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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Marzo 2011
UNO STUDIO FA SPERARE IN UN VACCINO CONTRO LA TBC  
 
Bruxelles, 23 marzo 2011 - Secondo una ricerca appena pubblicata, una proteina di recente identificazione secreta dal batterio della tubercolosi potrebbe rivelarsi efficace come vaccino contro la malattia. In un articolo sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), il team spiega che la proteina, chiamata Espc, potrebbe essere usata anche per sviluppare nuovi test diagnostici. La tubercolosi (Tbc) è causata da un batterio chiamato Mycobacterium tuberculosis, che si diffonde con la tosse. Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2009 ci sono stati oltre 9 milioni di nuovi casi di Tbc e 1,9 milioni di persone sono morte a causa di questa malattia. La cura della Tbc consiste in una terapia con antibiotici che dura diversi mesi; seppur difficile, questa cura è efficace in circa l´86% dei casi. Esiste anche un vaccino contro la Tbc. Si chiama Bcg ("bacillus Clamette-guerin"), è basato sul Mycobacterium bovis bacterium che infetta i bovini ed è strettamente imparentato con il M. Tuberculosis. Non fornisce però una protezione completa e molte persone vaccinate con il Bcg contraggono la Tbc. Si è quindi alla ricerca di un nuovo vaccino più efficace contro questa malattia. I vaccini funzionano "insegnando" al sistema immunitario a ricordare certe molecole del microbo; se e quando il sistema immunitario incontra queste molecole (e quindi il microbo) di nuovo, reagirà con una rapida risposta immunitaria. I migliori candidati per il vaccino sono quelli che provocano la risposta più forte da parte del sistema immunitario. In questo studio, alcuni scienziati nel Regno Unito e negli Stati Uniti hanno scoperto che una piccola proteina chiamata Espc provoca una risposta immunitaria più forte nelle persone infettate da Tbc rispetto a qualsiasi altra molecola. Al contrario la Espc non provoca una risposta immunitaria nelle persone che hanno ricevuto la vaccinazione con Bcg ma che non hanno un´anamnesi di infezione da Tbc. Si è scoperto che la Espc è secreta dal M. Tuberculosis ma non dal vaccino Bcg, poiché il vaccino Bcg non ha i geni che codificano la proteina. Secondo i ricercatori, il fatto che il vaccino Bcg non provochi una risposta immunitaria significa che un vaccino contro la Tbc basato sulla Espc fornirebbe maggiore immunità rispetto a quella fornita dal vaccino Bcg. "Nonostante la gran parte della popolazione mondiale sia stata vaccinata con il Bcg, ci sono ancora 9 milioni di nuovi casi di Tbc ogni anno, abbiamo quindi urgente bisogno di un vaccino più efficace per la Tbc," ha sottolineato il professor Ajit Lalvani dell´Imperial College di Londra, nel Regno Unito. "Abbiamo dimostrato che la Espc, che è secreta dal batterio, provoca una risposta immunitaria molto forte e che è molto specifica al [M. Tuberculosis]. Questo la rende un candidato molto promettente per un nuovo vaccino contro la Tbc in grado di stimolare un´immunità più ampia e più forte rispetto al Bcg". Ha anche aggiunto: "Sorprendentemente, i nostri risultati mostrano anche che questa molecola potrebbe essere la base della prossima generazione di analisi del sangue diagnostiche in grado di rilevare rapidamente l´infezione da Tbc latente." Attualmente, il test diagnostico di base per la Tbc è il test Mantoux, nel quale una piccolissima parte del microbo della Tbc viene iniettato nella pelle. Questo test però non è in grado di fare la differenza tra persone che hanno ricevuto in precedenza la vaccinazione Bcg e le persone che hanno o hanno avuto la Tbc. Poiché la Espc non provoca una reazione immunitaria nelle persone che sono state vaccinate con il Bcg, un test basato sulla Espc sarebbe più preciso nell´identificazione delle persone che hanno la Tbc. I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver valutato la risposta immunitaria alla Espc in 45 persone con Tbc attiva, 27 con Tbc latente (nella Tbc latente i batteri sono presenti nel corpo ma sono inattivi) e 27 persone non infette che erano state vaccinate con il vaccino Bcg. Mentre i sistemi immunitari delle persone con Tbc attiva e latente hanno risposto vigorosamente alla Espc, solo 2 dei 27 soggetti di controllo hanno mostrato una risposta immunitaria alla proteina. Questi risultati sono stati ottenuti pochi giorni prima della giornata mondiale della Tbc che cade il 24 marzo. Quest´anno, tra le altre cose, la campagna si occupa dell´urgente bisogno di più ricerca su nuovi farmaci, strumenti diagnostici e cure per combattere la Tbc. In una dichiarazione il partenariato Stop Tb invita a "un nuovo ambizioso programma di ricerca," scrivendo: "Non riusciremo a eliminare la Tbc senza un vaccino che sia sicuro ed efficace nella prevenzione della malattia in persone di tutte le età, ma la ricerca sul vaccino non è sostenuta abbastanza. I finanziatori devono aumentare il loro contributo per la ricerca sulla Tbc oggi per ottenere zero morti di Tbc domani." Per maggiori informazioni, visitare: Wellcome Trust: http://www.Wellcome.ac.uk/  Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): http://www.Pnas.org/  World Tb Day: http://www.Worldtbday.org/    
   
   
COMPRENDERE IL DIABETE GRAZIE A UN PROGRESSO NELLA CURA DI UN MALATTIA SIMILE  
 
Bruxelles, 24 marzo 2011 - Una ricerca condotta da ricercatori europei ha creato una svolta nella comprensione del diabete mellito, dopo che era stata trovata una cura per una malattia rara correlata. Il team, guidato da scienziati dell´Università di Manchester nel Regno Unito, ha scoperto nuove cure per affrontare l´iperinsulinismo congenito (Chi), una rara e potenzialmente letale malattia dell´infanzia, che è l´opposto clinico del diabete mellito. Lo studio, pubblicato nella rivista Diabetes, è stato portato avanti da collaboratori clinici in ospedali in Belgio, Francia e Regno Unito. Il Chi si manifesta quando il pancreas produce troppa insulina, mentre il diabete mellito si manifesta quando il pancreas ne produce troppo poca. Nelle cellule del pancreas sane che producono insulina, un piccolo gruppo di proteine agisce da interruttore e regola quanta insulina viene rilasciata. Ma quando queste proteine non funzionano bene, le cellule possono rilasciare o troppo poca insulina, che porta al diabete mellito, o troppa insulina, che porta all´iperinsulinismo congenito. La cura attuale per il Chi ha una bassa percentuale di successo, e per coloro che soffrono di questa malattia nella sua forma più grave, spesso prevede la rimozione del pancreas. "Il Chi causa dei livelli dello zucchero nel sangue pericolosamente bassi che, se non trattati adeguatamente, possono portare a convulsioni e danni cerebrali. Si tratta di una malattia complessa causata da difetti genetici che mantengono attive le cellule che producono l´insulina quando invece dovrebbero essere spente," ha commentato la dott.Ssa Karen Cosgrove, uno dei leader della ricerca dalla Facoltà di Scienze della vita dell´Università di Manchester. In questo studio, i ricercatori hanno curato le cellule in condizioni appositamente modificate allo scopo di recuperare la funzione degli interruttori interni che controllano il rilascio di insulina. Questi esperimenti sono la prima prova che gli esiti dei difetti genetici possono essere invertiti nelle cellule umane che producono l´insulina. La dott.Ssa Cosgrove spiega come questi risultati si sono basati sulla precedente ricerca del team sul modo in cui i difetti genetici portano a un rilascio incontrollato di insulina nei pazienti. "Ora noi abbiamo prelevato le cellule da pazienti subito dopo un intervento chirurgico e abbiamo dimostrato che, in alcuni casi, è possibile correggere i difetti nelle cellule incriminate." Anche se tutto sommato più raro rispetto al suo più famoso opposto clinico, il Chi si manifesta approssimativamente ogni 25.000/50.000 nati ed è, secondo le informazioni dell´ente di beneficienza Congenital Hyperinsulinism International, la più frequente causa di ipoglicemia in neonati e bambini. Fino al 50% dei bambini con Chi possono soffrire di danni cerebrali se la loro malattia non viene diagnosticata o se la cura dell´ipoglicemia è inefficace. Il Chi si manifesta per molteplici ragioni: tra queste ci sono i difetti genetici o problemi alla nascita come la sofferenza fetale dovuta alla mancanza di ossigeno al cervello o la nascita prematura. Si può verificare anche la comparsa di difficoltà nell´apprendimento, paralisi cerebrale o cecità. Le implicazioni di questo studio saranno accolte favorevolmente non solo da chi soffre di Chi, ma anche da coloro che hanno il diabete mellito, poiché si spera che queste scoperte condurranno a nuovi progressi nella cura del diabete mellito. Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità (Who), oltre 220 milioni di persone nel mondo attualmente soffrono di diabete mellito e più dell´80% dei morti da diabete mellito si verificano in paesi a basso e medio reddito. La Who prevede anche che entro il 2030 le morti per diabete mellito saranno raddoppiate rispetto ai livelli del 2005. La comparsa del diabete mellito tipo 2 può essere provocata da una dieta dannosa, una mancanza di attività fisica regolare, obesità e fumo. Il diabete mellito aumenta anche gravemente il rischio di malattie cardiache e ictus, e il 50% dei soggetti con il diabete muore a causa di malattie cardiovascolari. Il collegamento con altre malattie si estende anche alla fibrosi cistica, poiché uno dei farmaci usati nello studio sul Chi sta attualmente venendo testato clinicamente per curare pazienti che soffrono anche di questa malattia. I ricercatori sperano che queste scoperte aprano la strada a ulteriori progressi e migliorino quindi le vite di coloro che in tutto il mondo soffrono di Chi, diabete mellito e fibrosi cistica. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Manchester http://www.Manchester.ac.uk/  Diabetes http://diabetes.Diabetesjournals.org/ Organizzazione mondiale della sanità http://www.Who.int/en/    
   
   
NUOVA RICERCA FINANZIATA DALL´UE SULLA SALUTE DEGLI IMMIGRATI NORDAFRICANI  
 
 Bruxelles, 24 marzo 2011 - È pronto a partire un nuovo studio finanziato dall´Unione europea sulla salute degli immigrati nordafricani. Lo studio sarà effettuato da 6 università europee e nordafricane e ha ottenuto finanziamenti dall´Unione europea per un importo di 2 milioni di euro. La ricerca è sostenuta dal progetto Eunam (Eu and North African Migrants: Health and Health Systems), finanziata nell´ambito dell´area tematica "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq). La mappatura della salute umana è già un compito complesso nell´ambito di una singola popolazione non fluida, ma diventa ancora più complicata nell´ambito di una popolazione transitoria, che è in continua evoluzione a causa di vari fattori. La salute dei migranti è sempre influenzata sia dal paese ospitante che dal paese di origine. Per il progetto Eunam, che durerà quattro anni, un team di esperti provenienti da Algeria, Egitto, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Svezia e Tunisia condurrà la ricerca sugli aspetti della salute nell´intero ciclo di migrazione, mostrando la situazione sanitaria in Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia, in quanto rappresentanti dei paesi partner del Mediterraneo e del Nordafrica, che sono la patria di un gran numero di immigrati nell´Unione europea. Dato che molti migranti trascorrono lunghi periodi di tempo in diversi paesi ospitanti e alcuni ritornano eventualmente nel loro paese d´origine, è importante rilevare il loro stato di salute, benessere, quadro patologico e ricorso ai servizi sanitari rispetto alla popolazione nativa. Tali analisi sarebbero incomplete senza gettare uno sguardo agli indicatori e ai parametri nel paese d´origine. Lo studio auspica inoltre di gettare luce sui diversi problemi di salute affrontati dai vari gruppi di migranti. Dal momento che Francia, Germania, Italia, Slovenia e Svezia accolgono un gran numero di immigrati provenienti da altre regioni, può essere fatto anche questo confronto. "Nel complesso, il gruppo di esperti ha una notevole esperienza nel campo della prevenzione delle malattie e ha accesso a materiali e registri contenenti informazioni sulla salute e sui modelli di malattia della popolazione, nonché sul loro effetto sul sistema sanitario", ha commentato Jan Sundquist della Lunds Universitet in Svezia. Le istituzioni coinvolte sono la Facoltà di medicina dell´Università Ain Shams (Egitto), l´Institut national de santé publique (Algeria), l´Università degli Studi di Ferrara (Italia), il Centre d´études et recherches prospectives (Tunisia), la Lunds Universitet (Svezi), l´Institut de recherche et documentation en économie de la santé (Francia) e l´Institut Pasteur du Maroc (Marocco). Alla luce dei recenti disordini politici, proteste e rivoluzioni in atto in tutto il Nordafrica e delle loro ripercussioni sul numero di migranti che arrivano nell´Ue da quella regione, il progetto arriva in un momento particolarmente opportuno. L´avvio dello studio coincide con l´annuncio della Commissione di assistere l´Italia nell´affrontare gli eccezionali livelli di migranti in fuga dall´instabilità nella regione. Il 20 marzo il commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmström ha confermato lo spiegamento di una missione Frontex (agenzia di gestione delle frontiere dell´Ue) denominata "Hermes" per assistere le autorità italiane nella gestione del flusso migratorio dal Nordafrica, in particolare dalla Tunisia all´isola di Lampedusa, a soli 113 km al largo della costa tunisina. "Nel quadro della missione Hermes saranno assegnati esperti degli Stati membri participanti insieme ad un supporto aereo e navale per assistere le autorità italiane. Le risorse umane e tecniche potrebbero essere rafforzate in funzione delle esigenze future", ha detto il commissario per gli Affari interni Malmström. Ed ha aggiunto: "Il popolo tunisino chiede la democrazia, nonché uno sviluppo economico e sociale. Affrontare queste richieste diminuirebbe l´immigrazione illegale. La missione fa parte di un più ampio pacchetto di misure adottate dalla Commissione per cercare di gestire questi eccezionali flussi migratori. Altre azioni prevedono la cooperazione con le autorità tunisine, l´individuazione di assistenza finanziaria e dotazioni di emergenza da parte dell´Ufficio europeo di polizia (Europol). Gli esperti di Frontex saranno incaricati di interrogare e intervistare i migranti. Attenzione particolare sarà rivolta ad individuare coloro che potrebbero avere bisogno di protezione internazionale. Per maggiori informazioni, visitare: Lunds Universitet, Svezia: http://www.Lunduniversity.lu.se/    
   
   
INDIA-ITALIA: LA NUOVA VIA DELLE BIOTECNOLOGIE LOMBARDA LA METÀ DELL’INTERSCAMBIO DI PRODOTTI BIOTECH CON L’INDIA FRIULI-VENEZIA GIULIA +160,9% NELL’IMPORT, SARDEGNA +746% NELL’EXPORT  
 
 Milano, 24 marzo 2011 - Vale più di 5 miliardi di euro l’interscambio commerciale tra l’India e l’Italia, +24,4% rispetto al 2009, +26,5% le importazioni e + 22% le esportazioni. Interscambio di prodotti farmaceutici e chimici. Tra prodotti farmaceutici, agrofarmaci e prodotti chimici per l’agricoltura l’interscambio tra India e Italia sfiora i 118 milioni di euro, in crescita del 30,9% tra 2009 e 2010. È lombardo il 55,9% delle importazioni e il 49,5% delle esportazioni nazionali di settore. In seconda posizione il Lazio, le cui importazioni pesano il 23,3% del totale italiano, e le esportazioni il 21,6%. Per export terza la Toscana, 16,2%. Nelle importazioni, crescono di più in percentuale rispetto al 2009 il Friuli-venezia Giulia +160,9% e il Lazio +112,4%, nelle esportazioni la Sardegna +746% e l’Umbria +506,8%. Le imprese in Italia. Sono oltre mille le imprese attive in settori interessati alla biotecnologia in Italia. Si tratta soprattutto di imprese specializzate nella fabbricazione di medicinali e preparati farmaceutici (77,7%), ma ci sono anche imprese attive nella ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie (15%) e nella fabbricazione di agrofarmaci (7,3%). Lombardia e Lazio le regioni più impegnate nel settore (rispettivamente 426 e 152 sedi d’impresa, 39,6% e 14,1%). Le prime quattro città italiane per numero di sedi d’impresa nel settore biotech sono: Milano (29,2% del totale nazionale), Roma (12,5%), Napoli (4,6%) e Firenze (3,3%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al Iv trimestre 2009 e 2010 e su dati Istat al Iii trimestre 2009 e 2010. Missione in India dal 1 al 6 maggio 2011 nel settore Biotech. La Camera di commercio di Milano, tramite la sua azienda speciale Innovhub, in collaborazione con Steinbeis-europa-zentrum and Acc1ó Competitiveness for Catalonia, organizza nell’ambito del progetto europeo European Business & Technology Centre India, una missione di imprese e organizzazioni di ricerca in India. Il programma prevede una serie di incontri con partners indiani attivi nel settore biotech, la partecipazione all’11a edizione di Bangalore India Bio (4-6 maggio, presso Bangalore International Exhibition Centre) e una giornata dedicata alla visita di imprese biotech di Bangalore. L’iscrizione va presentata entro il 1 aprile. Per informazioni: Tel. +39 02 8515 5234, email: sarolli.Gianpaolo@mi.camcom.it  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, AL CESI CENTRO DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE IL PRESIDENTE, UNA NUOVA FRONTIERA NELLA LOTTA AI TUMORI  
 
Pescara, 24 marzo 2011 - Una strumentazione di avanguardia che consentirà notevoli progressi nella ricerca oncologica e nelle sue applicazioni diagnostiche è il fiore all´occhiello del neonato Centro di Medicina Molecolare Predittiva (Cmmp) che, ieri mattina, a Chieti, nel Centro di scienze dell´invecchiamento del Cesi, è stato inaugurato alla presenza del Presidente della Regione, Gianni Chiodi. Patologie tumorali come i tumori polmonari, quelli colo-rettali e quelli alla mammella hanno tratto enormi benefici dall´introduzione dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare e dall´adozione della tecnologia Veridex che permette di valutare il numero delle cellule tumorali presenti nel circolo sanguigno. "Quando si parla di sanità in Abruzzo, ormai se ne parla solo in termini negativi - ha lamentato il presidente Chiodi - certo, le criticità non mancano ma ci sono anche tanti motivi di orgoglio. L´abruzzo non ha una sanità disastrata in termini di qualità di servizi - ha continuato - come, del resto, può testimoniare la nascita e la operatività di centri di eccellenza come questo di Chieti dove si lavora seriamente, si fa ricerca di livello internazionale e dove macchinari che, per la prima volta, sono presenti sul territorio nazionale consentono di curare patologie oncologiche attraverso un´azione mirata con farmaci biologici che intervengono in maniera selettiva e quindi assicurando a tutti maggiori prospettive di vita. Si tratta di una nuova importante frontiera nella lotta alle malattie oncologiche e non solo - ha concluso Chiodi - un centro di riferimento all´avanguardia che ha sede a Chieti, nella tanto bistrattata sanità abruzzese e che opera all´interno di una delle nostre Università che poi è anche una delle migliori in Italia da questo punto di vista". Alla presentazione del Centro sono intervenuti anche il Rettore della d´Annunzio, Franco Cuccurullo, ed il manager della Asl di Pescara, Claudio D´amario.  
   
   
UNO STUDIO METTE IN EVIDENZA I LIVELLI DI OBESITÀ NEI BAMBINI  
 
 Bruxelles, 24 marzo 2011 - In Svezia un bambino su cinque è in sovrappeso e c´è un legame tra basso livello di istruzione e bambini sovrappeso, è quanto emerge dal primo studio nazionale realizzato nel paese sulla prevalenza di bambini sovrappeso e obesi in età scolare. Pubblicato online sulla rivista Obesity Reviews, lo studio faceva parte di un progetto europeo, la European Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi) dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), cui hanno partecipato 17 paesi europei. "In precedenza c´è stata una mancanza di dati nazionali sulla prevalenza del sovrappeso e dell´obesità nei bambini sia in Svezia che a livello internazionale," dice Agneta Sjöberg, ricercatrice presso la Public Health Epidemiology Unit della Sahlgrenska Academy. "È il primo sondaggio nazionale sulla prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini in età scolare realizzato in Svezia." La ricercatrice ha sottolineato che "abbiamo adesso un valore nazionale della prevalenza di sovrappeso e obesità nei bambini di età compresa tra i 7 e i 9 anni, - osservando che - il 17 per cento sono risultati sovrappeso, compreso il 3 per cento che è risultato obeso". Lo studio ha comportato la raccolta di dati di 94 scuole scelte a caso dal nord al sud della Svezia e ha coinvolto 4.600 bambini di età compresa tra i 7 e i 9 anni. I ricercatori hanno inoltre osservato una più bassa prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini che vivevano in aree urbane rispetto a quelli provenienti da città più piccole e aree rurali. "Questo si spiega con il fatto che più persone con un livello di istruzione più alto vivono in grandi città rispetto a città più piccole o aree rurali," ha detto la dott.Ssa Sjöberg. Ha aggiunto che "abbiamo scoperto che la differenza nella prevalenza di sovrappeso e obesità dipende in gran parte dal livello generale di istruzione nella zona dove vivono i bambini". Il team di ricerca ha osservato che è risaputo che il sovrappeso e l´obesità sono più diffusi tra i bambini di zone con una situazione socioeconomica bassa rispetto alle zone dove la maggior parte della popolazione ha una situazione socioeconomica migliore. Il sovrappeso e l´obesità durante l´infanzia spesso seguono le persone in età adulta, il che li mette maggiormente a rischio di scarsa salute in futuro. I ricercatori credono che sia quindi importante identificare gruppi maggiormente a rischio e che quindi trarrebbero beneficio da campagne sulla salute. Studi precedenti hanno mostrato che il bisogno di tali campagne è maggiore nelle zone urbane dove la maggior parte della popolazione ha uno status socioeconomico basso. "Sulla base dei nostri risultati, pensiamo che sarebbe anche utile fare campagne sulla salute e lavorare in maniera preventiva in città piccole e zone rurali," ha ribadito la dott.Ssa Sjöberg. Cosi è stata lanciata dopo che gli Stati Membri dell´Ue hanno riconosciuto nel 2005 l´esigenza di sistemi di monitoraggio standardizzati e armonizzati sui quali basare le politiche per contrastare l´obesità in Europa. La prima raccolta di dati si è svolta durante l´anno scolastico 2007/2008 e ha visto la partecipazione di 13 paesi e regioni e cioè la regione fiamminga del Belgio, la Bulgaria, Cipro, l´Irlanda, l´Italia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Norvegia, il Portogallo, la Slovenia, la Svezia e la Repubblica ceca. La seconda fase si è svolta dalla primavera all´autunno del 2010 nell´ex Repubblica iugoslava di Macedonia, in Grecia, Ungheria e Spagna. Sebbene ogni paese sia libero di sviluppare un sistema che sia adatto alle circostanze locali, i dati devono essere raccolti conformemente a un protocollo concordato comune che contenga elementi essenziali. Le misurazioni essenziali riguardano il peso e l´altezza - la circonferenza della vita e dei fianchi è opzionale - e le associate comorbidità, le abitudini alimentari e l´attività fisica. Il sistema è ideato in modo da essere semplice e da non richiedere un grande investimento di risorse pubbliche. Per maggiori informazioni, visitare: Oms - Europa: http://www.Euro.who.int/en/home  Università di Göteborg http://www.Gu.se/english    
   
   
INAUGURATO IL CENTRO FONDAZIONE LUCE A MILANO: UN ESEMPIO DI MECENATISMO E DI SOLIDARIETÀ MILANESE PER LA CURA DEI BAMBINI AFFLITTI DA PATOLOGIE NEUROPSICHIATRICHE E PER IL SOSTEGNO DELLE LORO FAMIGLIE  
 
Milano, 24 marzo 2011 - “Il Centro Fondazione Luce è una nuova struttura che innalza il livello dell’offerta assistenziale e sanitaria di Milano. Una struttura d’eccellenza a livello nazionale sia per la cura sia per la ricerca. Un realtà di grande valore che si aggiunge all’offerta milanese per la cura dei bambini afflitti da patologie neuropsichiatriche come l’autismo, la sindrome di Rett e quella di Asperger e per il sostegno alle loro famiglie. A Milano l’impegno e la generosità si traducono in opere meravigliose come questa. Ringrazio a nome di tutta Milano la Fondazione Gaetano e Mafalda Luce che, dal 2003, rappresenta un punto fermo della solidarietà nella nostra città”. Lo ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti intervenuta, all’inaugurazione del primo Centro italiano Polifunzionale dedicato al trattamento dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo nell’infanzia e adolescenza, nato per iniziativa della Fondazione Gaetano e Mafalda Luce. Alla cerimonia hanno preso parte il Cardinale Dionigi Tettamanzi; Giuseppe Luce, Fondatore della Fondazione Gaetano e Mafalda Luce; Alberto Zanella, Presidente della Fondazione Luce. “Il Centro nasce dalla ristrutturazione radicale di un ex edificio industriale, ceduto alla Fondazione Luce, e rientra in un più ampio progetto di sviluppo urbanistico concordato con il Comune di Milano. Quella di oggi – ha proseguito il Sindaco - è un esempio tipico di collaborazione tra Comune e privati per incrementare e facilitare la realizzazione di progetti che riguardano i servizi alla persona. Con il nuovo Pgt, strutture come queste, che possono contribuire al bene della città, potranno aumentare sempre di più”. L’insieme di queste malattie affligge in Italia oltre 310.000 pazienti, di cui oltre 46.000 in Lombardia e circa 6.200 nella sola città di Milano. Il Centro si farà carico delle patologie a 360 gradi. Per la prima volta in Italia integrerà in un’unica struttura d’eccellenza, interamente dedicata ai disturbi dello sviluppo, più aree di attività: diagnostica e assistenza ai pazienti, ma anche ricerca di laboratorio e formazione per medici e famigliari. Si tratterà infatti di uno dei pochi centri a livello mondiale non solo focalizzato esclusivamente su queste patologie da un punto di vista clinico, ma anche dotato di un laboratorio in grado di sviluppare progetti di ricerca di valore internazionale. Il Centro, che fungerà da collettore per i neuropsichiatri infantili oltre che per le Asl e le strutture mediche dedicate del territorio, diventerà operativo entro marzo 2012 e sarà gestito dalla Fondazione Renato Piatti onlus di Varese per l’attività clinico-riabilitativa e dall’Università Campus Biomedico di Roma per l’attività clinico diagnostica di secondo livello, l’attività di laboratorio e la formazione.  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI FIRMA DECRETO ASSUNZIONE PRECARI GARANZIA LEA  
 
L´aquila, 24 marzo 2011- Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, in qualità di Commissario ad acta per la Sanità, ha firmato il decreto n. 10 del 2011 col quale dà indicazione alle Asl del territorio per l´assunzione, a tempo indeterminato, del personale necessario a garantire i livelli essenziali di assistenza. La copertura riguarda quei posti attualmente occupati da personale a tempo determinato. Con questo provvedimento, il Presidente/commissario dà una risposta concreta alle istanze pervenute in questi giorni dalle Direzioni sanitarie regionali, risolvendo nel contempo una vertenza occupazionale che aveva generato non poca preoccupazione. "Avevo assicurato una soluzione per i precari del servizio sanitario ad ogni costo - ha ricordato il Commissario Chiodi - Questo atto fa il paio con le positive notizie che giungono dal Consiglio dei ministri. E dimostra due cose. La prima che la Regione lavora costantemente con il governo nazionale per il bene della nostra comunità. La seconda che gli interlocutori di Roma continuano a mostrarsi attenti e sensibili verso i nostri problemi". Le assunzioni previste dal decreto commissariale riguarderanno figure che ricoprono funzioni e svolgono compiti indispensabili alle esigenze aziendali, sempre in vista della garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Il Presidente/commissario Chiodi ha potuto adottare il provvedimento in questione in virtù del fatto che è stato già predisposto, ed inviato al Ministero per la preventiva accettazione, il Programma operativo 2011/2012.  
   
   
MAREMOTO IN GIAPPONE, NELLE MARCHE NESSUNA VARIAZIONE DELLA RADIOATTIVITA``, OSPEDALE DI ANCONA CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE.  
 
 Ancona, 24 Marzo 2011 - Nelle Marche non si registra un cambiamento dei livelli naturali di radioattivita`, dopo il maremoto che ha devastato il Giappone causando danneggiamenti alla centrale nucleare di Fukushima. Le rilevazioni effettuate dall´Arpam (l´Agenzia per la protezione ambientale delle Marche), nell´ambito della Rete nazionale di sorveglianza della radioattivita` ambientale, e dai Vigili del Fuoco, non evidenziano variazioni ´dal normale fondo naturale di radiazioni´. Ll punto della situazione e` stato fatto nel corso della periodica riunione che le strutture regionali dedicano ai temi della sicurezza sanitaria dei cittadini. Presso la Sala operativa unificata della Regione, si sono incontrati i rappresentanti dei dipartimenti Salute e Servizi sociali, Sicurezza, del servizio Ambiente, dell´Arpam e dei Vigili del Fuoco. Sono stati confrontati i dati dalle reti operative di monitoraggio, le cui rilevazioni sono state intensificate a scopo cautelativo. Si continuera` a seguire l´evolversi della situazione per valutare eventuali alterazioni dei parametri normali. Il ministero della Salute, allo scopo di predisporre una rete di controllo su tutto il territorio nazionale, ha invitato le Regioni a indicare una struttura di riferimento. Nel corso delle riunione, e` stata individuata nell´Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona la struttura regionale di riferimento a cui possono rivolgersi i cittadini, di ritorno dal Giappone, per segnalare eventuali necessita` di assistenza specialistica.  
   
   
L’ENEA EFFETTUA LE MISURE PER LA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA SULLE PERSONE RIENTRATE DAL GIAPPONE  
 
 Roma, 24 marzo 2011 - L’enea sta fornendo supporto specialistico in tema di contaminazione interna all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze che sta effettuando le opportune misure atte a determinare il livello di contaminazione radioattiva sui cittadini italiani di rientro dal Giappone a seguito dell’incidente nucleare a Fukushima, in particolare su componenti del coro e dell’orchestra del Maggio Fiorentino in tournée proprio nei giorni scorsi in Giappone teatro degli eventi straordinari di terremoto, tsunami ed emergenza nucleare. I laboratori dell’Istituto di Radioprotezione siti in Casaccia forniranno il supporto per la intercalibrazione strumentale e gli esperti Enea, specialisti anche sulle metodiche di misura in vivo ed in vitro di contaminazione interna, forniranno la loro competenza specialistica per l’analisi dei dati e le valutazioni dosimetriche del caso. Inoltre i laboratori dell’Istituto di Radioprotezione dell’Enea hanno messo a disposizione la propria strumentazione per esami in vivo al corpo intero o specificatamente su un organo (tiroide) di alta sensibilità e accuratezza, unici a livello nazionale e inter-calibrati con analoghi laboratori internazionali, per eventuali approfondimenti si rendessero necessari. Analoghe richieste stanno arrivando da altre Aziende Ospedaliere sul territorio nazionale (come il Policlinico Umberto I di Roma). Anche in questi casi l’Enea sta garantendo, di concerto con il Dipartimento di Prevenzione e Comunicazione del Ministero della Sanità, la disponibilità delle competenze specialistiche e delle risorse strumentali specializzate per far fronte alle esigenze del Paese.  
   
   
OGGI A PESCARA SEMINARIO A CURA DELL´ASR ABRUZZO  
 
Pescara, 24 marzo 2011 - Si tiene oggi dalle ore 9.00 alle ore 14.00, presso la sede dell´Asr Abruzzo (Agezia Sanitaria Regionale) di via A. Monti 9 a Pescara, il seminario dal titolo: "L´epidemiologia geografica comunale e territoriale: ambiente, qualità della vita, salute e sanità federale". Il seminario è stato organizzato nell´ambito del Progetto strategico per lo sviluppo della Vis "Epidemiologia e Vis"-delibera Asr Abruzzo 28/2010. Il seminario si aprirà con l´introduzione dell´epidemiologo Felice Vitullo (Agenzia Sanitaria Regionale) che coordinerà i lavori. Interverranno fra gli altri Nicola Caranci (Agenzia Sanitaria Emilia Romagna); Marco Valenti (Università degli Studi dell´Aquila); Fabrizio Minichilli (Cnr Pisa); Katiuscia Di Biagio (Arpa Marche); Enrico Miccadei (Università degli Studi G. D´annunzio di Chieti-pescara); Maurizio Proietti (Isde).  
   
   
LA REGIONE MARCHE ADERISCE AL ´NETWORK ITALIANO OSSERVATORI DIPENDENZE´.  
 
Ancona, 24 Marzo 2011 - Un progetto nazionale che nasce dall´esigenza di dar vita a un sistema partecipato, coordinato e condiviso di raccolta, elaborazione e trasmissione dati sul consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope. La Regione Marche aderisce all´iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri ´ Dipartimento Politiche Antidroga, realizzata in collaborazione con il Ministero della Salute e con l´Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze (Emcdda). Il progetto prevede che ciascuna Regione aderente abbia o costituisca un Osservatorio sulle dipendenze che implementi cosi` una rete nazionale finalizzata all´acquisizione e allo scambio di informazioni sul fenomeno: il Network italiano osservatori dipendenze (Niod). Ogni Osservatorio deve essere costituito secondo gli standard dell´Emcdda. L´ente affidatario del progetto e` l´Asl 2 Lanciano-vasto-chieti con cui la Regione Marche sottoscrivera` un´apposita Convenzione e da cui la Regione ricevera` la somma di 57.000 euro per la realizzazione del progetto entro 12 mesi. ´La Giunta regionale ´ spiega l´assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi ´ istitui` nel 2006, all´interno dell´Agenzia regionale sanitaria, l´Osservatorio regionale sui comportamenti d´abuso, ad oggi parzialmente attivato. L´adesione al progetto Niod costituisce quindi una buona opportunita` per realizzare compiutamente l´Osservatorio ed implementare il sistema informativo, in modo da migliorare le informazioni sul fenomeno dei consumi di droghe legali e illegali e sulle dipendenze comportamentali. Queste informazioni risultano infatti determinanti nei processi decisionali e valutativi della Giunta regionale´. In sinergia con il progetto Niod operera` anche il progetto Sind, per il supporto all´implementazione e avvio del Sistema informativo nazionale sulle dipendenze come rete informatica nazionale unificata, il cui ente affidatario e` il Consorzio Universitario di Economia Industriale e Manageriale (Cueim) di Verona. Anche in questo caso sara` sottoscritta una Convenzione tra Regione e Cueim che trasferira` all´amministrazione regionale la somma di 5.000 euro per la realizzazione del progetto. Per l´anno 2012 il Sistema informativo nazionale dipendenze si considerera` a regime e i dati dovranno essere trasmessi al Dipartimento Politiche Antidroga.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA PALIPERIDONE PALMITATO PER IL TRATTAMENTO DELLA SCHIZOFRENIA  
 
 Beerse, Belgio, 24 marzo 2011 – La Commissione Europea ha dato la propria autorizzazione a paliperidone palmitato, antipsicotico indicato nel trattamento della schizofrenia, nella nuova formulazione iniettabile a rilascio prolungato, con somministrazione mensile. La schizofrenia è una malattia psichiatrica caratterizzata dalla presenza di deliri, allucinazioni, scarsa motivazione e appiattimento affettivo. La patologia compromette seriamente la capacità del malato di relazionarsi con gli altri e comportarsi in modo adeguato all’interno della società, per questo rappresenta una problematica molto importante sia per la disabilità che comporta, sia per la difficoltà che pone alle famiglie dei pazienti e ai servizi assistenziali. Si ritiene che 1 persona su 100 nel corso della propria vita rischi di soffrire di schizofrenia. La prevalenza è simile in tutto il mondo, colpendo in egual misura uomini e donne fino all’età di 60 anni . Anche se non si può guarire dalla malattia, la schizofrenia può essere controllata con un’alta percentuale di successo, grazie al supporto dei farmaci antipsicotici, sui quali si basa il principale trattamento della stessa. Le riacutizzazioni psicotiche rappresentano, tuttavia, un problema molto grave per la qualità di vita del malato e della sua famiglia: le frequenti ricadute e la conseguente necessità di ripetute ospedalizzazioni, aumentano l’isolamento del paziente e le difficoltà di una sua reale reintegrazione sociale e lavorativa. , , , , La prevenzione delle ricadute è, dunque, uno dei principali obiettivi del trattamento e il raggiungimento di questo traguardo è facilitato dall’aderenza del paziente alla terapia prescritta. , I pazienti schizofrenici che non rispettano le indicazioni mediche sono fino a 5 volte più esposti al pericolo di ricadute rispetto a quelli che seguono correttamente lo schema terapeutico. Questo aumenta notevolmente il rischio di ricoveri , con un conseguente incremento del costo complessivo della cura. “Le riacutizzazioni della patologia possono avere un effetto molto negativo per i pazienti schizofrenici, per questo è necessario compiere tutti gli sforzi possibili per migliorare l’aderenza alla terapia – ha dichiarato il Professor Fernando Cañas, Capo del Dipartimento di Psichiatria dell’Ospedale Dr Rodríguez Lafora di Madrid, Spagna* - Gli antipsicotici iniettabili a rilascio prolungato, come paliperidone palmitato, possono aiutare i malati in tal senso. Questo è fondamentale, non solo per contenere i costi sociali associati alle ricadute, ma anche per migliorare il funzionamento e la qualità di vita dei pazienti stessi”. I dati clinici - L’efficacia di paliperidone palmitato è stata dimostrata da quattro studi in doppio cieco, controllati con placebo, condotti in pazienti con riacutizzazione della schizofrenia, così come da uno studio più prolungato in doppio cieco per la prevenzione delle ricadute e il mantenimento. , , , , Paliperidone palmitato è risultato superiore a placebo nel migliorare i sintomi della malattia, così come dimostrato dai valori complessivi delle variazioni registrate alla scala positiva e negativa (Panss) dal basale all’endpoint negli studi di trattamenti in acuto, ritardando in modo significativo le ricadute rispetto al placebo nello studio di mantenimento a lungo termine. Lo studio più recente sul controllo dei sintomi è stato un trial randomizzato, in doppio cieco controllato con placebo, con gruppo parallelo (n=636). 10 A tutti i pazienti è stata somministrata il primo giorno una dose da 150 mg nel muscolo deltoide. A partire dall’ottavo giorno, con cadenza mensile, i pazienti sono stati assegnati a uno dei tre dosaggi fissi di paliperidone palmitato (25, 100 e 150 mg eq), somministrati nel muscolo deltoide o nel gluteo per un periodo di 13 settimane. Tutti e tre i dosaggi di paliperidone palmitato sono risultati superiori a placebo nel miglioramento del punteggio Panss totale all´endpoint (misura primaria di efficacia). I risultati sono stati incoraggianti per tutta la durata della terapia, con rapida insorgenza d’azione un miglioramento significativo del punteggio alla Panss rispetto a placebo osservati in alcuni pazienti a partire dall’ottavo giorno. Anche gli altri studi hanno prodotto risultati significativi a favore di paliperidone palmitato.13 L´efficacia di paliperidone palmitato nella gestione dei sintomi della schizofrenia e nella prevenzione delle ricadute è stata dimostrata anche da uno studio a lungo termine, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e con dosaggi flessibili, condotto su 849 pazienti affetti da schizofrenia14. Nella fase in doppio cieco di lunghezza variabile dello studio, un totale di 410 pazienti è stato randomizzato a paliperidone palmitato o a placebo fino all´insorgenza di una ricaduta dei sintomi della malattia. Lo studio è stato interrotto dopo breve tempo poiché nei pazienti trattati con paliperidone palmitato è stato rilevato un tempo notevolmente più lungo prima dell’insorgenza di una ricaduta (p < 0,0001) rispetto ai pazienti trattati con placebo. Durante la fase in doppio cieco dello studio, un numero inferiore di pazienti trattati con paliperidone palmitato ha avuto una riacutizzazione (10% [n=15/156]) rispetto a quelli trattati con placebo (34% [n=53/156]).14 Le analisi finali hanno confermato i risultati delle analisi preliminari. "Paliperidone palmitato offre ai medici l´opportunità di rivedere il proprio approccio complessivo alla cura della schizofrenia, attraverso terapie a rilascio prolungato" afferma il Dottor Christophe Tessier**, Medical Affairs Director della sezione Psichiatria di Janssen Emea. "L´approvazione di paliperidone palmitato incoraggia e premia il continuo impegno di Janssen nella ricerca di nuove terapie per la schizofrenia. Richiedendo una sola somministrazione iniettiva al mese, paliperidone palmitato aiuta l’aderenza alla terapia, garantendo così il controllo dei sintomi e consentendo ai pazienti di poter apprezzare il miglioramento delle proprie condizioni di vita". Informazioni su paliperidone palmitato - Paliperidone palmitato è un antipsicotico atipico iniettabile a rilascio prolungato, che prevede una sola somministrazione mensile. Sarà disponibile in Europa con dosaggi di 50, 75, 100 e 150 mg. Dall’inizio della terapia, dopo le prime due iniezioni, il farmaco può essere somministrato nel muscolo deltoide oppure nel gluteo. Xeplion è indicato per la terapia di mantenimento della schizofrenia in pazienti adulti stabilizzati con paliperidone o risperidone. In pazienti adulti selezionati con schizofrenia e che abbiano precedentemente risposto a paliperidone o risperidone orale, è possibile usare Xeplion senza una precedente stabilizzazione con trattamento orale se i sintomi psicotici sono da lievi a moderati e se è necessario un trattamento iniettabile ad azione prolungata. Tollerabilità - Nell´ambito del programma di sviluppo clinico, paliperidone palmitato è stato generalmente ben tollerato e non ha introdotto nuove avvertenze rispetto a paliperidone orale (paliperidone Er), fatta eccezione per le reazioni cutanee nel sito d´iniezione.10-14 Gli effetti indesiderati segnalati più frequentemente durante gli studi clinici sono stati: insonnia (difficoltà a dormire), cefalea, aumento di peso, reazioni cutanee nel sito d´iniezione, agitazione, sonnolenza, acatisia (irrequietezza), nausea, stitichezza, capogiri, tremori, vomito, infezioni del tratto respiratorio superiore (infezioni del naso, gola e torace), diarrea e tachicardia (frequenza cardiaca accelerata).15 Paliperidone palmitato è stato sviluppato utilizzando la tecnologia dei nanocristalli di Elan Drug Technologies. L´uso di questa tecnologia aumenta grado di dissoluzione e permette la formazione di una sospensione acquosa per la somministrazione intramuscolare mensile. La schizofrenia è una malattia psichiatrica cronica, grave e invalidante che ostacola seriamente la capacità del malato di relazionarsi con gli altri e di comportarsi in modo adeguato all´interno della società. Tra gli effetti della patologia vi sono: difficoltà dei processi mentali, allucinazioni, deliri, pensieri disorganizzati e linguaggio e comportamento inusuali.  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, DA CDM SOLUZIONE PER VERTENZA PRECARI ASL  
 
L´aquila, 24 marzo 2011 - Il Consiglio dei ministri ha esaminato ieri la questione dei lavoratori precari delle Asl abruzzesi, particolarmente avvertita nella provincia dell´Aquila. Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, riferisce di essere fiducioso sugli esiti, anticipando l´accoglimento delle istanze da lui sollevate. Si attende però conferma ufficiale da parte del Cdm.  
   
   
MILANO: IN MOSTRA AL CASTELLO SFORZESCO LA PRODUZIONE DELL’ULTIMO MICHELANGELO  
 
Milano, 24 marzo 2011 - Prosegue il progetto Michelangelo al Castello Sforzesco con una mostra dedicata questa volta a “L’ultimo Michelangelo” aperta dal 24 marzo al 19 giugno. Promossa dal Comune e dall’Associazione Metamorfosi - sotto l´Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Milano - la mostra è il secondo appuntamento del progetto Michelangelo al Castello Sforzesco inaugurato lo scorso 11 febbraio con l’esposizione Michelangelo Architetto (aperta fino all’8 maggio nelle sale Viscontee), che documenta l’apporto del Buonarroti all’architettura del Cinquecento e che già domenica scorsa ha superato i 45mila visitatori. La mostra si propone di raccogliere intorno alla Pietà Rondanini, conservata nella sala 15 del Museo del Castello, l’ultima produzione artistica e letteraria del Buonarroti. Il percorso espositivo, nato da un´idea del Settore Musei e del Castello Sforzesco e curato da Alessandro Rovetta, illustra il cammino che condusse il maestro a quello che è il suo estremo capolavoro, ideale compimento della sua straordinaria esperienza artistica. “In questa mostra, concepita attorno alla Pietà Rondanini, sono esposti la serie degli studi per Crocifissioni e alcuni altri schizzi e disegni autografi oltre a quelli appartenenti alla cerchia del maestro, sculture in marmo e bronzo e dipinti – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory –. Vi si trovano, inoltre, le ultime Rime michelangiolesche su fogli provenienti dalla Biblioteca Vaticana. L’avere unito intimamente scultura e scrittura costituisce l’idea originale di questa esposizione che considera le arti come saperi in dialogo, movimenti di pensiero ed emozione per esprimere il desiderio di bellezza, redenzione e amore che abitano il cuore dell’uomo”. Le 33 opere esposte sono prevalentemente disegni, tra i più importanti del catalogo michelangiolesco, in gran parte databili agli ultimi decenni di vita, dove si osserva un profondo mutamento delle scelte figurative e tecniche, tese a un luminismo di straordinaria intensità fisica e spirituale che trovano nella Pietà Rondanini il riscontro e l’esito scultoreo più suggestivo. Sono presentati i diversi momenti che descrivono la ripresa degli studi michelangioleschi sul tema della Pietà: dai disegni databili agli anni Trenta, alla celebre Pietà per Vittoria Colonna, fino alle esigue ma significative attestazioni grafiche che preparano alla Pietà Rondanini, passando attraverso la Pietà Bandini e la discussa Pietà di Palestrina. Si tratta di un tentativo espositivo inedito che aiuterà a comprendere le radici e le varianti che determinano la tensione creativa di Michelangelo su un soggetto nel quale sperimenta, alla fine della vita, una totale immedesimazione. Si distingue poi la serie di studi per Crocifissioni che, come concezione iconografica e resa formale, muta radicalmente dall’ultima redazione del soggetto offerta dal Crocefisso per Vittoria Colonna. I sei fogli principali si possono considerare una serie omogenea che rivela una continuità di ricerca formale e di riflessione spirituale decisiva per comprendere l’ultimo Buonarroti, in perfetta assonanza con la ricerca espressa nella Pietà Rondanini. Risulta suggestiva la considerazione delle ultime Rime michelangiolesche, in particolare quelle attestate da alcuni fogli conservati alla Biblioteca Vaticana presenti in mostra, che riportano anche schizzi per Crocifissioni e Getsemani. In queste carte la compresenza di testo e figura raccorda il tema del destino personale di Michelangelo con gli studi sui soggetti che descrivono gli ultimi atti della vita terrena di Cristo. Particolarmente suggestiva è la lettera del 17 marzo 1564, proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, in cui Daniele da Volterra annuncia a Giorgio Vasari la morte di Michelangelo. Completano il percorso allestito nella sala che attualmente ospita la Pietà Rondanini - sistemata in modo da consentire la visione ravvicinata e contemporanea della scultura e dei disegni più significativi - sculture in bronzo, come il Ritratto di Michelangelo Buonarroti di Daniele da Volterra, in marmo, come la Deposizione di Guglielmo della Porta, e di dipinti, tra cui la Crocifissione con la Vergine e san Giovanni Evangelista e Cristo deposto con la Madonna e due angeli di Marcello Venusti, Pietà con gli angeli di Federico Zuccari, oltre a bulini, acqueforti e incisioni.  
   
   
TROVATO IN MAGAZZINO UN CAPOLAVORO DEL GHIRLANDAIO  
 
 Scandicci (Firenze), 24 marzo 2011- Mentre il bilancio dei visitatori naviga a vele spiegate verso una clamorosa quota 60 mila nei primi 70 giorni di apertura, la mostra sulla dinasty Ghirlandaio in corso fino al 1° maggio al Castello dell’Acciaiolo si arricchisce di un insospettabile capolavoro, emerso a sorpresa dall’oscurità di un magazzino e riconosciuto come tale solo grazie a un approfondito restauro. Si tratta di una Madonna col bambino e San Giovannino attribuibile a Ridolfo del Ghirlandaio o, quanto meno, alla sua celebre bottega. La scena è ambientata in un interno con una finestra aperta su un paesaggio campestre, soluzione compositiva in linea con i modelli del primo Cinquecento codificati da Raffaello, Leonardo e Fra Bartolomeo. Per la storica dell’arte Annamaria Bernacchioni, curatrice dell’esposizione (www.Ghilandaio.it), il dipinto risale appunto al periodo 1520 - 1540 ed è un esempio significativo del gusto tradizionalista della pittura fiorentina di quegli anni, “espressione dei linguaggi proposti dalla bottega di Ridolfo, legittimo erede artistico del padre Domenico”. Ed ecco l’aspetto curioso della scoperta. Attribuita fin qui a una generica ‘scuola toscana’ del Xvi secolo, l’opera era stata acquistata nel1965 dalla Cassa di Risparmio di Firenze e già allora si trovava in condizioni precarie, buia e assai sporca, dunque considerata di qualità ben inferiore rispetto al tante altre opere blasonate di soggetto religioso. Fu perciò usata per arredare gli uffici, né si pensò che valesse la pena ripulirla. Al punto che finì presto dimenticata in magazzino. A riscattarla dall’oblio è stata, indirettamente, la decisione dell’Ente Cassa di Risparmio di catalogare in digitale i dipinti della collezione. Progetto che ha consentito numerosi restauri attesi anche da decenni. Una squadra di giovani restauratori, guidata da Sabrina Cassi e Gianmaria Scenini, ha preso in cura l’opera in questione, lavoro premiato da un risultato eccezionale. Lo strato di sporcizia era in effetti tale da non consentire di apprezzare il quadro nella sua giusta dimensione. Grande sorpresa, perciò, quando l’intervento ha riportato alla luce colori e qualità cromatiche impensati, con ricchezza di sfumature e tonalità che danno alla tavola ben più persuasivi motivi di interesse e di attrazione. La seconda coincidenza fortunata è data dalla mostra Ghirlandaio, che come noto fa parte delle collane Piccoli Grandi Musei (promossa dall’Ente Cassa) e Città degli Uffizi, e che è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Scandicci. Grazie alla curatrice, è stato possibile collocare il dipinto in un più preciso ambito pittorico e di attribuirlo come prima ipotesi alla bottega di Ridolfo. Questa identificazione ha adesso consentito di esporlo in un contesto appropriato e di massima visibilità. Il flusso complessivo dei visitatori nelle varie sedi della mostra sta peraltro superando ogni aspettativa, con una media superiore alle 220 persone al giorno e con un successo particolare delle iniziative collaterali: laboratori e visite guidate per le scuole, itinerari della domenica in pullman, attività per le famiglie, ecc. Info e prenotazioni: 055.2340742, prenotazioni@cscsigma.It. Per le scuole che partecipano ai laboratori al Museo di San Donnino, una delle sedi della mostra, è stato ideato anche il concorso Collaborare ad arte. Occorre presentare entro il 10 maggio un elaborato multimediale (power point) ispirato alla bottega dei Ghirlandaio. Iscrizioni l’11 aprile. In premio ai vincitori una visita a Roma alla Cappella Sistina, in parte affrescata, come si sa, da Domenico Ghirlandaio.  
   
   
MOSTRA DI GIOVANNI THOUX JOA DE NOUTRA TERA. JEUX TRADITIONNELS EN VALLÉE D’AOSTE  
 
Aosta, 24 marzo 2011- L´assessore all´istruzione e cultura Laurent Viérin inaugurerà mercoledì 30 marzo prossimo, alle ore 18, la mostra personale dello scultore valdostano Giovanni Thoux Joà de noutra tera. Jeux traditionnels en Vallée d’Aoste. Allestita nella suggestiva Chiesa di San Lorenzo ad Aosta, l’esposizione presenta al pubblico trenta bassorilievi policromi in pino cembro realizzati dall’artista valdostano e dedicati al tema dei giochi tradizionali. Accanto allo tsan, alla rebatta e al fiolet, sono rappresentati anche molti altri giochi, dallo slittino al braccio di ferro, alla belote e alla morra. «Sono particolarmente lieto di presentare al pubblico il più recente lavoro di questo significativo interprete dell’artigianato valdostano, un affresco ricco di autenticità, che riscopre e valorizza le tradizioni popolari e la vitalità dei giochi tradizionali nella nostra Regione. - dichiara l’Assessore Laurent Viérin - La mostra Joà de noutra tera rappresenta una delle iniziative culturali organizzate dall’Assessorato Istruzione e Cultura volte alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, che spero possa essere apprezzata da un ampio pubblico non solo valdostano.» Giovanni Thoux è nato a Verrès, dove risiede, nel 1935. Ha partecipato, dal 1972, a tutte le fiere e mostre concorso che si tengono in Valle d´Aosta e ha vinto numerosi premi. Ha iniziato come disegnatore industriale rivolgendosi poi alla scultura. Ha adottato una personalissima tecnica di colorazione del legno e scolpisce personaggi fantastici nelle radici. I suoi temi prediletti riguardano la storia, le tradizioni e i costumi della Valle d’Aosta, ai quali dedica ricerche storiche e iconografiche da cui scaturiscono i suoi lavori più significativi. È membro dell’Académie Saint-anselme di Aosta e nel 2009 gli è stato conferito il titolo di Chevalier de l’Autonomie. L´esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue italiano-francese, edito da Musumeci, che contiene dei testi di carattere storico dedicati ai giochi e redatti da Pierino Daudry, in vendita al prezzo di 15 euro. La mostra è aperta fino al 26 giugno 2011, dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30, lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Www.regione.vda.it