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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Settembre 2011
IL SINDACO PISAPIA INCONTRA IL COMMISSARIO UE JOHN DALLI: “MILANO SIA CENTRO DI ELABORAZIONE DELLE POLITICHE PER L’ALIMENTAZIONE E LA SICUREZZA DEL CIBO”  
 
 Il Sindaco Giuliano Pisapia ha incontrato l’ 1 settembre a Palazzo Marino il Commissario europeo per la Salute e le Politiche dei consumatori, John Dalli. Al centro dei colloqui la collaborazione con la Commissione in vista di Expo 2015 e per la difesa della qualità dell’alimentazione. L’occasione della visita di Dalli è stata anche una prima presa di contatti con la Rappresentanza della Commissione Ue a Milano, con la quale proseguirà nei prossimi mesi la collaborazione in vista di Expo. “Nei prossimi tre anni , ma anche oltre Expo 2015 – ha affermato Giuliano Pisapia - Milano vuole essere il punto di riferimento come sede dove far crescere il dibattito sui temi legati all’alimentazione e alla sua sicurezza. I progetti vincenti si impostano discutendone. E’ quindi importante avviare da subito un discorso costruttivo”. “Sono temi che per Milano – ha aggiunto Pisapia - vanno al di là di Expo anche perché, se la discussione prima avveniva solo tra esperti, oggi il dibattito è esploso tra i cittadini. E noi vogliamo dare risposte a questa emergenza dei nostri tempi”. “Accogliamo con favore il tema scelto per l´Expo 2015 di Milano. – ha risposto il Commissario Dalli - Il cibo è uno dei temi di maggiore interesse per i cittadini europei, specialmente sotto gli aspetti della sostenibilità, della sicurezza e del valore nutrizionale. Milano è un luogo ideale per dare un contributo importante su questo tema, data la sua rilevanza nei settori dell´industria, dell´educazione e della ricerca”.  
   
   
I RISULTATI DEL PROGETTO MARCOPOLO2010: DALLA BIODIVERSITÀ DELLE POPOLAZIONI SULLA VIA DELLA SETA INDIVIDUATE NUOVE BASI GENETICHE PER LE PREFERENZE ALIMENTARI  
 
Trieste - In ogni individuo, la percezione dei quattro sapori fondamentali (aspro, salato, dolce, amaro) è legata anche a fattori genetici. La percezione del gusto e, dunque, le nostre preferenze alimentari sono infatti modulate da specifici geni di cui i genetisti del progetto Marcopolo stanno ora cominciando a svelare funzioni, interazioni e meccanismi in grado di influenzare sia diete di intere popolazioni che gusti alimentari personali. I genetisti di Marcopolo partiti il 28 luglio per l’Armenia (e a ottobre per la Crimea) dove continueranno i campionamenti iniziati nel luglio del 2010 lungo la Via della Seta. Anche quest’anno la spedizione verrà documentata giorno per giorno sul sito http://www.marcopolo2011.it/  . Marcopolo2011 è un progetto ideato e realizzato dall´Irccs Burlo Garofolo, da Sissa Medialab e dalla Fondazione Terra Madre, in collaborazione con Area Science Park, Dipartimento di Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo dell´Università di Trieste; gode del patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Trieste, del Comune di Trieste e dell’Ambasciata d’Italia a Erevan. I risultati emersi dai test e dai campionamenti effettuati Gusto - È stata studiata la relazione tra 26 geni candidati per il gusto e le preferenze alimentari, riscontrando diverse associazioni positive. La più interessante è quella che riguarda un gene, Itpr3, che sembra essere associato a molte preferenze alimentari con diversi marker. Questo gene ha la funzione di trasdurre i segnali intracellulari e sembrerebbe essere implicato nelle preferenze alimentari in generale. Inizialmente sono state riscontrate associazioni significative solo con alcuni alimenti che non sembrano avere relazione tra loro come i piselli, il pecorino o l’anguria. Tuttavia, andando a verificare anche le associazioni non significative si è visto che questo gene sembra essere implicato con effetti simili nelle preferenze di 35 diversi cibi. Sono state inoltre riscontrate associazioni significative tra il recettore della capsaicina, la sostanza che dà il gusto piccante al peperoncino, e il ravanello, anch’esso piccante. Un’altra associazione positiva è quella tra un gene dell’olfatto e la preferenza per il tè, particolarmente plausibile considerato che il sapore del tè è determinato principalmente da questo senso. Infine, è stato verificato che il recettore del dolce è associato sia al vino bianco che alla vodka: è noto, infatti, come l’etanolo sia in grado di attivare il recettore per il dolce. In laboratorio si è notato, per esempio, che topi che differiscono per preferenza al dolce mostrano anche variazioni nella preferenza all’alcool. Saranno condotti ulteriori studi, anche di tipo funzionale, per verificare meglio questa ipotesi anche nelle popolazioni isolate Italiane. Genetica delle popolazioni - Questa branca studia le relazioni tra gli individui, il loro grado di parentela e, in definitiva, la loro storia, attraverso il Dna. In luoghi come quelli lungo la Via della Seta, che per secoli hanno visto coesistere popolazioni diverse e molto ben caratterizzate insieme a un movimento continuo di uomini e merci, questo tipo di indagine può integrare studi di tipo storico, etnografico e linguistico, aiutando a comprendere quali relazioni abbiano intessuto i vari gruppi umani nel corso dei secoli. Sono state analizzate circa 18 comunità, caratterizzato i loro genomi con circa 700.000 marcatori genetici ed è in via di completamento l’analisi di questa grande mole di dati. Tra i risultati preliminari spicca la somiglianza tra le popolazioni Kazake esaminate (le diverse popolazioni sono in gran parte sovrapponibili, segno di una mescolanza genetica notevole) e l´estrema omogeneità di quelle dello Zerafshan in Tajikistan. Emerge anche che popolazioni etnicamente e linguisticamente isolate, come quelle del Pamir, stanno oggi perdendo la loro tipicità: tra i soggetti esaminati spiccano alcuni con genoma paragonabile al resto della popolazione Tagika e altri assolutamente unici e peculiari. Ultimo dato degno di nota è l’assoluta unicità degli Uzbeki di Quarshi, che si staccano nettamente da tutte le altre popolazioni esaminate. Udito - La sordità (o ipoacusia) colpisce milioni di persone in tutto il mondo: generalmente un bambino su mille nasce con problemi uditivi che compromettono lo sviluppo del normale linguaggio. Le cause possono essere genetiche (dovute a un’anomalia cromosomica) o acquisite (dovute a cause infettive, vascolari, degenerative, autoimmuni, tumorali, iatrogene ecc.). Questa patologia nel 70% dei casi è di origine genetica e può essere trasmessa secondo diverse modalità ereditarie: autosomica recessiva (75-80% dei casi), autosomica dominante, X-linked, mitocondriale. L’eziologia può però anche essere multifattoriale, riflettendo l’interazione di un vasto numero di componenti genetiche e ambientali, come nel caso della presbiausia. Fino ad oggi sono stati raccolti i dati epidemiologici nei Paesi occidentali, mentre informazioni mancano per molti Paesi in via di sviluppo. Nel corso della missione Marcopolo sono stati reclutati circa 500 individui di età compresa tra gli 8 e gli 84 anni, sottoponendoli a un questionario anamnestico e a un esame audiometrico. Dai risultati di questo studio è stata identificata una prevalenza di sordità che varia tra 9% e il 18%. Tale percentuale è più alta di quella riportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per i Paesi Europei, ma comparabile con quella dei Paesi del Sud Est Asiatico. La differenza potrebbe suggerire che fattori socio-economici e ambientali giocano un importante ruolo nella prevenzione, identificazione e trattamento del problema. I risultati di tutte le analisi svolte vanno ora interpretati alla luce di ciò che si sa dal punto di vista storico, aiutandoci così a capire, per esempio, se le differenze culturali, cristallizzate nelle tradizioni di ogni popolo, sono andate di pari passo con quelle genetiche o se invece non sempre a un’identità culturale corrisponde un’identità genetica e biologica. Sul progetto scientifico è stato realizzato il documentario "Marcopolo2010: geni e sapori lungo la Via della Seta" (Carlo Auriemma - Elisabetta Eördegh, Italia, 2010), che si è aggiudicato lo scorso maggio a Milano il primo posto nella categoria "Documentari di Istituti di ricerca scientifica, musei, scuole" alla Xv edizione di "Vedere la Scienza Festival", il Festival Internazionale del Video, del Film e del Documentario Scientifico.  
   
   
AGRICOLTURA: 6° CENSIMENTO, IN FVG AZIENDE IN CALO  
 
Trieste - Conferma della tendenza alla progressiva riduzione del numero delle aziende e, anche se meno marcata, della superficie agricola. In un contesto in cui le imprese agricole che continuano a operare sul mercato in ogni caso si rinforzano, sia in termini di ettari utilizzati che, in campo zootecnico, per numero di capi allevati. Sono questi gli aspetti principali che emergono dalla lettura del 6° Censimento generale dell´agricoltura in Friuli Venezia Giulia, curato dal Servizio statistica e affari generali della Direzione centrale finanze, patrimonio e programmazione della Regione, con la collaborazione dell´Istat, e illustrato il 28 luglio a Trieste dagli assessori Sandra Savino e Claudio Violino. Dall´indagine, che si è protratta per quasi 5 mesi e ha coinvolto 170 rilevatori, sono risultate attive 22.327 aziende, un terzo in meno rispetto alle censimento del 2000. Ma non altrettanto marcata è la riduzione della superficie, calata del 7,6 p.C. Si è dunque assistito a un processo di concentrazione dei terreni, con un aumento della superficie media, che è passata da 7 a 10 ettari. Sono quindi sparite le aziende "fuori mercato", con una evoluzione peraltro in linea con la Politica Agricola Comunitaria (Pac) che mira a rafforzare il settore primario puntando su sinergie ed economie di scala. Sotto il profilo dell´utilizzo, poco meno del 75 p.C. Della superficie è coltivata a seminativo (cereali, piante industriali e foraggiere). Tre aziende su dieci sono impegnate anche nel settore vitivinicolo: in dieci anni la superficie coltivata a vite è aumentata di mille ettari, anche se le imprese del settore sono calate del 46 p.C. Il 14 p.C. Delle aziende alleva bestiame destinato alla vendita. 3.160 in tutto gli allevamenti, con 90 mila bovini, 25 mila suini, 7 milioni di avicoli, 650 mila conigli, 15 mila tra ovini e caprini, 2 mila cavalli e 1.600 bufali. Sotto il profilo giuridico prevale comunque l´azienda familiare "la più flessibile", ma solo poco più di un quinto dei titolari ha meno di 50 anni di età. In questo quadro che, come ha sottolineato l´assessore alle risorse agricole Violino, indica una certa "perdita di peso del comparto ma non una sua destrutturazione", capitolo a parte ha l´agricoltura di montagna, che ha registrato "un calo pauroso" (dal 2000 meno 41 p.C. In termini di superficie, meno 46 p.C. Di aziende) divenendo progressivamente "una scelta di vita, non un´opzione economica", obbligando la Regione a pensare "a interventi di natura sociale più che finanziari". Quali le soluzioni possibili? "Escludere i finanziamenti pubblici a favore dell´agricoltura di montagna da quelli annoverati tra gli aiuti di Stato". La proposta, formulata a Bruxelles da diverse regioni "alpine", prevede di "attribuire alle imprese che operano in territori disagiati un ruolo per la protezione del territorio e per lo sviluppo di servizi complementari al turismo o alla difesa idrogeologica". "Sono dati importanti - ha rilevato l´assessore Savino - dalla cui analisi derivano indicazioni tecniche che ci fanno comprendere meglio quali siano tendenze del settore e in particolare le esigenze del territorio. I risultati (sebbene parziali) della programmazione 2007-2013 li abbiamo sotto gli occhi: per quanto riguarda la nuova programmazione comunitaria 2014-2020, faremo di tutto per difendere nel migliore dei modi le prerogative uniche della nostra Regione, partendo da un´analisi dei dati che ci consentirà di pianificare con maggiore precisione gli interventi futuri, in un orizzonte temporale a medio lungo termine". Una pianificazione necessaria per "aziende che devono competere in un mercato globalizzato", di cui sarà momento centrale la Terza Conferenza regionale sull´agricoltura, che sarà programmata nei prossimi mesi.  
   
   
AGRICOLTURA. I DATI PROVVISORI DEL 6° CENSIMENTO GENERALE. NUMERO DELLE AZIENDE IN CALO, IN CRESCITA LA DIMENSIONE MEDIA.  
 
 Bologna – Diminuisce il numero delle aziende agricole in Emilia-romagna, ma aumenta la superficie media di quelle attive. I primi dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura diffusi da Istat e le ulteriori elaborazioni dell’Ufficio regionale di censimento dell’Emilia-romagna consegnano tante conferme e alcune novità che indicano coma stia cambiando la realtà dell’agricoltura. “Il censimento ci consegna una fotografia con luci e ombre”, ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati, alla presenza del responsabile della Sede Istat per l’Emilia-romagna Marco Ricci. “Le luci sono rappresentate - ha spiegato Rabboni - dalla crescita della dimensione media delle aziende e degli allevamenti, dall’aumento del livello di scolarizzazione dei conduttori e dal fatto che il consumo del territorio di pianura freni. Le ombre sono il forte calo delle aziende soprattutto in montagna e in collina, la diminuzione dei giovani imprenditori e delle colture arboree specializzate. I dati del censimento confermano che le scelte fatte dalla Regione con il Piano di sviluppo rurale sono giuste, con risorse destinate ai giovani e all’ammodernamento delle imprese agricole, alla montagna e ai progetti di filiera per dare valore alle attività”. I dati, ora in fase di verifica, potranno subire variazioni quando saranno completati i controlli e aggiunti anche i dati relativi alle 600 aziende con sedi in altre regioni (Veneto, Marche, Toscana e Puglia) ma con terreni in Emilia-romagna. Alla voce novità emergono la sostanziale tenuta della superficie agricola utilizzata (Sau) nelle aree fertili di pianura (-0,8%), l’aumento consistente del ricorso all’affitto dei terreni da parte delle aziende agricole (pari al 40% della Sau totale) e l’aumento delle società semplici e di capitali sia in termini di numerosità sia di Sau. Rispetto ai precedenti censimenti sono confermate la diminuzione del numero di aziende attive (erano 106 mila nel 2000 alle 73441 del 2010), il calo dei giovani (-47,7% sul 2000) e della Sau nelle aree montane (-20%), l’aumento della dimensione media aziendale (da 10,65 ettari nel 2000 a 14,63 nel 2010) e del numero medio di tutti i capi allevati in stalla (i bovini, ad esempio, sono passati dai 52 ai 76 per stalla). I dati generali del censimento - Le aziende agricole attive rilevate in regione sono 73.441, con una Sau di 1.066.773 ettari. Rispetto al 2000 le aziende diminuiscono del 31% (-32,2% in Italia), la Sau totale del 5,5% (-2,3% in Italia) mentre la Sau media aziendale aumenta di oltre un terzo, passando da 10,65 ettari nel 2000 a 14,63 nel 2010, dato doppio rispetto alla media italiana pari a 7,93. L’andamento del numero delle aziende e della Sau è diverso per zona altimetrica: in montagna le prime calano del 42% e la Sau del 20%; in collina rispettivamente del 32% e dell’11%; in pianura del 28% e dello 0,8% (vedi tabella 3). La perdita di Sau nei 10 anni è stata di oltre 62 mila ettari, ma la capacità produttiva media annuale delle aziende agricole regionali è rimasta sostanzialmente inalterata (ad es. La produzione annuale regionale delle legnose agrarie in una annualità normale come il 2009 è addirittura cresciuta dell’+1,8% rispetto alla media 2000-2010), a dimostrazione di una tenuta delle produzioni regionali e a fronte di una quota consistente di terreni agricoli e forestali (171 mila ettari) destinati alle misure agro ambientali di tutela della biodiversità, delle risorse idriche, dei suoli e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda le dimensioni medie aziendali, ci sono oscillazioni considerevoli: dal minimo dell’8,37 ettari per azienda per i conduttori con più di 65 anni senza successore, ai 41,31 ettari dei conduttori tra i 40 e i 54 anni con successore. Le novità - Sempre i primi dati provvisori del censimento, anche se in modo poco appariscente, denotano un progressivo e graduale assestamento strutturale di parte delle aziende agricole regionali sempre più orientate al raggiungimento di dimensioni che consentano di stare sul mercato. Se la Sau media regionale è cresciuta di oltre un terzo (da 10,65 a 14,63 ettari), le aziende che aumentano di numero sono solo quelle più grandi: quelle con Sau tra i 50 e 100 ettari (+14,2%) e di oltre 100 ettari (+33,7%). Si tratta in tutto di 3.958 aziende (5,4% del totale), per una superficie agricola in conduzione che è circa il 42% della superficie agricola utilizzata (32% nel 2000). Se, invece, consideriamo anche le aziende con più di 30 ettari, la Sau in gestione passa al 56% (vedi tabella 5). Per quanto riguarda l’affitto, la Sau regionale passa dal 30% nel 2000 al 40%. Le aziende che utilizzano esclusivamente terreni in proprietà rimangono comunque numericamente prevalenti (circa due terzi), ma cresce il peso di quelle con terreni sia in proprietà che in affitto, pari a circa il 21% del totale contro il 14% del 2000 (vedi tabella 6). Tra le forme giuridiche resta prevalente l’azienda individuale (87,3% del totale), anche se in calo rispetto al 2000 (-35%). In aumento sia le società semplici sia quelle di capitali (pur rappresentando solo l’11% del totale delle aziende regionali): con un +24% le prime e un +104% le seconde. Le produzioni agricole - Con riferimento all’utilizzo della Sau, nel 2010 il 78% è occupata da seminativi (813.756 ettari, al primo posto in Italia – vedi tabella 7), il 12% da legnose agrarie e il 10% da prati permanenti e pascoli. Il 72% della superficie a seminativi si concentra nell’area di pianura, aumentando di circa 11 mila ettari rispetto al 2000; cala invece di 38 mila ettari nella fascia collinare e montana. Per le legnose agrarie, viceversa, la riduzione è più sensibile in pianura (vedi tabella 8). Tra i seminativi le colture che guadagnano superfici rispetto al 2000 sono i cereali, le foraggere avvicendate, le leguminose da granella, le ortive, le sementi e piantine. In forte calo, invece, la barbabietola da zucchero: la superficie attuale è circa un terzo di quella che occupava nel 2000. In calo anche le coltivazioni industriali, con ogni probabilità a seguito del ridimensionamento della soia, mentre i terreni a riposo risultano quasi dimezzati dopo la fine del ‘set aside’ obbligatorio. Tra le legnose agrarie, è da segnalare il sensibile calo (circa del 22%) delle coltivazioni frutticole (vedi tabella 9). Anche per la vite, si assiste a una diminuzione di circa il 7,1% della superficie investita, che nel 2010 è di circa 56 mila ettari. Gli allevamenti - Con 558.600 capi censiti, il patrimonio bovino regionale si è ridotto, negli ultimi 10 anni, dell’11%. La chiusura dei piccoli allevamenti porta a 76 il numero medio dei capi per azienda, contro i 52 del 2000. Anche le vacche da latte, con un consistenza regionale di 246.454 (1,35 milioni di capi in Italia), sono in diminuzione di quasi l´11%; la dimensione media degli allevamenti è di 58 capi, ma, dati alla mano, oltre il 50% delle vacche da latte viene allevato nelle 661 aziende (15,5% del totale regionale) con oltre 100 capi. L’allevamento bovino, quindi, è sempre più concentrato in un numero limitato di stalle, ma di grandi dimensioni. Per i suini e gli avicoli, il confronto con il 2000 è possibile solo con riferimento al numero di capi. Il patrimonio suinicolo regionale conta 1.283.280 animali, di cui oltre il 90% concentrato in 271 aziende con almeno 1.000 suini ciascuna. Il numero totale si è ridotto, negli ultimi 10 anni, del 17,5%. Per gli avicoli, i primi dati sembrano confermare le consistenze del 2000 di circa 30 milioni di capi in regione. Il lavoro in agricoltura - Per quanto riguarda in generale il lavoro in agricoltura, in coerenza con i dati nazionali, in Emilia-romagna le giornate di lavoro si attestano a 19 milioni l’anno, in diminuzione del 25% rispetto al 2000, sia per effetto del calo delle aziende sia per l’introduzione di nuove tecnologie nei processi produttivi. Sul titolo di studio aumentano sensibilmente i capoazienda laureati, ora sono il 6,3% (4,2% nel 2000) e i diplomati e/o qualificati presso scuole superiori che passano dal 18,8% al 26,1%. Il 50% del lavoro rimane, come nel 2000, in carico ai conduttori. Il ricambio generazionale - Sul tema dei giovani in agricoltura, si registra un calo ma ci sono tutti i presupposti del ricambio generazionale che peraltro è in corso. I giovani conduttori di aziende agricole (con età inferiore a 40 anni) presenti in Emilia-romagna al 2010 sono in totale 5.504, in calo del 47,7% % rispetto al 2000. Di questi il 14% lavora in montagna (772), il 28,6 % in collina (1572) e il 57,4 % in pianura (3160). Per quanto riguarda la superficie agricola (Sau) in conduzione ai giovani, questa è di 116.323 ettari, solo il 12,2% della superficie agricola regionale, di cui 13.620 ettari in montagna (11,7%), 29.630 in collina (25,5% ) e 73.073 ettari in pianura (62,8%). E’ interessante anche osservare che un giovane che è restato in agricoltura nel 2010 gestisce un’azienda con una Sau media marcatamente più alta della media regionale, con valori attorno ai 20 ettari in montagna e collina e circa 24 ettari in pianura. La stessa tendenza si riscontra anche per gli allevamenti: i capi da latte mediamente allevati in stalla sono 60 (54 il dato medio regionale). Per quanto riguarda il futuro dell’agricoltura, il dato positivo riguarda le aziende condotte da agricoltori di oltre 55 anni che hanno un successore nel nucleo familiare che già lavora nell’azienda. Questi agricoltori conducono 1860 aziende e hanno, quindi, condizioni strutturali favorevoli: una Sau media aziendale superiore ai 37 ettari (valore decisamente elevato e paragonabile a quello delle agricolture europee più competitive) e aziende presumibilmente efficienti per una Sau totale di 69.000 ettari. Nei prossimi anni il tema centrale riguarderà le 30.896 aziende di piccole dimensioni (8,4 Sau media aziendale) che gestiscono una Sau di 257 mila ettari (oltre un quarto della superficie agricola regionale), collocate prevalentemente in pianura (170.948 ettari) e condotte da agricoltori di età superiore ai 65 anni senza un successore in famiglia. Su queste aziende è necessario favorire e accompagnare il ricambio generazionale, al fine di contrastare l’ulteriore possibile calo.  
   
   
GIBELLI: PARTNERSHIP GRAZIE A NOSTRA TECNOLOGIA VICEPRESIDENTE LOMBARDIA A PRESENTAZIONE PIANO DISTRETTO AGROENERGETICO  
 
Lodi - "In questa occasione, che ritengo molto importante perché proveniente dal territorio, voglio sottolineare nuovamente alcune linee guida di Regione Lombardia. Per prima cosa occorre che il binomio assolutamente necessario tra zootecnia e complementarietà, con attività che riguardano la produzione di energie da fonti rinnovabili, non faccia mai venir meno la vocazione produttiva di carattere tradizionale. Per noi infatti l´agricoltore e l´allevatore non sono coloro che cambiano attività, non diventano produttori di energia elettrica, ma rimangono persone che hanno nella loro vocazione produttiva tradizionale l´agricoltura e la zootecnia. Il secondo elemento è quello che riguarda la possibilità di far diventare i problemi di smaltimento elementi di vantaggio economico: questa è una realtà che ho riscontrato anche nella mia ultima visita istituzionale in Pernambuco, dove ho registrato forte interesse a costruire partnership proprio nel settore dello sviluppo sostenibile". Lo ha detto il vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia Andrea Gibelli alla presentazione del Piano del Distretto agroenergetico, avvenuta il 4 agosto a Lodi. "L´ultimo elemento - ha continuato Gibelli - riguarda il grande interesse che hanno molti Paesi esteri, soprattutto il Brasile, nel costruire partnership con la Lombardia, perché ammirano, tra le altre cose, la nostra grande tecnologia". "E´ importante quindi - ha concluso il vice presidente - continuare a costruire queste intese fondamentali per il nostro territorio".  
   
   
I CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DEI BIOLIQUIDI: LE DISPOSIZIONI EUROPEE E I RITARDI NELL’ATTUAZIONE IN ITALIA IL CENTRO STUDI APER-REEF PRESENTA UN WORKING PAPER SUI CONTENUTI E LO STATO DI ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA RINNOVABILI IN ITALIA.  
 
 La Commissione Europea ha da poco dato il via libera ai sistemi di certificazione dei biocombustibili, in linea con le norme di sostenibilità introdotte dalla Direttiva 28/2009/Ec. Tuttavia gli schemi approvati e validi in tutta Europa non hanno ancora trovato applicazione a livello nazionale, nonostante siano un presupposto fondamentale per mantenere il diritto agli incentivi per la generazione di elettricità da bioliquidi, già a partire dal 2012. I biocarburanti ed i bioliquidi utilizzati all’interno dell’Ue, di produzione locale o importati, dovranno, al fine di essere computati nell’ambito degli obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili, soddisfare precisi criteri di sostenibilità; sono quindi esclusi quelli prodotti in aree contraddistinte da un’elevata biodiversità e/o di stock di carbonio. Al contrario delle esperienze rilevate in altri Paesi europei, il quadro di riferimento italiano risulta ad oggi ancora confuso ed incompleto. Aper auspica che il recepimento dei criteri di sostenibilità da parte del nostro Paese avvenga nel più breve tempo possibile, in modo da non pregiudicare l’opportunità di centrare gli obiettivi comunitari vincolanti al 2020. Sono infatti evidenti le notevoli problematiche determinate dall’attuale assenza di precise indicazioni normative, non soltanto sui nuovi investimenti, ma anche sugli impianti esistenti ed entrati in esercizio prima dell’entrata in vigore della Direttiva 28/2009/Ec. Il working paper offre un valido supporto ai decisori istituzionali affinché, entro quest’anno, introducano la necessaria normativa anche nel nostro Paese evitando così di penalizzare questo importante settore produttivo. Www.aper.it  
   
   
CROAZIA, DATI SULL´INFLAZIONE ALIMENTARE  
 
Secondo quanto affermato dall´Istituto Nazionale di Statistica della Croazia, i prezzi dei prodotti alimentari in Croazia hanno riscontrato un lieve incremento rispetto a quanto sta accadendo nel resto del mondo. Nel mese di giugno, infatti, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, i prezzi dei prodotti alimentari sono cresciuti del 2,4 p.C. Particolarmente importante è stato l´apprezzamento del pane e dei cereali, con rincari del 6,1 p.C. L´olio aumenta del 23, mentre la frutta del 7 p.C.  
   
   
BOLZANO: GESTIONE INFORMATICA DEI DATI SUGLI ALLEVAMENTI  
 
I dati riferiti ad oltre 12.000 aziende altoatesine che detengono bestiame sono gestiti per via telematica grazie a sistemi informatici posti in essere dal Centro di competenza Dwh/bi “Datawarehouse/business Intelligence” della Ripartizione Informatica della Provincia. Grazie all’informatica ridotta sensibilmente la burocrazia. Come spiega Martin Zambaldi, direttore dell’Ufficio informatica geografica e statistica, partendo da una banca dati riferita alle aziende altoatesine con allevamento di bestiame, sviluppata dalla Ripartizione informatica, alcuni mesi orsono è stata introdotta una nuova applicazione che consente l’analisi e la visualizzazione rapida di tutti i dati raccolti. Nella fattispecie i dati si riferiscono ad oltre 12.000 aziende che detengono bestiame, ovvero in totale 140.000 bovini, annualmente circa 70.000 vitelli, oltre 70.000 fra pecore e capre, nonché i dati riferiti ai circa 6.000 controlli aziendali condotti ogni anno. Attualmente sono in fase di esecuzione una serie di operazioni di ampliamento che consentiranno di migliorare ulteriormente tali sistemi informatici. La nuova applicazione sviluppata rientra nei prodotti di “Business Intelligence” e consente l’analisi e l’interpretazione rapida dei dati contenuti nella banca dati; in tal modo entro pochi secondi è possibile visualizzare i dati attuali riferiti a località, numero di capi, stato del bestiame suddiviso per aziende, mandrie, controlli e relazioni redatte. Tali applicazioni sono accessibili tramite la rete Intranet alle Ripartizioni coinvolte, all’Associazione provinciale degli allevatori ed alle Aziende sanitarie. Come sottolinea l’assessore provinciale all’informatica Roberto Bizzo, “è spesso sorprendente constatare, come la Ripartizione informatica possa contribuire ad un incremento dell’efficienza anche in settori come quello dell’allevamento e della produzione lattiero-casearia offrendo soluzioni innovative”. Per i sistemi sviluppati alla Ripartizione informatica sono giunti i ringraziamenti dell’assessore provinciale per l’agricoltura Hans Berger, fatto questo, come fà presente l’assessore Bizzo, che conferma l’importanza dell’informatica per un’amministrazione moderna sempre più orientata alla riduzione della burocrazia nell’interesse dei cittadini.  
   
   
ANCHE BASSE DOSI DI INSETTICIDI METTONO A RISCHIO LE API DA MIELE  
 
Alcuni scienziati in Francia hanno scoperto che le api da miele sono maggiormente a rischio di morire di infezione da Nosema ceranae (N. Ceranae) quando sono esposte a piccole dosi di insetticidi. I risultati, presentati sulla rivista Plos One, supportano la teoria secondo la quale unendo più N. Ceranae con un alto contenuto di pesticida negli alveari si potrebbe contribuire allo spopolamento della colonia. Circa 70.000 apicoltori professionisti e dilettanti lavorano con le api da miele (Apis mellifera) in Francia. Gli esperti e i profani riconoscono quanto sia importante il ruolo delle api nel nostro ambiente, in particolare per il corretto funzionamento degli ecosistemi del pianeta e della produttività agricola. Le colonie di api però sono colpite da una misteriosa malattia negli ultimi anni che provoca la scomparsa di migliaia di colonie ogni anno. Nessuno sa perché succede. Nel tempo sono emerse diverse teorie; alcuni scienziati europei e statunitensi ipotizzano che la perdita di biodiversità e di risorse alimentari, dovuta ai cambiamenti climatici, abbia inasprito il problema. Altri credono che un aumento della coltivazione di una sola coltura e i cambiamenti del paesaggio, nonché i patogeni che causano le malattie come la peste delle api e la varroa siano responsabili del problema. I ricercatori affermano che sebbene esistano dati sufficienti sugli effetti degli stress nutrizionali, parassitici e chimici per la salute delle api da miele, non si riesce a isolare nessuno di questi fattori come responsabile della diminuzione delle popolazioni delle api. Tutti gli esperti convengono che gli studi dovrebbero puntare sugli effetti combinati di diversi dei fattori menzionati sopra. Qui entra in gioco un team di ricercatori del Laboratoire Microorganismes: Génome et Environnement (Lmge, Cnrs/université Blaise Pascal Clermont-ferrand 2) e del Laboratoire de Toxicologie Environnementale (Lte, Inra Avignon) in Francia che hanno studiato gli effetti delle interazioni patogeno/tossina sulla salute delle api. Gli scienziati hanno esposto api da miele appena nate, alcune delle quali erano sane, mentre altre erano infettate con il N. Ceranae, a basse dosi di insetticidi. Secondo loro, le api infettate sono morte quando erano esposte cronicamente agli insetticidi. Neanche dosi subletali proteggevano queste api. Il team sottolinea che questo effetto combinato sulla mortalità delle api da miele è stato visto con esposizioni giornaliere a dosi bassissime (oltre 100 volte meno della Ld50 (dose letale 50 = una dose che causa il 50% di mortalità in una popolazione) per ogni insetticida. La sinergia non dipende dal tipo di insetticida visto che i due ingredienti attivi valutati nello studio - fipronil e thiacloprid - sono parte di gruppi diversi. Gli esperti però non sono riusciti a identificare il meccanismo che permette questa sinergia. In questo recente studio, i ricercatori mostrano come l´interazione tra la malattia del Nosema e gli insetticidi genera un altro rischio per le popolazioni di api e potrebbe essere il tassello mancante per capire il perché un crescente numero di api sta morendo. Lo studio sottolinea anche come le dosi di insetticidi considerate non letali hanno un potenziale tossico letale per gli organismi infestati dai parassiti, rendendo così le api molto più vulnerabili. I risultati mostrano che bisogna migliorare la gestione e la protezione della popolazione di api, secondo i ricercatori. Per maggiori informazioni, visitare: Plos One: http://www.Plosone.org/home.action  Laboratoire Microorganismes: Génome et Environnement: http://www.Univ-bpclermont.fr/article148.html    
   
   
AGRICOLTURA. I RISULTATI DEI PREMI TRE ANNI DEL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO RURALE. OLTRE 580 MILIONI PER LE IMPRESE DELL´EMILIA-ROMAGNA  
 
Bologna – Ammontano a 584 milioni di euro le risorse già impegnate, sui 1057 milioni del Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013. La verifica sui risultati dei primi tre anni di attività rileva che al 31 dicembre dello scorso anno risultava impegnato il 55% del totale del budget di risorse pubbliche disponibili per l’agricoltura per il periodo 2007-2013. “Siamo incamminati verso quell’agricoltura più competitiva e più sostenibile che è la cifra della modernità”, ha sottolineato l’assessore regionale Tiberio Rabboni, presentando il 22 luglio i dati in Regione. “Il rendiconto ci dice che il sistema funziona e, pur in un momento di difficoltà, rivela novità positive con un allargamento importante delle imprese beneficiarie e con risorse spese soprattutto per sostenere i punti deboli della nostra agricoltura: i giovani titolari di impresa, l’agricoltura di montagna, i processi di ammodernamento del settore e lo sviluppo sostenibile delle attività agricole”. L’assessore ha poi annunciato che la Regione a settembre emanerà un nuovo bando per sostenere i progetti di filiera nel settore lattiero-caseario; 19,5 i milioni di euro disponibili. Le aziende agricole beneficiarie I soggetti beneficiari, al termine dei primi tre anni, sono stati 19 mila, superando il totale della programmazione 2000-2006 quando furono 15.800. Il 96% di chi ha ricevuto il finanziamento è un titolare di una azienda agricola. I giovani (che rappresentano l’8% del totale) hanno ottenuto il 19% delle risorse fin qui impegnate e il 32% dei contributi per l’ammodernamento delle imprese agricole. Le aziende beneficiate coinvolgono una superficie agricola di 490 mila ettari (il 46% della superficie agricola regionale). Altro risultato importante è quello relativo all’agricoltura di montagna che ha ricevuto il 35% dei finanziamenti (200 milioni di euro) pur rappresentando, secondo i dati relativi all’ultimo censimento, l’11% delle imprese del settore in regione. I dati testimoniano della vitalità di un settore che - pur in una fase di grande difficoltà che si è tradotta negli ultimi dieci anni nel calo del 42% delle imprese attive - investe in produzioni naturali, biologiche o tipiche della montagna, in commercializzazione riconoscibile, nel turismo del territorio e dell’enogastronomia, nella forestazione produttiva e nelle fonti energetiche rinnovabili. Il settore biologico Anche il settore biologico è ampiamente rappresentato fra i beneficiari del programma: le aziende agricole certificate che hanno ottenuto finanziamenti sono infatti 2.400, pari al 91% degli operatori biologici emiliano-romagnoli, per un totale di 181 milioni di euro (il 34% dei contributi complessivi). Gli investimenti e i settori produttivi A livello di settore produttivo, gli interventi finalizzati all’ammodernamento delle aziende agricole, pari a 146 milioni di contributi, hanno generato un volume di investimenti complessivo di 387 milioni di euro, di cui il 24% è stato diretto ai formaggi Dop come Parmigiano reggiano e Grana padano, mentre quote rilevanti sono state assorbite dal settore della frutta fresca (17%), del settore vinicolo (11%), dall’ortofrutta trasformata (9%) e degli ortaggi freschi (9%). Per ciò che riguarda le imprese di trasformazione e distribuzione, gli investimenti complessivi sono stati di 268 milioni per un totale di 88 milioni di contributi. I settori produttivi prevalenti sono stati ancora i formaggi Dop (21%), la trasformazione delle carni suine (18%), il vitivinicolo (15%), l’ortofrutta trasformata (13%). Le aggregazioni di filiera Il Psr prevede risorse regionali anche per il sostegno allo sviluppo dei progetti di filiera, cioè di nuove forme di organizzazione economica e commerciale degli agricoltori con l’obiettivo di accrescere il valore delle loro produzioni sul mercato e nei rapporti con l’industria alimentare e con la distribuzione. Nel dettaglio i progetti di filiera sono basati su un accordo contrattuale tra imprese che operano nell’ambito di uno stesso segmento produttivo e presuppongono un’aggregazione fra differenti soggetti economici che assumono così specifici impegni in funzione di obiettivi comuni. Il Psr ha finora finanziato, con 106 milioni di euro, 67 progetti di aggregazione di filiera tra agricoltori, trasformatori e distributori in tutti i comparti produttivi, attivando un investimento di 280 milioni e coinvolgendo 8.450 operatori. L’agricoltura e l’ambiente Il Piano di sviluppo rurale promuove anche numerosi interventi mirati a ridurre l’impatto delle attività agricole sull’ambiente. Gli interventi dedicati al miglioramento dell’ambiente, hanno coinvolto una superficie agricola e forestale di circa 171 mila ettari (il 18% della superficie agricola utilizzata regionale). Gli interventi sono finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione della biodiversità di specie e habitat dei territori agricoli, alla tutela delle risorse idriche, alla qualità dei suoli e, in generale, alla mitigazione del cambiamento climatico. L’impatto totale delle misure del programma si traduce in oltre 141 mila tonnellate di Co2 equivalente prodotta in meno, di cui oltre 2.700 tonnellate grazie alla produzione di energia da fonti rinnovabili con 133 nuovi impianti realizzati. Gli interventi hanno portato ad una riduzione di quasi il 3% delle emissioni dal settore agricolo, a fronte di un obiettivo nazionale per l’Italia che mira ad un calo del 6,5% nel periodo 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990. /Bg In allegato il dettaglio dei finanziamenti per provincia  
   
   
BIOTECNOLOGIE: PER ASSOSEMENTI OCCORRE LIBERARE LA RICERCA VARIETALE DA OGNI PREGIUDIZIO  
 
“La ricerca varietale e la sperimentazione sono i cardini su cui poggia la moderna attività sementiera, il cui compito oggi – accanto alla vendita di sementi sane e di qualità – è soprattutto quello di studiare nuove varietà, più idonee in funzione degli ambienti di coltivazione, dei cambiamenti climatici e delle esigenze dell’industria di trasformazione e dei consumatori. Senza nuove varietà e sementi la produzione agricola perderebbe rapidamente la capacità di rispondere alle complesse esigenze del mondo agroalimentare, tuttavia il miglioramento genetico deve essere posto nella condizione di poter crescere senza condizionamenti ingiustificati”. Lo evidenzia Assosementi – associazione italiana sementi, in occasione del seminario sulla genomica e le biotecnologie applicate all’agricoltura organizzato stamane dal Ministero delle politiche agricole. “L’industria sementiera e poi a cascata la produzione agricola, da sempre si avvalgono dei risultati della ricerca varietale. Basti pensare – sottolinea Assosementi – alle due tappe significative che hanno caratterizzato nel secolo scorso il miglioramento varietale e permesso formidabili progressi produttivi: per il frumento, nei primi decenni, il fondamentale contributo di Nazareno Strampelli che cominciò ad incrociare varietà diverse per ottenere nuove cultivars migliorate, poi negli anni ’50 la diffusione delle varietà ibride, in particolare nel mais. Oggi è in atto una nuova rivoluzione e si basa sulla conoscenza sempre più approfondita dei codici genetici delle piante resa possibile grazie alle moderne biotecnologie”. “Se da un lato è innegabile che il nostro paese debba incrementare la propria capacità di creare innovazione, per non aggravare il ritardo rispetto agli altri paesi, è però anche necessario che la ricerca e la sperimentazione possano svolgersi senza pregiudizi e vincoli privi di ogni razionalità. Non condividiamo il tentativo di tentativo di fare passare per innovative tecniche in uso oramai da diversi anni in ambito pubblico e privato – continua Assosementi – mentre riteniamo necessario accrescere le risorse per la ricerca, finanziando adeguatamente le strutture pubbliche in modo che possano creare sinergie operative con il mondo privato e favorendo l’industria sementiera con politiche coerenti, ad esempio difendendo l’uso del seme certificato”. “L’auspicio di Assosementi - sono le parole del presidente Paolo Marchesini – è che il dibattito sulle biotecnologie applicate all’agricoltura abbandoni i toni da barricata che nulla hanno a che fare con un corretto approccio scientifico e che si riporti al centro dell’attenzione la forte domanda di innovazione che proviene dagli agricoltori e dal mondo agroalimentare, per difendere davvero il made in Italy”.  
   
   
VDA: IMPRENDITORI AGRICOLI E FORESTALI: DA OGGI LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI CONSULENZA  
 
Aosta - L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali comunica che da, giovedì 1° settembre, sino a venerdì 14 ottobre, è possibile presentare le domande di aiuto relative alla misura n. 114 Utilizzo dei servizi di consulenza da parte degli imprenditori agricoli e forestali del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (definite con la deliberazione della Giunta n. 1122 del 13 maggio 2011). La misura 114 è istituita con l’obiettivo di contribuire a promuovere la conoscenza e sviluppare il potenziale umano, attraverso il supporto alle capacità imprenditoriali e professionali, al fine di accrescere le conoscenze degli imprenditori, migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro e favorire i processi innovativi all’interno delle aziende così da aumentarne la competitività. A tale scopo sono previsti aiuti sino all’80% delle spese ammissibili per la fruizione di “consulenze aziendali”, ossia di prestazioni tecnico-professionali fornite all’imprenditore agricolo da un soggetto erogatore di servizi di consulenza selezionato e iscritto nell’apposito elenco regionale, approvato anch’esso con la deliberazione summenzionata. Possono presentare richiesta di contributo gli imprenditori, singoli o associati, di aziende agricole e forestali iscritte nel registro delle imprese presso la Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales. La presentazione delle domande potrà avvenire alla Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari dell’Assessorato, in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe (orario al pubblico martedì e giovedì dalle 9 alle 14, telefono 0165.275223) oppure agli uffici periferici di Morgex, Aymavilles, Gignod, Châtillon e Pont-saint-martin, durante i rispettivi orari di apertura. Per ulteriori informazioni si invitano gli interessati a consultare l’indirizzo internet www.Regione.vda.it/agricoltura oppure a chiamare i numeri 0165.275223 / 331.6988821 / 331.6988823.  
   
   
LOMBARDIA: PRIMA AD ATTIVARE RISERVA VENDEMMIALE  
 
Milano - Regione Lombardia e Consorzio Franciacorta sono i primi in Italia ad attivare la riserva vendemmiale. La Regione ha infatti accolto la richiesta del Consorzio Franciacorta di poter aumentare la resa di uva per ettaro, che può essere concessa fino a un massimo di 120 quintali, e di costituire con tale aumento una riserva di Franciacorta Docg da utilizzare in annate particolarmente sfavorevoli per far fronte alla carenza di prodotto. Tale possibilità, prevista e regolata dal disciplinare di produzione del Franciacorta dal 2008 e confermata dalle ultime modifiche del 2010, é stata istituita lo scorso anno a livello nazionale nel Dl 61 del 8 aprile 2010. ´Abbiamo valutato attentamente con i tecnici del Consorzio e della nostra Direzione generale - ha spiegato il 3 agosto l´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani - tutti gli aspetti legati alla qualità del prodotto e ai volumi in commercio, concordando un superamento della resa massima del 10 per cento, cioè fino a 110 quintali ettaro di Franciacorta Docg´. La richiesta é stata motivata in virtù delle eccezionali condizioni climatiche e vegetative dei vigneti, presupposti necessari per la costituzione di una riserva vendemmiale di ottima qualità. E proprio la qualità resta il principale obiettivo del Consorzio Franciacorta che infatti deliberato anche la riduzione delle rese di pressatura da 65 a 64 ettolitri per ettaro. ´La Lombardia - ha concluso De Capitani -, ancora una volta, farà da apripista, sperimentando nuovi strumenti che possano aiutare le vitali realtà produttive del Paese, come la Franciacorta, a crescere in qualità e competitività´.  
   
   
AGRICOLTURA, FVG: POSTE LE BASI PER UN ACCORDO FORMALE CON LA BAVIERA  
 
Udine - Si può dire che manca solo il passaggio formale per mettere "nero su bianco" gli accordi verbali raggiunti durante la recente visita in Baviera dell´assessore regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino e del direttore dell´Ersa Mirko Bellini. Durante il viaggio a Monaco dei giorni scorsi infatti, sono state poste le prime basi per un protocollo d´intesa che coinvolgerà le due Regioni sui temi della promozione, della ricerca tecnico-scientifica e della formazione. La visita in Baviera è stata l´occasione non solo per rinsaldare i rapporti istituzionali già esistenti tra l´assessore Violino, il direttore di Ersa e il dott. Theodor Weber, dirigente ministeriale della Baviera per quanto riguarda il settore agricolo, ma ha anche offerto l´opportunità di conoscere alcune realtà bavaresi importanti. Nella due giorni a Monaco, assessore e direttore hanno avuto l´occasione di visitare due degli istituti ministeriali più importanti per la ricerca e la formazione nel campo dell´agricoltura in Baviera. Si tratta dell´Istituto bavarese per la ricerca in agricoltura (Lfl - Bayerische Landesanstalt fur Landwirtschaft) e dell´Istituto bavarese per viticoltura e orticoltura (Lwg - Bayerische Lansedanstalt fur Weinbau und Gartenbau). Il primo è un istituto di ricerca con varie sedi in tutta la Baviera, specializzato per la zootecnia e le coltivazioni estensive. Il secondo invece, specializzato su orticoltura, florovivaismo e vitivinicoltura, comprende anche una scuola tecnica e professionale per la formazione in agricoltura. Gli incontri istituzionali hanno previsto anche approfondimenti sulla promozione specifica dei prodotti friulani in Baviera e sulla formazione post-scolastica e universitaria, quest´ultima "molto interessante a livello di corso di studi e che meriterebbe una collaborazione", ha commentato l´assessore Violino, che a margine della visita ha espresso tutta la sua soddisfazione per "un accordo ormai raggiunto tra le parti, che necessita solo un passaggio formale. L´intesa su questi temi con la Baviera è totale e ci sono anche buoni margini per una fruttuosa collaborazione e uno scambio bilaterale che permetta una crescita per noi e per loro". Il prossimo passaggio infatti prevede proprio uno scambio, a livello tecnico, sui metodi e sui risultati nelle ricerche tecniche messe a punto nel campo dell´agricoltura. "Già a fine estate ci potrebbe essere la visita di tecnici di Ersa a Monaco - dicono assessore e direttore Bellini - proprio per far vedere anche a loro quali sono le attività svolte dall´Lfl e dall´Lwg. Non solo, speriamo che i tecnici tedeschi possano venire quanto prima a visitare i nostri centri, come Marianis, Pozzuolo e Pantianicco, affinché possano toccare con mano quali sono le attività che svolgiamo sul campo e nelle quali riusciamo ad eccellere". Sulla questione promozionale poi, si sta valutando la possibilità di creare un evento a Monaco che possa essere una vetrina per i prodotti agroalimentari e vinicoli della nostra Regione, per sviluppare un incoming di visitatori tedeschi nella nostra regione. "Sarebbe una grande opportunità da sfruttare, perché i bavaresi sono molto attenti alla qualità, cosa che riusciamo a proporre senza problemi", commenta l´assessore Violino.  
   
   
AGRO-AMBIENTE: 6 MILIONI PER INTERVENTI GLI AGRICOLTORI LOMBARDI HANNO A CUORE BIODIVERSITÀ  
 
Milano - Sei milioni di euro in arrivo dalla Regione per gli agricoltori che realizzeranno interventi agro-ambientali. Per l´esattezza si tratta di 6.116.924,76 euro, stanziati nell´ambito della misura 216 "Investimenti non produttivi" del Programma di Sviluppo Rurale. In totale sono 91 le domande finanziabili, cioè la totalità delle domande pervenute e istruite positivamente, cui sarà concesso un contributo pari al 100% della spesa ammissibile. Dal 2 settembre il decreto della Direzione Generale Agricoltura (n. 7595 del 9/8/2011) con la graduatoria delle domande finanziabili sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione. "La buona risposta al bando - ha commentato l´assessore all´agricoltura De Capitani - ci conferma come i nostri agricoltori abbiano saputo recepire positivamente le indicazioni che l´Unione europea ha dettato in materia di difesa dell´ambiente, del paesaggio e della biodiversità. Il connubio agricoltura natura non è una scoperta dell´Unione europea. Da sempre chi fa agricoltura con serietà e professionalità ha a cuore la salubrità del proprio territorio e la conservazione della ricchezza delle risorse naturali e della biodiversità, quali fattori che concorrono a determinare anche la qualità delle produzioni agricole". Siepi, filari e fasce tampone boscate, ma soprattutto il recupero e il consolidamento di fontanili e la rinaturalizzazione di zone umide sono tra le tipologie di intervento più richieste. La misura incentiva infatti gli investimenti aziendali tecnicamente definiti "non produttivi", ma che possono contribuire alla tutela dell´ambiente e delle sue risorse idriche, al miglioramento del paesaggio, alla conservazione della biodiversità e alla diffusione di sistemi agro-silvo-pastorali. La misura prevede interventi su tutto il territorio, ma assegna una priorità alle aree Natura 2000 e alle aree protette. In questo primo bando, la quasi totalità degli interventi che saranno finanziati ricade nelle aree Natura 2000. Di seguito l´elenco di alcuni fontanili che saranno oggetto di interventi consistenti suddivisi per provincia: Bergamo: fontanili Vescovo, Comuna, Portici, Nuova e Capriolo; Brescia: fontanili Vaso Fiume Brandico, Vaso Bonforta, Vaso Nuova Seriola, Vaso Serioletta, vari fontanili nei comuni di Ghedi e di Leno; Cremona: fontanili Monighet, Bensona, Della Ca´, Ballarin, Carere e vari fontanili della zona cremasca; Lodi: recupero di 10 fontanili all´interno del Sito di Interesse Comunitario "Garzaia del Mortone"; Pavia: vari fontanili pubblici e privati) e Milano (fontanili Mezzabarba e Cannette. Per quanto riguarda invece i corridoi ecologici, gli interventi più significativi sono in provincia di Pavia con l´impianto di oltre 25 Km di siepi e filari campestri nel Comune di Mezzana Bigli e in provincia di Milano, nel parco del Ticino, la realizzazione di 2460 metri di siepi, la rinaturalizzazione di 3600 mq di zona umida e il consolidamento di due fontanili.  
   
   
ACQUA, NEGLI ULTIMI 10 ANNI LA REGIONE LOMBARDIA HA INVESTITO UN MILIARDO  
 
Milano - Regione Lombardia negli ultimi dieci anni ha investito quasi 1 miliardo di euro per l´infrastrutturazione delle reti idriche, ´una cifra che non ha paragoni in Italia e che testimonia l´impegno e la sensibilità marcata di Regione Lombardia sul tema ´acqua´´. E´ quanto ha sottolineato il 26 luglio l´assessore all´Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi, intervenendo alla conferenza stampa promossa da Legambiente per presentare i risultati della ´Goletta dei Laghi 2011´, il monitoraggio sulla qualità delle acque realizzato dalla stessa associazione ambientalista nelle scorse settimane. ´Il fatto di aver investito una cifra così importante - ha proseguito Raimondi - ha sicuramente contribuito al miglioramento che si sta registrando sulle coste di diverse realtà turistiche dei nostri laghi. Ora vogliamo andare avanti, favorendo sempre di più la realizzazione di ulteriori opere´. Grazie alla legge di riordino del servizio idrico integrato che la Lombardia ha varato, prima in Italia, ´le Province e tutti gli attori sono messi nelle condizioni di fare investimenti e anche di trovare finanziatori per farli. Viene data certezza agli operatori e agli investitori´. D´altra parte, è stato il ragionamento di Raimondi, negli ultimi anni, grazie anche all´azione delle varie associazioni ambientaliste, è cresciuta molto la sensibilità dei cittadini e degli amministratori sul tema della qualità delle acque. L´attenzione dei Comuni costieri verso questo tema è cambiata in maniera sensibile, come dimostrano i casi del lago d´Iseo e del lago di Como che ´stanno vivendo una primavera turistica che va sostenuta´. Nel caso del Lago d´Iseo si sta addirittura andando verso una sorta di ´contratto di lago´, un patto in grado di unire gli enti locali delle province di Bergamo e di Brescia. ´E´ necessario quindi - ha proseguito Raimondi - sostenere questi sforzi, lavorando con gli amministratori e non contro gli amministratori. L´opera importante di pungolo che Legambiente svolge anche attraverso la ´Goletta dei Laghi´ non deve diventare dunque una pugnalata inflitta a coloro che già stanno facendo fatica a realizzare un certo tipo di politica´. ´E´ necessario superare una logica sterile di scontro e contrapposizione - ha concluso Raimondi, riferendosi anche alla posizione critica di Legambiente sulla costruzione di nuove strade - e fare in modo, invece, che si crei una virtuosa alleanza tra tutti coloro che hanno a cuore la qualità del nostro ambiente´.  
   
   
AGROBIOS SOTTOPONE ALLA REGIONE BASILICATA I PROPRI PROGETTI DI SERVIZI  
 
L’agrobios presenta alla Regione i servizi che potrebbe offrire nei settori di interesse dei vari dipartimenti. E’ uno degli effetti della trasformazione della stessa “Agrobios” in “società in house” prevista dal recente assestamento di bilancio regionale, che ha pure indicato la strada di tentare un rilancio delle attività della stessa società in assenza del quale si dovrebbe procedere allo scioglimento. Così, il 31 agosto, i vertici Agrobios, guidati dal presidente Salvatore Adduce, convocati dal presidente De Filippo hanno incontrato esponenti di giunta e dirigenti regionali (tra gli altri, col presidente De Filippo, erano presenti gli assessori all’Ambiente Agatino Mancusi, all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, alle Attività Produttive, Erminio Restaino, alla Sanità Attilio Martorano e all’Assettod el Territorio Rosa Gentile e il direttore generale del dipartimento Presidenza, Angelo Pietro Paolo Nardozza) per avanzare le propri proposte di servizi. Con la trasformazione in “società in house” della Regione Basilicata, infatti, Agrobios, a fronte di procedure semplificate per l’ottenimento di affidamenti, è obbligata ad avere come unico cliente la stessa Regione. “La Regione – ha esordito Der Filippo – ha tutto l’interesse a mantenere i servizi che Agrobios può offrire, sia per non far mancare a diversi settori dell’economia lucana un valido supporto, che per attuare il dettato di legge che ci indica di tentare il rilancio della società. Ma con i diversi dipartimenti è importante verificare come possano essere messi a frutto nel migliore dei modi gli apporti che la società può darci”. Il ragionamento si è così incentrato su un documento che compendiava ben 18 proposte progettuali offerte da Agrobios alla Regione, in diversi settori, che in parte rappresentano il naturale proseguimento di attività già svolte in passato per conto della Regione, in parte servizi innovativi. Gli esponenti di giunta e i dirigenti regionali si sono in particolare concentrati sulla individuazione dei progetti che possano essere di maggiore interesse per i propri dipartimenti, suggerendo, in qualche caso, anche bisogni ulteriori rispetto a quelli individuati nella proposta. Il presidente Agrobios Adduce, dal canto suo, ha chiarito che per scongiurare la sospensione dal lavoro di parte del personale con la logica della turnazione, servirebbe il varo di nuovi progetti per 2 milioni e mezzo di euro. Una cifra che, a valle delle indicazioni fatte dai vari assessori sui bisogni dei propri Dipartimenti e sulle relative disponibilità finanziarie, lasciando emergere un quadro di massima confortante relativamente alla possibilità di cogliere l’obiettivo, anche se la vera difficoltà è rappresentata dai tempi strettissimi in cui dover procedere alla formalizzazione degli incarichi per scongiurare la Cig e dare forza al progetto di rilancio che rappresenta un punto fermo per la Regione. Per questo, la Presidenza della Regione una rapida ricognizione tra tutti i dirigenti dell’ente per vedere quali progetti siano attivabili in tempo breve al fine di giungere, a strettissimo giro, a formalizzare incarichi. “E’ inevitabile – ha concluso il presidente De Filippo – che la novità introdotta dalla norma a fine luglio porti in questa fase qualche problema che si ripercuote inevitabilmente sui tempi, ma faremo di tutto per rendere reale il rilancio di Agrobios e garantire serenità ai lavoratori in tempi strettissimi. Poi – ha concluso – sarà compito di tutti rendere queste attività produttive al massimo e dimostrare l’utilità per la Basilicata di Agrobios, cosa di cui la giunta è già oggi convinta”.  
   
   
DUE COPPE DEL MONDO AI FLOROVIVAISTI LOMBARDI ´STILISTI DEL VERDE´ PREMIATI DOPO LA PERFORMANCE A EUROFLORA FORMIGONI:SETTORE DA SOSTENERE.PRESENTI COLUCCI E DE CAPITANI  
 
Milano - L´innovazione e la creatività della Lombardia si affermano a livello internazionale anche nel settore del florovivaismo. I migliori stilisti del verde sono proprio i lombardi. Risale allo scorso aprile, infatti, la doppia vittoria della coppa del mondo a Euroflora. Lo scorso 26 luglio , in Regione Lombardia, il presidente Roberto Formigoni - assieme agli assessori ai Sistemi verdi e all´Agricoltura, Alessandro Colucci e Giulio De Capitani - hanno consegnato i 43 attestati e le medaglie: presente alla cerimonia anche il presidente di Unioncamere Lombardia Francesco Bettoni. Nel palmares due premi di grandissimo prestigio assegnati alla fiera di Genova dalla giuria internazionale: l´oro per la migliore partecipazione d´insieme per la qualità della produzione florovivaistica lombarda e l´oro per la migliore partecipazione d´insieme con le piante da serra. ´Per la prima volta nella storia - ha sottolineato Formigoni complimentandosi - la Lombardia si aggiudica il gran premio d´onore per la migliore partecipazione d´insieme nelle grandi partecipazioni collettive a Euroflora 2011. È un riconoscimento dell´eccellenza del settore florovivaistico che conta 3500 aziende e 120.000 addetti´. Non era mai successo, infatti, che a Euroflora le aziende espositrici lombarde (72 quest´anno) ottenessero, nel loro insieme, il primo premio per la qualità della produzione florovivaistica, della progettazione e dell´allestimento dello spazio espositivo. ´La Lombardia dimostra di saper far squadra e quadrato in momento di difficoltà generalizzata - ha sottolineato il presidente di Assofloro Lombardia Fulvio Saldini - Mettere insieme così tanti espositori è stato un grande impegno coronato dal premio d´onore assegnato dalla giuria internazionale presieduta da André De Kerchove de Denterghem´. L´augurio espresso da Saldini è che in occasione della prossima edizione di Euroflora, in programma nel 2015, ´la Lombardia possa esporre nel padiglione centrale della fiera´, abbandonando il padiglione B´. E proprio guardando al momento di difficoltà che ha visto il settore florovivaistico lombardo perdere negli ultimi 3 anni il 50 per cento del mercato, Formigoni ha dichiarato la disponibilità della Giunta ´ad approfondire un dialogo per ridare fiato e rilanciare la competitività dell´intero settore´. L´intenzione del Governo regionale è quella di ´avviare una concertazione con la rappresentazione dei florovivaisti che possa affrontare in modo puntuale e dettagliato le problematiche e le richieste di questo comparto d´eccellenza´. In prospettiva, poi, c´è l´Expo 2015 che - ha detto il presidente - ´dovrà riservare spazio ai temi della sostenibilità, della ricerca e dell´innovazione ambientale´. Dialogo aperto è la parola chiave dell´impegno dell´assessorato guidato da Colucci: ´Confrontandoci con gli operatori vogliamo continuare a garantire uno sviluppo armonioso del territorio´. ´Il settore florovivaistico - ha aggiunto l´assessore De Capitani, complimentandosi con i premiati - è un fiore all´occhiello per l´agricoltura lombarda che ci ha permesso di metterci in mostra. Per questa ragione la Lombardia continuerà, dopo il successo a Euroflora, a essere vicina a questo comparto´.  
   
   
IL PROGETTO UE ORIGINALP ESAMINA LA QUALITÀ DEI PRODOTTI TIPICI DELLE ALPI  
 
Il Dr. Michael Oberhuber del Centro di Sperimentazione Laimburg, assistito dal Prof. Konrad Bergmeister della Libera Università di Bolzano e da Joachim Reinalter, presidente della Federazione Latterie Alto Adige, ha presentato a Bolzano il progetto Ue Originalp, che punterà a verificare l’origine e la qualità di latticini, carne e mele dell’agricoltura nostrana. Il progetto di ricerca Originalp si propone di analizzare e stabilire scientificamente la qualità dei prodotti agricoli come latticini, carne e mele del Tirolo e dell’Alto Adige. Il progetto ha una durata triennale e un budget complessivo di 920.000 Euro. “Impiegare quasi un milione di Euro in un progetto che certifica l’origine dei prodotti agricoli è meraviglioso!”, si felicita il Prof. Konrad Bergmeister, presidente dell’Università di Bolzano. Originalp: Cooperazione transnazionale Il progetto Originalp è frutto di una cooperazione transnazionale. In Tirolo i partner progettuali sono l’Universitá di Innsbruck e l’Associazione Agrarmarketing Tirol. “Quello che unisce i partner di questo progetto è l’interesse comune di attestare anche scientificamente la qualitá dei prodotti dell’agricoltura locale. Vogliamo trasmettere al consumatore il valore aggiunto dei prodotti di montagna e consentire ai produttori agricoli di vendere a prezzi equi”, spiega il Dr. Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg. Competenza scientifica come referenza di qualitá e origine L’alta competenza scientifica dei partner progettuali tirolesi e altoatesini rendono possibile una ricerca ad ampio raggio sull’origine e la qualità di prodotti dell’agricoltura locale. Gli scienziati del Centro di Sperimentazione Laimburg determinano la qualità di latticini e carne, individuando per esempio il profilo degli acidi grassi. Un campione di acido grasso del latte, del formaggio e della carne può rivelare se gli animali si siano cibati prevalentemente di foraggio fresco o concentrato. Per le mele invece, il Centro di Sperimentazione Laimburg analizzerà il contenuto di zuccheri e acidi e la consistenza della polpa. Mentre la Federazione Latterie Alto Adige metterà a disposizione i dati comparativi delle analisi di latte, latticini e formaggio, la Libera Università di Bolzano si occuperà di determinare l’origine dei prodotti agricoli attraverso il metodo standard degli isotopi stabili. Grazie a questo metodo è possibile trasmettere la relazione di varianti di diverso peso (=isotopi) di un elemento chimico, come ad esempio si è potuto determinare nel carbonio in un esperimento. Poiché questa relazione varia a seconda della regione, grazie ad essa è possibile determinare la localitá di origine di un elemento chimico, cosí come ad esempio è stato fatto per un campione di carbonio. Tale metodo si basa sul frazionamento isotopico che avviene naturalmente nei processi naturali di trasformazione e/o conversione e conduce ad un rapporto tra isotopo pesante e leggero caratteristico per ogni regione geografica. Infine, l’Università di Innsbruck svilupperà un nuovo metodo che potrebbe associare la determinazione di origine e di qualità: la Spettroscopia nel vicino infrarosso (Nir). I risultati dovranno inizialmente essere confrontati con il metodo standard, permettendo poi un’analisi rapida e conveniente di un alto numero di campioni. Prezzi equi per prodotti regionali L’origine e la qualità dei prodotti agricoli sono elementi chiave per avere la fiducia dei consumatori e degli operatori, oltre ad offrire nuove possibilità di commercializzazione. “Originalp può aiutarci a richiamare l’attenzione sulla qualità dei nostri prodotti“, dice Joachim Reinalter, Presidente della Federazione Latterie Alto Adige. Il consumatore potrá fidarsi della qualità certificata, mentre i contadini potranno alzare i prezzi dei loro prodotti di alta qualità. “Il progetto Originalp è una pietra miliare per il nostro lavoro sulla qualità dei prodotti agricoli, dal quale ci aspettiamo informazioni importanti – sia per la nostra ricerca che per l’agricoltura delle Alpi.”  
   
   
PESCA,IN LIGURIA : “IN ARRIVO 260.000 EURO COME COMPENSAZIONE PER MANCATA PESCA DEI BIANCHETTI, ROSSETTI E CICCIARELLI”  
 
Genova - Sono in arrivo 260.000 euro di contributi ministeriali e regionali come compensazione ai pescatori per la mancata possibilità di pesca dei bianchetti, rossetti e cicciarelli per la stagione 2010-2011 a causa delle norme restrittive dell’Unione europea. Lo ha comunicato l’ 1 settembre l’assessore regionale alla pesca, Giovanni Barbagallo a margine della presentazione di Mytiliade, il festival dedicato ai mitili del Golfo della Spezia in programma da venerdì 9 a domenica 11 settembre. “Il contributo regionale ammonta a 130.000 euro – ha spiegato Barbagallo – a cui si sommano le risorse ministeriali per ulteriori 130.000 che fanno salire i finanziamenti a 260.000 euro, necessari a risarcire almeno in parte i pescatori, per la mancata pesca dei bianchetti dei rossetti e ricciarelli”. Ammontano a circa 90 le imbarcazioni interessate dalle rigide norme dell’Unione europea che ha vietato la pesca con sciabica, equiparata al sistema dello strascico, prevedendo regole più rigide sulle dimensioni delle reti e sulla profondità delle acque nelle quali è possibile operare.  
   
   
TUTTI PAZZI PER I MACARON, I DELIZIOSI PASTICCINI FRANCESI CHE UNISCONO GUSCI DI MERINGA A CREME PRELIBATE LADUREE RADDOPPIA CON NUOVO SPAZIO ALL’ EXCELSIOR MILANO  
 
Dopo il successo della boutique di Via Spadari 6, la prestigiosa pasticceria francese inaugura un esclusivo corner nel nuovo concept store di lusso milanese Tutti pazzi per i macaron, i deliziosi pasticcini francesi che uniscono gusci di meringa a creme prelibate. Nati nel Cinquecento in Francia alla corte di Caterina De’ Medici, sono assurti al culmine delle celebrità per merito della Maison parigina Ladurée oggi guidata da David Holder. E dopo il grande successo del primo store italiano inaugurato l’anno scorso a Milano in Via Spadari 6, questo gioiello della migliore tradizione gastronomica d’oltralpe amplia la sua presenza nella capitale della moda italiana inaugurando un nuovo corner all’interno del piano terra del concept store di lusso Excelsior Milano che fa capo al gruppo Coin. “Siamo molto onorati di essere parte di questo nuovo interessante progetto - commenta Svetlana Voloshyna, responsabile dello sviluppo strategico di Ladurée in Italia - in questo modo possiamo proporre anche nel belpaese la formula retail cosmopolita che ci ha già permesso di entrare in grande stile nei più grandi e prestigiosi department store del lusso a livello internazionale, aprendo dei corner dedicati alla maison da Harrod’s a Londra e da Printemps a Parigi”. Il megastore meneghino che aprirà ufficialmente i battenti il 7 settembre, si sviluppa su sei piani occupando i 3500q. Dell´ex omonimo cinema di Corso Vittorio Emanuele Ii. L’ambizioso progetto che coniuga moda, food e design in un’ ottica trasversale dedicata ai cultori dello shopping di alto profilo, è stato realizzato dal Jean Nouvel. Il celebre architetto francese ha concepito la ristrutturazione del preesistente cinema Excelsior optando per un’ originale soluzione su vari livelli basata sull’impiego di materiali tecnici come vetro e acciaio al fine di ottenere effetti caleidoscopici e specchianti di grande impatto visivo. Un nuovo, irripetibile santuario di stile per i palati più esigenti dedicato a questi esclusivi peccati di gola, proposti da Ladurée in una sofisticata palette cromatica e in gusti sempre vari e tutti molto ghiotti che cambiano ogni stagione proprio come una collezione di haute couture  
   
   
BALCONI SOSTIENE FOOD FOR ALL, EVENTO INTERNAZIONALE SUL TEMA DELLA SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Balconi Dolciaria, azienda milanese che opera nel campo della pasticceria dagli anni ‘50, è specializzata nella produzione di torte e merendine a base di Pan di Spagna dall´alta qualità e bontà. Balconi promotrice di una sana e corretta alimentazione, quest´anno decide di dare il suo sostegno a Humana People to People Day 2011 – Food for All, evento internazionale che coinvolge le organizzazioni europee appartenenti alla Federazione Internazionale Humana People to People. Obiettivo dell’iniziativa, prevista per settembre 2011, è la sensibilizzazione sul tema della sicurezza alimentare e sul diritto al cibo, indicato come il primo dei Millennium Development Goals 2015 delle Nazioni Unite. Humana People to People in 20 Paesi europei incontrerà migliaia di persone per presentare i propri progetti relativi alla sicurezza alimentare e far conoscere l’importante contributo che deriva dalle donazioni di abiti. Gli abiti si trasformano infatti in cibo, approvvigionamento idrico, formazione ai piccoli coltivatori, coltivazioni di ortaggi, cereali e frutta. Balconi da 14 anni contrbuisce alla donazione di abiti usati, attraverso la presenza di un contenitore Humana posizionato di fronte al suo stabilimento. Di seguito il programma dell´evento: Road Show – tappe: • 9 settembre, Reggio Emilia • 10 settembre, Desenzano del Garda • 11 sett Minitalia Leolandia, Capriate • 16 /17 settembre, Milano • 18 settembre, Vigevano Open Day istituzionale L’evento previsto per il 22 settembre 2011 dalle ore 10.00 avverrà contemporaneamente in tre delle quattro sedi di Humana (Milano, Brescia e Rovigo). Evento Fashion for Food L’evento si svolgerà il 22 settembre 2011 dalle ore 18.00 presso la Fonderia Napoleonica Eugenia, in via Thaon de Revel a Milano. Parteciperanno un rappresentante istituzionale di un paese africano, un project leader dall’Africa e Carla ed Enzo della trasmissione tv “Ma come ti vesti?” Balconi ti invita a partecipare all´evento Food for all e a portarlo “sulla bocca di tutti”! La produzione Balconi, disponibile nei migliori supermercati in Italia e nel mondo, conta una vasta gamma di merendine e torte per i gusti di tutti, grandi e piccini: Trancetto, Mix Max, Tiramisù, Choco & Latte, Minirolls ricoperti e tanti altri. I suoi prodotti sono adatti ad una alimentazione nutriente ed equilibrata, oltre che gustosa, corretta per i ragazzi e per coloro che praticano sport, perchè privi di ogm, grassi idrogenati e di conservanti. Grazie ad uno stabilimento nuovo e all´avanguardia, caratterizzato da un elevato grado di automazione, Balconi è uno dei pochi produttori nazionali in grado di garantire un sempre crescente livello di qualità. L´impiego nei propri prodotti esclusivamente di ingredienti selezionati e di ottimo standard qualitativo, unito alla consapevolezza etica, ha portato l´azienda a garantire prodotti che non contengono grassi idrogenati, Ogm , coloranti e conservanti. Le materie prime utilizzate da Balconi provengono esclusivamente dall´Italia o dagli Stati Europei e vengono periodicamente controllate secondo il piano Haccp. L’azienda è inoltre certificata Iso 9001, Ifs e Brc ai massimi livelli.  
   
   
AGRICOLTURA. REGIONE LOMBARDIA INVESTE NEL CONTENIMENTO DELLE NUTRIE  
 
Milano - L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani ha espresso grande soddisfazione per l´approvazione, il 26 luglio, da parte del Consiglio regionale - nell´ambito della votazione della manovra di assestamento del Bilancio regionale - dell´emendamento della Lega Nord, che assegna 250.000 euro al contenimento delle nutrie. ´Si tratta di una specie alloctona - ha spiegato a margine della votazione De Capitani - presente in prossimità dei corsi d´acqua lombardi, che provoca gravi danni ai sistemi di irrigazione e agli argini dei canali´. ´L´iniziativa dei consiglieri regionali della Lega Nord - ha proseguito l´assessore - e l´approvazione convinta di tutta l´Aula dello stanziamento di 250.000 euro sono un segnale di responsabilità e di attenzione verso il mondo agricolo lombardo´.  
   
   
CONTO ALLA ROVESCIA PER I VICOLI DEL VINO, QUEST´ANNO CON ENOTECA ITALIANA, IL CONSORZIO VINO ORCIA E L´AIC LAZIO ONLUS  
 
Oltre 200 aziende vitivinicole rappresentate, affiancate dal meglio della gastronomia locale e nazionale. Saranno loro le vere protagoniste della terza edizione de I Vicoli del Vino, la manifestazione legata al progetto del Mipaaf “Giovani e Vino”, in programma a Prossedi (Lt) sabato 10 e domenica 11 settembre, che quest’anno avrà come partner l’Enoteca Italiana di Siena. Un’iniziativa organizzata e promossa dalle associazioni Amo L´italia e Agroalimentare in Rosa in collaborazione con il Consorzio per l’Università “La Sapienza” di Pomezia, l´Associazione Amici della Val d’ Orcia e il Club Amici del Traminer con il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole Ambientali e Forestali, degli Assessorati all’Agricoltura e al Turismo della Regione Lazio, dei Comuni di Termeno, Roma e Latina, della Provincia di Roma e della Provincia di Latina. Ospite d´eccezione il Consorzio del Vino Orcia che sarà nel piccolo Comune lepino per raccontare agli assaggiatori in erba la cultura secolare che sta dietro le etichette del Sangiovese di Siena tramite le bottiglie Orcia Doc. I Vicoli del Vino costituiscono infatti un evento unico nel suo genere, finalizzato non solo ad educare i ragazzi tra i 18 e i 30 anni al consumo consapevole e moderato degli alcolici, ma anche a presentare al pubblico uno dei più bei borghi che impreziosiscono l’Italia e lo straordinario giacimento enogastronomico, storico, artistico e culturale che lo caratterizza attraverso l’allestimento nelle stradine del centro storico di tutta una serie di banchi d’assaggio delle diverse produzioni. "Intento della manifestazione, che l´anno scorso ha contato oltre diecimila presenze - sottolinea il presidente dell´Associazione Amo l´Italia, sen. Maurizio Calvi - è quello di portare i ragazzi a saper scegliere cosa e quanto mettere nel bicchiere, in maniera consapevole e intelligente, senza abusi né eccessi". Per due giorni ad animare lo splendido borgo fondato dai fuggiaschi privernati nell’Viii secolo d.C, saranno così degustazioni delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, convegni, corsi di approccio all’assaggio, mostre d’arte, concerti, solidarietà. Il tutto per un fine settimana all’insegna del piacere, della competizione e del confronto tra le nuove generazioni ed un alimento tanto antico come il vino, simbolo oggi del made in Italy nel mondo. Tradizioni millenarie che si è deciso di far conoscere al vasto pubblico attraverso l’organizzazione di questo importante evento di metà settembre curato ancora una volta dalla giornalista Tiziana Briguglio. "Il Lazio è terra d´origine di molti ospiti in Val d´Orcia, nelle nostre cantine e negli agriturismi - spiega il Presidente del Consorzio del Vino Orcia Donella Vannetti - anche per questo ci piace rappresentare Siena a questo importante evento laziale. Dell´iniziativa condividiamo fortemente lo spirito. Molti dei produttori associati hanno figli giovani e alcuni già succedono nella gestione familiare delle nostre cantine. Socialmente parlando è importante per noi educare i ragazzi al mondo del vino, come bevanda patrimonio economico della campagna senese e ricchezza culturale. Non dimentichiamo inoltre che la Val d´Orcia, culla della Doc Orcia, è Patrimonio dell´Umanità Unesco come la dieta mediterranea in cui rientra il vino". Fitto il programma delle due giornate che mirano a diffondere un messaggio culturale e formativo nel rapporto tra le nuove generazioni, il vino e più in generale l´agroalimentare di qualità italiano inteso in tutte le sue sfaccettature, con percorsi anche per gli astemi e gli intolleranti al glutine. Fondamentale a tal proposito il coinvolgimento a I Vicoli del Vino dell’Aic Lazio Onlus, dell’Arsial, della Fisar, dell´Umao (Associazione Mediterranea Assaggiatori Olio), dell’Associazione Vino e Salute, delle Acque Minerali dei Cesari, del Sindacato dei Panificatori della Provincia di Latina, delle strade dei vini del Lazio e del Traminer, della ricercatrice Rita Mulas e soprattutto del grande Maestro di Cucina Gabriele Ferron che curerà alcuni dei laboratori del gusto allestiti grazie alla collaborazione della Angelo Po. Un vero e proprio percorso educativo dunque, perseguito oltre che dai promotori de I Vicoli del Vino anche dal Consorzio Orcia che, come sottolinea Donella Vannetti, “da oltre 10 anni mette in campo eventi (tra i quali il Divin Orcia - sabato 19 Novembre 2011 ), volti alla divulgazione della cultura del bere moderato”  
   
   
BOLZANO: 80 ESPERTI AL CONVEGNO SULLA CONSERVAZIONE DELLA FRUTTA A LAIMBURG  
 
Si è svolto il 28 luglio presso Centro di sperimentazione Laimburg, alla presenza di 80 esperti, un importante convegno internazionale sulla conservazione della frutta nel corso del quale sono stati presentati i più recenti risultati della ricerca in questo settore. “Il Centro di Sperimentazione Laimburg che svolge principalmente ricerca applicata è l’istituto di riferimento per la frutticoltura altoatesina”, ha sottolineato il direttore, Michael Oberhuber, dando il benvenuto agli 80 partecipanti del convegno ed ha aggiunto “In Alto Adige la percentuale di tecnologie innovative per lo stoccaggio della frutta è salita fino al 40 percento, alcune delle quali sono state sviluppate nel nostro centro”. “Grazie a queste tecniche” ha quindi rilevato Angelo Zanella del Centro di Sperimentazione di Laimburg “è possibile consumare la frutta di qualità tutto l’anno. Ma la ricerca continua. In futuro, l’aspetto dell’energia sarà uno dei punti chiave”. A questo proposito Dominikus Kittemann del Centro di competenza per frutticoltura e conservazione di Ravensburg (Germania) ha spiegato che “L’aspetto dell’energia va diviso in tre parti: il costo, poi, il lato ecologico ed infine il consumo di energia come tema di marketing.” Martin Thalheimer del Centro Laimburg, ha quindi illustrato considerazioni sulla classificazione della frutta. Attualmente, gli impianti nelle cooperative distinguono automaticamente le mele a seconda di misura, colore e aspetto esterno (macchie etc.). A questo scopo il Centro di Laimburg ha sviluppato un prototipo per calibrare gli impianti sotto il profilo colorimetrico al fine di ottenere una classificazione uniforme da parte degli impianti. Ogni anno le cooperative altoatesine conservano circa un milione di tonnellate di mele per oltre 11 mesi. La raccolta altoatesina di mele del 2010 è stata di 1.064.639 tonnellate. La produzione si svolge complessivamente su 18.713,60 ettari. Il Centro di Sperimentazione Laimburg e l’amministrazione del podere provinciale con 180 collaboratori ogni anno svolge 400 progetti di ricerca in tutti campi dell’agricoltura altoatesina.  
   
   
AURICCHIO SCEGLIE SIMONE RUGIATI: ECCO LE VIDEO RICETTE DEL CUOCO TOSCANO CHE SCEGLIE IL PROVOLONE PIÙ AMATO PER CREARE PIATTI GUSTOSI E STUZZICANTI  
 
Sul sito www.Auricchio.it - rivisitato e arricchito di nuove sezioni - arrivano le video ricette del cuoco toscano che sceglie il Provolone più amato per creare piatti gustosi e stuzzicanti Amore per la buona tavola, ricerca di sapori autentici e “italianità”: sono i valori condivisi da Auricchio, leader mondiale nel settore caseario, e Simone Rugiati, celebre chef toscano che celebra in cucina, con fantasia e creatività, il provolone più amato dagli italiani. Un binomio vincente che ha dato vita a originali video ricette, facili da realizzare, che evidenziano la versatilità del Provolone per eccellenza, valorizzandolo ulteriormente come ingrediente indispensabile sia nella cucina di tutti i giorni, che delle occasioni speciali. Con un semplice click sul sito www.Auricchio.it sarà possibile guardare, condividere e seguire i consigli del noto cuoco italiano per liberare la propria fantasia in cucina. Attraverso coinvolgenti video ricette, Simone Rugiati racconta al pubblico del web, passo dopo passo, come creare un menù dalla A alla Z in grado di appagare i cinque sensi proponendo ricette gustose per l’aperitivo, primi piatti da servire come opere d’arte e secondi con profumi delicati dai quale rimanere inebriati. Il tutto, ovviamente, a base di Auricchio! Il nuovo sito www.Auricchio.it è una delle novità più importanti attraverso le quali l’azienda sceglie di proporsi al suo pubblico in un look attuale e dinamico in linea con la rinnovata immagine del brand. Www.auricchio.it  
   
   
ENOLOGICA 32: UN LONG WEEKEND NELLA TERRA DEL SAGRANTINO  
 
A Montefalco (Pg), uno dei Borghi più Belli d’Italia, è in programma un calendario ricco di eventi fra degustazioni ed esperienze sensoriali, visite in cantina, arte, poesia e concerti nelle vigne. Dal 15 al 18 settembre 2011 Il colore è rosso rubino con velature violacee, il sapore è asciutto e armonico, il profumo delicato con ricordi di frutti di bosco. È il Sagrantino di Montefalco, una delle massime espressioni del vino italiano, il più famoso dell’Umbria. A questo vino, che cattura i palati con la sua piacevole intensità, è dedicato un accattivante long weekend di fine estate da annotare in agenda. Da giovedì 15 a domenica 18 settembre 2011 va in scena “Enologica 32”, a Montefalco (Pg), uno dei Borghi più Belli d’Italia. La manifestazione, giunta alla sua trentaduesima edizione, è organizzata dal Comune di Montefalco e vede la collaborazione, fra gli altri, di Franco Maria Ricci, presidente di Worldwide Sommeliers Association. Un calendario ricco di eventi per gli amanti del buon bere e del bien vivre. Appassionati di vino, esperti del settore e cultori dell’arte enologica. Ma anche semplici viaggiatori che vogliono assaporare le gioie e i piaceri di Bacco in una quattro giorni ad alto tasso sensoriale. Protagonisti della kermesse saranno i vini di Montefalco insieme ai loro produttori. E la città, con i suoi inestimabili tesori dell’arte, accanto alla campagna, con le sue dolci colline disegnate da filari di vite, faranno da location. Il programma prevede convegni con grandi nomi dell’enologia, del giornalismo e della comunicazione, banchi d’assaggio e degustazioni guidate con i migliori sommelier italiani, esperienze di gusto con i cibi della tradizione umbra abbinati al Sagrantino, e ancora, scuole di tatto e di gusto per conoscere le peculiarità dei vini di Montefalco. Molti anche gli eventi culturali, come la mostra personale di Francky Criquet, “pittore visionario e selvaggio”, allestita presso la galleria d’arte contemporanea del Museo di S. Francesco (al suo interno affreschi di Benozzo Gozzoli e del Perugino) che ospita anche “Sagrantino in musica”, recital vincitore di Umbriamusicfest Competition 2011. Altre performances musicali e teatrali sono al Complesso di S. Agostino: “Acrustic” regala una serata di musica acustica dalla Bossanova al Pop mentre è dedicato ai classici rivisitati in chiave Jazz “The Pino Ciambella Jazz Syndacate”. Da non perdere, al Teatro S. Filippo Neri, la proiezione del film “El Camino del vino” del regista argentino Nicolas Carreras e l’incontro con il protagonista-sommelier Charlie Arturaola. A chiusura della manifestazione, anche la tradizionale “Festa di fine vendemmia”, una sfilata di carri dell’uva per le vie del centro storico. Le iniziative di Enologica 32 continuano nelle cantine del territorio, aperte per l’occasione al pubblico, dove fare incetta del miglior Sagrantino Docg e vivere altre emozionanti esperienze dei sensi: degustazioni, wine tour, aperitivi e concerti fra le vigne, e poi cene con menu a base di uva. Perfino percorsi relax con trattamenti di vinoterapia. Per rendere omaggio al divin licor nel migliore dei modi. Per informazioni: Enologica 32. Sagrantino: il gusto di essere italiano Segreteria Organizzativa: Associazione Strada del Sagrantino Piazza del Comune, 17 06036 Montefalco (Pg) Tel.: 0742.378490 Mobile: 340.3208506 (attivo dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 20) Sito web: www.Enologicamontefalco.it E-mail: info@enologicamontefalco.It  
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE: ALLERTA SANITÀ PUBBLICA PER SURGELATI E PRODOTTI FRESCHI PROVENIENTI DALLA TURCHIA IMPORTATI ANCHE IN ITALIA  
 
Il Dipartimento dell´Agricoltura degli Stati Uniti è (Usda) per la sicurezza alimentare e Inspection Service (Fsis) ha emesso un allarme per la salute pubblica a causa delle preoccupazioni sulle malattie causate da Salmonella Heidelberg che possono essere associati con l´uso e il consumo di tacchino a terra. Questo avviso di sanità pubblica è stata avviata dopo continui rapporti medici, indagini in corso e test condotti da vari dipartimenti di salute in tutta la nazione determinata dalla esistenza di un´associazione tra il consumo di prodotti di tacchino a terra e circa 77 malattie riportate in 26 stati. Le malattie sono state collegate attraverso una indagine epidemiologica e analisi Pfge dai dipartimenti sanitari statali e il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc)." "Cdc sta collaborando con i dipartimenti sanitari statali per il monitoraggio dello scoppio mentre Fsis focalizza la sua indagine sulla individuazione di una potenziale fonte di contaminazione ricorda ai consumatori l´importanza fondamentale di seguire le istruzioni pacchetto di cottura per prodotti macinati surgelati o freschi tacchino e le linee guida generali di sicurezza alimentare durante la manipolazione e preparazione delle carni crude o di pollame. In particolare, se le istruzioni di cottura può dare un determinato numero di minuti di cottura per ogni lato del patty per il raggiungimento di 165 ° C della temperatura interna, i consumatori dovrebbero essere consapevoli del fatto che il tempo effettivo può variare a seconda del metodo di cottura (griglia, frittura, o alla griglia) e la temperatura del prodotto (refrigerato contro congelati) per cui è importante che la temperatura finale di 165 ° F deve essere raggiunto per la sicurezza. Si prega di non fare affidamento sul tempo di cottura per ogni lato della polpetta, ma utilizzare un termometro per alimenti." "Tacchino di terra e piatti di tacchino a terra deve sempre essere cotti a 165 ° C della temperatura interna, misurata con un termometro per alimenti; avanzi anche dovrebbe essere riscaldato a 165 ° F. Il colore del pollame cotto non è sempre un segno sicuro della sua sicurezza. Solo usando un termometro per alimenti si può determinare con precisione che il pollame ha raggiunto una temperatura minima di sicurezza interna di 165 ° C per tutto il prodotto. La Turchia può rimanere rosa anche dopo la cottura di una cassaforte temperatura minima interna di 165 ° C. La carne di tacchino affumicato è sempre rosa." Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” " lo scorso 31 luglio ricordava che il consumo di alimenti contaminati da Salmonella possono causare la salmonellosi, una delle malattie più comuni batteri di origine alimentare. Infezioni da Salmonella possono essere pericolose per la vita, specialmente a quelli con sistema immunitario debole, come i neonati, gli anziani e le persone con infezione da Hiv o sottoposti a chemioterapia. I sintomi più comuni di salmonellosi sono diarrea, crampi addominali e febbre entro otto a 72 ore. Altri sintomi possono essere brividi, cefalea, nausea e vomito che può durare fino a sette giorni."  
   
   
RITORNA IL BRUNCH BIOLOGICO DEL GRUPPO ETHOS DALL’ 11 SETTEMBRE, PRESSO GRANI&BRACI, SANMAURO E RISOAMARO UN APPUNTAMENTO PER TUTTA LA FAMIGLIA CON LABORATORI PER BAMBINI DEDICATI AD ARTE, SCIENZA E NATURA  
 
Da settembre torna a grande richiesta il Brunch Biologico dei ristoranti del Gruppo Ethos, un appuntamento fisso dedicato a tutta la famiglia grazie al servizio di nursery per i più piccoli e ad un ciclo di nuovi laboratori per stimolare l’interesse dei bambini per natura, scienza e arte. Nei luminosi e accoglienti ambienti di Grani&braci a Milano, Sanmauro a Casatenovo, Risomaro a Mariano Comense, mamme e papà potranno godersi un ricchissimo brunch rigorosamente realizzato con materie prime derivanti da agricoltura biologica, mentre una squadra di tate intratterranno i bambini con attività ludiche coinvolgenti e formative. La nursery sarà infatti guidata da un’educatrice professionista che proporrà giochi volti a stimolare la creatività dei più piccoli. In un´area attrezzata dedicata verranno proposte attività differenziate in base all’età. Con cadenza mensile, presso Grani&braci verranno anche organizzati originali laboratori tenuti da storici dell’arte, biologi e ingegneri specializzati nella didattica per l’infanzia che affronteranno temi innovativi e coinvolgenti: dall’osservazione di piccoli animali vivi (rane, insetti, ragni…), alla costruzione di piccoli robot, alla creazione di costumi e utensili ispirati all’arte futurista. Il brunch aprirà alle ore 11.30 e offrirà un buffet-colazione-pranzo biologico a base di yogurt, cereali, marmellate, crostate, biscotti, frutta fresca, uova, primi piatti caldi, affettati, secondi piatti caldi, torte salate, quiche, frittate, centrifugati di frutta e verdura, fino ai dessert. Grani&braci, Sanmauro e Risoamaro propongono un brunch gustoso e sano che si adatta a tutte le “taglie”. E’ infatti previsto un prezzo differenziato in base all’età: 25 euro per gli adulti, 12 euro per i bambini fino a 12 anni e gratis per i bambini fino a 2 anni. Dove: ristorante Grani&braci, Via Farini (Ang. G. Ferrari) Milano, Sanmauro Via de Gasperi 82 Casatenovo (Lc) Risoamaro via Milano (via P.masciadri 2) Mariano Comense (Co) Quando: da domenica 11 settembre 2011, dalle ore 11.30 alle ore 15.00 Per informazioni: www.Gruppoethos.it - www.Graniebraci.it - tel 02/36637422  
   
   
FVG, OSSERVATORIO AGROALIMENTARE: 23 P.C. CAMPIONE CONSUMA PRODOTTI TIPICI  
 
Udine - Il più consumato tra i prodotti tipici "made in Friuli Venezia Giulia" nella filiera delle carni è il prosciutto di San Daniele. A seguire il Sauris, il salame friulano e il musetto. Ma, per esempio, quanti mangiano usualmente un "sanganel", o una "polmonarie"? Quasi nessuno. E la stessa cosa vale per i formaggi. Dal negoziante si chiedono Montasio in primis, a seguire il latteria. Ben conosciuto anche il frico. Ma quando si sconfina nell´Asìno o in un formaggio "sot la trape" è territorio pressoché solo per raffinati "gastronauti". La ricerca svolta dall´Osservatorio agroalimentare che ha coinvolto oltre 1200 persone intervistate per riuscire ad avere un quadro del sistema agroalimentare regionale fa luce su abitudini di consumo finora inedite e sarà interamente illustrata in occasione della Fiera Campionaria di Pordenone, il 9 settembre, nel corso del convegno "Agroalimentare friulano allo specchio". La ricerca - ha spiegato oggi a Udine il direttore dell´Irtef, Istituto per la ricerca sulle tecniche educative e formative, Sergio Simeoni - si è concentrata, in questa prima fase, in particolare sulla conoscenza dei prodotti tipici tradizionali da parte dei consumatori finali, cercando di capire anche quali sono le loro abitudini alimentari e qual è la percezione dei prodotti regionali in un contesto di promozione e valorizzazione. Il primo dato dato interessante che è emerso è che il 23 per cento degli interessati conosce e consuma prodotti tipici del Friuli Venezia Giulia. A giudicare dalle elaborazioni, i consumatori sono consapevoli della ricchezza e della validità dei prodotti made in Friuli, ma non li conoscono tutti e fino in fondo, anzi si concentrano sostanzialmente solo su alcuni prodotti della tradizione regionale. Per capire dunque come si dovrà muovere la filiera produttiva nel futuro, la Regione ha organizzato il convegno (inizio ore 18, padiglione 5 - Arena), moderato dal giornalista Nicolò Gambarotto, al quale interverranno l´assessore regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, il responsabile delle relazioni esterne di Friuladria-crédit Agricole, Giovanni Lessio, il direttore di Irtef, Sergio Simenoni, Maria Parpinel dell´Università di Udine, ed Emanuele Scarello, cuoco e presidente dei Giovani ristoratori d´Europa.  
   
   
AGRICOLTURA IN LOMBARDIA: FINANZIATI CINQUE NUOVI PROGETTI DI RICERCA  
 
 Milano - E’ stato pubblicato lo scorso 10 agosto sul Burl il decreto della Direzione generale Agricoltura del 29 luglio 2011 con il quale viene stabilito un finanziamento per cinque ulteriori progetti di ricerca, che si aggiungono ai 14 già selezionati sul Bando di ricerca 2010. "Sono molto soddisfatto - è il commento dell´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani - per questo ulteriore finanziamento, che permette, in un momento tanto difficile, di aggiungere il contributo regionale a cinque nuovi progetti di ricerca, rivolti a tematiche e a filiere molto importanti per il sistema agricolo lombardo". "L´attività di ricerca - prosegue De Capitani - è fondamentale per il comparto, poiché fornisce strumenti utili ad affrontare le criticità che quotidianamente i nostri agricoltori incontrano, ma rappresenta anche un valore aggiunto in termini di sviluppo e di opportunità per le nostre aziende". Quanto ai contenuti di questi ulteriori cinque progetti, due sono dedicati a valorizzare produzioni tipiche lombarde, due approfondiscono il tema dei nitrati e della gestione sostenibile delle aziende agricole e il quinto si rivolge al benessere animale del bestiame da latte. "Ciascuno di questi cinque progetti - conclude De Capitani - è dedicato a filiere produttive che rappresentano un primato o una eccellenza della Lombardia, che, non va dimenticato, è la più importante regione agricola italiana. La partecipazione di importanti istituti Universitari e di ricerca, delle Associazioni degli agricoltori e di importanti imprese private garantisce inoltre circa la qualità dei risultati che verranno ottenuti". Il valore dei progetti è pari a 2,13 milioni di euro e il contributo regionale complessivo ammonta a 1,06 milioni di euro. Di seguito, più nel dettaglio, i progetti finanziati. 1) Progetto Coval - Conservazione e valorizzazione di razze avicole lombarde. L´obiettivo generale del progetto è la conservazione di 4 razze avicole lombarde: due sono di pollo (Mericanel della Brianza e Milanino), le altre due sono razze di tacchino (Brianzolo e Nero d´Italia). 2) Progetto Mistre - Studio tramite tecniche isotopiche della dinamica dell´azoto nel terreno a seguito dell´incorporazione di stocchi di mais e liquame suino. L´obiettivo del progetto è determinare l´effettivo trasferimento e movimento nei suoli dell´azoto organico e ammoniacale del liquame suino dopo l´incorporamento nel suolo insieme agli stocchi di mais. 3) Progetto Nero - Messa a punto di best practices a ridotta emissione in atmosfera per la gestione e l´utilizzo agronomico di reflui zootecnici. Il progetto ha come obiettivo la valutazione "in campo" delle "best practices" di gestione dei reflui zootecnici, per ottenere la riduzione delle emissioni in atmosfera di composti indesiderati, in particolare sotto l´aspetto ambientale. 4) Progetto Eva - Espandere il valore della mela di Valtellina I.g.p. Obiettivo dell´indagine economica e di mercato è, prendendo in considerazione le singole fasi di produzione conservazione e commercializzazione della mela, trovare soluzioni ai punti critici che attualmente rendono la coltura non sufficientemente remunerativa per i produttori. 5) Progetto Pavimenti - Effetti dell´innovazione dei pavimenti su benessere, sanità, produzione e riproduzione e incidenza sulla redditività nelle aziende bovine da latte: studio tecnico-economico sull´uso della gomma deformabile. Obiettivo del progetto è confrontare, nelle stalle per vacche da latte, pavimenti di calcestruzzo fessurato/forato con o senza gomma deformabile (nuova o riciclata), fornendo risposte in merito ai costi di gestione e agli aspetti economici di maggiore rilevanza, alle implicazioni di tipo produttivo (qualità e quantità di latte) e igienico-sanitario (lesioni podali, pulizia degli animali, cellule somatiche nel latte), ai possibili effetti sull´ambiente e sul benessere animale.  
   
   
3 MLN PER L´AGRICOLTURA DI MONTAGNA LOMBARDA  
 
Milano - Ammonta a 3 milioni di euro l´impegno di spesa a favore delle Comunità montane lombarde a sostegno dell´agricoltura di montagna. Lo stabilisce un decreto della Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, con il quale si approva il piano di riparto destinato a supportare finanziariamente attività e interventi necessari al comparto agricolo montano. "Con questo stanziamento - è il commento dell´assessore regionale all´Agricoltura Giulio De Capitani - intendiamo dare al mondo agricolo lombardo, e a quello montano in particolare, un nuovo concreto segnale dell´attenzione e del grande interesse della Regione. Pur a fronte dei pesanti tagli subiti a seguito della manovra finanziaria nazionale, infatti, non intendiamo in nessun modo fare venire meno il doveroso impegno nei confronti del nostro ´primo settore´, soprattutto in quelle parti del territorio lombardo dove svolgere un´attività agricola significa confrontarsi tutti i giorni con le oggettive difficoltà che la morfologia dei terreni e la stessa natura impongono, più che in altre zone". "L´impegno economico che sosteniamo - conclude De Capitani - è certamente il risultato anche di una politica di ascolto, di vicinanza e di comprensione delle problematiche e delle ragioni del settore".  
   
   
CONSORZIO DELLO SPECK ALTO ADIGE IGP: BILANCIO DEI PRIMI 6 MESI DEL 2011  
 
 I primi sei mesi del 2011 sono stati nuovamente positivi per la produzione di Speck Alto Adige Igp. 1.177.275 baffe di Speck Alto Adige Igp sono state prodotte alla fine di giugno che comparate alla produzione dell’anno precedente sono aumentate del 4% (nei primi 6 mesi del 2010 erano state prodotte 1.132.727 baffe di Speck marchiato). Dal Consorzio di Tutela Speck Alto Adige arrivano inoltre i dati riguardanti il segmento del pre-affettato che segnala una crescita del 19 % rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Segnali positivi sono inoltre previsti per la produzione di speck marchiato per i prossimi mesi. Le cosce salate e destinate a diventare Speck Alto Adige Igp riportano un aumento del 4% rispetto al 2010. (Si veda andamento degli ultimi sei mesi nel grafico allegato). Speckfest Alto Adige 2011: Anche quest’anno si ripete la tradizionale “Speckfest Alto Adige” Dal 30 settembre al 2 ottobre, dalle ore 10 alle 20, lo Speck Alto Adige Igp si presenterà a S. Maddalena in Val di Funes per la nona edizione della Speckfest Alto Adige. Ai piedi delle Odle, circondati da un affascinante scenario, si ballerà, si festeggerà e si potranno gustare prelibatezze preparate con lo Speck. La Speckfest Alto Adige è un’iniziativa comune dell’Associazione Turistica Vall di Fuens, del Consorzio Tutela Speck Alto Adige e dell’Eos-organizzazione Export dell’Alto Adige ed è supportata da tutte le associazioni della vallata. Per maggiori informazioni consultati il sito: www.Speckfest.it