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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Luglio 2011
AGENDA DIGITALE: I CITTADINI EUROPEI PREFERISCONO I PACCHETTI COMPRENDENTI INTERNET, TELEFONO E TV E NON OTTENGONO LA VELOCITA´ DI INTERNET E LA QUALITA´ DEI SERVIZI LORO PROMESSI.  
 
Bruxelles, 13 luglio 2011 – Una nuova indagine Eurobarometro evidenzia che quattro famiglie europee su dieci comprano servizi internet, telefonici e televisivi “integrati” da un unico fornitore. Secondo l’indagine, inoltre, il 65% delle persone limita l’uso del cellulare per via dei costi e le telefonate via internet sono sempre più popolari. L’indagine “E-communications Household” è stata realizzata tra il 9 febbraio e l’8 marzo 2011 su un campione di 27 000 famiglie rappresentative della popolazione dell’Unione europea. Una persona su quattro tra quelle interpellate ritiene che la velocità di upload e download di internet non rispetti le condizioni del contratto che hanno sottoscritto (un problema già rilevato nella comunicazione “Neutralità della rete” della Commissione – vedi Ip/11/486) e uno su tre dichiara di aver subito interruzioni della connessione. La nuova legislazione dell’Ue in vigore dal 25 maggio 2011 impone ai fornitori di servizi di fornire ai clienti, prima che firmino un contratto, informazioni esaustive e affidabili sui livelli di qualità minimi, concernenti la velocità effettiva della connessione ed eventuali limiti della velocità di internet (vediMemo/11/319). La Commissione sta attualmente analizzando la velocità della banda larga e altre questioni relative alla trasparenza e alla qualità (vediIp/11/486). Neelie Kroes, Commissaria per l’Agenda digitale e vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: “I consumatori ci stanno facendo capire chiaramente che sono preoccupati perché non ottengono la velocità di internet e la qualità dei servizi loro promessi. Le autorità nazionali devono adottare provvedimenti adeguati per garantire che gli operatori rispettino le nuove regole dell’Ue che impongono loro la massima trasparenza in materia di velocità di connessione e qualità del servizio. Se ciò non bastasse, non esiterò ad adottare altre misure sotto forma di orientamenti normativi o addirittura atti normativi.” Dall’indagine emerge inoltre che i cittadini Ue sono preoccupati per la questione della riservatezza dei dati – l’88% degli intervistati ha dichiarato che gradirebbe essere informato in caso di smarrimento, alterazione o furto dei dati raccolti dal fornitore di servizi di telecomunicazione. Secondo le nuove regole in vigore dal 25 maggio 2011 (vedi Memo/11/320), gli operatori di telecomunicazioni e i fornitori di servizi internet sono tenuti ad adottare misure di sicurezza rigorose per tutelare il nome, l’indirizzo email e le coordinate del conto bancario dei loro clienti, ma anche i dati relativi alle telefonate e alle sessioni internet effettuate. Le nuove regole impongono agli operatori di informare immediatamente le autorità preposte alla protezione dei dati e i loro clienti qualora si verificasse una violazione della sicurezza o la perdita o il furto di dati personali. Dall’indagine è emerso inoltre che: 98% dei nuclei famigliari dell’Ue ha accesso al telefono e una percentuale in costante crescita ha accesso alla telefonia mobile (attualmente 89%). Il 62% ha sia il telefono fisso che il cellulare mentre il 9% ha solo la linea fissa. 98% dei nuclei famigliari dell’Ue ha un televisore. Si tratta perlopiù di Tv via cavo (35%), digitale terrestre (30%, con un aumento di 7 punti percentuale da novembre-dicembre 2009). Servizi integrati – pacchetti di servizi telecom - 42% dei nuclei famigliari è abbonato a un servizio “integrato”, mentre 61% di tutti gli accessi internet e metà dei servizi di telefonia fissa sono acquisitati nell’ambito di un pacchetto. 41% dei nuclei famigliari ha dichiarato che il principale vantaggio di questi pacchetti è la comodità di avere un unico fornitore di servizi ed un’unica fattura. 33% ritiene che questa soluzione costi meno rispetto al pagamento separato di ciascun servizio. Tuttavia 16% ritiene che i pacchetti offrono servizi di cui i clienti non hanno bisogno e un ulteriore 10% si interroga sulla mancanza di trasparenza e chiarezza in relazione ai costi e alle condizioni di ciascun servizio. Cambiamento di fornitore - Sei famiglie su dieci dichiarano di non aver mai preso in considerazione la possibilità di cambiare fornitore di servizi. 77% delle famiglie sono “inerti”, ossia non cambierebbero mai il pacchetto che hanno sottoscritto. Il 12% dei nuclei famigliari cambia regolarmente fornitore e un altro 12% vorrebbe cambiare fornitore ma non lo fa per svariate ragioni. Tra i rischi insiti nel cambiamento di fornitore si annovera il rischio di interruzione temporanea del servizio e di dover pagare più fornitori nella fase del passaggio e le scarse informazioni sulla procedura da seguire per effettuare questo cambiamento. La qualità dei servizi desta forti preoccupazioni - Oltre ai problemi riscontrati in relazione alla velocità di connessione e le interruzioni di connessione, un interpellato su quattro segnala difficoltà nel collegamento alla rete mobile e una percentuale analoga menziona l’interruzione delle comunicazioni mobili nel corso di una chiamata. Preoccupazione circa i costi dell’uso dei cellulari e degli smartphone - Il 65% dei partecipanti limita le telefonate da cellulari per problemi di costi (con un aumento del 4% rispetto all’indagine precedente svolta in novembre - dicembre 2009). Metà delle persone che hanno accesso ad internet con il loro smartphone limitano la navigazione per via dei costi. Le chiamate gratis o a costo ridotto dal computer o da un dispositivo Wifi stanno aumentando, 28% dei nuclei famigliari effettua questo tipo di chiamate (con un aumento del 6% rispetto all’indagine precedente). Solo telefonia mobile - Il 27% dei nuclei famigliari ha accesso alla rete telefonica pubblica solo da un cellulare – una percentuale che è aumentata in 17 Stati membri dall’ultima indagine e che sale al 50% in cinque Stati membri (Repubblica ceca, Finlandia, Lettonia, Lituania e Slovacchia). Cosa fa la Commissione? La Commissione ha incaricato l’organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec) di avviare un’indagine rigorosa sulle barriere che ostacolano il cambiamento di operatore, sui blocchi o gli “strozzamenti” del traffico internet (ad esempio protocollo voce su internet - Voip), sulla trasparenza e la qualità del servizio. La Commissione pubblicherà entro la fine del 2011 i dati risultanti dall’indagine del Berec, compresi i casi di blocco o strozzamento di certi tipi di traffico. Se le conclusioni del Berec e altri feedback dimostrassero l’esistenza di problemi insoluti, la Commissione valuterà la necessità di adottare prevedimenti più rigorosi (Ip/11/486). La Commissione sta inoltre realizzando uno studio per paragonare le velocità di internet pubblicizzate e quelle effettive. Gli esiti di questo studio saranno resi pubblici alla fine del 2011. Per maggiori informazioni: La versione completa dell’indagine è disponibile all’indirizzo: http://ec.Europa.eu/information_society/digital-agenda/scoreboard/library/index_en.htm  http://ec.Europa.eu/public_opinion/whatsnew2011_en.htm    
   
   
SLOVENIA, TELCO IN TESTA ALLE COMPAGNIE ICT  
 
Lubiana, 13 luglio 2011 - Il quotidiano economico finanziario Finance ha pubblicato i risultati di un sondaggio sull´andamento delle compagnie operanti nel settore dell´information communication technology. Stando alla ricerca, la Telco Telekom Slovenije e gli operatori di telefonia mobile Mobitel e Simobil, guiderebbero la classifica delle compagnie slovene del comparto nel 2010.  
   
   
DALL´ULTIMO OSSERVATORIO ANFOV SUL CLOUD COMPUTING: GOOGLE E IL MERCATO DELLE APPS PER AZIENDA  
 
Milano, 13 Luglio 2011 - Parola di Google: il mercato delle apps per le aziende raddoppia ogni anno. Secondo Luca Giuratrabocchetta, Country Manager Italia di Google Enterprise- - che si è espresso nel corso di un osservatorio organizzato da Anfov sul tema del cloud computing-, le web applications sono destinate a cambiare l´informatica aziendale: infatti non solo offrono vantaggi sostanziali in termini di costo e di performance ma garantiscono soprattutto servizi alla frontiera dell´innovazione e continuamente aggiornati, accessibili ovunque, in qualsiasi momento e con qualsiasi terminale. Grazie alle apps nessuna impresa rimane indietro: e la sicurezza e la riservatezza sono pienamente garantite. Nel corso di un recente Osservatorio Anfov – l´associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione – Giuratrabocchetta ha affermato che anche in Italia la domanda di applicazioni fornite dal colosso di Mountain View cresce molto rapidamente sia nelle imprese sia nella pubblica amministrazione. Non per caso società ed enti qualificati, come la Banca di Pistoia, la Camera di Commercio di Monza e Brianza, Fracarro Radioindustrie, l´Istituto per il Commercio Estero, Permasteelisa, Roberto Cavalli, Salmoiraghi & Viganò, hanno già aderito all´offerta di Google Enterprise. La soluzione di punta dell’offerta cloud computing di Google per le aziende è la suite Google Apps for Business per la condivisione delle informazioni e la comunicazione al cento per cento web. Google Apps for Business mette a disposizione una tecnologia altamente innovativa a una frazione del costo (40 euro per utente all’anno) delle soluzioni tradizionali, che richiedono installazione locale e manutenzione continua. E prevede un contratto di Service Level Agreement che garantisce la disponibilità del servizio al 99,9%. Per usare Google Apps for Business non è necessario installare alcun software sui server e sui client né aggiungere e manutenere storage: tutto viene gestito sui potenti server di Google, e l´accesso è garantito agli utenti via browser da ogni parte del mondo in cui esiste una connessione Internet. Google Apps for Business è indirizzata a organizzazioni di qualsiasi dimensione e comprende il servizio webmail Gmail; l’applicazione per la gestione condivisa delle agende Google Calendar; Google Talk per l’instant messaging (testuale, voce e video); Google Sites per la creazione di siti web interni o pubblici; Google Docs per lavorare insieme su documenti, presentazioni e fogli elettronici senza necessità di scambio via email delle varie versioni; Google Video for business, per la condivisione semplice e rapida di video. Tra le più recenti novità Google Cloud Connect consente di importare e utilizzare nella nuvola documenti creati con Microsoft Office. Le applicazioni web per la comunicazione e la collaborazione di Google contano oltre 3 milioni di aziende utenti nel mondo. I risparmi dichiarati dagli utenti italiani di Google Apps for Business vanno dai 30.000 euro l’anno in su, a seconda della tipologia del sistema informativo e del numero di dipendenti dell´azienda cliente. Il cloud computing di Google non si esaurisce tuttavia nelle Google Apps. Google sta lavorando a una varietà di altre tecnologie “100% Web” che consentiranno alle aziende di migrare nella nuvola. In questa prospettiva Chromebook è la novità “più nuova” di tutte. Chromebook ha il Wi-fi integrato e il 3G opzionale, le batterie permettono fino a 10 ore di uso ininterrotto, può essere configurato da remoto dagli amministratori di sistema aziendali, riceve automaticamente gli aggiornamenti al sistema operativo e non ha nessuna necessità di installare software in locale. Un Pc costa in media 5.000 euro l’anno in manutenzione e costi vari di possesso; mentre con Chromebook il costo si riduce a 23 euro al mese (15 per le scuole). Secondo Luca Giuratrabocchetta, siamo all´inizio di un nuovo ciclo di sviluppo dell´informatica: oggi le imprese cominciano a guardare al cloud non solo come “un modo semplice per risparmiare sui costi dell’It”, ma come qualcosa che può aiutarle a gestire meglio il business. Dispositivi quali notebook, tablet, smartphone consentono agli utenti di essere produttivi da qualsiasi luogo e in ogni momento. Gli upgrade non servono più e ogni volta che si avvia il browser si ha accesso alla release più aggiornata dei servizi erogati via cloud. Applicazioni che magari prima richiedevano anni di progettazione e spesso non vedevano nemmeno la luce, oggi sono sempre disponibili e a prezzi convenienti. Questi ed altri aspetti della dibattuta materia sono emersi nel corso del citato osservatorio sul cloud computing organizzato da Anfov, che ha visto anche la partecipazione di Idc Italia, Italtel, Oracle, Ipanema Technologies, Akamai, Ca Technologies che hanno discusso anche degli importanti problemi relativi alla sicurezza e alla riservatezza dei dati aziendali. Su questi aspetti, Luca Giuratrabocchetta di Google è tranchant. Afferma che Google Apps for Business offre soluzioni molto più sicure di quelle che le aziende generalmente si possono permettere: infatti i dati “sulla nuvola” sono protetti da risorse altamente specializzate e da tecnologie continuamente aggiornate, e questo non può essere alla portata della grande maggioranza delle imprese, le quali invece ovviamente devono specializzarsi piuttosto sul loro core business. Del resto la sicurezza offerta da Google è certificata ai massimi livelli da organismi terzi con audit esterne (Sas70 Typeii e Fisma). Per quanto riguarda la riservatezza dei dati, Google garantisce la massima protezione secondo le migliori garanzie contrattuali in Europa e in Italia. Google è stata inoltre una delle prime aziende ad ottenere la certificazione cosiddetta di Safe Harbour con cui viene attestato il rispetto delle norme europee e americane sulla privacy. Altri servizi di Google Enterprise di grande successo su aziende e Pubbliche Amministrazioni Italiane offrono soluzioni innovative nel mondo dell’Enterprise Search (come trovare in azienda o sui portali aziendali le informazioni rilevanti per il lavoro o il business) e la Geo-referenzione (con le soluzioni Enterprise di Google Maps e Google Earth), a complemento di un portafoglio completamente dedicato alle aziende.  
   
   
STANZIATO UN MILIONE E MEZZO PER LE SCUOLE CIVICHE DI MUSICA IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 13 Luglio 2011 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Pubblica Istruzione Sergio Milia, ha approvato il programma di interventi, per l’anno scolastico 2010/2011, a favore dei Comuni, per l’istituzione e il funzionamento delle Scuole Civiche di musica, con un finanziamento di un milione e cinquecento mila euro. Attualmente beneficiano dell’intervento 28 scuole civiche di musica in tutta la Sardegna, che assicurano il loro servizio ad un bacino d’utenza di circa 8.000 allievi. “E’ importante - ha detto l’assessore Milia - la funzione pedagogica e sociale che queste istituzioni svolgono sui territori, concorrendo alla formazione musicale di tutti coloro che vogliono accedere allo studio delle discipline musicali a scopo professionale.” Le scuole civiche hanno inoltre svolto un ruolo determinante nei confronti di numerosi bambini e ragazzi, le cui famiglie non potrebbero affrontare le spese di ammissione ai conservatori, se non con corsi privati, sicuramente troppo onerosi. Oltre alla necessaria preparazione finalizzata al superamento degli esami, le scuole civiche di musica hanno concretamente agevolato i giovani che, anche per motivi logistici, prevalentemente legati ai trasporti pubblici, non possono direttamente frequentare le sedi dei Conservatori di Cagliari e di Sassari. L’assessore Milia ha inoltre sottolineato come alcune scuole dell’Isola, come nel caso di Cagliari e Nuoro, vantano ormai un livello professionale riconosciuto a livello nazionale. Non è stato concesso alcun contributo per nuove istituzioni di Scuola civica di musica, in quanto le due sole nuove proposte presentate, dall’esame della documentazione inoltrata all’atto di presentazione della domanda, non avevano i requisiti di ammissibilità.  
   
   
MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO CASACLIMA-BIOARCHITETTURA CONSULENZA ENERGETICA E BIOARCHITETTURA  
 
Bolzano, 13 luglio 2011 - Sono ufficialmente aperte le iscrizioni, per l’Anno Accademico 2011-2012, alla quarta edizione del Master universitario di Ii livello “Casaclima-bioarchitettura” presso la prestigiosa Università Lumsa di Roma. Il traguardo raggiunto nei primi tre anni, con l’abilitazione di oltre un centinaio di tecnici certificatori energetici provenienti da tutta Italia, ha permesso al corso di affermarsi tra i più frequentati in Italia nel campo della sostenibilità energetica ed ambientale. Il percorso formativo, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Casaclima di Bolzano e con Bioarchitettura, consente a liberi professionisti, tecnici e funzionari già operanti nel settore, così come a neo-laureati, di ottenere una preparazione completa nel settore della progettazione a risparmio energetico con specifico riferimento alle tematiche dell’architettura sostenibile e della riqualificazione energetica del patrimonio esistente. Il corso post-universitario, che assegna 60 Crediti Formativi, vuole rispondere alle specifiche richieste del mercato del lavoro, oltre alla necessità di garantire consapevolezza e responsabilità necessarie per affrontare positivamente le sfide di una società in rapida e continua evoluzione. La docenza, formata da professori universitari, tecnici esperti Casaclima e progettisti di fama internazionale nel campo della Bioarchitettura, contribuirà alla crescita formativa dei nuovi progettisti, attraverso qualità professionale e impegno etico, tecnico e scientifico: obiettivi pienamente compatibili, perseguibili e vincenti nella futura competitività sul mercato del lavoro. Coerentemente con questa convinzione, la Lumsa punta a trasformare ogni esperienza di studio in un momento di crescita e di formazione globale finalizzata al suo sviluppo culturale, professionale ed etico. Il Master, che avrà inizio a ottobre 2011, ha la durata di un anno accademico e, grazie alla collaborazione con l’Agenzia Casaclima di Bolzano, consente di completare l’intero ciclo didattico proposto dall’Agenzia, per poter ottenere i titoli di Consulente energetico e di Auditore Casaclima. Attraverso il titolo di Master e di seguito di Certificatore Energetico è possibile ampliare le proprie opportunità di lavoro, adeguandosi alle esigenze del mercato, sempre più attento e informato sulle questioni ambientali, anche in relazione al processo edilizio. Per informazioni e per iscrizioni: www.Casaclimabio.it/  - www.Lumsa.it/    
   
   
RETE NATURA 2000, GIOVEDI´ 14 LUGLIO AD ARRONE INCONTRO DI PARTECIPAZIONE SU PIANI GESTIONE SITI  
 
Perugia, 13 luglio 2011 - "Proteggere, conservare e ripristinare il funzionamento dei sistemi naturali ed arrestare la perdita della biodiversità, poiché la sua conservazione è parte integrante dello sviluppo economico e sociale dei territori interessati". L´assessore regionale alle Aree protette e Parchi, Fernanda Cecchini, spiega così l´obiettivo che la Regione intende perseguire con i Piani di gestione dei siti della rete ecologica europea "Natura 2000", che in Umbria è formata da 97 siti di importanza comunitaria ("Sic") e 7 zone di protezione speciale ("Zps") ed interessa oltre il 14 per cento del territorio regionale, per una superficie complessiva di circa 156.500 ettari. Le proposte dei Piani, in particolare le misure di conservazione, giovedì 14 luglio saranno al centro di un incontro di partecipazione che si terrà nella sede del Parco regionale del fiume Nera, ad Arrone (Via San Francesco, 52), a partire dalle 16, e che sarà concluso dall´intervento dell´assessore regionale Cecchini sulla "strategia per la biodiversità in Umbria". I lavori saranno aperti dal saluto di Paolo Silveri, presidente della Comunità montana Valnerina; seguiranno l´intervento di Paolo Papa, dirigente del Servizio regionale Aree protette, la presentazione delle proposte dei Piani di gestione adottate dalla Giunta regionale e curate dalla Comunità montana Valnerina, competente territorialmente, e il dibattito. La consultazione degli elaborati di Piano e del loro corredo cartografico può essere effettuata nel portale istituzionale della Regione Umbria all´indirizzo: http://www.Biodiversita.regione.umbria.it/mediacenter/fe/categoriamedia.aspx?idc=10&explicit=si    
   
   
GLI ORSI POLARI SCOPRONO LE LORO RADICI IRLANDESI  
 
Bruxelles, 13 luglio 2011 - Un team internazionale di ricercatori finanziati dall´Ue ha scoperto che se l´orso polare tracciasse il suo albero genealogico risalirebbe a una femmina di orso bruno che visse vicino a quella che adesso chiamiamo Irlanda moderna tra 20.000 e 50.000 anni fa a metà dell´ultima era glaciale. Con un finanziamento del Consiglio europeo della ricerca nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq), il team di scienziati provenienti da Irlanda, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia spiega come i cambiamenti climatici che hanno interessato la calotta di ghiaccio dell´Atlantico del Nord molto probabilmente hanno causato sovrapposizioni degli habitat degli orsi. Queste sovrapposizioni hanno poi portato a ibridazioni e quindi il Dna materno degli orsi bruni è stato introdotto negli orsi polari. Durante lo studio il team ha analizzato 242 lignaggi mitocondriali di orsi bruni e orsi polari in campioni raccolti negli ultimi 120.000 anni in diverse aree geografiche. Presentando i loro risultati sulla rivista Current Biology, il team afferma che adesso si sa di più sulla genealogia degli orsi polari, in quanto specie a rischio, e quindi le attività di protezione possono essere più mirate. Ci sono enormi differenze tra gli orsi polari e gli orsi bruni, in particolare in termini di dimensioni corporee, colore della pelle e del pelo, tipo di pelliccia, struttura dei denti e molte altre caratteristiche fisiche. Le differenze si estendono anche al comportamento. Mentre gli orsi polari sono esperti nuotatori in grado di sopportare lo stile di vita artico, gli orsi bruni sono molto più abituati alle regioni montuose, alle foreste e alle valli di Asia, Europa e Nord America. "Nonostante queste differenze, sappiamo che queste due specie si sono incrociate opportunisticamente in diverse occasioni durante gli ultimi 100.000 anni," spiega Beth Shapiro, uno dei ricercatori del progetto della Pennsylvania State University negli Stati Uniti. "In particolare la ricerca ha indicato in precedenza che l´orso bruno ha contribuito con materiale genetico al lignaggio mitocondriale dell´orso polare - la parte materna del genoma o il Dna che passa esclusivamente dalla madre ai figli. Finora però non era chiaro quando gli orsi polari moderni avessero acquisito il loro genoma mitocondriale nella sua forma attuale." Sebbene prima gli scienziati credessero che l´antico antenato femmina dei moderni orsi polari fosse vissuto sulle Isole Abc (le isole dell´Alaska di Admiralty, Baranof e Chicagof) circa 14.000 anni fa, questa ricerca fa progredire le nostre conoscenze e rivela che le due specie si sono incrociate molto prima. Questo significa che il Dna mitocondriale del moderno orso polare probabilmente ha subito una fissazione - una drastica riduzione della variazione genetica e una transizione a uno stato nel quale l´intero pool genetico comprende solo una forma di un particolare gene. Sebbene sia gli orsi polari che gli orsi bruni abbiano vissuto lunghi periodi di stabilità geografica, episodi di riscaldamento e raffreddamento durante gli ultimi 500.000 anni o più probabilmente hanno portato a condizioni ambientali favorevoli all´incrocio tra due specie di orsi. "Gli orsi polari e gli orsi bruni probabilmente entrarono in contatto in maniera intermittente, in particolare nelle regioni costiere dove gli effetti dei cambiamenti climatici erano forse più pronunciati," dice la dott.Ssa Shapiro. "Ogni volta che vennero in contatto non sembra ci siano stati molti ostacoli per l´accoppiamento. Il risultato è che le due specie si sono incontrate per lunghi periodi di tempo in diverse occasioni, condividendo habitat e geni." I cambiamenti climatici che hanno fatto sì che i due orsi s´incontrassero comprendono vaste fluttuazioni della quantità e della distribuzione degli habitat nella regione dell´Atlantico del Nord. Queste fluttuazioni avrebbero fatto in modo che le zone geografiche degli orsi polari e bruni si sovrapponessero temporaneamente. Per esempio, durante un periodo di riscaldamento le elevate temperature dell´aria, lo scioglimento del ghiaccio e l´innalzamento del livello del mare ha forzato gli orsi polari a passare più tempo cercando da mangiare a terra dove erano più vicini agli orsi bruni. Allo stesso modo durante un periodo glaciale gli orsi bruni che vivevano più lontano dalla costa potrebbero essere stati costretti in habitat normalmente occupati dagli orsi polari. Circa 20.000 anni fa grandi ghiacciai scesi dalla terra sul piano occidentale e giù fino al Bacino del Mare d´Irlanda fino al Mare Celtico resero parti dell´Irlanda inabitabili a causa delle glaciazioni. Questo significa che gli orsi bruni probabilmente furono costretti a passare più tempo sulle calotte di ghiaccio e sulla terra più vicina al livello del mare. Gli scienziati credono che il pianeta stia attraversando adesso un altro periodo di riscaldamento conosciuto come Olocene o attuale periodo interglaciale, che è ancora più caldo del periodo che ha segnato l´inizio dell´ultima era glaciale. "È interessante che oggi stiamo assistendo a un simile cambiamento del clima artico, con lo scioglimento dei ghiacci, meno giorni di ghiaccio marino, periodi di acque aperte più lunghi in estate e livelli del mare in aumento," commenta la dott.Ssa Shapiro. "E ancora una volta il cambiamento sta dando agli orsi polari e bruni l´opportunità di condividere l´habitat e di ibridarsi (incrociarsi). Infatti diversi orsi adulti ibridi sono stati visti negli ultimi cinque anni." Questo significa che le attività di protezione devono adesso concentrarsi sugli ibridi. Per maggiori informazioni, visitare: Trinity College Dublin: http://www.Tcd.ie/    
   
   
LO STATO DELL´AMBIENTE IN PIEMONTE  
 
Torino, 13 luglio 2011 - La Relazione 2011 e il 12° Rapporto Arpa sullo stato dell’ambiente in Piemonte sono stati presentati il 12 luglio dall’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello, e dal direttore generale di Arpa Piemonte, Silvano Ravera. Il Rapporto rappresenta un fondamentale strumento di reporting per comunicare annualmente l’esito di un’attività intensa e costante di monitoraggio, che unitamente alla Relazione delle politiche ambientali della Direzione Ambiente della Regione permette di fornire un quadro quanto più dinamico e fedele delle principali matrici e variabili che caratterizzano e condizionano i cambiamenti climatici, le aree naturali, agricole e forestali, il dissesto idrogeologico, la qualità dell´aria e delle acque interne, gli agenti fisici, l’ambiente, la salute e rischio ambientale. Tra i dati presentati, spiccano quelli relativi alla qualità dell’aria. Pur registrando negli ultimi anni importanti segni di miglioramento, i livelli delle polveri sottili (pm10), biossido di azoto e ozono, restano elevati in parte delle stazioni della rete nelle zone maggiormente urbanizzate di pianura, ad eccezione di Biella, Verbania e Cuneo, città caratterizzate da una climatologia più favorevole alla dispersione degli inquinanti. Per quel che riguarda le acque, continua ad essere positivo il trend sulla balneazione dei laghi (nel 2010, ad inizio stagione balneare, su 95 zone monitorate ai fini della balneazione solo 14 sono risultate non balenabili circa il 14,7%), rimane invece stabile la conformità dei campionamenti delle acque potabili (95,6%). I dati evidenziano poi un generale incremento nel consumo di suolo. La quota principale di terreno risulta essere stata consumata da attività di tipo urbano, residenziale e servizi ed è crescente altresì la sottrazione di suolo causata dalla viabilità, dalle attività produttive e dalla logistica, soprattutto per le province di Torino, Vercelli e Novara, mentre in provincia di Alessandria si ha il maggior incremento di superfici naturali e seminaturali. In un’ottica di sostenibilità ambientale, quest’anno Regione e Arpa hanno voluto dare un segnale tangibile del proprio impegno scegliendo di rendere il Rapporto e la Relazione consultabili soltanto in formato digitale (su www.Regione.piemonte.it/ambiente/sezione_navigabile/relazione_2011/ ehttp://rsaonline.Arpa.piemonte.it/rsa2011), senza l’uso di carta. “L’impegno con cui la Regione persegue il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e della sostenibilità - ha sottolineato l’assessore Ravello - ne fa una delle amministrazioni più virtuose sul fronte ambientale, nonostante le caratteristiche geografiche e le particolari condizioni orografiche, insieme alla forte concentrazione di attività industriali ed economiche. Molto è stato fatto in quest’anno di lavoro. La Giunta non si è infatti risparmiata nell’incentivare l’utilizzo dei mezzi più opportuni per costi ed efficienza dei trasporti; abbiamo ritenuto dare carattere permanente al tavolo per la qualità dell’aria, per poter valutare preventivamente in modo scientifico ed obiettivo gli effetti dei singoli provvedimenti che si intende adottare ex ante, attraverso l’elaborazione di scenari emissivi futuri, uscendo dalla logica dell’emergenza; abbiamo promosso i Contratti di fiume e di lago, strumenti di partecipazione negoziata tra tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella gestione, utilizzo e fruizione delle acque a livello locale, cosi come abbiamo puntato convintamene su progetti volti a rafforzare la raccolta differenziata e alla riduzione del rifiuto. Non si può infine - ha concluso l’assessore - non ricordare l’enorme lavoro svolto in merito alle valutazioni di compatibilità ambientale, spesso delicate e complesse come nel caso della realizzazione della linea di alta velocità Torino-lione o nelle analisi di Piani settoriali strategici e il grande impegno profuso per riuscire a dotare la nostra regione di un Piano di difesa del suolo e di mitigazione dal rischio idrogeologico.” “Il Rapporto - ha aggiunto il direttore generale di Arpa Silvano Ravera - è una pubblicazione che nasce dall’esperienza maturata in Agenzia nel campo della reportistica ambientale e credo risponda ad una richiesta sempre più importante, crescente e pressante di informazioni sui dati ambientali da parte dei cittadini. In questa prospettiva assume particolare significato la messa a disposizione e la circolazione dell’informazione ambientale attraverso un sistema di conoscenza, in grado di rappresentare le realtà ambientali e territoriali nella loro complessità, sempre più rigoroso, che garantisca l’ufficialità e l’imparzialità dei dati. Il Rapporto - conclude il direttore - oltre ad essersi continuamente rinnovato nell’impostazione, nel corso degli anni si è evoluto nella modalità con cui viene reso disponibile. Prima veniva edito esclusivamente a stampa, poi è stato supportato da Cd e successivamente con un sistema di archiviazione magnetico esterno meno impattante e riciclabile (key usb). Dallo scorso anno il Rapporto, al pari della Relazione edita dalla Regione Piemonte, non viene più stampato. Quest’anno si è deciso di fare un ulteriore passo in avanti realizzando il rapporto su una piattaforma informatica che fornisce dei pdf sfogliabili, interattivi che consentono di effettuare una ricerca per argomento, di ingrandire carte, diagrammi e grafici. In modo da renderlo il più interattivo possibile”.  
   
   
ABRUZZO: 4 MLN DI EURO PER I PICCOLI COMUNI PER INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO  
 
L´aquila, 13 luglio 2011 - Un fondo speciale di 4 milioni di euro che i piccoli Comuni potranno utilizzare per interventi di riqualificazione ambientale e difesa del suolo. Il Consiglio Regionale ha approvato oggi l´importante provvedimento legislativo. L´assessore ai Lavori pubblici Angelo Di Paolo ha sottolineato quindi la conclusione dei lavori riguardo al provvedimento inerente i Bacini Imbriferi montani. "Il fondo ? afferma Di Paolo - sarà alimentato soprattutto dall´aumento del canone relativo alle grandi derivazioni idroelettriche di cui attualmente i titolari sono i grandi produttori nazionali di energia elettrica. La legge contiene disposizioni sulla semplificazione delle procedure per il rilascio delle concessione di acqua ad uso potabile nonché per la costruzione di impianti di "mini-idroelettrico" da installare sulle condotte acquedottistiche per sfruttare i piccoli salti d´acqua. Ciò comporterà vantaggi in termini di energia prodotta da fonti rinnovabili". All´interno del testo normativo è previsto l´aggiornamento dei canoni di derivazione destinati alle attività di difesa del suolo e di monitoraggio della qualità acque di competenza della Regione.  
   
   
EMILI AROMAGNA: PIANO DI AZIONE AMBIENTALE 2011-2013, IERI L´APPROVAZIONE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA: OLTRE 23 MILIONI DI EURO PER INTERVENTI CHE POTRANNO PARTIRE GIA´ DA QUESTO MESE DI LUGLIO  
 
Bologna, 13 luglio 2011 - Rifiuti, acqua, aria, biodiversità . Sono gli obiettivi del Piano di azione ambientale 2011-2013 che ha ricevuto ieri il via libera dell’Assemblea legislativa e che può contare su oltre 23 milioni di euro. “Si tratta di risorse – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda - disponibili da subito per interventi che potranno partire, laddove Province e Comuni siano pronti, già da questo mese di luglio, per centrare obiettivi coerenti con le strategie di salvaguardia dell’ambiente e di crescita sostenibile di questa Regione e con quanto ci viene chiesto dall’Europa”. Dei 23,6 milioni disponibili, 6,3 saranno programmati direttamente dalla Regione, mentre la quota più rilevante, pari a 17,3 milioni è stata ripartita a livello provinciale (in base a criteri che considerano oltre all’estensione del territorio anche la popolazione residente, le presenze turistiche e universitarie) per cofinanziare, in collaborazione con gli Enti locali, interventi specifici sui territori. Tali interventi saranno proposti dalla singole Province e confluiranno in 9 intese provinciali la cui approvazione è prevista già nelle prossime settimane.  
   
   
ALLUVIONE IN VENETO. DISPONIBILI PER OPERE PUBBLICHE ALTRI 30 MILIONI DI EURO  
 
Venezia, 13 luglio 2011 - La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato corso al versamento dei 30 milioni di euro destinati a opere pubbliche, prima di due tranches di pari importo previste dal cosiddetto “Milleproroghe”, sulla contabilità speciale del Commissario per il superamento dell’emergenza alluvione in Veneto. “Ormai ci sono tutte le premesse per avviare la chiusura della partita ‘contributi’ per i danni subiti da famiglie e imprese – ha ribadito il Commissario Luca Zaia, presidente del Veneto – alla quale daremo corso dopo l’apposizione del visto della Corte dei Conti all’ordinanza di martedì scorso che puntualizza l’intera materia, in base alla quale dovremmo riuscire a dare a tutti il massimo contributo concedibile in base alle leggi in materia. Raccomando in proposito agli interessati di conservare accuratamente fatture e altri documenti di spesa, gli unici che fanno fede sulla quantificazione del finanziamento finale, e di rapportarsi con i propri Comuni per avere le informazioni del caso. Con l’ulteriore finanziamento governativo destinato a opere pubbliche daremo invece ulteriore corso ai necessari interventi di mitigazione del rischio, che significano più sicurezza per il territorio e per quanti ci vivono e lavorano. Ed è questo l’obiettivo principale: fare in modo che disastri come quello dell’autunno scorso non si ripetano, garantendo a cittadini e imprese la permanenza delle loro attività dove le hanno localizzate. E’ questa, oggi, la vera scommessa per il futuro”.  
   
   
MALTEMPO.FRANA BRIENNO: IMPEGNO PER RICOSTRUZIONE NUOVO SOPRALLUOGO A BREVE PER DEFINIRE I LAVORI PIU´ URGENTI INTERVENTO POTREBBE RIENTRARE NELL´ADP PER DIFESA DEL SUOLO  
 
Brienno/co, 13 luglio 2011 - L´assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Daniele Belotti ha effettuato ieri un sopralluogo nella zona colpita, il 7 luglio scorso, dall´evento franoso che ha causato l´evacuazione di alcune famiglie e la chiusura, per oltre due giorni, della Statale 36 ´Regina´. Con lui erano presenti il sindaco di Brienno Patrizia Nava, il direttore generale dell´Assessorato regionale Bruno Mori e Carlo Maria Marino, commissario straordinario per l´Accordo di Programma sulla difesa del suolo, che coinvolge Regione Lombardia e Ministero dell´Ambiente. Hanno preso parte al sopralluogo anche il senatore Alessio Butti, i consiglieri regionali Dario Bianchi, Gianluca Rinaldin e Luca Gaffuri e i sindaci di Laglio Roberto Pozzi e di Argegno Francesco Dotti. Il sopralluogo ha consentito all´assessore di verificare sul campo l´entità dei danni patiti dal territorio. ´Già domani - ha detto Belotti - chiederò al collega assessore Romano La Russa un incontro, alla presenza dei consiglieri regionali comaschi, per affrontare le modalità di intervento, toccando anche gli attuali limiti di spesa, 75.000 euro, di cui il 20 per cento a carico del Comune, per il primo intervento´. ´Voglio anche aggiungere - ha spiegato Belotti - che abbiamo in corso l´Adp per la difesa del suolo, che stanzia, per il Comasco, 17 milioni di euro, ma non prevede fondi per Brienno´. ´Il mio impegno per quanto riguarda l´Assessorato - ha concluso l´assessore - è quello di valutare, nel Comitato di sorveglianza dell´Adp, il 26 luglio a Roma, la possibilità di inserire la situazione di Brienno e Laglio, a cui poi far seguire uno studio di fattibilità commissionato dalla Regione Lombardia dopo un sopralluogo, che verrà effettuato nei prossimi giorni, volto a definire le opere necessarie alla zona´.  
   
   
PROTEZIONE CIVILE - SEQUENZA DI EVENTI SISMICI SUPERFICIALI IN PROVINCIA DI FORLI´-CESENA. EPICENTRO NEI COMUNI DI SANTA SOFIA E GALEATA. RAGGIUNTA UNA MAGNITUDO DI 4.0. NESSUN DANNO RILEVANTE A PERSONE O COSE. ATTIVATO LO STATO DI ATTENZIONE PER RISCHIO SISMICO  
 
Bologna, 13 luglio 2011 - La provincia di Forlì-cesena è stata interessata a partire dal tardo pomeriggio dell’ 11 luglio da una sequenza di scosse sismiche che hanno raggiunto una magnitudo di 4.0 alle 8.53 di questa mattina. Al momento non si segnalano danni a persone o cose. L’epicentro è stato registrato nei comuni di Santa Sofia e Galeata (Fc). Questi eventi fanno seguito a una sequenza sismica iniziata nel mese di maggio, che a oggi ha generato un centinaio di scosse con magnitudo superiore a 2.0 nell’Alto Appennino forlivese. In base alle verifiche fatte dall’Agenzia regionale Protezione civile, le scosse hanno provocato solo molta paura tra la popolazione, trattandosi di eventi sismici superficiali con profondità inferiore ai 10 km. Sono stati attivati i Centri operativi comunali (Coc) di Protezione civile nei comuni di Santa Sofia e Galeata, mentre una squadra del Servizio tecnico di bacino di Forlì-cesena è al lavoro per valutare la situazione di agibilità degli edifici dal punto di vista strutturale. E’ stata altresì valutata la presenza di modeste fessurazioni nell’ospedale di Santa Sofia e tenuto conto che si tratta di un edificio di recente costruzione, in cemento armato e recentemente sottoposto a miglioramento sismico, si è rassicurata la direzione sanitaria dell’Azienda Asl di Forlì-cesena circa l’idoneità della struttura a svolgere le funzioni sanitarie previste e mantenere i ricoverati nei reparti. L’agenzia regionale sta monitorando la situazione in raccordo con il Dipartimento nazionale di Protezione civile, la direzione regionale dei Vigili del Fuoco, il Prefetto e la Provincia di Forlì-cesena e i Comuni interessati. Il direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile, Demetrio Egidi, in accordo con il prefetto di Forlì-cesena Angelo Trovato e la Provincia, ha attivato lo stato di attenzione per rischio sismico, inviando ai Comuni di Santa Sofia, Galeata, Premilcuore, Bagno di Romagna e agli altri enti e strutture interessate dagli eventi sismici una nota con le azioni da seguire previste nella pianificazione locale e provinciale di emergenza, ai sensi del protocollo di intesa regionale siglato nel 2004, contenente norme di comportamento per i cittadini (in allegato). In particolare si evidenzia la necessità di verificare sul territorio interessato dagli eventi sismici la disponibilità e l’operatività delle aree e delle strutture per la prima assistenza, assicurare la pronta reperibilità delle strutture comunali e tutte le azioni per garantire ai cittadini una adeguata e costante informazione sull’evento in atto.  
   
   
UN SISTEMA UNITARIO DI PROTEZIONE CIVILE DEL VENETO CONVENZIONE REGIONE “ MINISTERO DELL´INTERNO  
 
Venezia, 13 luglio 2011 - Un sistema di protezione civile regionale ancora più efficace ed efficiente per il Veneto. E’ l’obiettivo al quale punta il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno – Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e la Regione del Veneto, firmato dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni e dal Presidente della Regione Luca Zaia, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della questura di Treviso. Il documento prevede l’attivazione di un rapporto di reciproca concreta collaborazione, finalizzato a raggiungere obiettivi comuni e condivisi per rendere sempre più adeguate e funzionali le attività dell’ampio Sistema Regionale di Protezione Civile. “L’accordo – ha spiegato l’assessore Daniele Stival – mira al costante miglioramento dell’azione della Protezione Civile sul territorio mettendo in sinergia tutte le componenti che a diverso titolo lo compongono: operatori professionali come i Vigili del Fuoco e volontari addestrati e specializzati. L’obiettivo comune è quello di proteggere e tutelare la nostra regione e i nostri cittadini contro le calamità naturali al più alto livello di prevenzione, contrasto e intervento. Il sistema viene insomma visto in maniera unitaria e non segmentata per diverse componenti e livelli istituzionali di riferimento, in funzione della necessaria azione da mettere in atto sia a seguito di calamità naturali, per il soccorso e il ripristino, sia nelle attività dirette alla previsione e prevenzione dei rischi naturali e antropici presenti e codificati nel territorio veneto”. “Sono sicuro – ha concluso Stival – che questa convenzione sarà uno strumento utile per potenziare l’ottimo lavoro che già svolgono tutti gli uomini impegnati a diverso titolo nella Protezione Civile.”