, che si tiene oggi all´Educatorio del Fuligno, via Faenza 48. Il convegno, "Il Contact center per l´oncologia: l´ascolto e l´aiuto nel percorso di cura", organizzato da Servizio Sanitario della Toscana, Istituto Toscano Tumori e Laboratorio Mes (Management e Sanità) della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa, è aperto dai saluti dell´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, e dei presidenti dell´Ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti, e dell´Ordine degli psicologi della Toscana, Sandra Vannoni, e vede la partecipazione di operatori della sanità, volontari, rappresentanti di associazioni di pazienti e familiari. Dalla data della sua istituzione, il 7 novembre 2009, al 4 novembre scorso, il Contact center oncologico ha ricevuto 2.640 chiamate: la maggior parte pazienti e familiari, l´8% cittadini che hanno preferito mantenere l´anonimato, il 3% operatori del sistema sanitario toscano. Il 23% degli utenti si rivolgono al Centro per ricevere ascolto e supporto psicologico, il 22,% esprimono difficoltà relative all´orientamento nel percorso clinico assistenziale, il 50% chiedono informazioni sui percorsi oncologici del sistema sanitario toscano, il 2% sono segnalazioni relative a disagi o eventi avversi. «Il counseling center oncologico regionale - dice l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - è un bell´esempio di sanità vicina al cittadino. Attraverso il numero verde, in qualsiasi giorno della settimana, domenica compre sa, i pazienti e i loro familiari possono rivolgersi ai nostri operatori specializzati per avere non solo informazioni sul percorso assistenziale, ma anche sostegno per le difficoltà psicologiche che possono incontrare nella malattia. Un servizio che è molto utile non solo al cittadino, ma anche a noi, che in questo modo riusciamo a monitorare i reali bisogni e le eventuali carenze. Per ora è un´esperienza pilota, che ci auguriamo diventi presto una realtà solida, e un modello da utilizzare anche per altre patologie croniche». Il Centro di Counseling oncologico è stato istituito dalla Regione in collaborazione con Itt e Mes. Il numero verde - 800880101 - è attivo 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. Chi lo preferisce, può inviare una mail all´indirizzo: ascolto.Oncologico@regione.toscana.it  L´équipe è composta da 13 operatori: 8 counselor, 4 psicologi, 1 coordinatore psicologo clinico. «Durante il convegno - dice Patrizia Fistesmaire, responsabile del progetto - si presenteranno i risultati del servizio sperimentale di call center a supporto dei pazienti oncologici, a un anno dalla sua attivazione, e se ne discuteranno gli sviluppi futuri, sia in termini di miglioramento dell´efficacia, che di valutazione di qualità, che di collegamento con la rete dei servizi aziendali e territoriali». Tutte le informazioni sul servizio di counseling oncologico si possono trovare sul sito della Regione, all´indirizzo http://www.Istitutotoscanotumori.it/    
   
   
SANITA´ IN SICILIA: 118,POTENZIATA FLOTTA AEREA, MENO ASSENZE, MENO GUASTI  
 
Palermo, 10 novembre 2010 - Riorganizzazione della flotta aerea, consistente riduzione dei guasti dei mezzi su gomma, forte diminuzione dell´assenteismo, riqualificazione del personale: sono questi alcuni dei successi ottenuti dal nuovo servizio di emergenza urgenza 118 in appena pochi mesi dall´inizio dell´attivita´. Ne ha parlato l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, a margine dell´audizione di ieri in Commissione sanita´ dell´Ars. La flotta aerea, composta da 5 mezzi, e´ stata potenziata con l´arrivo di un nuovo mezzo che e´ stato destinato alla base di Palermo: si tratta di un "Augusta 139", una eliambulanza dotata di ampia autonomia di volo, grande affidabilita´, maggiore velocita´ rispetto all´eliambulanza precedente e che garantira´ maggiore qualita´ nel trattamento sanitario dei pazienti a bordo. La nuova eliambulanza, gia´ operativa da dieci giorni, permette di collegare i punti estremi della Sicilia (Palermo - Pachino) in appena 50 minuti di volo: tempi molto inferiori sono previsti per tutte le altre rotte della Sicilia. Il nuovo mezzo consentira´ anche una maggiore tempestivita´ nella effettuazione di soccorsi sanitari verso le isole minori. La riorganizzazione della flotta prevede anche il potenziamento della base di Caltanissetta, che sara´ dotata di una eliambulanza "Eurocopter As 365", prima in servizio nella base di Palermo: sono cosi´ superati i piccoli problemi che riguardavano la impossibilita´ di decollare in particolari condizioni meteo. Novita´ positive pure dal soccorso terra, che ora fa capo alla Seus dopo la precedente gestione della Sise: nel giro di pochi mesi e´ fortemente diminuito il numero di fermi tecnici causato da guasti alle ambulanze. In passato, si arrivava ad avere fino a 30 ambulanze ferme al giorno sul totale di 256, adesso secondo le prime statistiche i guasti sono valutabili intorno a 4 - 5 al giorno e comunque per brevi periodi della giornata visto che sono previsti mezzi sostitutivi. "I brillanti risultati ottenuti - ha commentato con soddisfazione l´assessore regionale per la Salute Russo - hanno gia´ permesso al 118 siciliano di mettersi in linea con i migliori sistemi di emergenza urgenza europei nell´ambito dell´elisoccorso, grazie anche alla riorganizzazione e all´incremento del numero delle elisuperfici regionali. Come era facilmente prevedibile, una attenta gestione del nuovo management - che ha rilevato una societa´ sull´orlo del dissesto finanziario e organizzativo - sta producendo significativi risultati in tempi brevi. Non soltanto il servizio 118 e´ adesso piu´ efficiente, piu´ tempestivo e perfino piu´ economico ma anche il personale - che grazie all´ottima interlocuzione sindacale e´ stato assunto dalla Seus - si riconosce adesso in una struttura risanata, dotata di un vero e proprio piano industriale, e dove il futuro occupazionale e´ certamente piu´ sereno. Non e´ un caso che secondo quanto emerge dai primi dati, ancora da ufficializzare, e´ diminuito in modo consistente anche il fenomeno dell´assenteismo che aveva toccato il 9% e adesso e´ piu´ che dimezzato. Gli impegni presi da questo assessorato sono stati pienamente rispettati e adesso abbiamo anche sbloccato il pagamento del Tfr dei lavoratori versando alla Sise la somma necessaria a pagare le spettanze". E´ gia´ stato avviato il percorso di aggiornamento e riqualificazione professionale degli autisti soccorritori e nelle prossime settimane sara´ aggiudicata la gara per la realizzazione del centro regionale di simulazione avanzata che sara´ istituito presso il Cefpas di Caltanissetta.  
   
   
STATI GENERALI DELLA SALUTE IN BASILICATA, TERZA GIORNATA L’INTEGRAZIONE OSPEDALE - TERRITORIO  
 
 Potenza, 10 novembre 2010 - Si terrà giovedì, 11 novembre, nella sala Inguscio della Regione, a Potenza, la terza giornata degli stati generali della salute “Ammalarsi meno, curarsi meglio” organizzati dalla Regione Basilicata, dipartimento regionale alla Sanità. Il tema conduttore dei lavori della mattinata, inizio alle ore 9.30, sarà “Rete ospedaliera per funzioni e competenze a garanzia del cittadino”. Ad aprire l’incontro sarà l’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano. Seguirà una tavola rotonda con Carlo Perucci, direttore scientifico del Programma nazionale Esiti (Pne); Giovanni De Costanzo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo; Ragnar Gullstrand, esperto Agenas; Sandro Caffi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. I lavori saranno moderati da Paride Leporace, giornalista, direttore de “Il Quotidiano della Basilicata”. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 15, si parlerà di “Rete emergenza – urgenza, pronto soccorso e continuità assistenziale”. Dopo l’intervento dell’assessore Martorano si terrà una tavola rotonda con: Giorgio Guerra, direttore Programma aziendale emergenza di Rimini; Genesio De Stefano, presidente Avis di Potenza; Libero Mileti, direttore 118 Basilicata; Vito Gaudiano, direttore generale Asm Matera. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione, Vito De Filippo. I lavori del pomeriggio saranno moderati da Giuseppe Montagano, dirigente del Dipartimento salute.  
   
   
LA PSICHIATRIA NON SIA BRACCIO DELLA MAGISTRATURA O DELLA POLIZIA 180: LA SCORCIATOIA DEL CONTROLLO SOCIALE VA RESPINTA TAGLIATI 10 MILIONI DI EURO PER LA SALUTE MENTALE  
 
Pordenone, 10 novembre 2010 - La proposta Ciccioli vuole “non solo eliminare la legge 180 ma anche svuotare di significato concetti basilari quali quelli di salute mentale e di centralità della persona sofferente come cittadino titolare di diritti”. Lo afferma Sergio Della Valle, presidente della Cooperativa sociale L’agorà di Pordenone, che evidenzia nel tentativo di contro riforma della legge Basaglia attuato con il testo unificato Ciccioli “una concezione paternalistica, emergenziale e tecnicistica di una psichiatria spinta ad assumere un ruolo di controllo sociale”. Lo stesso scardinamento della figura del sindaco, contenuto nella pdl Ciccioli, è pericoloso in quanto va a riproporre “quel modello coercitivo della cura che fa leva sui concetti di sicurezza ed allarme sociale cavalcati oltremodo dalla più parte dei mass media”. Col rischio concreto di “abdicare alla funzione di cura in favore di una visione della psichiatria come braccio della magistratura o della polizia”. Intanto, sempre in tema di diritto alla salute, anche mentale, un decreto legge del maggio 2010 finirà per togliere nei prossimi due anni ben 10 milioni di euro ai Servizi di Salute mentale e ai Servizi sociali. Una presa di posizione forte quella del numero uno della Coop sociale friulana, che arriva dalla terra in cui Franco Basaglia dimostrò con i fatti, prima a Gorizia e poi a Trieste, la valenza di un nuovo modello che sarebbe poi stato utilizzato come fonte di ispirazione nei decenni successivi in tutto il mondo, una legge che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea indicano, appunto, come esempio da seguire. “Spiegare i motivi per cui ritengo la legge 180 importante assume un valore particolare oggi, dopo che il testo “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica” elaborato dal relatore, l’on. Ciccioli, è giunto alla discussione presso il Comitato ristretto della Xii Commissione Affari Sociali della Camera, riassumendo e rafforzando un’impostazione comune alle precedenti proposte di revisione ed abrogazione. Quella di voler eliminare la legge 180, recepita, e non è un caso, nella successiva Legge 23 dicembre 1978 numero 833, che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale”. La 180/78 è “un buon punto di partenza. Gli articoli 1 e 2 spiegano che gli accertamenti ed i trattamenti sanitari sono di norma volontari e regolamentano i casi in cui questi possono essere obbligatori. Sono articoli necessari, semplici e rivoluzionari, importanti – sottolinea Della Valle - non solo in relazione al passato, perché spingono a superare la cultura “custodialistica e segregatrice” del manicomio, ma anche in una visione prospettica perché propongono una cultura della cura nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione”. La Basaglia è una legge “moderna, che fa propri presupposti quali, in primis, la dignità della persona, il diritto di scelta rispetto alla cura. Una legge che ripristina anche i diritti civili per le persone che prima erano definite come “alienati”. Di importanza fondamentale il richiamo al ruolo del sindaco che, in qualità di autorità sanitaria locale, convalida la proposta del medico di un eventuale trattamento obbligatorio”. Un aspetto che merita qualche riflessione in più, secondo Della Valle, perché “ha più importanza di quel che forse può sembrare”. Si dice “che l’autorità massima non è quella tecnica del medico ma quella civile di chi rappresenta i cittadini. Anche il cittadino per il quale, in un dato momento della sua vita, viene chiesto un trattamento sanitario obbligatorio”. La figura del sindaco, in buona sostanza, in qualità di primo cittadino di una comunità, “è una garanzia per tutti, non solo una formalità burocratica. Invece le varie proposte di modifica o abrogazione della 180 tentano di scardinare proprio questa impostazione, riproponendo un modello obbligatorio di cura e facendo leva sui concetti mediatici di sicurezza ed allarme sociale”. Seguendo tale prospettiva contro riformatrice, evidenzia Della Valle, si “perde di vista uno dei meriti maggiori della legge Basaglia, ovvero quello della promozione al rapporto di fiducia fra chi sta male, fra chi vive una situazione di sofferenza e chi gli sta attorno, il nucleo familiare, l’equipe multi professionale del servizio territoriale e la rete sociale di sostegno ed inclusione”. Il lavoro quotidiano nella salute mentale non è esente da errori e, sicuramente, diversi sono gli aspetti che possono essere modificati e migliorati. “È anche vero che ancora oggi l’applicazione della legge 180 non è uniforme. In troppe parti d’Italia si riscontrano problemi nel garantire la qualità delle relazioni, dei servizi e dei trattamenti, così come il rispetto dei diritti di cittadinanza. Ciò deve spingere a riflettere – pone l’accento il presidente de L’agorà - almeno in due direzioni. Da un lato occorre una seria valutazione sull’assegnazione e sulla gestione di risorse per la salute mentale, dall’altro diviene sempre più necessaria una azione formativa per gli operatori che a vario titolo interagiscono con le persone che soffrono. Ciò se e solo se vogliamo davvero che queste ultime non smettano per questo di essere cittadini titolari di diritti, fra cui il diritto alla salute”. Per fare questo non serve cambiare la legge 180. Serve, casomai, applicarla. “Non solo là dove non è arrivata, dove la contenzione e la segregazione sono ancora realtà. Bisogna sempre tenere conto dei cambiamenti della società, dei mutamenti stessi delle forme di sofferenza mentale. Evitando la riproposizione di vecchi schemi mascherati da parole d’ordine quali “sicurezza” e “pericolosità sociale”. Orientamenti ritenuti preoccupanti dallo stesso Luigi Benevelli – psichiatra e componente del Forum salute mentale -, dal momento che rischiano di indurre una deriva dei servizi di salute mentale in direzione di una «psichiatria difensiva», rispetto ai rischi della relazione con chi sta male e fa fatica a vivere, che porta ad abdicare alla funzione di cura in favore di una visione della psichiatria come braccio della magistratura o della polizia”. Nel lavoro quotidiano oggi non è raro incontrare la sofferenza mentale nei percorsi e nei progetti di inclusione lavorativa. “Aiutare la persona ad avere fiducia nelle proprie capacità, prendere consapevolezza dei diritti sociali, uscire da isolamento e autoesclusione per far emergere le proprie abilità e competenze sociali e lavorative, è un lavoro che trova necessaria motivazione proprio negli stessi presupposti caratterizzanti la 180”. Spesso le critiche denunciano, in realtà, inefficienze derivate da una cattiva o nulla applicazione della legge. “Gli atteggiamenti non corretti denunciati dall’Associazione Vittime della 180 mostrano il punto di vista di chi non vede riconosciuta, ascoltata la propria angoscia, la propria paura. Sono domande – afferma Della Valle - che non vanno sottovalutate ma comprese. Occorre una riflessione sincera su esperienze e rapporto con le famiglie. Non può esserci alleanza con il malato se non c’è alleanza con le famiglie, e non ci può essere successo e guarigione se non si crea un’alleanza tra famiglie, persone e struttura che si occupa della salute mentale”. Infatti, la più volte denunciata incompleta applicazione della legge 180 “lascia sole molte persone, molte famiglie e contribuisce, insieme all’atteggiamento irresponsabile e sensazionalistico di alcuni media, a creare un senso di paura, insicurezza e rabbia. Gli strumenti che servono per evitarlo sono certamente culturali”. Una riforma che abbia come fulcro l´aspetto del controllo sociale rappresenta invece una scorciatoia solo apparentemente facile, che rispetto alla sofferenza mentale può avere come effetto unicamente quello di nascondere la polvere sotto il tappeto. “Resta da capire – conclude Della Valle - che tipo di impostazione rispetto ai diritti e al diritto alla salute in particolare prefiguri il decreto legge n. 78 del 31-5-2010 "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica" (Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31-5-2010 - Supplemento Ordinario n. 114) che, tra l´altro, nel diminuire i trasferimenti alle Regioni per 10 miliardi di euro nei prossimi 24 mesi, andrà a togliere 10 milioni di euro ai Servizi di Salute Mentale e ai servizi sociali”.  
   
   
IN ITALIA OGNI ANNO 3.500 BAMBINI SUBISCONO UN INTERVENTO CHIRURGICO NEL PRIMO ANNO DI VITA A CAUSA DI CARDIOPATIE CONGENITE  
 
Roma, 10 novembre 2010 – In Italia ogni anno nascono circa 4.500 bambini con una cardiopatia congenita, di questi ben 3.500 subiscono un intervento chirurgico. Il 50% nel primo anno di vita. Il dato è emerso nel corso del Xxv Congresso Nazionale di Chirurgia Cardiaca in corso a Roma. Le problematiche che maggiormente colpiscono i pazienti in età pediatrica sono le malformazioni del setto interventricolare ed interatriale, la tetralogia di Fallot e la coartazione aortica. In epoca neonatale sono invece le malformazioni che impediscono al sangue di raggiungere il polmone per ossigenarsi o che ostacolano il normale apporto di sangue ossigenato all’organismo e la trasposizione delle grandi arterie. La numerosità di questi eventi ha portato un gruppo di cardiochirurghi pediatri a mettere a punto un modello di identificazione e certificazione di criteri di eccellenza dei Centri di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica. Il progetto, unico nel nostro Paese, evidenzia i requisiti tecnologici, di struttura, di personale e standard per monitorare il livello quantitativo e qualitativo delle prestazioni erogate nei centri di cardiochirurgia pediatrica. Il progetto è pertanto un valido strumento di analisi e verifica dello stato dell’arte della Cardiochirurgia pediatrica in Italia e fornisce alle Istituzioni un prezioso contributo per una corretta programmazione dell’attività cardiologica e cardiochirurgia pediatrica. L’obiettivo del progetto è quello di potere verificare la qualità dei risultati ottenuti mantenendo livelli di garanzia per l’utenza in termini di adeguatezza di strutture, tecnologie e risorse umane .In altre parole costituire un modello di riferimento per il governo clinico nell’ambito di questa specialità. Sono stati presi in esame 8 centri pediatrici (Bologna, Genova, Massa, Milano San Donato, Palermo, Roma, Torino) e sotto l’egida delle rispettive Società scientifiche è stato costituito un gruppo di lavoro composto da un cardiochirurgo, un cardiologo e un cardioanestesista per ciascuno degli 8 centri selezionati. Il gruppo è stato coordinato da un esperto della materia con la collaborazione di una società di certificazione. I centri coinvolti hanno evidenziato ancora una volta l’elevatissimo livello della Cardiologia e della Cardiochirurgia pediatrica in Italia, che, per volumi di lavoro e per la qualità delle prestazioni erogate, si confronta con i più elevati standard internazionali. Il modello è stato successivamente presentato al Ministro della Sanità che ne ha tratto preziosi spunti per l’elaborazione dei Quaderni della salute 2010. Visto l’esito positivo delle verifiche è intenzione dei Direttivi della Sezione di Cardiochirurgia pediatrica e della Società di Cardiologia pediatrica di sviluppare ulteriormente il progetto. Tutto ciò con lo scopo di ottenere un riconoscimento ufficiale della certificazione. E’ importante che le che Istituzioni recepiscano il ruolo cruciale dei professionisti in tema di programmazione sanitaria. Inoltre data l’innovazione e la validità del progetto si sta lavorando affinché tale modello possa essere esportato anche in Europa. E’ stato eletto oggi, al termine dei lavori del Xxv congresso della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca il nuovo presidente, in carica per il prossimo biennio. Il professor Antonio Calafiore, che succede al professor Alessandro Mazzucco. I membri del Direttivo sono: alla carica di Vice Presidente Lorenzo Menicanti; alla carica di Consigliere Davide Pacini, Francesco Santini, Claudio Grossi, Renato Albiero, Alessandro Parolari; alla carica di consigliere junior Augusto D’onofrio; alla carica di segretario amministrativo Vittorio Creazzo; alla carica di Revisore dei conti Ruggero De Paulis, Roberto Di Bartolomeo e Germano Di Credico. Il neo eletto Antonio Calafiore ha evidenziato quelli che sono gli obiettivi che si prefigge la Società “Il primo aspetto riguarda sicuramente la ricerca, l’educazione e l’apertura verso le altre Società scientifiche. E’ fondamentale lo scambio di informazioni e il confronto anche al fine di aumentare la qualità della formazione dei giovani cardiochirurghi. Non dobbiamo però dimenticare gli aspetti strettamente organizzativi della professione. Il nostro ruolo sta evolvendo, non possiamo tracciare un percorso a priori ma dobbiamo seguire la scia del cambiamento”.  
   
   
TATJANA DOLL TEL LIE VISION MILANO, DALL’11 NOVEMBRE 2010 AL 20 GENNAIO 2011  
 
Milano, 10 novembre 2010 - Corsoveneziaotto è lieta di presentare la mostra personale di Tatjana Doll intitolata: Tel Lie Vision. Tatjana Doll è un esponente di spicco dell´ultima generazione di artisti tedeschi nata alla fine degli anni Novanta. La sua pittura si presta ad un lavoro sull´immagine che sicuramente parte da quell´attenzione alle merci tipica della Pop Art per essere successivamente stravolta sia in termini stilistici che di dimensioni. In molti ricorderanno l´impressionante lavoro esposto ad Artbasel Unlimited 2009 dove Tatjana Doll presentò 24 tele rappresentanti un lato di tanti container colorati, ammassati uno sull´altro, come se lo spettatore si trovasse a fissare una nave in partenza. La pittura di Tatjana Doll si intromette dappertutto, rivede "graficamente" il mondo secondo i suoi filtri, lo reiventa eppure le cose che dipinge conservano uno sguardo familiare. Per la mostra milanese l’artista tedesca conferma la sua predilezione per i lavori di grandi dimensioni e presenta una tela di circa 6 metri che occupa interamente lo spazio al piano terra della galleria. Il soggetto, una variante dei “pittogrammi” solitamente utilizzati per la segnaletica stradale. Al piano superiore ci sono una selezione di tele con tematiche tipiche della sua produzione (auto sportive, caschi, Miss). Tatjana Doll è nata nel 1970 a Burgsteinfurt (Vestfalia), vive e lavora a Berlino. Tra i riconoscimenti: la borsa di studio del Daad per Newyork, borsa di studio dell´Accademia Tedesca a Roma, Ps1 Moma Newyork, e la borsa di studio a progettoTransfertürkiye-nrw.ha una lunga carriera espositiva che la vede protagonista di mostre importanti nei quattro continenti: basti citare la Kunsthalle Bremerhaven, il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, lo Shirokane Art Complex a Tokyo e l´ultima sua partecipazione alla collettiva di pittura tedesca "Se Não Neste Tempo" al Museu de Arte de São Paulo in Brasile.  
   
   
PRESENTATA MOSTRA PITTURA BEEL E DI PIAZZA A GEMONA  
 
Gemona del Friuli, 10 novembre 2010 - Un valido esempio di collaborazione tra l´azienda speciale di Villa Manin e il territorio è stata definita la mostra di pittura dedicata a Paul Beel e Fulvio di Piazza che prenderà il via dal 12 novembre a Gemona del Friuli a palazzo Elti. I dettagli dell´iniziativa sono stati presentati quest´oggi nel comune udinese alla presenza del sindaco Paolo Urbani, del commissario dell´azienda speciale di Villa Manin Enzo Cainero nonché dell´assessore regionale alla cultura Elio De Anna. La mostra che si svolgerà fino al 9 gennaio 2011 nelle Sale D´aronco di Palazzo Elti a Gemona del Friuli, vedrà esposte circa 20 - 25 opere per ogni artista. Oltre ai lavori più significativi eseguiti dagli autori nell´arco degli ultimi anni, si potranno ammirare anche dipinti realizzati appositamente per questo evento. Paul Beel, nato a Westlake (Ohio, Usa) nel 1970, ormai residente in Italia da diversi anni, è sicuramente uno dei protagonisti della pittura figurativa italiana. Nel 2009 vince il Premio Celeste e nel corso di quest´anno ha partecipato al contest della National Portrait Gallery di Londra, vincendo il tanto ambito Bp Travel Award 2010. Fulvio Di Piazza, nato nel 1969 a Palermo, in pochi anni si è affermato come protagonista della pittura pop - surrealista italiana. Il successo delle ultime stagioni è stato confermato dalle mostre internazionali come la personale presso la galleria Jonathan Levine di New York e la retrospettiva presso il Neuer Kunstverein ad Aschaffenburg in Germania. L´assessore De Anna, nel corso del suo intervento, ha sottolineato l´importanza di questa collaborazione tra enti che permesso a due grandi artisti emergenti di trovare spazio a Gemona. "L´esposizione - ha detto De Anna - è il frutto di un lavoro di gruppo che vede Villa Manin al centro di una serie di collaborazioni per portare l´arte in tutti i principali centri del Friuli Venezia Giulia. Un plauso particolare va anche ai tre sponsor privati, Digas, Fanzutto e Fora, che hanno scommesso su questa iniziativa investendo fondi privati per la promozione dell´arte e della cultura. In un momento in cui ci si trova a fare i conti con ristrettezze di bilancio, sono iniziative come queste che devono prendere il largo per continuare a mantenere alto il livello della cultura nella nostra regione". Tra gli elementi messi in evidenza della conferenza stampa il fatto che questa iniziativa avrà anche un risvolto didattico. "Per due settimane - ha spiegato il commissario - gli autori saranno ospiti delle scuole elementari statali di Gemona e dell´istituto privato Santa Maria degli Angeli. Il primo che lavorerà fianco a fianco degli alunni sarà Di Piazza dal 22 al 25 novembre mentre la settimana successiva toccherà a Beel. A loro è affidato il compito di dare vita a dimostrazioni pratiche e lezioni illustrative sulla pittura. Questa attività - ha concluso Cainero - è molto innovativa e viene sperimentata per la prima volta in occasione di questa mostra di Gemona".  
   
   
SPORT - CANOTTAGGIO: LE CONGRATULAZIONI DELL´ASSESSORE MEZZETTI A MARCELLO MIANI, LAUREATOSI CAMPIONE DEL MONDO IN NUOVA ZELANDA  
 
 Bologna, 10 novembre 2010 - L’assessore regionale alla Cultura e Sport, Massimo Mezzetti, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Marcello Miani, ravennate laureatosi campione del mondo nel singolo pesi leggeri di canottaggio, non olimpico, svoltosi a Lake Karapiro in Nuova Zelanda. “Siamo certi – ha scritto l’assessore anche a nome della Giunta regionale - che anche il suo grande successo darà nuovo impulso ad uno sport che, seppur troppo spesso considerato ‘minore’, ha potenzialità elevatissime che vanno sviluppate e, anche attraverso il suo esempio e la sua presenza, propagandato nella scuola dove potrà indurre altri ragazzi ad avvicinarsi alla pratica sportiva”. “Siamo davvero orgogliosi – ha concluso Mezzetti – che l’Emilia-romagna possa vantare l’appartenenza di un così grande campione”.