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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Ottobre 2011
30 MILIONI DI EURO DI FONDI UE PER NUOVI VACCINI  
 
Bruxelles, 6 ottobre 2011 - È stato appena lanciato un nuovo progetto finanziato dall´Ue che mira a velocizzare lo sviluppo di nuove e potenti tecnologie di immunizzazione per la prossima generazione di vaccini umani. Il progetto Aditec ("Advanced immunization technologies") è in parte finanziato con 30 milioni di euro erogati attraverso il tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) e riunirà scienziati provenienti da 42 enti di ricerca e industriali di 12 paesi diversi. Lo scopo è stabilire una solida piattaforma per l´innovazione in un campo fondamentale per la salute umana e sottolineare l´importanza del settore dei vaccini per una sanità efficiente. I partner del progetto lavoreranno su un´ampia gamma di aspetti fondamentali della vaccinazione, dalla ricerca di base e le nuove tecnologie agli esperimenti clinici e la salute pubblica. La Commissione europea si è unita a questo progetto perché esso è direttamente in linea con i suoi obiettivi di innovazione della strategia Ue 2020, in particolare una delle sue politiche faro, l´"Unione dell´innovazione". Máire Geoghegan-quinn, commissario per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, spiega: "Le nuove tecnologie stanno aprendo la strada per combattere le malattie per le quali non si sono ancora potuti sviluppare vaccini. I ricercatori però in un singolo laboratorio non possono occuparsi della moderna scienza dei vaccini lavorando da soli ed è per questo che stiamo riunendo alcuni dei migliori ricercatori d´Europa in questo settore. Unendo le forze e mettendo insieme le conoscenze e le competenze possiamo fare grandi passi avanti nella trasformazione della medicina del futuro." Il progetto si concentrerà sulla maggiore efficacia e sicurezza dei vaccini e dei loro componenti, nuovi percorsi e sistemi per somministrare i vaccini, strategie di vaccinazione ottimizzate e formulazioni e metodi di vaccinazione ottimizzati per diversi gruppi di età. Questo migliorerà anche le nostre conoscenze sugli effetti di sesso, malattie croniche e variazioni genetiche sulla vaccinazione. Infine, Aditec applicherà nuove tecnologie e contribuirà a impiantarle largamente in tutta Europa. I partner del progetto provengono da Austria, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Stati Uniati, Svezia e Svizzera. Il progetto è una delle iniziative ad alto impatto per una migliore immunizzazione, svolte nell´ambito di Fp7-health. La ricerca di nuove terapie e di strategie per una migliore immunizzazione comprende la terapia genetica e cellulare, l´immunoterapia, l´ingegneria tissutale e la medicina rigenerativa, che alimentano la speranza di trovare cure per malattie che sono attualmente incurabili, e potenzialmente fatali, e per rigenerare tessuti e organi malati, danneggiati o difettosi. La principale differenza tra questi nuovi tipi di strategie di vaccinazione e i mezzi tradizionali della ricerca di terapie è che i primi usano grandi biomolecole, geni, cellule e tessuti anziché farmaci o prodotti farmaceutici. Si spera che il progetto Aditec aiuterà a contrastare disturbi come l´artrite, il diabete e le malattie cardiache e neurodegenerative, tutti problemi che peggioreranno sicuramente man mano che la popolazione europea continua a invecchiare. Per maggiori informazioni, visitare: Ricerca Fp7-health: http://cordis.Europa.eu/fp7/health/    
   
   
UNO STUDIO MOSTRA UN LEGAME TRA IL CERVELLO DEGLI ANTENATI E L´EVOLUZIONE  
 
Bruxelles, 6 ottobre 2011 - I biologi riconoscono che l´origine delle mascelle ha un ruolo cruciale nella nostra storia evolutiva ma non sono mai stati in grado di usare i fossili per spiegare come. Un team internazionale di ricercatori suggerisce che la riorganizzazione del cervello e degli organi sensoriali potrebbe far luce sul successo evolutivo dei vertebrati (animali con la spina dorsale). Presentato sulla rivista Nature, lo studio esamina in profondità il cervello di un pesce fossilizzato senza mascella di 400 milioni di anni fa, un anello evolutivo intermedio tra gli attuali vertebrati senza mascella e con mascelle. La ricerca è stata in parte finanziata nell´ambito del Settimo programma quadro dell´Ue (7° Pq) dell´Ue. Ricercatori provenienti da Cina, Francia, Regno Unito e Svizzera hanno studiato la struttura della testa di un pesce senza mascella primitivo fossilizzato chiamato galeaspide usando raggi X ad alta energia presso la Fonte di luce, Istituto Paul Scherrer (Psi) in Svizzera. Il loro lavoro ha rivelato la forma del cervello e degli organi sensoriali dell´animale. Il professor Marco Stampanoni del Psi, uno dei co-autori dello studio, dice: "Abbiamo usato un acceleratore di particelle chiamato sincrotrone come fonte di raggi X per fare una microscopia non distruttiva in 3D del campione. Questo ci ha permesso di fare un modello computerizzato perfetto del fossile che abbiamo poi potuto sezionare come volevamo, senza danneggiare in alcun modo il fossile. Non avremmo mai ottenuto il permesso di studiare il fossile diversamente!" "Abbiamo potuto vedere i percorsi di tutte le vene, i nervi e le arterie che attraversavano il cervello di questi incredibili fossili," spiega l´autore principale Gai Zhi-kun dell´Università di Bristol nel Regno Unito e dell´Istituto di paleontologia dei vertebrati e paleoantropologia (Ivpp) in Cina. "Il loro cervello era molto simile a quello degli squali di oggi, ma non avevano mascelle. Siamo riusciti a mostrare che il cervello dei vertebrati è stato riorganizzato prima dell´origine evolutiva delle mascelle." Commentando i risultati ottenuti nello studio, il professor Philip Donoghue, uno degli autori dello studio, della Facoltà di Scienze della terra dell´Università di Bristol, dice: "Nell´embriologia dei vertebrati di oggi, le mascelle si sviluppano dalle cellule staminali che migrano dal rombencefalo attraverso le narici in formazione. Questo non succede e non può succedere nei vertebrati senza mascelle di oggi perché hanno un organo nasale singolo che ostacola il percorso." Secondo i ricercatori, queste scoperte hanno fornito le risposte che cercavano. "È la prima prova reale delle fasi che hanno portato alle origini evolutive dei vertebrati forniti di mascelle," dice il professor Min Zhu dell´Ivpp, e il fossile ce ne dà una prova inconfutabile." Una delle difficoltà che gli scienziati hanno dovuto superare per risolvere questo mistero evolutivo è stata rappresentata dal fatto che la tecnologia necessaria per effettuare il lavoro non era disponibile. Il co-autore dello studio, il professor Philippe Janvier del Museo nazionale di storia naturale, Parigi, in Francia, dice: "Questa ricerca è stata ferma per decenni, aspettando una tecnologia che ci permettesse di guardare dentro il fossile senza danneggiarlo." Il professor Janvier spiega che gli scienziati, nonostante i diversi campi di studio, non avrebbero potuto effettuare questa ricerca e ottenere i risultati necessari se non avessero collaborato gli uni con gli altri. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Bristol: http://www.Bris.ac.uk/  Nature: http://www.Nature.com/nature/index.html    
   
   
TERAPIE ONCOLOGICHE A MISURA DI OVER 65  
 
 Genova, 6 ottobre 2011 – Anziani e tumore: una vera emergenza con cui fare i conti. Ogni anno in Italia sono circa 250mila i nuovi casi di tumore e di questi il 60% riguarda gli over 65. Il rischio di sviluppare una patologia oncologica negli anziani è circa 40 volte maggiore rispetto alle persone tra i 20 e i 40 anni e 4 volte superiore rispetto ai 45-65enni. Un problema destinato a crescere nei prossimi anni, a causa dell’aumento dell’età media della popolazione e una realtà con la quale i medici si stanno confrontando per comprenderne difficoltà e bisogni. “I soggetti in età geriatrica rappresentano una quota in crescente e rapido aumento tra i pazienti neoplastici – dichiara il prof. Riccardo Ghio, direttore del reparto di Medicina Interna 3 dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova ma a tutt’oggi le linee guida e i trials clinici relativi alle modalità di diagnosi e cura delle neoplasie in età geriatrica sono ancora insufficienti”. Per curare in maniera adeguata una persona anziana affetta da tumore è necessario un approccio integrato che consideri tutti i diversi aspetti del malato. “L’invecchiamento è frequentemente associato ad altri problemi di salute e al declino della funzionalità di organi e apparati. Una vulnerabilità fisica – sottolinea il prof. Ghio - a cui si sommano spesso problemi di natura psicologica e familiare. Tutti fattori che vanno tenuti in considerazione quando si scelgono le terapie anticancro. Occorre quindi ottimizzare l’iter diagnostico con lo sviluppo di trattamenti a bassa tossicità che tengano conto della qualità della vita durante tutte le fasi della malattia”. Ma se fino a qualche anno fa il destino di una persona anziana malata di tumore o di altra patologia cronica era spesso quello di finire ‘parcheggiata’ in un letto di ospedale, oggi la situazione è cambiata. “Fino a dieci anni fa un paziente anziano era quasi escluso a priori da un trattamento chemioterapico con finalità risolutive o di prolungamento della vita, oggi invece si cerca di praticare una scelta tra qualità di vita e possibilità di riuscita delle terapie. Inoltre abbiamo sempre più armi a disposizione, le nuove chemioterapie a minore tossicità e le terapie biologiche”. Eppure ancora oggi il paziente anziano viene escluso dalla sperimentazione clinica dei farmaci antitumorali; ne consegue che la scelta della cura sia spesso basata su protocolli messi a punto in sperimentazioni cliniche che per definizione escludono coloro che hanno più di 65 anni. “Molte sperimentazioni arrivano fino a 65 anni anche se adesso si tende a valutare l’età biologica – spiega il prof. Ghio - L’invecchiamento è un processo individualizzato e non si esprime sempre nel numero di anni di un singolo individuo. Pertanto, la valutazione della reazione di un paziente al trattamento non può essere basata esclusivamente sull’età anagrafica. Ciò non toglie che non si possano applicare protocolli previsti per adulti ai pazienti anziani, spesso fragili, che mal sopportano farmaci particolarmente tossici”. Ma come adattare le terapie all’età e alla risposta del paziente? “Occorre individuare schemi terapeutici adatti, ponendo particolare attenzione all’identificazione dei pazienti fragili per i quali un trattamento anche moderatamente tossico potrebbe essere mal tollerato e soprattutto non portare a benefici in termini di controllo della malattia, vista la rilevanza delle patologie concomitanti. Si tratta di scegliere una terapia tagliata sul paziente, di essere rigorosi nelle cure senza anteporre il protocollo al paziente. Anche il dialogo riveste un ruolo fondamentale, perché se la scoperta di avere un tumore è uno shock per tutti, i pazienti avanti con l’età sono ancora più vulnerabili e il rischio di sofferenza psichica è maggiore. Serve una maggiore delicatezza a partire dalla comunicazione della diagnosi – conferma il prof. Ghio –cercando di far capire che le aspettative di vita possono essere ridotte. La compartecipazione del paziente è fondamentale, il malato è parte integrante del processo terapeutico e se lo accetta si può fare un lavoro di équipe”. Buone notizie per gli over 65 arrivano dai laboratori di ricerca e dalle sperimentazioni cliniche. Oggi si aprono nuovi spazi di cura per il trattamento dei tumori senili. “Qualche anno fa si parlava solo di chirurgia, radioterapia e chemioterapia, oggi sono disponibili nuove tipologie di farmaci come i fattori di crescita che hanno permesso di trattare anche con dosaggi elevati il paziente o i farmaci biologici, che determinano effetti tossici più contenuti e tollerabili rispetto a quelli causati dai chemioterapici tradizionali. Per esempio nel campo dei linfomi l’introduzione di un farmaco specifico monoclonale che colpisce specificamente i linfociti B ha permesso di applicare una terapia molto meno tossica a vantaggio del paziente anziano; nella leucemia mieloide cronica per i pazienti che rispondono a un determinato farmaco l’aspettativa di vita è passata da 3 a 10-15 anni”.  
   
   
L’IPERTENSIONE IN GRAVIDANZA CAUSA UNA MORTE MATERNA SU 5 “SI PUÒ PREVENIRE, SERVE PIÙ INFORMAZIONE PER DONNE E MEDICI”  
 
 Roma, 6 ottobre 2011 – Il 20% del totale dei decessi della donna in gravidanza ha una sola causa: l’ipertensione. Un problema in crescita nel nostro Paese come in Europa, a causa dell’età sempre più avanzata delle primipare, particolarmente vulnerabili. Colpisce il 5% delle gestanti. “È importante informare le nostre pazienti perché non sottovalutino i sintomi precoci – commenta il prof. Herbert Valensise, presidente dell’Associazione Italiana Preeclampsia (Aipe) e del Congresso europeo della International Society for the study of Hypertension in Pregnancy (Isshp), che si apre oggi a Roma –. È necessaria però una maggior sensibilizzazione dei medici. Le future madri a rischio vanno monitorate ed indirizzate su un corretto percorso di prevenzione. Non solo per evitare i decessi. Nuovi studi presentati in questo congresso dimostrano infatti che chi soffre di questo disturbo durante la gestazione, sarà in futuro 5 volte più a rischio di incorrere in eventi cardiaci gravi, come l’infarto. La pressione alta è quindi in grado di portare in evidenza eventuali debolezze del cuore. La gravidanza diventa così una vera e propria prova da sforzo. Queste donne vanno seguite in maniera mirata”. L’ipertensione in gravidanza, nota anche come preeclampsia o gestosi, è infatti un importante campanello d’allarme anche per la salute futura della donna. È l’unica patologia che può avere complicanze fatali durante i nove mesi, con una mortalità di 8 – 10 casi su 100.000. Si calcola che sia responsabile dei decessi di circa 76.000 madri e 500.000 bimbi ogni anno nel mondo. Di questo e altri temi si discuterà fino al 7 ottobre al Congresso della Isshp, per la prima volta in Italia, che ospita i maggiori esperti europei del settore. Sono presenti a Roma cardiologi, ginecologi, nefrologi e internisti. “Il ruolo del ginecologo, in particolare, è fondamentale – continua il prof. Valensise –. Rappresenta la figura di riferimento per salute della donna, dall’adolescenza alla menopausa. Lo specialista deve accompagnarla specialmente in periodi complessi come quello della gravidanza, soprattutto quando si verificano problemi seri come l’ipertensione. Questa complicanza necessita poi ovviamente di figure specifiche come il cardiologo, con cui deve instaurarsi un continuo confronto per seguire al meglio le pazienti”. La preeclampsia, la cui origine è ancora sconosciuta, si può verificare generalmente tra la 20esima settimana di gestazione e la fine della prima settimana post-partum. È una vera e propria nemica silenziosa, in quanto i sintomi sono spesso associati ai normali effetti di questo particolare periodo sul corpo. È caratterizzata principalmente da ipertensione (oltre i 140/90 mmHg), edema (gonfiore a volto e mani) e dalla presenza di proteine nelle urine. L’età è fortemente correlata alla comparsa della sindrome. Le over35 presentano un’incidenza tripla rispetto alle donne più giovani. Altri fattori di rischio sono familiarità, patologie mediche preesistenti (soprattutto malattie cardiovascolari o metaboliche), primiparità (prima gravidanza) ed obesità. Al momento l’unico modo per “curare” la pre-eclampsia è far nascere il bambino, a prescindere dallo stato di avanzamento della gestazione. “Una donna che riporta i primi segni di preeclampsia moderata può essere trattata ambulatorialmente – aggiunge il prof. Valensise –. Il riposo a letto deve essere rigoroso, con visita medica ogni due giorni. In caso si decidesse di intervenire in modo più deciso, il parto dovrebbe rappresentare l’obiettivo finale della “terapia”. In occasioni come queste diventa prioritario salvare la vita a mamma e bambino”.  
   
   
ROMA, PREVENZIONE: VISITE ODONTOIATRICHE IL SABATO E LA DOMENICA ALL’EASTMAN  
 
Roma, 6 ottobre 2011 - Ambulatori aperti il sabato e la domenica all’ospedale George Eastman per il servizio di cura e diagnosi delle malattie odontoiatriche dei bambini. L´iniziativa, coordinata dalla direzione generale della Asl Roma A e promossa dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si inserisce nell´ambito di due importanti progetti regionali: ovvero l´apertura straordinaria degli ambulatori nei weekend e le campagne regionali di prevenzione della salute. Obiettivo del progetto è la razionalizzazione degli interventi odontoiatrici verso le fasce deboli (bambini e anziani), per i quali l’intervento preventivo consente una intercettazione della problematica odontoiatrica, permettendo anche una riduzione dei costi sociali e delle terapie stesse. La Asl Roma A è infatti capofila del più ampio Piano regionale per l’odontoiatria, che ha interessato le terze classi delle scuole primarie della Regione Lazio attraverso visite di screening negli istituti con la successiva applicazione di metodiche preventive, determinando un forte incremento dell’afflusso di bambini presso le strutture sanitarie territoriali. Per questo la Direzione Generale della Asl Rm A,nella persona del Commissario straordinario prof. Camillo Riccioni, ha deciso di procedere in via sperimentale all’attivazione del servizio di cura e diagnosi delle malattie odontoiatriche dei bambini nei giorni di sabato e domenica. Le visite presso l’ospedale Eastman si potranno effettuare già da questo fine settimana con il seguente orario: il sabato dalle ore 8,30 alle ore 19,00 e la domenica dalle ore 8,30 alle ore 13,00.  
   
   
SANITÀ, LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA. VENDOLA SCRIVE A FITTO TREMONTI FAZIO  
 
Bari, 6 ottobre 2011 - Sulla situazione della sanità pugliese e sul mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola ha scritto una lettera ai ministri Raffaele Fitto, Ferruccio Fazio e Giulio Tremonti, inviando loro anche le richieste deroghe delle sei Asl pugliesi. Nella lettera, Vendola evidenzia “con drammaticità il tema della garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza, poiché il progressivo depauperamento degli organici di molte discipline (neurochirurgie, cardiochirurgie, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, chirurgia oncologica, radiologia e radioterapia, ecc.) limita di fatto l’erogazione degli stessi Lea e, conseguentemente, la tutela ed assistenza sanitaria cui i cittadini hanno diritto”. Il Presidente Vendola si dice certo che “le sue preoccupazioni e quelle dei cittadini pugliesi troveranno condivisione ed accoglienza” nei Ministri che hanno già “mostrato in altre occasioni l’attenzione istituzionale verso i problemi di questa Regione”. Testo lettera: Al Ministro dell’Economia e delle Finanze dott. Giulio Tremonti; Al Ministro della Salute dott. Ferruccio Fazio; Al Ministro per il Rapporto con le Regioni e per la Coesione Territoriale dott. Raffaele Fitto; Roma Gentili Ministri, La Regione Puglia con il Piano di rientro si è impegnata a realizzare una reingegnerizzazione del sistema di offerta sanitaria ed una contestuale ottimizzazione della spesa associata, anche attraverso un riequilibrio tra il macrolivello dell’assistenza ospedaliera e quello dell’assistenza territoriale. Dai dati forniti dallo stesso Ministero della Salute (Sic 2009), il personale dipendente del Sistema Sanitario Regionale pugliese nell’anno 2007 risultava inferiore per circa 1400 medici e 10.000 infermieri rispetto a regioni con la stessa popolazione (ad esempio l’Emilia Romagna). Per le sole strutture di ricovero, si registrava una carenza di circa 400 unità mediche e più di 5.000 unità infermieristiche. Complessivamente la carenza del personale, comprensivo anche dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo, ammontava a circa 20.000 dipendenti. Negli anni successivi la Regione Puglia ha bandito concorsi e, nelle more dell’espletamento degli stessi, avvisi pubblici per circa 7.000 unità, riducendo parzialmente il gap sopra evidenziato. Questo processo ha subito una battuta di arresto poiché col Piano di rientro non è stato più possibile assumere personale, né a tempo indeterminato né a tempo determinato, non essendo più consentito il finanziamento dell’eccedenza della spesa del 2004 con bilancio autonomo (Legge n. 191 del 2009) ed essendo inoltre intervenuto il blocco del turn over al 100% (Ll.rr. N. 12/2010 e n. 2/2011). E’ anche il caso di ricordare che l’applicazione di una Sentenza di Corte Costituzionale, interpretata da un apposito comma della penultima manovra finanziaria sta portando al licenziamento di circa 500 unità lavorative, in specie medici. 2 Il programma di ristrutturazione della rete ospedaliera, avviato dalla Regione Puglia per ottemperare agli impegni assunti con il Piano di Rientro, non ha comportato alcuna effettiva possibilità di riutilizzo del personale medico (i cui organici risultavano, come già detto, carenti) se non nelle stesse discipline presenti negli ospedali disattivati. Il personale infermieristico, invece, è stato reimpiegato per garantire l’assistenza territoriale negli ambiti di riferimento degli ospedali disattivati, lasciando in tal modo inevasa la richiesta di infermieri nelle strutture di ricovero. E’ di tutta evidenza che questa situazione pone con drammaticità il tema della garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza, poiché il progressivo depauperamento degli organici di molte discipline (neurochirurgie, cardiochirurgie, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, chirurgia oncologica, radiologia e radioterapia, ecc.) limita di fatto l’erogazione degli stessi Lea e, conseguentemente, la tutela ed assistenza sanitaria cui i cittadini hanno diritto. Peraltro, ciò che viene attualmente garantito con il personale in servizio pone una preoccupazione con riferimento alla tutela delle condizioni di lavoro di medici e infermieri, sottoposti a turni massacranti nonché al ricorso a prestazioni aggiuntive comunque onerose per il sistema. Non va sottaciuta un’ulteriore criticità riferita al personale precario, che lavora in un clima di incertezza e di instabilità propria e del sistema. In considerazione di quanto su esposto, la Regione ha avviato in tutte le Aziende Sanitarie una ricognizione del fabbisogno di personale necessario alla garanzia dei Lea, che si sottopone alla Loro attenzione, fermo restando che tale richiesta non risolve strutturalmente il deficit di personale evidenziato sulla base dei dati ministeriali citati. Sono certo che le mie preoccupazioni e quelle dei cittadini pugliesi troveranno condivisione ed accoglienza nelle Ss.ll., che hanno già mostrato in altre occasioni l’attenzione istituzionale verso i problemi di questa Regione. Cordiali saluti. Nichi Vendola.  
   
   
G.R. UMBRIA ADERISCE CONVENZIONE ONU SU DISABILITÀ  
 
Perugia, 6 ottobre 2011 - I principi e i valori affermati nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, su proposta della Vicepresidente ed Assessore alle politiche sociali Carla Casciari, sono stati fatti propri dalla Giunta Regionale che li ha adottati con uno specifico atto. La giunta regionale, a tale scopo, promuoverà attività di sensibilizzazione, informazione e formazione finalizzate alla promozione di politiche inclusive, a partire dalla istituzione e attivazione dell’”Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità”. “Per persone con disabilità, continua Casciari, intendiamo le persone che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”. La Convenzione inoltre sancisce il passaggio ad un nuovo approccio culturale alla disabilità che si concretizza nella formulazione di azioni politiche realmente inclusive, riconoscendo e valorizzando le diversità e promuovendo la tutela di tutti i diritti umani. “Nella Convenzione, sostiene la Vicepresidente Casciari, si riafferma con forza l’universalità, l’indivisibilità, l’interdipendenza e l’interrelazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché la necessità da parte delle persone con disabilità di poterne godere senza discriminazione, promuovendo il rispetto per la loro intrinseca dignità. Il testo della Convenzione Onu, è il risultato di un percorso di partecipazione attiva delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni alla formulazione dei principi enunciati e ne costituisce uno strumento essenziale per la tutela e la promozione dei diritti umani delle persone con disabilità. La Convenzione mira a riconoscere i diritti della Persona in quanto tale, contrastando ogni forma di discriminazione diretta o indiretta e garantendo pari opportunità”. “E’ in questa prospettiva, conclude l’Assessore Casciari, che le politiche regionali per l’inclusione sociale delle persone disabili dovranno prevedere un modello organizzativo che tenga conto del carattere intersettoriale, a partire dai bisogni delle persone disabili e delle loro famiglie attivando un sistema di offerta dei servizi, diversificato, ancorato ai luoghi e ai tempi di vita, aperto a tutta la comunità locale, con modelli di intervento caratterizzati da multidimensionalità, secondo la definizione Icf (Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute).  
   
   
CAMPANIA, SNELLIMENTO PROCEDURALE E LOTTA AGLI SPRECHI NELLA SANITÀ, DA OGGI LA "TRE GIORNI" ALL´AZIENDA DEI COLLI  
 
Napoli, 6 ottobre 2011 - Si apre, giovedì 6 ottobre alle ore 15, presso l’aula magna dell´ospedale Monaldi, un meeting di tre giorni dedicato allo snellimento delle procedure e alla lotta agli sprechi nella sanità, a partire dall´oncologia. L´iniziativa, organizzata dall´Aorn "Azienda dei Colli", nata dalla fusione tra gli ospedali Monaldi, Cotugno e Cto, sarà aperta dal consigliere del presidente Caldoro per la Sanità Raffaele Calabrò e dal direttore generale dell’Azienda Antonio Giordano. Nel corso dei lavori, particolare attenzione verrà posto al "Lean Oncology", ovvero al modello in grado di identificare le "migliori metodologie per snellire i trattamenti e le procedure", come scrive nella presentazione il direttore della divisione di Oncologia Vincenzo Montesarchio. "Si tratta - sottolinea Raffaele Calabrò - di un´occasione di riflessione preziosa che si inserisce nell´attività di riprogrammazione e razionalizzazione della sanità che stiamo portando avanti con successo in Campania. Una rifondazione dell´assistenza sanitaria che ci ha consentito finora di ridurre in modo consistente il debito accumulato negli anni scorsi. La lotta agli sprechi, il risparmio delle risorse e la sostenibilità delle cure sono al centro delle azioni che continueremo a sviluppare nei prossimi mesi." "Abbiamo chiamato - aggiunge Antonio Giordano - amministratori, ricercatori, clinici, dirigenti di aziende farmaceutiche e specialisti allo stesso tavolo per individuare assieme le soluzioni migliori per ottenere risultati ancora più positivi per una sanità che vuole coniugare un’offerta di alta qualità con la riduzione dei costi. Con la nascita nei mesi scorsi dell’Azienda dei Colli abbiamo realizzato importanti passi in avanti in questa direzione. Andremo avanti con decisione su questa strada."  
   
   
COMO, INAUGURATA NUOVA CENTRALE 118 E ELISOCCORSO  
 
 Villa Guardia/co, 6 ottobre 2011 - Taglio del nastro per la nuova centrale del 118 ed elisoccorso a Villa Guardia (Como). La struttura, aperta il 19 luglio scorso, è la sede del sistema di emergenza extraospedaliero della provincia di Como, una tra le più all´avanguardia in Europa. Alla cerimonia sono intervenuti l´assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani e, tra gli altri, il direttore generale dell´Ospedale Sant´anna di Como, Marco Onofri, il direttore generale di Areu, Alberto Zoli, il direttore del dipartimento di Emergenza, Mario Landriscina. ´Una giornata significativa per un´opera straordinaria - ha detto Bresciani - che rappresenta un braccio operativo importante ed è la sinergia degli atti che vengono fatti per un progetto che va lontano, tanto che ha ricevuto l´apprezzamento da parte delle autorità sanitarie canadesi: nei prossimi mesi, dal Canada, verranno in Lombardia tecnici sanitari per studiare il nostro sistema. Un sistema vincente, con un bilancio in pareggio da diversi anni ed è questa la strada virtuosa che vogliamo continuare a percorrere´. L´elisoccorso comasco, con una storia di 25 anni, ha trasportato, dal 1986 ad oggi, oltre 17.000 persone. La nuova postazione di Villa Guardia si sostituisce a quella di Erba che verrà utilizzata per l´atterraggio notturno e che in futuro sarà anche destinata come base della Protezione Civile. Nella struttura di Villa Guardia operano 25 persone. A disposizione ci sono, oltre all´elicottero, anche 5 ambulanze per il trasporto pazienti. La nuova centrale è stata finanziata con un investimento di 9 milioni di euro grazie a fondi regionali (circa 2 milioni) e statali, stanziati nell´ambito della realizzazione del nuovo ospedale Sant´anna a San Fermo della Battaglia. La base del 118 di Villa Guardia si sviluppa su un´area di 30mila metri quadri e accoglie anche il Servizio di Continuità Assistenziale della Guardia Medica in carico all´Asl. La base è composta da due edifici collegati tra loro dove sono collocate la centrale del 118 e la Guardia Medica, prima nel vecchio Sant´anna, un hangar con annesso un magazzino deposito con i materiali per le ´grandi emergenze´. All´interno anche uno spazio per il materiale sanitario, autorimesse per i mezzi di emergenza e una piazzola di atterraggio/decollo per gli elicotteri con centrale radio e meteo. La struttura, progettata con criteri antisismici ed integrata con pannelli solari, si avvale di un call center per 118 e Guardia Medica ad elevata tecnologia, integrato con il sistema informatico e telefonico dell´ospedale Sant´anna. Dal 19 luglio scorso le chiamate di soccorso effettuate al 118 comasco sono state 18.000 mentre 13.000 le missioni effettuate dagli operatori della base. Per il soccorso in elicottero, dal mese di agosto, i voli sono stati 230, di cui 41 notturni. ´Il sistema delle emrgenze-urgenze è un braccio - ha concluso l´assessore Bresciani - che ci permette di guardare al tempo che diventa amico se non lo sciupiamo: in Lombardia si è registrato un abbattimento del rischio di mortalità pari al 7,4 per cento. La conquista del tempo è conquista della vita´.  
   
   
BASILICATA, TICKET: ATTESTAZIONI ESENZIONE E ISEE PRESSO CAAF E PATRONATI SI POTRANNO SVOLGERE PRESSO QUESTE STRUTTURE TUTTE LE OPERAZIONI PER IL RILASCIO DEI DOCUMENTI DA PARTE DELLE AZIENDE SANITARIE  
 
 Potenza, 6 ottobre 2011 - Sarà più facile, per i cittadini, ottenere le attestazioni di fascia Isee o i tesserini di esenzione. Con decorrenza immediata, i Caaf/patronati regionali legalmente riconosciuti potranno infatti, per conto dell’utente, pre-compilare i moduli relativi alla richiesta di esenzione Isee ed, a ricezione dell’attestazione, presentarli alle Aziende Sanitarie territorialmente competenti, che metteranno a disposizione un canale preferenziale presso ciascuna sede deputata al rilascio dei tesserini di esenzione. Gli utenti potranno pertanto ritirare tali attestazioni/tesserini di esenzione, validati dalle rispettive Aziende, direttamente presso i Caaf/patronati.  
   
   
INFLUENZA STAGIONALE:GIUNTA ABRUZZESE VARA CAMPAGNA VACCINI 2011-2012 DE FANIS,VACCINAZIONI ANCHE PER HPV  
 
 Pescara, 6 ottobre 2011 - E´ partita la campagna vaccinale antinfluenzale 2011-2012 e per l´infezione da Hpv. Lo prevedono due deliberazione della Giunta regionale, proposte dall´assessore alla Prevenzione collettiva, Luigi De Fanis. Per il vaccino antinfluenzale, l´Esecutivo regionale ha recepito la circolare ministeriale contenente le raccomandazioni per la stagione in corso, in ordine ai fattori di prevenzione e controllo. "Il nostro obiettivo - ha spiegato l´assessore De Fanis - in ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute, è quello di innalzare la copertura vaccinale in modo da raggiungere una copertura che vada da un livello minimale del 75 per cento ad un livello ottimale del 95 per cento". La categoria degli ultrasessantacinquenni, risulta nella circolare ministeriale quale destinataria preferenziale per l´offerta del vaccino antinfluenzale ma sono almeno sei le categorie per le quali la vaccinazione stagionale è raccomandata. Oltre ai soggetti di età pari o superiore ai 65 annui, ci sono i bambini di età superiore ai sei mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione stagionale, donne che all´inizio della stagione epidemica si trovino al terzo mese di gravidanza, individui di qualunque età ricoverati in strutture lungodegenti, medici e personale sanitario in assistenza, familiari a contatto con soggetti ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse e categorie di lavoratori; personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzale non umani. "Allo scopo di aumentare la copertura vaccinale nei gruppi a rischio - ha aggiunto De Fanis - predisporremo dei registri dei soggetti a rischio ai quali offrire attivamente la vaccinazione antinfluenzale gratuita". Inoltre, ciascuna azienda Asl dovrà produrre entro il 31 marzo, in via definitiva, il numero delle vaccinazioni eseguite al fine dell´aggiornamento on line dei dati. Il costo per la copertura della campagna vaccinale è pari a 800 mila euro. In ordine all´offerta attiva e gratuita del vaccino contro l´infezione da Hpv nel 2011, la Giunta ha previsto, sulla base dell´intesa Stato-regioni del 20/12/2007, di consentire nel corso del 2011 la vaccinazione gratuita delle ragazze appartenenti alla coorte di nascita del 2000, ovvero bambine che compiranno 11 anni di età dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011. Le Asl si adopereranno per la chiamata attiva delle ragazze dodicenni appartenenti alla coorte di nascita del 2000 prioritariamente mediante lettera postale, e quindi, opereranno i recuperi delle bambine appartenenti alla coorte di nascita del 1999. Per l´attivazione della campagna vaccinale, la Giunta ha stanziato 850 mila euro.  
   
   
FABIO MORDEGLIA MOSTRA PERSONALE DI PITTURA LISBOA - PORTUGAL DALL’8 AL 21 OTTOBRE 2011  
 
Lisbona, 6 ottobre 2011 - Sarà allestita a partire dall’8 ottobre la mostra personale di Fabio Mordeglia a Lisbona, Galeria De Arte e Design Colorida dedicata alla sua ricerca pittorica contemporanea, che metterà in evidenza i tratti distintivi del suo modus operandi: la materia, il colore, il sentimento. Fabio Mordeglia è originario di Savona, ma cresciuto nell’ambiente artistico di Albissola Marina che ne influenza favorevolmente gli orientamenti e la vita. Laureato in Scienze Politiche, negli anni Ottanta porta avanti parallelamente la sua passione per la creatività cimentandosi nelle chine acquarellate, matite e pastelli a cera di reminiscenza metafisica, conferendo maggiore enfasi al segno. Ma il cromatismo diventerà il vero perno della ricerca pittorica di Fabio Mordeglia nella pittura ad olio e acrilico, rivelandosi più che mai introspettiva e dualistica. Il linguaggio materico dell’autore non è altro che lo “specchio” su cui si riflettono significazioni cosmiche e universali in una poetica del pensiero capace di rivelarsi per soliloqui dialettici e incontri tonali. Nell’essenzialità si sprigiona tutta la complessità del linguaggio pittorico di Fabio Mordeglia, ermetico ed enigmatico, un codice espressivo che deve essere sapientemente interpretato nell’amplesso del dualismo. Saturo di simboli, l’universo pittorico di Fabio Mordeglia ci suggerisce un viaggio nella personalità di un autore che vive l’apice delle sue emozioni immergendosi nel contrasto interiore e riemergendo nel movimento e nell’energia cromatica.