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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 22 Luglio 2011 |
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IL FAI - FONDO AMBIENTE ITALIANO PRESENTA IL RICCO CALENDARIO DELLE “MANIFESTAZIONI ESTIVE NEI BENI DEL FAI” AL PARCO VILLA GREGORIANA A TIVOLI (RM), A VILLA DEL BALBIANELLO A LENNO (CO), AL GIARDINO DELLA KOLYMBETRA NELLA VALLE DEI TEMPLI (AG) E AL MONASTERO DI TORBA A GORNATE OLONA (VA) NUOVE DIVERTENTI PROPOSTE TRA BUON CIBO, ARTE, CULTURA, MUSICA E RELAX |
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Per l’estate 2011 il Fai - Fondo Ambiente Italiano propone nei suoi Beni nuovi e divertenti momenti di svago culturale tra atmosfere da sogno, arte, musica e relax. Dopo il successo delle scorse edizioni al Parco Villa Gregoriana a Tivoli (Rm) torna l’appuntamento con “Viaggio nel gusto” – in calendario il 24 e il 31 luglio alle ore 19.30; il 7, 14, 21 e 28 agosto alle ore 19; il 4 e 11 settembre alle ore 18.30 - speciali visite guidate che permetteranno di scoprire, oltre alle bellezze di questo scenografico parco, anche cosa mangiavano i nostri antenati. I partecipanti avranno la possibilità di conoscere la storia e l’evoluzione dei gusti e della cucina nel corso dei secoli e di assaggiare alcuni cibi in voga in tempi più o meno vicini a noi (per orari, prezzi e prenotazione obbligatoria delle serate tel. 0774.382733 o 06.39967701). La splendida Villa del Balbianello a Lenno, affacciata sul lago di Como, sarà teatro quest’estate del nuovo ciclo di appuntamenti dal titolo “Notturno al Balbianello”: raffinati “dopo cena” all’insegna di un’atmosfera da sogno, ottimo vino e buona musica suonata dal vivo, durante i quali poter eccezionalmente scoprire e ammirare la Villa al chiaro di luna. Le serate avranno luogo mercoledì 3, 10, 17 e 24 agosto dalle ore 21 alle 23 (per orari, prezzi e prenotazione obbligatoria delle serate tel. 0344.56110). Location di particolare fascino è anche il Giardino della Kolymbetra, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, dove i visitatori sono invitati anche quest’anno a partecipare a rilassanti “Aperitivi in musica al tramonto”, che vedranno coniugati alla perfezione la bellezza della natura e l’ottimo cibo locale con le emozionanti note suonate da un musicista “incontrato quasi per caso”. Queste serata al calar del sole verranno organizzate durante il mese di agosto, da lunedì 8 a sabato 13 e da martedì 16 a venerdì 19 dalle 18 alle 20 (per orari e prezzi tel. 335.1229042). Infine il Fai propone un’opportunità imperdibile per trascorrere la giornata di Ferragosto in modo originale e all’aria aperta grazie a due originali iniziative: nell’affascinante cornice del Monastero di Torba a Gornate Olona (Va), a pochi chilometri da Milano, verrà organizzato dalle ore 10 alle 18 un divertente “Pic-nic di Ferragosto”, animato da visite guidate, laboratori per bambini e tante attività sportive (per orari, prezzi tel. 0331.820301 ), mentre al Parco Villa Gregoriana dalle ore 10.30 alle 18 si darà “Fiato alle trombe, ai tromboni e…ai sax” grazie alla presenza dell’Acustic Wind Quartet che allieterà il pubblico in visita proponendo numerosi brani jazz. Per maggiori informazioni su queste manifestazioni e sulle numerose altre attività estive del Fai consultare il sito www.Fondoambiente.it |
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BONDO (CHIESA DI SAN BARNABA): COLLETTIVA DI 14 ARTISTI IN COLLABORAZIONE CON LO STUDIO D’ARTE ZANETTI
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La collettiva di scultura, pittura e grafica antica, che inaugura sabato 23 luglio 2011 alle ore 18.00 nella seicentesca chiesa di San Barnaba, nel centro storico di Bondo, rappresenta la prima tappa di un’innovativa collaborazione culturale tra il Comune trentino, rinomata località turistica, e lo Studio d’Arte Zanetti di Bagolino (Bs), attività impegnata nella creazione e produzione di eventi culturali di importanza nazionale, soprattutto tra il territorio lombardo e trentino. Su iniziativa della parrocchia di San Barnaba e in collaborazione con l’amministrazione del Comune di Bondo, la chiesa è stata sapientemente ristrutturata e con l’intervento richiesto allo Studio d’Arte Zanetti - che ne ha realizzato l’allestimento in collaborazione con l’architetto Lamberto Correggiari - San Barnaba diventa una sala espositiva versatile, centro espositivo e di incontri permanente che punta ad assumere un ruolo di aggregazione culturale ed educativa sia per la comunità che per i turisti della zona. L’evento culturale, curato e realizzato da Mario Zanetti, darà quindi nuova vita ai suggestivi spazi architettonici di San Barnaba grazie alle opere esposte di quattordici artisti contemporanei, diversi per formazione, sensibilità e linguaggi. La rosa degli artisti di livello internazionale è composta dagli scultori Viveka Assembergs, Lamberto Correggiari, Giuliano Giuliani, Graziano Gregori, Claudia Marchetti, Luciano e Ivan Zanoni e dai pittori Giuseppe Bartolini, Aurelio Bertoni, Marilù Eustachio, Gianfranco Ferroni, Tullio Pericoli, Renzo Rivadossi e Antonio Stagnoli. Artista valsabbino quest’ultimo la cui promozione e valorizzazione dell’immagine, unitamente alla gestione delle opere, è curata dallo Studio d’Arte Zanetti, il cui lavoro ha portato all’approdo del pittore alla 54esima Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia. Con Stagnoli altri quattro degli artisti di questa collettiva espongono attualmente in Biennale, si tratta di G. Bartolini, M. Eustachio, G. Gregori e T. Pericoli. In occasione di questo primo evento, nella sala un tempo adibita alla sagrestia, sarà inoltre possibile visitare un’esposizione di stampe e grafica antica. La rassegna, aperta tutta l’estate fino al 28 agosto, rappresenta l’attrattiva culturale dell’estate 2011 che si aggiunge alle già rinomate risorse naturalistiche, escursionistiche e gastronomiche delle Valli Giudicarie. Alla mostra è possibile affiancare anche la visita del Cimitero Monumentale austro-ungarico di guerra e del Museo dell’antica civiltà contadina di Bondo. “È motivo di soddisfazione vedere un piccolo paese che sa attrezzarsi per organizzare e proporre un evento di cultura eccellente, a dimostrazione che puntando sulla qualità si possono ottenere risultati rimarchevoli e duraturi nel tempo” ha sottolineato Franco Panizza, assessore alla cultura della Provincia Autonoma di Trento. All’evento inaugurale interverranno Giuseppe Bonenti sindaco di Bondo, Leonardo Bonenti assessore alla cultura del Comune di Bondo, Lorenzo Dellai presidente Provincia Autonoma di Trento, Franco Panizza assessore alla Cultura Provincia Autonoma di Trento, Margherita Cogo assessore regionale, Patrizia Ballardini presidente Comunità delle Giudicarie, don Jgor Michelini Simeoni parroco di Bondo, Giacomo Bonazza storico locale, Domenico Montalto giornalista e critico d’arte, Mario Zanetti curatore dell’evento, fondatore e titolare dell’omonimo Studio d’Arte. La collettiva sarà accompagnata da un catalogo con testi del critico d’arte Domenico Montalto e dello storico locale Giacomo Bonazza. Orari: dal 24 luglio al 28 agosto 2011: 17.00/19.00 - 20.30/22.00 (mattino chiuso) dall’1 al 21 agosto 2011: 10.30/12.00 - 17.00/19.00 - 20.30/22.00 |
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PAVIA (SCUDERIE DEL CASTELLO VISCONTEO): MOSTRA DEGAS, LAUTREC, ZANDÒ. LES FOLIES DE MONTMARTRE - DAL 17 SETTEMBRE AL 18 DICEMBRE 2011
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L’esposizione presenterà 80 opere di Edgar Degas, Henri Toulouse-lautrec, Federico Zandomeneghi in grado di raccontare le suggestioni del mito di Montmartre. Dal 17 settembre al 18 dicembre 2011 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno la mostra Degas, Lautrec, Zandò. Les folies de Montmartre, che raccoglierà i lavori di tre maestri della nouvelle peinture, quali Edgar Degas, Henri Toulouse-lautrec e Federico Zandomeneghi, messi per la prima volta in dialogo sul mito di Montmartre, centro pulsante della vita artistica, e non solo, parigina di fine Ottocento e d’inizio Novecento. Le ottanta opere, tra pitture e grafiche, provengono da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, con un apporto speciale di prestiti dalla città di Toulouse. Ça c´est Paris! Una nota canzone già tra fine Ottocento e primo Novecento celebrava l´appeal della capitale francese, paragonandola a “una bionda che piace a tutti”. Ma ancor di più, La Butte, la collina di Montmartre abitata dagli artisti, capace di attirare gli esponenti di ogni classe sociale e di far convivere strilloni, prostitute, gestori di cabaret, attrici, pittori, aristocratici, clown e ballerine, borghesi e benpensanti, è diventata nel tempo uno dei luoghi di culto della capitale francese. Fu Degas a guardare per primo alla vitalità del quartiere parigino e a rivoluzionare la pittura in seno al realismo, onorando il programma fissato da Baudelaire nel testo Il pittore della vita moderna. Per primo, raccontò l´universo delle giovani e belle donne intente alla toeletta, le corse dei cavalli, il mondo equivoco dei cabaret e dei café-concert, quello del circo e delle case chiuse, e soprattutto quello del balletto, come espresso nella splendida Ballerina in prestito dal Museo cantonale di Lugano. Una riserva di temi e soluzioni compositive a cui attinse - e già solo il titolo del celebre pastello Le Moulin de la Galette lo dichiara - anche Zandò, come veniva soprannominato dagli amici francesi Federico Zandomeneghi, uno dei tre italiani a Parigi, e di cui proprio i Musei civici di Pavia possiedono un consistente nucleo di opere. Un universo che divenne centrale nella produzione di Henri de Toulouse-lautrec, che identificò non solo la propria arte ma anche la propria vita nella cultura di Montmartre, quella che si respira osservando la Tête de femme della Fondation Bemberg di Toulouse e Au café: le patron et la caissière chlorotique del Kunsthaus di Zurigo. I personaggi da lui ritratti sono divenuti icone, protagonisti e simboli del vero e proprio mito di Montmartre, che i manifesti creati dall´artista, in buona parte provenienti dal Centre de l´Affiche di Toulouse, hanno contribuito ad alimentare. Quel microcosmo, quel mondo di depravazione e di malinconica poesia - popolato dalle ballerine della notte Yvette Guilbert, May Milton, May Belfort, La Goulue, Jane Avril, dal chansonnier Aristide Bruant e dal comico Caudieux - è rimasto nella memoria collettiva grazie soprattutto alla produzione del genio di Albi che portò l´arte in strada, sui giornali, nella “serialità” della produzione grafica. La mostra, curata da Lorenza Tonani, è ideata, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management, Milano, col patrocinio del Comune di Pavia, Info: www.Alefcultural.com - info@alefcultural.Com - www.Scuderiepavia.com - info@scuderiepavia.Com - tel. +3902 45496873/4 - Prenotazioni a visite guidate e laboratori didattici: segreteria@scuderiepavia.Com - tel + 390245496873/4 |
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CREMONA (DELLEARTI DESIGN HOTEL): ARMONIA D’AUTORE - SOGNO DI STILE CONTEMPORANEO A DUE PASSI DAL DUOMO |
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Nel cuore del centro storico di Cremona, tra palazzi storici e suggestioni medievali si trova il Dellearti Design Hotel. Incastonato come una pietra preziosa tra piazza Duomo, considerata una delle piazze più belle d’Europa e fulcro della movida cittadina, e il celebre teatro Ponchielli l’hotel si presenta come un sogno di stile contemporaneo. Acciaio, vetro, legno scuro, luce naturale, linee minimal e allo stesso tempo di grande atmosfera accompagnano l’ospite dalla hall al giardino interno, lungo i corridoi felpati e nelle suite dall’eleganza raffinata. Insignito nel 2002 del premio “The European Hotel Design Awards” come miglior nuovo design hotel d’Europa, vanta il primato di essere stato il primo hotel italiano a meritare quel riconoscimento. Le 33 camere e suite dell’albergo, uno dei tre Cremonahotels che la città propone, offrono la comodità di un hotel centralissimo e la tranquillità di essere rivolte verso il cortile, tra verde e sculture, insieme alla sensazione di trovarsi in un luogo sospeso e ultraconfortevole. Un’ovattata e accogliente tappezzeria riveste le pareti dei corridoi e delle stanze, le porte stesse sono realizzate in modo da creare continuità con le superfici, in un tutt’uno di grande armonia visiva: dettagli di stile che impreziosiscono il soggiorno. In hotel è disponibile il servizio wi-fi e le stanze sono dotate delle più sofisticate tecnologie hi-tech. L’intera struttura è dotata di accorgimenti “eco-friendly” a risparmio energetico, a partire dall’impianto fotovoltaico integrato. La Project Room, veranda sul giardino, è una galleria-museo che nel periodo estivo si espande anche outdoor: ospita mostre di artisti contemporanei. Una insolita sala colazioni, dallo spirito cosmopolita ma nella quale si possono gustare le migliori specialità della tradizione. Sulla completa privacy del patio si affaccia anche la zona fitness e relax, con palestra attrezzata, idromassaggio, hamam e area riservata ai massaggi. Scegliere il Dellearti Design Hotel per un soggiorno a Cremona garantisce il massimo della privacy e il privilegio di trovarsi nel cuore pulsante della città, con garage coperto a disposizione, proprio di fronte all’hotel. L’anima musicale della città si esprime in decine di eventi durante l’anno, che spaziano dai suoni classici al jazz, pop, funky e rock, e gli amanti delle sette note trovano nello spirito artistico dell’hotel un valore aggiunto. Il prezzo per la camera doppia con la prima colazione parte da 105 euro. Info@dellearti.com info@cremonahotels.It www.Cremonahotels.it |
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CORTINA D’AMPEZZO, DOMENICA 7 AGOSTO 2011 PIETRANGELO BUTTAFUOCO UNA CONVERSAZIONE CON VERA SLEPOJ |
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Cortina D’ampezzo. Metti l’antica tradizione di autori e letterati sulla terrazza dell’Hotel de la Poste, da Hemingway in avanti. Metti l’intelligenza e la vis polemica di Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista, autore di successi editoriali come “Fimmini” e “Le uova del drago” (Mondadori). Metti una domenica mattina a Cortina d’Ampezzo… Domenica 7 agosto 2011 Una Montagna Di Libri, la rassegna di incontri con l’Autore di Cortina, organizza un appuntamento d’eccezione: “I Trenta Minuti al Posta”, a partire dalle 11.30. Nel cuore di Cortina. Trenta minuti all’Hotel de la Poste, nella tarda mattinata della domenica, con il contributo dell’approfondimento psicanalitico di Vera Slepoj, psicoterapeuta e scrittrice, Presidente onorario di Una Montagna di Libri. Che consentirà al pubblico e ai lettori di entrare nel mondo, e nelle idee, di Pietrangelo Buttafuoco. Che racconterà e si racconterà, con una riflessione sulla nostra nazione, sulla cultura oggi, sul Novecento italiano. Ore 11.30, Palazzo delle Poste, terrazza esterna. Al termine dell’incontro verrà servito l’aperitivo, con Battistella, il Prosecco, e i Bibanesi. Save the date. E’ tutto pronto, intanto, per il prossimo appuntamento di Una Montagna Di Libri. Lunedì 8 agosto 2011, al Palazzo delle Poste, Angiola Tremonti presenterà il suo romanzo d’esordio, “La valle degli orsi” (Bompiani). Letture di Vittorio Lora (maggiori dettagli nel prossimo comunicato). |
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PADOVA (PALAZZO ZABARELLA): IL SIMBOLISMO IN ITALIA
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Federico Bano annuncia "Il Simbolismo in Italia". L´appuntamento, per molti versi imperdibile, è dal primo ottobre di quest´anno al dodici febbraio del 2012, a Padova, in Palazzo Zabarella. A realizzare questa nuova impresa la Fondazione Bano, qui ancora una volta insieme alla Fondazione Antonveneta, ha chiamato Fernando Mazzocca e Carlo Sisi con Maria Vittoria Marini Clarelli, direttore della Galleria Nazionale d´Arte Moderna di Roma. Il tema e l´ambito sono ben noti: a cavallo tra Otto e Novecento, l´inconscio irrompe nell´arte e nulla sarà più come prima. E´ la scoperta di un mondo "altro", affascinante, intrigante, di una nuova lente che vira la percezione di ogni realtà, si tratti di un paesaggio fisico e di un moto dell´anima. E´ la storia di un movimento che si estende velocemente su scala europea ma che qui viene compitamente - ed è la prima volta - indagato nella sua fondamentale vicenda italiana. Non senza proporre confronti oltre confine e in particolare con l´ambito austriaco del Simbolismo: valgano tra tutti la Giuditta - Salomè, di Gustav Klimt o Il Peccato, celebre capolavoro di Franz von Stuck: due opere che valgono da sole la visita alla mostra. Ma se i raffronti internazionali sono di assoluta qualità, ciò che di italiano offrono le otto sezioni di questa mostra, non è certo da meno. Sono opere che, nel loro insieme, ricostruiscono quel dibattito sulla missione dell´arte che infuocò quegli anni di decisive mutazioni sociali. Opere che evocano ciò che aleggiava negli ambienti letterari e filosofici di Gabriele D´annunzio o di Angelo Conti o nei cenacoli musicali devoti a Wagner, mentre le Esposizioni portavano in Italia i fermenti dei movimenti europei. Proprio con una esposizione, la Triennale di Brera del 1891, si apre l´itinerario della mostra che presenta affiancate Le due madri di Giovanni Segantini e Maternità di Gaetano Previati, quadri che segnano la sintesi fra divisionismo e contenuti simbolici. Segue una sezione dedicata ai ´protagonisti´: gli artisti italiani e stranieri che parteciparono direttamente a quell´avventura poetica cresciuta intorno al Manifesto del 1886 di Jean Moréas e all´ "arte di pensiero" foriera della poetica degli stati d´animo. "Un paesaggio è uno stato dell´anima" scriveva Henry-frédéric Amiel e a questo principio è ispirata la sezione che, trattando del sentimento panico della natura, espone opere dove prevalgono, nella rappresentazione del paesaggio, la nebbia, i bagliori notturni, la variabilità atmosferica, le situazioni insomma più facilmente collegabili ai turbamenti psicologici. A prefazione di questo tema l´ Isola dei morti di Böcklin nella raffinata ed inedita versione di Otto Vermehren, affiancata dai dipinti di Vittore Grubicy, di Pellizza da Volpedo, di Plinio Nomellini. Il mistero della vita è il soggetto della successiva sezione. Qui troviamo la rappresentazione di azioni quotidiane: la processione, le gioie materne, il viatico, la partenza mattutina. Emblemi di quell´ "artista veggente" che aveva il compito, secondo le teorie simboliste, di decifrare il mondo dei fenomeni e di cogliere le affinità latenti e misteriose esistenti tra l´uomo e la realtà circostante. Alle soglie del Novecento, Angelo Conti affermava che la natura, anche nelle sue calme apparenze, era "tutta uno spasimo, una frenesia di rivelarsi ed esprimere, per mezzo dell´uomo il segreto della sua vita": un segreto che spesso era demandato a rappresentazioni dense di rimandi letterari, di evocazioni mitologiche cariche di sensualità, in cui l´artista esibiva la capacità di trasformarne quei contenuti in immaginazioni rare e coinvolgenti, come nei dipinti di Pellizza da Volpedo, Morbelli e Casorati. L´ispirazione preraffaellita domina la pittura di Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis realizza le aspirazioni figurative di D´annunzio, Galileo Chini intesse sontuose e iridescenti allegorie, Leonardo Bistolfi interroga la Sfinge, Gaetano Previati riscopre nella storia il dramma di Cleopatra: le sezioni che illustrano il mito e l´allegoria propongono i capolavori di questi artisti mettendone in evidenza la portata internazionale attraverso il confronto - clamoroso per importanza e qualità - con le opere di Gustav Klimt e di Franz von Stuck. E´ nella sezione dedicata al ´bianco e nero´, cioè alla nutrita produzione grafica degli anni fra Otto e Novecento, che meglio si comprende il dialogo degli italiani con la cultura figurativa mitteleuropea, impegnata ad indagare i più riposti sentimenti dell´uomo, i suoi fantasmi interiori. Spiccano in questa i fogli di Gaetano Previati, di Alberto Martini, di Romolo Romani, di Giovanni Costetti, di Umberto Boccioni, del giovane Ottone Rosai, che variano dall´allegorico, al fiabesco, al fantastico, all´orrido, confermando l´idea allora ricorrente che solo attraverso il disegno si riuscisse a preservare la spiritualità della visione dalle scorie della quotidiana esperienza. Il percorso della mostra si conclude nella ´Sala del Sogno´, che alla Biennale di Venezia del 1907 aveva consacrato le istanze e le realizzazioni della generazione simbolista creando una vera e propria scenografia affidata all´ingegno decorativo di Galileo Chini e agli artisti che, con la loro militanza, avevano contribuito ad alimentare le poetiche del ´piacere´ e dell´inquietudine, della bellezza e del mito, della spiritualità e degli stati d´animo, sostenendole con tenacia fino alle soglie della rivoluzione futurista cui introducono due capolavori ancora simbolisti di Umberto Boccioni come Il sogno (Paolo e Francesca) e La madre che cuce. Informazioni e prenotazioni: tel. 049.8753100 info@palazzozabarella.It - www.Palazzozabarella.it |
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MILANO (POLDI PEZZOLI): BELLINI, BOTTICELLI, POLLAIOLO. CAPOLAVORI SVELATI DA OMAR GALLIANI
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Il Museo Poldi Pezzoli prosegue la stagione espositiva 2011 con un suggestivo confronto tra alcuni suoi capolavori e l´interpretazione di Omar Galliani, uno dei protagonisti dell´arte italiana contemporanea. La mostra Bellini, Botticelli, Pollaiolo. Capolavori svelati da Omar Galliani in programma al Museo Poldi Pezzoli dal 16 settembre al 23 ottobre 2011, propone alcuni disegni dell´artista reggiano che reinterpretano tre delle opere più famose della collezione del Museo: l´Imago Pietatis di Giovanni Bellini, il Compianto sul Cristo morto di Sandro Botticelli e il Ritratto di dama di Piero del Pollaiolo, simbolo della casa-museo. "Con questa mostra di Omar Galliani - dichiara Annalisa Zanni, direttore del Museo Poldi Pezzoli - vogliamo proseguire nel percorso di dialogo tra le arti dal passato al contemporaneo, caro a Gian Giacomo Poldi Pezzoli, fondatore del Museo. Di questo dialogo Galliani è interprete estremamente raffinato, nella sua volontà di recuperare la tecnica antica del disegno dei maestri fiorentini del Rinascimento" |
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MOSTRA: "INTRECCI D’ARTISTA" DA KANDINSKY A KLEE, DA CORRADO CAGLI A PAOLO CONTE GLI ARAZZI DI UGO SCASSA RAVENNA PALAZZO MAURO DE ANDRÈ, DAL 26/08/2010 AL 12/09/2010 |
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44 Arazzi in mostra fino al 12 settembre di diversi autori del 900, tra cui Wassily Kandinsky, Salvador Dalì, Max Ernst, Paul Klee, Joan Mirò, Corrado Cagli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Henri Matisse, Umberto Mastroianni, Giuseppe Capogrossi, Tono Zancanaro, Luigi Spazzapan, Mirko Basaldella, Felice Casorati, Francesco Muzzi, Renzo Piano, Paolo Conte, Giovanni Omiccioli, Mario Sironi, Emilio Tadini. Una raccolta unica, un ampio e ricercato campionario di arte internazionale, dove rintracciare e riconoscere tutti i movimenti pittorici che hanno animato, attraversato l’Italia e l’Europa, dal 900 ai giorni nostri. L´arazzo non é né un duplicato né un surrogato della pittura parietale. Tessuto secondo gli usi cui veniva destinato in varie dimensioni, spesso immense, poteva prestarsi a una funzione sia decorativa se applicato al muro, sia architettonica se adoperato come divisione di ambienti, assumendo allora un valore spaziale, un oggetto domestico assai più fruibile che non la normale pittura. Ugo Scassa, l´arazziere di Asti che ha confezionato le opere in mostra, esprime così l’amore per questa antica arte: “Ritengo che l´arte dell´arazziere sia paragonabile a quella di un maestro concertatore. Come il direttore d´orchestra, con il concorso degli orchestrali da lui diretti, dà una personale interpretazione di una composizione musicale e il risultato sarà, artisticamente, tanto più alto quanto più bello sarà lo spartito prescelto e quanto più sensibile e profonda la sua interpretazione, così l´arazziere, con l´aiuto di esperte tessitrici, realizza un arazzo con la lettura attenta e critica di un´opera d´arte figurativa che, in tal caso, diventa il suo spartito. È attraverso questa analisi che io posso dirigere il lavoro delle mie tessitrici”. Questa sua sensibilità declinata a cogliere ed interpretare stilisticamente l´anima di un dipinto attraverso i punti cardini da lui stesso definiti nella realizzazione di un arazzo, fa di questi “pani tessuti” un importante frammento di storia dell´arte. Un elemento chiave per capire la trasformazione dell´arte e il cambiamento del senso estetico della seconda metà del Novecento. Gli arazzi di Scassa in mostra, provenienti dal Museo Magi’900 (Pieve di Cento – Bo) dal Comune di Meldola (Fc), dal Museo dell’Arazzeria Scassa di Asti, dalla Camera di commercio di Asti, dalla Cassa di Risparmio di Asti, dagli Archivi Guttuso, dall’Archivio Cagli e da collezioni privati, sono un ampliamento degli stilemi dell´arte, proprio attraverso la necessità di esistere se parte di un edificio o di un ornamento murario. Nelle parole di Elda Danese, dottore di ricerca in storia dell´arte, curatrice della mostra insieme a Silvana Costa la organizzatrice di eventi che da più di dieci anni si occupa dell’appuntamento espositivo di Palazzo De Andrè, si riflette l’essenza dell’arazzeria in mostra che raccoglie opere di celebri. “La storia dell´arazzeria Scassa è legata allo sviluppo italiano del secondo dopoguerra – afferma Elda Danese- e in particolare all´allestimento dei transatlantici, alle scelte dei loro progettisti e alle trasformazioni del gusto evidenti negli interni delle "città galleggianti". In quel momento molti artisti italiani, tra i quali spicca la presenza di Cagli per l´assiduità e la sensibilità con cui ha utilizzato questo mezzo, avevano prestato il proprio lavoro alla realizzazione di panni tessuti, in gran parte eseguiti dall´arazzeria di Asti. È una stagione che si evolverà con l´abbandono dell´assegnazione statale di grandi commesse in questo campo, analogamente a quanto accadrà, del resto, in altri settori pubblici, e al crescente successo dei viaggi aerei. Gli incarichi successivi a questo periodo determinano una svolta nella produzione e nei rapporti con la committenza, diventata in seguito perlopiù privata. I lavori esposti alla mostra di Ravenna documentano perciò l´attività della più importante manifattura italiana di arazzi, oggi anche sede di un museo che raccoglie un´importante collezione di opere prodotte a partire dagli anni Cinquanta del Novecento”. Inaugurazione: alla presenza dell’Onorevole Pierluigi Bersani venerdì 26 agosto 2011 ore 19.00 Palazzo De Andrè a Ravenna. |
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PASSARIANO DI CODROIPO (VILLA MANIN): IN MOSTRA L´ESPRESSIONISMO
- 24 SETTEMBRE 2011 / 4 MARZO 2012 |
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Per la prima volta in Italia un´esposizione, curata da Magdalena Moeller e Marco Goldin e forte di oltre 100 opere tra dipinti e carte, tutte provenienti dal berlinese Brücke Museum, racconta in modo preciso, secondo una scansione cronologica ma anche procedendo per aree quasi monografiche, da Kirchner a Heckel, da Nolde a Schmidt-rottluff, da Pechstein a Mueller, la nascita e lo sviluppo del movimento denominato "Die Brücke", la pietra fondante dell´Espressionismo. La mostra avrà luogo a Villa Manin dal 24 settembre 2011 al 4 marzo 2012 e si pone come terza tappa del progetto pluriennale, ideato e curato da Marco Goldin, denominato "Geografie dell´Europa". Con la nascita del movimento "Die Brücke" a Dresda nel 1905 si posero le basi del movimento originario dal quale in seguito discenderà quello che, nella storia dell´arte, è noto come "Espressionismo" e che costituisce il primo importante contributo di area tedesca alla modernità. Non si tratta tanto di raffigurare i diversi aspetti della realtà visibile - che costituiva il contenuto artistico dominante - quanto piuttosto di esprimere le esperienze soggettive e i sentimenti interiori dell´individuo. L´obiettivo del movimento "Die Brücke" era quello di tradurre nell´opera gli oggetti percepiti "in modo diretto e senza falsificazioni", svincolati da qualsivoglia convenzione accademica. All´interno del movimento non esisteva un programma specifico; erano piuttosto l´impulso spontaneo e l´intuito creativo a costituire gli elementi accomunanti tra gli artisti del gruppo. La loro intenzione più ampia era quella di trasferire le idee innovative e le attitudini non ortodosse alla vita di tutti i giorni e di rompere così il corso angusto delle rigide norme sociali dell´età guglielmina. Fritz Bleyl, Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-rottluff, tutti studenti di architettura a Dresda, furono i fondatori del gruppo, formatosi a Dresda il 7 giugno 1905. Schmidt-rottluff fu il suggeritore del nome del movimento - che nelle intenzioni degli artisti doveva rompere in modo netto con il passato più vicino, quello dell´accademia del 1700 e 1800, ma al contempo "gettare un ponte" tra quegli elementi artistici allora in fermento e una certa tradizione germanica (il Medioevo e Cranach, come dichiara lo stesso Kirchner, esponente più importante del movimento). Bleyl, specializzato in disegno grafico, realizza la locandina per la prima esposizione a Dresda nel 1906. Emil Nolde, Hermann Max Pechstein, entrano nel gruppo nel 1906 e Otto Mueller nel 1910. Le opere di questi artisti, soprattutto nel periodo in cui fecero parte del movimento, che si scioglierà nel 1913, sono accomunate soprattutto dall´evidente semplificazione formale, contorni marcati e colori accesi, accostati in modo dissonante. Accanto a paesaggi e ritratti compaiono scene urbane (famose quelle di Kirchner) dove vengono raffigurati vie, ponti, caffè, sempre filtrati attraverso la lente deformante di una violenta polemica sociale. Pur accomunati da questi elementi fondamentali, gli esiti pittorici di questi artisti ne mettono anche in luce i tratti e il gusto individuali. La pittura di Heckel, inizialmente composta da linee spezzate, disegno sommario e colori stridenti evolve nel tempo verso un lirismo più armonioso e paesaggi luminosi, anche per l´influenza degli artisti del movimento Der Blaue Reiter. Pechstein, interessato all´arte primitiva, realizza quadri nei quali il colore è ricco e modulato, più morbido; la sua produzione è infatti caratterizzata dalla sensibilità per il carattere decorativo della linea e dei colori e da un´interpretazione meno accesa e violenta rispetto alla poetica dell´espressionismo. Muller rappresenta forse la voce più mite e malinconica e sviluppa il proprio linguaggio pittorico, portando nell´espressionismo una costruzione formale meno incline alle dissonanze, come testimoniano i suoi nudi femminili, le scene di vita zingaresca, i paesaggi ricchi di vegetazione. Schmidt-rottluff si dedica a ritratti e paesaggi in cui sono riconoscibili echi impressionisti, anche se l´interesse per la litografia lo porta a una composizione semplificata e composta da forme sintetiche e spigolose. Gli esiti di di Kirchner e di Nolde sono forse quelle che rimangono più coerenti e vicine alla poetica espressionista. Lo stile di Kirchner si fa sempre più drammatico, con deformazioni violente e ritmi convulsi. Nolde sviluppa ulteriormente l´elemento drammatico arrivando a una pittura grottesca, caricaturale della figura umana, caratterizzata da una stesura del colore libera da schemi compositivi, dato per pennellate ampie che sfilacciano quasi le forme. Nel loro insieme, le opere di questo movimento rappresentano in modo esemplare la fase iniziale dell´Espressionismo prima della Prima Guerra mondiale. Con la loro tavolozza audace e un insieme di immagini anticonvenzionali e stilizzate, queste opere rivelano una vitalità particolare e un´energia estatica che affascina ancora l´osservatore contemporaneo. Con una forte adesione nei confronti del paesaggio. La mostra Espressionismo documenta una varia creatività artistica all´interno di questo gruppo rivoluzionario. Gli assunti radicali e i concetti visionari divennero una significativa fonte d´ispirazione per le successive generazioni di artisti. La mostra ne documenta tutte le tappe stilistiche principali, anche attraverso documenti tradotti dal tedesco in lingua italiana per il catalogo di studio, che ospiterà saggi diversi e scheda critica di ogni opera esposta. Espressionismo. Villa Manin, Passariano di Codroipo, 24 settembre 2011 - 4 marzo 2012. Orario mostra dal 24 settembre al 1 novembre: tutti i giorni ore 9-19; dal 2 novembre a fine mostra:da lunedì a venerdì: ore 9 - 18. Sabato e domenica: ore 9 - 19. Chiuso 24, 25, 31 dicembre 2011, 1 gennaio 2012: ore 11-19. Ingressi: intero euro 10, ridotti euro 6. Mostra promossa dall´Azienda Speciale Villa Manin con la partnership della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste, della Fondazione Antonveneta di Padova e dell´Assicurazioni Generali di Trieste. Info e prenotazioni Call center Tel. +39 0422 429999 Fax +39 0422 308272 biglietto@lineadombra.It www.Lineadombra.it |
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BORGOMANERO: LE QUATTRO PROVINCE DEL PIEMONTE ORIENTALE IN MOSTRA A A SETTEMBRE - AL VIA “I SAPORI DELL’ALTO PIEMONTE” - IL 2, 3 E 4 SETTEMBRE 2011 LA CITTÀ NOVARESE DIVENTA LA PIAZZA DELLE ECCELLENZE DELL’ALTO PIEMONTE. PRESENTAZIONE
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Una splendida cornice, quella del prato e del cortile interno di Villa Marazza, recentemente restaurata, per un evento speciale che mette in mostra gusti, sapori ed eccellenze dell’intero Piemonte Orientale. E’ questo il fil rouge de “I Sapori dell’Alto Piemonte”, manifestazione promossa dal Comune e dalla Pro Loco di Borgomanero con la collaborazione della Regione Piemonte, delle province e delle associazioni di categoria del quadrante orientale (Novara, Vercelli, Biella, Vco) e di importanti aziende private, che verrà presentata nel dettaglio nella conferenza stampa ufficiale giovedì 28 luglio 2011 alle 10,00 in Villa Marazza. “Abbiamo voluto valorizzare la vocazione di Borgomanero come piazza ideale per promuovere un ampio territorio, variegato, molteplice, affascinante e che ha ancora molto bisogno di visibilità qualificata – spiega l’assessore Filippo Mora - Per questo il nostro progetto abbina alle iniziative in programma anche la comunicazione non solo locale ma anche sovra regionale, con una particolare attenzione per le aree limitrofe lombarde, e nazionale. Per sfruttare appieno l’occasione di promozione, inviteremo anche alcuni giornalisti di testate nazionali di turismo ed enogastronomia proponendo loro un percorso tra i sapori e i saperi del territorio”: Il programma abbina iniziative diverse e complementari: dalla caratteristica e sempreverde mostra mercato delle eccellenze artigiane, agricole ed enogastronomiche, ai laboratori per bambini, ai giochi, agli incontri culturali e a progetti aderenti alla più stretta contemporaneità, come “No Taxi, No Party”, servizi convenzionati di taxi da e per la fiera, prenotabili anche sul posto. “Tengo a sottolineare – spiega Mora - che tutti gli eventi enogastronomici, dalle cene e pranzo territoriali, agli aperitivi, alle degustazioni, fino al picnic domenicale, saranno rigorosamente di qualità, a base principalmente di prodotti del territorio e, soprattutto, a prezzi popolari, poiché abbiamo ritenuto, in linea con la filosofia di Slow Food, nostro partner, che “mangiare è un atto agricolo” e quindi di tutti e per tutti” |
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BERGAMO (GAMEC): IL BELPAESE DELL´ARTE - ETICHE ED ESTETICHE DELLA NAZIONE - DAL 28 SETTEMBRE 2011 AL 19 FEBBRAIO 2012 |
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L’immagine dell’Italia nel mondo, nella molteplicità delle sue espressioni visive, dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, vista attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali ma anche di ‘cose e fatti’ dall’Ottocento ai nostri giorni. Dal 28 settembre 2011 al 19 febbraio 2012, la Gamec di Bergamo ospiterà la mostra Il Belpaese Dell’arte. Etiche ed Estetiche della Nazione. L’esposizione, a cura di Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, vuole riproporre l’immagine dell’Italia nel mondo nella molteplicità delle sue espressioni visive: dal cinema all’arte, dalla letteratura al Made in Italy, dalla cultura d’élite a quella popolare, attraverso 200 opere di artisti italiani e internazionali, ma anche di ‘cose e fatti’ – come gli scritti di Rita Levi Montalcini grazie ai quali le è stato assegnato il premio Nobel – dall’Ottocento ai nostri giorni. L’iniziativa, che si tiene in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, dimostrerà quanto la creazione artistica abbia influenzato in maniera determinante, soprattutto in questo ultimo secolo e mezzo di storia, l’organizzazione pratica della vita sociale italiana. A tal proposito, Il Belpaese dell’Arte proporrà esempi storici rilevanti – come i ritratti dei circa 200 garibaldini della spedizione dei Mille, provenienti da Bergamo e Provincia, o una cinquantina di caricature dei parlamentari italiani, disegnati dal senatore Tecchia sulla carta intestata del Parlamento, verso la fine dell’Ottocento - nei quali la memoria trattenuta nell’arte si è riverberata, quale fusione tra passato e modernità di etica ed estetica, in campi a lei affini come l’architettura e il design, o in altri dissimili come il paesaggio, la religione, la politica. Parallelamente, in ogni sala saranno esposti oggetti – le figurine Panini, gli ex voto, i trofei sportivi, i libri - che, pur non essendo opere d’arte, costituiscono icone mondiali dell’identità italiana: la loro presenza porrà a confronto l’ideale puro di un’arte d’avanguardia e le testimonianze di una creatività spontanea, popolare o industriale. La mostra condurrà inoltre un’articolata indagine sull’idea di Paese e di Nazione e sui processi culturali, sociali ed estetici che ne hanno caratterizzato la formazione. A differenza degli altri stati europei, in Italia, il principale elemento culturale unificante è stata proprio l’arte, o le arti. Da qui, il titolo della mostra Il Belpaese dell’Arte, cioè come luogo d’eccellenza di una continuità e di un tocco estetico particolare. Alla Gamec si esploreranno luoghi e momenti che partecipano all’origine e alla costruzione dello Stato-nazione come fenomeno unitario: la bandiera, la lingua, l’inno, il confine, la mappa, la cultura religiosa, il monumento, lo sport anche attraverso opere che mimano o definiscono forme di rappresentanza politica, estetica, geografica o identitaria, grazie alle quali si oltrepassano i limiti dell’oggetto artistico per procedere a un confronto diretto con la realtà e le sue strutture di appartenenza, come le maglie di calciatori, le maglie rosa di Gimondi, la coppa Europa di sci, o la divisa della Valanga azzurra di Fausto Radici. A rafforzare l’identificazione tra forme artistiche e luoghi geografici, in ciascuna sezione saranno presentati progetti concepiti dagli artisti specificamente per alcune località italiane; tra questi, Carla Accardi per Santa Maria Novella di Firenze, Ben Vautier per Napoli, Mimmo Paladino per Palermo, John Armleder per Piacenza e il fiume Po, Mimmo Rotella per Venezia, Julian Opie per Roma, e molti altri. Il percorso espositivo si suddivide in otto sezioni. Nella prima, dal titolo Fratelli d’Italia, il richiamo all’inno nazionale fa da sfondo alla presentazione di coppie di artisti, tra cui Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Tano Festa e Francesco Lo Savio, Gianni e Giò Colombo, Alessandro e Francesco Mendini, Gianluca e Massimiliano De Serio, Paola e Rita Levi Montalcini. Queste coppie, legate da un vincolo di fratellanza, hanno espresso valori artistici tra loro simili e diversi come unitaria e differente è l’Italia stessa. In Mappamondo Italia, le opere di Luciano Fabro, Enzo Cucchi, Maurizio Cattelan, Luigi Ontani, ispirate alla forma dello stivale italiano dialogheranno con le mappe del mondo di Alighiero Boetti, Mona Hatoum, Claudio Parmiggiani, Fabio Favelli, Alice Guareschi, sviluppando una relazione sul rapporto geografico locale e globale. Per grazia ricevuta Italia presenterà quei lavori desunti dall’immaginario sacro e in cui il linguaggio dell’arte contemporanea incontra la tradizione, la storia e la cultura delle feste popolari. In primo piano, si troverà la figura della Madonna, spesso usata come iconografia da artisti come Gino De Dominicis, Vettor Pisani, Alberto Garutti, Alexandra Mir, Nan Goldin, Kiki Smith, Antonio Riello, Vanessa Beecroft, in dialogo con alcuni ex voto. Nella quarta sezione, Cartoline d’Italia, s’incontreranno opere di Mario Cresci, Claire Fontaine, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Francesco Jodice, Mario Giacomelli, Giuseppe Bartolini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Migliara, Mario Sironi, Giovanni Iudice, che racconteranno quella sorta di mitologia che identifica l’Italia come il fulcro attorno cui si è sviluppata la storia dell’arte e il modello ideale della bellezza del paesaggio. Anche lo sport, come fattore di coesione nazionale e come metafora di appartenenza verrà analizzato nell’esposizione bergamasca, attraverso Pietro Roccasalva, Enzo Umbaca, Paola di Bello, Michelangelo Pistoletto, Salvo, Gang Song Ryong, Andrea Mastrovito, cui si affiancheranno i simboli che hanno caratterizzato le carriere degli eroi dello sport quali Fausto Radici, Felice Gimondi, Giacomo Agostini e altri. La creazione e la distruzione dei monumenti ha sempre segnato la nascita e la morte delle nazioni. Attorno a questi simboli di identità collettiva saranno riunite, nella sezione A futura memoria, le opere di Gabriele Di Matteo, Patrick Tuttofuoco, Enzo Bassotto, Sislej Xhafa, Gino De Dominicis, Steven Claydon, Rossella Biscotti, Letizia Battaglia, Alfredo Jaar, Tullio Pericoli, Yan Pei Ming, Giuseppe Luigi Poli, Giuseppe Diotti, Giuseppe Gaudenzi. Manifesti, icone e sculture di Tobias Rehberger, Loredana Di Lillo, Renato Guttuso, Marco Cingolani, Antonella Mazzoni, Francesco Arena, Elmgreen&dragset e Sebastiano Tecchia, Emilio Isgrò, Teofilo Patini, Cesare Tallone, faranno da filo conduttore alla tematica politica, intesa come luogo di coesione, dibattito, comunicazione e appartenenza. Chiude l’esposizione, la sezione Fatto in Italia / All’italiana, in cui l’avventura del nostro Paese nel mondo è vissuta attraverso i miti e il successo del Made in Italy, con opere di Gino Severini, Hans-peter Feldmann, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Rizzoli, Nemanja Cvijanovic, Giuseppe Stampone, Gabriele Picco. A complemento, verrà proiettato un documentario della Rai – Radio Televisione Italiana, che racconterà il panorama culturale, sociale e artistico evocato dalla mostra attraverso spezzoni di film, programmi televisivi, spettacoli teatrali, spot pubblicitari e notiziari. Accompagna l’esposizione un catalogo illustrato, con testi dei curatori e di sociologi, critici d’arte, giornalisti, politologi e filosofi sui temi trattati. Info: Il Belpaese Dell’arte. Etiche ed Estetiche della Nazione - Bergamo, Gamec (via San Tomaso, 53) - 28 settembre 2011 – 19 febbraio 2012 - Il biglietto consente di visitare anche la mostra ‘Tim Rollins + K.o.s.: On Transfiguration’ - tel. +39 035 270272 - fax +39 035 236962 - www.Gamec.it |
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ALBISSOLA MARINA (POZZO GARITTA): MOSTRA DI ANDREA FAGIONI |
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Inaugurerà il giorno sabato 30 luglio pv. Alle ore 18.00 nella caratteristica cornice di Pozzo Garitta, nel centro storico di Albissola Marina (Savona), la personale dell´artista e scenografo teatrale Andrea Fagioli (Siena 1961), ricercatore dai poliedrici interessi, docente di Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico di Siena, attivo dagli anni ´80 in Italia e numerosi Paesi esteri con mostre personali e collettive. La mostra, a cura di Mauro Baracco, si protrarrà fino al giorno 15 agosto compreso, in diversi spazi espositivi: al Circolo Eleutheros (nella sede di via Colombo e allo Studio Lucio Fontana), al Circolo degli Artisti in Pozzo Garitta e nella vetrina d´arte del Centro Artigianale Restauri di via Repetto. Orari: Circolo Culturale Eleutheros (sede di via Colombo e Studio Lucio Fontana) dalle ore 17.00 alle 20.00 Circolo degli Artisti e Studio Lucio Fontana (apertura serale) dalle ore 21.00 alle ore 23.00 Giorni festivi (Ferragosto compreso) dalle ore 10.30 alle ore 12.30 Lunedì giorno di chiusura |
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ANTEPRIMA ASSOLUTA PER “AMORI BOLIVIANI” A FOLKEST SPILIMBERGO 29/ 30 LUGLIO |
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Pordenone - “Bolivia amore mio nasce dopo aver letto il libro Amori boliviani di Letterio Scopelliti narrato, come un lungo monologo personale preciso e puntuale, come un ottimo giornalista sa fare”. Sono parole di Carlo Pontesilli, attore e regista pordenonese, che del libro di Scopelliti ha approntato una rilettura per il teatro che sarà presentata in anteprima assoluta al Folkest di Spilimbergo. Una gemma quella di Pontesilli, ulteriormente impreziosita dalla presenza della danzatrice Zoraide Sabrina Corrente, che sarà offerta al pubblico nelle giornate clou del festival all’interno di “Folkest in festa” che si terranno nell’ultimo fine settimana di luglio nella città del mosaico. Tre gli spettacoli previsti, il 29 luglio alle 21.15 in piazza Duomo e alle 22.15 in piazza Garibaldi, il 30 luglio ancora in piazza Garibaldi e alle 22.15, tutti ad ingresso libero. Progetto speciale dell’edizione 2011 del festival, “Amori boliviani” gode del patrocinio dell’Università salesiana della Bolivia di La Paz e vede coinvolto un ampio partenariato guidato da Cooperativa sociale Itaca, associazione Braccia Aperte onlus e Folkest e che coinvolge anche Casa dei Boliviani, Red Intercultural Madre Tierra, Sangre Andina, Expresion, Due Mondi, Amici della Bolivia, Donando, Il Caseificio, Circolo della Stampa di Pordenone. Il libro di Scopelliti non è solo un resoconto narrativo-giornalistico “ma una mappa essenziale del paesaggio o meglio, dei paesaggi che l’occhio dello scrittore ha saputo cogliere, fotografare e fissare nella mente attraverso un’attenta e accurata indagine, durante il suo viaggio in quella terra meravigliosa. Ho voluto ripercorre quel viaggio – spiega Pontesilli - assorbendo i palpiti dell’autore e mescolandoli con i miei”. “Bolivia amore mio” è una successione di scene che scorrono con ritmo calmo, discorsivo, quasi di conversazione con un immaginario uditore. Tra quelle iniziali la “Pachamama”, la sacra Madre Terra (la cui Festa, che cade il 2 agosto, sarà celebrata il 30 luglio a Spilimbergo in piazza Duomo dalle 18 alle 20 da una speciale delegazione di associazioni boliviane – Madre Tierra e Casa dei boliviani – in arrivo da Bergamo, ove risiede la comunità boliviana più numerosa d’Italia) venerata da quelle popolazioni alla quale si rivolgono preghiere e si compiono rituali perché porti fertilità, benessere, felicità e pace. Tra i temi forti di “Bolivia amore mio” quello relativo al popolo boliviano, “che ha tenuto fede ai propri principi e idee non rinnegandoli anche quando la vita attuale ha modificato usanze e costumi nel quotidiano. Nel popolo boliviano convivono due anime, la storia antica e la storia contemporanea – prosegue Scopelliti -, accompagnate dall’allegria dei canti e delle musiche affascinanti ritmate da strumenti dalla sonorità ancestrale”. Fra gli altri temi topici ripresi da Pontesilli, la “Porta del Sole” attraverso la quale “il sacro astro, chiamato Inti, invia i suoi raggi oltrepassando l’arco in certi periodi dell’anno, soprattutto durante il solstizio d’estate”. O ancora l’ingresso della figura femminile chiamata Zoraide, che recita una preghiera al Sacro Inti offrendo doni propiziatori da condividere assieme alla Grande Pachamama, brindando al mitico Tikki Viracocha, il creatore del mondo il quale ha inviato a Tiwanaca i suoi figli mitici Manco Capac e Mama Occlo, i fondatori della stirpe Inca. Solo alcuni spunti che non scoprono l’essenza di “Bolivia amore mio” ma invitano a partecipare allo spettacolo di Carlo Pontesilli con Zoraide Sabrina Corrente tra Surazo, Cholas patena e Salar de Uyuni, la Valle delle Anime e Valle Luna, il lago Titicaca sulle cui rive rivivono i mitici Uros e l’antichissima città di Tiwanaku, sommersa dalle acque. Gli “Amori boliviani” hanno in programma un gran finale assieme a Folkest che infiammerà la città del mosaico in un tripudio di colori e suoni, sapori e ritualità. Oltre agli spettacoli di Pontesilli, sabato 30 luglio dalle 11 alle 13 musica tradizionale boliviana itinerante lungo le vie del centro storico nel corso del mercato settimanale con Sangre Andina ed Expresin, i due gruppi in arrivo da Bergamo, che poi in serata saranno protagonisti dalle 18 alle 20 in piazza Duomo della “Festa dell’Indipendenza di Bolivia e Perù”. I fuochi d’artificio sono poi attesi con il concerto ad ingresso libero “Amori bolivariani”, previsto sempre il 30 luglio alle 22.15 in piazza Duomo: sul palco di Folkest Alberto Chicayban e Taller Experimental de Musica Andina per una serata di musica latino americana e sonorità andine millenarie. Nel corso della giornata di sabato le associazioni che sostengono gli “Amori boliviani” – Braccia Aperte, Red Intercultural Madre Tierra, Casa dei boliviani, Due Mondi e Amici della Bolivia - saranno presenti con stand di prodotti tipici d’artigianato e alimentari, sarà presentato anche il progetto “Miti boliviani” che durante il mese di luglio ha proposto in alcuni Centri estivi gestiti da Itaca la visita di esperti in tradizioni, miti e leggende della Bolivia. |
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ANTEPRIMA ASSOLUTA PER “AMORI BOLIVIANI” A FOLKEST SPILIMBERGO 29/ 30 LUGLIO |
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Pordenone - “Bolivia amore mio nasce dopo aver letto il libro Amori boliviani di Letterio Scopelliti narrato, come un lungo monologo personale preciso e puntuale, come un ottimo giornalista sa fare”. Sono parole di Carlo Pontesilli, attore e regista pordenonese, che del libro di Scopelliti ha approntato una rilettura per il teatro che sarà presentata in anteprima assoluta al Folkest di Spilimbergo. Una gemma quella di Pontesilli, ulteriormente impreziosita dalla presenza della danzatrice Zoraide Sabrina Corrente, che sarà offerta al pubblico nelle giornate clou del festival all’interno di “Folkest in festa” che si terranno nell’ultimo fine settimana di luglio nella città del mosaico. Tre gli spettacoli previsti, il 29 luglio alle 21.15 in piazza Duomo e alle 22.15 in piazza Garibaldi, il 30 luglio ancora in piazza Garibaldi e alle 22.15, tutti ad ingresso libero. Progetto speciale dell’edizione 2011 del festival, “Amori boliviani” gode del patrocinio dell’Università salesiana della Bolivia di La Paz e vede coinvolto un ampio partenariato guidato da Cooperativa sociale Itaca, associazione Braccia Aperte onlus e Folkest e che coinvolge anche Casa dei Boliviani, Red Intercultural Madre Tierra, Sangre Andina, Expresion, Due Mondi, Amici della Bolivia, Donando, Il Caseificio, Circolo della Stampa di Pordenone. Il libro di Scopelliti non è solo un resoconto narrativo-giornalistico “ma una mappa essenziale del paesaggio o meglio, dei paesaggi che l’occhio dello scrittore ha saputo cogliere, fotografare e fissare nella mente attraverso un’attenta e accurata indagine, durante il suo viaggio in quella terra meravigliosa. Ho voluto ripercorre quel viaggio – spiega Pontesilli - assorbendo i palpiti dell’autore e mescolandoli con i miei”. “Bolivia amore mio” è una successione di scene che scorrono con ritmo calmo, discorsivo, quasi di conversazione con un immaginario uditore. Tra quelle iniziali la “Pachamama”, la sacra Madre Terra (la cui Festa, che cade il 2 agosto, sarà celebrata il 30 luglio a Spilimbergo in piazza Duomo dalle 18 alle 20 da una speciale delegazione di associazioni boliviane – Madre Tierra e Casa dei boliviani – in arrivo da Bergamo, ove risiede la comunità boliviana più numerosa d’Italia) venerata da quelle popolazioni alla quale si rivolgono preghiere e si compiono rituali perché porti fertilità, benessere, felicità e pace. Tra i temi forti di “Bolivia amore mio” quello relativo al popolo boliviano, “che ha tenuto fede ai propri principi e idee non rinnegandoli anche quando la vita attuale ha modificato usanze e costumi nel quotidiano. Nel popolo boliviano convivono due anime, la storia antica e la storia contemporanea – prosegue Scopelliti -, accompagnate dall’allegria dei canti e delle musiche affascinanti ritmate da strumenti dalla sonorità ancestrale”. Fra gli altri temi topici ripresi da Pontesilli, la “Porta del Sole” attraverso la quale “il sacro astro, chiamato Inti, invia i suoi raggi oltrepassando l’arco in certi periodi dell’anno, soprattutto durante il solstizio d’estate”. O ancora l’ingresso della figura femminile chiamata Zoraide, che recita una preghiera al Sacro Inti offrendo doni propiziatori da condividere assieme alla Grande Pachamama, brindando al mitico Tikki Viracocha, il creatore del mondo il quale ha inviato a Tiwanaca i suoi figli mitici Manco Capac e Mama Occlo, i fondatori della stirpe Inca. Solo alcuni spunti che non scoprono l’essenza di “Bolivia amore mio” ma invitano a partecipare allo spettacolo di Carlo Pontesilli con Zoraide Sabrina Corrente tra Surazo, Cholas patena e Salar de Uyuni, la Valle delle Anime e Valle Luna, il lago Titicaca sulle cui rive rivivono i mitici Uros e l’antichissima città di Tiwanaku, sommersa dalle acque. Gli “Amori boliviani” hanno in programma un gran finale assieme a Folkest che infiammerà la città del mosaico in un tripudio di colori e suoni, sapori e ritualità. Oltre agli spettacoli di Pontesilli, sabato 30 luglio dalle 11 alle 13 musica tradizionale boliviana itinerante lungo le vie del centro storico nel corso del mercato settimanale con Sangre Andina ed Expresin, i due gruppi in arrivo da Bergamo, che poi in serata saranno protagonisti dalle 18 alle 20 in piazza Duomo della “Festa dell’Indipendenza di Bolivia e Perù”. I fuochi d’artificio sono poi attesi con il concerto ad ingresso libero “Amori bolivariani”, previsto sempre il 30 luglio alle 22.15 in piazza Duomo: sul palco di Folkest Alberto Chicayban e Taller Experimental de Musica Andina per una serata di musica latino americana e sonorità andine millenarie. Nel corso della giornata di sabato le associazioni che sostengono gli “Amori boliviani” – Braccia Aperte, Red Intercultural Madre Tierra, Casa dei boliviani, Due Mondi e Amici della Bolivia - saranno presenti con stand di prodotti tipici d’artigianato e alimentari, sarà presentato anche il progetto “Miti boliviani” che durante il mese di luglio ha proposto in alcuni Centri estivi gestiti da Itaca la visita di esperti in tradizioni, miti e leggende della Bolivia. |
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MILANO (MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA): APERTE LE ISCRIZIONI PER NOTTE AL MUSEO "CACCIA ALLE INVENZIONI" DI SABATO 17 E DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011 | MITTENTE:
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Ritorna Notte al Museo, l’appuntamento notturno più atteso dai ragazzi che vogliono scoprire l’anima nascosta e affascinante del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. È notte. Il momento dei sogni e dei colpi di genio. Il buio nasconde affascinanti racconti ed elettrizzanti esperimenti. Nella notte tra sabato 17 e domenica 18 settembre i ragazzi tra i 6 e gli 11 anni e le loro famiglie sono invitati a scoprire il Museo in una luce diversa. Durante la notte si possono esplorare le gallerie in una luce nuova e lasciarsi ispirare dalle scoperte del passato per diventare moderni inventori. Dopo aver montato il “campo base” in una magnifica sala dell’antico monastero che ospita il Museo, i partecipanti verranno coinvolti in una serie di esplorazioni. Nelle gallerie più nascoste si potranno ascoltare racconti legati a vecchi inventori. Si potrà lasciarsi stupire da spettacolari esperimenti sull’elettricità o, ancora, scoprire i segreti legati alla navigazione e agli antichi viaggi. Prima di andare a dormire i visitatori si lasceranno ispirare dalle idee del passato per costruire invenzioni contemporanee, scoprendo cosa si nasconde dentro alcuni strumenti quotidiani. Informazioni Utili Per chi Il programma è rivolto alle famiglie con bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Per questioni di sicurezza, è necessaria la presenza di almeno 1 adulto accompagnatore ogni 5 bambini e non è possibile la partecipazione di più di 2 adulti per ogni bambino. Dove si dorme In un campo allestito nella Sala delle Colonne, vicino alla Galleria dedicata a Leonardo da Vinci, all’interno dell’edificio monumentale ed monastero olivetano. Cosa portarsi da casa Sacco a pelo, materassino da campeggio, cuscino, necessario per la notte e per l’igiene personale, prodotto antizanzare, vestiti e scarpe comode, torcia elettrica (da usare nelle attività di esplorazione delle collezioni). Quando si mangia L´attività al Museo inizia alle ore 20.00 e non prevede la cena. Il Museo mette a disposizione un leggero snack per la prima colazione della domenica mattina. Le famiglie possono portare con loro altri snack e bevande per la notte e la colazione. Programma Sera 20.00 registrazione all’ingresso del Museo in via San Vittore 21 20.30 attività e animazione 23.00 buonanotte Mattina 7.30 sveglia 8.00 breve attività e snack 9.00 uscita Prezzi Il costo è di 45,00 € a persona, sia per gli adulti che per i bambini. Come Prenotare Le prenotazioni possono essere effettuate: · Entro venerdì 9 settembre 2011 · E’ possibile prenotare telefonando al numero 02 48 555 558 (attivo dal lunedì al venerdì) o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica didattica@museoscienza.It Per completare l’iscrizione è necessario inviare la seguente documentazione: · scheda di prenotazione “Notte al Museo” (scaricabile al link: http://www.Museoscienza.org/attivita/notte/partecipare.asp · autorizzazione per la partecipazione dei minori all’attività (è necessario un modulo per ciascun bambino, eccetto nel caso di fratelli o sorelle); · copia della documentazione dell’avvenuto pagamento da inviare via mail all’indirizzo didattica@museoscienza.It o via fax al numero 02.48 010 055 entro il: - 9 settembre 2011 per la notte tra il 17 e il 18 settembre 2011. · La Fondazione stabilisce un numero massimo di partecipanti per ciascuna edizione di “Notte al Museo”. Ulteriori richieste successive al raggiungimento del limite massimo di partecipanti non potranno essere accolte. Modalità di pagamento Il costo è di 45 euro a persona, sia per gli adulti che per i bambini. Il pagamento deve avvenire entro venerdì 9 settembre Il pagamento va effettuato tramite versamento: · sul c/c postale n. 34889204 oppure · sul c/c bancario Bancoposta, iban: It50 U076 0101 6000 0003 4889 204 intestati a “Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci”, indicando nella causale “Notte al Museo – data della notte prenotata (17 settembre 2011)”. Qualora si utilizzi un istituto di credito che per contratto addebiti le spese e/o commissioni al beneficiario del pagamento, l’importo da versare dovrà essere incrementato di dette spese e/o commissioni. L’iscrizione è considerata effettiva soltanto nel momento in cui ogni parte della modulistica viene presentata debitamente firmata per accettazione e viene inviata la ricevuta del pagamento. In caso di mancata partecipazione alla data prenotata, la quota versata non potrà essere restituita. Per informazioni e iscrizioni: Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci - www.Museoscienza.org - didattica@museoscienza.It - T 02 48.555.558 |
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BIENNALE DIFFUSA DI TRIESTE
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Oltre 100 artisti, pittori, scultori, fotografi, visual designers del Friuli Venezia Giulia sono i protagonisti fino al 27 novembre 2011 della Biennale Diffusa di Trieste: un progetto a cura di Vittorio Sgarbi, avviato nell´ambito della Biennale Arte 2011 che, in sinergia con le regioni italiane, varca i confini dell´Arsenale di Venezia per estendersi ad alcuni centri della penisola. Prezioso valore aggiunto della Biennale Diffusa di Trieste è l’esclusiva location individuata per l´evento: per la prima volta, infatti, si aprono al pubblico i magnifici spazi del Magazzino 26, l´hangar di età asburgica costruito tra il 1890 e il 1897 e recentemente ristrutturato. Il Magazzino 26, il secondo hangar più grande d´Europa, è dunque sede visitabile nel segno di una spettacolare festa dell´arte, cornice e al tempo stesso suggestione portante del percorso espositivo. La Biennale Diffusa di Trieste è il primo passo concreto per l´avvio del grande progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste. Autori di grande spicco sulla scena dell´arte contemporanea come Franco Dugo, Gillo Dorfles, Giorgio Celiberti, Emanuela Marassi, Paolo Cervi Kervischer, Romano Abate, Piccolo Sillani, Livio Rosignano, Alice Psacaropulo, Nane Zavagno, Manuela Sedmach, Davide Skerlj e molti altri si incontreranno e confronteranno con la loro opera al Magazzino 26, in una vera e propria agorà dell´arte contemporanea. La Regione Friuli Venezia Giulia, dunque – area da sempre feconda di contaminazioni culturali e artistiche di atmosfera centro-europeo – si conferma crocevia di idee e progetti, ora riuniti in una sede che si prospetta ideale per la capacità di accogliere e valorizzare arte, performance e installazioni, nel contesto di un piano di recupero del patrimonio di archeologia portuale in dote a Trieste sin dall´età asburgica. Nell´ambito della Biennale Diffusa di Trieste è incastonato inoltre il prestigioso allestimento della sezione promossa dall´Iniziativa Centro Europea (Ince) e curata dal Comitato "Trieste contemporanea", con opere di una quarantina di artisti residenti nei paesi Ince, di origine italiana o con forti legami con l´Italia, e di artisti italiani operanti nei paesi membri dell´Ince, che testimonia il forte legame del Friuli Venezia Giulia con i Paesi dell’Est Europa. Da domenica 3 luglio a domenica 27 novembre 2011 www.Biennaletrieste.it |
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MILANO (FONDAZIONE STELLINE): L’ATELIER DEI NOWOSIELSKI - DAL 15 SETTEMBRE AL 8 OTTOBRE 2011
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Dal 15 settembre al 8 ottobre 2011, la Fondazione Stelline di Milano ospita la mostra che indaga la vicenda creativa di Hanna e Leszek Nowosielski, artisti della ceramica tra i più apprezzati della Polonia, i cui lavori richiamano la millenaria storia del loro paese. L’iniziativa, dal titolo L’atelier dei Nowosielski, curata da Elzbieta Modrzeska con la collaborazione di Alberto Agazzani, si inserisce nell’ambito delle proposte culturali e artistiche presentate in Italia dal Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, in occasione del semestre della Presidenza Polacca dell’Unione Europea. Il percorso espositivo presenta circa 40 opere ceramiche – pannelli, anche di grandi dimensioni, composizioni, figurine in porcellana a tema storico, astratto o allegorico - che rivelano la maestria dei coniugi Nowosielski nell’uso di un materiale tanto particolare quanto fragile, e un nucleo di circa 10 tele astratte che testimoniano la versatilità nell’esplorare tecniche diverse. Una delle loro tematiche preferite risiede nella rievocazione di eventi decisivi nella storia del paese centroeuropeo e nella trasmissione delle sue tradizioni più autentiche. I Nowosielski hanno immortalato epiche battaglie che, nel corso dei secoli hanno segnato la storia della Polonia, fino alla tragica insurrezione di Varsavia del 1944 e agli orrori dell’Olocausto. Particolarmente preziosi sono anche gli esemplari in porcellana dipinta a mano che richiamano anch’essi temi di carattere storico e militare. Alcune di queste realizzazioni, come il servizio di porcellana finemente decorata con vedute di antichi castelli polacchi, sono state spesso offerte in dono dalle autorità polacche ad altissime personalità di stati esteri in occasione di visite di stato, come al generale De Gaulle durante la storica visita del 1967, la prima di un Presidente francese in Polonia. Le monumentali composizioni figurative e i fregi astratti in ceramica sono presentati in stretto dialogo con i dipinti ad olio che rivelano la ricerca dei Nowosielski sulla struttura del colore e della sua materia e la sua consonanza con la ricerca plastica delle ceramiche. L’atelier dei Nowosielski è organizzata dalla Fondazione Stelline, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano e della Presidenza della Polonia del Consiglio dell’Unione Europea. Si avvale inoltre dell’Alto Patrocinio del Ministero della Cultura della Repubblica di Polonia, del patrocinio della Presidenza della Città di Varsavia e del patrocinio del Voivodato della Regione di Mazovia. Leszek Nowosielski (1918-1999) ha dedicato la sua vita alla ricerca dei mezzi figurativi e delle forme immaginative più espressive. La sua arte esprime l’incanto costante che lo avvince alla materia, sempre affascinato dalla sua organicità, dalla sua plasticità e dalle infinite possibilità di espressione. Il suo stile nell’interpretare la realtà si esprime nella pittura su porcellana, nella creazione di forme ceramiche come pure nei suoi quadri. Leszek Nowosielski inizia ai primi degli anni ’60 a modellare pannelli di ceramica con i quali crea monumentali composizioni figurative e fregi astratti. Da quel momento viene affermandosi la sua particolare predilezione per la rievocazione del passato, e soprattutto per alcuni eventi di maggior rilievo della storia della Polonia. Produce così composizioni come quella ispirata alla battaglia di Gruenwald, composta da due monumentali parti figurative di grande formato, che si distinguono dal colore e dall’espressione. Della stessa tematica sono poi quelle riproducenti la Battaglia di Vienna, l’eccidio di Katyn, la tragedia di Auschwitz (Oświęcim), la disperata sollevazione di Varsavia e quella di Czata. Tali opere sono eccezionali immagini cariche di colore e di energia, figure plastiche spesso tridimensionali di cui ogni minima decorazione è realizzata separatamente e, in quanto tali, irripetibili. L’artista ha creato anche pannelli su temi allegorici e astratti. La sua composizione drammatica in ceramica su Hiroshima, particolarmente ammirata, si trova nel “Centro della Memoria di Hiroshima” a Tokyo. Ha conseguito molti riconoscimenti e premi in importanti sedi internazionali tra cui il “Museo Internazionale delle Ceramiche” di Faenza e il “Salon International de Paris”. Le sue opere si trovano in numerose raccolte museali in Polonia e all’estero e presso collezionisti privati. Hanna Modrzewska-nowosielska (1917-2008) è stata l’inseparabile compagna della vita di Leszek Nowosielski sia come artista che come moglie. Dopo aver compiuto gli studi all’Accademia di Belle Arti di Varsavia rimase affascinata dal mondo del teatro e delle scene. Riuscì a riflettere queste sue esperienze artistiche in delicate composizioni in ceramica stilizzate teatralmente con forme di dame, cavalieri, a altro, nel ciclo di figure in costumi dell’epoca e nel ciclo di figure danzanti modellate in movimento o raffiguranti silhouette femminili allungate languidamente nello stile della secessione. A partire dal 1990 si dedicò al ciclo drammatico dell’Olocausto, con singole figure oppure con gruppi rappresentanti quella tragica vicenda umana, realizzate con grande arte, suscitando spesso l’impressione che la materia di cui quelle opere sono composte non sia ceramica ma metallo. Anche molti suoi lavori hanno ricevuto premi sia in Polonia che all’estero, in particolare al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e al Salon International de Paris e si trovano in varie raccolte museali in Polonia e all’estero e presso collezionisti privati. Durante più di 50 anni i due artisti hanno vissuto in una villa a Podkowa Lesna, nei dintorni di Varsavia dove avevano fatto costruire un vasto atelier annesso alla residenza e in esso esponevano i loro lavori in frequenti mostre. Info: L’atelier Dei Nowosielski - Milano, Fondazione Stelline (corso Magenta 61), Gallery - 15 settembre / 8 ottobre 2011 - www.Stelline.it - Infoline: +39.0245462.411 - Catalogo: Silvana Editoriale |
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ILLEGIO, LUOGO DI RIVELAZIONE |
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Nella Bibbia, ma anche in altre religioni e culture, il monte è luogo di bellezza e rivelazione. È questa solida convinzione che, da alcuni anni a questa parte, induce il Comitato San Floriano a organizzare tra le montagne della Carnia mostre d’arte sacra di respiro internazionale, veri e propri itinerari di arte e fede su temi fondamentali del pensiero cristiano ma anche su questioni essenziali per la civiltà occidentale d’oggi. E, a dimostrazione che l’assunto di partenza è corretto, negli ultimi sette anni Illegio, piccola frazione di Tolmezzo che conta meno di 400 abitanti, ha accolto 200.000 visitatori richiamati certamente dal tema e dai tesori esposti, ma incuriositi anche da questa collocazione all’apparenza così provocatoria. Il tema di quest’anno è sintetizzato nel titolo “Aldilà. L’ultimo mistero”, ultimo mistero a essere svelato, ma il primo ad interessare tutta l’umanità, che fin dalla preistoria si pone domande, cerca risposte e rappresenta con l’arte la sua speranza nell’aldilà. Le opere esposte sono circa sessanta, provenienti da diversi musei d’Europa e comprendono dipinti, pitture lignee, sculture, oggetti d’oreficeria, lapidi paleocristiane e anche papiri egiziani, anfore etrusche e antichità classiche a narrare l’aldilà nelle culture più antiche. Sono presenti anche alcuni capolavori, come l’Incredulità di San Tommaso del Guercino. L’accompagnamento dei testi offre una chiave di lettura teologica, ma anche una collocazione storica del patrimonio artistico esposto. La mostra rimarrà aperta fino al 30 ottobre nella Casa delle Esposizioni di Illegio (Tolmezzo). La sua vista può essere un’ottima occasione per iniziare il cammino delle pievi, le antiche chiese battesimali che sorgevano nelle campagne, riferimento per l’evangelizzazione delle aree rurali. Il percorso alla scoperta delle 10 pievi carniche si svolge in 18 tappe e copre circa 200 km totali. Proposto come pellegrinaggio spirituale e religioso, è un itinerario che consente di conoscere anche importanti aspetti storici e culturali di questa regione. Una di queste pievi, San Floriano, si trova proprio ad Illegio ed è la più antica testimonianza materiale di una plebs rurale in Italia. Le ricerche archeologiche hanno permesso di ritrovare i resti di un edificio di culto databile, infatti, al Iv sec. D. C., ma anche tracce di un luogo di culto precristiano, risalente all’età augustea. La suggestiva Pieve di San Floriano è situata alla quota di 730 metri e domina visivamente la conca di Illegio e la Valle del Bût. Da essa si possono vedere anche altre tre pievi: Santa Maria Oltre Bût, San Martino di Verzegnis e San Pietro di Zuglio. Fino al 4 settembre le pievi possono essere visitate ogni giorno, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, in compagnia di personale esperto che ne illustra la storia e le caratteristiche. Per informazioni: www.Camminodellepievi.it |
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SAN MARTINO IN BADIA: MUSEUM LADIN: UN´ESTATE RICCA DI OFFERTE INTERESSANTI
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Sino ad inizio settembre il Museum Ladin Ciastel de Tor a San Martino in Badia propone quattro appuntamenti settimanali fissi: un’escursione al Parco naturale Puez- Odle (martedì), una visita guidata alla Valle dei Mulini (mercoledì), un pomeriggio per bambini (giovedì) e un corso di ladino (venerdì). E’ richiesta la prenotazione. Il Museum Ladin ?iastel de Tor a San Martino in Badia propone per la stagione estiva quattro appuntamenti settimanali ciclici proposti dal martedì al venerdì. Ecco le iniziative che, tra fine giugno e inizio settembre, i visitatori potranno sperimentare al museo. Ogni martedì sino al 6 settembre 2011, un geologo del museo condurrà alla scoperta della geologia delle Dolomiti. Ad una presentazione multimediale mattutina con analisi di rocce e fossili all’interno del museo, seguirà nel pomeriggio un’escursione guidata al Parco Naturale Puez- Odle, lungo il percorso geologico del Sass de Pütia, per ammirare alcune delle più importanti formazioni geologiche all’interno delle Dolomiti. L’appuntamento con la presentazione mattutina avrà luogo al Museum Ladin dalle ore 10 alle 11, mentre per la gita pomeridiana il ritrovo è alle ore 14,30 al parcheggio del Passo delle Erbe (ritorno previsto: ore 17,30). La partecipazione all’intera giornata costa 7 euro e bisogna prenotare al museo al numero 0474 524020 o presso tutte le associazioni turistiche della Val Badia. Tutti i mercoledì fino al 7 settembre di quest’anno, un’escursione guidata alla Valle dei Mulini a Longiarù permetterà ai partecipanti di scoprire la natura e la cultura tipiche delle Dolomiti. Si inizia alle ore 10 con un’esplorazione del Museum Ladin ?iastel de Tor, con audioguida. Il pomeriggio (ritrovo: ore 14,30 sul piazzale della chiesa di Longiarù) è prevista una visita guidata di circa 90 minuti alla Valle dei Mulini, dove si possono ammirare 8 mulini ristrutturati in modo esemplare e la fornace per la calce di recente ristrutturata. Il prezzo è di 8,50 euro ed è obbligatoria la prenotazione al numero 0474 524020. “Il museo amico delle famiglie”, ovvero un pomeriggio per bambini (e non solo) è la proposta del Museum Ladin ?iastel de Tor destinata ai più piccoli tra i 4 e i 7 anni ed ai loro genitori. Tutti i giovedì, sino al 25 agosto 2011, dalle ore 14,30 alle 17 i bambini verranno intrattenuti da personale specializzato con letture di antiche leggende delle Dolomiti, giochi ed un approfondimento dei temi espositivi pensato apposta per loro, mentre gli adulti avranno la possibilità di visitare il museo. Partecipare costa 4 euro ed è obbligatorio prenotare allo 0474 524020. Tutti i venerdì mattina sino al 26 agosto 2011, in orario 10,30-12, è il turno del corso di ladino. I visitatori interessati alla lingua ladina potranno assimilare le prime nozioni di questo idioma. Con giochi e conversazioni apprenderanno diverse curiosità sulla storia e la cultura delle valli dolomitiche. Per iscriversi al corso di ladino, è necessario prenotare allo 0474 524020 (costo: 4 euro). Le quattro offerte sono anche combinabili ad un prezzo promozionale. Informazioni: Museum Ladin ?iastel de Tor, via Tor 65, San Martino in Badia; tel. 0474 524020, fax 0474 524263; web www.Museumladin.it - e-mail info@museumladin.It |
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46° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CONCERTI PER ORGANO: CONCERTO DI OLIVIER VERNET IN CATTEDRALE
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Nell’ambito della 46° edizione del Festival internazionale di Concerti per organo, organizzato dall’Assessorato del turismo, sabato 13 agosto, alle ore 21.30, nella Cattedrale di Aosta, si esibirà l’organista Olivier Vernet. Dopo gli studi con Gaston Litaize, Marie-claire Alain e Michel Chapuis a Parigi, Olivier Vernet diventa professore d’organo e ottiene il primo premio al concorso internazionale dell’Ufam a Parigi nel 1984. Nel 1991 vince il concorso internazionale di Bordeaux. Ormai riconosciuto come uno dei maggiori rappresentanti della scuola organistica francese, vanta una carriera intensa, nel corso della quale ha inciso più di 80 Cd, tra cui le integrali di Bach, Bruhns, Buxtehude, Clérambault, Couperin, De Grigny, Hanff, Kneller, Mozart, Mandelssohn, Gade e Liszt, per le quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Dal 2006, è il successore di René Saorgin alla prestigiosa tribuna dell’organo della Cattedrale di Monaco. Insegna all’Accademia di Musica Ranieri Iii di Monaco e al Conservatorio di Nizza. Il programma del concerto di sabato, dal titolo Armonie poetiche e religiose, prevede l’esecuzione di una Sonata di Guilmant (di cui ricorre quest’anno il centenario della morte) e di alcune opere di Franz Liszt. |
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“SICILY MUSIC VILLAGE”. IL FESTIVAL DIVENTA PIU’ GRANDE, FINIRA’ IL 16 AGOSTO QUANDO SI ESIBIRANNO I PENDULUM, IMPOSSIBILITATI AD ARRIVARE A FERRAGOSTO. AL POSTO DI BOUNTY KILLER SI ESIBIRA’ ELEPHANT MAN. |
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Ragusa – Sono ripartite stamani le prevendite scontate on line sul sito www.Sicilymusicvillage.com anche nei vari punti vendita sparsi in tutta Italia per poter partecipare al festival “Sicily Music Village” che si terrà a Valle Ventura, sulla Modica-scicli, in provincia di Ragusa. Lo stop delle prevendite, che era avvenuto lo scorso 25 luglio, e di cui l´associazione culturale Manamiga si scusa, è stato dettato dalla comunicazione del manager dei Pendulum di non poter garantire la presenza del gruppo nella serata del 15 agosto, così come era invece previsto nel programma ufficiale già diffuso. Problemi logistici derivanti dai collegamenti aerei tra il Canada e la Sicilia, a causa della “no flight connections” avevano infatti prospettato l´ipotesi di un´assenza del gruppo in Sicilia ma l´insistenza degli organizzatori ha permesso di poter salvare comunque l´esibizione in dj set spostandola a giorno 16 agosto. Pertanto il “Sicily Music Village” si amplia e diventa ancora più grande, sviluppandosi dal 12 al 16 agosto. Al programma del festival viene aggiunta un´altra importante giornata di musica con il “The Day After Party” che prevede sulla line up tanti artisti: Resonance dj, Soggiu, Stonic ed ancora Pendulum djset e Mc Verse. Per tutelare i tanti spettatori che hanno già scelto e prenotato la propria vacanza in Sicilia e la partecipazione al “Sicily Music Village”, e per sostenere il lavoro svolto dagli addetti alle prevendite, l´organizzazione del festival aveva dunque bloccato le prevendite a testimonianza della propria serietà. A tutti coloro che hanno già acquistato entro il 25 luglio le prevendite “All Inclusive” e “Free Mind”, l’organizzazione garantirà la possibilità di restare anche il 16 agosto ottenendo in omaggio il pernottamento con la formula del campeggio e lo show musical “The Day After Party”. Il “Sicily Music Village” vedrà inoltre un altro cambiamento di programma non dipendente, anche in questo caso, dall’organizzazione. La presenza di Bounty Killer non è da due giorni confermata per problemi di visto in uscita dalla Giamaica. E’ stato annullato tutto il suo tour europeo e di conseguenza non potrà esibirsi nemmeno in Sicilia. L’artista verrà sostituito con il più poliedrico showman della scena mondiale reggae, Elephant Man, che assicurerà agli amanti del genere uno show esplosivo e unico. Sono dunque disponibili le nuove prevendite con le nuove formule e con i pacchetti aggiornati. Sia le prevendite on line che quelle cartacee saranno disponibili fino a domenica 7 agosto. In prevendita, il pacchetto “All Inclusive” prevede la possibilità di partecipare al festival dal 12 al 16 agosto al prezzo di 90 euro con campeggio e di 80 euro senza campeggio. Il pacchetto “Free Mind” prevede la partecipazione dal 13 al 15 agosto a 70 euro con campeggio e a 50 euro senza campeggio. Vengono attivate anche le prevendite dei singoli giorni per la partecipazione esclusiva agli spettacoli musicali e dunque non è incluso il campeggio. Questi i prezzi: 12 agosto ingresso 20 euro, 13 agosto ingresso 15 euro, 14 agosto ingresso 15 euro, 15 agosto ingresso 20 euro, 16 agosto ingresso 10 euro. Concluse le prevendite sarà possibile acquistare i biglietti direttamente al botteghino ma senza poter contare sulle attuali tariffe scontate. Il biglietto del “We call it tecnhology”, che prevede lo spettacolo del 12 agosto con Jeff Mills e il suo workshop il giorno successivo, costerà al botteghino 55 euro, il pacchetto “All Inclusive” costerà 110 euro, il “Free Mind” costerà 75 euro. Questi prezzi includono il campeggio. Al botteghino sarà possibile anche acquistare gli stessi pacchetti ma senza la possibilità di campeggio. Queste le tariffe: “We call it technology” senza campeggio a 45 euro, “All Inclusive” senza campeggio a 90 euro, “Free Mind” senza campeggio a 75 euro. Inoltre sarà possibile acquistare i singoli giorni, per l´appunto senza lo sconto delle prevendite, con le seguenti tariffe: 12 agosto ingresso 30 euro, 13 agosto ingresso 18 euro, 14 agosto ingresso 18 euro, 15 agosto ingresso 25 euro, 16 agosto ingresso 15 euro. Per chi acquista i biglietti per la singola giornata, sia in prevendita che direttamente al botteghino, sarà possibile acquistare, arrivati al “Sicily Music Village”, anche il posto in campeggio a soli 5 euro in più per ciascun giorno di permanenza. L´organizzazione del “Sicily Music Village” si scusa per il temporaneo blocco delle prevendite effettuato negli ultimi giorni, nella consapevolezza che la scelta è stata dettata dalla necessità di assicurare a tutti la presenza dei Pendulum al festival. “Vi aspettiamo dunque non più per quattro ma per ben cinque giorni di musica, natura e relax, ovviamente in Sicilia, nell´incantevole area verde attrezzata Valle Ventura – spiegano dall’associazione Manamiga – In quest’area si sta lavorando per accogliere al meglio gli spettatori del festival e per garantire un´enorme area campeggio, una vastissima zona parcheggio, ed ancora market, tabacchi, bar, toilettes, docce, punti ristoro e tanti altri servizi”. Naturalmente chi non intende usufruire dei pacchetti già acquistati potrà richiedere il rimborso inviando la propria richiesta all´email rimborsi@sicilymusicvillage.Com. Ciascuna richiesta riceverà risposta e in caso di controversie si farà riferimento alla competenza del tribunale di Modica. |
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INAUGURA IL NUOVO CENTRO PREISTORIA MARCESINA - DOMENICA 24 LUGLIO DALLE 11 ALLE 16 IN LOCALITÀ BARRICATA
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Inaugura domenica 24 luglio alle 11 il Centro Preistoria Marcesina, una struttura che vuole porsi come punto di riferimento per lo studio, la conoscenza e la divulgazione della preistoria dei territori montani fra Veneto e Trentino orientale. Il Centro è frutto dell’interesse suscitato dalle scoperte effettuate in ambito archeologico dal Museo delle Scienze di Trento nel corso di circa 20 anni di scavi continuativi e nasce dalla collaborazione fra il Museo, il Comune di Grigno e l´Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento. Il Centro Preistoria Marcesina ha funzioni didattico-informative e mira a fornire un approfondimento sulla preistoria del territorio, con particolare attenzione alla documentazione dell’insediamento preistorico di Riparo Dalmeri. L’ accampamento di cacciatori preistorici epigravettiani (ossia che vivevano nella zona circa 13.000 anni fa) è stato scoperto e indagato dai ricercatori del museo che ne hanno portato alla luce i resti. Vero e proprio “scrigno” per quanto riguarda la più antica frequentazione delle Alpi, Riparo Dalmeri ha custodito per millenni resti faunistici, manufatti litici, strutture legate a forme di ritualità, oltre al più ricco corredo di pietre dipinte mai rinvenuto nei siti preistorici europei, testimonianza delle abitudini venatorie e rituali del periodo epigravettiano. Al Centro Preistoria Marcesina si parlerà di tutto questo attraverso una serie di pannelli illustrativi che accompagnano l’esposizione di vetrine con reperti archeologici, descrivendo il percorso espositivo secondo le tematiche sviluppate. Una postazione video proporrà dei filmati delle ricerche a Riparo Dalmeri e alla Grotta di Ernesto con aspetti storici, naturalistici e culturali della Marcesina. L’esposizione focalizzerà l’attenzione sul Riparo Dalmeri nei suoi vari aspetti, culturali, abitativi e artistici e, attraverso una simulazione scenografica, ricostruirà l’aspetto artistico e rituale della deposizione delle pietre decorate con l’ocra. Il centro è stato ricavato all’interno di un immobile ristrutturato di proprietà del Comune di Grigno, ubicato nei pressi del Rifugio Barricata, a nord della Marcesina ed è composto di due locali, dei quali attrezzato a parte espositiva mentre l’altro utilizzato per la realizzazione di attività didattiche e raccolta bibliografica naturalistica e archeologica. Nell’area antistante la struttura è ricostruita la capanna preistorica del Riparo Dalmeri, sede delle attività per il pubblico e le scuole. Punto informativo, centro visitatori per scolari, studenti, ricercatori archeologi e naturalisti, appassionati di montagna, escursionisti e turisti, stazione dedicata alle ricerche preistoriche in corso e per escursioni guidate a Riparo Dalmeri, il Centro diventerà in futuro un luogo di riferimento per escursioni e visite guidate a carattere naturalistico, botanico, geomorfologico, speleologico. Il Centro sarà attivo e visitabile da maggio a settembre, dal mercoledì alla domenica con orario dalle 10 alle 17. Visite guidate e laboratori il sabato e la domenica. (cv) Programma inaugurazione domenica 24 luglio ore 11 Benvenuto e saluto delle autorità Assaggi per tutti con musica e letture dalla preistoria a cura di Antonio Paolillo e Alessio Kogoj ore 12-16 Visite guidate al Centro Visitatori Laboratori dedicati a bambini, ragazzi e adulti per conoscere e sperimentare pratiche e abitudini degli antichi abitanti di Riparo Dalmeri: • A scuola dal capo clan: per scoprire e apprendere i segreti di un buon cacciatore preistorico, dall’accensione del fuoco alla lavorazione della selce • Pietre e polvere d’ocra: ingredienti naturali macinati e mescolati con acqua e cera d’api per sperimentare le antiche tecniche di pittura • Arco e propulsore:mettiamo alla prova le nostre abilità di cacciatori ore 13-16 Visite guidate al Riparo Dalmeri gruppi di circa 30 persone tutte le attività sono a partecipazione gratuita Info Museo delle Scienze, Trento, via Calepina 14 tel. 0461/270311 - receptionmtsn@mtsn.Tn.it |
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"DOLOMIA ART", L´ARTE INCONTRA LE MONTAGNE - LA MOSTRA SARÀ VISIBILE FINO AL 25 SETTEMBRE 2011
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Sul sentiero 584 rifugio Vajolet - rifugio Passo Principe, in una sorta di grande museo all´aperto, il Catinaccio, la bellezza dell´arte e quella della montagna si fondono per creare emozioni uniche. 15 artisti, legati all´esperienza di Tuning Art, hanno creato le loro opere lavorando ceramica, legno, pietra, metalli, vetro e molto altro, se le sono caricate in spalla e, assieme, le hanno posizionate lungo uno dei percorsi più suggestivi dell´arco alpino. Ispirati dalla bellezza dei luoghi, hanno collocato le loro opere come in ammirazione delle montagne, come preghiere, come soste emozionali lungo il cammino. Tutto questo è "Dolomia Art", la mostra all´aperto presentata questo pomeriggio alla presenza dell´assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza. Visibili dai primi giorni di luglio, le opere rimarranno esposte fino al 25 settembre prossimo, per essere poi smontate e riconsegnare l´ambiente che le ha ospitate alla sua perfezione. "Dolomia Art - ha detto Gabriella Bais, curatrice con Pierluigi Cattani Faggion del relativo catalogo edito da Edizioni Osiride - è un insieme di idee, emozioni e fatica fisica nato dalla creatività di Luca Prosser. Unisce arte e montagna e ha portato gli artisti partecipanti a condividere con gli amici e con i parenti i momenti di fatica che sono stati necessari per portare le opere in quota . Più che una mostra si tratta di un percorso". "Il racconto per immagini che abbiamo dato alle stampe per illustrare questa esperienza - ha aggiunto Pierluigi Cattani Faggion - mi ha costretto ad approfondire il tema fotografico del rapporto tra soggetto e sfondo, per concludere che in questo caso non era possibile fare una distinzione netta, gerarchica, tra l´agire e l´ambiente circostante". "E´ bello - ha detto l´assessore Panizza - vedere l´evoluzione dell´esperienza di Tuning Art verso un ambiente che è patrimonio dell´umanità. E´ un´operazione pregevole inserire opere d´arte su montagne che con la loro bellezza sono di per sé opere d´arte. Ancora una volta l´arte è testimone di bellezza, è esperienza di vita. Merito degli artisti e degli ideatori di questa iniziativa. Tutti hanno saputo interpretare la loro ispirazione con linguaggi moderni valorizzando gli spunti del territorio e celebrando l´arte fuori dai luoghi tradizionali. Questa iniziativa ci dimostra che l´arte è vita e deve permeare tutto quello che ci circonda" |
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NEI GIARDINI PUBBLICI DI AVENUE CONSEIL DES COMMIS DI AOSTA, SI APRIRÀ LA TERZA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE SCULTURA DAL VIVO
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L’assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret, comunica che venerdì 29 luglio 2011 alle ore 15.30, nei giardini pubblici di Avenue Conseil des Commis di Aosta, si aprirà la terza edizione della manifestazione Scultura Dal Vivo. Per quattro giornate, a partire dal 29 luglio sino al 1° agosto, dalle ore 15.30 alle ore 22.00, gli scultori professionisti valdostani, specialisti nella lavorazione del legno e della pietra, scolpiranno in diretta le loro opere. Un evento di grande fascino alla scoperta dell’artigianato valdostano di tradizione dove si potrà ammirare l’arte e la maestria degli scultori valdostani. Anche per questa edizione, è previsto il concorso fotografico digitale gratuito intitolato Scultura dal vivo in 5 scatti. Informazioni e regolamento sul sito: www.Sculturadalvivoin5scatti.it L’elenco degli scultori partecipanti: § Simone Allione di Lillianes in coppia con Stefano Arnodo di Perloz § Ornella Cretaz di Pont-s-martin in coppia con Giuseppe Binel di Donnas § Dario Berlier di Gressan in coppia con Roberto Chiurato di Saint-vincent § Mauro Chenuil di Donnas in coppia con Dario Coquillard di Gignod § Crestani Franco di Quart in coppia con Crestani Matteo di Valgrisenche § Luciano Regazzoni di Fénis in copia con Siro Vierin di Saint-oyen § Enrico Massetto di Saint-pierre § Robert Cavorsin di Verrayes § Sebastiano Yon di Donnas |
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BELLUNO (PALAZZO CREPADONA): “ARTE DEL NOVECENTO” LE COLLEZIONI DELLA FONDAZIONE CARIVERONA E DELLA FONDAZIONE DOMUS – DAL 24 LUGLIO AL 2OTTOBRE 2011
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Grandi protagonisti della scena artistica del secolo scorso in mostra a Belluno con le opere della Fondazione Cariverona e della Fondazione Domus. In omaggio alla città, anche un nucleo d’arte antica, con un inedito Sebastiano Ricci. E’ la qualità la caratteristica che accomuna le oltre 70 opere del Novecento italiano esposte a Belluno, a Palazzo Crepadona, dal 24 luglio al 2 ottobre, dalle collezioni della Fondazione Cariverona e della Fondazione Domus. Una qualità che rende la carrellata proposta di grandissima forza espositiva e d’assoluto valore culturale: uno spaccato di alcuni momenti salienti dell’evoluzione del pensiero estetico del Xix secolo in Italia, che raggiunge, con personalità straordinarie come Balla, Boccioni, Casorati, Morandi, Vedova, Schifano, Birolli, Fontana, Cucchi e Manzù, una dimensione internazionale. In questo contesto si colloca anche un omaggio a Belluno, voluto dal curatore dell’esposizione Sergio Marinelli, con due sale tematiche dedicate a temi fortemente legati alla cultura delle Alpi e alla dimensione montana: la neve, ove spicca un poetico e giovanile Beppe Ciardi, e i fiori soggetto insolito anche di un affascinante e inedito Afro Basaldella. Infine - “a latere” del percorso espositivo ma altrettanto suggestivo - il richiamo alla grande tradizione passata dell’arte bellunese, con l’esposizione di un bellissimo Sebastiano Ricci, da poco entrato a far parte della collezione della Fondazione Cariverona ed esposto al pubblico per la prima volta. Il satiro e il contadino, questo è il titolo dell’opera, sarà affiancato nell’occasione ad uno strepitoso Paesaggio con pellegrino e lavandaie - in cui Magnasco e Peruzzini raggiungono uno dei massimi risultati in termini di interazione tra figure e paesaggio - a una tela di tema storico da poco ricondotta al pennello di Gerolamo Brusaferro e alla pianta prospettica della città di Belluno, opera di Domenico Falce. Gli spunti di riflessione lungo il percorso novecentesco sono molteplici, anche perché i lavori proposti rappresentano in molti casi il meglio della produzione dei relativi autori. Si parte dunque con l’originalità e la forza di un Balla prefuturista (Alberi e siepe a Villa Borghese è stato rinvenuto solo in tempi recenti e risulta databile intorno al 1905) e con tre eccellenti Boccioni, anch’essi prefuturisti. Tra questi ricordiamo lo splendido e luciferino Ritratto di Achille Tian e un fondamentale Ritratto femminile che il pubblico potrà ora ammirare a Belluno: irreperibile dal 1964 è alle sue prime presentazioni dopo il suo ingresso nella Fondazione Domus nel 2005. Connotato da un forte sperimentalismo, il dipinto di Boccioni rappresenta uno dei tasselli fondamentali del percorso artistico dell’artista, segnando il suo passaggio dal divisionismo al nascente movimento futurista. Pure futurista è la piccola ma importante opera di Soffici Nature morte (encrier) databile alla seconda metà del 1912, cui vengono affiancate negli spazi della Crepadona due bellissimi bozzetti di Arturo Martini, opere di Trentini, di Savinio - Poema marino e Venerdì santo - e di Casorati, tra cui la giovanile tela “veronese” con la Famiglia Consolaro Girelli e l’importantissimo Uova sulla Scacchiera. Quest’ultima, esposta nel ’52 alla Xxvi Biennale di Venezia, segna una nuova evoluzione della pittura dell’artista con un’esasperata attenzione all’equilibrio di forme e colori. In collezione privata fin dal 1958 il dipinto di Casorati è uscito solo in seguito all’acquisto da parte dell’Istituto di credito veronese. Un importante nucleo di grande pittura veneta del Novecento è rappresentato in mostra dalle opere suggestive del realismo magico di Carlo Sbisà con Ritratto in rosa e in nero – anche questa un recentissimo acquisto e una novità per il pubblico - e di Cagnaccio di San Pietro Allo specchio, del ’27, che segue la strada del ritorno all’ordine perseguito dopo l’episodio futurista; ma anche con una serie di tele di Gino Rossi e con Mattino, uno dei quadri più belli di Fioravante Seibezzi. Morandi è presente nel percorso espositivo con un raffinato paesaggio, Paesaggio grigio con strada, realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, probabilmente nel 1942 quando l’artista viveva ritirato tra Bologna e l’appennino, cercando in una solitaria pittura interiore quella pace che nel mondo non vi era più. Di Campigli è proposto Donne al tavolino, del secondo dopoguerra, mentre Santomaso è ricordato a Belluno con Racconto, che ben esemplifica la posizione personalissima da lui assunta nel panorama artistico diffusamente informale della fine degli anni Cinquanta e inizio degli anni Sessanta. Poi ci sono i grandi capolavori che arrivano al limite, appunto, dell’informale: specialmente Vedova, Afro, Birolli e Dorazio che sono rappresentati ai vertici delle loro produzioni (mentre gli importanti Tancredi dell’Istituto di Credito veronese sono in mostra a Feltre per la rassegna monografica sull’artista). Varsavia 2, presente alla Biennale di Venezia del 1960, è certamente una delle più belle e importanti opere di Vedova, mentre Scheggia (1956 circa) ben esprime il momento della piena maturità espressiva di Afro, che arriva alla “liberazione del colore”, e Fontana è testimoniato con un’opera appartenente alla serie cosiddetta delle “Carte” (tra il 1957 e il 1960), tappa fondamentale del superamento dell’esperienza informale che conduce ai “Tagli”. Quindi Dorazio, Schifano con un impressionante e grande Paesaggio anemico tra echi futuristi e dada, e ancora Chia e Cucchi chiudono questo tuffo nell’arte italiana del Xx secolo - reso possibile dalla intelligente politica di fruizione pubblica seguita dalle Fondazioni Cariverona e Domus - che non dimentica neppure la scultura, con Arman e Ceroli, ma soprattutto con un sorprendente e spettacolare lavoro di Giacomo Manzù, esposto qui in prima assoluta: Tebe distesa nell’ovale, sorta di trasposizione del tema di “Leda e il cigno” dal mito alla psicanalisi |
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INAUGURAZIONE AL FORTE DI FORTEZZA DELLA MOSTRA "FIGURA" |
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Il 21 luglio è stata inaugurata nel Forte di Fortezza la mostra di scultura "Figura" alla presenza del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, dell´assessora Sabina Kasslatter Mur e dell´assessore della Provincia di Trento, Franco Panizza. Il Forte di Fortezza, con la sua particolarissima atmosfera, dispone di una molteplicità di spazi e rappresenta un‘ambientazione ideale. Le opere di grande formato hanno trovato uno spazio espositivo ideale nel cortile interno della struttura. Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha dichiarato che “Il Forte di Fortezza in base alla convenzione siglata con lo Stato diventerà un importante luogo dedicato alla cultura ed alle esposizioni e l’esposizione dedicata alla scultura dal 1945 ad oggi è un passo importante in questa direzione”. Un aspetto importante della mostra, sottolineato dal presidente Durnwalder nel suo intervento, è rappresentato anche dal coinvolgimento del Tirolo del Nord e del Trentino in una sorta di Euregio della scultura e dell’arte. Nel corso della cerimonia di inaugurazione della mostra l’assessore provinciale Sabina Kasslatter Mur ha dichiarato che “Questa mostra costituisce un importante confronto con la storia della scultura nel Sudtirolo, nel Tirolo del Nord e nel Trentino dopo la seconda guerra mondiale. L’esposizione mette in rilievo le varie tendenze e le peculiarità delle posizioni artistiche nelle loro diverse sfaccettature ed evidenzia la presenza di artisti ed artiste di forte rilievo.Il Forte di Fortezza è l’ambiente ideale per una presentazione panoramica di sculture. La mostra, di grande importanza dal punto di vista storico-artistico, offre un sguardo più approfondito sull’arte plastica nell’Euregio ed il suo catalogo è di una qualità tale da diventare in futuro un’opera di riferimento”. L‘esposizione invita al dialogo 31 artisti, tracciando un arco che da Fausto Melotti e Franz Bacher, ancora orientati alla modernità classica, giunge attraverso personalità di spicco del secondo dopoguerra come Oswald Oberhuber e Bruno Gironcoli, alle posizioni attuali, rappresentate, ad esempio, da Elmar Trenkwalder, Julia Bornefeld o Aron Demetz. L’esposizione rimarrà aperta sino al 21 ottobre, da martedì a giovedì, dalle ore 11.00 alle 18.00 |
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SELEZIONATI I VINCITORI DI “SCATTI OLTRE FRONTIERA” É UFFICIALE L’ESITO DELL’ INIZIATIVA FOTOGRAFICA PROMOSSA DAL PROGETTO ECONNECT IN COLLABORAZIONE COL WWF ITALIA PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA FAUNA E DELLA FLORA SULLE ALPI
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Un prestigioso gruppo di esperti presieduto da Denis Curti, critico fotografico e direttore della se-de milanese di Contrasto e vicepresidente della Fondazione Forma, si è riunito il 1 giugno per valu-tare le tre migliori immagini realizzate dai partecipanti al concorso “Scatti oltre frontiera” . Le tre foto vincitrici rendono visibile il concetto di barriera e di come il territorio modificato dall’uomo limiti il movimento della fauna. Le foto, pur rappresentando una chiara denuncia di co-me l’intervento umano abbia effetti negativi sul territorio, contengono però anche un messaggio positivo di come la natura sia capace di aggirare le barriere o di convivere con esse. Lo spazio in questo senso si apre quindi alla condivisione tra aree alpine protette e insediamenti umani, in un ambiente permeabile e sicuro per tutti. “Malgrado la difficoltà della tematica trattata, il concetto di superamento delle barriere nel con-testo alpino, ci sono pervenuti più di 100 scatti da fotografi dilettanti di Paesi diversi. La giuria, nella sua valutazione, ha tenuto conto, più che della qualità dell’immagine, della capacità del fo-tografo di trasmettere in modo diretto ed emotivamente coinvolgente il concetto di barriera e di libera circolazione delle specie nel contesto alpino.” Commenta così Mauro Belardi, responsabile del progetto Econnect per Wwf Italia. Le fotografie dei tre vincitori, visionabili sul sito del progetto www.Econnectproject.eu, “Diga di Morasco”, “Bardonite” e “Un giorno lungo un anno”, riassumono bene questo concetto. Alle tre migliori foto sono stati assegnati tre premi: un soggiorno presso la Locanda del Sorriso nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, un soggiorno presso l’Alm & Wellnesshotel Alpenhof di Berchtesga-den (Germania) e un cesto di prodotti tipici offerti dalle Oasi del Wwf Italia. Inoltre, grazie alla preziosa collaborazione con l’agenzia Contrasto e la Fondazione Forma è stata lanciata all’inizio dell’anno, un’iniziativa che ha coinvolto gli allievi del master di Photography and Visual Design, realizzato in collaborazione con Naba, Nuova Accademia di Belle Arti, di cui Curti è direttore. Con la guida del Prof. Giacomo Giannini e il coordinamento del Prof. Francesco Zanot, gli studenti hanno potuto mettersi alla prova producendo lavori molto innovativi sul tema della connettività ecologica, dalla storia del lupo Romeo che tenta di superare le barriere alpine per raggiungere la sua adorata Giulietta ad una immaginaria selezione naturale che fa evolvere alcune specie alpine per permettere loro di superare le barriere create dall’uomo. Il risultato di questo lavoro, originale ed estremamente innovativo, sarà mostrato in occasione del-la conferenza finale di chiusura del progetto prevista a Berchtesgaden (Germania) dal 26 al 28 settembre 2011. La conferenza finale sarà un’occasione di incontro molto importante sia per mo-strare i risultati del progetto Econnect a esperti, istituzioni e pianificatori territoriali di livello euro-peo e regionale e pubblico, sia per definire i prossimi passi per migliorare e proteggere i corridoi alpini che permettono alle specie di migrare e muoversi liberamente lungo l’arco alpino. Il Progetto Econnect Finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Alpine Space e il Fondo di Sviluppo Regio-nale (Erdf), Econnect ha come obiettivo il miglioramento della connettività ecologica nelle Alpi. Questo progetto ha coinvolto alcune organizzazioni internazionali legate alla Convenzione Alpina, istituti scientifici e istituzioni locali. Tutti questi enti hanno unito le loro forze non solo per dimo-strare la necessità della connettività nel territorio alpino, ma anche per vagliare le migliori ipotesi per garantire un’azione coordinata di sviluppo di sistemi innovativi al fine di promuovere la con-nettività ecologica. I Partner Del Progetto Coordinatore: • University of Veterinary Medicine Vienna; Research Institute of Wildlife Ecology (Fiwi) (A) Altri partner: • University of Innsbruck-institute Ecology (A) • Umweltbundesamt Gmbh (A) • Gesause National Park Gmbh (A) • Hohen Tauern National Park (A) • Ministero dell’Ambiente italiano (I) • European Academy di Bolzano (I) • Wwf Italia (I) • Parco Naturale Alpi Marittime (I) • Regione Autonoma Valle d’Aosta (I) • Council of Department of Isère (F) • Task Force of Protected Areas (F) • Scientific research centre Cemagref (F) • National Park Berchtesgaden (De) • Cipra International (Li) • Swiss National Park (Ch) |
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AD AVASINIS DAL 12 AL 15 AGOSTO FESTA DEL LAMPONE E DEL MIRTILLO E MOSTRA CORREGIONALI "IN VIAGGIO" |
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Udine - La Proloco Amici di Avasinis, nell´ambito dell´annuale "Festa del lampone e del mirtillo" che si terrà nel paese friulano dal 12 al 15 agosto, ospita la mostra "In viaggio" che presenta cento anni di immagini di emigrazione provenienti dall´Ammer, l´Archivio Multimediale della Memoria dell´Emigrazione Regionale, gestito dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall´Università degli Studi di Udine. La mostra sarà inaugurata venerdì 12 agosto alle ore 16 nel Centro Servizi di Avasinis, alla presenza dell´assessore regionale alla Cultura, Sport, Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, in concomitanza con "Avamont", la cerimonia di consegna dei premi "Cuore di Avasinis nel Mondo" a una decina di emigranti. La mostra sarà visitabile gratuitamente nella giornata di venerdì 12 fino alle ore 22 ed in quelle di sabato, domenica e lunedì dalle ore 9 alle 20. |
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LA VAL ROSANDRA, PATRIMONIO NATURALISTICO E STORICO |
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Il Carso triestino, ambito naturale particolare e caratteristico, comprende una valle ancora più speciale e di grande importanza naturalistica, perché rappresenta un’eccezione rispetto al contesto: la Val Rosandra - Dolina Glinščice. Qui scorre l’unico corso d´acqua superficiale del Carso triestino, il torrente Rosandra - Glinščica, che per il resto è invece caratterizzato proprio dal fatto di non avere una rete idrografica superficiale, ma sotterranea. Altra particolarità della valle è il repentino passaggio dal clima continentale subalpino a quello mediterraneo. Le differenze climatiche e termiche rendono la val Rosandra ricchissima di microclimi e di conseguenza anche di flora e fauna peculiari. La ricchezza d’acqua, in particolare, determina la presenza di un popolamento di rettili e anfibi unica a livello nazionale. Anche gli uccelli sono numerosi: finora sono state segnalate oltre 130 specie di uccelli, delle quali circa 70 sono nidificanti. Tra questi, di recente, è stata avvistata una coppia di Falco pellegrino (Falco peregrinus) in fase di nidificazione. Numerose sono anche le specie di mammiferi: caprioli, camosci, cervi, volpi, lepri, scoiattoli, ghiri, linci, ermellini, mustioli. Le caratteristiche naturalistiche non sono però gli unici motivi di interesse: la valle è in realtà ricca anche di elementi di interesse archeologico e paleontologico, come la Caverna degli Orsi dell´epoca preistorica, e inoltre di interesse storico, religioso e sociale. La Val Rosandra è stata sempre frequentata dagli abitanti del luogo, che hanno lasciato naturalmente i loro segni nel tempo: l´acquedotto romano, fonte di approvvigionamento per la città di Tergeste nel I secolo, la chiesetta di S. Maria in Siaris del Xvi secolo e il suo antico sentiero d´accesso, i due mulini caratteristici all´inizio della valle e nel borgo storico di Bottazzo. Non ultimo motivo per una visita è l’occasione di praticare attività sportive, che vanno dal semplice escursionismo all´equitazione, ma che comprendono soprattutto le attività di interesse speleologico e alpinistico. La Val Rosandra è stata dichiarata Riserva Naturale Regionale nel 1996 ed è inoltre un Sito di importanza comunitaria. La Riserva ha anche un Centro visite a Bagnoli della Rosandra, all´interno della quale è possibile seguire un percorso di approfondimento sulle tematiche naturalistiche e storiche. La struttura comprende diorami, immagini e filmati che consentono di cogliere la Val Rosandra in tutti i suoi aspetti. E oggi c’è anche una nuova opportunità per scoprire l’area partendo dal cuore della città di Trieste, da uno dei suoi quartieri più caratteristici. La ciclopedonale “Giordano Cottur” collega il quartiere di Sam Giacomo (via Orlandini) alla Val Rosandra seguendo il percorso della ferrovia “Istriana”, che dal 1887 al 1959 partiva da Trieste per raggiungere Pola. Il percorso, di 12 km, fa parte della rete interregionale di itinerari ciclabili Alpe Adria. |
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LA VAL ROSANDRA, PATRIMONIO NATURALISTICO E STORICO |
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Il Carso triestino, ambito naturale particolare e caratteristico, comprende una valle ancora più speciale e di grande importanza naturalistica, perché rappresenta un’eccezione rispetto al contesto: la Val Rosandra - Dolina Glinščice. Qui scorre l’unico corso d´acqua superficiale del Carso triestino, il torrente Rosandra - Glinščica, che per il resto è invece caratterizzato proprio dal fatto di non avere una rete idrografica superficiale, ma sotterranea. Altra particolarità della valle è il repentino passaggio dal clima continentale subalpino a quello mediterraneo. Le differenze climatiche e termiche rendono la val Rosandra ricchissima di microclimi e di conseguenza anche di flora e fauna peculiari. La ricchezza d’acqua, in particolare, determina la presenza di un popolamento di rettili e anfibi unica a livello nazionale. Anche gli uccelli sono numerosi: finora sono state segnalate oltre 130 specie di uccelli, delle quali circa 70 sono nidificanti. Tra questi, di recente, è stata avvistata una coppia di Falco pellegrino (Falco peregrinus) in fase di nidificazione. Numerose sono anche le specie di mammiferi: caprioli, camosci, cervi, volpi, lepri, scoiattoli, ghiri, linci, ermellini, mustioli. Le caratteristiche naturalistiche non sono però gli unici motivi di interesse: la valle è in realtà ricca anche di elementi di interesse archeologico e paleontologico, come la Caverna degli Orsi dell´epoca preistorica, e inoltre di interesse storico, religioso e sociale. La Val Rosandra è stata sempre frequentata dagli abitanti del luogo, che hanno lasciato naturalmente i loro segni nel tempo: l´acquedotto romano, fonte di approvvigionamento per la città di Tergeste nel I secolo, la chiesetta di S. Maria in Siaris del Xvi secolo e il suo antico sentiero d´accesso, i due mulini caratteristici all´inizio della valle e nel borgo storico di Bottazzo. Non ultimo motivo per una visita è l’occasione di praticare attività sportive, che vanno dal semplice escursionismo all´equitazione, ma che comprendono soprattutto le attività di interesse speleologico e alpinistico. La Val Rosandra è stata dichiarata Riserva Naturale Regionale nel 1996 ed è inoltre un Sito di importanza comunitaria. La Riserva ha anche un Centro visite a Bagnoli della Rosandra, all´interno della quale è possibile seguire un percorso di approfondimento sulle tematiche naturalistiche e storiche. La struttura comprende diorami, immagini e filmati che consentono di cogliere la Val Rosandra in tutti i suoi aspetti. E oggi c’è anche una nuova opportunità per scoprire l’area partendo dal cuore della città di Trieste, da uno dei suoi quartieri più caratteristici. La ciclopedonale “Giordano Cottur” collega il quartiere di Sam Giacomo (via Orlandini) alla Val Rosandra seguendo il percorso della ferrovia “Istriana”, che dal 1887 al 1959 partiva da Trieste per raggiungere Pola. Il percorso, di 12 km, fa parte della rete interregionale di itinerari ciclabili Alpe Adria. |
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CORTONA (PALAZZO VAGNOTTI): AL VIA LA PIÙ ANTICA MOSTRA ANTIQUARIA D’ITALIA - ANTIQUARIATO, ARTE, CURIOSITÀ E RAFFINATE DEGUSTAZIONI - 49° EDIZIONE MOSTRA MERCATO NAZIONALE D’ANTIQUARIATO - 27 AGOSTO/11 SETTEMBRE 2011
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Un evento straordinario: Jannis Kounellis, Premio Cortona 2011, realizza un imponente site-specific-project a Palazzo Vagnotti per Cortonantiquaria: l’antiquariato dialoga per la prima volta con l’arte contemporanea. Oltre 1000 pezzi d’antiquariato rari e preziosi. L’antiquariato dialoga per la prima volta con l’arte contemporanea a Cortonantiquaria. Cortonese d’adozione e Premio Cortona 2011, Gianni (Jannis) Kounellis, “il più italiano fra gli artisti contemporanei”, realizzerà un’imponente opera site-specific per Palazzo Vagnotti: decine e decine di mobili vecchi e antichi saranno utilizzati dall’artista per quella che già potrebbe definirsi la wunderkammer dell’arte contemporanea. Unfil-rouge che unisce il passato al presente, appuntamento imperdibile per gli appassionati e i collezionisti d’arte contemporanea e d’antiquariato, e non poteva essere che la rassegna più antica d’Italia a sensibilizzare il pubblico in un’operazione del tutto nuova che giungesse a coniugare il prezioso e raffinato sapore dell’antichità al linguaggio risoluto dell’arte contemporanea. “In occasione della mostra Cortonantiquaria ho deciso di realizzare un’installazione in una stanza di Palazzo Vagnotti, sede della mostra, per rendere omaggio all’antiquariato ed all’elemento che ne è il perno centrale: il mobile, il legno. I mobili sono come dei vecchi cappotti, con odori, colori e forme unici e irripetibili. Voglio realizzare un omaggio a questi vecchi cappotti di legno recuperandone l’anima profonda, entrando dentro il legno e la forma”. Dichiara Kounellis. La capacità di presentare proposte straordinarie, inconsuete in manifestazioni analoghe, contraddistingue da sempre Cortonantiquaria. L’agosto 2011 vedrà, oltre alle decine di centinaia di oggetti e arredi rari e preziosi, l’esposizione di oggetti-culto e da collezione della più elitaria e raffinata moda italiana e francesce degli anni ’50 e ’60. Abiti-icona creati dai più importanti stilisti del passato come Elsa Schiapparelli, Pierre Cardin, Courrègés, per star del calibro di Grace Kelly e Audrey Hepburn. Abiti-culto disegnati per personaggi quali (Bessie) Wallis Simpson. La 49° edizione di Cortonantiquaria si terrà a palazzo Vagnotti dal 27 agosto all’11 settembre 2011. Cortona, antica polis etrusca, oggi uno dei borghi più affascinanti e belli della Toscana, offre per 15 giorni la più bella passeggiata d’estate fra mobili pregiati, tappeti antichi, dipinti, sculture e oggetti da collezione cui, quest’anno, si affianca una sezione dedicata all’arte povera proposta dalla storica Galleria Tornabuoni di Firenze, quale segno di continuità con il progetto site-specific del Maestro Jannis Kounellis. Cortonantiquariaè un appuntamento atteso dagli appassionati dell’antico e dell’antiquariato, ma è anche un richiamo quasi di moda sempre più in voga nel calendario degli appuntamenti di fine estate ove non mancare. Un appuntamento, unico nel suo genere, che si caratterizza per l’esclusiva capacità di coniugare felicemente il fascino specialistico delle opere di antiquariato a eventi mondani e più “leggeri”. Dalle degustazioni con aperitivo alle mostre che fanno parlare, dalle rarità esclusive agli approfondimenti da specialisti, dalle conversazioni d’autore al Premio Cortonantiquaria che quest’anno sarà conferito a Gianni Kounellis. Una mostra che offre a tutti i visitatori la possibilità di avvicinarsi all’arte e all’antiquariato, e quest’anno anche all’arte contemporanea e al vintage di culto, da amateur o da semplici curiosi ma, anche e soprattutto per i collezionisti d’arte e i visitatori esigenti perché è una mostra assai raffinata, con pezzi rari selezionati da specialisti dell’antiquariato e della storia delle arti decorative per categoria merceologica, geografica o per periodo. Il percorso espositivo, con oltre 1000 pezzi importanti di vario genere e poi tanti piccoli oggetti da collezione, occupa l’intero Palazzo Vagnotti, uno dei palazzi meglio conservati di Cortona, che torna a vivere proprio nei giorni della mostra allestita in sale che racchiudono il fascino di storie, stili, gusti diversi. Ogni stanza un mondo a sé lungo un percorso unico. Anche quest’anno si può parlare di alta qualità in mostra e di continuo rinnovamento, la presenza di antiquari internazionali provenienti dalla Spagna, di antiquari storici e di nuove e prestigiosissime presenze segna, senza dubbio, la crescita e il consolidamento qualitativo della rassegna antiquaria. Sempre più rilevante la ricchezza delle categorie esposte: dipinti d’alta epoca, argenti e bronzi, mobili italiani e francesi dal ‘600 all’800, mobili e suppellettili orientali, icone, oggettistica da collezione, gioielli, tappeti, arredi da esterno, arte contemporanea e Vintage. Una mostra il cui percorso è formato da 40 espositori, vetrina prestigiosa e privilegiata dell’offerta antiquariale nazionale e internazionale, che si presenta come un esaustivo viaggio attraverso selezionatissimi e storici espositori che arriveranno a Cortona dalle maggiori regioni italiane quali, in primis, la Toscana, con presenze d’eccellenza, e poi la Lombardia, la Sicilia, il Veneto, il Lazio, la Puglia, l’Umbria, Liguria, la Campania e l’Emilia Romagna. Non mancheranno nell’edizione 2011 i momenti piacevoli e le degustazioni dei migliori prodotti provenienti dalla Tenuta La Braccesca di proprietà della famiglia Antinori, molto attesi e apprezzati dai visitatori che avranno l’opportunità dopo la visita alla mostra di rilassarsi per un “aperitivo culturale” nel delizioso chiostro di Palazzo Vagnotti |
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CHIETI (MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE D´ABRUZZO LA CIVITELLA): DAL 30 LUGLIO 2011 AL 19 FEBBRAIO 2012 IN MOSTRA IL MURALE DI MILWAUKEEDI KEITH HARING |
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L’opera, che misura trenta metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza, fu realizzata dall’artista americano nel 1983, in occasione dell’apertura del Museo Haggerty di Milwaukee. I suggestivi spazi del Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo - La Civitella di Chieti ospitano dal 30 luglio 2011 al 19 febbraio 2012 una delle più significative tra le opere pubbliche di Keith Haring: il murale di Milwaukee. L’iniziativa è promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell´Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Abruzzo, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Chieti, organizzata da Alef - cultural project management di Milano, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, Wi. L’iconografia rappresentata nell’opera di Keith Haring è esemplificativa infatti del suo vocabolario d’immagini che celebrano la vita, divenendo un segno distintivo del suo approccio alla pittura. Haring riteneva che bambini e cani fossero tra le immagini più amate e riconoscibili; per questo, all’inizio della sua carriera, scelse queste figure proprio come firma (tag), per rendere la sua arte facilmente identificabile in mezzo a quella di altri che, come lui, avevano scelto la strada come luogo in cui liberare la creatività. “All’inizio la mia firma fu un animale - Haring racconta - che diventò sempre più simile a un cane. Poi cominciai a disegnare un bambino che andava a quattro zampe e più lo disegnavo e più è diventato The Baby”. Il murale è costituito da 24 pannelli in legno realizzati nell’aprile del 1983 dall´artista, invitato dall’Università Marquette di Milwaukee a creare un gigantesco murale sul luogo in cui sarebbe sorto il nuovo museo Haggerty. Entrambe le pareti sono dipinte. Sulla prima è raffigurata una sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano (barking dogs), in basso.L’altra è più complessa e presenta una maggiore varietà di immagini. Il tema dominante sono le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance. A queste si affiancano altre icone della sua arte: il televisore con le ali, il cane, l’uomo con la testa di serpente. Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor.Questo lato termina a destra con un’altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Il percorso espositivo è arricchito da fotografie e da un video che documentano le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l’occasione. Il Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo La Civitella, sede inedita e suggestiva, è parte di un più ampio complesso archeologico che, all´esterno, accoglie spettacolarmente un anfiteatro romano in parte ancora esistente e in parte ricostruito grazie a un moderno progetto architettonico realizzato nel 2000: la sede museale diviene così, tra passato e presente, un eccezionale luogo di incontro per la città di Chieti. Accompagna la mostra un catalogo Skira. Keith Haring, uno dei maggiori esponenti della corrente neo-pop, è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Figlio di Joan e Allen Haring e maggiore di quattro fratelli, nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e, dopo aver regolarmente frequentato le scuole superiori, entra alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Nel 1976, sull´onda della nuova contestazione giovanile e della cultura hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori degli artisti della scena americana. Tornato a Pittsburgh lo stesso anno, entra all´Università e tiene la sua prima importante esposizione al Pittsburgh Arts and Crafts Center. Figlio della cultura di strada, parto felice della cosiddetta street art newyorkese, prima della sua consacrazione all´interno del mondo "ufficiale" dell´arte è stato inizialmente un emarginato. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni ´80 con i murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club di vario genere e "vernissage" più o meno improvvisati. Le novità proposte dall´artista americano sono esplosive e non mancano di attirare l´attenzione degli intenditori più smaliziati. Keith Haring trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto. La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo. Nell´aprile del 1986 Keith Haring apre il Pop Shop, a New York. Ormai è un artista affermato, acclamato in tutto il mondo. Nel 1988 gli viene diagnosticato l´Aids. Con un colpo a sorpresa annuncia lui stesso la sua triste condizione in un´intervista a "Rolling Stone", incrementando così la sua già grande popolarità. Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tutt’oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all´Aids. Keith Haring è morto il 16 febbraio 1990, all´età di 32 anni. Chieti, luglio 2011Keith Haring: Il Murale Di Milwaukeechieti, Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo - La Civitella30 luglio 2011 - 19 febbraio 2012 Orari:da martedì a domenica ore 9.00 - 20.00. Lunedì chiuso.Ultimo ingresso ore 19.30 Biglietti:ingresso Mostra: intero: 7 €; ridotto: 5 €E´ previsto l´ingresso ridotto alla Mostra per i visitatori del Museo e viceversa Catalogo: Skira Mostra promossa da:Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell´Abruzzo soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Abruzzo regione Abruzzo comune di Chieti Produzione e organizzazione: Alef - cultural project managementinfo@alefcultural.Com www.Alefcultural.com Tel. +39 02 45496874 Fax +39 02 45496873 Informazioni: info@alefcultural.Com www.Alefcultural.com Tel. +39 02 45496874 sba-abr.Museolacivitella@beniculturali.it www.Lacivitella.it Tel. +39 0871 63137 |
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SORANO (GR): FEDERICO PARIS IN CERCA DI QUELLO 23 LUGLIO / 4 SETTEMBRE 2011
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Dal 23 luglio al 4 settembre 2011 la Fortezza Orsini di Sorano (Gr) ospiterà la mostra di Federico Paris. In Cerca di Quello. La Provincia di Grosseto prosegue il cammino nel mondo dell’arte contemporanea coinvolgendo, attraverso iniziative e progetti legati al contenitore Maremma in Contemporanea, spazi pubblici e strutture museali della Maremma. La mostra, curata da Maurizio Vanni, va a completare il quadro culturale per l´estate 2011 proposto dalla provincia di Grosseto. Artista poliedrico Federico Paris (Roma 1973) sfrutta la molteplicità di esperienze in vari campi in un linguaggio trasversale, imperniato su una continua ricerca di tecniche e materiali in un’associazione alchemica di gusto e ricerca spinta sino alla sperimentazione più ardita. Ha al suo attivo numerose personali e collettive in Italia e all´estero, tra le quali "Angeli & Angeli" nel museo nazionale di Castel S. Angelo a Roma nello spazio Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni e nelle mura Aureliane di Porta Pinciana sempre a Roma, all’ "Europäische Rechtsakademie" di Trier (Germania), al museo di arte contemporanea Maguncia a Buenos Aires (Argentina), al Ministero della cultura di Praga in occasione del festival d’arte Tina B, a Venezia nella chiesa di San Leonardo. E´ autore di performance urbane: per i mondiali di nuoto del 2009 a Roma ha riempito molte piazze della capitale con delle teste scultura di nuotatori fino a piazzarne in un blitz più di cento a piazza Navona. Ha numerose collaborazioni nel campo della moda. Ha ricevuto il premio "Volere Volare 2005" nella sezione pittura, premio assegnato a chi ha contribuito ad esportare il "Made in Italy" nel mondo. E´ ideatore e fondatore del "Gruppo Cicala" associazione culturale che si occupa della promozione di linguaggi artistici, teatro, musica e arti visive. In Cerca Di Quello ... Quando una mente si perde in un inferno fatto di vuoto alla ricerca di un "dio" che lo riporti a casa... Lo spazio è un pozzo buio infinito dove una mente può smarrirsi, un nulla costellato di luci lontane, un posto dove non esiste suono e dove anche la voce più forte non può emettere nessun grido; e allora tra i pianeti e le galassie di questa perdizione c´è bisogno di un “dio” che ci riporti a casa, che ci salvi. “In cerca di Quello” è la descrizione di questo “inferno” fatto di vuoto e solitudine, un viaggio mentale alla ricerca di un ritorno a “casa”, dove il dio che cerca Paris è una forma di energia, un faro nella notte per una nave in balia dell´inerzia, un punto in lontananza che è come una speranza di ritorno a un qualcosa di familiare. “In cerca di Quello” è alla fine un viaggio dantesco “semplificato”, una ricerca del “supremo”, ma senza la promessa di un paradiso e di una vita ultraterrena. Non c´è speranza né salvezza in questa serie di tele, meglio ancora ci troviamo di fronte ad una piccola odissea dove la ricerca è l´esplorazione di se stessi, un’introspezione. “In cerca di Quello” è una serie di dieci opere olio su tela, unite idealmente in coppia tra di esse. Ogni coppia di tela si assomiglia sia per disegno sia per i colori, sono infatti complementari, e nell´intenzione dell´artista c´è il bisogno di creare una continuità tra l´una e l´altra. Dice Paris “su ogni quadro che forma una coppia si trovano gli indizi della presenza di Quello, chiudendo le coppie di quadri su loro stessi, idealmente si forma la sua figura”, insomma l´artista ci dice fondamentalmente che il “mistero della fede” è la base di questa serie di quadri, e, il concetto si completa e si concretizza solo quando noi non possiamo più vederlo. Dobbiamo fidarci, il contesto di queste apparizioni è lo spazio, la visione ci appare come dei giochi in controluce, una luce che si scorge dall’ombra di sagome curve che potrebbero essere sagome di pianeti. La volontà della Pubblica Amministrazione è, come negli anni passati, quella di creare un sistema culturale integrato per mezzo di un contenitore di eventi che muove, per mezzo di un tema generale, una serie di iniziative in grado di coinvolgere ogni luogo della Provincia. La mostra “In Cerca Di Quello”, dunque, si integra e completa l’ampia proposta culturale della Provincia di Grosseto: mostre, concerti, incontri in tutti i musei – e non solo - del territorio maremmano. Il programma completo su www.Museidimaremma.it. Inaugurazione 23 luglio ore 18. Mastio della Fortezza Orsini, Sorano. Informazioni info Tel: 0564.633424 www.Museidimaremma.it - Www.federicoparis.com |
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APPUNTAMENTO CON LA FOTOGRAFIA A SERRUNGARINA
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Appuntamento con la fotografia a Serrungarina in occasione della “Festa della Pera Angelica”: Sabato 3 settembre alle ore 18.00 alla Sala del Presepio, in pieno centro storico, si inaugura “Viaggio intorno a un luogo”. La mostra, organizzata dal Comune di Serrungarina in collaborazione con la Pro Loco, presenta gli scatti realizzati da un gruppo di 15 fotografi del Fotoclub Fano. “Il progetto nasce” afferma il Sindaco Marta Falcioni “dall´idea di raccontare i luoghi e la gente di Serrungarina e dei suoi borghi attraverso le immagini, mettendo a fuoco e disvelando anche gli angoli più nascosti e spesso invisibili all’occhio umano frettoloso”. La mostra perciò diventa, sia per la comunità locale che per i visitatori, l´occasione di riscoprire lo spirito, l´armonia e i valori di un territorio. In programma anche un altro evento espositivo “Giocare con l’argilla” con una serie di scatti realizzati durante il laboratorio estivo di manipolazione dell´argilla per ragazzi dai 5 ai 13 anni. Il laboratorio, ispirato al metodo di Bruno Munari, è stato per tutti i partecipanti una splendida occasione di sperimentazione, scoperta ed apprendimento. Accanto alle immagini dei giovani al lavoro saranno esposti anche tutti i manufatti realizzati nel corso delle attività. La mostra fotografica è stata coordinata da Silvana Vitali, i laboratori per i ragazzi da Matilde Panicali. Prezioso l´incontro con il prof. Giancarlo Bojani. Le mostre sono aperte dal 3 all´11 settembre 2011. Gli orari: sabato 3 dalle ore 18.00 alle 24.00, domenica 4 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 24.00. Sabato10 dalle 16.00 alle 20.00, domenica 11 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Nei giorni feriali dalle ore 16,00 alle 19.00. Informazioni: Comune di Serrungarina tel. 0721 896129, www.Comune.serrungarina.ps.it |
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AREZZO (GALLERIA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA): TUTTA AREZZO CELEBRA VASARI: ARTISTA, UOMO E STORIOGRAFO - 3 SETTEMBRE/11 DICEMBRE 2011
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Un grande mostra alla Galleria comunale ripercorre la vicenda artistica del Maestro tra disegni straordinari, dipinti restaurati e prime visioni. Un itinerario in città e provincia tra opere, ricordi e testimonianze di vita. “Historico, poeta, philosopho e pittore”, come lo definì l’Aretino suo grande amico, Giorgio Vasari è famoso nel mondo soprattutto per le due edizioni delle “Vite” (1550 e1568), fonti primarie per la nascita della moderna storiografia artistica, ma continua ad affascinare e riesce ancora a stupire per la poliedrica e straordinaria ricchezza della sua personalità e della sua arte. Qualunque definizione appare riduttiva per chi, come lui, seppe essere testimone e protagonista allo stesso modo del Cinquecento, capace di confrontarsi con i diversi mileux culturali dell’Italia del Xvi secolo ma anche con le contraddizioni, le temperie politiche, i gusti e le tendenze dell’epoca; impegnato in un’attività senza eguali nei più vari campi, organizzando e coordinando enormi cantieri e soddisfacendo le più varie richieste della committenza pubblica e privata. Seppe essere anzitutto un uomo di cultura e un artista apprezzato in tutta Italia, letterato ed amico dei maggiori intellettuali del suo tempo. Fu architetto e pittore alla corte di Cosimo I de’Medici, e da “giovane venuto dalla provincia” riuscì a conquistarsi un ruolo chiave nel panorama culturale del tempo e un ricordo imperituro tra i grandi artisti e intellettuali del Rinascimento. Così, a 500 anni dalla nascita, mentre Firenze celebra il Vasari alla corte dei Medici, Arezzo, sua città natale con la quale mantenne sempre un legame fortissimo - il luogo in cui rifugiarsi tra un viaggio e l’altro o nei momenti di difficoltà - ripercorre la vita e l’opera di Vasari, presentandolo sia come artista e grande tecnico, sia come storiografo, con la sua orgogliosa certezza del primato dell’arte toscana. Ad Arezzo si metteranno infatti in luce – grazie a due importanti mostre concomitanti, a un ricco itinerario in città e nell’aretino, alla recente riapertura della restaurata Casa Vasari e ad altre iniziative già in calendario – il Vasari ufficiale, al servizio delle principali corti italiane, e quello più intimo; il pittore encomiastico e l’autore di opere di devozione privata; l’eccellente disegnatore e il preciso e organizzato imprenditore capace di imprese impossibili; il collezionista, lo storico dell’arte, teorizzatore e interprete del concetto di “bella maniera moderna”, e, infine, il concittadino autore di stendardi e gonfaloni, impegnato nella progettazione della sua città e nella decorazione della sua abitazione, ove egli celebra la Virtù dell’artista: “manifesto programmatico” per i contemporanei e i posteri. Vasari, nonostante i suoi impegni lo portassero spesso lontano da Arezzo, non scordò mai la città ove aveva mosso i primi passi sotto la guida di Guillaume de Marcillat, tanto da volersi collocare nelle Vite, in una “genealogia” di pittori propriamente aretini, comprendente Spinello, Bartolomeo Della Gatta, Piero della Francesca e Luca Signorelli. Catalogo: Skira |
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CAVALLINO INTERNATIONAL ORGAN FESTIVAL 2011 RASSEGNA DI MUSICA ORGANISTICA INTERNAZIONALE |
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Martedì 23 agosto 2011 alle h 21,00, avrà luogo il concerto del celebre organista Alessadro Bianchi nell’ambito della rassegna "Cavallino International Organ Festival 2011", che si svolgerà nell’antica Chiesa di Santa maria Elisabetta della Piazza di Cavallino.Treporti (Venezia) Alessandro Bianchi è attualmente Direttore Artistico dell’Associazione Musicale “Amici dell’organo di Cantù” nonchè organista titolare della Basilica di S. Paolo, sempre nella città di Cantù. Il maestro diviene organista di chiesa all’età di dodici anni ed è oggi uno dei piu’ attivi organisti italiani sulla scena internazionale. Nato a Como, si è diplomato in Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Piacenza sotto la guida di Luigi Toja, frequentando inoltre Masterclassess con Arturo Sacchetti e Nicholas Danby. Ha tenuto oltre milleseicento concerti da solista e ha preso parte ad innumerevoli Festivals Organistici Internazionali, esibendosi nelle piu’ grandi Cattedrali e Sale da Concerto in tutta Europa, Russia, Usa, America Centrale e del Sud, Asia, Australia. Tra le sedi piu’ significative dove il maestro si è esibito, ricordiamo Notre Dame a Parigi, Westminster Abbey, Westminster Cathedral e St. Paul’s Cathedral a Londra, Hong Kong Cultural Center, Sala Della Filarmonica di San Pietroburgo, le Cattedrali di Colonia, Amburgo, Messina, Zurigo, Bruges, Varsavia, Siviglia, Palma de Mallorca, Copenhagen, St. Andrew’s Cathedral Sydney, St. Patrick’s Cathedral New York, Quincena Musical (San Sebastian), Hull City Hall, Salisburgo, Berlino, Oxford, Cambridge, Budapest, Praga, Madrid, Dublino, Stoccolma, Helsinki, Chicago, Dallas, Washington, Buenos Aires, Bangkok e svariate altre. Ha eseguito in prima assoluta diverse opere per organo a lui dedicate da compositori italiani e stranieri e pubblicato articoli di carattere organologico. Ha tenuto seminari e conferenze sulla musica italiana in Italia, Germania, Inghilterra, Spagna, Usa e Messico ed è stato membro di giuria in concorsi organistici e corali. Ha al suo attivo registrazioni radiofoniche, televisive e discografiche in Europa, Usa, Brasile ed è organista della chiesa Anglicana di Lugano. Le particolari caratteristiche dell´organo Bazzani è quella di poter spaziare fra le sonorità tipiche del primo seicento fino a quelle del tardo ottocento, consentendo cosi un ampio spettro sonoro ed interpretativo. La rassegna è curata dal prof. Donato Cuzzato. Entrata libera. |
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CHIETI (MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE D´ABRUZZO LA CIVITELLA): IN MOSTRA IL MURALE DI MILWAUKEE DI KEITH HARING - DAL 30 LUGLIO 2011 AL 19 FEBBRAIO 2012
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L’opera, che misura trenta metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza, fu realizzata dall’artista americano nel 1983, in occasione dell’apertura del Museo Haggerty di Milwaukee. I suggestivi spazi del Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo - La Civitella di Chieti ospitano dal 30 luglio 2011 al 19 febbraio 2012 una delle più significative tra le opere pubbliche di Keith Haring: il murale di Milwaukee. L’iniziativa è promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell´Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Abruzzo, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Chieti, organizzata da Alef - cultural project management di Milano, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, Wi. L’iconografia rappresentata nell’opera di Keith Haring è esemplificativa infatti del suo vocabolario d’immagini che celebrano la vita, divenendo un segno distintivo del suo approccio alla pittura. Haring riteneva che bambini e cani fossero tra le immagini più amate e riconoscibili; per questo, all’inizio della sua carriera, scelse queste figure proprio come firma (tag), per rendere la sua arte facilmente identificabile in mezzo a quella di altri che, come lui, avevano scelto la strada come luogo in cui liberare la creatività. “All’inizio la mia firma fu un animale - Haring racconta - che diventò sempre più simile a un cane. Poi cominciai a disegnare un bambino che andava a quattro zampe e più lo disegnavo e più è diventato The Baby”. Il murale è costituito da 24 pannelli in legno realizzati nell’aprile del 1983 dall´artista, invitato dall’Università Marquette di Milwaukee a creare un gigantesco murale sul luogo in cui sarebbe sorto il nuovo museo Haggerty. Entrambe le pareti sono dipinte. Sulla prima è raffigurata una sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano (barking dogs), in basso. L’altra è più complessa e presenta una maggiore varietà di immagini. Il tema dominante sono le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance. A queste si affiancano altre icone della sua arte: il televisore con le ali, il cane, l’uomo con la testa di serpente. Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor. Questo lato termina a destra con un’altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Il percorso espositivo è arricchito da fotografie e da un video che documentano le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l’occasione. Il Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo La Civitella, sede inedita e suggestiva, è parte di un più ampio complesso archeologico che, all´esterno, accoglie spettacolarmente un anfiteatro romano in parte ancora esistente e in parte ricostruito grazie a un moderno progetto architettonico realizzato nel 2000: la sede museale diviene così, tra passato e presente, un eccezionale luogo di incontro per la città di Chieti. Accompagna la mostra un catalogo Skira. Keith Haring, uno dei maggiori esponenti della corrente neo-pop, è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Figlio di Joan e Allen Haring e maggiore di quattro fratelli, nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e, dopo aver regolarmente frequentato le scuole superiori, entra alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Nel 1976, sull´onda della nuova contestazione giovanile e della cultura hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori degli artisti della scena americana. Tornato a Pittsburgh lo stesso anno, entra all´Università e tiene la sua prima importante esposizione al Pittsburgh Arts and Crafts Center. Figlio della cultura di strada, parto felice della cosiddetta street art newyorkese, prima della sua consacrazione all´interno del mondo "ufficiale" dell´arte è stato inizialmente un emarginato. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni ´80 con i murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club di vario genere e "vernissage" più o meno improvvisati. Le novità proposte dall´artista americano sono esplosive e non mancano di attirare l´attenzione degli intenditori più smaliziati. Keith Haring trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto. La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo. Nell´aprile del 1986 Keith Haring apre il Pop Shop, a New York. Ormai è un artista affermato, acclamato in tutto il mondo. Nel 1988 gli viene diagnosticato l´Aids. Con un colpo a sorpresa annuncia lui stesso la sua triste condizione in un´intervista a "Rolling Stone", incrementando così la sua già grande popolarità. Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tutt’oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all´Aids. Keith Haring è morto il 16 febbraio 1990, all´età di 32 anni. Info: Keith Haring: Il Murale Di Milwaukee Chieti, Museo Archeologico Nazionale d´Abruzzo - La Civitella 30 luglio 2011 - 19 febbraio 2012 - Catalogo: Skira Alef - cultural project management info@alefcultural.Com www.Alefcultural.com Tel. +39 02 45496874 Fax +39 02 45496873 sba-abr.Museolacivitella@beniculturali.it www.Lacivitella.it Tel. +39 0871 63137 |
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FERRARA (PALAZZO DEI DIAMANTI): GLI ANNI FOLLI DI PARIGI |
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Gli anni folli narra la Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí, quando la città era capitale mondiale dell´arte, dalla fine della Grande Guerra ai primi anni Trenta. Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono i principali protagonisti di un periodo di eccezionale vitalità artistica. Anni che furono definiti "folli", in una capitale in pieno fermento, dal clima cosmopolita, dove teatri, i caffè, il jazz, le gallerie attraevano da ogni parte del mondo musicisti, scrittori, coreografi, cineasti e artisti in cerca di fortuna e celebrità. Nella Ville lumière, novella mecca dell´arte, si respirava l´aria di una nuova era, contrassegnata da un senso di libertà e da un clima di rinascita che fa di Parigi il laboratorio internazionale della creatività, prima che l´ascesa del Terzo Reich in Germania cambiasse in maniera irreversibile il clima europeo. Sollecitati dal fermento di quel crocevia internazionale, i più grandi artisti del tempo rimettono in gioco le loro ricerche, con una straordinaria energia creativa. Ne deriva uno stupefacente caleidoscopio di stili nel quale, in sintonia con i sentimenti del dopoguerra oscillanti tra incertezza ed euforia, convivevano la necessità di conquistare una nuova armonia per allontanare il ricordo del conflitto e la volontà di rompere con il passato per ripartire da zero e dar vita a un´arte completamente inedita. Tutto questo è raccontato in Gli anni folli, a Palazzo dei Diamanti, dall´11 settembre 2011 all´8 gennaio 2012, nella mostra organizzata da Ferrara Arte e curata da Simonetta Fraquelli, Maria Luisa Pacelli e Susan Davidson che qui hanno riunito dipinti, ma anche sculture, costumi teatrali, fotografie, ready made, disegni, dai più importanti musei e collezioni private del mondo. La mostra prende le mosse dalle opere di due maestri impressionisti ancora attivi ed influenti nel primo dopoguerra. Se la monumentale Fonte di Renoir rivelò a Picasso e ai suoi colleghi la forza di una rilettura moderna dell´arte classica e rinascimentale, opere rivoluzionarie di Monet come il Ponte giapponese scardinarono qualsiasi idea di rappresentazione naturalistica e prospettica, giungendo alle soglie dell´astrazione. Ad incarnare il carattere cosmopolita e bohémien della vita artistica parigina sono i ritratti e i nudi della cosiddetta "Scuola di Parigi", una variegata costellazione di giovani artisti stranieri - come Modigliani, Chagall, Kisling, Foujita o Soutine - accomunati da uno stile figurativo fortemente personale, coerente con il sogno di libertà che li aveva attratti nella capitale francese. Le forme piene e armoniose del Nudo di Modigliani sono anche rivelatrici di quell´aspirazione all´equilibrio cui daranno voce, in modi diversi, molte delle tendenze attive a Parigi negli anni Venti. Capolavori come Mandolino, bicchiere, fruttiera e frutta di Picasso e Il tavolino rotondo di Braque testimoniano lo stile elegante e misurato sperimentato in questa fase dai padri del cubismo. In quegli anni il genio multiforme di Picasso si manifesta anche in altre direzioni. Egli fu tra i pionieri, assieme a Derain, a De Chirico e a Severini, di quel moderno classicismo che si impose negli anni Venti attualizzando temi tradizionali o tratti dalla commedia dell´arte: ne sono espressione un´icona come la Maternità di Picasso, così come i maestosi Nudo con gatto di Derain e Due figure mitologiche di De Chirico, o ancora il raffinato Pulcinella malinconico di Severini. A loro volta Matisse e Bonnard recuperano una vena naturalistica nelle sensuali figure create al sud e in Normandia ma esposte a Parigi, come i bellissimi Nudo disteso e Nudo su sfondo giallo. Sempre a Parigi, dal 1919, l´olandese Piet Mondrian diede alla luce le sue rivoluzionarie tele neoplastiche ispirate a un principio di ordine universale, che rappresentavano un´ulteriore risposta alle ansie e ai timori del periodo postbellico. A rappresentare questa fase cruciale della sua ricerca saranno due composizioni a griglie di colori puri, una del primo periodo parigino e una dei pieni anni Venti. Il teatro rappresentò un´importante frontiera per gli artisti, che idearono costumi e scenografie per compagnie sperimentali come i Balletti Russi e i Balletti Svedesi portando sulla scena la genialità delle loro ricerche creative. Uno spettacolare allestimento di costumi, bozzetti e riproduzioni di apparati scenici di Matisse, Larionov, Léger e De Chirico restituisce la suggestione di quelle "opere d´arte totale" nate dall´incontro tra musica, coreografia e arti visive. Con il dadaismo e il surrealismo irrompe sulla scena artistica parigina l´esuberanza creativa e lo spirito radicale dei movimenti d´avanguardia. Ironiche, provocatorie e iconoclaste, le opere dei dadaisti prendono di mira le convenzioni morali e culturali della società borghese. Ne sono esempi emblematici i ready made di Duchamp, Air de Paris o Fresh Widow, e di Man Ray, Cadeau, così come le macchine di Picabia quale L´oeil-caméra. In seguito, la nascita del surrealismo riaccende un progetto utopistico di portata universale: restituire al mondo un significato nuovo, che possa aprire la strada alla liberazione spirituale e materiale dell´umanità. La mostra si chiude con le tele e le sculture di Ernst, Miró, Masson, Magritte, Tanguy, Giacometti e Dalí, dense di immagini oniriche e perturbanti, come finestre aperte sul meraviglioso che invitano ad abbattere ogni inibizione e a risvegliare il desiderio e l´immaginazione. Info: Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933 Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 11 settembre 2011 - 8 gennaio 2012. La mostra, a cura di Simonetta Fraquelli, Maria Luisa Pacelli e Susan Davidson, è organizzata da Ferrara Arte. Catalogo edito da Ferrara Arte. Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Info Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949 diamanti@comune.Fe.it - www.Palazzodiamanti.it |
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LIVIGNO VERTICAL RACE - ANNO ZERO! |
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Sarà “Al Troi dali Reza” a far da cornice alla prima edizione della gara Livigno Vertical Race in programma domenica 28 agosto. Si preannuncia come una gara impegnativa ma affascinante la prima edizione della Livigno Vertical Race, la competizione in stile “vertical – skyrace” in programma domenica 28 agosto sul sentiero “Al Tröi Dali Reza” che da Livigno, 1816mt, porta in cima al “Mont Dali Reza”. La gara si sviluppa in quasi totale ascesa lungo un percorso di circa 3 km con un dislivello di 982 mt. Essendo al suo esordio, il Comitato Organizzatore capitanato dal Marathon Club Livigno già rodato per via della Stralivigno, ha fissato a 50 il numero massimo di atleti in gara. Le iscrizioni dovranno pervenire presso lo Sporting Club Livigno in via dala Gesa oppure presso il negozio Mottini Sport in via Ostaria 585 entro le ore 15.00 di venerdì 26 agosto 2011. La selezione degli atleti avverrà dietro presentazione del curriculum agonistico. La gara, con partenza in linea, è a carattere individuale ed è suddivisa in due categorie: Maschile e Femminile. Per il completamento del percorso è stato fissato un tempo massimo di 2 ore e 15 minuti; il rientro in valle potrà avvenire a piedi ripercorrendo il tracciato di salita, oppure proseguendo per il sentiero che porta alla partenza della telecabina Carosello 3000 usufruendo della discesa gratuita con l’impianto. E´ ammesso l´utilizzo di bastoncini. Inoltre, Livigno Vertical Race aderisce alla campagna "Io non getto i miei rifiuti", promossa da Spirito Trail e rivolta a tutti i veri trailers, atleti e organizzatori, per tutelare l´ambiente e la natura. Per maggiori informazioni: www.Spiritotrail.it/campagna-rifiuti. Vista la concomitanza con la consueta festa degli alpini di Livigno presso al “Madonon Dali Reza”, per chi volesse seguire la gara potrà usufruire della risalita gratuita, dalle ore 9.00 alle ore 9.30, presso la Telecabina Carosello 3000, alla quale seguirà, acquistando il ticket sul posto, il rancio servito dagli Alpini. Info e regolamento www.Livigno.eu/it/estate/eventi/ |
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AREZZO (GALLERIA COMUNALE): VASARI: ARTISTA, UOMO E STORIOGRAFO - UN GRANDE MOSTRA RIPERCORRE LA VICENDA ARTISTICA DEL MAESTRO TRA DISEGNI STRAORDINARI, DIPINTI RESTAURATI E PRIME VISIONI - UN ITINERARIO IN CITTÀ E PROVINCIA TRA OPERE, RICORDI E TESTIMONIANZE DI VITA |
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“Historico, poeta, philosopho e pittore”, come lo definì l’Aretino suo grande amico, Giorgio Vasari è famoso nel mondo soprattutto per le due edizioni delle “Vite” (1550 e1568), fonti primarie per la nascita della moderna storiografia artistica, ma continua ad affascinare e riesce ancora a stupire per la poliedrica e straordinaria ricchezza della sua personalità e della sua arte. Qualunque definizione appare riduttiva per chi, come lui, seppe essere testimone e protagonista allo stesso modo del Cinquecento, capace di confrontarsi con i diversi mileux culturali dell’Italia del Xvi secolo ma anche con le contraddizioni, le temperie politiche, i gusti e le tendenze dell’epoca; impegnato in un’attività senza eguali nei più vari campi, organizzando e coordinando enormi cantieri e soddisfacendo le più varie richieste della committenza pubblica e privata. Seppe essere anzitutto un uomo di cultura e un artista apprezzato in tutta Italia, letterato ed amico dei maggiori intellettuali del suo tempo. Fu architetto e pittore alla corte di Cosimo I de’Medici, e da “giovane venuto dalla provincia” riuscì a conquistarsi un ruolo chiave nel panorama culturale del tempo e un ricordo imperituro tra i grandi artisti e intellettuali del Rinascimento. Così, a 500 anni dalla nascita, mentre Firenze celebra il Vasari alla corte dei Medici, Arezzo, sua città natale con la quale mantenne sempre un legame fortissimo - il luogo in cui rifugiarsi tra un viaggio e l’altro o nei momenti di difficoltà - ripercorre la vita e l’opera di Vasari, presentandolo sia come artista e grande tecnico, sia come storiografo, con la sua orgogliosa certezza del primato dell’arte toscana. Ad Arezzo si metteranno infatti in luce – grazie a due importanti mostre concomitanti, a un ricco itinerario in città e nell’aretino, alla recente riapertura della restaurata Casa Vasari e ad altre iniziative già in calendario – il Vasari ufficiale, al servizio delle principali corti italiane, e quello più intimo; il pittore encomiastico e l’autore di opere di devozione privata; l’eccellente disegnatore e il preciso e organizzato imprenditore capace di imprese impossibili; il collezionista, lo storico dell’arte, teorizzatore e interprete del concetto di “bella maniera moderna”, e, infine, il concittadino autore di stendardi e gonfaloni, impegnato nella progettazione della sua città e nella decorazione della sua abitazione, ove egli celebra la Virtù dell’artista: “manifesto programmatico” per i contemporanei e i posteri. Vasari, nonostante i suoi impegni lo portassero spesso lontano da Arezzo, non scordò mai la città ove aveva mosso i primi passi sotto la guida di Guillaume de Marcillat, tanto da volersi collocare nelle Vite, in una “genealogia” di pittori propriamente aretini, comprendente Spinello, Bartolomeo Della Gatta, Piero della Francesca e Luca Signorelli |
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MODENA (GALLERIA CIVICA): MOSTRA JOSEF ALBERS - DAL 9 OTTOBRE ALL´8 GENNAIO 2012 |
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La retrospettiva dedicata a Josef Albers (1888-1976), curata dal Direttore della Galleria Civica di Modena Marco Pierini, si terrà dal 9 ottobre 2011 all’8 gennaio 2012 – inaugurazione sabato 8 ottobre 2011 alle ore 18.00 – nei due spazi espositivi della Galleria Civica: Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini. La mostra, la più ampia mai organizzata in Italia, intende ricostruire il percorso dell’artista in tutte le sue fasi salienti, dagli anni del Bauhaus di Weimar, di Dessau e di Berlino a quelli del Black Mountain College, della Yale University, a quelli, infine, nei quali – lasciato l´insegnamento – si dedicò esclusivamente alla pittura. La retrospettiva, coprodotta dalla Galleria Civica di Modena con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena , è stata organizzata con la collaborazione della Josef & Anni Albers Foundation di Bethany (Connecticut) che ha prestato, con una sola eccezione, le 179 opere esposte. La Terra Foundation for American Art di Chicago ha supportato il progetto attraverso un contributo di 50.000 dollari. Del periodo del Bauhaus, la straordinaria scuola fondata da Walter Gropius di cui Albers è stato prima allievo e poi ininterrottamente docente fino alla chiusura, sono esposte 12 opere in vetro realizzate dal 1921 al 1932, 29 fotografie e photocollage, una piccola selezione di xilografie e di gouache e alcuni mobili. Se i vetri denunciano già con pienezza il rigore della composizione e lo straordinario sentimento del colore che caratterizza la successiva e più celebrata pittura a olio di Albers, le fotografie – assai spesso assemblate dall’artista in forma di photocollage – rappresentano la testimonianza di un occhio attento e appassionato, capace di sottrarre i volti degli amici e dei colleghi (Klee, Kandinsky, Gropius) alla dimensione quotidiana e allo stesso tempo di rivelare straordinarie geometrie, forme e cadenze nascoste nella natura e nelle cose. Di particolare interesse i mobili disegnati in questo periodo, che uniscono una spiccata funzionalità alla purezza di linee e a una forte inclinazione per i diversi materiali e la loro combinazione (vetro, legni, stoffe). Alla chiusura del Bauhaus, sopraggiunta nel 1933 a seguito delle pressioni naziste, Josef Albers accetta una cattedra al Black Mountain College (North Carolina), scuola altamente innovativa e sperimentale fondata proprio in quell’anno, nella quale insegneranno anche John Cage, Merce Cunningham e lo stesso Walter Gropius (mentre tra i suoi allievi vanno almeno menzionati Robert Rauschenberg, Cy Twombly, Kenneth Noland e, negli anni di Yale, Eva Hesse). L’approdo alla pittura a olio – sempre a spatola, cavando il colore direttamente dal tubetto – avviene proprio durante il primo periodo americano, ed è rappresentato in mostra da una decina di dipinti della seconda metà degli anni Trenta e degli anni Quaranta, nei quali è già ampiamente manifesta l’attentissima cura dell’artista per i rapporti cromatici e la loro percezione fisica, preludio alle più note serie "Varianti" (1947-1952) e "Omaggio al quadrato" (1950-1976). Alla prima è dedicato ampio spazio alla Palazzina dei Giardini, mentre il vasto ciclo della maturità occupa per intero la sala grande di Palazzo Santa Margherita: la scansione inizia con il primo "Omaggio al quadrato" dipinto da Albers nel 1950, generoso prestito di un’importante collezione privata americana, e attraverso una selezione cronologicamente disposta di opere di formato e tonalità diverse, si conclude con l’ultimo “omaggio”, compiuto a poche settimane dalla morte dell’artista, il 25 marzo 1976. Sono infine esposte le sette copertine di dischi disegnate per la Command Records, la casa discografica fondata dal violinista e ingegnere del suono Enoch Light con l’innovativa confezione apribile (“gatefold sleeve”), la cui invenzione si deve proprio alla collaborazione fra Josef Albers e Enoch Light. Il catalogo bilingue, edito da Silvana Editoriale, contiene – oltre a un ampio scritto del curatore della mostra Marco Pierini – l’introduzione di Nicholas Fox Weber, Executive Director della Josef & Anni Albers Foundation e una selezione di alcuni testi teorici di Albers, mai precedentemente tradotti in italiano. Verrà anche ripubblicato il breve testo di Wassily Kandinsky stampato nel 1934 sul bollettino della Galleria Il Milione in occasione della mostra di xilografie di Albers e di Luigi Veronesi organizzata dalla galleria milanese. La restrospettiva su Josef Albers è stata supportata dalla Terra Foundation for American Art di Chicago. Fondata nel 1978 la Terra Foundation for American Art si dedica a favorire lo studio, la comprensione e la fruizione delle arti visive degli Stati Uniti d’America. Con le sue risorse finanziarie di oltre 250 milioni di dollari, una raccolta d’eccezione che copre l’arte americana dall’era coloniale fino al 1945, e un ampio programma di borse di studio, è tra le fondazioni leader nel campo dell’arte americana, e destina circa 12 milioni di dollari all’anno per promuovere, in tutto il mondo, mostre, progetti e ricerche sull’arte americana. La mostra che inaugura l’8 ottobre 2011 alle 18.00 in occasione della Vii Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci, resterà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2012 con il seguente orario: martedì-venerdì 10.30-13.00; 15.00-18.00; sabato domenica e festivi 10.30-19.00; lunedì chiuso. Info: Mostra Josef Albers a cura di Marco Pierini - Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande - 9 ottobre 2011 / 8 gennaio 2012 - Inaugurazione 8 ottobre 2011, ore 18.00 - Galleria Civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena, tel. +390592032911/2032940, fax +39 059 2032932, www.Galleriacivicadimodena.it |
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SANT’IPPOLITO (PU): SCOLPIRE IN PIAZZA - ARTE DELLA SCULTURA SU PIETRA ARENARIA - 12A EDIZIONE - DAL 23 AL 31 LUGLIO 2011
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Arrivata alla dodicesima edizione, “Scolpire in Piazza” perfeziona la formula organizzativa e ricerca collaborazioni sempre nuove. Quest´anno lo sforzo organizzativo è orientato allo sviluppo delle attività artistiche che, oltre al Simposio, vedono l´allestimento di cinque importanti mostre d´arte che presentano diverse modalità espressive: dalla scultura alla fotografia, dall´incisione alla pittura. Senza dimenticare l´originalissima esperienza didattica realizzata in esclusiva per Scolpire in Piazza. In questo modo Sant´ippolito punta a consolidare la sua immagine di polo artistico a livello provinciale. L’evento dedicato alla scultura su pietra, fa coesistere proposte di qualità e riscontro nel pubblico, riportando l’arte nelle strade e nelle piazze del paese. Una sfida condotta dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le Associazioni e le attività economiche del territorio e con gli Enti Pubblici che hanno contribuito alla realizzazione di un’iniziativa consolidata e apprezzata dal pubblico. Fondamentale in questo cammino il riconoscimento ufficiale alla manifestazione da parte della Regione Marche. Le radici in un’antica tradizione Sant’ippolito continua a promuovere tutte le attività legate alla tradizione nella lavorazione della pietra arenaria. L´antico mestiere è stato rivitalizzato grazie al confronto con l’arte contemporanea, cercando di dare alla scultura su pietra un nuovo ruolo pubblico e sociale Diverse scuole artistiche a confronto I quattro scultori, nei nove giorni di residenza artistica a Sant’ippolito, realizzeranno opere che esprimeranno diversi percorsi di formazione con due scultori su quattro provenienti dall’estero. Gli scultori invitati all’edizione 2011 sono: Tanya Preminger (Israele), Elena Saracino (Italia), Czeslaw Podlesny (Polonia) e Guido Pettenò (Italia). L’impegno per la diffusione della scultura sul territorio Fin dal 2003 molte delle opere in pietra realizzate a Sant´ippolito sono state collocate in diversi centri delle Marche, contribuendo alla qualificazione degli spazi cittadini. Oggi sono 14 le sculture con il marchio “Scolpire in Piazza” sul territorio ragionale e presto ne saranno installate altre. Sul territorio di Sant’ippolito ci sono 18 sculture. Gli enti partner per l´edizione 2011 sono i comuni di Isola del Piano e Pedaso e il Parco Naturale Regionale Gola della Rossa - Frasassi con il quale si è avviato un progetto pluriennale per l´installazione di sculture sulle principali vie d´accesso all´area protetta. Mostre a Scolpire in Piazza 2011 Per questa edizione di Scolpire in Piazza il piano terra del Palazzo Scolastico è diventato un perfetto contenitore per le esposizioni artistiche in programma. La promozione dei giovani artisti avverrà con la mostra dei lavori dei corsi di scultura delle Accademie di Belle Arti delle Marche e e quella delle incisioni originali degli allievi della Scuola del Libro di Urbino. Gli altri tre eventi espositivi sono dedicati alle sculture di Giuseppe Papagni, alle fotografie di Paolo Mazzanti e ai dipinti di Abel Zeltman. Accoglienza a Sant´ippolito Fedele alla sua tradizione di accoglienza, Sant´ippolito ha preparato un ricco programma di eventi spettacolari per tutti coloro che vogliono trascorrere un week end fra arte, spettacolo e gastronomia. Scolpire in Piazza 2011 - Sant´ippolito (Pu) Dal 23 al 31 Luglio 2011 Programma completo Sabato 23 luglio • Apertura del Cantiere di Scultura - Parco Scolastico • Ore 21.15 - Palazzo Scolastico Inaugurazione Xii edizione di Scolpire in Piazza e presentazione degli scultori ospiti. Inaugurazione mostre d´arte - "Fragilità Magiche" Sculture Giuseppe Papagni - "Flowers" Photography Paolo Mazzanti - "Abel Zeltman. Soy un circo 2011" Dipinti - Opere degli allievi dei Corsi di Scultura delle Accademie di Belle Arti di Urbino e Macerata - "Giovani Segni" Incisioni originali in litografia, calcografia e xilografia degli allievi della Scuola del Libro di Urbino Drink di benvenuto Giovedì 28 - replica Venerdì 29 luglio • Ore 19.30 - Pian di Rose - Stabilimento Mep "… le audaci imprese io canto ..." ovvero in viaggio con L’orlando negli spazi insoliti dello stabilimento Mep. Gli spazi insoliti di un moderno stabilimento distolti dalla loro funzione e trasformati in un luogo di visioni, si offrono allo spettatore come singolare set per un itinerario tra alcuni quadri dell’Orlando Furioso, attraversati in un curioso gioco di contrasti ed evocazioni tra quotidiano e straordinario. Con: Fabrizio Bartolucci, Sandro Fabiani, Marina Bragadin, Claudio Tombini, Giulia Bellucci, Massimo Pagnoni, Jessica Tonelli, Antonio Nisi, Giuseppe Esposto, Alberto Carbonari. Ambienti sonori: Tommaso Vecchiarelli - Ideazione/regia: Fabrizio Bartolucci - In collaborazione con Laboratorio Linguaggi Ore 19.30 - Ritrovo e cena Ore 21.30 - Inizio percorso Appuntamento su prenotazione (entro il 26 luglio 2011) Numero massimo 120 persone - Quota individuale di partecipazione 15 € compresa cena. Prenotazioni: - Pro Loco Sant´ippolito - Tel. 329 4283857 e mail: prolocosantippolito@libero.It Sabato 30 luglio • Dalle ore 19.00 - Centro storico • Cena con specialità enogastronomiche di qualità del Paese degli Scalpellini • Osteria Gustitalia • Artisti e artigiani di Sant´ippolito "Il Giardino a Zig Zag" Laboratorio di didattica dell´arte per bambini e adulti. A cura di: Alessandra Bastia, Anita Grifoni, Elvira Blasi - Gruppo laboratoriale "Il Pane Blu". • Ore 20.30 La Banda degli Zulù Brioso quartetto acustico che rilegge (e ri-suona) i brani dei più grandi cantautori italiani secondo i timbri del loro set strumentale: chitarra acustica, fisarmonica, sax contralto e contrabbasso. • Ore 22.00 In collaborazione con Dondup Matthew Lee Mini Big Band Straordinario performer, pianista e cantante innamorato del Rock´n´roll, cresciuto in mezzo ai suoni dei grandi maestri del genere. Un fenomeno degli 88 tasti con un´energia e un dinamismo che fanno tornare alla mente il grande Jerry Lee Lewis . • Dalle ore 21.30 Cinemamobile Una sala cinematografica itinerante su un furgone Volkswagen Caravelle. Domenica 31 luglio • Dalle ore 19.00 Consegna degli attestati di partecipazione a Scolpire in Piazza e degli assegni di studio agli allievi delle Accademie selezionati Centro storico • Cena con specialità enogastronomiche di qualità del Paese degli Scalpellini • Osteria Gustitalia • Artisti e artigiani di Sant´ippolito • "Il Giardino a Zig Zag" Laboratorio di didattica dell´arte per bambini e adulti. A cura di: Alessandra Bastia, Anita Grifoni, Elvira Blasi – Gruppo laboratoriale "Il Pane Blu". • ore 21.00 Hebano Un duo di giovani talenti formatisi al conservatorio Rossini di Pesaro che si presenta con un progetto originale e di grande qualità in un viaggio musicale tra il pop e la musica d’autore. • Ore 22.00 In collaborazione con Dondup "Sconcerto d´Amore" di e con Nando e Maila - Regia di Luca Domenicali "Circo Teatro Comico Musicale" così Nando e Maila definisco il loro originalissimo spettacolo. Uno show surreale pieno di gags, acrobazie aeree, giocolerie musicali, prodezze sonore e tanta comicità. • Dalle ore 21.30 Cinemamobile Sala cinematografica itinerante realizzata su un furgone Volkswagen Caravelle Artisti e Artigiani di Sant´ippolito • La bottega e le sculture di Natalia Gasparucci • Le sculture di Filippo Ferri • Le sculture di Dario Battistoni • Le ceramiche artistiche di Gloria Villanelli • I vetri artistici di Sonia Zanelli • Le foto artistiche di Ylenia Gasperini • I disegni e le incisioni artistiche di Jonathan Tinti • I lavori di tessitura su telaio di Diane Roch Magrini e delle allieve del Corso di Tessitura • Laboratorio ed esposizione degli allievi del Xix corso per la lavorazione della pietra arenaria • Laboratorio ed esposizione degli allievi del corso di scultura della Scuola Media di Sant´ippolito Le Mostre Palazzo Scolastico - Viale Leopardi, Sant´ippolito Dal 23 luglio al 7 agosto 2011 dalle 17.00 alle 19.30 Il 30 e il 31 luglio dalle 17.00 alle 23.30 Su appuntamento tel. 0721 728144 - "Fragilità Magiche" Sculture Giuseppe Papagni - "Flowers" Photography Paolo Mazzanti - "Abel Zeltman. Soy un circo 2011" Dipinti - Opere degli allievi dei Corsi di Scultura delle Accademie di Belle Arti di Urbino e Macerata - "Giovani Segni" Incisioni originali in litografia, calcografia e xilografia degli allievi della Scuola del Libro di Urbino Cantiere di Scultura Da sabato 23 a domenica 31 luglio 2011 Parco Scolastico Sant´ippolito Orario di lavoro degli artisti: dalle 9.00 alle 18.30 - Tanya Preminger (Israele) per il Parco Naturale Regionale Gola della Rossa - Frasassi; - Elena Saracino (Italia) per il Parco Naturale Regionale Gola della Rossa - Frasassi; - Czeslaw Podlesny (Polonia) per il Comune di Pedaso; - Guido Pettenò (Italia) per il Comune di Isola del Piano. Info: http://www.scolpireinpiazza.org/ - www.Facebook.com/scolpireinpiazza - scolpireinpiazza@gmail.Com - Comune di Sant´ippolito - Tel. 0721 728144 - Pro Loco Sant´ippolito - Tel. 329 4283857 |
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ROMA (BRACCIO DI CARLO MAGNO): CARLO MATTIOLI - UNA LUCE D´OMBRA - DAL 16 SETTEMBRE AL 13 NOVEMBRE
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Roma e il Vaticano celebrano Carlo Mattioli nel centenario della nascita. Lo fanno con una ampia retrospettiva che sarà ospitata dal 16 settembre al 13 novembre nel Braccio di Carlo Magno. Per Mattioli sarà un ritorno all´ombra di San Pietro visto che qui è stato tra i protagonisti, giusto 34 anni fa, della storica mostra "Gli artisti contemporanei a Paolo Vi" che aveva dato vita alla sezione d´arte contemporanea dei Musei Vaticani. L´esposizione, coordinata da Giovanni Morello e curata da Maurizio Calvesi, Antonio Paolucci, Antonio Natali, Gloria Bianchino, Augusta Monferini, Anna Zaniboni Mattioli, Marcella Mattioli e Micol Forti, celebra uno dei grandi del Novecento italiano, un artista che dimostrando sensibilità modernissima e attenzione alle nuove tendenze, ha, con assoluta coerenza, perseguito una poetica ed una tecnica che non hanno mai abbandonato i mezzi tradizionali della "pittura". Carlo Mattioli è nato a Modena l´8 maggio 1911. Nel 1925 si trasferisce con i genitori a Parma dove studia all´Istituto d´arte Toschi ove si diploma ed inizia ad insegnare. Alla fine degli anni Trenta sempre a Parma, incontra un gruppo di giovani intellettuali tra i quali Mario Luzi, Oreste Macrì, Attilio Bertolucci, Ugo Guanda e in quell´ambito matura l´interesse per i capolavori della letteratura italiana ed europea che costituirà una chiave di lettura del suo intero percorso artistico. Durante tutto l´arco della sua attività si rivelerà molto forte il rapporto di Mattioli con i letterati e soprattutto con i poeti, che diventeranno, per sua consapevole scelta, i veri interpreti delle sue opere. La sua vastissima e profonda cultura figurativa (che spazia dal Romanico padano e, attraverso il manierismo, Rembrandt e Goya approda a Fautrier e all´Espressionismo tedesco) si arricchirà con l´incontro fondamentale sia sul piano artistico che umano con Roberto Longhi che proporrà alla sua attenzione e al suo studio nuove aree artistiche prima neglette dalla critica. Coerentemente mai schierato in nessuna corrente o movimento artistico, convinto della propria libertà ed autonomia rispetto ad ideologie culturali e politiche e a scelte di convenienza di mercato, ha preferito vivere e lavorare a Parma senza per questo chiudersi alla "modernità", anzi, rimanendo fortemente aperto alle principali questioni artistiche che hanno accompagnato il suo tempo, come la dialettica fra figurazione ed astrattismo e l´Informale. Nel 1943, su sollecitazione di Ottone Rosai, tiene la sua prima personale alla Galleria del Fiore di Firenze con presentazione di Alessandro Parronchi, mentre esporrà continuativamente alle Biennali di Venezia dal ´48 al ´56 anno questo in cui riceve dalla giuria presieduta da Roberto Longhi il premio per il Disegno. La natura e la "storia dell´arte" (intesa però come storia della pittura in sé, creazione dell´immagine e del suo carattere metamorfotico, svincolata da ogni ideologia e relazione teorico-filosofica) rimarranno sempre al centro della sua meditazione e della sua attività artistica. Dai primi anni Sessanta all´opera grafica si affianca sempre più quella pittorica. Nascono i nudi, i ritratti e le nature morte. L´artista procede per cicli che, pur avendo caratteri propri, tuttavia non sono mai chiusi ma confluenti, collegati gli uni agli altri, in un gioco di rimandi e rielaborazioni. Negli anni Settanta una rinnovata attenzione al paesaggio lo porta a dipingere I notturni, i cieli e le spiagge; e ancora i campi di papaveri, i campi di lavanda, le ginestre e gli alberi. Nel 1983 lo Csac dell´Università di Parma riceve dall´artista un´imponente donazione: quaranta opere ad olio, duecentocinquanta tecniche miste e centocinquanta grafiche acquerellate. Sono tra le opere che Mattioli considerava il culmine espressivo della propria produzione e che intendeva lasciare alla all´Università perché fossero esposte e godute dalla comunità. Carlo Mattioli si spegne a Parma il 12 luglio 1994. Si sono occupati di Carlo Mattioli le maggiori personalità della critica d´arte del Xx sec: Alessandro Parrocchi, Roberto Longhi, Marcello Venturoli, Marco Valsecchi, Enzo Carli, Valerio Zurlini, Gian Alberto Dall´acqua, Luigi Carluccio, Giovanni Testori, Renzo Zorzi, Carlo Ludovico Ragghianti, Pier Carlo Santini, Arturo Carlo Quintavalle, Licisco Magagnato, Antonello Trombadori, Lorenzo Mondo, Vittorio Sgarbi, Roberto Tassi, Erich Steingreber, Severino Dianich, Crispino Valenziano, Giorgio Soavi. Dalla metà degli anni Sessanta sono numerosissime le esposizioni personali ospitate nelle sedi più prestigiose in Italia e all´estero tra cui: Palazzo Strozzi, Firenze (1965), Pilotta di Parma (1970), Accademia di Carrara (1971), Showroom Olivetti, Venezia, (1979) Palazzo Reale di Milano (1984), Palazzo Te a Mantova e Palazzo dei Diamanti a Ferrara (1986), Musèe Rimbaud, Charleville Mézières (1986), Fondazione Magnani Rocca (1995), Museo della Cattedrale di Barcellona e Palazzo del Governatore Lussemburgo (1998), Galleria Nazionale di Parma (2004-2005). Sin qui i dati di una biografia fatta di riconoscimenti, successi e infinito lavoro. Ma al di là delle parole e delle date a parlare del vero Mattioli sono le sue opere: tele, tavole, carte che raccontano la straordinaria quotidianità di un grande artista e di un fine intellettuale. Opere che, come cartine tornasole mutano tavolozza con il progredire delle stagioni della vita, trapassando ad un bianco e nero assoluti da cui solo il sorriso di una bimba, l´amata nipote, farà riemergere per un attimo i colori d´un tempo, ormai sopiti. "Dove mi porti mia arte?/In che remoto/ deserto territorio / a un tratto mi sbalestri?": l´interrogativo che Mario Luzi, amico di una vita, gli coniuga, ben rappresenta l´unicità di Mattioli uomo e Mattioli straordinario, intenso pittore. Di lui si è scritto come dell´anti-Morandi. Per i diversi stili di vita, per la forza dei colori, forse. Non certo per l´assoluto che l´arte è stata nella vita di entrambi. Carlo Mattioli. Una luce d´ombra. Citta´ del Vaticano, Braccio di Carlo Magno, 16 settembre - 13 novembre 2011. Mostra a cura di Giovanni Morello e Anna Zaniboni Mattioli. Comitato Scientifico: Maurizio Calvesi, Antonio Paolucci, Antonio Natali, Marcella Mattioli, Augusta Monferini, Gloria Bianchino, Micol Forti. Ente Organizzatore: Associazione Culturale Carlo Mattioli, Parma. Coordinamento: Artifex S.r.l. - Comunicare con l´Arte in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo Ii per la Gioventù. Orario: 10:00 - 18:00 Informazioni e prenotazioni:Artifex S.r.l. - comunicare con l´arte, tel: 06 68193064 - e-mail: info@artifexarte.It |
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LA MONTAGNA COME TERAPIA AL XVII FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA BOSCO CHIESANUOVA (VERONA – ITALIA), DAL 20 AL 28 AGOSTO 2011 |
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Montagne che diventano luoghi per curare lo spirito. Con un viaggio dai pascoli dell´Iran alle terre alte della Svizzera, proseguono domenica 21 agosto al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova le proiezioni delle pellicole in concorso alla diciassettesima edizione del Film Festival della Lessinia. Il protagonista del film Tinar (Iran 2009) di Mahdi Moniri ha appena undici anni e fa il pastore, perché così vuole suo padre. Trascorre la maggior parte dell´anno da solo, nella foresta, in compagnia di pochi animali. Quando l’estate diventa autunno i suoi contatti con il mondo diventano ancora più radi. Allora Ghasem canta, per farsi confortare dal suono della sua voce. In inverno, mentre fuori nevica, scaldandosi le mani, sussurra che vorrebbe avere una mamma, qualcuno che si prenda cura di lui, perché in fondo è solamente un bambino. La proiezione, in anteprima italiana e in programma alle 18, sarà preceduta dalla visione de Gli uomini della luce (Italia 2011). Il documentario della regista Katia Bernardi, che sarà a Bosco per incontrare il pubblico del Festival, attraversa oltre mezzo secolo di storia insieme ai testimoni che hanno vissuto in prima persona l’impresa umana e ingegneristica della costruzione delle centrali idroelettriche, protagonisti al tempo stesso dei documentari girati all’epoca da registi come Ermanno Olmi, Dino Risi e Angio Zane. È un´anteprima italiana anche il film Mont (Germania 2011) di Sylvia Rothe, in programma alle 21. A Mont, Vreni vive e lavora con la sua famiglia allargata. Nella fattoria, assieme ai suoi tre figli, vivono altri giovani. Ci sono Rola, una ragazza che è qui da due settimane grazie a un progetto chiamato Timeout che permette a giovani con esperienze di violenza, alcool e droga di provare l’esperienza della vita in fattoria. E c’è Severin che, dopo una vita da criminale, grazie alla montagna, ha trovato una via di uscita dalle droghe. La regista e alcuni dei protagonisti, a fine proiezione, incontreranno il pubblico del Festival. A seguire Smolarze – Carbonai di Piotr Zlotorowicz. Marito e moglie vivono in una piccola casa ai confini del bosco. Da una vita, il loro lavoro è fare il carbone, secondo l’antica arte dei carbonai. La telecamera osserva, quasi con tenerezza, la loro quotidianità: il lavoro nella polvere, il pranzo insieme, le poche chiacchiere, le carezze al vecchio cane, i litigi come se fosse una fiaba di un mondo ormai perduto, ma senza un lieto fine di salute e felicità. Per il Festival dei Bambini, appuntamento alle 15.30 nel parco della Villa dei Padri Stimmatini, dove l´Associazione Giochi Antichi e il Tocatì presentano il gioco Ferro, con la partecipazione di tre giocatoti della Valsusa, lo S-cianco e altre attività per bambini. Biglietti e abbonamenti sono in prevendita presso il Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova (Verona), in Piazza Marconi, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 21. Gli ingressi alle proiezioni sono acquistabili anche online su www.Greenticket.it e nei punti vendita del circuito Greenticket. Info: 0457050789 e info@filmfestivallessinia.It. Programma, schede, fotografie, trailer dei film e news sono consultabili sul sito www.Filmfestivallessinia.it |
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MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PARMA): HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC IN UNA MOSTRA IRRIPETIBILE ALLA MAGNANI ROCCA - DAL 10 SETTEMBRE ALL´11 DICEMBRE 2011
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Una mostra su Henri de Toulouse-lautrec in Italia mancava da parecchi anni. Il vuoto viene colmato dalla Fondazione Magnani Rocca che, dal 10 settembre all´11 dicembre 2011 nella sua sede di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, propone una originale riflessione sul celebre artista francese. La mostra, che inaugura la presidenza di Giancarlo Forestieri, è curata da Stefano Roffi - con saggi in catalogo di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Mauro Carrera e del curatore - ed è frutto della collaborazione della Magnani Rocca col Museum of Fine Arts di Boston, col Musée d´Ixelles-bruxelles, con la Fondazione E. G. Bührle di Zurigo, col Mibac - Soprintendenza Bsae per le province di Venezia Belluno, Padova e Treviso, con la Galleria d´Arte Moderna di Milano e con altri musei e collezioni italiani ed esteri. Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole sono i mecenati dell´iniziativa. È noto come una parte della produzione dell´aristocratico Toulouse-lautrec (Albi 1864 - Malromé 1901), si sviluppi sulla scia del "japonisme", ovvero l´ispirazione all´arte giapponese; egli traspone tecniche e inquadrature di quel mondo affascinante e misterioso al contesto occidentale dei locali notturni e delle maisons closes, ovvero le case chiuse che frequenta non solo come artista. È nell´ambito delle sue celeberrime affiches, presenti in mostra nell´intero corpus, che la rielaborazione dei temi e del linearismo grafico giapponese si esprime più evidentemente: dai profili degli uomini in cilindro, alle ombre nere alle spalle del soggetto, alla silhouette "senza testa" della cantante Yvette Guilbert nel notissimo Divan Japonais. I suoi manifesti sono capolavori d´arte e documenti di un´epoca: conquistarono il pubblico d´allora che li amò e li collezionò, in un periodo in cui altri grandi maestri si cimentavano in questo genere in forte ascesa. Ma sono tutti i suoi personaggi, colti nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo, nei postriboli, nel celebre Moulin Rouge, nei circhi, nei teatri, raccontati con caustica e rutilante malinconia, che rivivono nella mostra "Toulouse-lautrec e la Parigi della Belle Époque". Da notare come nei musei italiani siano rarissime le opere di Lautrec; si tratta quindi di un´occasione imperdibile per vedere suoi lavori senza dover raggiungere grandi musei internazionali. L´artista mostra un occhio spietato e caricaturale per le caratteristiche e la gestualità dei soggetti che rappresenta (che includono le vedettes sue amiche, le cantanti e ballerine May Milton, Jane Avril e La Goulue - come Andy Warhol farà coi personaggi della sua Factory newyorkese) unito all´uso innovativo di ampie stesure di colori piatti, marcate silhouettes e punti di vista inconsueti, in un´elaborazione di inesauste folgorazioni emotive. Accanto al corpus delle affiches, la mostra propone una serie di confronti di particolare suggestione: sono accostati i dipinti di figura di Lautrec a quelli di paesaggio degli impressionisti Monet e Renoir, oltre a Cézanne; viene evidenziato il debito nella grafica all´arte giapponese offrendo un confronto speculare fra i manifesti del francese e stampe giapponesi fra Settecento e Ottocento di Utamaro, Hiroshige e Hokusai; viene ricreato il clima di frizzante competizione che Lautrec ingaggia coi vari Chéret, Mucha, Steinlen, Bonnard nell´accaparrarsi le commesse pubblicitarie nella Parigi della Belle Époque; infine viene mostrata l´influenza che Picasso riceve da lui in occasione dei primi soggiorni parigini. "In tutto il mondo si conoscono le fotografie di quest´ometto deforme. Soltanto la testa e il tronco erano di proporzioni normali. La testa sembrava avvitata sopra le spalle molto cascanti. La barba lunga e nera faceva l´effetto d´uno strano ornamento. Gambe e braccia erano quelle di un bambino di sei anni. Ma in questo corpo deforme c´era una forza vitale enorme, quasi superata dallo spirito di Lautrec. Le sue risposte pronte - simili a quelle di un clown maligno - erano sconcertanti. La bocca di una animalesca sensualità, il modo di esprimersi ora incontrollato, ora estremamente arguto, ora del tutto anticonvenzionale...". (Henry van de Velde). L´arte di Lautrec nella Parigi di fine Ottocento non si allinea con quella degli impressionisti che di pochi anni lo avevano preceduto e ancora stavano lavorando in Francia; la sua pittura infatti non rivela interesse per il paesaggio e per la luce, mentre esprime un fascino fortissimo per la figura umana. Lautrec ha chiaro fin da bambino che avrebbe fatto il pittore; la sua statura molto ridotta - dovuta a una duplice frattura alle gambe contratta tra il ´78 ed il ´79 - non gli consente, d´altra parte, di pensare a un lavoro fisicamente impegnativo. Lasciata la monotonia della vita in famiglia nel sud della Francia, si trasferisce a Parigi, metropoli che, nell´ultimo ventennio del Xix secolo, vive l´atmosfera gioiosa, entusiasmante ed eccessiva della Belle Époque. Montmartre, quartiere degli artisti per eccellenza, vede la nascita e la diffusione di trasgressivi locali notturni, cafès, cabarets, rivelando il lato nascosto e torbido della rigida morale borghese dominante. Circondato di amici - pittori, poeti e artisti della notte - Lautrec si dà alla bella vita e frequenta i celebri Moulin Rouge, Divan Japonais, Folies Bergère. All´inizio è quasi intimorito dalla cattiva reputazione di quell´ambiente, ma poi, grazie all´amicizia con lo showman Aristide Bruant, fondatore del Mirliton, proprio a Montmartre trova ispirazione preziosa per le sue ricerche d´artista. Evidenzia così nuove connessioni fra l´arte e la vita quotidiana affermandosi come una figura centrale nella società decadente che raffigura. La sua attenzione è rivolta ai personaggi: mette a fuoco e analizza da vicino i "tipi" umani che incontra (per usare un´espressione flaubertiana), presentandoli sotto una luce distorta, ironica, tramite nuove inquadrature, nuovi tagli delle scene, nuovi colori e giustapposizioni di colore. La tipologia dei soggetti rappresentati è la più varia: ballerine, habituès dei cafès, borghesi goderecci, il popolo notturno, ma anche prostitute e le masse di derelitti che vivono ai margini della società, un´umanità che anche Picasso, nel suo soggiorno parigino, rappresenterà proprio nel momento del commiato di Lautrec - morto trentasettenne come Raffaello, Parmigianino, Watteau, Van Gogh - da quel mondo e dalla vita. Info: Toulouse-lautrec e la Parigi della Belle Époque - Mostra e Catalogo a cura di Stefano Roffi - Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Mauro Carrera, Stefano Roffi - Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma) - Dal 10 settembre all´ 11 dicembre 2011 - Aperto anche tutti i festivi - tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 - info@magnanirocca.It - www.Magnanirocca.it - Ristorante nella corte del museo tel. 0521 848135 |
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ACIREALE: LA NUOVA SCUOLA DI FOTOGRAFIA SICILIANA |
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È una mostra "a tesi" quella che la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese proporrà, dal 22 luglio al 2 ottobre ad Acireale, nella sede espositiva del Credito Siciliano e, successivamente nel periodo autunnale a Milano nella Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline. "A tesi" perché origina da un´ipotesi, tendendo a dimostrarla: in Sicilia sta nascendo una riconoscibile "Scuola Siciliana" di fotografia. Non solo perché qui si sono formati ed operano artisti oggi tra i maggiori in Italia, ma perché in loro, pur nella diversità e originalità di stili e poetiche, si possono individuare linee in qualche modo riconducibili ad un medesimo, vitalissimo "terreno di coltura e di cultura". La mostra, ideata da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, responsabili delle scelte espositive della Fondazione, è da loro curata insieme a Giovanni Chiaramonte, autore di origini siciliane ma di tradizione europea e docente presso la Facoltà di Architettura di Palermo. La "Scuola" fa riferimento alle figure e al lavoro di tre fotografi siciliani - Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia, Sandro Scalia - appartenenti alla generazione di autori nati in Sicilia fra il 1950 e il 1960, in quell´isola operanti. I tre ricoprono ruoli di docenza presso le accademie di Belle Arti di Catania (Bongiorno e Nicosia, che ne è preside) e Palermo (Scalia) e sono per questo, letteralmente, dei "capiscuola" in una disciplina a forte vocazione tecnica ma dagli spiccati accenti poetici. "Questa caratteristica è rinvenibile - affermano i commissari dell´esposizione - dietro il duplice profilo della loro attività: da un lato il loro svolgere un ruolo critico verso la fotografia "neo-oggettiva", di pura registrazione meccanica o a scopo classificatorio, proponendo una versione nebulosa e immaginifica della loro realtà, dall´altro, sottraendosi all´azione meramente professionale del lavoro, si spingono verso la codificazione di un linguaggio nuovo, elaborato in stretta connessione con gli esiti attuali di autori di altra provenienza e cultura". In ambito formativo è evidente la loro predisposizione sperimentale ad assorbire stilemi, inclinazioni poetiche e soluzioni tecniche da cinema, teatro, letteratura, video-arte, ecc. Alla sicilianità di origine e di appartenenza s´aggiungono importanti esperienze "esterne": tutti e tre hanno condiviso infatti, in maniera indipendente, significativi periodi di lavoro lontano dall´isola, maturando un´attitudine al confronto e al collegamento con le innumerevoli avanguardie, interconnessioni e individualità in fase di maturazione in ambito italiano ed europeo, tra la fine degli anni ´70 e gli zero. In senso strettamente cronologico, al lavoro di Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia e Sandro Scalia, si contrappone quello degli esponenti di spicco della generazione precedente, tutti autori siciliani con all´attivo significative esperienze professionali di rilievo internazionale come Ferdinando Scianna, Enzo Sellerio, Nicola Scafidi e Letizia Battaglia. Ognuno, con la propria vicenda storica ed espressiva, ha finito, più o meno consapevolmente, con l´influenzare generazioni di fotografi. Certo non sono accomunabili in una "Scuola" nel senso tradizionale del termine, ma è fuor di dubbio che con il loro lavoro e la loro sperimentazione hanno effettivamente fatto scuola. A costoro la mostra dedica un´ampia panoramica che non li propone come puro punto di snodo per l´affermarsi delle identità individuali, ma evidenzia aspetti, tecniche, situazioni che nelle opere dei tre protagonisti riconducono alla generazione dei "padri". Dall´emergere di particolari tecniche di saturazione o distorsione dell´immagine, all´applicazione di uno o più meccanismi analogici nella definizione del campo visivo, o la scelta dei supporti di stampa, del formato, ecc. La contro-copertina della mostra è affidata ad uno sguardo esterno, quello di uno "straniero": Richard Avedon. Con un unico scatto, un combat-shot dedicato alla Cripta dei Cappuccini rubato a Palermo durante la campagna di liberazione della Sicilia nel 1944 al seguito della V Armata. La mostra sarà completata da due talks presso le Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo, a conferma di come anche questa esposizione sia un tassello del "fare scuola", stavolta in senso letterale, dei tre maestri. Info: La Nuova Scuola Di Fotografia Siciliana - Galleria Credito Siciliano, Piazza Duomo, 12, Acireale - 22 luglio / 2 ottobre 2011 – Inaugurazione giovedì 21 luglio 2011 ore 19.30 - tel. +39 095.600.208 / 0957.113.517 - www.Creval.it |
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FESTIVAL DEL CASTELLO DI INTROD SPAZI D’ASCOLTO 12-19 AGOSTO 2011 |
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L´assessorato istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d´Aosta presenta la terza edizione del Festival del Castello di Introd - Spazi d’Ascolto, un importante evento organizzato dall’Associazione Culturale Strade del Cinema. La manifestazione, realizzata grazie al sostegno dell´Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta in collaborazione con il Comune di Introd, la Fondation Grand Paradis e il Consorzio Gran Paradiso Natura, oltre allo sponsor Cva. E all´appoggio del Cervim, prevede una serie di eventi che vanno dalle due serate di En attendant le festival (12 e 19 agosto), fino al cuore della manifestazione, che si svolge nel castello di Introd dal 17 al 19 agosto 2011. Il programma, ampio e variegato, prevede concerti, conferenze, performance, dibattiti il tutto centrato su un tema apparentemente evidente quanto fondamentale: l´ascolto. «In una società in cui i valori dell’ascolto sono sempre meno attuali - spiega l’Assessore all’istruzione e cultura Laurent Viérin - diventa importante ribadirne la forza e l’utilità a partire, soprattutto, dalle nuove generazioni. Con questo Festival l’ascolto diviene appagante, può rivelarsi un’esperienza nuova contraddistinta anche dalla suggestione dei luoghi tra cui il magnifico castello di Introd. Una politica di abbinamento di luoghi ed eventi, filosofia del nostro assessorato, che rappresenta una scelta vincente, in grado di far vivere alla comunità, e ai turisti che in questo periodo frequentano la Valle, momenti appaganti di cultura, svago e scoperta del particolarismo che contraddistingue ogni angolo della nostra Regione. Il grande potenziale che il turismo culturale e la valorizzazione, attraverso la sinergia con le collettività dei nostri Comuni, dei beni culturali rappresentano una risorsa capitale per la nostra Regione» «E’ importante per la comunità di Introd - sostiene il sindaco di Introd Vittorio Stefano Anglesio - presentare un’offerta turistica che tenga conto di tutte le ricchezze della nostra storia e del nostro territorio. Dalla Maison Jean Paul Ii alla Maison Bruil passando per il Castello e il Parc Animalier, chi sceglie Introd come meta turistica ha l’imbarazzo della scelta. E aggiungere a questa offerta l’occasione di fruire di eventi culturali unici apre nuove ulteriori possibilità. Parole, musica, scoperta e condivisione dei prodotti enogastronomici: sono questi gli elementi attorno ai quali, dal 17 al 19 agosto, si raduneranno residenti, turisti e amici di questa iniziativa che ha saputo, dal 2009 a oggi, creare attorno a sé attenzione e interesse crescenti». La parola del Presidente di Fondation Grand Paradis, Mauro Bieler: «Fondation Grand Paradis, che cura la fruizione turistica del Castello di Introd, ne promuove un utilizzo come location per appuntamenti culturali, per ospitare eventi di rilievo che ne valorizzino le caratteristiche e consentano una fruizione più ampia rispetto a quella prettamente turistica di uno dei simboli più importanti del ricco patrimonio storico e culturale del territorio». «Ascoltare significa anche saper vedere- come abitualmente si dice – con gli occhi degli altri - afferma il direttore della rassegna, Enrico Montrosset, per spiegare la scelta grafica della terza edizione del Festival - Quando mi sono imbattuto nell’ideogramma ting, interpellati gli esperti circa la sua traduzione, mi sono persuaso che questo segno sia capace di sintetizzare in unità perfetta gli elementi necessari per ascoltare bene e saper ascoltare. Ecco i significati in gioco nell’atto di ascoltare: saper discernere con il cuore, attraverso l’orecchio, tra il bene e il male. Una perifrasi, una successione di parole diluite nel tempo nel tentativo di tradurre la concisione iconica di un altro modo di conoscere il mondo. Ma in questa traduzione non si perde tanto il significato, quanto le implicazioni etiche. Per comprendere, noi dobbiamo dissociare l’ideogramma ting nei suoi elementi – uniti dallo spazio cui appartengono - mentre il cinese lo guarda nella sua unità e comprende che l’atto di ascoltare implica necessariamente il processo di cui sopra, anzi che ascoltare è proprio quel processo. In ascolto dell’altro, ci siamo arricchiti della sua diversità, cercando di vedere con i suoi occhi». |
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XXII° BUSKERS FESTIVAL DI CARPINETO ROMANO MERCOLEDI 25 E GIOVEDI 26 AGOSTO 2011, 21.00 – CARPINETO ROMANO (RM) |
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Così, anche quest´anno l´arte di strada si dà appuntamento in un luogo storico e prezioso delle campagne laziali, Carpineto Romano, per ventiduesima edizione del Busker Festival , promosso dall’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Carpineto Romano sotto la direzione artistica Scuderieartelive. Le date sono quelle consuete del 25 e 26 agosto, come è ormai tradizione per uno dei più antichi festival busker in Italia, che anche quest’anno animerà le suggestive cornici architettoniche e naturali di Carpineto Romano, piccolo gioiello urbanistico e borgo medievale nel cuore dei Monti Lepini, rifugio e terra prediletta di artisti e intellettuali. Per il 22esimo anno consecutivo, saranno proprio i vicoli della cittadina a ospitare artisti di strada di vecchie e nuove generazioni, con un’importante continuità storica che vede il noto appuntamento di Carpineto Romano rinnovarsi a ogni edizione. Senza dimenticare le origini di un festival che -nato nel 1990 da un’idea di Quirino Briganti, Manola Colangeli, Franco Fosca e il busker argentino Fabian- voleva dare attenzione e importanza al “Buskering”, l’evento non smentisce infatti la sua missione e continua a essere ritrovo imperdibile per musici, teatranti, e performer, a testimonianza di un modo di vivere l’arte che affonda le sue radici nel passato e che di questo passato è fiero. Ad aprire la festa, un ospite d’eccezione nel ruolo di banditore, Guglielmo Bartoli, artista di strada e già direttore artistico dei Festi Verulani, e poi ancora, nei vicoli del paese vecchio il pubblico incontrerà attori della commedia dell’arte come Eduardo Ricciardelli, performer e mangiafuoco come Lucignolo o Hiram Meza Pastor, i trampolieri e Anton e Leo, ritmi e sonorità da tutto il mondo come la musica Klezmer della Precharija Roma Orkestar, i ritmi del Mali e dell’Africa con il giovane artista italo-francesce Sandrò Joyeux o di Safi e Anatol. Gli echi orientali di lontani monasteri nel didgeridoo di Cristian Muela. Novità del 2011 Mercant’arte, un percorso inedito di 15 artigiani/artisti all’interno del centro storico e in prossimità delle postazioni spettacolo. L’artigiano, anch’esso artista di strada, da quest’anno diventa parte integrante del festival e il pubblico avrà la possibilità di scoprire le tecniche quattrocentesche di fabbricazione delle candele di cera d´api, della stampa tradizionale, la creazione di un gioiello, la scultura, il recupero e ridefinizione di vecchi oggetti...Il tutto in scorci medievali come palcoscenici naturali. “Il Festival Buskers di Carpineto” spiega il Sindaco Quirino Briganti “rappresenta una delle migliori espressioni artistiche nazionali per ciò che concerne l’arte di strada. Giunta, ormai, alla 22 edizione è considerata la più prestigiosa ed antica rassegna di arte di strada del centro Italia. A Carpineto i Performers si esibiscono nella suggestiva cornice del centro storico dove lo stile architettonico medievale si fonde con elementi rinascimentali e neoclassici. Il contesto è quello di un evento artistico da non mancare”. “E’ un evento importante per la nostra città” conclude l’Assessore alle Politiche Culturali Matteo Battisti “grazie al festival e a suoi artisti in questi anni siamo riusciti a fare riscoprire il nostro centro storico ricco di storia ed arte riappropriandoci di spazi dal fascino antico”. Un rinnovamento importante e in continuità con la tradizione, che non cede alle tendenze del mercato, e conferma Carpineto Romano vetrina unica e accogliente della forma d’arte più antica che ci sia: l’arte di strada. |
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CATANZARO: MAURO STACCIOLI AL PARCO DI SCOLACIUM PER INTERSEZIONI 6
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Mauro Staccioli è il protagonista della sesta edizione di Intersezioni. L´attesa rassegna, diventata uno degli appuntamenti culturali italiani più importanti della stagione con ampia risonanza internazionale, anche quest´anno si sdoppia. Com´è già avvenuto nelle due precedenti edizioni, il progetto dal titolo Cerchio imperfetto prevede la realizzazione di due mostre organizzate al Parco Archeologico di Scolacium e al museo Marca di Catanzaro. Entrambi gli appuntamenti sono curati da Alberto Fiz, Direttore Artistico del Marca. Se negli spazi del museo sono di scena gli anni Settanta con una selezione di opere in cemento, il Parco di Scolacium ospita una mostra monumentale particolarmente emozionante con una serie di nuove installazioni realizzate per l´occasione da uno dei protagonisti più significativi della scultura contemporanea. L´evento espositivo, accompagnato da un esauriente catalogo monografico in italiano e inglese edito da Electa, s´inaugura il 23 luglio per rimanere aperto sino al 9 ottobre 2011. La sesta edizione di Intersezioni è organizzata dalla Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e il patrocinio della Regione Calabria - Assessorato alla Cultura, di Sensi Contemporanei - Ministero dello Sviluppo Economico e della Fondazione Mimmo Rotella. L´iniziativa fa parte delle celebrazioni per il 150° anniversario dell´Unità d´Italia. "Intersezioni, insieme, al Marca, rappresenta un punto di riferimento imprescindibile. La manifestazione ha dimostrato di rappresentare un modello di strategia culturale fortemente innovativo con ampi consensi in Italia e all´estero", spiega Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura. "Dopo Michelangelo Pistoletto, siamo particolarmente orgogliosi che nel 150° anniversario dell´Unità d´Italia la rassegna venga dedicata a Mauro Staccioli, uno degli artisti italiani più rappresentativi della scena internazionale." Come afferma Alberto Fiz, "Intersezioni 2011 è un ulteriore passo avanti nella realizzazione di un evento di anno in anno sempre più ambizioso. Le grandi installazioni di dieci metri d´altezza hanno richiesto una progettazione che coinvolge i principi dell´ingegneria e dell´architettura nel contesto di una mostra dove vengono sconvolti i parametri della visione. La storia e la memoria del Parco non sono più esterne ma diventano parte integrante delle opere concepite da Staccioli. Il luogo dell´archeologia e quello della contemporaneità si pongono su un piano di assoluta simultaneità. Non c´è più un prima e un dopo ma qui e ora " Il visitatore viene accolto da Anello Catanzaro ´11, una scultura in acciaio corten di otto metri dal peso di 12 tonnellate che, come si comprende dal titolo, l´artista ha voluto dedicare a questo evento. L´opera crea un dialogo tra lo spazio della natura e quello della storia mettendo in relazione l´uliveto con la Basilica di Santa Maria della Roccella. Uno sguardo strabico che evoca l´unitarietà del luogo: "Creare scultura", afferma Staccioli, "significa esistere in un luogo" e questa immanenza all´interno del parco di Scolacium passa attraverso una serie di opere monumentali da cui emerge l´essenzialità delle geometria. Proprio la Basilica normanna, il monumento antico più imponente del parco, diventa l´occasione per un´altra installazione particolarmente impegnativa realizzata per l´occasione. Si tratta di Diagonale rossa, un plinto di oltre 25 metri di lunghezza in legno multistrato che attraverso lo spazio della navata sino a sfondare metaforicamente l´ogiva collocata sulla facciata anteriore. Un segno ancestrale che indica la linea dell´infinito senza per questo rinunciare alla presenza fisica e materica. Un´altra opera particolarmente rappresentativa di Intersezioni 2011 è Cerchio Imperfetto, immenso quadrato rosso dai lati curvi alto dieci metri che ridisegna i confini del Foro, la piazza dell´antica Minervia Scolacium in base ad un´azione che ha lo scopo di sottoporre il luogo ad una verifica di carattere critico. Cerchio imperfetto dà il titolo alla mostra e ne rappresenta il simbolo in base ad una ricerca dove si attua uno scarto tra l´ideale platonico della perfezione e la sua messa in pratica. "E´ solo attraverso l´imperfezione che il linguaggio si sviluppa evitando di finire congelato in una perfezione sterile e inutile", afferma Staccioli. All´interno del Foro, invece, sono collocati tre tondi di quattro metri in cemento che sviluppano un campo d´azione di carattere sinergico determinando imprevedibili varianti all´interno di uno spazio che recupera il suo dinamismo secondo un´alternanza linguistica ricca di conseguenze. Staccioli, citando le parole di Gillo Dorfles, crea nel Parco una molteplicità segnica particolarmente significativa. Anche il Teatro romano attua il proprio processo di trasformazione attraverso l´inserimento di un grande arco di 15 metri che evoca il motivo semisferico dell´antica costruzione. "Staccioli non prevarica mai la storia ma la tratteggia e la sottolinea con una serie di elementi che sembrano incorniciarla in un tempo senza tempo", afferma Alberto Fiz. Da sinistra a destra, questo è il titolo dell´opera, è una scultura che s´impone come segno di interscambio, perentorio superamento di un confine in una costante relazione con il mondo. L´arco dialoga con i Prismoidi, 11 sculture, che, come scrive Staccioli, "appaiono come dadi lanciati sul tavolo in maniera casuale a definire una pluralità di orientamenti e di punti di vista in uno sconcertante assetto precario". Accanto alle installazioni presenti al Parco di Scolacium, il Marca ospita una mostra storica di Staccioli con una serie di rare sculture in cemento, modelli e disegni che focalizzano l´attenzione sugli anni Settanta, il periodo nel quale l´artista si è imposto con esperienze plastiche fortemente provocatorie e spesso aggressive destinate a fare dell´arte un elemento di contestazione nei confronti del sistema sociale. Sono gli anni che precedono l´installazione del celebre Muro alla Biennale di Venezia del 1978 dove l´artista affronta il tema dell´incomunicabilità creando una barriera d´accesso al luogo dell´arte: "La mia formazione d´artista prende consistenza nel modo di sentire la politica come fatto poetico, non come politica della prassi", afferma. E ancora: "La ragione per cui si fa una scultura è quella di trovare il senso dell´essere, dello stato nello spazio e nel tempo, di dare una forma significativa al mio, al nostro paesaggio", ha scritto con un´affermazione che sembra sintetizzare alla perfezione il progetto di Intersezioni 2011. I due eventi al Parco di Scolacium e al Marca permettono di rileggere l´opera di un grande maestro che, come pochi altri, è rimasto fedele a una concezione dell´arte come ultima grande utopia. Intersezioni, nelle precedenti edizioni, ha ospitato alcuni dei maggiori esponenti della scultura italiana e internazionale quali Mimmo Paladino, Jan Fabre, Tony Cragg, Antony Gormley, Stephan Balkenhol, Wim Delvoye, Marc Quinn, Dennis Oppenheim e Michelangelo Pistoletto. La mostra è accompagnata da un catalogo, in italiano e inglese, edito da Electa di oltre 250 pagine corredato dalle foto storiche di Enrico Cattaneo. Vengono presentate, tra l´altro, le installazioni al Parco di Scolacium e al Marca. Accanto al saggio del curatore Alberto Fiz, viene proposta un´ampia analisi sul percorso artistico di Staccioli da parte del direttore del museo di Saint-etienne Lorand Hegyi a cui si accompagna la riconsiderazione critica sugli anni Settanta di Marco Bazzini, direttore del Museo Pecci di Prato. Accanto ad un intervento sui progetti non realizzati scritto da Claudia Mennillo, l´archeologa Maria Grazia Aisa analizza l´importante scoperta dell´Anfiteatro nel Parco di Scolacium. Insieme a una selezione di testi di Staccioli, il catalogo ripropone un´importante intervista di Gillo Dorfles con l´artista e un saggio profetico di Giuseppe Panza di Biumo sul rapporto tra lo scultore italiano e il minimalismo americano. Info: Intersezioni 6 Mauro Staccioli Cerchio imperfetto Parco Archeologico di Scolacium Museo Marca, Catanzaro Vernice per la stampa: sabato 23 luglio ore 18.00 Inaugurazione al Parco di Scolacium: sabato 23 luglio ore 19,30 Inaugurazione al Marca: domenica 24 luglio ore 11 Curatore: Alberto Fiz Organizzazione: Provincia di Catanzaro Assessorato alla Cultura, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria Patrocinio: Regione Calabria - Assessorato alla Cultura, Sensi Contemporanei - Ministero dello Sviluppo Economico e Fondazione Mimmo Rotella. L´iniziativa fa parte delle celebrazioni per il 150° anniversario dell´Unità d´Italia. Periodo: 23 luglio - 9 ottobre 2011 Sedi: Parco Archeologico di Scolacium Roccelletta di Borgia (Catanzaro) tutti i giorni 10-21,30; ingresso libero Marca via Alessandro Turco 63, Catanzaro La mostra si svolge in concomitanza con Berlinottanta. Pittura irruente aperta sino al 9 ottobre. Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16,30-20,30; chiuso lunedì Ingresso:3 euro; tel. 0961.746797. Info@museomarca.com www.Museomarca.com www.Intersezioni.org Catalogo Electa con testi in italiano e inglese di Maria Grazia Aisa, Marco Bazzini, Gillo Dorfles, Alberto Fiz, Lorand Hegyi, Claudia Mennillo, Giuseppe Panza di Biumo, Mauro Staccioli |
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LECCE (SAN FRANCESCO DELLA SCARPA, PIAZZETTA CARDUCCI): VALERIO ADAMI. OPERE 1971-2010 - DAL 24 LUGLIO AL 4 OTTOBRE 2011 |
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Si inaugura a Lecce in San Francesco della Scarpa sabato 23 luglio alle 19,00 la mostra Valerio Adami. Opere 1971-2010. L’esposizione promossa dalla Provincia di Lecce Assessorato alla Cultura diretto dal Vice Presidente Simona Manca nell’ambito dell’iniziativa Salento in festival,è organizzata dal Museo Provinciale“sigismondo Castromediano” e curata da Antonio Cassiano. Il percorso di 41 dipinti e disegni, appartenenti alla Fondazione Europea del Disegno delinea circa un quarantennio dell’attività dell’artista. Uno stile che, a partire dagli anni Sessanta, rimane inconfondibile e che individua ancora oggi in Valerio Adami (Bologna, 1935) il principale interprete di una sofisticata e personalissima versione della Pop Art in Italia. Un linguaggio visuale contraddistinto da piatte campiture, squillanti cromatismi coniugato ad un segno che seduce per le complesse evocazioni e conduce ad esperienze culturali,autobiografiche ma anche di memoria collettiva. Presenti opere importanti che hanno segnato snodi fondamentali per l’artista come il Ritratto di Freud del 1972, Ascensione del 1984, L’angelo del 1992 realizzato dopo la morte del padre, La terre natale e Penthesilea del 1994. L’esposizione è accompagnata da un catalogo-guida con introduzione di Lia De Venere. All’inaugurazione sarà presente lo stesso Adami che oltre che dialogare con il pubblico introdurrà un concerto di musica tradizionale indiana a cura di Nihar Meta. Nel corso della mostra saranno organizzati seminari e conferenze divulgative sul tema dell’arte contemporanea. Sarà possibile effettuare visite guidate individuali e di gruppo e visite didattiche per scuole e licei |
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EUROPEAN MASTERS GAMES
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Lignano Sabbiadoro conferma la sua vocazione per lo sport ospitando la seconda edizione degli European Masters Games, che si terrà dal 10 al 20 settembre 2011 nella nota località balneare. I protagonisti di quest’anno saranno i giochi master a cui potranno partecipare tutte le persone con più di 30/35 anni d´età (a seconda delle discipline). Peculiarità di questi giochi è quella di esaltare lo sport in tutte le sue più varie espressioni: non solo l´agonismo, ma anche la pratica di numerose discipline tra persone mature nella consapevolezza che la competizione sportiva possa esistere a ogni età e con grandi benefici per la salute. Molti dei partecipanti ai campionati master sono stati in precedenza campioni olimpionici o del mondo, rappresentanti nazionali, atleti di club oppure semplicemente sportivi. I partecipanti competono come individui e non in squadre nazionali, non ci sono qualificazioni o criteri di selezione ma gli unici requisiti per la partecipazione sono l´aver compiuto l´età minima per la competizione, specificata nei regolamenti delle rispettive federazioni sportive internazionali, avere la cittadinanza in uno stato europeo ed essere associati alla Federazione Nazionale dello sport al quale si vuole partecipare. È stata scelta Lignano Sabbiadoro come sede della seconda edizione degli European Masters Games in quanto la città ha già ospitato in passato analoghi eventi di alto livello, vantando una molteplicità di impianti sportivi e grandi capacità organizzative. Le discipline sportive previste saranno ben 21: atletica leggera, beach volley, calcio a 5, canoa-kayak, canottaggio, ciclismo, danza sportiva, golf, judo, karate, orientamento, pallamano, rugby, sollevamento pesi, tennis, tiro a volo, tiro con l´arco, triathlon, vela, scherma e taekwondo. Da sabato 10 a martedì 20 settembre www.Lignano2011.it |
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MARSALA: UGO ATTARDI. L´EREDE SELVAGGIO - A CURA DI SERGIO TROISI - DAL 15 OTTOBRE AL 15 GENNAIO 2012
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"L´erede selvaggio" è il titolo del romanzo con cui Ugo Attardi, finalista allo Strega, vinse nel 1971 il Premio Viareggio. Quel titolo diventa sottotitolo della grande retrospettiva che l´Ente Mostra di Pittura "Città di Marsala", in collaborazione con l´Archivio Ugo Attardi, propone all´ex Convento del Carmine di Marsala dal 15 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012. Curata da Sergio Troisi, si tratta della prima retrospettiva che prende in considerazione tutti gli ambiti della produzione artistica di Attardi: pittura, scultura, grafica e, naturalmente, letteratura e giornalismo. "L´erede selvaggio" racconta dell´infanzia e della formazione siciliana dell´artista, nato in Liguria. Il peso di questa "sicilianità", intesa come eredità, stimolo culturale e impegno sociale, si avverte in tutta la produzione di Attardi, intellettuale e fine artista, che sa attraversare un secolo complesso dell´arte italiana ed europea secondo un proprio originale percorso. Si va dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni Quaranta, alle ricerche degli anni Cinquanta e oltre. In particolare la mostra ripropone, dopo decenni, opere capitali della sua produzione, come i dipinti monumentali "Crocifissione a Saragozza" (1964-´65) e "Gli assassini". E´ una occasione rara di confrontarsi con opere importanti della storia dell´arte italiana del secondo Novecento che, all´epoca della loro prima apparizione, suscitarono un intenso dibattito critico. Ai dipinti è affiancata una ampia scelta dell´attività grafica di Attardi (disegni e incisioni) e una selezione delle opere scultoree tra cui l´imponente "Cotes o la bellezza dell´Occidente". Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 - Roma, 2006), è stato uno degli artisti più versatili del secondo Novecento italiano. Pittore, scultore, disegnatore di eccezionale talento, Attardi è stato tra i fondatori del gruppo Forma 1, insieme ad altri artisti siciliani quali Carla Accardi, Pietro Consagra e Antonio Sanfilippo. Distaccatosi presto dall´astrazione geometrica del movimento, Attardi aderì alla figurazione sociale propria del clima neorealista per la prima metà degli anni Cinquanta, per poi farsi promotore, dalla metà del decennio in avanti, di una diversa tensione figurativa condotta sulla meditazione dialettica della tradizione moderna e, quindi, centrata sul tema della violenza quale meccanismo pervasivo della società contemporanea. Tra gli artefici, nel 1958, della rivista "Città aperta" (insieme, tra gli altri, a Elio Petri e Carlo Aymonino), Attardi fu ugualmente tra i promotori del gruppo " Il Pro e il Contro" (1961-1964), che intendeva riformulare criticamente le nozioni di realismo e di figurazione alla luce dei nuovi orizzonti del mondo contemporaneo. E´ in questi anni che prende corpo la sua inconfondibile cifra stilistica: una pittura satura di colore e di geometrie, dove la grande lezione dell´espressionismo del Novecento (Dix, Grosz, Beckmann) è attraversata a ritroso con la storia dell´arte passata, da Velasquez e Goya sino a Tiziano. In questa fase Attardi inizia a dedicarsi anche alla grande scultura, privilegiando tra i materiali dapprima il legno con gruppi di grandi dimensioni e poi anche il bronzo. E´ del ´67 l´esordio in scultura con "Donna che cura un bambino ammalato" e il completamento della stesura di "L´erede selvaggio". Negli anni ´70 nascono i grandiosi gruppi scultorei in legno come "Cortese e la bellezza dell´Occidente" e "Il ritorno di Cristobal Colon". Innumerevoli le personali che gli sono state dedicate in Italia ma anche in numerose capitali europee ed americane |
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VINI E PASSEGGIATE AL RONCAL |
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Un’antica villa di campagna in cima a un colle, tutt’intorno terrazze e gradoni lavorati a vigneti, ma anche qualche zona boscosa; più lontano la pianura e poi il mare. Questo è l’agriturismo Il Roncal e la zona è quella dei Colli Orientali del Friuli, un ambito territoriale di produzione di vini Doc che generazioni di viticoltori hanno modellato nei secoli. Il lungo lavoro per diboscare una collina e lavorarla a vigneto è ricordato nel nome della struttura: in friulano, infatti, “roncâl” indica un terreno in origine boscoso, da cui è stata ricavata una terrazza. Di conseguenza, per i nomi delle camere sono stati scelti i vini più prestigiosi prodotti dall’azienda: Schioppettino, Pignolo, Refosco dal peduncolo rosso, Ribolla Gialla, Tocai friulano, Verduzzo friulano e Picolit. L’intera azienda agricola è una perfetta combinazione di tradizione e modernità, entrambe necessarie per garantire la qualità dei vini che vi si producono e dell’accoglienza riservata agli ospiti. Le camere, per quanto dotate di comfort tecnologici (aria condizionata, Tv satellitare, collegamento internet wireless) non concedono di dimenticare il contesto in cui ci si trova, così nel frigobar è possibile trovare acqua e …. Vino! Anche le colazioni sono proposte nel segno dell’enogastronomia locale: prosciutti crudi e cotti, formaggi, marmellate, dolci fatti in casa. Se si esagera, ci si può rimettere in forma nella palestra all’aperto del parco, che è dotata di attrezzi sportivi per adulti, o lungo il percorso ginnico ricavato tra il bosco e i vigneti. Per la degustazione dei vini della casa, che naturalmente è d’obbligo, dopo una visita alla suggestiva cantina sotterranea dove i vini maturano in botti di rovere, si può scegliere di fermarsi nell’apposita sala di degustazione, passeggiare nel parco che circonda la villa o sdraiarsi in terrazza. Azienda agricola e agriturismo Il Roncal, Cividale del Friuli - www.Ilroncal.it |
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IL RUMORE DEL MONDO MOSTRA DEDICATA A GIULIO SCHIAVON SCUDERIE DEL FORTE DI BARD DAL 24 AGOSTO AL 9 OTTOBRE 2011 |
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Aosta: Martedì 23 agosto 2011, alle ore 18, nello spazio espositivo delle Scuderie del Forte di Bard, il Presidente della regione, Augusto Rollandin e l’Assessore all’istruzione e cultura, Laurent Viérin, inaugureranno la mostra dedicata all’artista valdostano Giulio Schiavon dal titolo Il rumore del mondo. L’esposizione presenta al pubblico una selezione di sculture e dipinti, riconoscibili per lo stile inconfondibile, che sono il frutto della recente ricerca creativa dell’artista. Soggetti principali delle sculture in legno sono musicisti e danzatori, cavalli e cavalieri, satiri e guerrieri, uomini e donne, figure rappresentate in modo stilizzato, la cui geometria evoca ed esprime la melodia del legno. E’ attraverso la lavorazione di diverse essenze, dal larice all’abete al noce, che Schiavon dà vita alle sue opere eleganti e sottili, ma anche dinamiche e ironiche che sembrano sospese tra passato e presente. Leggerezza, armonia e movimento caratterizzano infatti queste sculture ingegnose, costruite da mille tasselli, che richiamano alla mente le opere di Calder o Baj. In mostra, oltre alle sculture, i dipinti dove l’artista ritrae vari soggetti tra i quali l’arte circense, i giochi, i mestieri e anche i paesaggi. «Sono particolarmente lieto - dichiara l’Assessore Laurent Viérin - di presentare la mostra di un artista dal carattere schivo e dal grande talento, che si è fatto conoscere nel corso degli anni in Valle d’Aosta e non solo. Sono certo che la qualità delle opere presentate sarà giustamente apprezzata dal pubblico. Con questa esposizione si conclude la stagione espositiva estiva alle Scuderie del Forte di Bard che ha permesso di promuovere gli artisti valdostani grazie all’avviata collaborazione tra l’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta e l’Associazione Forte di Bard per la Valorizzazione del Turismo Culturale del Forte di Bard.» Giulio Schiavon nasce ad Aosta nel 1948. Insegna per vari anni scultura presso l’Istituto d’arte di Aosta. Le sue opere sono state presentate in numerose mostre, sia personali che collettive, in Valle d’Aosta ma anche all’estero. L’esposizione ad ingresso gratuito, resterà aperta fino al 9 ottobre e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 11 alle ore 18. La mostra è corredata da un catalogo bilingue edito da Musumeci contenente le riproduzioni delle opere esposte e un testo critico di Viviana Rosi, posto in vendita al prezzo di 10,00 euro. Per ulteriori informazioni: Assessorato Istruzione e Cultura Servizio attività espositive: tel. 0165.274401, e-mail u-mostre@regione.Vda.it Forte di Bard: tel. 0125.833811 Internet: www.Fortedibard.it - www.Regione.vda.it |
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12^ MARATONINA CITTÀ DI UDINE
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La Maratonina ‘’Città di Udine’’ è pronta a percorrere i chilometri che la separano dal traguardo della 12^ edizione. L’appuntamento delle due giornate di sport è fissato, anche quest’anno, in settembre. La mezza udinese sarà affiancata, come sempre, da tante attività collaterali dedicate agli amatori, ai ragazzi, ai bambini e agli animali. Tutti saranno protagonisti nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 settembre 2011. La corsa agonistica e le iniziative parallele sono così calendarizzate: sabato mattina sarà la volta della staffetta scuole, mentre il pomeriggio si terranno la Minirun e la corsa con il cane; domenica mattina si svolgeranno la Maratonina diversamente abili, la 12^ Maratonina “Città di Udine” e infine la gara amatoriale di 7 km della Straudine. La Maratonina punta a creare un evento capace di essere una preziosa vetrina per il territorio, sottolineandone le potenzialità; parallelamente si desidera posizionare la disciplina della corsa sul podio più alto, evidenziando l’impegno, la passione, nonché i principi individuali e sociali che rappresenta. Sabato 24 e domenica 25 settembre www.Maratoninadiudine.it |
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TRECASALI: UNA SAGRA, CENTO OCCASIONI DAL 3 AL 9 AGOSTO IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO CON IL DIVERTIMENTO E LA CULTURA CONTADINA DELLA BASSA. APERTURA CON UN CONVEGNO SUL FUTURO DEL SETTORE BIETICOLO-SACCARIFERO
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Parma – Sarà l’occasione per rivivere le antiche tradizioni dell’agricoltura ma anche per riflettere sul presente e sul futuro del settore bieticolo-saccarifero,mche sta attraversando un momento di difficoltà a causa del mancato arrivo degli aiuti promessi dal Governo. Si terrà dal 3 al 9 agosto la Sagra di Trecasali, l’appuntamento divenuto ormai una tradizione per tutta la Bassa, che offrirà approfondimenti e momenti culturali legati alla tradizione contadina, ma anche tante occasioni di divertimento, con spettacoli e concerti, e ottima cucina, con un menù diverso ogni sera. La Sagra, che richiama ogni anno migliaia di persone, è organizzata dall’associazione “Amici per Trecasali”, insieme al circolo parrocchiale di San Quirico, al circolo Arci Stella, al Gruppo Alpini Protezione civile, ai commercianti e al gruppo sportivo “Tartaruga”.si comincia mercoledì 3 agosto, alle 20.30 in piazza Pertini, con il convegno su “Il futuro della barbabietola da zucchero”, settore strettamente connesso con il futuro della zona. Ne discuteranno con produttori e agricoltori il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, che guida il Tavolo nazionale, il sindaco di Trecasali Nicola Bernardi, e il direttore generale di Eridania Sadam, Daniele Bragaglia. “Il convegno servirà a fare il punto su quale sarà il futuro della produzione di barbabietola e quindi dello zucchero - ha detto il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, nel corso della presentazione della Sagra questa mattina al Parma Point-. Non tutto è ancora andato perso e questo grazie alla volontà e al forte impegno della filiera: produttori e trasformatori che hanno saputo supplire con propri mezzi alle carenze del Governo, che nonostante la dichiarazione d’intenti deve ancora erogare materialmente i finanziamenti”.“Senza gli aiuti del Governo si farà molta fatica, nonostante le intenzioni dell’azienda e l’impegno messo da Comune e Provincia – ha aggiunto il sindaco di Trecasali Nicola Bernardi -. Per questo abbiamo pensato di inserire nel programma della Sagra un dibattito proprio su questo tema: un’occasione per discutere e confrontarci di un settore che, nonostante le difficoltà, continua a funzionare e ad andare avanti. Un settore fondamentale per la Bassa e tutto il nostro territorio”. Numerosi, come detto, gli appuntamenti che animeranno i sei giorni di Sagra, all’insegna della buona cucina, della musica, dello spettacolo e ovviamente delle tradizioni agricole. Questa mattina al Parma Point ad illustrare il programma nel dettaglio è stato il vicesindaco del Comune di Trecasali Igino Zanichelli. Tra gli eventi da segnalare, giovedì 4, la presentazione del libro “Nudo di donna con presidente” di Stefano Rotta e Francesca Lombardi, entrambi vincitori del premio Enzo Biagi; e lo spettacolo di cabaret di Paolo Cevoli e Claudia Penoni. Il 5 l’appuntamento è con i “Rio” e il loro “Mediterraneo tour”, gruppo nelle cui file milita anche Marco Ligabue, fratello di Luciano. Sabato 6 si inizia a entrare nello spirito della Fiera agricola, che proporrà per la giornata di domenica numerose iniziative dedicate alla memoria del passato contadino: dopo aver assaggiato il toro allo spiedo, cucinato da un gruppo di cuochi bresciani, il pubblico potrà infatti assistere alle 20.30 alla gara di “Fast pulling”, la sfida tra una cinquantina di trattori lungo un percorso di circa cento metri. A seguire, alle 22, si potrà ascoltare la musica anni ‘70 e ‘80 dei “Settesotto”.domenica 7, come detto, entra nel vivo la Fiera agricola, nell’azienda del podere Avanzini alle porte di Trecasali. Dalle 9 si terrà la gara di motoaratura con vecchi trattori, organizzata dall’Anga (associazione nazionale dei giovani agricoltori), con la collaborazione di Unione agricoltori di Parma. A sfidarsi saranno una quarantina di partecipanti divisi in diverse categorie. “Sarà un’edizione rinnovata con una nuova formula rispetto al passato, più agonistica, con mezzi più potenti e tecnologicamente avanzati”, ha spiegato Ave Bodria di Anga. Dopo la gara, si terranno dimostrazioni di aratura e di lavorazioni della filiera zootecnica: dalle 11 si potrà ad esempio raccogliere l’erba nei campi con i buoi; mungere le vacche e cuocere il formaggio come un tempo. Inoltre si terrà il raduno di Fiat 500 d’epoca e l’esibizione di cavalli da trotto e tiro. La sera, dalle 21.30, si potrà approfittare di un grande spettacolo, con la partecipazione speciale di Gianpaolo Cantoni, con “La rivista burlesca”, curata da di Silk Ribbon Sisters, che porterà sul palco show di burlesque, acrobazie, imitatori e giocolieri che si cimentano con il fuoco e le spade. E ancora, lo “Spaghetti swing”, gruppo musicale che cucina spaghetti per poi offrirli al pubblico.Tutte le sere per le vie del paese ci saranno le giostre del luna park e le bancarelle del mercato artigianale, che per domenica 7 sarà anche dell’antiquariato.Tutti gli eventi sono gratuiti. Il programma completo su: www.Sagraditrecasali.it |
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SELEZIONATI I VINCITORI DI “SCATTI OLTRE FRONTIERA” - É UFFICIALE L’ESITO DELL’ INIZIATIVA FOTOGRAFICA PROMOSSA DAL PROGETTO ECONNECT IN COLLABORAZIONE COL WWF ITALIA PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLA FAUNA E DELLA FLORA SULLE ALPI |
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Un prestigioso gruppo di esperti presieduto da Denis Curti, critico fotografico e direttore della sede milanese di Contrasto e vicepresidente della Fondazione Forma, si è riunito il 1° giugno per valutare le tre migliori immagini realizzate dai partecipanti al concorso “Scatti oltre frontiera” . Le tre foto vincitrici rendono visibile il concetto di barriera e di come il territorio modificato dall’uomo limiti il movimento della fauna. Le foto, pur rappresentando una chiara denuncia di come l’intervento umano abbia effetti negativi sul territorio, contengono però anche un messaggio positivo di come la natura sia capace di aggirare le barriere o di convivere con esse. Lo spazio in questo senso si apre quindi alla condivisione tra aree alpine protette e insediamenti umani, in un ambiente permeabile e sicuro per tutti. “Malgrado la difficoltà della tematica trattata, il concetto di superamento delle barriere nel contesto alpino, ci sono pervenuti più di 100 scatti da fotografi dilettanti di Paesi diversi. La giuria, nella sua valutazione, ha tenuto conto, più che della qualità dell’immagine, della capacità del fotografo di trasmettere in modo diretto ed emotivamente coinvolgente il concetto di barriera e di libera circolazione delle specie nel contesto alpino.” Commenta così Mauro Belardi, responsabile del progetto Econnect per Wwf Italia. Le fotografie dei tre vincitori, visionabili sul sito del progetto www.Econnectproject.eu, “Diga di Morasco”, “Bardonite” e “Un giorno lungo un anno”, riassumono bene questo concetto. Alle tre migliori foto sono stati assegnati tre premi: un soggiorno presso la Locanda del Sorriso nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, un soggiorno presso l’Alm & Wellnesshotel Alpenhof di Berchtesga-den (Germania) e un cesto di prodotti tipici offerti dalle Oasi del Wwf Italia. Inoltre, grazie alla preziosa collaborazione con l’agenzia Contrasto e la Fondazione Forma è stata lanciata all’inizio dell’anno, un’iniziativa che ha coinvolto gli allievi del master di Photography and Visual Design, realizzato in collaborazione con Naba, Nuova Accademia di Belle Arti, di cui Curti è direttore. Con la guida del Prof. Giacomo Giannini e il coordinamento del Prof. Francesco Zanot, gli studenti hanno potuto mettersi alla prova producendo lavori molto innovativi sul tema della connettività ecologica, dalla storia del lupo Romeo che tenta di superare le barriere alpine per raggiungere la sua adorata Giulietta ad una immaginaria selezione naturale che fa evolvere alcune specie alpine per permettere loro di superare le barriere create dall’uomo. Il risultato di questo lavoro, originale ed estremamente innovativo, sarà mostrato in occasione del-la conferenza finale di chiusura del progetto prevista a Berchtesgaden (Germania) dal 26 al 28 settembre 2011. La conferenza finale sarà un’occasione di incontro molto importante sia per mo-strare i risultati del progetto Econnect a esperti, istituzioni e pianificatori territoriali di livello euro-peo e regionale e pubblico, sia per definire i prossimi passi per migliorare e proteggere i corridoi alpini che permettono alle specie di migrare e muoversi liberamente lungo l’arco alpino. Il Progetto Econnect Finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Alpine Space e il Fondo di Sviluppo Regio-nale (Erdf), Econnect ha come obiettivo il miglioramento della connettività ecologica nelle Alpi. Questo progetto ha coinvolto alcune organizzazioni internazionali legate alla Convenzione Alpina, istituti scientifici e istituzioni locali. Tutti questi enti hanno unito le loro forze non solo per dimo-strare la necessità della connettività nel territorio alpino, ma anche per vagliare le migliori ipotesi per garantire un’azione coordinata di sviluppo di sistemi innovativi al fine di promuovere la con-nettività ecologica. I Partner Del Progetto Coordinatore: • University of Veterinary Medicine Vienna; Research Institute of Wildlife Ecology (Fiwi) (A) Altri partner: • University of Innsbruck-institute Ecology (A) • Umweltbundesamt Gmbh (A) • Gesause National Park Gmbh (A) • Hohen Tauern National Park (A) • Ministero dell’Ambiente italiano (I) • European Academy di Bolzano (I) • Wwf Italia (I) • Parco Naturale Alpi Marittime (I) • Regione Autonoma Valle d’Aosta (I) • Council of Department of Isère (F) • Task Force of Protected Areas (F) • Scientific research centre Cemagref (F) • National Park Berchtesgaden (De) • Cipra International (Li) • Swiss National Park (Ch) |
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FESTIVAL DEL TEATRO MEDIEVALE E RINASCIMENTALE DI ANAGNI XVIII EDIZIONE DAL 22 AL 28 AGOSTO 2011 APRE IL SIPARIO SULLA XVIII EDIZIONE DEDICATA A MARIO SCACCIA |
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Il comune di Anagni è pronto per tornare ad ospitare la Xviii edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale che quest’anno sarà dedicato al grande attore recentemente scomparso Mario Scaccia, che proprio nell’edizione dell’anno scorso ha regalato una delle sue ultime apparizioni in scena cimentandosi con i testi sacri di Jacopone da Todi. Anche quest’anno il programma, ben variegato e dalle interessanti presenze attoriali, si concentrerà in una settimana offrendo ogni giorno uno spettacolo di grande rilevanza dal 22 al 28 agosto alle ore 21.00 nella splendida e suggestiva cornice di Piazza Innocenzo Iii. Il Festival, sotto la direzione artistica di Giacomo Zito, quest’anno ha privilegiato spettacoli caratterizzati da alcune urgenze comuni: in particolare quella di investigare criticamente sul senso che può avere oggi rappresentare opere secolari, rileggendo e interpretando l’eredità letteraria e storica alla luce di una ricerca delle identità e delle similitudini, ma anche delle diversità, tra ciò che è stato e ciò che è, “mettendo il passato davanti allo specchio del presente”. Dalla contestualizzazione contemporanea della Commedia degli Errori di Shakespeare - con il grande Peppe Barra - alla moderna drammaturgia storiografica di Roberto D’alessandro e Manuele Morgese; dalla documentata indagine di Velia Viti su Bonifacio Viii, al personale affresco medievale di Marguerite Yourcenar su Pia de’ Tolomei; dalla sorprendente analisi di Ugo Chiti del capolavoro machiavelliano, al viaggio di Alessio Boni nel mondo interiore del genio caravaggesco, e alle teatralissime novelle boccaccesche interpretate da Debora Caprioglio: un programma che sembra rispondere concretamente a tali propositi. Primo spettacolo in cartellone lunedì 22 alle ore 21 in piazza Innocenzo Iii la Commedia degli errori da William Shakespeare con Peppe Barra per la regia di Leo Muscato, uno dei più gioiosi poemi d’amore che siano mai stati scritti per la scena con una grande interpretazione del celebre attore teatrale che aprirà in bellezza una nuova edizione che di certo neanche quest’anno tradirà le alte aspettative del pubblico sempre molto presente e costante. |
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LIVERPOOL (THE BEATLES STORY ELVIS AND US): MOSTRA MULTIMEDIALE INTERATTIVA CURATA DA THE BEATLES STORY E DALLA ELVIS PRESLEY INC, LA CASA MADRE DELLA COMPAGNIA DI GRACELAND DI MEMPHIS - INAUGURAZIONE 28 SETTEMBRE |
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Musica, video, oggetti di scena e personali di Elvis e dei Beatles sono gli elementi che danno vita alla mostra interattiva, che durerà per ben due anni. Saranno in mostra anche rari oggetti provenienti dagli archivi di Beatles Story e Graceland, molti dei quali mai stati esposti al pubblico in precedenza. Al centro della mostra la chitarra bianca Fender che il 27 agosto 1965, Elvis e i Beatles suonarono insieme nella casa del Re a Bel Air, in California. Joe Anderson, Consigliere del Liverpool City Council, ha dichiarato: “Elvis and the Us è un importantissimo colpo messo a segno dalla città di Liverpool, il cui retaggio musicale ancora una volta sale alla ribalta della scena internazionale. Questa unica ed esclusiva mostra si focalizza su due leggendarie personalità che hanno segnato un’epoca e hanno influenzato i successori contribuendo a creare l’attuale scena musicale. Ed è ancora più speciale se si considera che che questa è la prima mostra che Graceland ha portato nel Regno Unito da oltre 20 anni.” The Baetles Story è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19 (aprile/ottobre) e dalle 10 alle 18 (novembre/marzo). L’ingresso costa £12.95, riduzioni £9, ragazzi di età inferiore a 15 anni £7, gratis per i bambini sotto i 5 anni. The Beatles Story, Albert Dock, Liverpool L3 4Ad Tel: +44 151 709 1963 Sito internet: www.Elvisandus.com www.Beatlesstory.com |
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WEEKEND NELLA VALLE DEL TEMPO
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Weekend pieno di fermento in Val Pesarina, nota anche come valle del tempo. A Pesariis, infatti, frazione del comune di Prato Carnico, avrà luogo la manifestazione “Arlois e Fasois” dedicata ai due prodotti tipici della valle: gli orologi e i fagioli. E’ prevista una mostra mercato di fagioli e di prodotti tipici, visite guidate ai musei, animazione per grandi e piccini, degustazioni di piatti a base di fagioli e non solo, musica e tanta allegria. Nella Casa della Pesa inoltre si terrà la “Mostra Patchwork”: un’esposizione dei lavori del concorso "Segni e scritture nel tempo". Da sabato 10 a domenica 11 settembre www.Prolocovalpesarina.it |
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