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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 30 Maggio 2011 |
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PARIGI: FORUM INTERNAZIONALE SU INTERNET E ICT IL 24 E 25 MAGGIO
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Il 24 e 25 maggio 2011 si è tenuto a Parigi un incontro organizzato dal Presidente francese Nicolas Sarkozy dedicato ad Internet ed alle tecnologie dell’informazione. L’incontro, intitolato “e-G8 Forum”, ha riunito alcuni tra i principali leader mondiali di un settore che è diventato di primaria importanza per lo sviluppo economico dei mercati e della società; il Forum si è proposto di favorire il dialogo tra i governi e gli attori privati su questioni di vitale importanza come la tutela della proprietà intellettuale e la privacy. Il presidente Sarkozy, nel discorso rivolto ai partecipanti al Forum, ha sottolineato la portata rivoluzionaria del web che ha prodotto un cambio epocale nelle modalità di comunicazione e ha ribadito l’importanza della tutela dei diritti individuali come la privacy e la libertà d’espressione. Ha anche sottolineato che il web "permette di rinforzare la democrazia e il dialogo sociale" ma non può fare a meno di "regole minime". Per quanto riguarda il diritto d’autore, Sarkozy ha affermato: "gli algoritmi che fanno la vostra forza, l’innovazione permanente che fa la vostra forza, la tecnologia che cambia il mondo sono una vostra proprietà e nessuno ve lo contesta. Ognuno di voi, ognuno di noi può dunque comprendere che lo scrittore, il regista o l’interprete possa avere gli stessi diritti" e ancora "la vostra enorme crescita è stata possibile grazie alla protezione della proprietà intellettuale, perciò dovreste essere i primi a voler difendere i diritti dei creatori". Le conclusioni del Forum sono state presentate al Summit del G8 di Deauville, svoltosi il 26 e il 27 maggio, ponendo all’attenzione dei vertici politici mondiali le questioni che riguardano le imprese e gli operatori della rete. L’organizzazione del Forum è stata curata da Maurice Lévy, presidente del consiglio di amministrazione di Publicis Groupe. All’incontro hanno partecipato anche il M° Lorenzo Ferrero, attuale presidente del Ciam (International Council of Creators of Music), a Eric Schmidt (Google), Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook) e Jimmy Wales (Wikipedia). Scarsa se non insignificante la presenza di aziende e personaggi italiani |
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ASSINFORM E CISIS: ACCORDO PER DIFFONDERE LE TECNOLOGIE DIGITALI NEI SISTEMI REGIONALI
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Azioni di monitoraggio congiunto per analizzare i processi di diffusione territoriale delle tecnologie Ict nella Pa e nelle imprese, promuovendo iniziative di divulgazione e formazione anche a livello nazionale. Cisis e Assinform hanno siglato un protocollo d’intesa per monitorare l’utilizzo e la diffusione delle tecnologie Ict (informatica e telecomunicazioni) nelle Regioni e nelle Province Autonome Italiane. La nuova partnership assume rilevanza per lo scopo e per il profilo dei contraenti. Cisis (Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici) come organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in materia di sistemi informatici, geografici e statistici, opera per il miglior raccordo delle politiche di innovazione tra Regioni, Stato ed Enti Locali. Assinform è l’associazione di Confindustria delle aziende dell’Information Technology (informatica, applicazioni e contenuti multimediali) in Italia, che da anni guida il monitoraggio del settore e del mercato Ict in Italia. Più in particolare l’intesa Cisis e Assinform, stabilisce di: 1. Rafforzare i rispettivi osservatori sulla diffusione e l’utilizzo dell’Ict nella Pa Regionale e sull’evoluzione delle tecnologie corrispondenti, tramite indagini coordinate e integrative delle iniziative messe già in atto da Cisis e Assinform: la collaborazione sulla raccolta informativa e sulle analisi, nel 2011, costituirà infatti un importante contributo per la realizzazione della prima edizione del “Rapporto Annuale sull’Ict nella Pubblica Amministrazione italiana”, a cura di Assinform e del secondo “Rapporto sull’Innovazione nell’Italia delle Regioni”, promosso da Cisis. Con l’obiettivo di integrare, nel tempo, dati e informazioni condivisi. 2. Sviluppare iniziative congiunte, su scala nazionale e territoriale, per diffondere i risultati delle ricerche e creare momenti di formazione reciproca tra Enti e industrie del settore. Attivare momenti di confronto sui programmi di intervento Ict, contribuendo a far crescere la collaborazione tra tutti gli attori del territorio, a valorizzare il patrimonio informativo pubblico e a condividere standard da diffondere |
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NETCOMM: APPELLO AVANZATO DAI RAPPRESENTANTI DELL’INDUSTRIA EUROPEA
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Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano sostiene e firma, insieme ad altre Associazioni di rappresentanza del settore in Europa, un appello contro la serie di misure previste nell’ambito di una direttiva sui “Diritti dei Consumatori” approvata lo scorso 24 marzo dal Parlamento Europeo. Provvedimenti che rischiano non solo di minare alla base l’esistenza stessa del settore in Europa ma anche di generare una pericolosa spirale inflazionistica sui prezzi dei prodotti venduti online. “L´industria europea invita la Commissione europea, il Parlamento e gli Stati Membri a un approccio equilibrato alla direttiva per i diritti dei consumatori” Le organizzazioni firmatarie, in rappresentanza di migliaia di aziende presenti sui diversi mercati dell’Unione, desiderano richiamare l´attenzione dei policy maker nazionali ed europei sull’effetto potenzialmente negativo che questa proposta potrebbe avere sull´economia del settore, andando a imporre oneri eccessivi, e sulla scelta dei consumatori, andando ad aumentare i costi. Le organizzazioni firmatarie sostengono l´idea di rafforzare l’omogeneità dei diritti dei consumatori in tutta l´Unione Europea ma richiedono fortemente un approccio basato sul giusto equilibrio tra l´esigenza di un elevato livello di tutela dei consumatori e il legittimo interesse del settore. Anche se le organizzazioni firmatarie hanno già espresso forti riserve sulla direttiva, individualmente e attraverso l’Emota (European Multi-channel and Online Trade Association) vorrebbero congiuntamente e pubblicamente ribadire la loro più profonda preoccupazione per alcune disposizioni previste dalla direttiva. Le organizzazioni firmatarie si oppongono in particolare agli articoli 16, 17 e 22 bis della proposta di direttiva. L´effetto di questi tre articoli porterà ad esempio una società ad affrontare l’obbligo di pagamento per la raccolta delle merci (articolo 17) utilizzate dai consumatori per 28 giorni e a rimborsare la totalità dei costi al consumatore ancor prima che possano essere controllati eventuali danni o effettivo uso dei prodotti (articolo 16). Inoltre, a seguito dell´articolo 22 bis, le aziende potrebbero essere obbligate a un contratto fuori dal proprio paese vedendosi così negata la libertà di contratto. Le organizzazioni firmatarie ritengono che tali misure: • siano in contrasto con gli interessi dei consumatori perché hanno un impatto diretto sul prezzo dei prodotti e sulle scelte di consumo. Infatti, il costo totale delle misure è stimato in 10 miliardi di euro all´anno; • creino un rischio considerevole per la situazione finanziaria di molte aziende dell´Unione, in particolare le piccolissime, le piccole e le medie imprese, molte delle quali non sopravvivranno ai costi generati da tali misure; • mettano a repentaglio seriamente diversi principi fondamentali del diritto comunitario e in particolare il principio di proporzionalità, come evidenziato da esperti di diritto europeo; • moltiplicherà inutilmente la circolazione dei beni restituiti dai consumatori, poiché tali misure comporteranno un aumento degli oggetti restituiti pari a due o cinque volte, a seconda dei prodotti, come si può osservare nel caso della Germania. Questo avrà sicuramente un impatto negativo sull´ambiente a causa di un aumento delle emissioni di Co2. Le organizzazioni firmatarie vorrebbero far notare: • l´assenza di qualsiasi consultazione o valutazione dell´impatto, dato che tali misure interesseranno migliaia di aziende e milioni di consumatori in Europa; • la mancanza di sostegno da parte delle associazioni dei consumatori. In realtà queste misure non sono state richieste dai consumatori e, dove presenti, riguardano il rimborso delle spese di restituzione della merce; • l’inefficacia della tesi secondo cui tali misure presumibilmente promuoverebbero lo sviluppo del commercio elettronico quando il settore, che sta vivendo una crescita molto rapida, potrebbe essere al contrario gravemente compromesso da tali misure. In questo contesto, le organizzazioni firmatarie esortano i propri rappresentanti e le Autorità europee ad astenersi dall´adottare gli articoli 16 e 22 bis nella loro attuale versione e si oppongono all´articolo 17 così come proposto nell’ultima variante dal Parlamento, nell´interesse delle imprese e dei consumatori europei e in vista della realizzazione di un Mercato Unico Interno. L’appello in originale in inglese, comunicato in formato word, foto e materiali sempre aggiornati disponibili al link: http://www.Ipresslive.it/comunicates/detail.aspx?comunicateid=455 . Info: www.Consorzionetcomm.it |
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ADDIO MERCATINO RIONALE: GLI ULTRASESSANTENNI COMPRANO ONLINE. SONO QUASI 700 MILA GLI INTERNAUTI CON PIÙ DI 60 ANNI SU EBAY.IT … E A SORPRESA NON E’ PIÙ IL COLLEZIONISMO LA CATEGORIA PREFERITA: I NONNI GEEK COMPRANO SOPRATTUTTO ARTICOLI DI TECNOLOGIA
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Secondo una ricerca eBay.it, Lombardia, Lazio e Toscana le regioni più attive. Ma tra Roma e Milano è la capitale a vantare il maggior numero di senior dediti allo shopping online. Se forse non è ancora arrivato il momento in cui il nonno insegna al nipote come funziona la rete, quel giorno probabilmente non è più così lontano. Da una ricerca interna di eBay.it, risultano essere, infatti, quasi 700mila gli utenti attivi che superano i 60 anni. Nonni quindi che iniziano a guardare alla rete per i loro acquisti online, grazie anche all’evoluzione che eBay ha messo in atto negli ultimi tempi. Se le aste rimangono nel dna del sito di ecommerce per eccellenza, sono ormai decisamente di più le inserzioni a prezzo fisso (ben il 90%), con conseguente semplicità nella fase di acquisto, anche per chi è meno “tecnologico” per generazione. Nella speciale classifica dei “nonni super tech” sono gli uomini a farla da padroni con una percentuale del 71% verso solo il 29% del gentil sesso, mentre il primato a livello regionale spetta alla Lombardia con oltre 96.000 utenti registrati, seguita dal Lazio, circa 83.000, e dalla Toscana con poco più di 47.000 internauti over 60. Se la Lombardia batte il Lazio come numero totale di utenti oltre i 60 anni, quando si prendono in considerazione le singole province, Roma supera di gran lunga Milano, con oltre 68.000 nonni tech contro gli oltre 52.000 della città meneghina. Ecco la classifica delle prime 10 regioni e province italiane per numero di utenti over 60:
Provincie |
Roma |
Milano |
Napoli |
Torino |
Firenze |
Genova |
Bologna |
Bari |
Palermo |
Cagliari | | ma cosa comprano su eBay i “nonni geek”? A smentire qualsiasi luogo comune di un attempato signore che cerca online i ricordi d’infanzia o l’ultimo pezzo per la sua collezione di francobolli, a sorpresa al primo posto si trova la categoria del Consumer Tech, in particolare gli Accessori per Cellulari (soprattutto per Nokia, Apple iPhone e Samsung) con un acquisto ogni 5 minuti. A seguire, dopo la tecnologia, si conferma la categoria del Collezionismo, in particolare l’acquisto di cartoline, l’Abbigliamento (sopratutto maschile) ed infine il Giardinaggio e bonsai, l’attività preferita di chi ha più tempo a disposizione. “E´ curioso notare come gli ultrasessantenni abbiano notevolmente migliorato la loro dimestichezza con gli acquisti online, ampliando le categorie di interesse: non acquistano più solo memorabilia o oggetti legati al loro passato, ma si rivolgono al web per oggetti tecnologici, oltre che per vestirsi e per prendersi cura del loro giardino” - afferma Irina Pavlova, comunicazione eBay.it Ma la generazione di ultra sessantenni dedita all’ecommerce non si limita ad acquistare; molti di loro sono venditori professionali. Le categorie più gettonate per i venditori over 60 sono ancora una volta Accessori per Cellulari, con una vendita effettuata ogni 3 minuti, al secondo posto Consumabili e Cancelleria, con una vendita ogni 5,4 minuti, e al terzo posto l’abbigliamento da Uomo, con T-shirt, Felpe, Maglioni e Giacconi in cima alla lista dei prodotti più venduti e una transazione conclusa ogni 8 minuti. “Se gli uomini preferiscono navigare tra le inserzioni e fare acquisti, le donne si dimostrano invece più orientate ai social media – conclude Irina Pavlova – Dalle statistiche tratte dalla pagina facebook di eBay, Cacciaffari, risulta infatti più alta la percentuale di donne, dai 60 anni in su, che seguono il profilo, commentando e condividendo acquisti ed affari online”. Ebay è la più grande Community di compravendita online a livello mondiale. Costituita nel 1995, eBay ha creato un grande mercato per la vendita di beni e servizi da parte di una comunità appassionata di singole persone e piccole imprese. Ogni giorno, sono milioni gli articoli in vendita nel sito, suddivisi per migliaia di categorie. Ebay consente gli scambi su base locale, nazionale e internazionale attraverso i suoi ventuno siti nazionali nel mondo. La Community di eBay usufruisce dei vantaggi di un marketplace che combina la vendita all´asta tradizionale con il commercio a prezzo fisso. Per ulteriori informazioni: eBay.it: Iryna Pavlova – ipavlova@ebay.Com – 02/3616001 |
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BANCOMAT: PER MOLTI, MA NON ANCORA PER TUTTI
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Il 70% degli italiani possiede la carta bancomat, ma solo un utente su due la utilizza per prelevare o fare acquisti. Una nuova ricerca Wincor Nixdorf realizzata in collaborazione con Doxa conferma che la carta elettronica più diffusa in Italia trova ancora almeno due resistenze nella popolazione: sicurezza percepita non sempre sufficiente e poca dimestichezza con la tecnologia, soprattutto tra le donne e la popolazione anziana. I principali risultati in sintesi: • Il 70% degli italiani possiede una carta bancomat; solo il 52% la usa per prelevare, il 53% per fare acquisti • Il prelievo medio allo sportello è di 150 Euro. Ogni settimana in Italia si prelevano oltre 4 miliardi di Euro • Il 29% degli intervistati esprime almeno una paura nel prelevare al bancomat: il 27% si fida poco della tecnologia, il 23% mostra paure di natura personale • Gli italiani che annotano il codice “pin” sul bancomat o su di un foglietto nel portafoglio sono in via d’estinzione: ora il 67% lo impara a memoria, il 20% lo trasforma in numero di telefono • Le abitudini rassicurano: quasi la metà degli intervistati preleva sempre allo stesso sportello bancomat (47%), un italiano su tre lo fa presso gli stessi due o tre sportelli (37%) • Solo il 64% dei piccoli esercenti (farmacie, benzinai, tabaccai) accetta il bancomat, ma già il 15% di loro usa i nuovi sistemi di versamento intelligente (il 20% dei tabaccai) Milano, 24 maggio 2011 – Rimane la carta elettronica più diffusa in Italia, ormai il 70% degli italiani ne possiede almeno una, ma incontra ancora spesso qualche resistenza. Come conferma infatti una nuova ricerca Wincor Nixdorf realizzata in collaborazione con Doxa”1, solo il 53% degli italiani usa il bancomat per gestire i propri pagamenti e acquisti quotidiani, il 53% per prelevare. In questo secondo caso, il prelievo medio è di 150 Euro mentre il valore totale dei prelievi nel Paese ogni settimana supera i 4 miliardi di Euro. Volumi importanti per un fenomeno che – nonostante gli oltre trent’anni di servizio in Italia – sconta ancora qualche reticenza da parte di fasce specifiche della popolazione (in prevalenza donne e anziani), soprattutto legata alla sicurezza percepita e alla poca dimestichezza con la tecnologia. Sportello Bancomat, questo sconosciuto (alle spalle) Se solo un italiano su due oggi preleva allo sportello automatico, è pur vero, secondo la ricerca, che gli utenti si ritrovano tutti, chi più chi meno, con gli stessi accorgimenti e pari buon senso davanti ai terminali: ci si guarda alle spalle, si chiede il rispetto della distanza per la riservatezza, si copre la tastiera nel digitare il codice “pin” o ancora si osserva l’integrità della macchina e della tastiera. Ciò che cambia di volta in volta è la tipologia di paure dichiarate. Se infatti il 29% degli intervistati esprime almeno una paura nel prelevare al bancomat, il 27% sottolinea come si fidi ancora poco della tecnologia mentre il 23% mostra paure di natura 1 Nel mese di marzo 2011 sono state realizzate 600 interviste Cati (Computer Assisted Telephone Interviews) a un campione rappresentativo della popolazione italiana 18-74 anni che utilizzano il Bancomat per prelevare. Comunicato Stampa 24/05/2011 personale (riconducibili ad aspetti soggettivi o, per esempio, a persone presenti nelle vicinanze dello sportello). In generale, però, la sensazione di sicurezza allo sportello è aumentata nel tempo, e oggi la stessa consapevolezza dei rischi è di molto cresciuta. Un esempio su tutti: la “specie” di italiani – nel recente passato ancora molto diffusa – che annotano ancora il codice “pin” sul bancomat o in un foglietto nel portafoglio è ormai in via d’estinzione (dichiarano di tener fede a queste errate tradizioni solo, rispettivamente, il 3% e il 7% del campione): ora il 67% degli utenti lo impara a memoria e il 20% lo trasforma in numero di telefono da conservare, magari camuffato, all’interno della rubrica. Le abitudini contano. E rassicurano Quasi la metà degli intervistati preleva sempre allo stesso sportello bancomat (47%), un italiano su tre lo fa presso gli stessi due o tre sportelli (37%). Il luogo che si conosce spinge infatti a credere di poter meglio controllare la situazione e riconoscere eventuali fattori di rischio. Gli italiani sono inoltre più propensi a scegliere un ambiente al chiuso, perché ne ricavano una sensazione di maggior sicurezza. Il 33% di chi preleva all’interno di un’agenzia della banca e il 26% di chi preleva in un locale adiacente si sente infatti del tutto sicuro nell’effettuare questa operazione contro l’8% di chi preleva da sportelli sulla strada o presso centri commerciali. Anche il fatto che l’ambiente sia ben illuminato incide sulla scelta (il 67% degli intervistati ha dichiarato che predilige più spesso sportelli di questo genere). Le abitudini incidono anche su coloro che dichiarano di non utilizzare per nulla il bancomat per prelevare: il 52% di loro si sente infatti più sicuro ad andare in banca dal cassiere, il 45% lo trova più comodo e il 30% ne approfitta per svolgere operazioni particolari. Clonazione, la grande paura Tra le paure che limitano il ricorso al bancomat, quella oggi più diffusa e percepita è sicuramente quella della clonazione della carta. Il 19% degli italiani ha dato infatti a questa voce il massimo valore di rischio percepito. Una risposta adeguata delle banche e l’assunzione di particolari presidi a tutela dell’utente possono aiutare a rassicurare. Tra questi, ad esempio, risultano graditi e valutati importanti le videocamere di sicurezza, gli sms che segnalano prelievi superiori ad un certo importo, i sistemi di allarme che rilevano situazioni sospette a tecnologie innovative di sicurezza aggiuntive rispetto al codice “pin” (come per esempio l’impronta digitale). Piccoli esercenti: il versamento si fa intelligente, i pagamenti meno Ancora oggi solo il 64% dei piccoli esercenti (farmacie, benzinai, tabaccai) accetta pagamenti con il bancomat. Già il 15% di loro usa però i nuovi sistemi di versamento intelligente agli sportelli bancomat per gestire il contante, percentuale che scende al 9% considerando i soli assegni. Se infatti il 51% degli esercenti intervistati si sente del tutto sicuro nel versare allo sportello con il cassiere, una percentuale di poco inferiore, il 30%, dichiara la stessa sicurezza nell’effettuare questa operazione presso uno sportello bancomat. Se presso il cassiere la paura più ricorrente riguarda la possibilità che vengano commessi degli errori nell’accredito sul proprio conto corrente o nel contare il contante, allo sportello bancomat emerge la paura di non poter annullare l’operazione in caso di dubbi o errori o che la carta possa essere clonata. Wincor Nixdorf è uno dei leader mondiali nella fornitura di soluzioni innovative e servizi integrati per i processi di business dei settori bancario e retail, coprendo l´intera catena del valore - progettazione, produzione e implementazione. Obiettivo primario del Gruppo è sostenere banche e imprese del settore retail nel loro processo di trasformazione e sviluppo tecnologico, aiutandole a cogliere le opportunità strategiche derivanti dall’applicazione delle innovazioni It nelle attività front e back office. Oggi Wincor Nixdorf – quotata alla Borsa di Francoforte - conta a livello mondiale circa 9.000 dipendenti e un fatturato di 2,239 miliardi di Euro. E’ presente in circa 100 paesi, con 41 filiali consociate nazionali. I dati di mercato fatti registrare nel 2009 indicano che, nel segmento degli Atm, Wincor Nixdorf è leader di mercato in Germania e al secondo posto a livello mondiale; nel mercato retail, Wincor Nixdorf è leader di mercato in Europa. In Italia il gruppo Wincor Nixdorf, con sedi a Milano, Roma, Bologna, Ponte Buggianese e Castel del Piano, è organizzato per soddisfare il mercato con un’offerta integrata e completa, dalla consulenza, alle soluzioni e ai servizi It per i mercati del Banking e del Retail. Per maggiori informazioni su Wincor Nixdorf visitare il sito: http://www.Wincor-nixdorf.com/ |
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CONVEGNO NAZIONALE SUI DISTRETTI DEL COMMERCIO - CON DE RITA, SANGALLI E VENTURI - LUNEDÌ 30 MAGGIO 2011 - FIERA DI BERGAMO
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“Distretto del commercio. Un’innovazione. Molte sfide”. E questo l’argomento su cui Carlo Sangalli, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia, Marco Venturi, presidente Confesercenti, e Giuseppe De Rita, presidente Censis, discuteranno lunedì 30 maggio in Fiera a Bergamo durante il convegno sui distretti del commercio voluto dalla Camera di Commercio di Bergamo, da Regione Lombardia in collaborazione con Ascom Bergamo e Confesercenti Bergamo. Si tratta di un primo momento di confronto a livello nazionale sul ruolo del distretto del commercio e sul processo di cambiamento di questa nuova politica commerciale voluta da Regione Lombardia. L’obiettivo è di fare il punto sulle esperienze in atto e di indicare le linee guida di sviluppo e le opportunità offerte dai distretti. Il focus avrà inizio alle ore 9.30 nella Sala Caravaggio dell’Ente Fieras con i saluti del presidente della Camera di Commercio di Bergamo Paolo Malvestiti. Esperti di sistemi locali distrettuali, rappresentanti delle categorie, e amministratori si confronteranno sul tema della competitività delle attività commerciali nel nuovo contesto dei distretti commerciali. Enrico Capitanio, direttore vicario Assessorato Commercio Turismo e Servizi della Regione Lombardia, spiegherà come il distretto sia un importante strumento di rilancio del territorio e Luca Zanderighi, ordinario di marketing dell’Università degli Studi di Milano, interverrà sul valore innovativo e di sviluppo del distretto del commercio. Alla 11,15 Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, e Marco Venturi, presidente di Confesercenti, dialogheranno sull’importanza di “fare rete come modalità di crescita delle imprese” e “di fare sistema tra soggetti per valorizzare il territorio, il turismo e la qualità della vita”. A seguire il presidente Censis, Giuseppe De Vita, interverrà su “Il distretto del commercio come soggetto di sviluppo e di crescita di una comunità”. Le conclusioni dei lavori sono affidate al presidente della Regionale Lombardia, Roberto Formigoni. La giornata è rivolta a commercianti e amministratori. Ascom tel. 035 4120201 o Confesercenti tel. 035 4207277 |
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L’E-COMMERCE È PRATICO, UTILE, NON FA PAURA AI GIOVANI E CONVINCE ANCHE GLI OVER50 |
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Il 23% di chi ha esordito meno di 12 mesi fa oggi acquista online più di 20 prodotti all’anno e, con uno scontrino medio di 172 euro, è il benessere la novità 2011. La seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report, nato dalla collaborazione tra Netcomm e Contactlab, ha visto 62.000 consumatori rispondere a un questionario sui comportamenti e-commerce. Aumenta costantemente la fiducia da parte degli utenti web: il 90% acquista online, + 3% rispetto allo scorso anno. Qual è lo stato dell’E-commerce in Italia? Lo raccontano direttamente gli oltre 30 operatori del settore e-commerce e 62.000 utenti Internet, navigatori e acquirenti che quest’anno hanno partecipato all’indagine sui comportamenti d’acquisto online nata dalla collaborazione tra Netcomm - Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e Contactlab, azienda specializzata in soluzioni e consulenza di digital direct marketing e presentata oggi in apertura del Netcomm E-commerce Forum di Milano. La seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report (disponibile per il download all’indirizzo http://www.Contactlab.com/ecommercereport) rivela che, rispetto al 2010, i consumatori comprano più spesso (47%), spendono di più (48%) e diversificano maggiormente i propri acquisti (45%). Aumenta la loro fiducia nel mezzo e anzi, il 23% di chi ha iniziato a comprare online nell’ultimo anno non si è fermato al primo acquisto, ma è nel novero degli heavy e-buyer (+10% rispetto allo scorso anno), con all’attivo più di 20 prodotti all’anno. “Anche quest’anno la seconda edizione dell’E-commerce Consumer Behaviour Report si conferma come la più ampia rilevazione mai condotta sui comportamenti di acquisto online degli italiani - commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico italiano - .L’indagine ha permesso di analizzare una popolazione per cui comprare online è diventata una vera e propria abitudine di consumo. Osserviamo infatti una diffusione sempre maggiore dell’e-commerce e assistiamo a un innalzamento delle fasce di età degli acquirenti il cui 30% ha più di 50 anni. Inoltre, se l’87% compra da casa, il 3% utilizza il proprio smarthphone o tablet; ben il 48% predilige l’orario serale o notturno per effettuare la transazione e tra i settori più gettonati troviamo, novità assoluta, il benessere, con una spesa media di 172 euro”. L’acquisto online è considerato un canale attrattivo per la sua praticità e la sua utilità: dopo la consueta attività di screening (informarsi nel dettaglio sul prodotto/servizio d’interesse, 74%; navigare alla ricerca di un nuovo prodotto/servizio, 54%), quello che l’utente online desidera, quando utilizza Internet per acquistare, è comunicare con l’azienda (42%) e, infine, condividere la sua esperienza con gli altri, direttamente o tramite i canali online. Nella scelta del sito da cui acquistare, l’utente guarda prima di tutto l’usabilità e la ricchezza delle informazioni messe a disposizione (88%). La notorietà del sito è molto importante per il 61% degli utenti, mentre la pubblicità sui canali tradizionali e sul web non è ritenuta così rilevante dalla maggioranza degli acquirenti online. “Fra i dati più rilevanti emersi - annuncia Massimo Fubini, Amministratore Delegato di Contactlab - l’aumento di fiducia nel commercio elettronico: rispetto al 2010 è aumentata del 3% la quota degli intervistati che dichiara di fare acquisti sul web. Se al primo posto tra i fattori che spingono a effettuare un acquisto online troviamo la comodità di poterlo fare in ogni momento, una maggiore attenzione agli aspetti legati alla logistica e al customer care potrebbe far propendere all’acquisto online chi ancora non lo fa e chi compra ancora pochi prodotti. Anche chi non acquista online trova su Internet prodotti e servizi di proprio interesse: solo il 23% dichiara di non acquistare perché non soddisfatto dell’offerta e le paure in termini di sicurezza si collocano soltanto al 5° posto tra i motivi di non-acquisto. Rimane tuttavia preponderante il bisogno di verificare la qualità del prodotto (78%) e la necessità di avere un rapporto diretto con il venditore, la cui mancanza blocca il 69% degli utenti”. Fasce d’età e fiducia nell’acquisto online Il 90% dei rispondenti è rappresentato da acquirenti; resta quindi un 10% che non compra online. Si nota una buona rappresentanza delle fasce più mature della popolazione: il 57% dei rispondenti ha tra i 30 e i 59 anni, il 29% si colloca tra i 50 e i 79. Dati che confermano le rilevazioni dello scorso anno e smentiscono le convinzioni sulla minor confidenza degli adulti con la rete. Ancor più interessante è la differenza dei comportamenti tra i non acquirenti a seconda delle diverse fasce d’età: il 71% dei cosiddetti “nativi digitali” (10-19 anni) e il 44% dei giovani tra i 20 e i 29 anni, pur non acquistando, non considera insicuro inviare i propri dati via internet. La sicurezza diventa invece una barriera all’acquisto più rilevante al crescere dell’età ma in generale l’E-commerce riscuote un giudizio molto positivo su tutti i fronti: gli utenti trovano sempre più semplice reperire informazioni (70%) e apprezzano l’ampliamento e il miglioramento dell’offerta di prodotti e servizi (68% e 67%). Il 63% riscontra una maggiore semplicità nelle procedure di acquisto e ritiene più sicuro effettuare pagamenti online. Perché, quando e dove si fanno acquisti online L’e-commerce si diffonde sempre più nelle abitudini e negli spazi di vita degli acquirenti. La disponibilità 24h/24 (85%), il vantaggio economico (83%) e il risparmio di tempo (80%) sono i primi fattori a spingere verso l’acquisto online. Si acquista dall’ufficio (26%) ma anche da smartphone o tablet (3%). Un dato interessante che dimostra la tendenza, che si va sempre più consolidando negli ultimi anni, di spostare la fruizione di Internet sui dispositivi mobili. “Uno spunto interessante per tutti gli operatori che utilizzano canali di vendita online – conferma Roberto Liscia - quanti di loro hanno un sito e dei sistemi di pagamento ottimizzati per il mobile? È senza dubbio una delle leve strategiche su cui puntare per vincere la sfida della competitività davanti a un consumatore che ha sempre meno tempo e vuole tutto e subito, e che magari approfitta di un veloce break per fare un acquisto dal proprio cellulare”. L’acquisto serale e notturno - dunque al di fuori degli orari di apertura dei negozi offline - è un’abitudine del 48% dei rispondenti. Un dato interessante per i commercianti, che devono cominciare a pensare a un approccio multicanale alle vendite se non vogliono perdere una cospicua fetta di clienti. In generale comunque poter acquistare ovunque ci si trovi e indifferentemente in vari momenti della giornata (41%) cattura una buona porzione dei rispondenti, che per il 60% paga con carta di credito e solo nel 12% dei casi paga invece in contanti alla consegna. La spesa media online nel corso dell’anno Gli utenti web hanno le idee chiare su quanto hanno speso in un anno per le varie categorie merceologiche. La spesa più consistente è senza dubbio quella dedicata al turismo con più di 800€ all’anno per soggiorni e vacanze; seguono i prodotti alimentari e le assicurazioni con più di 600€. Importante è anche il budget riservato a libri, cd, dvd, ebook, quotidiani e riviste (200 €), mentre fa il suo ingresso con una spesa media rilevante (172 €) il benessere (estetista, terme, spa, massaggi). Una nuova fetta di mercato che ha conquistato l’e-commerce ed è destinata ad espandersi, considerando anche il recente fenomeno dei gruppi di acquisto online che nell’ultimo anno ha avuto un forte boom in Italia. Canali di informazione per l’acquisto online: email marketing affidabile per il 54% degli utenti Il 71% degli utenti ritiene affidabili i motori di ricerca per trovare offerte e promozioni; il 54% ha dato invece un giudizio positivo sull’affidabilità delle newsletter. “Il dato riflette il grande peso attribuito dagli acquirenti alle offerte che provengono dal direct marketing - commenta Fubini -. Il risultato è molto soddisfacente e nello stesso tempo ci spinge a nuove sfide per incrementare la fiducia e l’utilizzo di questo canale. In particolare, fa capire quanto sia sempre più strategico per un’azienda elaborare un programma di email marketing in grado di aumentare l’engagement e interpretare i comportamenti degli utenti per catturarne la scelta attraverso messaggi chiari, mirati e incisivi”. Leve strategiche per creare o aumentare l’engagement Anche quest’anno, oltre a prezzi più vantaggiosi, l’acquirente online richiede più comodità: l’81% di chi già compra online farebbe più acquisti se potesse concordare data e ora di consegna del prodotto. I non acquirenti sarebbero invece più propensi ad acquistare online se potessero autorizzare il pagamento dopo aver ricevuto la merce (78%) o se fosse chiaramente espressa la possibilità di restituirla se non soddisfatti (76%). Un suggerimento importante per i Merchant, che potrebbero comunicare più efficacemente questa opzione. “Dalle preferenze manifestate dagli utenti - conclude Roberto Liscia - emerge una mancanza di trasparenza da parte dei siti di e-commerce, in relazione sia alle condizioni di vendita sia alla possibilità, obbligatoria per legge, di restituire il prodotto: questa percezione di complicatezza non incoraggia né i neofiti né gli heavy user a fare acquisti sul web. Abbiamo ottenuto un grande traguardo grazie agli sforzi comuni dei venditori online per diminuire le paure legate alla sicurezza. Oggi le nuove leve per il successo sono la logistica e il customer care: in due parole quindi, servono trasparenza e attenzione ai bisogni dell’utente”. Il Report completo con tutti i risultati dell’indagine è disponibile per il download gratuito all’indirizzo http://www.Contactlab.com/ecommercereport |
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“NAVIGARE SICURI”, L’INIZIATIVA DI TELECOM ITALIA PER SENSIBILIZZARE MINORI E GENITORI AD UN USO CONSAPEVOLE DEL WEB, HA PRESENTATO A MILANO UN PRIMO BILANCIO DELL’ATTIVITA’
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I principali risultati raggiunti da Navigare Sicuri (www.Navigaresicuri.org ), l’iniziativa di Telecom Italia per sensibilizzare minori e genitori a un uso consapevole del Web, sono stati illustrati a Milano presso l’Istituto Comprensivo Teodoro Ciresola. Il progetto, che è stato sviluppato in stretta collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che si avvale dell’apporto delle consolidate competenze della Fondazione Movimento Bambino e di Save the Children, si propone di aiutare i più giovani a valorizzare le straordinarie potenzialità delle nuove tecnologie come risorsa di conoscenza e momento di socializzazione, di informazione, di crescita, evitandone il più possibile le insidie. Il progetto Navigare Sicuri ha messo in campo una grande varietà di strumenti: un sito web, la presenza sui principali social network, un tour nelle scuole e nelle piazze di 20 città italiane in 10 regioni, percorsi didattici per alunni e docenti, iniziative di alfabetizzazione digitale e sensibilizzazione degli adulti, pubblicazioni studiate appositamente per i diversi destinatari. Dalla sua partenza - da Torino lo scorso 3 novembre - il bus di Navigare Sicuri, allestito con 5 postazioni multimediali e una lavagna interattiva, ha percorso oltre 12.000 km in Italia coinvolgendo 40.000 bambini e ragazzi direttamente negli istituti scolastici, facendo così interagire complessivamente 100.000 persone tra le attività nelle scuole e nelle piazze interessate dal tour. I riscontri da parte dei giovani incontrati nelle scuole sono stati numerosi e significativi: un ragazzo di Trieste ha confessato di aver subito un caso di adescamento e di averlo superato parlandone con amici più grandi, una ragazza di Cagliari ha aperto un profilo su Facebook con la madre e navigano assieme, un giovane dell´Aquila ha denunciato da solo alla Polizia un caso di cyberbullismo subito a scuola. Il bus di Navigare Sicuri ha fatto tappa a Cuneo, Nuoro, Cagliari, Napoli, Salerno, Roma, Latina, L’aquila, Pescara, Livorno, Firenze, Bologna, Parma, Trieste, Udine, Lecce, Bari, Brescia e in questi ultimi giorni si è fermato a Milano. Durante questo lungo itinerario attraverso il paese, i ragazzi sono stati accompagnati alla scoperta del Web da un testimonial d’eccezione: Geronimo Stilton. Il sito di Navigare Sicuri (www.Navigaresicuri.org ), organizzato come un blog dedicato alla sicurezza on line - con un flusso costante di informazioni, curiosità e interazioni, con gli esperti, nonché un servizio diretto di Segnalazione di Abuso per le situazioni più critiche - ha raggiunto punte di 500.000 utenti unici al mese. Nel corso di quest’anno il progetto Navigare Sicuri si è aperto anche ai social network come Facebook, Youtube e Twitter, con proprie pagine nelle quali sono state comunicate tutte le attività del tour. In rete il progetto è seguito da una community di oltre 11.000 fans su Facebook. Durante l’incontro odierno sono stati inoltre resi noti i finali dei film più votati online dai ragazzi. Attraverso tre minifilm realizzati in collaborazione con la Scuola Holden, infatti Navigare Sicuri ha affrontato le tematiche dell´adescamento, del furto d´identità e del cyber bullismo, chiedendo al pubblico delle scuole e del web di scegliere il finale preferito tra tre alternative. Con 3.760 voti per il film sull’adescamento “Solo per parlare” diretto da Costanza Quatrifoglio, i ragazzi hanno scelto il finale “L’appuntamento” (http://navigaresicuri.Telecomitalia.it/teenagers/video_03.html ). Con 2.740 voti per quello riguardante il furto d’identità “La Maga” diretto da Toni D’angelo i ragazzi hanno scelto il finale “Guarda bene” (http://navigaresicuri.Telecomitalia.it/teenagers/video_01.html ). Con 4.840 voti per il film sul cyberbullismo “Questa non sono io” diretto da Adriano Giotti e Filippo Losito, i ragazzi hanno scelto il finale "Un banco vuoto” (http://navigaresicuri.Telecomitalia.it/teenagers/video_02.html ). “La diffusione di Internet e delle più avanzate tecnologie di comunicazione nel nostro Paese è tra i principali obiettivi di Telecom Italia” sottolinea Franco Bernabè, Presidente Esecutivo di Telecom Italia. “In questo impegno non possiamo però dimenticarci dei più piccoli e degli adolescenti, che non sempre hanno le capacità e i mezzi per avvicinarsi senza rischi al Web. Navigare Sicuri rappresenta quindi uno strumento concreto con cui Telecom Italia si propone di dare il suo contributo, al fianco dei genitori, alla crescita di una nuova generazione di internauti più matura e consapevole” |
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GIUSTIZIA EUROPEA: ACCESSO AI DOCUMENTI E SOVRACCOSTI TRAGHETTI PASSEGGERI
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Nella decisione 16 marzo 2004, 2005/163/Ce, relativa agli aiuti di Stato corrisposti dall’Italia alle compagnie marittime Adriatica, Caremar, Siremar, Saremar, Toremar (Gruppo Tirrenia), la Commissione ha parzialmente accolto una domanda presentata dalle autorità italiane volta ad ottenere la soppressione, nella versione pubblica della decisione, dei dati relativi agli elementi di costo delle imprese del gruppo Tirrenia (tabelle 128 e 140) ed ha comunicato alla Navigazione Libera Del Golfo Spa (Nlg) la versione non confidenziale della decisione. Nel 2004, l´Avv. Ravenna, avvocato della Nlg, ha chiesto alla Commissione di trasmettergli il testo integrale della decisione con i dati analitici che non sono riprodotti nelle tabelle inserite ai punti 128 e 140 della decisione stessa, ivi compresi i sovraccosti sostenuti dalla Caremar su base annua e concernenti, in particolare, i servizi di trasporto passeggeri svolti sulla linea Napoli/capri, tanto con traghetti quanto con unità veloci. La direzione generale dell’energia e dei trasporti della Commissione ha negato l’accesso ai dati in quanto coperti dal regime delle eccezioni per cui l’istituzione nega l’accesso a un documento la cui divulgazione arrechi pregiudizio alla tutela degli interessi commerciali di una persona fisica o giuridica. I dati in questione dovevano essere considerati riservati, conformemente alla comunicazione della Commissione 1° dicembre 2003, C (2003) 4582, relativa al segreto d’ufficio nelle decisioni in materia di aiuti di Stato. Il 3 febbraio 2005 il segretariato generale della Commissione ha confermato il diniego di accesso ai documenti («prima decisione impugnata»). Nel 2005 la ricorrente ha proposto un ricorso d’annullamento della prima decisione, registrato (T-109/05). Con lettera 9 giugno 2005, l´Avv. Ravenna ha ribadito la sua domanda d’accesso ai soli documenti contenenti informazioni e dati dettagliati trasmessi dalle autorità italiane per giustificare i diversi sovraccosti sostenuti annualmente dalla Caremar nell’esecuzione degli obblighi di servizio pubblico di trasporto passeggeri sulla linea Napoli-beverello/capri, tanto con traghetti quanto con unità veloci. La direzione generale energia e trasporti della Commissione (avendo consultato le autorità italiane che si sono opposte alla divulgazione) ha negato l’accesso a tali documenti e il 12 ottobre 2005 il segretariato generale della Commissione ha confermato il diniego iniziale della direzione generale energia e trasporti («seconda decisione impugnata»). La ricorrente ha allora proposto un secondo ricorso d’annullamento, circa la seconda decisione (T-444/05). La sentenza del Tribunale 4 marzo 2009, cause riunite T-265/04, T-214/04 e T-504/04, Tirrenia di Navigazione/commissione, ha annullato la decisione 2005/163. La ricorrente ha ritenuto di conservare un interesse attuale ad agire nelle due cause, considerata la necessità di disporre dei dati relativi all’importo degli oneri effettivamente a carico della Caremar, attinenti ai servizi pubblici resi sulla linea Napoli Beverello/capri, nonché delle sovvenzioni annualmente accordatele a tale titolo, in quanto detti documenti potrebbero consentirle di avviare eventuali azioni in giudizio. Nlg ha fatto valere vari motivi attinenti ad errori di diritto, violazione dei principi di non discriminazione e di proporzionalità, nonché violazione dell´obbligo di motivazione. Il Tribunale considera che la prima decisione impugnata deve essere annullata per la parte in cui è viziata da un difetto di motivazione relativo alla domanda specifica degli elementi dettagliati dei sovraccosti sostenuti su base annua dalla Caremar e riguardanti i servizi di trasporto passeggeri svolti sulla linea Napoli-beverello/capri, tanto con traghetti quanto con unità veloci (la Commissione non ha comunicato le ragioni che avrebbero consentito alla ricorrente di conoscere le giustificazioni del diniego di accesso agli elementi dei sovraccosti). La seconda decisione impugnata deve essere annullata in quanto la Commissione non vi ha menzionato le ragioni fatte valere dalle autorità italiane al fine di concludere per l’applicazione di una delle eccezioni al diritto di accesso. Il Tribunale dichiara e statuisce: La decisione della Commissione 3 febbraio 2005, D (2005) 997, è annullata nella parte in cui riguarda il diniego di accesso agli elementi dettagliati dei sovraccosti sostenuti su base annua dalla Caremar Spa relativi ai servizi di trasporto passeggeri svolti sulla linea Napoli-beverello/capri, tanto con traghetti quanto con unità veloci. Il ricorso nella causa T-109/05 è respinto per il resto. La decisione della Commissione 12 ottobre 2005, D (2005) 9766, è annullata. Sentenza nelle cause riunite T-109/05 e T-444/05, Navigazione Libera del Golfo Spa/commissione europea) (Accesso ai documenti delle istituzioni – Documenti riguardanti gli elementi dei costi che derivano dagli obblighi di servizio pubblico in materia di aiuti di Stato) |
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GIUSTIZIA EUROPEA: GLI STATI MEMBRI NON POSSONO RISERVARE AI LORO CITTADINI L´ACCESSO ALLA PROFESSIONE NOTARILE
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Benché le attività notarili, come definite attualmente negli Stati membri interessati, perseguano obiettivi d’interesse generale, esse non partecipano all´esercizio dei pubblici poteri ai sensi del Trattato CE.
La Commissione ha proposto taluni ricorsi per inadempimento nei confronti di sei Stati membri (Belgio, Germania, Grecia, Francia, Lussemburgo e Austria) in quanto essi riservano ai loro cittadini l´accesso alla professione notarile, circostanza che costituisce, a suo avviso, una discriminazione fondata sulla cittadinanza vietata dal Trattato CE. La Commissione contesta inoltre al Portogallo, oltre che agli Stati sopra citati, fatta eccezione per la Francia, il fatto di non applicare ai notai la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
La principale questione sollevata è se le attività rientranti nella professione notarile partecipino o meno all´esercizio dei pubblici poteri ai sensi del Trattato CE. Questo prevede infatti che siano escluse dall´applicazione delle disposizioni relative alla libertà di stabilimento le attività che partecipano, sia pure occasionalmente, all´esercizio dei pubblici poteri. Orbene, gli Stati membri coinvolti, pur ammettendo che il notaio presta generalmente i propri servizi nel loro territorio nell´ambito di una professione liberale, affermano che egli è un pubblico ufficiale che partecipa all´esercizio dei pubblici poteri e la cui attività è esclusa dalla disciplina sulla libertà di stabilimento.
Nella prima parte delle sentenze odierne la Corte di giustizia precisa che i ricorsi della Commissione riguardano solo il requisito di cittadinanza previsto per l’accesso alla professione notarile dalle normative nazionali e non vertono sull’organizzazione del notariato in quanto tale.
Al fine di valutare se le attività dei notai partecipino all’esercizio dei pubblici poteri ai sensi del Trattato CE, la Corte esamina poi le competenze dei notai negli Stati membri interessati e ricorda anzitutto che solo le attività che costituiscono una partecipazione diretta e specifica all´esercizio dei pubblici poteri possono beneficiare di una deroga all´applicazione del principio della libertà di stabilimento.
La Corte rileva a tal proposito che il notaio, quale pubblico ufficiale, ha principalmente il compito di autenticare gli atti giuridici. Mediante tale intervento – obbligatorio o facoltativo in funzione della natura dell´atto – il notaio constata il ricorrere di tutti i requisiti stabiliti dalla legge per la realizzazione dell´atto, nonché la capacità giuridica e la capacità di agire delle parti. L´atto pubblico gode inoltre di un´efficacia probatoria qualificata nonché di efficacia esecutiva.
Tuttavia, la Corte sottolinea che sono oggetto di autenticazione gli atti o le convenzioni alle quali le parti hanno liberamente aderito. Sono infatti le parti stesse a decidere, nei limiti posti dalla legge, la portata dei loro diritti e obblighi e a scegliere liberamente le pattuizioni alle quali vogliono assoggettarsi allorché presentano un atto o una convenzione al notaio per l’autenticazione. L’intervento del notaio presuppone quindi la previa esistenza di un consenso o di un accordo di volontà delle parti. Inoltre, il notaio non può modificare unilateralmente la convenzione che è chiamato ad autenticare senza avere preliminarmente ottenuto il consenso delle parti. L’attività di autenticazione affidata ai notai non comporta quindi una partecipazione diretta e specifica all’esercizio dei pubblici poteri. La circostanza che determinati atti o determinate convenzioni debbano essere obbligatoriamente oggetto di autenticazione a pena di nullità non è idonea ad inficiare tale conclusione, in quanto è usuale che la validità di atti diversi sia assoggettata a requisiti di forma o ancora a procedure obbligatorie di convalida.
Del pari, Il fatto che l’attività dei notai persegua un obiettivo di interesse generale, ossia quello di garantire la legalità e la certezza del diritto degli atti conclusi tra privati, non è sufficiente, di per sé, a far considerare tale attività come partecipazione diretta e specifica all’esercizio dei pubblici poteri. Infatti, le attività svolte nell’ambito di diverse professioni regolamentate comportano di frequente l’obbligo, per le persone che le compiono, di perseguire un obiettivo del genere, senza che dette attività rientrino per questo nell’ambito dell’esercizio di tali poteri.
Per quanto riguarda l’efficacia probatoria degli atti notarili, la Corte rileva che essa rientra nel regime delle prove degli Stati membri e non ha quindi un’incidenza diretta sulla qualificazione dell’attività notarile di redazione di tali atti. Quanto all´efficacia esecutiva degli atti stessi, essa si fonda sulla volontà delle parti che si presentano dinanzi al notaio proprio per stipulare un atto di tal genere e per far conferire allo stesso efficacia esecutiva, dopo che il notaio ne ha verificato la conformità alla legge
Oltre alle attività di autenticazione degli atti, la Corte esamina le altre attività attribuite ai notai negli Stati membri interessati – quali la partecipazione ai pignoramenti immobiliari o l´intervento in materia di diritto successorio – e afferma che esse non implicano alcun esercizio dei pubblici poteri. Infatti, la maggior parte di tali attività viene svolta sotto la vigilanza di un giudice o in conformità alla volontà dei clienti.
La Corte rileva poi che, nei limiti delle rispettive competenze territoriali, i notai esercitano la loro professione in condizioni di concorrenza, circostanza che non è caratteristica dell´esercizio dei pubblici poteri. Del pari, essi sono direttamente e personalmente responsabili, nei confronti dei loro clienti, dei danni risultanti da qualsiasi errore commesso nell’esercizio delle loro attività, a differenza delle pubbliche autorità, per i cui errori assume responsabilità lo Stato.
La Corte afferma di conseguenza che le attività notarili, come attualmente definite negli Stati membri in questione, non partecipano all´esercizio dei pubblici poteri ai sensi dell’art. 45 del Trattato CE. Pertanto, il requisito di cittadinanza previsto dalla normativa di tali Stati per l´accesso alla professione di notaio costituisce una discriminazione fondata sulla cittadinanza vietata dal Trattato CE.
Infine, nella seconda parte delle sue sentenze la Corte rileva che, tenuto conto delle circostanze particolari che hanno accompagnato l´iter legislativo, sussisteva una situazione di incertezza nell´Unione quanto all´esistenza di un obbligo sufficientemente chiaro per gli Stati membri di trasporre la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali per quanto riguarda la professione di notaio. Per questa ragione, la Corte respinge la censura volta a far accertare che gli Stati membri sono venuti meno agli obblighi ad essi incombenti in forza di tale direttiva.
Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 24 maggio 2011,Sentenze nelle cause C-47/08, C-50/08, C-51/08, C-53/08, C-54/08, C-61/08 e C-52/08
Commissione/Belgio, Commissione/Francia, Commissione/Lussemburgo, Commissione/Austria, Commissione/Germania, Commissione/Grecia, Commissione/Portogallo |
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PRIVACY: AUTORIZZAZIONI DEL GARANTE IN TEMA DI MEDIAZIONE CIVILE
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Il Garante per la Privacy ha emanato un Provvedimento 21 aprile 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 3 maggio 2011 n. 101, che semplifica le procedure e gli adempimenti degli organismi di mediazione delle controversie civili, pubblici e privati, che trattano dati sensibili e giudiziari. La mediazione, disciplinata dal Decreto legislativo n. 28/2010, è una procedura obbligatoria, affidata ad organismi iscritti in un apposito registro presso il Ministero della giustizia, da esperirsi prima di esercitare in giudizio un´azione in una serie di materie di particolare rilevanza: condominio, eredità, locazione, risarcimento del danno da incidenti stradali, diffamazione a mezzo stampa, contratti assicurativi, bancari, finanziari. Poiché la mediazione civile comporta l´uso dei dati personali, anche di tipo sensibile e giudiziario, delle parti che si avvalgono di tale istituto, il Garante ha fissato i principi e le misure per il corretto trattamento dei dati con due specifiche deliberazioni: la Deliberazione n. 161/2011 autorizza il trattamento dei dati sensibili nell´attività di mediazione civile, mentre la Deliberazione n. 162/2011 autorizza il trattamento dei dati a carattere giudiziario correlato all´attività di mediazione civile. Entrambe le deliberazioni sono valide fino al 30 giugno 2012 |
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CAMERA DI COMMERCIO: IMPORTO E MODALITÀ DI PAGAMENTO DEL DIRITTO ANNUALE 2011
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Le aziende devono pagare il diritto annuale 2011 alla Camera di Commercio, che con apposito documento illustra le modalità e l´ammontare per le aziende iscritte alla sezione ordinaria e speciale del Registro delle Imprese. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 maggio 2011 ha disposto lo slittamento del termine di versamento del primo acconto delle imposte sui redditi, con proroga che si applica anche al diritto annuale, dal 16 giugno al 6 luglio 2011 |
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ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI: RINNOVO DELLE CARICHE ASSOCIATIVE
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L’associazione Italiana Editori ha rinnovato nell’Assemblea Generale di oggi le proprie cariche associative: Marco Polillo Presidente Aie, Stefano Mauri (Gems) presidente del Gruppo Editoria di Varia, Mirka Daniela Giacoletto Papas (Egea), presidente del Gruppo Accademico Professionale, Michele Lessona (De Agostini), presidente del Gruppo Educativo ed infine Enrico Iacometti (Armando) presidente del Gruppo Piccoli Editori. La rinnovata presidenza intende dare continuità alla politica del precedente mandato valorizzando la compattezza degli editori all’interno dell’Associazione come strumento per affrontare la crisi. Si rafforza l’attenzione alle istituzioni con tutte le implicazioni legislative ed economiche che questo comporta e resta centrale il ruolo dell’Aie nelle trasformazioni dell’editoria inevitabilmente legate allo sviluppo tecnologico. In questo senso deve continuare con decisione l’azione di difesa del diritto d’autore inteso come elemento fondamentale per garantire lo sviluppo |
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