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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 20 Maggio 2011 |
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ROVIGO: ALLA SCOPERTA DI MOSTRE AFFASCINANTI |
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Due mostre affascinanti in corso a Rovigo e Fratta Polesine sono l´occasione perfetta per scoprire città e dintorni entro la prima metà di giugno. La stagione invita a passeggiare per questa cittadina a misura d´uomo posta tra due fiumi, l’Adige e il Po, segnata dall´acqua, anche drammaticamente. E’ soprattutto il territorio che la circonda, il Polesine, ad essere segnato dai flussi d´acqua che nel corso dei secoli hanno disegnato nuovi confini. Il Po crea ricchezza e benessere, ma anche ansia e vigile attenzione. Nella zona si ricordano ancora i segni delle alluvioni e la preoccupante salita delle acque. Oggi il territorio è splendidamente governato da una serie di strutture che regolano il livello del fiume e lo controllano. E tutta la zona merita una riscoperta dal punto di vista naturalistico e culturale. Ottima occasione le due mostre ospitate a Palazzo Roverella e fino al 12 giugno dedicate all’Ottocento elegante e calligrafico ispirato da Mariano Fortuny. L’ottocento dei grandi salotti à la page, delle corse, dei balli e dei ricevimenti. E, al medesimo tempo, delle feste popolari, dei carnevali, dei balli mascherati e degli incontri tra le fronde, dei travestimenti e degli idilli. Poi l’Ottocento dei sogni popolato da carnose odalische e ammaliato dai conturbanti profumi d’Oriente. L’attenzione di Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, che della mostra sono i curatori, si è appuntata sul trentennio 1860 – 1890. Tre decenni di grandi speranze, di euforia, di fiducia, avviato, e per certi versi attivato, dall’unificazione del Regno d’Italia. Lo spagnolo Mariano Fortuny aveva portato il calore e il colore, il gusto per trasporre su tela la gioiosità e giocosità della vita, facendo della pittura lo specchio variopinto di queste sensazioni. Tavolozze di accesa cromia, tele di virtuosistica elaborazione. Sensazioni che nelle diverse scuole del Paese assumono peculiarità diversissime: dal gusto quasi calligrafico di alcuni, alla luminosità – il cosiddetto “Impero del bianco” – in altri, al colorismo di tradizione settecentesca per altri ancora. Così come diverse sono le “storie”, puntando soprattutto alla celebrazione di una borghesia che stava ridefinendo il suo ruolo nel nuovo Stato unitario. E’ evidente il meccanismo di rispecchiamento che coinvolge questa borghesia «ritrovavan se stessi in quelle opere. Vedevan le stesse stoffe che avevano addosso, i tappeti che avevano a casa, il lusso nel quale vivevano, e poi scarpe di raso, mani bianche, braccia nude, piccoli piedi, teste graziose. Quelle figure dipinte stavano in ozio tali e quali come loro. Al più guardavano un oggetto, o si soffiavano con un ventaglio. Le più occupate facevano un po´ di musica o leggevano un romanzo. Era il loro ritratto anzi la loro apoteosi. E si faceva a gara per averle». De Nittis, i fratelli Induno, Giuseppe Rovani, Mosè Bianchi, Giovanni Boldini dipingono una serie di scene galanti e interni di genere sulla scia di un gusto calligrafico e di uno sfrenato cromatismo. La mostra di palazzo Roverella ha il suo completamento nella mostra “L’altro Fortuny. L’eleganza nuova.” esposta a Villa Badoer di Fratta Polesine. Per questa preziosa “appendice” della mostra rodigina “in casa di Palladio”, Dario Matteoni e Francesca Cagianelli hanno scelto di dare l’idea della raffinata poliedricità di Fortuny figlio. Da Palazzo Fortuny pervengono i preziosissimi manufatti (in parte mai esposti) e alcuni travolgenti episodi del suo ciclo pittorico di ispirazione wagneriana, protagonisti della mostra di Fratta Polesine. Per l’ideazione dei suoi tessuti il giovano Fortuny indagò le linee e gli arabeschi dei tessuti orientali, le severe armonie della statuaria greca arcaica, le mode Impero e Direttorio, così come l’eclettismo policromo della Venezia bizantina e romanica da una parte e l’elegante arcaismo dei maestri del rinascimento veneziano dall’altra. Da queste eterogenee fonti sapeva trarre, con estro dandystico, ma anche con talento da artefice antico, motivi originali per le sue stoffe, i suoi costumi teatrali e i suoi abiti alla moda. Le due mostre saranno l´occasione per scoprire uno splendido itinerario di campagna e ville nei dintorni di Rovigo a cominciare da villa Badoer di Fratta Polesine. Dopo il 1600, infatti, l´insediamento della nobiltà veneziana ai fini di controllo e sfruttamento agrario del territorio portò alla fondazione di numerose ville dislocate nelle campagne e lungo le principali vie d´acqua, Alle ville patrizie vengono sempre affiancate le cosiddette barchesse che fungono da luoghi di lavoro e magazzini per le grandi corti agricole. A Fratta Polesine la villa Badoer e la villa Molin mostrano l’impronta classica e armoniosa del Palladio. “L´ottocento elegante. Arte in italia nel segno di Fortuny, 1860 – 1890” Rovigo, Palazzo Roverella, via Laurenti 8/10 fino al 12 giugno 2011 Tel. 0425 460093 - www.Ottocentoelegante.it – info@palazzoroverella.Com “L’altro Fortuny. L’eleganza nuova.” Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro) Per informazioni: tel. 0425.21530 www.Ottocentoelegante.it Catalogo: Silvana Editoriale Consigli di viaggio: Best Western Hotel Cristallo, un ottimo 3 stelle per arrivare a piedi in centro, Viale Porta Adige 1 - 45100 Rovigo (Ro), Telefono: +39 0425 30701 cristallo.Ro@bestwestern.it Ristorante Le Betulle - Viale Regina Margherita 6 - 0425.360420 Consorzio Turistico Card Del Po, www.Deltapocard.it |
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DUE VALIGIE ALTE CIRCA DUE METRI, CONTENENTI INFORMAZIONI ED IMMAGINI SULLA STORIA DEL TURISMO LOCALE, TRONEGGIANO DA QUALCHE GIORNO DAVANTI AL CENTRO VISITE DEL LAGO DI CAREZZA.
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La prima delle due valigie è dedicata a Theodor Christommanos (1854-1911), pioniere del turismo, direttore di hotel, politico e alpinista. Ad oggi, Christomannos è la figura di maggiore spicco nella storia del turismo altoatesino. Egli si prefisse di aprire il nostro territorio all’afflusso turistico, in particolare attraverso la costruzione di collegamenti stradali in montagna e di grandi hotel alpini. Uno dei suoi grandi progetti fu il Grand Hotel “Karersee”, a Carezza, inaugurato 115 anni fa nell’estate del 1896. Lo sviluppo degli impianti sciistici sotto il Catinaccio – da semplice impianto con partenza dall’hotel a vero e proprio carosello - è il tema della seconda valigia. Nella stagione 1950/1951 entrò in funzione la seggiovia che collegava il Grand Hotel Karersee alle pendici della Punta Masarè. Con la costruzione dei loro tre impianti di risalita, il Grand Hotel Karersee, l’Hotel Latemar e l’Hotel Knoll spianarono la strada alla nascita del comprensorio sciistico “Carezza Ski” situato tra Catinaccio e Latemar, nelle Dolomiti ora Patrimonio naturale Unesco. Le due enormi valigie sono state sistemate dal Museo provinciale del turismo Touriseum in collaborazione con il comitato per i 60 anni del comprensorio sciistico Carezza/karersee. Con l’installazione di valigie informative nei luoghi di rilevanza turistica in Alto Adige, il Touriseum intende far conoscere in modo leggero ad ospiti e residenti personaggi e fatti rilevanti della storia del turismo locale |
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VENEZIA (ISTITUTO ELLENICO DI STUDI BIZANTINI E POSTBIZANTINI): CHRISTOS BOKOROS – CHRONIS BOTSOGLOU “ILLUMINATED SHADOWS” - QUADRI DALLA COLLEZIONE SOTIRIS FELIOS - 4 GIUGNO – 15 LUGLIO 2011
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Venerdì 3 giugno 2011 inaugura a Venezia “illuminated shadows”, mostra organizzata dall’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia in collaborazione con la Fondazione “l’altra...Arcadia”, con opere dei pittori contemporanei greci Christos Bokoros e Chronis Botsoglou, appartenenti alla collezione privata di Sotiris Felios. Le venti opere dei due importanti pittori saranno esposte per la prima volta all’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini e allestite nello spazio storico della Sala del Capitolo, dove ancora oggi si raduna la comunità greca di Venezia, la più antica e più organizzata esistente al mondo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 4 giugno al 15 luglio 2011. Le tele di Chronis Botsoglou sono dedicate al tema del ritorno dall’Aldilà delle persone amate, come si può vedere in parte della sua emblematica composizione “Nekyia”; fiamme, pane benedetto e impronte pittoriche sul legno sono oggetti e simboli della particolare lingua visiva di Christos Bokoros. Le opere intendono dare un’idea della scena contemporanea figurativa greca in un momento cruciale per questo Paese, profondamente colpito dalla crisi economica, nell’ambito del più grande evento artistico internazionale, la Biennale di Venezia. “I quadri di Christos Bokoros e di Chronis Botsoglou sono affini rispetto all’origine spirituale e la testimonianza che offrono, sebbene i due artisti seguano percorsi diversi” - scrive nel catalogo il critico Nikos Xidakis - “Le loro opere dimostrano la sopravvivenza della tradizione pittorica del Mediterraneo, che non riproduce la realtà tangibile, ma rappresenta piuttosto la natura invisibile delle cose e la loro essenza nascosta. Nei lavori esposti in mostra, che a prima vista compongono l’arbitraria coesistenza dei due pittori contemporanei greci, sopravvivono - in vari modi, ma con gesto deciso - lo spirito della pittura greca antica, le testimonianze materiali della tarda antichità, la grande tradizione della pittura bizantina e la sua fondazione teorica, avvenuta durante il periodo iconoclastico”. La mostra “illuminated shadows” ha l’obiettivo di creare un ulteriore polo d’attrazione, oltre la partecipazione ufficiale di Diochante al padiglione greco ai Giardini della Biennale, per permettere al pubblico internazionale di comprendere la presenza attiva della Grecia nel panorama contemporaneo figurativo internazionale. La mostra costituisce la seconda presentazione della Collezione di Sotiris Felios all’estero, dopo la prima riuscita esposizione al palazzo Sismanoglio di Costantinopoli, nel novembre 2010. In occasione di “illuminated shadows” è pubblicato un prezioso catalogo di 112 pagine in lingua inglese con contributi di autorevoli studiosi greci e italiani, come la direttrice dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia Chryssa Maltezou, il professore di Storia Medievale all’Universita Ionica e presidente della soprintendenza degli Archivi Statali Nikos Karapidakis, la direttrice della Pinacoteca Nazionale Marina Lambraki-plaka, il critico d’arte e capo redattore del giornale “Kathimerini” Nikos Xidakis, lo storico d’arte Giuliano Serafini, il critico d’arte Italo Tomassoni e il collezionista Sotiris Felios. Nel catalogo è inclusa infine una conversazione fra i due artisti, sul contenuto della mostra. La Collezione Sotiris Felios cominciò a formarsi ad Atene nei primi anni ’90 e oggi annovera più di 650 opere, che comprendono quelle dei più importanti pittori contemporanei greci come, tra gli altri: G. Moralis, Ch. Botsoglou, Ch. Bokoros, G. Rorris, T. Mantzavinos, E. Sakagian, S. Daskalakis, C. Papanikolaou, A. Papakostas, B. Papanikolaou, M. Bitsakis. Parte della Collezione è stata esposta al Museo Benaki (2002 e 2009), a Nicosia, Cipro (2003), al Museo d’Arte Contemporanea di Macedonia a Salonicco (2003), a Palazzo Sismanoglio a Costantinopoli (2010), mentre le singole opere sono state prestate a diverse mostre retrospettive e collettive. Info: Illuminated shadows - 4 giugno / 15 luglio 2011 - Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, Castello 3412, Venezia - info@felioscollection.Gr - http://www.Istitutoellenico.org - http://www.Felioscollection.gr |
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MONFORTE D’ALBA (CN): MAGIE E MERAVIGLIE D’ORIENTE A MONFORTE D’ALBA NEL VILLAGGIO DI MARCO POLO - DA LUNEDÌ 23 A DOMENICA 29 MAGGIO 2011
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Avventura, magia d’Oriente, personaggi in costumi duecenteschi, scenari dalle atmosfere fantastiche e mondi di culture lontane, da Venezia fino a Pechino lungo la Via della Seta e la Mongolia del Gran Khan. È il Villaggio di Marco Polo, la manifestazione che da lunedì 23 a domenica 29 maggio trasformerà il centro storico di Monforte d’Alba (Cn) in un grande palcoscenico teatrale, rivolto in particolar modo ai bambini, per rappresentare le avventure del celebre viaggiatore e mercante veneziano Marco Polo (1254-1324), narrate nel libro Il Milione. Per sette giornate i vicoli e le piazze del borgo antico, denominato Saracca, si coloreranno di scenografie giganti, per ospitare più di quaranta iniziative (a ingresso libero), tra cui spettacoli teatrali e di strada, animazioni, laboratori di musica, danza, arti visive, recitazione e canto, che coinvolgeranno più di 1.500 bambini delle scuole elementari, provenienti da Piemonte e Liguria, oltre che adulti. Si potrà passeggiare per via Shangdu e lungo via Taloqan, passando per piazza Khanbaliq, soffermandosi tra le bancarelle del mercatino di oggettistica e antiquariato di provenienza orientale. Il Villaggio di Marco Polo è organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes e dall’Associazione Premio Bottari Lattes Grinzane con il sostegno di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Comune di Monforte d’Alba. Vede la collaborazione di: Associazione Mus-e di Torino e Savona (istituzioni non profit rivolte ai bambini e sostenute dall’Unione Europea e Unesco), Studio di animazione Làstrego & Testa di Torino, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus di Torino, Associazione Burattinarte di La Morra (Cn) e Tiziana Redavid Ateliers. L’iniziativa è ideata e coordinata da Adolfo Ivaldi, presidente dell’Associazione Premio Bottari Lattes Grinzane. Obiettivo principale della manifestazione è quello di trasmettere ai più piccoli il fascino e i valori di un personaggio storico che nei suoi viaggi alla scoperta di culture lontane e mondi nuovi era guidato da un profondo rispetto verso le popolazioni incontrate, le loro usanze e i loro territori. Un messaggio di dialogo, solidarietà e apertura verso il prossimo, recuperato dalla rilettura de Il Milione, che Marco Polo dettò verso la fine del Duecento allo scrittore Rustichello da Pisa – conosciuto durante la prigionia a Genova – per ricostruire i suoi viaggi ventennali tra l’Occidente e l’Oriente. Tutte le iniziative in programma al Villaggio di Marco Polo sono a ingresso gratuito. Più di ottanta saranno le gigantografie artistiche, firmate da Cristina Làstrego (artista torinese, illustratrice e art director), che nelle strade del centro storico rappresenteranno i vari episodi dei viaggi di Marco Polo. A queste si affiancherà la mostra alla Fondazione Bottari Lattes (Via Marconi, 16) Cristina Làstrego Testa: la gioia della creazione e il viaggio di Marco Polo con composizioni, collage, maquettes e scenografie. Inaugurerà sabato 28 maggio alle ore 18. Si tratta di opere ispirate alla grafica della serie animata Marco Polo, una coproduzione di Rai Fiction, China Central Television e gli studi di animazione Phoenix di Nanchino (Cina), di cui si stanno ultimando le prime ventisei puntate della durata di ventidue minuti l’una, per la regia di Francesco Testa e la direzione artistica di Cristina Làstrego. Alcune clip della serie animata Marco Polo e del cortometraggio animato La Creazione, realizzato a partire dal libro omonimo di Carlo Fruttero, con le illustrazioni di Làstrego & Testa, saranno proiettate presso l’Auditorium della Fondazione. Ogni mattina da lunedì 23 a sabato 28 a partire dalle ore 9,30 (domenica 29 maggio alle ore 14), all’ingresso del Villaggio di Marco Polo (in via Circonvallazione, alias via Shangdu) due attori nelle vesti dell’esploratore veneziano e di Rustichello da Pisa – Mauro Della Rocca e Marco Cinnirella della compagnia torinese Teatro Carillon – accoglieranno i bambini e i visitatori per introdurli alla vita del borgo e dare così il via agli eventi. Laboratori di animazione dedicati a diverse arti, dalla pittura al canto, dalla recitazione alla danza, coinvolgeranno circa 300 bambini al giorno, provenienti dalle scuole di Torino e Savona, con le loro famiglie e gli accompagnatori. Ogni mattina, infatti, presso l’Auditorium Horszowski e la Fondazione Bottari Lattes, gli alunni delle scuole elementari, preparati dagli artisti dell’Associazione Mus-e Torino e Mus-e Savona, metteranno in pratica quanto appreso nel corso delle lezioni tenute dagli artisti della stessa Mus-e durante l’anno scolastico. Ai laboratori potranno assistere tutti i bambini interessati. Tutti i giorni della settimana, nel primo pomeriggio (ore 15,30 da lunedì 23 a venerdì 27 maggio; ore 15 sabato 28 e domenica 29 maggio) l’Auditorium Horszowski (anfiteatro naturale situato alla sommità del borgo storico) ospiterà lo spettacolo Una storia di viaggio. Ideato dalla Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, per la regia e drammaturgia di Luigina Dagostino, si ispira alle avventure di Marco Polo narrate ne Il Milione. In scena: Claudio Dughera, Daniela Lascar, Claudia Martore. Percorso teatrale sul tema dell’esplorazione e della conoscenza, Una storia di viaggio è dedicato alla scoperta degli usi, costumi, linguaggi, cibi, profumi e musiche di chi vive in luoghi lontani. Marco Polo ha diciassette anni, una famiglia che ammira e un tormento: la passione per i viaggi, quelli raccontati dal padre Niccolò e dallo zio Matteo, ricchi mercanti che commerciano con l’Oriente. Così, in un luminoso pomeriggio veneziano del 1271, da una piazza adiacente al porto inizia la sua avventura. Grazie all’innata curiosità verso il mondo e attraverso il suo lungo viaggio, Marco Polo scopre la bellezza della diversità e conosce il valore della diplomazia come strumento utile nelle relazioni commerciali e nei rapporti umani. I più piccoli saranno protagonisti anche grazie ai mini atelier Marco Polo e la Cina con gli occhi dei bambini, in programma da lunedì 23 a venerdì 27 alle ore 10,30 (sabato 28 e domenica 29 alle ore 14,30) sulla terrazza della Fondazione Bottari Lattes. Ideati e organizzati da Tiziana Redavid (architetto, designer e artista di gioielli presenti nei negozi di design più rinomati, come i bookshop del Moma di New York e del Victoria & Albert Museum di Londra) i mini-atelier insegneranno ai bambini a creare mondi fantastici partendo da semplici materiali di recupero, come il legno e il cartone. Riflettendo tutti insieme sulla Cina, Marco Polo e su paesi antichi e lontani potranno dare concretezza al loro immaginario. In tal modo capiranno che «solo “facendo” i loro pensieri, attraverso il mezzo a loro più congeniale, possono essere felici e cambiare con il loro piccolo contributo la società in cui vivono» (Tiziana Redavid). La magia dell’Oriente prenderà poi corpo grazie alla Compagnia Hulan proveniente dalla Mongolia e formata da otto musiciste, ballerine, cantanti e contorsioniste che nei loro spettacoli si ispirano alla tradizione mongola. Ogni giorno, da lunedì 23 a venerdì 27 maggio nella mattinata e nel primo pomeriggio (in piazzetta della Fondazione Bottari Lattes di largo Gaetini e presso la galleria Ars Mundi in via Cavour 20), gli artisti della Compagnia Hulan proporranno Le meraviglie del Catai, brevi spettacoli di danza, musica e contorsionismo in abiti tradizionali. Sabato 28 e domenica 29 maggio alle ore 17 presso l’Auditorium Horszowski sarà la volta del concerto-spettacolo Zund (D’estate), sempre d’ispirazione popolare, che trasporterà idealmente il pubblico nella steppa fiorita della Mongolia, tra la cultura e le arti del luogo. Brani tradizionali si alterneranno a liriche originali composte appositamente dalla Compagnia Hulan, delicate danze si accompagneranno a virtuosi numeri di contorsionismo. Il tutto per trasmettere la poesia e la magia di un mondo che ha saputo conservare fino ai giorni nostri antichi valori, usi e costumi. Altre suggestioni visive del lontano Oriente saranno offerte dallo spettacolo di ombre cinesi e musica Urashimataro il pescatore della Compagnia Lalumada, duo composto dalla marionettista svizzera Véronique Andrin e dal fotografo italiano Ivan Citelli. Curata dall’Associazione Burattinarte, la performance andrà in scena da lunedì 23 a venerdì 27 maggio alle ore 11,30 e alle 15 presso l’osteria La Salita (via Marconi, 2/A), oltre che sabato 28 e domenica 29 maggio alle ore 16 alla Fondazione Bottari Lattes. Sempre all’osteria La Salita sarà possibile avvicinarsi ai profumi e ai sapori dei Paesi del Levante, con la serata di cibo orientale in programma per venerdì 27 maggio alle ore 20. Info: Fondazione Bottari Lattes www.Fondazionebottarilattes.it Tel 0173.789282 |
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UDINE (CASA CAVAZZINI, MUSEI CIVICI): “CARLO CIUSSI 1964-2011” - DAL 21 MAGGIO AL 2 OTTOBRE 2011
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Dal 21 maggio al 2 ottobre nel nuovo spazio espositivo di Casa Cavazzini dei Musei Civici di Udine - futura sede della Galleria d’Arte Moderna – si terrà la mostra “Carlo Ciussi 1964-2011” curata da Luca Massimo Barbero. Tra gli affreschi trecenteschi, i soffitti lignei e i resti archeologici di Casa Cavazzini saranno presentate cinquanta opere di Carlo Ciussi che ne ripercorrono il percorso artistico dall’inizio degli anni Sessanta sino ai giorni nostri. La mostra, suddivisa in sezioni nei dieci ampi ambienti espositivi, si apre con opere di grandi dimensioni realizzate nei primi anni Duemila e caratterizzate da quadrati e rettangoli oblunghi che assumono il valore e il ritmo di una forma di scrittura che si dipana nello spazio. In dialogo con i resti archeologici di Casa Cavazzini, sono presentati i lavori della fine degli anni Ottanta caratterizzate dalla ripetizione incantatrice di trame fluide che solcano la superficie della tela tramutandola in un tessuto di forze pittoriche. Nella terza sala sono esposti i lavori dei primi anni Sessanta quando Ciussi, su invito di Afro, partecipa alla Xxxii Biennale di Venezia del 1964. In queste opere, scrive Luca Massimo Barbero, “la scansione del colore si declina in una chiave fortemente emotiva attraverso la quale Ciussi esprime la necessità di trovare una sintassi organizzativa che possa comunicare e costituire attivamente, non solo registrare ed esprimere, l’emozione del mondo”. Nei suggestivi spazi della sala delle colonne vengono presentati i lavori degli anni Settanta dove, come scrive Giuseppe Marchiori, “ai tondi nel quadrato si alternano rettangoli con strisce verticali le combinazioni trovate dei valori tonali rivelano le preziose facoltà percettive del pittore”. Nelle due sale seguenti sono esposti i lavori della fine degli anni Settanta e degli inizi degli anni Ottanta in cui l’astrazione geometrica di Ciussi parte direttamente dal colore: allineate verticalmente le campiture cromatiche mostrano la loro tensione in una spazialità luminosa. Nel salone centrale del Museo è presentata Struttura a cinque elementi, opera tridimensionale del 1996, costituita da cinque pannelli concatenati a cerniera di sette metri di lunghezza e due metri di altezza mentre nella sala seguente sono esposte sei colonne appartenenti allo stesso anno dove la pittura è ritmata dall’articolazione del segno. Nelle ultime due sale sono presentati i lavori più recenti di Ciussi dove la liberazione dalle sagome porta a una nuova modalità compositiva e tonale della pittura. In apertura della mostra, all’esterno di Casa Cavazzini, e nel cortile interno degli spazi espositivi sono esposte due sculture in ferro di oltre cinque metri ciascuna dove, come scrive Francesca Pola “forme minime come il cubo o il quadrato si aprono, accostano, moltiplicano: in bilico e in dialogo. La loro stessa presenza vive di pause e interruzioni, silenzi e discontinuità, parallelismi e scarti, in cui si muove e articola la spazialità della coscienza”. In occasione della mostra sarà pubblicato un volume, a cura di Luca Massimo Barbero, che attraverso un ricco apparato iconografico e un’antologia di testi critici coevi ripercorre l’intero percorso creativo di Carlo Ciussi dagli anni Sessanta a oggi. Il volume sarà corredato inoltre da una sezione, a cura di Francesca Pola, dedicata alle opere dell’artista che superando le forme e i modi della pittura, invadono spazialità più articolate ed estese, come quelle della scultura e dell’architettura. Inaugurazione: sabato 21 maggio 2011 ore 18 Orario Da martedì a venerdì 15 - 19 / sabato, domenica e festivi 10.30 – 19. Da martedì a venerdì aperto il mattino su prenotazione per gruppi con visita guidata Per informazioni Musei Civici di Udine Casa Cavazzini, Via Cavour 14, Udine Tel. 0432 271591 - 0432 414717-718 civici.Musei@comune.udine.it |
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HERMITAGE E UNIVERSITÀ CA´ FOSCARI PRESENTANO PRIGOV A VENEZIA
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Per la sua "prima volta" nel contemporaneo, l´Hermitage sceglie Venezia, l´Università Ca´ Foscari e la Biennale. Il grande museo russo, già più volte presente in Italia con opere delle sue celeberrime e vastissime collezioni d´arte antica e moderna, ha scelto l´occasione della 54. Esposizione Internazionale d´Arte la Biennale di Venezia (di cui è evento collaterale) per farsi conoscere in Italia anche come protagonista del contemporaneo. Lo fa con una monografica dedicata a Dmitri Alexandrovich Prigov (1940-2007), uno dei maggiori, probabilmente il più originale, dei concettualisti russi. Per questa sua importante vetrina l´Hermitage ha scelto un partner italiano del tutto particolare, l´Università Ca´ Foscari, istituzione dove è attivo il Centro di Alti Studi sulla Cultura e le Arti della Russia, recentemente inaugurato alla presenza di Svetlana Medvedeva, consorte del Presidente della Federazione russa Sarà proprio Ca´ Foscari Esposizioni, il magnifico spazio espositivo ospitato dalla storica sede sul Canal Grande dell´Ateneo veneziano, ad accogliere, dal primo giugno al 15 ottobre, la mostra prodotta dall´Hermitage. Va sottolineato come il museo pietroburghese, in questo caso, non sia presente come semplice prestatore di capolavori ma come ideatore e diretto produttore dell´esposizione, la prima ad essere organizzata sull´artista russo dopo che nel 2010 il Museo statale Hermitage ha accolto la donazione del corpus principale dell´opera di Prigov dalla Fondazione della famiglia Prigov. Questa collezione unica è ora oggetto di ricerche scientifiche da parte di un team composto dalla Sezione di Arte contemporanea del Museo statale Hermitage e dal Csar Centro di Alti Studi sulla Cultura e le Arti della Russia dell´Università Ca´ Foscari Venezia. La mostra comprenderà disegni e oggetti concettuali di Prigov, molti dei quali inediti. Installazioni in legno, corda e vetro saranno realizzate per la prima volta in sale espositive, separate le une dalle altre, seguendo gli schizzi preparatori dell´artista. Questo lavoro sarà realizzato dal curatore Dimitri Ozerkov sotto la supervisione della Fondazione Prigov. Nelle sale restanti verranno proiettati video sulle performance poetiche di Prigov. La totalità dei lavori rappresenterà il mondo unico di Dmitri Prigov, in una forma polilinguistica di Gesamtkunstwerk costituita da oggetti, immagini, luci e suoni. "La lingua è l´oggetto principale dell´arte di Prigov, afferma Silvia Burini che per parte italiana coordina il progetto. Secondo Dimitri Ozerkov è il mezzo artistico a cui egli ricorre per trattare la nascita e lo sviluppo di oggetti come phenomenae. Per lui, la lingua è un veicolo egoista, fragile, trasparente e internazionale, per mantenere e trasmettere la molteplicità di significati. L´esposizione rappresenterà il modo in cui la lingua esiste nel tempo e nello spazio secondo Prigov. Le parole e le costruzioni di parole create dai mortali esseri umani sopravvivono a questi, e tendono verso l´eternità. Diventano oggetti e creature (Uova, Bestiari) che si attraggono e si respingono a vicenda. Al primo sguardo l´artista può apparire un manipolatore di testi, ma ben presto diventa chiaro che lui, così come il resto dell´umanità, è stato manipolato, attraverso i secoli, dal potere della lingua. Nell´arte di Prigov, la parola Malevich domina il paesaggio dell´arte russa, risme di poesia diventano elementi di un erbario, la parola Russia è preservata in un barattolo di latta. La condizione temporale della lingua, così come sarà rappresentata nell´esposizione, è paragonabile al tempo storico eterogeneo trattato dai vecchi musei tradizionali. Così come sostiene Boris Groys in Einführung in die Anti-philosophie (Introduzione all´Anti-filosofia, Monaco, 2009, sulla cui copertina è riprodotto un disegno di Prigov), il museo moderno è situato non solo alla fine della storia ma anche al suo inizio, il che gli permette di diventare l´origine stessa dell´opera d´arte contemporanea. E´ in questo senso che l´Abbecedario, il Calendario dai fogli separati e i Fogli cinesi di poesia russa di Prigov propongono nuove parole per ogni giorno della storia. Nel senso linguistico, i versi di una lettera, così come il verso di per sé, diventano elementi di un tempo che inizia, si protrae e svanisce. I versi sono dominati dalle parole mentre i disegni a pennellate di Prigov richiamano un tempo precedente al linguaggio, così come accade nella serie Composizioni con etichette, in cui Prigov rappresenta la contraddizione tra il linguaggio formalizzato degli slogan (ad esempio il Dominio della Ricchezza) e il mondo disorganizzato di piccole e sottili pennellate. Le installazioni, realizzate per la prima volta secondo i progetti di Prigov, visualizzeranno la complessità disarmante dell´origine del linguaggio, in una molteplicità di tratti e parole disseminate per gli spazi espositivi". La mostra, curata da Dimitri Ozerkov (curatore della Sezione di Arte contemporanea del Museo statale Hermitage), è organizzata dall´Hermitage in collaborazione con Il Centro di Alti Studi sulla Cultura e le Arti della Russia Csar dell´Università Ca´ Foscari, e con la Fondazione Prigov. Il catalogo illustrato, redatto appositamente per l´esposizione, includerà una prefazione del Prof. Mikhail Piotrovsky, direttore del Museo statale Hermitage, e saggi di Dimitri Ozerkov, Silvia Burini, Professore all´Università Ca´ Foscari e Direttore del centro Csar, di Giuseppe Barbieri, Professore all´Università Ca´ Foscari, dello scrittore Vladimir Sorokin, del compositore Vladimir Martynov e del teorico Mikhail Iampolski. La mostra è allestita con il supporto di O?? nell´ambito della collaborazione tra O?? ed Hermitage. Lo studio di architettura e urbanistica Oma è stato fondato nel 1975 da Rem Koolhaas, Elia and Zoe Zenghelis and Madelon Vriesendorp |
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MILANO (FONDAZIONE MATALON):. MOSTRA "EGIDIO CASTELLI: TIME IS ON MY SIDE", A CURA DI ALESSANDRA REDAELLI – FINO AL 9 GIUGNO 2011
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Il Museo Fondazione Luciana Matalon ha presentato lo scorso 18 maggio la mostra Time Is On My Side, mostra personale di Egidio Castelli visitabile fino al 9 giugno 2011. Graffi, linee, sgocciolamenti, isole di colori puri buttati sulla tela nell’urgenza dell’istante, trasformano il quadro in specchio fedele delle emozioni e dell’anima. “Se dipingi il tuo inconscio, le figure devono per forza emergere. La pittura è scoperta di sé”, come dire, usando un linguaggio caro a Freud, che dalla tela viene estromesso il Super-io, lasciando spazio solo alla selvaggia potenza dell’Es. E’ questa potenza che si legge nei lavori di Egidio Castelli. Riveduta e corretta attraverso l’uso dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie. Su supporti che vanno dalla tela al rame, dall’ottone ai pannelli di nylon fino al plexiglas; realizzata con colori acrilici, idropittura, olio mescolato a silicone, smalti, l’arte gestuale di Castelli conserva in sé, intatta, la forza ribelle dei primi dripping che scandalizzarono l’America. Sono grovigli di materia magmatica, esplosioni primordiali, paesaggi di un passato ancestrale o di un futuro inimmaginabile, figure appena riconoscibili che emergono dal fondo toccando corde del nostro inconscio rimaste seppellite fino a un momento prima. Le campiture delle composizioni sembrano echeggiare paesaggi sconfinati, in cui regna il sentimento del sublime. Castelli va alla radice del sentire e lo fissa sulla purezza del supporto attraverso la potenza del colore. Artista di origine lombarda, di stretta osservanza informale, autodidatta e sperimentatore, Castelli ha raggiunto la sicurezza di uno stile maturo, capace, nel sapiente uso del gesto e del colore, di convogliare nel quadro emozioni che parlano con chiarezza lampante all’anima di chi lo guarda. Egidio Castelli, nato a Tradate (Varese), frequenta gli studi d’indirizzo tecnico e si diploma Perito Industriale. Collezionista e amatore d’arte, si interessa di pittura contemporanea. In collaborazione con il maestro vetraio Afro Celotto produce a Murano vetri artistici. Alla fine del 2006 sperimenta nuove tecniche pittoriche. A gennaio 2008 pubblica il volume dei lavori realizzati nel corso del 2007. A fine 2010 pubblica il volume “Il segno e la materia come fuga lirica”, curato dal Prof. Floriano De Santi. Egidio Castelli vive e lavora in provincia di Varese e nel Cantone dei Grigioni e ha partecipato a mostre in Italia e all’estero. Catalogo ed. Ghirlandina disponibile in Fondazione. Www.fondazionematalon.org |
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UDINE (CASA CAVAZZINI, MUSEI CIVICI): "CARLO CIUSSI 1964-2011" - DAL 21 MAGGIO AL 2 OTTOBRE 2011
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Dal 21 maggio al 2 ottobre nel nuovo spazio espositivo di Casa Cavazzini dei Musei Civici di Udine - futura sede della Galleria d’Arte Moderna – si terrà la mostra “Carlo Ciussi 1964-2011” curata da Luca Massimo Barbero. Tra gli affreschi trecenteschi, i soffitti lignei e i resti archeologici di Casa Cavazzini saranno presentate cinquanta opere di Carlo Ciussi che ne ripercorrono il percorso artistico dall’inizio degli anni Sessanta sino ai giorni nostri. La mostra, suddivisa in sezioni nei dieci ampi ambienti espositivi, si apre con opere di grandi dimensioni realizzate nei primi anni Duemila e caratterizzate da quadrati e rettangoli oblunghi che assumono il valore e il ritmo di una forma di scrittura che si dipana nello spazio. In dialogo con i resti archeologici di Casa Cavazzini, sono presentati i lavori della fine degli anni Ottanta caratterizzate dalla ripetizione incantatrice di trame fluide che solcano la superficie della tela tramutandola in un tessuto di forze pittoriche. Nella terza sala sono esposti i lavori dei primi anni Sessanta quando Ciussi, su invito di Afro, partecipa alla Xxxii Biennale di Venezia del 1964. In queste opere, scrive Luca Massimo Barbero, “la scansione del colore si declina in una chiave fortemente emotiva attraverso la quale Ciussi esprime la necessità di trovare una sintassi organizzativa che possa comunicare e costituire attivamente, non solo registrare ed esprimere, l’emozione del mondo”. Nei suggestivi spazi della sala delle colonne vengono presentati i lavori degli anni Settanta dove, come scrive Giuseppe Marchiori, “ai tondi nel quadrato si alternano rettangoli con strisce verticali le combinazioni trovate dei valori tonali rivelano le preziose facoltà percettive del pittore”. Nelle due sale seguenti sono esposti i lavori della fine degli anni Settanta e degli inizi degli anni Ottanta in cui l’astrazione geometrica di Ciussi parte direttamente dal colore: allineate verticalmente le campiture cromatiche mostrano la loro tensione in una spazialità luminosa. Nel salone centrale del Museo è presentata Struttura a cinque elementi, opera tridimensionale del 1996, costituita da cinque pannelli concatenati a cerniera di sette metri di lunghezza e due metri di altezza mentre nella sala seguente sono esposte sei colonne appartenenti allo stesso anno dove la pittura è ritmata dall’articolazione del segno. Nelle ultime due sale sono presentati i lavori più recenti di Ciussi dove la liberazione dalle sagome porta a una nuova modalità compositiva e tonale della pittura. In apertura della mostra, all’esterno di Casa Cavazzini, e nel cortile interno degli spazi espositivi sono esposte due sculture in ferro di oltre cinque metri ciascuna dove, come scrive Francesca Pola “forme minime come il cubo o il quadrato si aprono, accostano, moltiplicano: in bilico e in dialogo. La loro stessa presenza vive di pause e interruzioni, silenzi e discontinuità, parallelismi e scarti, in cui si muove e articola la spazialità della coscienza”. In occasione della mostra sarà pubblicato un volume, a cura di Luca Massimo Barbero, che attraverso un ricco apparato iconografico e un’antologia di testi critici coevi ripercorre l’intero percorso creativo di Carlo Ciussi dagli anni Sessanta a oggi. Il volume sarà corredato inoltre da una sezione, a cura di Francesca Pola, dedicata alle opere dell’artista che superando le forme e i modi della pittura, invadono spazialità più articolate ed estese, come quelle della scultura e dell’architettura. Info: Musei Civici di Udine Casa Cavazzini, Via Cavour 14, Udine Tel. 0432 271591 - 0432 414717-718 civici.Musei@comune.udine.it |
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SPILIMBERGO MVSIVA 2011 - 3° PREMIO ITINERARIA - 20 MAGGIO 2011 |
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Il 20 maggio 2011 a Spilimbergo in occasione della tappa del giro di Italia si apre la mostra Musiva 2010 cui è stata dedicata la quarta di copertina della rivista mensile Artedossier di Maggio 2011 distribuita in tutte le edicole. Mvsiva 2011 ha come tema la Storia del Giro di Italia con il titolo "Biciclette, Paesaggi e Volti nella Storia del Giro di Italia". Si inaugura il giorno 20 maggio a Spilimbergo nella Loggia dell’antico Palazzo Comunale in piazza Duomo in occasione della partenza della tappa del Giro. I lavori partecipano al 3° Premio Itineraria, assegnato alle opere che riceveranno il maggiore gradimento da parte del pubblico. La premiazione avrà luogo durante l’inaugurazione della mostra annuale della Scuola Mosaicisti, Mosaico & Mosaici, venerdì 29 luglio 2011. Organizzata da Itineraria in collaborazione con la Scuola Mosaicisti del Friuli, Mvsiva è la mostra annuale degli allievi della Scuola nata con lo scopo di porre in luce i due maggiori obiettivi di questa storica istituzione: l’impegno didattico e il sodalizio tra tradizione e rinnovamento, tra realtà produttiva e realtà culturale. Con Mvsiva i giovani artisti con i loro lavori per la prima volta affrontano il giudizio del pubblico, i visitatori infatti votano le opere preferite grazie ad apposite schede fornite in mostra, esprimendo così quel voto popolare che spesso nella Storia ha decretato il successo di un’opera d’Arte. Http://www.itinerariafvg.it/mvsiva.html http://www.Itinerariafvg.it/mvsiva2011.html |
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PERUGIA (LE GALLERIE DEI GEROSOLIMITANI – INGRESSO VIA DELLA SPOSA,1B): L’ALTRA FACCIA. AUTORITRATTI CONTEMPORANEI, A CURA DI ROB SMEETS - 29 MAGGIO/25 SETTEMBRE 2011
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Dal 29 maggio al 25 settembre a Perugia Rob Smeets presenta presso Le Gallerie dei Gerosolimitani la mostra collettiva sull’autoritratto contemporaneo tra l’Italia e i Paesi Bassi dal titolo L’altra faccia. Autoritratti contemporanei. Ventisei tra pittori e scultori, italiani ed olandesi, presentano le loro opere nel centro espositivo delle Gallerie dei Gerosolimitani di Perugia: Agostino Arrivabene, Andrea Martinelli, Neil Moore, Giorgio Forattini, Tullio Pericoli, Livio Scarpella, Giuseppe Bergomi, Alessandro Papetti, Jaap Roose, Philip Akkerman, Federico Guida, Doriano Scazzosi, Claudia Marchetti, Marco Mazzoni, Pieter Pander, Peter van Poppel, Piet Sebens, Rein Pol, Karel Buskes, Adelchi Riccardo Mantovani, Hermann Markard, Dennis Mogelgaard, Arnout van Albada, Gerrit Wijngaarden, Fokko Timersma, Massimo Pulini. Catalogo disponibile in galleria con prefazione di Francesco Federico Mancini. Questa mostra incentrata sull’autoritratto mette in risalto oltre all’abilità artistica della raffigurazione fedele, soprattutto il tentativo di schiudere la personalità dell’autore, il suo carattere, la sua anima. Vuol rivelare l’altra faccia. L’artista è attratto irresistibilmente da quella sconosciuta realtà di cui subisce il fascino, a cui però riesce soltanto ad avvicinarsi senza mai raggiungerla. Essa gli rimane sempre vicina e distante nello stesso tempo. Questo complesso narcisistico, per modo di dire, si riflette in una secolare tradizione di autoritratti. Li troviamo già nel medioevo, nei manoscritti illuminati, nelle decorazioni delle cattedrali, nelle pale d’altare etc. Essi sono il risultato del continuo impulso umano di ricercare la vera identità, la verità oltre il volto. Cosi scopriamo la loro solitudine, fragilità, ironia, sconforto, devozione ed orgoglio professionale. Lo spazio espositivo Le Gallerie dei Gerosolimitani è composto dall’ingresso posteriore delle Gallerie, con ampia terrazza esterna che si apre su Via della Sposa e sulla facciata medioevale della chiesa di San Luca costruita a metà del Xii secolo. Dal 1460 al 1471 Francesco della Rovere, Cardinale titolare di San Pietro in Vincola, successivamente Papa Sisto Iv, ebbe l’arcipriorato proprio della Chiesa di San Luca, che fu per quattro secoli Collegiata dei Canonici Regolari del San Sepolcro, con annessa la loro residenza e l’oratorio dopo il loro distaccamento da Gerusalemme. L’ingresso anteriore delle Gallerie si trova invece su Via San Francesco, nella parte dell’oratorio della Casa della Commenda ristrutturata nel 1484 da Cataneo dei Traversagni, come si legge sul fregio dell’architrave del portone d’entrata, incastonato nella facciata dalle bellissime finestre quadripartite quattrocentesche in travertino. Nel 1560 il complesso fu affidato ai Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta. Informazioni +39 075 5735481 | +39 335 207335 | info@legalleriedeigerosolimitani.Org - www.Legalleriedeigerosolimitani.org |
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FIRENZE (FORTEZZA DA BASSO): TERRA FUTURA, MOSTRA CONVEGNO DELLE BUONE PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ
- DAL 20 AL 22 MAGGIO 2011 (OTTAVA EDIZIONE).
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Attesi importanti ospiti: Gunter Paoli, Susan George, Alex Zanotelli, Vandana Shiva, Michel Bauewens Paolo Cacciari, Giulietto Chiesa, Enrico Giovannini, Luigino Bruni, Giovanni Sartori, Cecilia Strada, Stefania Prestigiacomo, Fausto Bertinotti, Giuseppe Pignatone, Savino Pezzotta, David Riondino… Un barbecue ad energia solare, poltrone e sgabelli di ecodesign che riutilizza la cartellonistica in pvc di Palermo, restyling di vecchi abiti o loro trasformazione in accessori o costumi teatrali, abbigliamento sportivo in fibra di bambù, elementi di arredo e capi di abbigliamento realizzati in carcere, magari recuperando materiali di scarto non riciclabili; e ancora, un profumatore d’ambiente dotato di un sistema ecowireless, giardini tascabili bio ed eco da scrivania e da balcone, lo scooter elettrico più veloce in commercio… Tutto questo e altro ancora all’ottava edizione di Terra Futura, mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, da venerdì 20 fino a domenica 22 maggio 2011 a Firenze, alla Fortezza da Basso. È promossa da Fondazione culturale Responsabilità etica Onlus per il sistema Banca Etica, Regione Toscana e Adescoop-agenzia dell’economia sociale, insieme ai partner Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente. Sono le 13 le sezioni dell’area espositiva, con circa 600 aree e oltre 5000 realtà rappresentate, per una rassegna che traccia un ampio e significativo panorama di buone pratiche e di esperienze, spaziando dalla tutela dell’ambiente alle energie alternative, dalla finanza etica al commercio equo, dall’agricoltura biologica all’edilizia sostenibile; e ancora, progetti e iniziative di turismo responsabile, consumo critico, welfare, impegno per la pace, solidarietà sociale, cittadinanza attiva e partecipazione... Modelli di produzione, di consumo, di gestione delle città, che oltre a contribuire a un futuro sostenibile e a migliorare la qualità della vita, sanno anche produrre nuova economia e generare occupazione. Molte le presenze e i progetti di mobilità sostenibile: il portale “Lincar” (presentato in anteprima) che ha lo scopo di diffondere la condivisione dell’auto per viaggiare e quello, “Bicitalia”, che mappa oltre 16mila km di rete cicloturistica italiana. A Firenze anche il test drive di veicoli elettrici su circuito di prova e l’auto di “Ritorno al futuro” equipaggiata di un motore elettrico. Protagonisti come sempre i Gas, gruppo di acquisto solidale, a partire da quelli per impianti fotovoltaici o che comprano terreni per combattere l’abbandono delle terre agricole in favore di progetti ad investimento etico; a Terra Futura anche il lancio del primo Gas per auto elettriche (con sportello info per i visitatori). Tra i progetti speciali di Terra Futura: la Borsa delle Imprese Responsabili, incontri one to one per favorire nuove opportunità di green&social business per tutti gli attori di sistema (pubblico, privato eticamente orientato e non profit). In Fortezza nei tre giorni pure mostre, spettacoli, animazioni e laboratori interattivi per fare sperimentare di persona ai visitatori le buone pratiche e insegnare la sostenibilità anche ai più piccoli : così si impara l’arte del riciclo e del riuso, la costruzione di “bombe” di semi per aiuole abbandonate, la creazione di pozioni “magiche” assieme ad Harry Potter con sostanze naturali, le tecniche di tree climbing nel rispetto degli alberi, la valutazione della sicurezza della propria casa per bambini, anziani e disabili, la realizzazione di dolci vegani,... Articolato e intenso il programma culturale (www.Terrafutura.it) che comprende convegni, seminari e dibattiti con numerosi esperti e testimoni: 280 gli appuntamenti che vedranno l’intervento di quasi 1.000 relatori. Filo rosso di tanti convegni il tema della “cura dei beni comuni”, scelto dai promotori per questa edizione: una cura che - considerato il disinteresse evidente o l’incapacità dei governi e delle istituzioni di farvi fronte - è sempre più nelle mani dei cittadini e delle organizzazioni. È l’altra parte dell’umanità, quella che non sa e non vuole arrendersi all’irreparabile “tragedia” dei beni comuni. Si parlerà di acqua, clima ed energia, informazione come condizione necessaria alla democrazia, diritto al cibo e giustizia alimentare, diritti e cittadinanza, economia e finanza, pace e sostenibilità… Al centro del dibattito anche il tema della sovranità alimentare, con il Xvi convegno internazionale di Mani Tese (sabato 21 e domenica 22 maggio), mentre alla tragica realtà delle migrazioni forzate in seguito a disastri ambientali è dedicato il dossier ecoprofugo di Legambiente (presentazione sabato 21 maggio). E ancora, non mancheranno i temi del microcredito e dell’inclusione finanziaria, nonché le esperienze di impegno per la legalità: a Terra Futura saranno presentati anche il “Progetto San Francesco” (Fiba Cisl) che vedrà nascere a breve il primo centro europeo di alta formazione alla legalità e alla lotta alle mafie e il progetto “Score” (Stop Crimes on Renewables and Environment, capofila Fondazione Culturale Responsabilità Etica) per la lotta al crimine organizzato nei settori foresta/legno e energie rinnovabili. Anche la rete è un bene comune: a Firenze ci si torna a interrogare sul ruolo del web per la crescita di un modello di sviluppo sostenibile, con il progetto di laboratorio “Words, world,web” proposto da Fondazione culturale Responsabilità etica e Fondazione Sistema Toscana, e con Zoes.it, il primo social network italiano per condividere buone pratiche sostenibili, oggi in versione rinnovata. Impossibile non ricordare il Mediterraneo in fiamme: Terra Futura dedicherà ampio spazio alla primavera nordafricana, con uno sguardo ai nuovi scenari e alle prospettive di sviluppo politico-economico nel continente nero: testimonianze, film, rassegne letterarie e “incontri con l’autore”, sino al gran finale con il concerto del rapper della rivolta tunisina, “El Général”, che chiuderà la mostra convegno (domenica 22 maggio alle 18.00). Tra i personaggi attesi nei tre giorni alla Fortezza da Basso: Gunter Paoli economista, fondatore Zeri (zero Emission Research and Initiatives), Susan George economista, Alex Zanotelli missionario comboniano ideatore della Rete Lilliput, Mario Agostinelli, portavoce del “Contratto mondiale per l’energia e il clima”, Kevin Danaher, sociologo, Vandana Shiva, fisica indiana fondatrice dell’istituto “Research Foundation for Science, Technology and Ecology” a Dehradun in India, Wolfgang Sachs dello Wuppertal Institute in Germania, Silke Helfrinch, giornalista e scrittrice; Gregorio Arena, presidente Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà), Loïc Azoulai, docente di diritto europeo European University Institute, Michel Bauewens della “Foundation of P2p Alternatives”, Amita Baviskar fra le principali ricercatrici in tema di urbanizzazione, democrazia e uguaglianza in India, Gianfranco Bologna, responsabile dell’area sostenibilità Wwf, Paolo Cacciari, giornalista, Giulietto Chiesa giornalista di “Megachip-democrazia nella Comunicazione”, Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, Luigino Bruni, economista, Giovanni Sartori, fra i massimi teorici della teoria della democrazia e dei sistemi di partito, Cecilia Strada presidente Emergency, Stefania Prestigiacomo ministro dell’Ambiente, Fausto Bertinotti storico segretario del partito Rifondazione comunista e presidente della Camera dei Deputati dal 2006 al 2008, Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, Savino Pezzotta, storico sindacalista Cisl oggi deputato Udc. E tra gli artisti: Bandabardò, Diego Parassole, David Riondino, Sergio Staino… Terra Futura, a ingresso libero, è un evento sostenibile grazie alle sue scelte e azioni responsabili |
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FIRENZE (ISIS LEONARDO DA VINCI, AULA MAGNA VIA DEL TERZOLLE 91) - TRA BOMBE E BUNKER - SABATO 21 MAGGIO 2011
ORE 11.00/13.00 |
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I ragazzi raccontano la seconda guerra mondiale sulle montagne del Mugello. Sabato 21 maggio, dalle 11 alle 13, saranno presentate in Aula Magna dell’Isis “Leonardo da Vinci” di Firenze le opere prodotte dagli studenti della I Tif (Tecnici Industria Fotografica) che concorrono all’assegnazione della borsa di studio intitolata a Renzo Rossi e Mirella Gori, dedicata agli eventi e ai testimoni della seconda guerra mondiale e della Liberazione, fra il 1943 e il 1945, nella città di Firenze e lungo la Linea Gotica. Il comitato scientifico composto dagli storici Giovanni Pallanti e Giovanni Verni, che hanno accolto l’invito della Presidenza a valutare le opere prodotte dagli studenti (video, slides, foto o testi, individuali o collettivi, fondati su documentazione inedita), consegnerà ai vincitori l’attestato di merito e la somma stanziata come premio per il lavoro svolto. Nell’occasione verrà allestita in Aula Magna, a cura dei partecipanti al concorso, una mostra di oggetti e reperti della seconda guerra mondiale rinvenuti nell’area fiorentina e mugellana. Istituto Statale di Istruzione Superiore Leonardo da Vinci - Redazione di Scuola & non solo - Via del Terzolle 91, 50127 Firenze - Tel. 055.45.96.290 - e-mail scuolanonsolo@virgilio.It , web www.Scuolanonsolo.altervista.org |
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MODENA: LA STREET ART INTERNAZIONALE ALLA PALAZZINA DEI GIARDINI - DAL 30 GIUGNO AL 18 SETTEMBRE 2011
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La mostra, dal titolo Kindergarten, presenterà le opere di sei artisti, Futura, Mode2, Os Gêmeos, Tom Sachs, Kostas Seremetis, Boris Tellegen (aka Delta), tra i maggiori esponenti di questa forma di espressione Dal 30 giugno al 18 settembre 2011, alla Palazzina dei Giardini di Modena (corso Canalgrande) si terrà la collettiva ispirata alla street art, Kindergarten, che presenta tele e opere scultoree di 6 artisti internazionali, Futura, Mode2, Os Gêmeos, Tom Sachs, Kostas Seremetis, Boris Tellegen (aka Delta), tra i maggiori esponenti di questa forma di espressione. Curata da Giorgio de Mitri, organizzata dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione de Mitri di Modena con la partecipazione di Sartoria e Slam Jam, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra inaugura una nuova stagione espositiva della Palazzina Vigarani, aperta durante tutta l´estate, con un allestimento che dà spazio all´arte intesa come gioco e libertà da ogni vincolo - da qui il titolo "giardino d´infanzia” - e di nuovo rimanda ai giochi e alle delizie di cui fu teatro l´edificio seicentesco ai tempi della corte estense. Dopo oltre quattro secoli il Casino delle Feste ospita nuovi "giochi", fra i cortocircuiti e le parodie del consumismo di Tom Sachs, le cronache surreali di Os Gêmeos, le sperimentazioni dei maestri del graffitismo Futura e Mode2, il costruttivismo di Boris Tellegen (aka Delta), fino alle irriverenti iconografie pulp di Kostas Seremetis. Kindergarten diventa un luogo di scambio e di incontro fra sensibilità diverse, azione collettiva e laboratorio d´insieme, un giardino per bambini di ogni età. La mostra si apre con una scultura sonora di Tom Sachs Toyan´s (2002), collocata sotto la cupola della Palazzina, mentre il visitatore sarà accolto da due sculture di Kostas Seremetis, entrambe raffiguranti un irriverente quanto insolito Topolino disneyano, Untitled (2011), che, rappresentato in bianco e nero, impugna una pistola e fa un gesto provocatorio. Ciascuno degli altri artisti occuperà una stanza della Palazzina con opere e sculture fra le più significative del proprio lavoro, accompagnate da interventi site specific. Così sarà per Futura di cui sarà esposta una scultura in bronzo, Ak46 (2011), alla quale si aggiungerà un’installazione; anche Mode2 e Delta proporranno una scultura appositamente realizzata per l’appuntamento modenese. Os Gêmeos, i gemelli brasiliani Otavio e Gustavo Pandolfo, presenteranno un intervento totalmente site specific, esito di una residenza degli artisti a Modena durante l’inizio dell’estate. Info: Mostra Kindergarten - Sede Galleria Civica di Modena, Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande 103, Modena - tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 - www.Galleriacivicadimodena.it - 30 giugno / 18 settembre 2011 - a cura di Giorgio de Mitri |
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ISOLA D’ELBA: BENVENUTI IN PARADISO… AL GIARDINO DELLE OSMUNDE |
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Sabato 14 maggio alle ore 18 nel Giardino delle Osmunde dell´Hotel Cernia Isola Botanica di Capo Sant’andrea (Isola d’Elba) è stata inaugurata la settima edizione di “Arte in Giardino” con le ceramiche di Veronika Thurin a cura della Galleria Gulliver di Marciana Marina.. L’esposizione rimarrà aperta fino al 15 ottobre A lasciarsi ispirare dalla magia dello spazio verde dell´hotel, è stata quest´anno Veronika Thurin, un´artista altoatesina che ha lavorato intensamente a questo progetto fino a sviluppare una mostra "concettuale" che pone al centro dell´attenzione il giardino inteso come luogo paradisiaco, spazio dell´altrove nel quale trovare rifugio da una quotidianità spesso opprimente e nei cui sentieri "perdersi per poi ritrovarsi". Un sentimento di nostalgico languore, che ha pervaso tutto il romanticismo tedesco, ha ispirato l´artista in occasione della sua prima visita all´Hotel Cernia l´autunno scorso. E´ stato proprio il riferimento a questo movimento culturale a fornire a Veronika Thurin la chiave di accesso al percorso proposto che non a caso si apre con l´installazione "Fiore Blu" simbolo di unione tra Essere Umano, Natura e Spirito, sinonimo di quello "Streben" di romantica memoria che rappresenta un tendere all´infinito, mai pienamente appagato, verso forme superiori di conoscenza, felicità e amore. Il tema del Viaggio, in un luogo (l´albergo) che fa dell´accoglienza ai "viaggiatori" la sua ragion d´essere diventa quindi predominante e si trasforma già nella seconda installazione, in un percorso interiore di ricerca continua verso una felicità e un appagamento che non possono dirsi tali se non ottenuti con le proprie forze e i propri mezzi "dentro di sé". Un invito, quello della Thurin, a intraprendere quindi un viaggio di conoscenza nei meandri dei propri sentieri interiori alla scoperta di un vero e proprio Paradiso (tutto è intorno a noi, la felicità è dietro l´angolo, sembra infatti voler suggerire l´installazione "visibile-invisibile") che ciascuno di noi ha dentro di sé. Veronika Thurin è nata nel 1964 a Merano, ha studiato all´Accademia d´Arte Applicata a Vienna e all´Università di creazioni artistiche e industriali a Linz (A). Dopo essersi diplomata Maestra d´Arte a Faenza ha imparato le tecniche della maiolica faentina. Nel 1993 ritorna a Bolzano e apre uno studio di ceramica. Dal 2003 al 2006 insegna scultura ed educazione artistica all´istituto Artistico di Bolzano. In questa settima esperienza di felice collaborazione tra la Galleria d´Arte e l´Hotel, si avverte in maniera decisa il desiderio di creare percorsi di senso, momenti di condivisione e di accrescimento personale capaci di lasciare un "segno" e di trasformare la "vacanza" in "esperienza". L´esposizione sarà visibile tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 fino al 15 ottobre 2011. Info: Hotel Cernia Isola Botanica 57030 Capo S.andrea - Marciana (Li) Isola d´Elba Tel. 0565.908 210 Fax 0565.908 253 E- mail: info@hotelcernia.It Sito web: www.Hotelcernia.it |
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ROMA (PALAZZO DORIA PAMPHILJ): VANITAS. LOTTO, CARAVAGGIO, GUERCINO NELLA COLLEZIONE DORIA PAMPHILJ - 21 MAGGIO - 25 SETTEMBRE 2011
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Il tema affrontato dalla magnifica mostra che la Società Arti Doria Pamphilj, presieduta dalla Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj, propone per la prossima stagione espositiva nel Palazzo di famiglia in via del Corso, a Roma, è di innegabile, assoluta attualità. "Vanitas", questo il titolo della rassegna ideata da Massimiliano Floridi e curata da Francesca Sinagra, racconta, infatti, per mano di grandissimi artisti, aspetti diversi di una unica certezza: quella della caducità delle cose terrene. Quaggiù, sembrano voler indicare con i loro capolavori Caravaggio, Lotto, Ribera, Fetti, Guercino, Preti e gli altri, la Vanitas ha comunque sempre ragione di qualsiasi vanità. Una riflessione che è molto moderna e che diversi membri del principesco Casato ebbero ben presente. Lo conferma, nella loro collezione, la ricchezza di opere, spesso commissionate a sommi artisti, sul tema. Sono capolavori di pittura, scultura, oggetti decorativi, libri e musica, che nei secoli sono entrati a far parte del patrimonio di Famiglia e che offrono spazio ad una specifica riflessione interdisciplinare su un aspetto tutt´altro che minore della cultura europea in età moderna. È un particolare sguardo trasversale che permette di seguire lo sviluppo del tema in diversi contesti storici e culturali, a partire dalle sue origini cristiane e dalla riflessione filosofica fino alle manifestazioni allegoriche in pittura e in oggetti d´uso come gli orologi settecenteschi che, coronati dall´immagine del Tempo armato di falce, ricordano la natura effimera della vita terrena. Dal 21 maggio al 25 settembre l´evento offre l´occasione di ammirare un gran numero di capolavori della storia dell´arte italiana europea. Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Caravaggio, Mattia Preti, Domenico Fetti, Andrea Sacchi sono solo alcuni dei nomi degli autori che straordinariamente vengono messi a confronto. L´esposizione presenta, quale ´campione´ famigliare del tema, il cardinale Benedetto Pamphilj, che, noto quale fortunato mecenate di artisti e musicisti, fu poeta egli stesso e scrisse, tra gli altri, il celeberrimo oratorio "Il Trionfo del Tempo e del Disinganno" musicato per lui da Georg Friedrich Händel nel 1707. Del resto, la riflessione del cardinale sulla Vanitas non si manifesta esclusivamente nella sua produzione di librettista, ma anche nella collezione artistica che egli raccolse e di cui ancora oggi si conserva testimonianza. Sarà, quindi, il cardinale Benedetto ad accogliere ed accompagnare virtualmente il visitatore alla mostra, affidandolo poi ad una contestualizzazione storica finalizzata a orientare lo spettatore nell´analisi del tema. Quattro le sezioni tematiche che rappresentano la molteplicità di questioni legate alla Vanitas. La prima sezione è dedicata alla pittura di genere e presenta una selezione di nature morte che, come noto, costituirono un espediente simbolico sovente adottato dai pittori per alludere alla caducità della vita. In collezione Doria Pamphilj sono innumerevoli i brani di pittura di questo tipo e le carte d´archivio confermano la particolare propensione del cardinale Benedetto e degli altri membri della dinastia per questi soggetti. Tavole imbandite, vassoi di frutta matura, cacciagione accatastata e minuziosamente descritta dal naturalismo della pittura sei e settecentesca sono soggetti che con efficacia svolgevano il compito di ricordare allo spettatore la precarietà dell´esistenza. Passando alla seconda sezione si abbandonano i soggetti profani per affrontare le origini religiose del tema. Vengono infatti esposte numerose immagini di san Girolamo, il santo studioso che traducendo l´Ecclesiaste importa nel mondo latino il concetto di Vanitas. Rispettando la disposizione settecentesca delle collezioni Doria Pamphilj nel palazzo di famiglia a Roma, si presentano, come pendant a san Girolamo, le immagini barocche della Maddalena che con la sua rinuncia ai valori effimeri della vanità femminile incarna una diversa sfumatura del trionfo sulla caducità delle cose mondane. Spiccano capolavori come il san Girolamo di Ribera e la Maddalena di Caravaggio. Segue una sezione, dedicata al ritratto, che è anche la più ricca e presenta una scelta di dipinti con elementi allegorici quali teschi, orologi, fiori e sarcofagi. La rassegna è arricchita anche da una serie di ritratti e busti di filosofi antichi che, testimoniando della presa che il tema della Vanitas aveva anche in relazione alle sue presunte radici filosofiche, rendono conto di un vero e proprio genere in voga nel Seicento. Ad accompagnare l´esposizione, oltre alle arie delle composizioni händeliane e ai testi del cardinale Benedetto, sarà una selezione di orologi, reliquie, piccoli oggetti decorativi, stampe e libri che da secoli svolgono la funzione di memento mori nei palazzi e nelle cappelle di famiglia. Ma proprio perché nulla dura in eterno, la vita quaggiù deve dare gioia, bandendo tristezze e afflizioni. "Vanitas" potrebbe, infatti, essere letta come l´invito a vivere appieno il Presente, cogliendo il meglio che esso ci offre, come lo stesso Benedetto Pamphilj fece, dedicando la sua vita alle arti, alla musica, alla letteratura di intrattenimento. L´ultima sezione tematica è quindi dedicata proprio al cardinale e alla sua poetica dell´effimero. Una passione condivisa del resto con molti membri del Casata, com´è confermato dalle splendide collezioni d´arte che fanno di Palazzo Doria Pamphilj la più importante "casa-museo" privata di Roma. Catalogo Silvana Editoriale. Informazioni e prenotazioni: arti.Rm@doriapamphilj.it tel. 06 6797323 www.Dopart.it |
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ROMA (MUSEO DELL’ARA PACIS): IL PALAZZO DELLA FARNESINA SI RACCONTA ATTRAVERSO LE SUE OPERE D’ARTE PIÙ BELLE - DAL 20 MAGGIO AL 3 LUGLIO 2011
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Per la prima volta in assoluto escono dall’edificio che dal 1959 ospita il Ministero degli Affari Esteri - cuore pulsante della diplomazia - le opere d’arte appartenenti alla Collezione Farnesina e le installazioni della Collezione Farnesina Design. Una mostra speciale, “Il Palazzo della Farnesina e le sue Collezioni” - promossa dal Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ufficio Conservazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico della Farnesina, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica - al Museo dell’Ara Pacis, dal 20 maggio al 3 luglio 2011, a cura di Angelo Capasso, Renza Fornaroli e Roberto Luciani. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Fondazione Bracco, di Unicredit ed Eni. La mostra è un’occasione unica per scoprire gli aspetti più inusuali della Farnesina, come la storia dell’edificio analizzata sia negli aspetti più propriamente architettonici sia nella decorazione interna e nelle raccolte d’arte acquisite nel tempo. Il Palazzo ospita due importanti collezioni, una di Arte Contemporanea e una di Design. Una selezione di circa cento opere saranno esposte al Museo dell’Ara Pacis con l’intenzione di “aprire una finestra” sulle raccolte. Le opere contemporanee furono inizialmente acquisite a seguito di un concorso pubblico negli anni Sessanta finché nel 2000, sotto l’impulso dell’allora Segretario Generale della Farnesina Ambasciatore Umberto Vattani, si è deciso di istituire la Collezione Farnesina che oggi conta circa trecento opere dei più grandi artisti italiani dell’ultimo secolo. Di questa collezione, in mostra al Museo dell’Ara Pacis, ci saranno 58 opere tra quadri e sculture degli artisti Carla Accardi, Afro, Mirko Basaldella, Marcello Avenali, Davide Benati, Gianni Bertini, Domenico Bianchi, Alighiero Boetti, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Pietro Consagra, Michelangelo Conte, Venanzo Crocetti, Filippo De Pisis, Fortunato Depero, Piero Dorazio, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Alessandra Giovannoni, Renato Guttuso, Bice Lazzari, Carlo Levi, Osvaldo Licini, Marino Marini, Gino Marotta, Arturo Martini, Umberto Mastroianni, Elisa Montessori, Mattia Moreni, Gastone Novelli, Luca Maria Patella, Achille Perilli, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Oliviero Rainaldi, Ascanio Renda, Ottone Rosai, Mimmo Rotella, Sandro Sanna, Ruggero Savinio, Emilio Scanavino, Mario Sironi, Giulio Turcato, Emilio Vedova e Domingo Notaro. Inoltre il nucleo di 20 opere Impressioni di guerra, 1917-1918, di Giulio Aristide Sartorio. La Collezione Farnesina Design è stata istituita nel 2008 al fine di sostenere la creatività e la capacità imprenditoriale italiana in questo settore. In mostra al Museo dell’Ara Pacis si troveranno 23 progetti di Ad hoc, Artemide, Bernini, Bosa, Cerruti Baleri, Domodinamica, Ducati, Fratelli Guzzini, Giovannetti, Ifi, Iguzzini, Knoll, Loccioni, Matteo Grassi, Metalco, Pininfarina, Progetti, Revolution, Richard Ginori, Rondine Motor, Stone Italiana, Venini e Voltolina. La mostra sarà l’occasione anche per ammirare fotografie del Palazzo, in parte materiale storico - anche inedito - fornito dall’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dall’archivio Del Debbio, in parte scatti recenti del fotografo Vitaliano Lopez. Il Palazzo, che è stato progettato dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo e decorato dai maggiori artisti del periodo come Amerigo Tot, Francesco Coccia, Alberto Paolo Bevilacqua e altri, è oggi oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che, riconoscendogli una importante valenza storico artistica, lo ha “vincolato” attivando al tempo stesso una serie di studi e ricerche volte alla tutela e alla conservazione. Saranno inoltre proiettati, per tutta la durata dell’esposizione, due filmati: “La Terza Roma” realizzato per la Rai da Philippe Daverio e un contributo sulla storia e sull’arte del Ventennio tratto dalla videoteca dell’Istituto Luce e montato con foto dell’Archivio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il catalogo edito da Palombi Editori, con la presentazione del Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e del Sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno, raccoglie le opere e le installazioni esposte al Museo dell’Ara Pacis e dedica una sezione anche ai Bandi di concorso per il Palazzo del Littorio a Roma e alla Casa Littoria, sede del ministro degli Affari Esteri |
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